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Olmedo con nei dintorni la fortezza preistorica di Monte Baranta e la necropoli di Santu Pedru


In questa tappa del nostro viaggio, partendo da Porto Torres ci recheremo a Olmedo sempre nella Nurra, dove vedremo l’importante fortezza preistorica di Monte Baranta, nonche la necropoli di Santu Pedru.

La regione storica della Nurra

La NurraLa Nurra l’antica Nure, che costituiva un’antica curatoria del Giudicato di Torres, è una regione della Sardegna posta all’estremità nord occidentale dell’Isola, che forma un quadrilatero compreso tra il golfo dell’Asinara a nord est ed il Mar di Sardegna ad ovest, delimitata dal rio Mannu a est e dai rilievi del Logudoro a sud est. I comuni che fanno parte della Nurra sono: Alghero, Olmedo, Porto Torres, Stintino, e numerose frazioni del comune di Sassari. Si tratta di una zona prevalentemente pianeggiante scarsamente popolata, il cui territorio conserva traccia degli insediamenti sparsi dei pastori e contadini, che abitavano in ricoveri di bestiame denominati Cuiles. I punti più alti sono il monte Forte di 464 metri e il monte Doglia di 437 metri. L’economia è basata sull’agricoltura, favorita da importanti opere di bonifica, la pastorizia, la pesca ed il turismo balneare. Importante è stato anche lo sfruttamento minerario della zona, ossia le estrazioni di piombo e zinco ad Argentiera, e minerali di ferro a Canaglia.

In viaggio verso Olmedo

Ad Olmedo possiamo arrivare da Porto Torres, o anche direttamente da Sassari. Dalla zona industriale di Porto Torres prendiamo, dopo un paio di chilometri, la nuova SS131 di Carlo Felice verso Sassari, chiamata anche E25, e la seguiamo per quasi quindici chilometri, poi svoltiamo allo svincolo per Alghero, che ci porta sulla nuova SS291var della Nurra. La seguiamo per poco meno di nove chilometri, poi arriviamo a uno svincolo, dove proseguendo dritti verso destra si prende la prosecuzione della SS291 a 4 corsie verso Alghero, mentre verso sinistra si prende la SS291 a 2 corsie verso Santa Maria la Palma. Percorsi circa quattro chilometri e mezzo sulla SS291var a 4 corsie, incrociamo la SP19bis, che prendiamo verso sinistra e che, in circa un chilometro, ci porta ad arrivare ad Olmedo. Dal Municipio di Porto Torres a quello di Olmedo, seguendo questa strada, abbiamo percorso 31.9 chilometri.

Da Sassari a Olmedo

Da Sassari, per raggiungere Olmedo, prendiamo la nuova SS291var della Nurra, con la quale passiamo dopo poco più di un paio di chilometri l’insediamento industriale di Predda Niedda e, percorsi poco meno di quattordici chilometri, incrociamo la vecchia SS291. Qui troviamo lo svincolo, dove proseguendo dritti, si prende la prosecuzione della SS291var a 4 corsie verso Alghero, mentre verso sinistra si prende la SS291 a 2 corsie verso Santa Maria la Palma. Percorsi circa quattro chilometri e mezzo sulla SS291var a 4 corsie, incrociamo la SP19bis, che prendiamo verso sinistra e che, in circa un chilometro, ci porta ad arrivare ad Olmedo. Dal Municipio di Sassari a quello di Olmedo, seguendo questa strada, si sono percorsi 22.2 chilometri.

Il comune chiamato Olmedo

Olmedo: veduta del paeseOlmedo-Stemma del comuneIl comune chiamato Olmedo (nome in lingua sarda S’Ulumedu, altezza metri 68 sul livello del mare, abitanti 4.113 al 31 dicembre 2021) è un centro agropastorale ed artigianale situato nella parte centro occidentale del territorio della Provincia di Sassari, nell’entroterra sardo, nella Nurra, adagiato su una zona collinosa ai piedi del monte Rosso. È raggiungibile con la SS291 della Nurra, posta a soli quattro chilometri dall’abitato. I collegamenti ferroviari sono possibili grazie alla linea che collega Sassari con Alghero, che ha uno scalo sul posto, mentre il collegamento con la rete di traffico aereo, per i voli nazionali e internazionali, è assicurato dall’Aeroporto più vicino, che si trova a Fertilia, alla distanza di undici chilometri. Il territorio comunale ha un profilo geometrico regolare, con variazioni altimetriche appena accennate. Trovandosi al centro del triangolo Sassari, Porto Torres e Alghero, negli ultimi anni, Olmedo sta vivendo un intenso sviluppo edilizio, dovuto principalmente al trasferimento di famiglie da Sassari ed Alghero, in cerca di residenze a costi più accessibili. Infatti le esigue distanze da queste città, ossia circa diciotto chilometri da Sassari, venticinque chilometri da Porto Torres e dodici chilometri da Alghero, conferiscono al paese una particolare importanza sotto il profilo delle comunicazioni.

Origine del nome

Le origini del nome, attestato nei testi scritti, a partire dal 1341, come Ulmedo e Olmedo, derivano dal termine latino Ulmetum, ossia Olmeto, ad indicare il bosco di olmi che si trovava in prossimità del villaggio, e che era attraversato dalla strada che da Sassari conduceva ad Alghero.

La sua economia

L’agricoltura, la principale fonte dell’economia locale, è specializzata nella coltivazione di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, viti, ulivi, agrumi e frutta, ed anche nell’allevamento di bovini, suini, ovini e caprini. La sua economia è basata anchesu una discreta produzione industriale, le poche attività produttive secondarie riguardano i comparti estrattivo, alimentare, della lavorazione del legno, dei laterizi, manifatturiero soprattutto gioielleria ed oreficeria, metallurgico ed edile. A livello artigianale si è mantenuta viva la tradizionale lavorazione del crine vegetale. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. Olmedo è anche un importante centro minerario, dato che nel comune si trova una miniera di bauxite, l’unica attiva in tutta la Sardegna. Sebbene non rappresenti una delle mete turistiche più frequentate della zona, le bellezze dell’ambiente naturale e la vicinanza a interessanti siti archeologici, come la fortezza preistorica di Monte Baranta e la necropoli di Santu Pedru, rappresentano dei motivi sufficienti ad attirare un discreto numero di visitatori.

Brevi cenni storici

La zona circostante è stata abitata sin dall’età preistorica, precisamente dal periodo Eneolitico, quello definito della Cultura di Monte Claro. In epoca medievale nasce un importante centro amministrativo, tanto che viene citato nel Condaghe di San Pietro di Silki come Ulumetu, piccolo borgo, ma capoluogo di curatoria, facente parte del Giudicato di Torres. Successivamente, una volta decaduta la curatoria, il paese viene conteso nella sanguinosa guerra che i Doria, imparentati con la casata dei Torres, combattono, a partire dal 1325, dapprima contro gli Aragonesi, e, successivamente, con il Giudicato di Arborea, che lo conquista nel 1336. Successivamente viene dominato dagli Aragonesi, e diviene un feudo di diversi signori locali. Nella seconda metà del sedicesimo secolo viene concessa, in qualità di feudo, su decisione del re di Spagna, a Federico Arbosich. Nel 1540 viene saccheggiato e devastato dai pirati saraceni, ed abbandonato da gran parte della popolazione. Il signore del luogo, Giacomo Mercer, con propri fondi si dedica alla sua lenta ricostruzione, tanto che nel 1603 Olmedo conta una quarantina di abitanti, e poi, con gli Amat, che detengono il potere per circa un secolo, inizia un lento incremento demografico, e gli abitanti, nel 1751, diventano circa 110. Pervenuta sotto la signoria degli Amat, viene riscattata nel 1839, anno dell’abolizione del feudalesimo. Durante la dominazione dei Savoia, Olmedo fa parte della Provincia di Alghero dal 1821 al 1848, per poi entrare a far parte della divisione amministrativa di Sassari. Con la nascita del regno d’Italia, dal 1867 abbiamo notizie più dettagliate sull’amministrazione di questo comune.

Le principali feste e sagre che si svolgono a Olmedo

Olmedo-Costume tradizionale di OlmedoTra le principali principali feste e sagre che si svolgono ad Olmedo, vanno citate la Festa patronale, in onore della Madonna di Talia, che si celebra il primo maggio; il giorno di astensione dal lavoro è il 2 maggio; Olmedo: il pane tradizionale di Olmedoa Olmedo, dal 1989, si ripete ogni anno, verso la fine di luglio, la Mostra del Pane tipico olmedese, il cui scopo è di recuperare e tramandare l’arte del pane fatto in casa, e per l’occasione, nella piazza principale del paese, vengono allestiti dei forni a legna perfettamente funzionanti, che sono utilizzati dalle donne che ancora conoscono questa antica arte, in modo da poter mostrare la lavorazione e soprattutto far gustare il pane caldo appena sfornato; dal 25 dicembre al 6 gennaio, si può visitera il Presepe di Pane, ospitato nella suggestiva cornice della Chiesa di Nostra Signora di Talia, nella quale tutto il presepe è realizzato con il pane, con splendide figure di bianchissima pasta di pane che si incamminano verso la grotta, e di pane sono anche gli agnelli, i vitelli, e persino la stella cometa.

Visita del centro di Olmedo

L’abitato, interessato da forte espansione edilizia, è circondato dalle colline e dalle fertili terre della Nurra. Entriamo nel paese provenendo da Porto Torres con la nuova SS291var della Nurra, dalla quale prendiamo verso est la SP19bis, che, all’interno del centro abitato, prende il nome di corso John Fitzgerald Kennedy, e poi continua con la via Guglielmo Marconi.

Il Campo da Calcio Pintore Caddeo di Olmedo

Dallo svincolo sulla nuova SS291var della Nurra, dopo trecento metri, arriviamo al cartello indicatore dell’ingresso all’interno dell’abitato di Olmedo. Percorsi ancora centocinquanta metri sul corso John Fitzgerald Kennedy, troviamo alla sinistra della strada, al civico numero 99, l’ingresso del Campo da Calcio Pintore Caddeo di Olmedo dotato di tribune in grado di ospitare quasi 300 spettatori. Vicino al Campo da Calcio, si trova un Campo da Calcetto, ossia di calcio a cinque, una Palestra ed una seconda Palestra di minori dimensioni. Il Campo da Calcio ospita le partite interne della GSD Olmedo, società calcistica militante nella stagione 2015/2016 nel girone e sardo di 1ª Categoria.

Olmedo: ingresso del Campo da Calcio Pintore Caddeo Olmedo: il Palestra del Campo da Calcio Pintore Caddeo Olmedo: interno del Campo da Calcio Pintore Caddeo

La nuova sede del Municipio di Olmedo ed in piazza di Nostra Signora di Talia la vecchia sede del Municipio

Olmedo-nuovo Municipio di OlmedoPassato l’ingresso del Campo da Calcio, il corso John Fitzgerald Kennedy prosegue per quattrocento metri, e, passata l’ultima traversa verso destra che è la via Europa, vediamo sulla destra della strada, al civico numero 26, il cortile di S’Ammassu, che è una rientranza nella quale si trova la grande struttura Comunale che era la sede del Consorzio Agrario di Olmedo, e che, oggi, ospita il Nuovo Municipio di Olmedo con la sua sede e tutti i suoi uffici.

Olmedo: la vecchia sede del Municipio di OlmedoPercorsi ancora centocinquanta metri, dopo l’arrivo sulla destra della via Guglielmo Marconi, il corso cambia il proprio nome in via Cesare Battisti, che prosegue per duecento metri ed arriva nella piazza Nostra Signora di Talia. Questa piazza, che si posiziona al centro del paese, insieme alla vicina piazza Giovanni XXIII rappresenta il centro delle feste e manifestazioni che si svolgono nel paese. Tra le due piazze troviamo l’edificio che ospitava la Vecchia sede del Municipio di Olmedo.

L’antica piccola Chiesa romanica di Nostra Signora di Talia

A fianco del Municipio, possiamo ammirare l’antica piccola Chiesa di Nostra Signora di Talia che un tempo era stata la Chiesa parrocchiale di Olmedo. La Chiesa, realizzata in calcare, trachite basaltica e tufo rossastro, affascina per le sue forme arcaiche, legate alla semplicità architettonica del primo romanico isolano. Si ritiene sia stata edificata da maestranze toscane o lombarde tra il 1100 e il 1125, ed era intitolata a Santa Maria di Ulumetum, nel periodo in cui Ulumetum era sede della omonima curatoria del Giudicato di Torres. La sua successiva intitolazione, secondo la tradizione, si deve a un simulacro raffigurante la Vergine, detto della Madonna d’Italia, ritrovato intorno al settecento nel suo territorio, in località Talia, da un gruppo di contadini algheresi e olmedesi, che sarebbe stato collocato su un carro di buoi i quali, ostinatamente, si sarebbero rifiutati di andare verso Alghero, dirigendosi invece, decisi, verso Olmedo. L’interno della Chiesa, lunga dieci metri e larga poco più di sei, presenta una pianta basilicale con tre navate, di cui le due laterali molto strette, con volta a botte con arco a sesto acuto. La navata centrale è divisa da quattro colonne con capitelli corinzi, unite da tre archi a tutto sesto. Al termine della navata centrale c'è un abside circolare poco profondo. Sul lato sinistro della Chiesa c’è la sacrestia a pianta quadrata, ma si tratta di un locale aggiunto successivamente.

Olmedo: l’antica piccola Chiesa romanica di Nostra Signora di Talia Olmedo: l’antica piccola Chiesa romanica di Nostra Signora di Talia: interno Olmedo: l’antica piccola Chiesa romanica di Nostra Signora di Talia: statua della Madonna Olmedo: l’antica piccola Chiesa romanica di Nostra Signora di Talia: crocifisso

Olmedo: l’antica piccola Chiesa romanica di Nostra Signora di Talia: il presepe realizzato con il paneCiò che vediamo oggi della Chiesa di Nostra Signor di Talia è frutto del restauro effettuato degli anni sessanta del secolo scorso, che ha riportato la struttura al suo stato originario, liberandola dai numerosi strati di intonaci che si sono sovrapposti nei secoli. Dal dicebre 2014 l’antica Chiesa di Nostra Signora di Talia ha iniziato ad ospitare, in occasione delle festività del Natale, uno splendido presepe, con tutti i personaggi realizzati con il pane, un incanto per gli occhi, del quale riportiamo una foto scattata dal fotografo sassarese Francesco Pau.

La nuova Chiesa parrocchiale di Nostra Signora di Talia

Proseguendo, passata la piazza Nostra Signora di Talia, la via Cesare Battisti diventa via Pio XII, e, percorsa per un centinaio di metri, troviamo al suo termine la più moderna Chiesa parrocchiale di Nostra Signora di Talia costruita a partire dal 1933, regnando Vittorio Emanuele III e papa Pio XI. La nuova Chiesa è stata edificata in un antico caseggiato Baronale, detto comunemente S’Arèa o Sa rea, che è andato in seguito distrutto. La Chiesa, che era stata inzialmente dedicata a Cristo re è stata successsivamente dedicata anch’essa alla Nostra Signora di Talia, come la precedente Chiesa parrocchiale.

Olmedo: Chiesa parrocchiale di Nostra Signora di Talia Olmedo: Chiesa di Nostra Signora di Talia: facciata

Particolarmente sentita è la devozione per la Madonna di Talia, patrona del paese, che si esprime con un’ampia partecipazione popolare alla Festa di Nostra Signora di Talia, la Festa patronale ad essa dedicata, che si tiene l’1 di maggio, ed il giorno di astensione dal lavoro è il 2 di maggio.

L’Anfiteatro Comunale di Olmedo

Olmedo: l’Anfiteatro Comunale di OlmedoDalla piazza Nostra Signora di Talia, invece di proseguire dritti lungo la via Pio XII fino alla nuova Chiesa parrocchiale, prendiamo verso sinistra la via Giuseppe Mazzini, e la seguiamo verso nord per una cinquantina di metri. Arriviamo a un incrocio, che verso sinistra prosegue sulla via Giuseppe Mazzini, mentre a destra prende la via Giacomo Matteotti. All’incrocio tra le due strade, si trova il bell’Anfiteatro Comunale di Olmedo, nel quale si svolgono tutte le principali feste e sagre del paese, oltre alle numerose manifestazioni folkloristiche.

La Stazione ferroviaria di Olmedo

Olmedo: la Stazione ferroviaria di OlmedoTornati sul corso John Fitzgerald Kennedy, lo seguiamo per circa quattrocento metri dal Campo da Calcio, ed arriviamo all’ultima traversa verso destra, che è la via Europa. La seguiamo per centocinqunta metri, ed arriviamo ad incrociare il viale Italia, che a sinistra ci porta di fronte alla Stazione ferroviaria di Olmedo, che è posta nell’area sud occidentale dell’abitato, in una zona periferica ancora scarsamente abitata ma in via di graduale sviluppo. La stazione è quella intermedia della linea che collega Sassari con Alghero. Il fabbricato passeggeri si sviluppa su due piani, e presenta un ingresso sulla strada di accesso, mentre ha tre uscite verso i binari. Sul lato nord della stazione è affiancato lo scalo merci con il relativo binario tronco.

Il campo di baseball

Olmedo: los Amigos Olmedo baseballProseguendo lungo la via Europa, passato il viale Italia questa diventa la via Antonio Gramsci. La seguiamo per duecentocinquanta metri, fino a che termina sulla via Sardegna, che prendiamo verso sinistra, e che, in trecento metri, ci porta al Vialetto di accesso al Campo di baseball di Olmedo. A Olmedo è presente la società di basket Centro Olmedo basket, che dalla fine del ventesimo secolo partecipa ai campionati giovanili sia maschili che femminili regionali, ma fiore all’occhiello è la squadra femminile che partecipa al campionato di serie B2 regionale e che, per alcuni anni, ha partecipato anche ai campionati nazionali di serie B1. Dal 1997 esiste, inoltre, una squadra di baseball’rappresentante il paese, la Los Amigos Olmedo baseball, che milita nel campionato nazionale di serie B.

Il Cimitero di Olmedo all’interno dell’area archeologica di Binzas Bezzas

Olmedo: Cimitero di OlmedoProseguendo per duecento metri lungo la via Sardegna, questa termina a uno svincolo che immette sulla via Roma, che è il nome che assume all’interno dell’abitato la SP19. La prendimo verso destra e, in un centinaio di metri, troviamo sulla sinistra della strada l’ingresso del Cimitero di Olmedo, che sorge nel territorio comunale che si trova all’interno dell’area archeologica di Binzas Bezzas.

L’Area archeologica di Binzas Bezzas è un’area archeologica pluristratificata, i cui insediamenti partono almeno dall’età preistorica, alla quale apparteneva un pozzo sacro, che è stato poi distrutto da clandestini nel 1927. Sono, inoltre, presenti insediamenti relativi a fasi successive, dall’età romana, con numerose tombe e resti di edifici, per giungere sino al periodo medioevale, con anche i resti dell’antico villaggio di Ulumetu.

Visita dei dintorni di Olmedo

Vediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Olmedo, sono stati portati alla luce i resti dell’importante fortezza preistorica di Monte Baranta; della necropoli di Santu Pedru; del Protonuraghe su Casteddu; dei Nuraghi semplici Antoni Steddadu, Biancu, Coinzolu, Crescioleddu, di Talia, Giuanne Tedde, Mannu, Masala, monte Rosso, montemesu, Pedra de Fogu, Roccalzeddu, Sa Femina, Santa Caterina, Scala de S’Ainu, S’Elighe, Sfundau; dei Nuraghi complessi Basciu, Carchinadas, Pulpazos; ed anche del Nuraghe su Palmargiu di tipologia indefinita.

La miniera di Bauxite di Olmedo

Prima di arrivare a Olmedo con la SP19 provenendo da Porto Torres o da Sassari, quasi un chilometro prima delle prime case dell’abitato, troviamo sulla sinistra le indicazioni per la Miniera di Bauxite. La raggiungiamo prendendo la deviazione sulla sinistra, dopo trecentocinquanta metri la strada sbocca sulla trasversale via Eleonora d’Arborea, che prendiamo verso sinistra, e, percorsi circa quattrocento metri, Svoltando leggermente a Destra in una strada che, in circa un chilometro, ci porta alla miniera. Si tratta dell’unica miniera di bauxite attiva in tutta la Sardegna, che viene estratta principalmente per l’industria metallurgica di Portovesme, nel Sulcis, dove viene usata per la produzione dell’alluminio.

La fortezza preistorica di Monte Baranta

Lettura di 'Il complesso Prenuragico di Monte Baranta'Riprendendo la SP19 verso sud, questa volta da Olmedo verso Alghero, passati accanto al Cimitero, troviamo le indicazioni per la Fortezza preistorica di Monte Baranta. Dopo poco più di un chilomatro, svoltiamo a sinistra sulla strada Comunale che collega Olmedo con Uri, passiamo accanto a tubature idriche, proseguiamo ancora per un chilometro e mezzo, e raggiungiamo il sito archeologico. Parcheggiamo e proseguiamo a piedi lungo un sentiero che, dopo circa 15 minuti, ci porta sulla sommità del colle detto Monte Baranta, dove si trova il complesso megalitico, disposto in una posizione da cui è possibile controllare un vastissimo territorio. La fortezza preistorica è costituita da un recinto con una torre. Il recinto ha la forma di ferro di cavallo, con un diametro massimo di poco più di venti metri, e la torre è simile a un Protonuraghe, se non altro per la pianta circolare. La massiccia muraglia è realizzata all’esterno con grossi massi di trachite irregolari ed all’interno da pietre più piccole. Tra le due murature è presente un riempimento di terra e piccoli sassi. È larga in alcuni punti oltre sei metri, alta mediamente tre metri e mezzo, e lunga poco meno di cento metri. La muraglia racchiude i resti di almeno sette capanne rettangolari di grandi dimensioni: all’interno delle due finora studiate, si è trovata solo ceramica della Cultura di Monte Claro. All’esterno della muraglia è presente un’area sacra che comprende un grande circolo megalitico del diametro di circa dieci metri, costituito da circa ottanta lastre di trachite, alcune delle quali erano state in precedenza utilizzate come menhir. Vicino al circolo si trova un grande menhir lungo circa due metri, spezzato in due parti.

Olmedo: complesso megalitico di Monte Baranta Olmedo: complesso megalitico di Monte Baranta Olmedo: complesso megalitico di Monte Baranta Olmedo: complesso megalitico di Monte Baranta Olmedo: complesso megalitico di Monte Baranta Olmedo: complesso megalitico di Monte Baranta Olmedo: complesso megalitico di Monte Baranta: ingresso del reconto-Torre Olmedo: complesso megalitico di Monte Baranta-grande menhir Olmedo: complesso megalitico di Monte Baranta-grande menhir

Secondo la datazione ufficiale l’insediamento è attribuito alla Cultura di Monte Claro, che si è sviluppata in Sardegna nell’Eneolitico recente, tra il 2700 ed il 2400 avanti Cristo.

I resti della necropoli di Santu Pedru con la tomba dei Vasi Tetrapodi

Proseguiamo sulla SP19, dopo aver effettuato la deviazione per visitare la fortezza, e, percorsi circa tre chilometri, la strada provinciale termina in una rotonda, alla quale arriva la SS127bis Settentrionale Sarda proveniente da Alghero per Ittiri. Prendiamo questa strada verso sinistra alla terza uscita, e proseguiamo ancora per due chilometri e quattrocento metri. Qui si trova, proprio su un masso alla sinistra della strada, l’ingresso della Tomba detta dei vasi tetrapodi, mentre il resto della Necropoli di Santu Pedru cosituita da un totale di ben dieci tombe, si trova sulla parete trachitica a sinistra, alla base di una collina detta monte San Pietro, dalla quale la necropoli prende il nome.

Il volume 'La tomba dei Vasi Tetrapodi in localtà Santu Pedru'Di rilevanza archeologica è soprattutto la tomba I, la cosiddetta Tomba dei Vasi Tetrapodi. È una tomba ipogeica con l’accesso formato da un vestibolo, ossia un dromos, lungo 15 metri orientato verso sud. Al centro della tomba c’è una grande cella rettangolare nella quale sono presenti due pilastri e al centro della parete di fondo una falsa porta. Intorno si trovano disposte a raggiera altre otto celle di diverse dimensioni, con interessanti riproduzioni di doppie corna e corna capovolte, scolpite a bassorilievo poste a decorare gli ingressi. La Tomba dei Vasi Tetrapodi è stata trovata chiusa con lastre di pietra risalenti presumibilmente alla Cultura di Bonnanaro, che si è sviluppata nell’Età del Bronzo Antico e Medio, che si è sviluppata secondo la cronologia calibrata tra il 1900 ed il 1300 avanti Cristo, e secondo una datazione più tradizionale tra il 1600 ed il 1300 avanti Cristo. All’interno di questa tomba sono stati rinvenuti i resti degli inumati, conservati dopo l’operazione di scarnificazione e di una frantumazione rituale degli stessi, attuata non all’interno della sepoltura ma prima della loro deposizione. È da segnalare anche la tomba IV, che troviamo proprio sulla cima della collina, riutilizzata come Chiesa paleocristiana, nella quale sono riconoscibili gli altari sulla parete di fondo, e all’esterno, sulla parete a destra dell’ingresso, è scolpita una croce. Il monumento ha restituito ben 447 reperti che si riferiscono a tutte le principali culture sarde: della Cultura di San Michele di Ozieri, che si è sviluppata secondo la cronologia calibrata tra il 4000 ed il 3200 avanti Cristo e secondo la datazione tradizionale, basata su considerazioni strettamente tecnologiche o etnologiche, tra il 3200 d’il 2800 avanti Cristo; della Cultura di Abealzu e Filigosa, secondo la cronologia calibrata tra il 3000 ed il 2900 avanti Cristo, e secondo una datazione tradizionale tra il 2600 ed il 2500 avanti Cristo; e della cultura del Vaso Campaniforme secondo la cronologia calibrata tra il 2400 ed il 2200 avanti Cristo, e secondo una datazione più tradizionale tra il 2100 ed il 1900 avanti Cristo.

Olmedo: la necropoli di Santu Pedru Olmedo: la necropoli di Santu Pedru: la tomba dei vasi tetrapodi Olmedo: la necropoli di Santu Pedru: la tomba dei vasi tetrapodi Olmedo: la necropoli di Santu Pedru: la tomba dei vasi tetrapodi Olmedo: la necropoli di Santu Pedru: la tomba dei vasi tetrapodi Olmedo: la necropoli di Santu Pedru: un’altra tomba

La tomba II è priva del soffitto e dell’alzato originario e conserva tracce di pittura rossa. La tomba sesto è la più grande dell’intero ipogeo ed è costituita da ben tredici vani. La tomba settimo, che manca della copertura a causa dei crolli che hanno consentito il ritrovamento di numerosi reperti, è stata recentemente studiata da Alberto Moravetti che ne ha pubblicato i risultati nel 2000. La tomba decimo si trova abbastanza vicino alla tomba I, sul lato opposto della vecchia strada provinciale, ed è l’ultima ad essere stata scoperta e studiata con una campagna di scavi nel 2005, i cui risultati sono stati pubblicati nel 2009 da Paolo Melis.

La prossima tappa del nostro viaggio

Nella prossima tappa del nostro viaggio, da Olmedo proseguiremo sulla SP19, che si immette sulla SS127bis Settentrionale Sarda, prenderemo quest'ultima verso sud ovest ed arriveremo ad Alghero La città storica della Nurra dove si parla ancora oggi la lingua catalana.


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