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La storica Città di Alghero nella quale si parla ancora oggi il catalano, con i bastioni e le torri difensive spagnoleIn questa tappa del nostro viaggio, da Olmedo proseguiremo sulla SP19, che si immette sulla SS127bis Settentrionale Sarda, prenderemo quest'ultima verso sud ovest ed arriveremo ad Alghero, la Città storica della Nurra dove si parla ancora oggi la lingua catalana. La regione storica della Nurra
In viaggio verso AlgheroNell'ultima tappa eravamo arrivati a Olmedo, da dove è possibile raggiungere Alghero, che è però raggiungibile anche direttamente partendo da Sassari. Da Sassari, per raggiungere Alghero, prendiamo la nuova SS291var della Nurra, con la quale passiamo dopo poco più di un paio di chilometri l'insediamento industriale di Predda Niedda e, dopo meno di quattordici chilometri, ci immettiamo sulla vecchia SS291. Qui troviamo lo svincolo, dove proseguendo dritti, si prende la prosecuzione della SS291var a 4 corsie verso Alghero, mentre verso sinistra si prende la SS291 a 2 corsie verso Santa Maria La Palma. Percorsi circa sei chilometri sulla SS291 a due corsie, incrociamo la nuova SP42 che arriva da Porto Torres, e che prendiamo verso sinistra. Proseguiamo sulla SP42 per poco più di dieci chilometri, per deviare a sulla SP27bis proveniente da Fertilia, che porta ad Alghero, nella periferia nord, dove si trovano le spiagge del Lido di Alghero. Da qui proseguiamo all'interno dell'abitato, fino a raggiungere il Municipio. Dal Municipio di Sassari a quello di Alghero abbiamo percorso 37.9 chilometri. Da Olmedo alla frazione Alghero Sant'Angelo Custode e poi da qui ad Alghero Partendo da Olmedo, dopo circa cinque chilometri sulla SP19, arriviamo a uno svincolo, dove prendiamo la seconda uscita, che ci fa immettere sulla SS127bis Settentrionale Sarda ch, in circa sette chilometri, ci porta nella località denominata Galboneddu. Prima di arrivare, nella campagna circostante, si trovano interessanti strutture turistiche, e si trova anche la frazione Alghero denominata Sant'Angelo Custode (altezza metri 31, distanza in linea d'aria circa 3 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti). Percorsi altri tre chilometri da questa frazione, arriviamo ad Alghero, entrando in Città da est, e proseguiamo verso sinistra in direzione del Municipio. Dal Municipio di Olmedo a quello di Alghero abbiamo percorso 15.7 chilometri, e dal Municipio di Sassari a quello di Alghero abbiamo percorso anche in questa caso 37.9 chilometri. La Città di Alghero
Alghero è conosciuta anche come Barceloneta, ossia la piccola Barcellona, dato che la Città ha conservato l'uso della lingua catalana, di cui costituisce un'isola linguistica con oltre il venti per cento dei suoi abitanti che lo parla, sia pure nella sua variante algherese, riconosciuta come lingua minoritaria dalla Repubblica Italiana e dalla regione Sardegna. Ad Alghero ha, inoltre, la sua sede istituzionale una delegazione del governo regionale della Catalogna. Alghero è, anche, la terza Città universitaria della Sardegna dopo Cagliari e Sassari. Vi ha sede, infatti, l'Università per Stranieri di Alghero, e vi sono presenti alcune facoltà dell'Università di Sassari. Origine del nomeDi origine incerta, il suo etimo è, probabilmente, legato alle alghe del litorale. Per quanto riguarda l'origine del suo nome, nel 1839 Alberto Ferrero conte della Marmora scriveva, infatti: Il nome di Alghero sembra provenga da aliga (alga, erba marina), che sarebbe stato trasformato in S'Alighera (luogo dell'Alga), che è il nome della Città nella lingua dei paesani dei dintorni. La sua economia
Le sue bellezze naturalistiche l’hanno resa una delle località più frequentate di tutta l’isola dal turismo internazionale. La sua collocazione all’interno di una bellissima rada, i bastioni, le stradine caratteristiche e il suo dialetto ne fanno la perla della riviera del corallo. Forte attrazione esercita anche il vicino promontorio di Capo Caccia e la famosissima grotta di Nettuno, che si snoda lungo milleduecento metri tra limpidi laghetti e angusti cunicoli, raggiungibile attraverso la spettacolare escala del cabirol, ossia la scala del capriolo, con 656 gradini a strapiombo sul mare. A livello ricettivo, Alghero offre buone possibilità di soggiorno e soprattutto di ristorazione, dato che rinomata è la sua gastronomia che vanta piatti quali l’aragosta alla catalana; il peutxus, costituito da zampette di agnello e capretto lessate e bagnate con salsa piccante; il polpallada, costituito d polpi conditi con la stessa salsa usata per il peutxus; e diversi altri piatti come riso allo scoglio, pasta e fagioli con carne, spaghetti con ricciola e granchi, farfalle con seppie e favette. Brevi cenni storiciSituata in una località abitata sin dall’età neolitica, sito di interessanti tracce nuragiche, le sue origini non sono ben definite. Si ritiene sia stata fondata dalla famiglia genovese dei Doria, in età medioevale, nel 1102, fortificando un piccolo villaggio di pescatori. Rimane genovese, anche se i Pisani riescono a conquistarla, ma solo per pochi anni, fino ad essere assediata dai catalani di Bernardo Cabrera, ed alla battaglia di Porto conte del 1353, in cui una flotta aragonese, alleata ai veneziani e a Mariano IV d'Arborea, sconfigge l'ammiraglio genovese Antonio Grimaldi. Il loro dominio dura poco, perché i sardi ed i Genovesi riescono a scacciare gli Aragonesi. Entra, però, sotto il dominio aragonese nel 1355, quando re Pietro IV d'Aragona detto il Cerimonioso, dopo un assedio durato molti mesi, riconquista Alghero e dichiara l'annessione della Città, che diviene un caposaldo della dominazione aragonese e poi spagnola nell'isola. Gli Aragonesi stabiliscono che ad Alghero devono vivere solo i Catalani, perciò i sardi vengono scacciati dalla Città, dove si insedia da subito una colonia di Catalani, che le danno una netta impronta aragonese catalana, al punto che ancora oggi gli abitanti parlano correntemente il catalano. Sia il Cerimonioso che i suoi successori attuano una politica di vantaggi economici, di franchigie e privilegi che legano strettamente la Città alla Corona catalano aragonese. Restaurata e rinforzata nelle mura, ed impegnata in attività quali la pesca del corallo, costituisce una solida fortezza sempre fedele alla Corona. Per quasi quattrocento anni Alghero, tra alterne vicende storiche, rimane sotto il dominio spagnolo. I forti vincoli che univano Alghero, l’Alguer, alla madre patria si mantengono vivi sino al diciottesimo secolo e si interrompono solo al momento del passaggio del Regno di Sardegna, prima, nel 1708, all'Austria, che nel 1720 lo cede ai Savoia. Restano a ricordarlo, oltre al nome di Barceloneta, le emergenze architettoniche realizzate da maestranze catalane e soprattutto la lingua, una variante dialettale catalana, ancora oggi parlata. Passata in epoca repubblicana, dopo la Seconda Guerra Mondiale, Alghero con la sua riviera si afferma come la prima stazione balneare e turistica dell'Isola, con un turismo ancora oggi in rapido incremento. Alghero in età spagnola viene elevata al rango di CittàIn età spagnola, Alghero nel 1501 viene elevata dal re Ferdinando II detto il Cattolico al rango di Città Regia, e viene a costituire una delle sette Città regie. Esse non sono infeudate ma sottoposte alla diretta giurisdizione reale, e godono di privilegi e concessioni, derivanti dal loro status. Sostanzialmente le Città hanno poteri amministrativi di autogoverno, che esercitano attraverso propri rappresentanti eletti chiamati consiglieri, sui quali l'amministrazione regia interviene per sancire o rigettare le decisioni assunte, tramite un rappresentante chiamato vicario, ossia veguer, o podestà. Inoltre le Città regie hanno anche poteri politici, in quanto i loro rappresentanti, chiamati sindaci, costituiscono uno dei tre bracci del Parlamento del Regno, ossia dello stamento reale, e generalmente la rappresentanza è inibita ai nobili, che fanno invece parte dello stamento militare. Il governo sabaudo del Regno di Sardegna, utilizza ancora per gli stessi centri la terminologia di Città, secondo la consuetudine diffusa in Piemonte, ma in modo puramente onorifico e senza privilegi. Titolo che viene confermato dal successivo Regno d'Italia e dalla Repubblica Italiana. Personaggi storici nati ad AlgheroAd Alghero sono nati alcuni importanti personaggi storici.
Principali Feste e Sagre che si svolgono ad AlgheroNumerosissime le manifestazioni di carattere culturale, folcloristico e religiose, tra le quali si segnalano: la Sagra più nota, ossia quella del riccio di mare, chiamata Sagra de lu Bogamarì, che si tiene tra gennaio e febbraio, il periodo in cui il riccio di mare è più saporito e carnoso; significativa è la settimana del Carnevale, con sfilate di carri, bande musicali e gruppi folcloristici, che si conclude con una grande frittellata nella piazza Civica; i riti della Settimana Santa, con suggestive rappresentazioni derivanti dalla tradizione catalana, risalenti al diciassettesimo secolo; a maggio si disputa la famosa cronoscalata automobilistica Alghero-Scala Piccada, che si svolge sul primo tratto della SS292 Nord Occidentale Sarda, da Alghero verso Villanova Monteleone, lunga cinque chilometri, che è valevole per il Trofeo Italiano Velocità Montagna, la Coppa Italia Montagna nord e la Coppa Italia Montagna sud, ed è l'unica cronoscalata sarda assieme alla Iglesias-Sant'Angelo che ne fa parte; a maggio, si svolge la Festa della Madonna di Valverde; a giugno, il premio nazionale di letteratura e giornalismo Alghero-Donna; a luglio si svolge il festival della canzone algherese, chiamato Una Cancò per l'estiu, ossia una canzone per l'estate; sempre a luglio si svolge anche la Festa de lo Sant Crist de la Costera del Coral, ossia la Festa del Santo Cristo della Costiera del Corallo, durante la quale si svolge una processione di barche a mare, seguita da una messa sottomarina; la prima settimana di agosto si svolge la Festa di Nostra Signora della Mercede, titolare dell'omonima Chiesa, alla quale partecipano migliaia di fedeli, con una suggestiva regata storica di barche davanti alla passeggiata a mare, e con il lancio di corone di fiori da barche e da aerei, per ricordare gli algheresi caduti in mare durante tutte le guerre; il 29 settembre, si svolge la Festa di San Michele Arcangelo, il Santo patrono della Città, che vede per tre giorni il centro storico caratterizzato della sua connotazione più autentica e popolare, con i riti religiosi che richiamano i cittadini a raccogliersi attorno al Santo patrono, e con l'esibizione dei migliori artisti e musicisti algheresi; sempre a settembre si svolgono Feste nelle borgate nei pressi di Alghero, e tra queste, a Santa Maria La Palma la Festa di Santa Maria La Palma, e, presso il centro di Maristella, vicino a Porto conte, la Festa della Madonna Stella Maris; sempre a settembre, il premio letterario di poesia, Rafael Sari; nel periodo natalizio si svolge il Cap d'Any d'Alguer, ossia il Capodanno di Alghero, con l'organizzazione di diversi spettacoli di intrattenimento, numerosi concerti nelle piazze e nelle vie più significative del centro storico, sino al gran finale della notte di San Silvestro, il 31 dicembre. I riti della Settimana Santa ad AlgheroImportanti sono i riti della Settimana Santa algherese, la Setmana Santa de l'Alguer, tra i più suggestivi della Sardegna per l'affascinante scenario del centro storico e per la forte impronta catalana, che si ripetono immutati da secoli e che attirano turisti da ogni parte della Sardegna e dalle comunità catalane della Spagna. Le sacre rappresentazioni della Passione sono organizzate dal diciassettesimo secolo dai membri della Confraternita di Nostra Signora della Misericordia, detta anche dei Germans Blancs. Al vespro del venerdì di Passione, dalla Chiesa di San Francesco parte la Processò de Nostra Senyora de le set dolors, detta anche Processò de les dames perché pare fosse organizzata dalle nobildonne algheresi, composta da un corteo di donne vestite di nero che accompagna la statua della Vergine dei Sette Dolori parata a lutto e procede salmodiando lungo le vie del centro. Dell'immagine della Vergine Addolorata si conservano ad Alghero, in differenti Chiese, quattro copie utilizzate in cerimonie diverse. La domenica delle Palme nella Chiesa della Misericordia si celebra una piccola processione al termine della quale viene preparato il Sancristus e sistemato sulla croce. Questa operazione è effettuata da cinque confratelli aiutati da quattro Varons, quattro baroni, due dei quali rappresenteranno, il venerdì Santo, vestiti con antichi costumi spagnoleggianti, Giuseppe di Arimatea e Nicodemo. Il martedì Santo è dedicato alla processione dei Misteri, che sono custoditi nella Chiesa di San Francesco nella quale furono portati dalla estinta Confraternita dell'Orazione e Morte. La processione parte dalla Chiesa di San Francesco e si dirige verso la Cattedrale accompagnando le sei statue dei Misteri, portate a spalla, che rappresentano i momenti più significativi della Passione di Cristo: Jesus engenollat, ossia Gesù inginocchiato nell'orto degli ulivi Jesus lligat a una colonna, ossia la flagellazione; Jesucrist burlat, ossia l'incoronazione di spine; Jesus amb la creu, Gesù che porta la Croce sul Golgota; quindi il Cristo Crocifisso; da ultima Maria Addolorata. La mattina del giovedì Santo vengono benedetti i tre oli degli infermi, crismale e battesimale. La sera viene celebrata la messa in Coena Domini dove vengono Lavati i piedi degli Apostoli. Successivamente viene inscenata la processione delle Celcas dove le donne della Confraternita, in numero dispari, si recano ai sepolcri allestiti nelle varie Chiese portando la statua della Vergine dei Sette Dolori che, vagando di Chiesa in Chiesa, cerca disperatamente il figlio; la ricerca non da alcun esito e la processione, tristemente, riaccompagna la Madonna alla Chiesa della Misericordia. Da questa Chiesa il seicentesco simulacro di Cristo ligneo, accompagnato dai simulacri della Madonna Addolorata e di San Giovanni, viene portato alla Cattedrale, dove si svolge la cerimonia dell'Alburament, sintesi fra l'espressione arbor crucis e il termine arborar, utilizzato dai marinai algheresi per indicare l'issare le vele. Il simulacro viene solennemente innalzato al centro dell'altare, gli viene deposta in testa la Corona di spine, ed i Confratelli lo vegliano per l'intera notte.
Dai Giardini Pubblici iniziamo la visita di Alghero partendo dalla cerchia dei bastioniL'abitato, con vista panoramica sul mare, è circondato, a sud, dalla vasta distesa verde degli antichi oliveti, e, a nord, dalle fertili pianure della Nurra. Alghero conserva un prezioso centro storico, che un tempo era circondato da possenti mura, ed, arrivati ad Alghero, visitiamo il suo caratteristico centro storico, con le strette stradicciole sulle quali si affacciano le numerose botteghe artigiane. I Giardini Pubblici Giuseppe MannoEntrati in Città da est con la SP19, ossia dalla strada proveniente da Olmedo, che all'interno del centro abitato assume il nome di via Vittorio Emanuele II, incontriamo subito, alla destra della strada, i grandi Giardini Pubblici, all'interno dei quali possiamo ammirare la statua commemorativa del barone Giuseppe Manno. Iniziamo la visita dei bastioni con le torri difensive spagnoleLe antiche mura esterne della Città, note come bastioni, sono state edificate dai Doria nel dodicesimo secolo, e sono state successivamente potenziate dai catalano aragonesi, in modo da costituire un efficace e complesso sistema difensivo. Da loro la cinta muraria è stata integrata e rinforzata con numerose torri, tanto che nel 1374 se ne contavano ben ventitre. Dai Giardini Pubblici iniziamo il giro di quello che resta dei fortini e delle mura spagnole, delle quali oggi rimangono ancora intatte tutte quelle affacciate verso il mare, mentre le mura a terra sono state abbattute a fine '800, per consentire l'espansione verso l'interno della Città. Attualmente, delle dieci torri ristrutturate ed inserite nell'ultima revisione del perimetro fortificato, ne sono rimaste integre nove, e l'unica demolita è la Torre della Porta a Mare, sul porto. La Torre del Pultal o Torre della Porta di Terra
La Torre di San Juan o Torre di San GiovanniDa qui, prendendo la via Simon, arriviamo a largo San Francesco, dove troviamo la Torre di San Juan, ossia Torre di San Giovanni, realizzata, maestosa come la vicina Torre dello Sperone, in pietra arenaria nel sedicesimo secolo, ma successivamente ridimensionata per ragioni militari nella prima metà del 1700. Ha comunque ancora oggi circa dieci metri di diametro, e mura spesse oltre quattro metri. Dei tre piani originari, raggiungibili attraverso una scala interna allo spessore delle mura, ne sopravvivono solo due. In piazza Sulis si trova la Torre de l'Esperó Rejal o Torre dello Sperone o torre SulisProseguendo su via Fratelli Kennedy, arriviamo in piazza Sulis, dove sorge la Torre de l'Esperó Rejal, ossia Torre dello Sperone, che prende il suo nome dalla presenza a ridosso della stessa di una propaggine della fortificazione, uno sperone, appunto. Oggi è più nota con il nome di Torre di Sulis, che le è stato dato dopo che il capopopolo rivoluzionario cagliaritano Vincenzo Sulis vi è stato rinchiuso, ed ha trascorso ben 22 anni di isolamento al suo interno. Questa torre è certamente tra le più maestose di Alghero, avendo le mura spesse ben sei metri, con tre piani dalle volte altissime, sorrette da enormi nervature, raggiungibili attraverso una scala interna ricavata nel muro, e posa le sue fondamenta direttamente nel mare. In piazza Sulis si trova anche il ristorante Il PavoneAl civico numero 3 e 4 della piazza Sulis si trova il ristorante Il Pavone.
La Torre de Sant Jaume o Torre di San Giacomo
La Torre della Garritta o Torre della CampanaProseguendo lungo il bastione Marco Polo, arriviamo, poi, al bastione Pigafetta, che costituisce la parte nord occidentale delle mura spagnole. All'interno di questi bastioni si trova, verso il mare, ad ovest, la Torre della Garritta, chiamata anche Torre della Campana, è la più piccola delle torri, e deriva il suo nome da una campana che era posta sulla sua cupola e che aveva il compito di avvisare i marinai della chiusura della porta, attraverso la quale le imbarcazioni potevano accedere alla darsena presente all'interno delle mura. La Torre de la Polvorera o Torre della PolverieraVicino ad essa si trova la Torre de la Polvorera, ossia Torre della Polveriera. Realizzata nella seconda metà del '700, la torre è stata destinata ad arsenale per armi e polvere da sparo, per la difesa contro gli attacchi provenienti dal mare, per sostituire gli edifici fatiscenti nei quali venivano conservate armi ed esplosivi. La vecchia struttura della torre, dal 2008, è oggetto di scavi archeologici. Tra la Torre della Garritta e la successiva Torre de Castilla, lungo le mura della fortificazione, è presente la cosiddetta torre Falsa, con la forma cilindrica tipica di una torre, ma priva di ingressi. La sommità è accessibile direttamente dal camminamento dei Bastioni Pigafetta. La Torre di Sant'Erasmo o Torre di Sant'Elemo o Torre de Castilla
Il porto di Alghero dove era presente la Torre della Porta a Mare
Il Forte e la Torre de la Magdalena o della MaddalenaProseguendo sul lungomare, vediamo sulla sinistra il porto vecchio e sulla destra il lato a mare delle mura del Forte de la Magdalena, o della Maddalena, la fortezza all'interno della quale è stato realizzato un interessante spazio teatrale, che si trova proprio di fronte ai Giardini Pubblici, dai quali siamo partiti per la nostra visita. Il forte termina verso il mare con la Torre de la Magdalena, o della Maddalena, eretta anch'essa nel sedicesimo secolo, che si presenta con due piani, collegati da una scala interna allo spessore delle mura. La torre ha pianta circolare, con copertura a chiave di volta e con un oculo centrale, e sulla porta si trova una nicchia nella quale è alloggiata una statua, forse della Maddalena, attualmente deteriorata e quindi difficile interpretazione. All'esterno si notano alcuni corpi sporgenti in muratura, usati come scolatoi per lanciare olio e acqua bollente sugli avversari. Viene chiamata anche Torre di Garibaldi, in ricordo di quando l'eroe approdò ad Alghero nel 1855 per trarre in salvo i suoi familiari dall'epidemia di colera che vi imperversava. Dalla Porta a Mare si arriva nella piazza CivicaDalla Porta a Mare un arco ci porta nella piazza Civica, in origine denominata Plaça Real o anche Plaça del Pou Vell, ossia piazza del Pozzo Vecchio. Questa piazza per secoli ha costituito il cuore pulsante della Città, e rimane, ancora oggi, il punto principale del centro storico.
Accanto al Palazzo d'Albis, si trova, poco alla sua destra, l'ingresso secondario dell'ex Palazzo Municipale o Palazzo Civico, le cui strutture più antiche risalgono al quindicesimo secolo, che si affaccia su due piazze. La facciata principale si affaccia sulla retrostante piazza Municipio, la secondaria, invece, che è la più antica, si affaccia sulla piazza Civica. Il nucleo originario risale al quindicesimo secolo, quando, grazie all'acquisto di alcuni edifici poi riadattati ed unificati, nasceva la sede della municipalità. Della facciata più antica è stato trasformato ed intonacato solo il piano terra, mentre all'altezza del primo e secondo piano sono rimasti a vista i conci di arenaria, e, dal primo piano, un balcone in marmo bianco di gusto neoclassico si affaccia sulla Piazza, e veniva utilizzato per pronunciare discorsi ed annunci. L'attuale ingresso principale è posto sul retro, sulla via Columbano, proprio di fronte alla piazza Municipio.
L'ex Chiesa del Rosario che ospita il Museo Diocesano
Dopo molti anni di chiusura, di recente è stata riaperta al pubblico, grazie alla nascita del Museo Diocesano d’Arte Sacra, in essa ospitato, nel quale sono esposti i tesori della Cattedrale e di altre Chiese storiche della Città. La raccolta di argenti, sculture lignee e dipinti documenta l’evolversi, lungo i secoli, della vita culturale e religiosa sia ad Alghero che nei dintorni. La Cattedrale di Santa Maria VergineProseguendo lungo via Manno, arriviamo nella piccola piazza del Duomo, dove troviamo, sulla sinistra della strada, la Cattedrale di Santa Maria Vergine, progettata tra il 1554 ed il 1562, anno nel quale sono iniziati i lavori per ricostruire l'antica Chiesa dedicata a Santa Maria degli Angeli, distrutta durante un assalto francese nel 1541. Ma i lavori sono stati più volte interrotti per mancanza di fondi, e si è iniziato ad utilizzarla, anche se non ancora completata, nel 1585, mantenendo però le celebrazioni più solenni nella Chiesa di San Michele sino al 1593. La Chiesa è stata realizzata in stile tardo gotico catalano, ma conserva della costruzione iniziale solo il campanile con la canna a sezione ottagonale, la famosa torre campanaria che spicca dal centro storico di Alghero e che termina in una freccia ornata da maioliche policrome, le strutture absidali ed il grande portale gigliato anch'esso in stile gotico. L'esterno della Cattedrale è caratterizzato principalmente dalla facciata neoclassica ottocentesca. L'interno a tre navate, separate tra loro da pilastri e colonne, è stato rimaneggiato nei secoli diciottesimo e diciannovesimo. Nella navata sinistra si aprono tre cappelle, partendo dall'ingresso la prima, nata come Cappella dedicata a San Carlo Borromeo è stata distrutta durante il bombardamento del 1943, ed oggi ospita il fonte battesimale della Cattedrale; segue la Cappella delle Anime Purganti e la Cappella di San Filippo Neri. Nella navata destra si apre la grande Cappella dedicata al Santissimo Sacramento, la più sontuosa di tutto il tempio, con un imponente altare in marmo consacrato nel 1824; seguono le cappelle di Sant'Erasmo e quella di San Narciso. Il transetto lato sinistro ospita il mausoleo marmoreo di Maurizio Giuseppe di Savoia, duca del Monferrato, morto ad Alghero nel 1799, fatto edificare dal fratello il vicere Carlo Felice nel 1807 dallo scultore Felice Festa; ospita, poi, la Cappella dell'Annunziata e quella di Nostra Signora di Monserrat, già dell'Addolorata. Il transetto lato destro ospita la Cappella di Sant'Eligio, quella di San Giuseppe, e poi la Cappella dello Spirito Santo o di San Donaziano, nella quale sono custoditi i resti di San Donaziano Martire; al suo lato sinistro si trova l'ingresso secondario nella Cattedrale, mentre al suo lato destro si accede attraverso la Chiesa di Sant'Anna, che descriveremo più avanti. Nel punto in cui la navata centrale incrocia il transetto si innalza la seicentesca cupola ottagonale, al di sotto della quale si trova il presbiterio, cinto da una balaustra realizzata con marmi intarsiati dal genovese Giuseppe Massetti nel 1727, che ha realizzato anche l'altare maggiore, col gruppo scultoreo raffigurante l'Immacolata tra angeli. Ai lati della scala di accesso al presbiterio, si trovano due importanti leoni marmorei. Dietro il coro ligneo, nell'abside poligonale, si aprono cinque cappelle in stile gotico, unite fra loro. Il complesso della Chiesa di Santa ChiaraAl termine della via Sant'Erasmo, poco prima di arrivare all'interno del bastione Pigafetta, si trova il complesso della Chiesa di Santa Chiara, realizzata nel 1647, che per più di trent'anni ha rappresentato una struttura dimenticata. In origine l'edificio di culto era intitolato a Santa Elisabetta, ossia alla regina Isabella di Aragona o del Portogallo, figlia del re Pietro III d'Aragona, canonizzata nel 1625 e già fondatrice in Portogallo di un monastero di clausura. La Chiesa era parte integrante del monastero delle monache Isabelline, le suore di clausura giunte ad Alghero sei anni prima, ed allora provvisoriamente ospitate nella vicina Chiesa di Santa Croce, oggi scomparsa. Il complesso monastico è stato utilizzato come tale sino al 1852, quando l'abbandono da parte delle suore lo ha reso disponibile per accogliervi l'ospedale, che si trovava di fianco alla Chiesa di Sant'Antonio Abate. Il Museo Casa MannoTorniamo indietro alla Cattedrale, prendiamo a destra la via Mannu, e troviamo sulla destra la via Santa Barbara. All'incrocio troviamo sulla destra un giardino, sul quale si affaccia il Museo Casa Manno, inaugurato nel 2012 e dedicato alla figura del barone Giuseppe Manno. Il Museo, che ha sede nella casa natale di Manno, completamente restaurata nel 2012 dopo decenni di abbandono conseguenti al bombardamento del 1943, comprende un considerevole patrimonio espositivo, che tratta i momenti più significativi della vita del Manno, e propone un percorso storico che descrive la Sardegna sabauda, oltre agli eventi che hanno portato all'unificazione politica italiana. La Chiesa di Santa Barbara
La piccola Chiesa di Sant'Anna chiamata Sant'Anna Intra Mśnia che non è attualmente aperta al cultoTornati indietro, la via Santa Barbara prosegue su via Camillo Benso conte di Cavour, dalla quale parte sulla sinistra la via Roma, che, in passato, si chiamava carrer del fossaru, ossia via del Cimitero, in quanto nella zona era presente fin dal 1625 il vecchio Cimitero. Nella parte iniziale della via Roma si trova, alla sinistra della strada, la Chiesa di Sant'Anna Intra Mśnia, che prende il suffisso Intra Mśnia per distinguerla dalla Chiesa campestre situata nella località omonima, in una delle uscite sud della Città. In algherese le due Chiese sono conosciute come Sant'Ana de dins, ossia Sant'Anna di dentro, e Sant'Ana de fores, ossia Sant'Anna di fuori. La Chiesa, posta a sinistra dell'ingresso secondario della Cattedrale con la quale comunica grazie ad un ingresso sistemato sul ramo destro del transetto, tra la Cappella di San Giuseppe e quella dello Spirito Santo, è stata edificata nel 1735 dal Capitolo della Città grazie alla donazione di 300 scudi da parte di Simon Laccu, un privato cittadino che ha destinato questa somma alla realizzazione della Cappella nell'allora area cimiteriale, ed è dedicata a Sant'Anna, protettrice delle donne incinta. È l'unica Chiesa ancora consacrata non più aperta regolarmente al culto, che oggi viene utilizzata per custodire oggetti sacri del duomo e, durante la Settimana Santa, accoglie una delle croci utilizzate per i riti del venerdì Santo. Lungo la via Principe Umberto fino a piazza del Teatro
Sull'altro lato di via Principe Umberto, ossia sul lato destro, si trova prima il Palazzo Machin, che risale alla seconda metà del sedicesimo secolo, caratterizzata da un portale e finestre in stile gotico catalano, ed è conosciuto anche come Casa Doria. E subito più avanti si trova il Palazzzo Vescovile, che è la sede della diocesi di Alghero e Bosa e residenza del Vescovo, e questo determina che la piazza del Teatro sia conosciuta anche come plaça del Bisbe, ossia piazza del Vescovo. La Chiesa di Nostra Signora della Misericordia
La Chiesa di Nostra Signora del CarmeloAlla sua sinistra, via della Misericordia ci porta alla fine della via Camillo Benso conte di Cavour, di fronte ai bastioni di Alghero e, quindi, a pochi metri dal mare. Siamo, infatti, arrivati di fronte al mare, a brevissima distanza dalle fortificazioni aragonesi, e vediamo davanti a noi la Torre di San Giacomo.
Lungo la via Carlo AlbertoRitornati alla piazza Civica, invece di andare in via Manno, proprio di fronte all'arco che ci separa dal porto, prendiamo la Via Carlo Alberto, con tutti i suoi negozietti ed i vari locali, e le altre bellissime viette del centro storico. La Chiesa con il Convento di San FrancescoQuesta strada ci porta nella parte più bella del vecchio centro storico, sempre molto affollata di turisti per i numerosi negozi, per arrivare alla Chiesa di San Francesco, certamente la più bella e suggestiva della Città, che è l'edificio di culto più particolare di tutto il centro storico di Alghero. Pensata e realizzata in stile gotico, la Chiesa di San Francesco è stata completata intorno al 1360, ma un rovinoso crollo, dovuto ad un cedimento strutturale, la ha parzialmente distrutta nel 1593. I lavori di ricostruzione sono durati ben cinque anni e, per evitare che il tragico evento si potesse ripetere, sono stati realizzati due archi di sostegno nella via Machìn, che la fiancheggia sulla destra. Le due fasi della sua costruzione risultano evidenti soprattutto nella facciata, che presenta nella parte inferiore un rosone romanico del Trecento, mentre la parte superiore, con un grande rosone cieco, è una sopraelevazione di fine del Cinquecento. Realizzata interamente in arenaria, ha un campanile a pianta quadrata che alla sommità diventa esagonale. Ha anche un bel chiostro nel quale si svolgono, soprattutto nel periodo estivo, diverse manifestazioni culturali. L'interno era stato realizzato inizialmente a navata unica con cappelle laterali, e si presenta, dopo la ricostruzione, con tre navate e con cinque cappelle per lato. La navata centrale, divisa in cinque campate da robusti pilastri cruciformi con archi a tutto sesto, è stata ricostruita nel 1798, in stile tardo rinascimentale. Su una sporgenza del quarto pilastro a sinistra, si trova una scultura lignea del diciassettesimo secolo, che rappresenta il Cristo alla Colonna, e che viene portata in processione durante la Settimana Santa. La zona absidale è in stile gotico e risale alla fine del '500, mentre il presbiterio, a pianta quadrata, coperto dalla bella volta stellata, risale al sedicesimo secolo. L'altare maggiore, dominato dalle statue della Madonna tra quelle dei Santi Francesco d'Assisi e Antonio da Padova, è un'opera in marmi policromi realizzata dallo scultore Giovanni Battista Franco, nato a Udine nel 1510. Notevole, a destra del presbiterio, la Cappella del Santissimo Sacramento, mentre altre cappelle ospitano alcuni altari lignei del diciottesimo secolo in stile barocco, come quelli della Madonna degli Angeli e di Sant'Antonio da Padova. Dalla navata sinistra della Chiesa si accede alla sacrestia, da dove si può arrivare all'ex Convento e al piccolo e suggestivo chiostro, costituito da due ordini di arcate a tutto sesto, dei quali l'ordine inferiore risale al Trecento, mentre l'ordine superiore risale al diciottesimo secolo. La Chiesa di San Michele ArcangeloProseguiamo quindi per piazza Ginnasio dove troviamo la Chiesa di San Michele Arcangelo, dedicata al Santo Patrono della Città, tra i principali esempi di arte barocca in Sardegna, che era, per importanza, la seconda della Città, ed è stata, per alcuni anni, la Cattedrale pro tempore, in attesa che venisse completata quella attuale di Santa Maria Vergine. Il primo documento relativo alla presenza di un edificio sacro dedicato a San Michele risale al '300, ma l'aspetto attuale è dovuto a una sua ricostruzione verso il 1612 su progetto di Domenico Spontorno, quando il vescovo Andrea Bacallar ha ceduto la Chiesa di San Michele, con l'annesso Convento, alla compagnia di Gesù, ottenendo in cambio l'istituzione di un collegio. Il suo interno ha una unica navata con sei cappelle, impreziosite da dipinti e statue bellissime. Vi è anche un crocifiso risalente al 1700 di origine spagnola. La Chiesa di San Michele è famosa per la sua bellissima cupola, con struttura a pianta ottagonale, impostata su un alto tamburo. Il rivestimento esterno della cupola, realizzata con mattonelle policrome di maiolica spagnola, è stato realizzato su disegno di Antonio Simon Mossa e Filippo Figari, ed è visibile praticamente da qualsiasi punto del lungomare. La cupola della Chiesa, nella sua pianta ottagonale, è divenuta uno dei simboli della Città di Alghero. Dopo numerosi anni di un impegnativo restauro, la Chiesa è stata riaperta al culto il 27 settembre 2007, in concomitanza con l'avvio dei festeggiamenti in onore di San Michele Arcangelo, patrono di Alghero. L'Aquarium di Alghero
Quello che era stato l'mportante ristorante La LepantoA poca distanza da piazza Sulis, dirigendoci verso il bastione Cristoforo Colombo, prendiamo la prima a destra, che è via Carlo Alberto, dove, al civico numero 135, un tempo ci fermavamo per un pasto al tipico ristorante La Lepanto, che era stato uno dei più importanti per la cucina sarda di mare, soprattutto la cucina catalano algherese.
Nella vua Maiorca si trova il ristorante Al TuguriProseguendo lungo la via Cristoforo Colombo, dopo una cinquantina di metri prendiamo sulla destra la via Maiorca, e, percorsa per un'altra cinquantina di metri, troviamo sulla sinistra il ristorante Al Tuguri, che si trova la civico numero 113 della via Maiorca.
Visita della Città di Alghero al di fuori dal centro storicoEntriamo in Alghero dalla frazione denominata Sant'Angelo Custode situata in località Galbaneddu, lungo la SP19, che all'interno dell'abitato assume il nome di via Vittorio Emanuele II. Entrando in Alghero incontriamo il Cimitero di Alghero
La Chiesa parrocchiale dedicata alla Madonna del Rosario
Lo stadio comunale Mariotti, nel quale nel 2002 avevamo assistito a un bel concerto di Andrea Parodi
Il 28 luglio 2002 ho avuto modo di assistere, nello stadio Mariotti, a un bel concerto di Andrea Parodi, fino alla fine del 1997 voce solista e leader carismatico dei Tazenda. Il concerto, con la partecipazione di Gigi Marras, della cantante catalana Franca Masu e dei Tenores di Bitti, presentava in anteprima l'album Abacada, una ricerca tra i suoni e le melodie della tradizione, le radici sarde e mediterranee intrecciate con quelle della grande Africa. In ricordo di quell'evento riporto alcune foto e brevi spezzoni di videoclip di esibizioni di Andrea Parodi e dei Tenores di Bitti, quando il gruppo era costituito da cinque elementi prima della tragica morte di Gianfranco Cossellu. La casa di reclusione Giuseppe Tomasiello nota anche come carceri San Giovanni
Una deviazione ci porta alla Chiesa di Sant'Agostino chiamata anche di Sant'Agostino nuovoCirca centosettanta metri dopo l'ingresso del carcere, prendiamo a sinistra la via Alberto La Marmora, la seguiamo per poco più di duecento metri e prendiamo a sinistra la via Sant'Agostino, che in quattrocentocinquanta metri ci porta in uno slargo, che porta a destra in via Valverde, ed a sinistra in via Carabuffas.
La Chiesa parrocchiale del Santissimo Nome di Gesù
Proseguendo verso la campagna arriviamo al Santuario di Nostra Signora di ValverdePercori una cinquantina di metri lungo la via Satnt'Agostino, questa continua sulla via Valverde, che ci fa uscire dall'abitato verso sud est e, dopo circa sei chilometri e mezzo, raggiungiamo sulla destra della strada la Chiesa campestre di Nostra Signora di Valverde. Non si hanno notizie certe sulla data della sua costruzione, ma dalle scarse notizie pervenuteci, l'attuale edificio di culto dovrebbe essere sorto nel diciassettesimo secolo. Nel 1435 è documentata la presenza di un luogo di culto dedicato alla Madonna della Freccia, alla quale apparteneva la statuetta della Madonna, in terracotta alta circa 40 centimetri, che rappresenta la Vergine Maria con il Bambino sulla mano destra. Secondo la tradizione, nel 1530, il piccolo simulacro, al quale gli algheresi erano e sono assai devoti, sarebbe stata nascosto sotto la colonna, detta il pilar, posta sul Sagrato, quando pirati saraceni hanno saccheggiato la Chiesa e portato via quindici prigionieri. Dopo il suo fortunoso ritrovamento, la statuetta sarebbe stata posta nella Chiesetta, ricostruita nel 1635, ampliata con sei cappelle laterali, e dedicata a Santa Maria del Pilar de Vallvert. Nel '600 gli altari laterali della Chiesa si arricchiscono di quadri, e, verso la metà del '700, viene eretto l'imponente altare maggiore in marmo di Carrara, arricchito di intarsi policromi, con colonne tortili appaiate, tra le quali, in alto, si trova una nicchia con la statua cinquecentesca della Madonna della Freccia, e, più in basso, in una nicchia dentro un'edicola in marmo, è posizionata la statuetta della Madonna di Valverde. In diverse circostanze, la statuetta della Madonna veniva portata ad Alghero per la venerazione dei fedeli, e poi con affollata processione riportata nel suo Santuario. Le cerimonie si ripetono ancora oggi, dato che la devozione alla Madonna di Valverde è molto sentita. La Festa della Madonna di Valverde incomincia la domenica in albis, ossia la prima domenica dopo Pasqua, e prosegue fino alla prima domenica di giugno, quando si svolgono diversi pellegrinaggi, anche a piedi, da Alghero e dai paesi vicini. La strada, ora asfaltata, favorisce l'andata al Santuario in auto, dato che un grande parcheggio è in grado di accogliere centinaia di automobili. L'hotel chiamato Villa Mosca Charming HouseCirca centosettanta metri dopo l'ingresso del carcere, prendiamo a sinistra la via Alberto La Marmora, la seguiamo per meno di duecento metri e prendiamo a sinistra la via XX Settembre, che, in trecentocinquanta metri, ci porta in piazza Sulis. Dalla piazza Sulis, prendiamo verso sud il lungomare Dante Alighieri, che fiancheggia tutta la costa meridionale del golfo di Alghero. Dopo averlo imboccato, prendiamo a sinistra la via Antonio Gramci lungo la quale, al civico numero 17, si trova l'ingresso della Villa Mosca Charming House.
L'hotel Villa Las TronasEvitando la deviazione nella via Antonio Gramsci, proseguiamo invece verso sud nel lungomare Dante Alighieri, che, percorsi cinquecento metri, prosegue sul lungomare Valencia, e, dopo poco più di cento metri, troviamo sulla destra della strada, su un promontorio a picco sul mare, il bellissimo Villa Las Tronas hotel & Spa. Dall'hotel Carlo V alla spiaggia Calabona con il suo hotel
Prima dello sbocco sulla SP105, percorsi appena centocinquanta metri sul viale della Resistenza, svoltiamo a destra e prendiamo la via San Josemaría Escrivá de Balaguer, che, in duecento metri, ci porta a vedere di fronte a noi l'hotel Calabona. L'hotel è affacciato sul mare incontaminato della Riviera del Corallo di Alghero, ed offre una spettacolare vista sul promontorio di Capo Caccia. A fianco dell'hotel si trova una piccola spiaggia privata, e, poco più avanti, la spiaggia Calabona, che è posizionata in un'insenatura sulla destra della strada, proprio all'uscita da Alghero in direzione di Bosa. La spiaggia sotto il ponte di CalabonaDa dove abbiamo preso verso destra la via San Josemaría Escrivá de Balaguer, percorsi ottocento metri sulla strada che collega Alghero con la strada che va verso la Città di Bosa, si trova il Ponte di Calabona, sotto il quale è presente la spiaggia sotto il ponte di Calabona, che è un luogo molto tranquillo. la spiaggia è provvista anche di uno spaiazzo che consente i ragazzi a trascorrere del tempo a giocare a pallone. Sulla litoranea che porta a Bosa si trova la Chiesa campestre di Nostra Signora della Speranza
Il Municipio di Alghero
Una deviazione alla Chiesa campestre di Sant'Anna chiamata Sant'Anna Extra Muros
La Chiesa parrocchiale di San Paolo in Santa Maria Goretti
La Cappella di San Michele extra Muros
Il parco Tarragona
La Chiesa parrocchiale di Nostra Signora della Mercede
Il grande mercato civico di Alghero
Nel quartiere Pivarada si trova la Chiesa parrocchiale di San Giovanni Bosco
Entriamo nel quartiere La Pietraia ed incontriamo per prima la Chiesa di San Giovanni BattistaLa via Cagliari ci ha portato ai Giardini Pubblici Giuseppe Manno, che si sviluppano alla sua sinistra. Evitando la deviazione a destra lungo la via Vittorio Emanuele II, proseguiamo lungo la via Cagliari verso nord, ed arriviamo, all'esterno del Forte de la Magdalena, ad immetterci sulla via Giuseppe Garibaldi, che inizia fiancheggiando il porto ed è l'inizio della strada litoranea costiera che porta da Alghero verso Fertilia. Questa strada ci porta nel quartiere La Pietraia, un quartiere molto giovane, nato negli anni sessanta del secolo scorso, che si trova in periferia e confina verso est con le campagne, verso ovest con il quartiere del Lido, e verso sud con il resto della Città. Ora è il quartiere più grande di Alghero, forse il più importante, nel quale si trovano l'ospedale, la Stazione Ferroviaria, il mercato, la Chiesa parrocchiale di San Giuseppe, la farmacia, i bar e tanti negozi. È molto trafficato soprattutto d'estate perché chi va al mare nella zona di Fertilia, chi va all'Aeroporto, e a Porto Torres a prendere la nave, passa sempre attraverso esso, e vi si trovano diversi mezzi pubblici per il trasporto delle persone.
L'allarme forte inquinamento alla foce del canale di fronte a via Josto
La Chiesa di Sant'Agostino chiamata anche di Sant'Agostino VecchioDopo 350 metri, il lungomare Giuseppe Garibaldi ci porta a un trivio, che prosegue sulla sinistra in via del Lido, che fiancheggia la spiaggia del Lido di San Giovanni al centro in via Castelsardo, che porta verso la Stazione Ferroviaria; e sulla destra in via Don Giovanni Minzoni, nome che assume all'interno dell'abitato la SS127bis Settentrionale Sarda che conduce a Fertilia e, proseguendo, alla Baia di Porto conte. Prendiamo la via Don Giovanni Minzoni e, dopo circa cinquecento metri, troviamo sulla destra della strada la Chiesa di Sant'Agostino, chiamata anche di Sant'Agostino vecchio, la prima Chiesa di Alghero che è stata intitolata al grande dottore della Chiesa. Non abbiamo notizie certe sulla data della sua edificazione, comunque sappiamo che era già presente nei primi anni del 1400. È una Chiesa di vecchissima costruzione e sicuramente, la sua edificazione ebbe luogo intorno alla fine del 1300. Il suo interno è particolarmente spoglio, vi è solo un semplicissimo altare in pietra arenaria, due statue raffiguranti Sant'Agostino e un angelo, e alcune panche in legno lungo la piccola navata. Nella Chiesa sono officiate delle omelie solo alcuni giorni, verso la fine del mese di agosto. La Stazione Ferroviaria di Alghero Sant'Agostino
La Chiesa parrocchiale di San Giuseppe nel rione denominato La Pietraia di Alghero
L'Ospedale Civile di Alghero
Il Lido di Alghero con la spiaggia del Lido detta anche spiaggia di San Giovanni Dal centro storico di Alghero, parte il lungomare Giuseppe Garibaldi che arriva a un trivio, che prosegue sulla sinistra con la via del Lido, che porta al Lido di Alghero, chiamato anche Lido di San Giovanni. La strada presenta diversi stabilimenti balneari e spiagge attrezzate sul lungomare, di fronte agli alberghi della zona turistica della Città. La via del Lido è una strada a senso unico che si dirige da nord verso sud, quindi per raggiungere la sua spiaggia va presa una sua parallela più verso l'interno, ossia il viale Europa. L'hotel Alma di AlgheroLungo la via del Lido, al civico numero 29, si trova l'importante hotel Alma di Alghero.
Il quartiere denominato Lido di San Giovanni con la piccola Chiesa parrocchiale di San Luca EvangelistaLa via del Lido termina nel viale Primo Maggio, che porta in direzione della frazione Alghero denominata Fertilia, e lì dove termina arriva da est la via Liguria. Dato che la via del Lido è a senso unco da nord verso sud, ci si può arrivare in auto proseguendo lungo la via Don Giovanni Minzoni, che ci porta, a poco meno di cinquecento metri dall'ingresso dell'Ospedale Civile, a un'ampia rotonda, dalla quale parte a destra la SP42, chiamata strada Provinciale dei Due Mari, che porta in direzione di Porto Torres; prosegue dritta la SS127bis Settentrionale Sarda, cha assume il nome di strada per Porto conte; mentre noi prendiamo a sinistra la via Liguria, che ci porta sulla costa, dove incrocia la via del Lido, che proviene dall'interno di Alghero, prosecuzione del lungomare Giuseppe Garibaldi, e che fiancheggia tutta la costiera da Alghero a Fertilia. Ci troviamo all'interno del quartiere di Alghero denominato Lido di San Giovanni (altezza metri 4, distanza in linea d'aria circa 2 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti).
L'Ospedale Marino Regina Margherita
La spiaggia Maria PiaProseguendo, passata l'immissione da destra della via Liguria, la via del Lido diventa viale Primo Maggio, alla sinistra della quale si sviluppa la folta pineta Maria Pia, che protegge il litorale della spiaggia Maria Pia, di sabbia chiarissima e finissima. A parte la spiaggia sotto il ponte di Calabona verso sud, e le spiagge del Lido di San Giovanni e di Maria Pia verso nord, le altre spiagge della costa di Alghero verranno descritte nelle prossime tappe del nostro viaggio. Arre archeologiche ndei dintorni di AlgheroNei dintorni di Alghero sono stati portati alla luce i resti di numerosi siti archeologici. Si tratta dei resti della Necropoli di Anghelu Ruju; delle Tombe di giganti Carraxiu, Palmavera I, Palmavera II, Paula Tolta, Serra Ona; dei Nuraghi semplici Barualdu, Biancu, Bullittas, Carraxiu, Casa Sea, Casa Sea II, Cinciriadu, Coros, Corradore, de Mesu, della Giorba, Don Garau, Guardiola, La Speranza, Las Liegnas, Las Piccas, Lu Carru di lu Vin, Mariolu, Martincando, Minnina Grande, Minnina Piccolo, Monte Matteatu, Monte Nae, Monte Ortulu, Monte Pedrosu, Nuragattoli, Nurattolu, Paru, Paula Tolta, Peretti, Piras, Rudas, Sa Domu, Sa Lattara, Sa Mandra de Sa Lua, Sant'Agostino, Sant'Elmo, Santu Marcu, Santu Pedru, Scovas, Serra Ona, Solaris, Sos Franziscos, Surigheddu, Taulera; dei Nuraghi complessi Crabile de Rodeddu, Cubalciada, Fighera, Flumenelongu, Guardia Grande, Monte Carru, Monte Siseri Alto, Monte Siseri Basso, Orune, Palmavera, Risola, S'Ena de Calvia, Sant'Imbenia, Su Cadalanu; dei Nuraghi Acqua Chiara, Barate, Calvia, Maiore, Mancone, Mattearghentu, Monte Carru II, Monte Siseri Pendici, Sa Mandra de Sa Giua, Su Siddadu, Tanca di Las Peras, tutti di tipologia indefinita; invece non resta più nulla dei Nuraghi Anguli d'Orgiu, Badde Larga, Bangius, Benaguada, Carraxeddu, Carvedduru, Cruccuriga, Figu Ruja, Guardia Fenosa, Is Arenas, Las Peras, Loria, Los Mandigos, Lunafras, Mauris Manca I, Mauris Manca II, Miguel Forte, Monte Agnese, Monte Riccio, Nigola Rusu, Noraghegume, Paula Cungiada, Perdas de Fogu, Pirica, Riu Sassu, Rodeddu, S'Ena de Orune, S'Ena de Pala, Sa Figu, Sa Mongia, Santu Chirigu, Tadaso, Zoncheddu, che sono stati del tutto distrutti. Alcune di queste aree archeologiche verranno illustrate nella prossima tappa. La prossima tappa del nostro viaggioNella prossima tappa del nostro viaggio, da Fertilia proseguiremo lungo la parte meridionale del promontorio di Capo Caccia, che si trova in provincia di Alghero, e ci recheremo da Porto conte fino appunto a Capo Caccia, dove andremo a visitare la grotta di Nettuno. Visiteremo, quindi, le coste della parte settentrionale del promontorio, fino alla Cala del Porticciolo ed a visitare Santa Maria La Palma. | |||||||||||
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