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Ballao con i resti della miniera di Corti Rosas ed il tempio a pozzo di Funtana Coberta


In questa tappa del nostro viaggio, da Goni ci recheremo a Ballao che visiteremo con il suo centro nel quale si trova il tempio a pozzo di Funtana Coberta, e con i suoi dintorni.

Il Gerrei nella Regione storica del Sarrabus-Gerrei

Il Sarrabus-GerreiIl Sarrabus-Gerrei è la Regione storica della Sardegna sud orientale che anticamente, come territorio, apparteneva al Giudicato di Càralis, alle Curatorie di Sarrabus, Colostrai e Gerrei. Il Sarrabus-Gerrei viene distinto nei due territori del Gerrei all’interno, caratterizzato dalla pastorizia, e del Sarrabus, verso la costa e verso sud, agricolo e turistico. Il territorio del Gerrei si trova tra il Sarrabus a est, la Trexenta a ovest, il Campidano di Cagliari a sud, e l’Ogliastra a nord. I comuni che fanno parte del Gerrei sono Armungia, Ballao, Escalaplano, Goni, San Nicolò Gerrei, Silius, Villasalto. Questo territorio è un’area occupata da una serie di altopiani e profonde valli in cui cresce rigogliosa la macchia mediterranea, attraversata dal fiume Flumendosa. Sorgenti d’acqua irrorano le valli che sono ricoperte di macchia mediterranea ed hanno abbondanza di sugheri, lecci ed olivastri.

In viaggio verso Ballao

A Goni eravamo arrivati da Escalaplano, dirigendoci verso sud con la SP13, e poi ad ovest con la SP23. Ora torniamo indietro verso est sulla SP23 per nove chilometri e mezzo, poi, dove questa incrocia la SP13 proveniente da Escalaplano, prendiamo a destra la SP22 che si dirige verso sud e che, in poco meno di cinque chilometri, ci porta all’interno dell’abitato di Ballao. Dal Municipio di Goni a quello di Ballao si percorrono 14.3 chilometri.

A Ballao potevamo arrivare direttamente da Escalaplano, prendendo verso sud la SP13, poi, dopo sette chilometri e mezzo, proseguendo verso sud con la SP22, che, in poco meno di cinque chilometri, ci porta all’interno dell’abitato di Ballao. Dal Municipio di Escalaplano a quello di Ballao si percorrono 12.8 chilometri.

Il comune chiamato Ballao

Ballao: veduta dell’abitatoBallao-Stemma del comuneIl comune chiamato Ballao (pronuncia Ballào, nome in lingua sarda Ballau, altezza metri 98 sul livello del mare, abitanti 731 al 31 dicembre 2021) è un significativo centro agricolo che si estende nella parte nord orientale della Provincia del Sud Sardegna. L’abitato di Ballao è situato ai limiti della Regione storica del Gerrei, accanto a un’ampia ansa del fiume Flumendosa, alla destra del suo scorrimento, ed è attraversato dalla SS387 del Gerrei. Il territorio Comunale presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate. È caratterizzato da un ambiente naturalistico di straordinaria varietà e bellezza, con colline ricoperte di sughere e lecci, in cui trovano rifugio volpi, cinghiali, martore e il sempre più raro gatto selvatico, inoltre la vegetazione è ricca di fiori, tra cui rare specie di orchidee e iris selvatici.

Origine del nome

È molto probabile che il nome significhi Borgo fortificato con un vallo, cioè con uno steccato e una fossa, derivando da una locuzione latina Vicum vallatum. Qualche studioso ne ha dato un’interpretazione del tutto fantasiosa, rimandandolo al fenicio Baal, con il significato di signore, e anche nome di una divinità. Altrimenti potrebbe derivare dalla parola spagnola Balay che significa cesto, conca.

La sua economia

Si tratta di un comune collinare la cui economia si basa sulle tradizionali attività agricole. Il settore primario produce cereali, frumento, ortaggi, foraggi, olivo, agrumi, uva e altra frutta; si allevano anche bovini, suini, ovini e caprini. L’industria è costituita da piccole imprese che operano nei comparti della pesca, della piscicoltura e dell’edilizia. Interessante è l’artigianato, in particolare quello specializzato nella produzione di canestri, cestini, stuoie, ecc. Il terziario si compone di una sufficiente rete distributiva. Per gli amanti della gastronomia tipica, non manca la possibilità di assaggiare dolci prelibati come Is Perichittusu de entu, Is Perichittusu normali, Is Pabassinas, Pistoccheddusu de crobi, Pistoccheddusu de caffei, Pardule ossia formaggelle, Amaretti, ed Arrubbiousu. L’abitato è situato in una zona di caccia e funghi, ed è oggi meta anche di naturalisti in cerca di angoli incontaminati. La presenza della fascia fluviale del Flumendosa e del suo più importante affluente, il rio Stanali, offre, a chi la percorre, la possibilità di osservare rocce caratteristiche, vegetazione e fauna fluviale variegata, e dà inoltre la possibilità di praticare la pesca e di cimentarsi con canoe in percorsi sia facili che difficoltosi. Lungo il corso dei fiumi è possibile ammirare i caratteristici Nessargius, canalizzazioni fatte con intrecci di oleandro e ciottoli a forma di imbuto, nonchché alcune piscine naturali. Le strutture ricettive di Ballao offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno.

Brevi cenni storici

Il territorio è stato abitato in epoca preistorica, come dimostrato dai monumenti in esso presenti. In seguito assume un’importanza rilevante nell’epoca dell’occupazione romana, quando la presenza di Romani liberi e schiavi, e di sardi romanizzati, è rilevante, nella zona che risulta ricca di giacimenti minerari. Pertanto la fortificazione del villaggio costituisce una postazione per la difesa dalle aggressioni dei montanari e pastori del Gerrei, refrattari e ribelli al dominio dei Romani, e mai del tutto sottomessi. Divenuto territorio bizantino, nell’undicesimo secolo entra a far parte della curatoria del Gerrei, del Giudicato di Càralis. Nel 1258, alla caduta del Giudicato, passa al Giudicato di Arborea, nel 1300 alla repubblica di Pisa e nel 1324 alla Corona d’Aragona, che, nel 1332, la assegnano ai Cornell. Nel 1681 viene incorporato nella Conte di Villasalto, feudo della famiglia Zatrillas, e un ventennio più tardi nel Marchesato di villaclara, feudo prima degli Zatrillas e poi dei Vivaldi Pasqua. resta feudo di quest'ultima famiglia fino al 1839, quando viene riscattato con la soppressione del sistema feudale e diviene un comune autonomo. Diviene, quindi, un comune amministrato da un sindaco e da un consiglio Comunale. Nel 2016 viene cambiata la Provincia alla quale appartiene, passando dalla Provincia di Cagliari alla nuova Provincia del Sud Sardegna.

Le principali feste e sagre che si svolgono a Ballao

Ballao: il costume tradizionaleBallao-Sfilata dell’Associazione Pro Loco di BallaoA Ballao, il costume tradizione è ormai in disuso, ma è stato possibile recuperarlo con le testimonianze di anziani e con descrizioni registrate da osservatori di altri tempi. Qui è attiva l’Associazione Pro Loco di Ballao, nelle cui esibizioni si può ammirare il costume tradizionale recuperato. Tra le principali principali feste e sagre che si svolgono a Ballao, si segnalano, il 16 gennaio, la Festa di Sant’Antonio Abate, con l’accensione del grande falò chiamato Su Fogadoni; il lunedì dell’Angelo, la Festa di Santa Maria di Cleofe, nella chiesa campestre a lei dedicata ai confini con Silius; il 26 giugno, la Festa dei Santissimi Pietro e Paolo; il 22 luglio, la Festa di Santa Maria Maddalena, che è la Festa patronale del paese; a settembre, la Festa della Santa Croce, nell’omonima chiesa campestre; il primo lunedì di ottobre, la Festa di San Vitalia; il 2 novembre, la Festa chiamata Is Aimedasa, per la quale i bambini, rappresentando le anime dei defunti, vanno per le case a chiedere dolci e frutta; in data imprecisata, si svolge la Festa di Santu Predu, che si festeggia nella chiesa campestre posta a circa un chilometro dall’abitato, per la quale seguono festeggiamenti e una processione.

La Festa di Santa Vitalia

Ballao: locandina della Festa di Santa VitaliaBallao-Momenti della Festa di Santa VitaliaBallao-Momenti della Festa di Santa VitaliaLa Festa di San Vitalia si svolge a Ballao ogni anno il 2 novembre. Un tempo per il Gerrei era una delle feste più importanti, per la quale arrivava dai paesi vicini tanta gente a piedi, che portava alla Santa dei grossi ceri e dei cuoricini d’argento in segno di ringraziamento, e per le strade del paese sfilava una lunga processione che terminava con una bellissima predica sulla vita di Santa Vitalia. Nella piazza della chiesa si piantava l’albero della cuccagna, alla sera si svolgeva la corsa dei cavalli per il Palio, si teneva anche una fiera del bestiame, e non mancavano i tradizionali canti sardi. Oggi la Festa prevede funzioni religiose ed anche festeggiamenti civili con fuochi d’artificio, balli e musiche tradizionali.

Visita del centro di Ballao

L’abitato, interessato da crescita edilizia, è situato in un fondovalle in prossimità di un’ampia ansa del Flumendosa. Gode di un clima diverso dai borghi circostanti perché, essendo adagiato in una conca attorniato dai monti, è poco ventilato e, nei mesi estivi, vi è un caldo afoso; nella stagione autunnale e invernale, invece, per la presenza del Flumendosa, vi è nebbia e un alto tasso di umidità.

Gli Impianti Sportivi

Percorsi tre chilometri e duecento metri da dove avevamo imboccato la SP22, raggiungiamo il ponte sul fiume Flumendosa. Passato il ponte, percorriamo altri trecento metri, e, arrivati in località Ceuri, vediamo, alla destra della strada, l’ingresso degli Impianti Sportivi di Ballao. Sono presenti un Campo da Calcio, con fondo in erba naturale, dotato di tribune in grado di ospitare un centinaio di spettatori; un Campo da Tennis; ed un Campo polivalente, nel quale praticare, come discipline, calcio, calcetto ossia calcio a cinque, pallacanestro, pallavolo, tennis.

Ballao: impianti Sportivi: ingresso Ballao: impianti Sportivi: Campo da Calcio Ballao: impianti Sportivi: Campo da Tennis Ballao: impianti Sportivi: campo polivalente

Il parco Comunale Interacquas

Dall’ingresso degli Impianti Sportivi, percorsi altri trecento metri con la SP22, arriviamo al cartello segnaletico che indica l’ingresso all’interno dell’abitato, passato il quale la strada assume il nome di via Flumendosa.

Ballao: il parco Interacquas: all’interno del parcoBallao: il parco Interacquas: edificio abbandonato della stazione di pompaggio dell’acquaAltri duecentocinquanta metri, e vediamo, alla sinistra della strada, l’ingresso del Parco Interacquas. Si tratta di un bel parco lungo il corso del fiume Flumendosa, un parco cittadino immerso nel verde, con una piacevole passeggiata lungo il corso del fiume, dove, sino a un recente passato, non c’erano ponti, ed era presente un barcaiolo che faceva la spola tra le due sponde del fiume. Qui si può incontrare anche la stazione di pompaggio dell’acqua che, un tempo, veniva collegato alla miniera Corti Rosas. Si tratta di un edificio abbandonato, che attualmente è difficilmente visitabile all’interno a causa della fitta vegetazione.

La chiesa parrocchiale di Santa Maria Maddalena

Ballao: chiesa parrocchiale di Santa Maria MaddalenaPercorsi duecento metri lungo la via Flumendosa, arriviamo a vedere, alla sinistra della strada, la piazza della chiesa, sulla quale si afaccia la nuova chiesa di Santa Maria Maddalena che è la chiesa parrocchiale di Ballao, consacrata alla Madonna sino dal 1200 circa. La vecchia chiesa, che era stata edificata in stile gotico aragonese, è stata demolita a seguito dei bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, ed al suo posto è stata edificata la nuova chiesa. L’edificio è preceduto da un’ampia scalinata. La facciata dal terminale a capanna, è caratterizzata da un portale ligneo incorniciato, sormontato da una nicchia di forma rettangolare, che occupa gran parte dell’area centrale del prospetto, inglobando centralmente una finestra ad arco a sesto acuto, davanti alla quale è posta una statua dedicata a Santa Maria Maddalena. Ancora oggi si può ammirare l’antica torre campanaria a base quadrata, cuspidata, di inestimabile bellezza, nel cui interno si trova una scala in legno. Il campanile ed una campana è del 1581, ed anche la cupola della parrocchiale è del sedicesimo secolo. All’interno della chiesa si trova  un prezioso altare settecentesco dello scultore Pietro Pozzo, che una volta era contenuto nella chiesa gotico aragonese, ed è stato salvato alla demolizione dell’edificio da parte degli alleati americani.

Ballao: chiesa parrocchiale di Santa Maria Maddalena: veduta laterale Ballao: chiesa parrocchiale di Santa Maria Maddalena: facciata Ballao: chiesa parrocchiale di Santa Maria Maddalena: interno Ballao: chiesa parrocchiale di Santa Maria Maddalena: l’altare maggiore

Ballao: ballo sardo per la Festa di Santa Maria MaddalenaA partire dal tredicesimo secolo, a Ballao, il 22 luglio, si celebra la Festa patronale di Santa Maria Maddalena. Dei festeggiamenti religiosi e civili si occupa un gruppo di volontari che compongono il Comitato. Per l’organizzazione della Festa si impiegano uno o due mesi, si inizia andando di casa in casa per richiedere l’offerta in onore della Santa, che viene chiamata Sa Scicca. I festeggiamenti durano dai tre ai quattro giorni. Le celebrazioni religiose prevedono la processione al suono delle launeddas, segue la messa celebrata da un prete di un altro paese, invitato dal parroco, dove nell’omelia, oltre al vangelo del giorno, viene commentata la vita della Santa. Alla fine della messa, nella piazza della chiesa, si esibisce un gruppo Folkloristico e la fisarmonica, che accompagnano la danza dei balli sardi.

Il Municipio di Ballao

Ballao: la piazza Emilio Lussu con l’edificio che ospita il Municipio di BallaoBallao: il Municipio di BallaoDalla piazza della chiesa, di fronte alla parrocchiale prendiamo la via Carlo Felice e, dopo appena una trentina di metri, arriviamo a un bivio, dove la via Carlo Felice continua verso sinistra, mentre noi prendiamo verso destra la via Giorgio Asproni. La via Giorgio Asproni, in un’ottantina di metri, sbocca sulla via Sulis, la prendiamo verso destra e, dopo duecentocinquanta metri, vediamo, alla destra della strada, la piazza Emilio Lussu, nella quale, al civico numero 3, si trova l’edificio che ospita il Municipio di Ballao, con la sua sede e gli uffici che forniscono i loro servizi agli abitanti del paese.

Il Cimitero di Ballao

Ballao: il Cimitero di BallaoPassata la piazza Emilio Lussu, la prosecuzione della via Sulis sbocca sulla via Cagliari, che prendiamo a sinistra. Seguiamo la via Cagliari, che si dirige verso sud ovest, per trecentocinquanta metri, e vediamo, alla sinistra della strada, il muro di cinta ed il cancello di ingresso del Cimitero Comunale di Ballao. Subito più avanti, dopo l’ingresso del Cimitero, la via Cagliari esce dall’abitato ed assume il nome di SS387 del Gerrei, che è la strada statale che si dirige verso San Nicolò Gerrei.

Visita dei dintorni di Ballao

Vediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Ballao, sono stati portati alla luce i resti del tempio a pozzo di Funtana Coberta; delle Tombe di giganti Canneri e Canneri II; dei Nuraghi semplici Corongiu ’e Melas, Corongiu ’e Melas II, Is Tancas, S’Arcu ’e Sa Pira, su Nuraxi; dei Nuraghi complessi Corru Arenas, pallaxius, Saccui, su Coronellu; e dei Nuraghi Siliqua e Tradori, di tipologia indefinita. Nel territorio, oltre che Nuraghi, Tombe di giganti, pozzi sacri e resti della miniera di antimonio, si possono visitare alcune antiche Chiese campestri di origine bizantina, che sono le Chiese campestri di San Rocco o Sant’Arrocu, di Sant’Elena o Santa Cruxi, letteralmente Santa Croce, di Santa Maria di Cleofe o Santa Maria Nuraxi, e di San Pietro o Santu Predu. Eccetto San Rocco, le altre Chiese erano inizialmente dedicate a Santi orientali, considerati in quel periodo molto importanti soprattutto a causa dell’affluenza di monaci bizantini, i quali, costretti dalla guerra iconoclasta del 762 a rifugiarsi nelle campagne sarde, hanno costruito queste cappelle. Ma, dopo lo Scisma d’Oriente, questi monaci sono stati costretti ad abbandonare l’isola e le Chiese sono state demolite e ricostruite poi in stile romanico.

L’area archeologica ed il tempio a pozzo di Funtana Coberta

Ballao-area archeologica di Funtana CobertaDalla piazza della chiesa di Ballao, si prende verso nord la strada verso Escalaplano, ossia la SP22 e, percorsi quattro chilometri, seguendo le indicazioni, prendiamo una deviazione sulla sinistra in una strada bianca. Percorse poche centinaia di metri nella strada bianca che passa tra alcuni terreni adibiti a pascolo, si raggiunge alla destra della strada l’Area archeologica di Funtana Coberta. All’interno dell’area si trova il bellissimo tempio a pozzo, uno tra i più conosciuti dei circa trentacinque templi a pozzo e pozzi sacri finora individuati sul territorio sardo. L’area archeologica è nota per gli scavi del 1918, diretti da Antonio Taramelli, durante i quali venne messo in luce il tempio a pozzo, che occupa la parte centrale di un fondovalle chiuso, ad est, da una piccola altura su cui passa la SP22 che collega il paese di Ballao con Escalaplano, all’altezza in cui si innesta il bivio per la SP23 che conduce a Goni. Questa altura è in leggero declivio da nord a sud e da nord ovest a sud est, e mostra in alcuni punti la nuda roccia.

L’area archeologica comprende un bellissimo pozzo sacro, il Tempio a pozzo di Funtana Coberta le cui strutture emergenti prendono la tipica forma di toppa di chiave, composta dall’atrio e dal pozzo, formato da una struttura esterna realizzata usando pietre di calcare compatto con uno spessore quasi costante, molto probabilmente ricavato dalla zona circostante. Ha la copertura a tholos, che si eleva sul livello del terreno per circa due metri, pianta circolare con due ante di lunghezza ineguale, che si prolungano formando un piccolo atrio con il pavimento lastricato, dove è tuttora visibile la pavimentazione originale. La scala che scende è composta da dodici gradini, che scende ben oltre l’attuale livello dell’acqua, coperta da solaio gradinato. Scendendo gli scalini si arriva alla cella ipogeica, alta oltre cinque metri e larga al fondo tre metri e mezzo. Sotto il piano della camera, nella pavimentazione di lastroni disposti a raggera, si apre la canna del pozzo scavato per circa cinque metri nella viva rocci, rivestita da trentaquattro filari di pietre, di un metro di larghezza che si riduce progressivamente. Nella cella semi interrata è presente la sorgente della fonte, ancora attiva ed abbondante, dalla quale deriva il nome dell’area archeologica di Funtana Coberta, ossia in lingua sarda del Pozzo Coperto. Le pareti della camera sono formati da blocchi di calcare compatto, di spessore quasi costante. All’altezza dell’architrave della porta d’ingresso, è presente un cerchio di pietre di spessore maggiore, quasi a significare un punto di particolare attenzione. Intorno al tempio si trovano i resti di locali in muratura, probabilmente funzionali ai riti che in esso si praticavano.

Ballao-area archeologica di Funtana Coberta Ballao: il pozzo sacro di Funtana Coberta: ingresso Ballao: il pozzo sacro di Funtana Coberta: la tholos Ballao: il pozzo sacro di Funtana Coberta: la fonte ancora attiva

Ballao-area archeologica di Funtana Coberta: bronzetto nuragico rinventuroIl tempio a pozzo sacro di Funtana Coberta è databile al dodicesimo secolo avanti Cristo ed è stato scavato nel 1918 da Antonio Taramelli, e nel 1994 si è dato inizio a un programma di valorizzazione curato da Maria Rosaria Manunza, programma che prevedeva, tra l’altro, di effettuare studi più approfonditi sulla fontana e sull’area di pertinenza. Solo nel 2003 gli scavi hanno fatto rinvenire, sotto un primo strato dell’età romana repubblicana, elementi culturali che risultano nuragici, dato che sono stati rinvenuti vari frammenti di spade votive in bronzo e lingotti di Oxhide. Oltre a tali reperti sono stati trovati frammenti di statuine votive, meglio noti come bronzetti nuragici, ossia una testa con elmo dotato di corna, l’orecchio di un animale, un piede con supporto. Il monumento è tra i più conosciuti della Sardegna ed è inserito in un progetto di valorizzazione predisposto dal comune di Ballao, che ha provveduto ad acquistare l’area circostante il monumento in vista del suo inserimento negli itinerari turistici che privilegiano le zone più interne della Sardegna.

Il pozzo sacro Funtana Coberta è diventato un caso internazionale dato che l’archeologa bulgara Dimitrina Džonova, nel 1983, ha rilevato sorprendenti analogie, in struttura e grandezza, con il tempio di Gǎrlo, borgo a trenta chilometri da Sofia, che sarebbe stato dedicato, secondo la studiosa bulgara, al dio sumero Enki, che, come Yahve, aveva considerato giusto creare il genere umano e, ancora, proteggerlo dal diluvio universale. Di questo tempio si parla in una intervista del professor Giovanni Ugas, archeologo dell’Università di Cagliari, che osserva come La Mitova Zorova che ha studiato il pozzo di Giarlo si inserisce nella tradizione orientalista: secondo lei gli Shardana sarebbero arrivati in Sardegna dai Balcani, portando nell’isola i templi a pozzo. In realtà si dovrebbe fare il discorso inverso perché in Bulgaria quello di Giarlo è l’unico tempio a pozzo trovato, mentre in Sardegna i templi a pozzo non sono un’eccezione ma un sistema e sono pienamente inseriti nel quadro della civiltà megalitica nuragica. C'è da dire che loro datano il tempio al quattordicesimo secolo ma io non sono assolutamente d’accordo con questa cronologia, non abbiamo materiale che ci conforti su questa cronologia alta, non abbiamo assolutamente elementi.

In alcuni pozzi sacri, nei solstizi o negli equinozi si verifica il fenomeno della Luce dal foro apicale, per il quale il sole penetra nel pozzo dal foro presente alla sommità della tholos, e va a riflettersi in questo specialissimo specchio sacro. La teoria, inoltre, afferma che ogni diciotto anni e mezzo, nel momento della sua massima declinazione, sarebbe la luna a specchiarsi nell’acqua del pozzo, facendo filtrare la sua luce.

Ballao: il pozzo sacro di Funtana Coberta-fenomeno del solstizio d’estateAlcuni studiosi ritengono che i pozzi sacri siano, in generale, frutto di un raffinato calcolo teso a determinare l’orientamento astronomico. Uno spettacolo luminoso di grande efficacia si verifica il giorno del solstizio d’estate, quando la luce del sole entra dal foro presente alla sommità della tholos e progressivamente scende fino a raggiunge, al mezzogiorno esatto, il livello dell’acqua presente all’interno del pozzo. Sarebbe stato, inoltre, accertato che l’apertura del pozzo permetterebbe il riflesso della luna alla sua massima declinazione, ogni diciotto anni e sei mesi, in occasione del lunistizio maggiore settentrionale, quando dal foro della tholos interrata penetrerebbe il suo raggio che, passando dal meridiano, si rifletterebbe sulla superficie del pozzo.

La miniera di Corti Rosas

Arrivando a Ballao da Escalaplano o da Goni con la SP22, duecento metri prima del ponte sul Flumendosa, prendiamo a sinistra la strada seguendo le indicazioni per il parco geominerario della miniera. Percorsi circa tre chilometri, arriviamo nella zona della località Corti Rosas, nella quale è presente la Miniera di Corti Rosas che, attiva fino agli anni settanta del novecento, lavorava all’estrazione dell’antimonio, minerale i cui massi affioranti erano stati individuati fin dal quindicesimo secolo. La storia della miniera Corti Rosas, e delle miniere di antimonio del Gerrei, ha inizio verso la fine dell’ottocento, quando in Sardegna erano state esplorate, grazie ai permessi ricevuti dallo Stato, circa 467 miniere. È questo il numero indicato da Quintino Sella nella relazione al Parlamento del 1871, sulle condizioni dell’industria mineraria sarda. Si tratta però in grande maggioranza di miniere per le quali furono dati permessi di esplorazione, mentre le concessioni vere e proprie al 1871 erano 36, tra le quali Corti Rosas. Nasceva così, in quegli anni, uno dei maggiori centri minerari dell’isola, che ha rivestto in alcuni periodi della sua storia, un importante ruolo per l’economia italiana. La miniera ha un notevole sviluppo negli anni del fascismo, ed arriva a contare, insieme alla miniera di su Suergiu, un migliaio di operai. Lo sfruttamento delle miniere in Italia non è stato mai regolare, dato che era aumentato notevolmente durante la Grande Guerra, a sfavore di altre attività economiche, per poi crollare quasi del tutto con la conquista della pace. Vengono realizzati diversi tentativi per risanare e ridare forza a questo ramo dell’economia, ma gli anni settanta del novecento vedono il crollo definitivo di tale produzione.

Ballao-Resti della miniera di Corti Rosas Ballao-Resti della miniera di Corti Rosas Ballao-Resti della miniera di Corti Rosas Ballao-Resti della miniera di Corti Rosas

L’area che ospita la miniera dismessa è oggi interessata da un intervento statale di recupero e valorizzazione, patrocinato dai ministeri dei Beni Culturali, dell’Ambiente e dell’Industria, e dalle regioni Sicilia e Sardegna. L’area della miniera Corti Rosas infatti raccoglie in sé contenuti, molteplici, che meritano di essere valorizzati.

Ruderi della chiesa campestre di San Rocco o Sant’Arrocu

Ballao-Resti della chiesa campestre di San Rocco o Sant’ArrocuArrivando a Ballao da Escalaplano o da Goni con la SP22, subito prima del ponte sul Flumendosa, prendiamo a sinistra la strada che seguiamo per quasi un chilometro costeggiando il Flumendosa ed arriviamo a un incrocio, in corrispondenza di un traliccio dell’alta tensione. Qui prendiamo a sinistra, dopo una trentina di metri svoltiamo leggermente a sinistra in una strada bianca, proseguiamo per duecento metri, poi a sinistra e subito ancora a sinistra, proseguiamo per poco più di duecento metri, poi a sinistra verso il cuile San Rocco, passato il quale, si vedono i ruderi dell’antica chiesa di San Rocco o Sant’Arrocu. Questa piccola chiesa, ormai parzialmente distrutta, potrebbe essere stata anch’essa una Cappella dei monaci bizantini, forse dedicata al Santo protettore degli appestati a ricordo di qualche grave epidemia.

La chiesa campestre di Sant’Elena o Santa Ruxi letteralmente Santa Croce

Arrivando a Ballao da Escalaplano o da Goni con la SP22, subito prima del ponte sul Flumendosa, prendiamo a sinistra la strada che seguiamo per quasi un chilometro costeggiando il Flumendosa ed arriviamo a un incrocio, in corrispondenza di un traliccio dell’alta tensione. Passiamo l’incrocio e proseguiamo dritti per altri circa cinquecento metri, fino trovare una strada bianca sulla destra, che prendiamo seguendo le indicazioni.

Ballao: chiesa campestre di Sant’Elena o Santa Ruxi letteralmente Santa CroceDopo ottocento metri, raggiungiamo,su un piccolo colle a circa centotrenta metri di altezza, la chiesa campestre di Sant’Elena o Santa Ruxi letteralmente Santa Croce una piccola costruzione in pietra locale che è stata nel tempo più volte rimaneggiata. Alcuni elementi architettonici confermerebbero l’antichità di questo edificio, il quale, secondo la tradizione, risalirebbe alla presenza monastica bizantina, che diede un notevole impulso alla diffusione della dottrina cristiana nelle aree più centrali ed isolate della Sardegna. Lo stile della chiesa è molto semplice, rustico, con una espressione decorativa praticamente inesistente. La struttura è circoscritta da semplici muretti a secco realizzati con pietra locale. La facciata è a capanna, conclusa a vertice da un campanile a vela ad una apertura, tipico delle costruzioni rurali minori. Presso questa chiesa, a settembre si svolge la Festa della Santa Croce.

La chiesa campestre di Santa Maria di Cleofe chiamata anche Santa Maria Nuraxi

Dal Municipio di Ballao, passata la piazza Emilio Lussu, la prosecuzione della via Sulis sbocca sulla via Cagliari, che prendiamo a sinistra, dopo trecentocinquanta metri, di fronte all’ingresso del Cimitero, svoltiamo a destra in via rio Bintinoi, che passa con un ponte sopra un canale, e, dopo una cinquantina di metri, svoltiamo leggermente a sinistra e prendiamo la via Is Funtaneddas, che è parallela alla via Cagliari.

Ballao: chiesa campestre di Santa Maria di Cleofe chiamata anche Santa Maria NuraxiBallao: chiesa campestre di Santa Maria di Cleofe chiamata anche Santa Maria NuraxiPercorsa la via Is Funtaneddas per quattrocento metri, svoltiamo a sinistra nella via Santa Maria Nuraxi, dopo circa un chilometro ed settecento metri svoltiamo leggermente a sinistra, e in un paio di chilometri, vediamo, alla destra della strada, la chiesa campestre di Santa Maria di Cleofe chiamata anche Santa Maria Nuraxi dato che, sulla montagna confinante con l’area Comunale di Silius, presso la località Santa Maria de Nurai, era situato Nuraxi, un antico villaggio di origine medievale che si è spopolato nel corso del quattordicesimo secolo a causa di una epidemia di peste.

Ballao: il processione per la Festa di Santa Maria NuraxiIl lunedì dell’Angelo, giorno dopo Pasqua, a Ballao si festeggia Santa Maria di Cleofe, qui denominata Festa di Santa Maria Nuraxi nella chiesa campestre sita su una montagna confinante con Silius. La processione religiosa parte dalla chiesa parrocchiale di Santa Maria Maddalena ed ha come destinazione la piccola chiesa campestre di Santa Maria di Cleofe, di origine bizantina. Questa Festa tutt’oggi è molto sentita dai Ballaesi, che partecipano in massa seguendo la processione religiosa, alla quale si accompagnano, dopo le cerimonie religiose, il pranzo comunitario, i canti ed i tradizionali balli sardi accompagnati dal suono della fisarmonica e delle launeddas. La sera la processione fà rientro in paese innalzando il canto in sardo dell’Ave o Maria.

La chiesa campestre di San Pietro Apostolo o Santu Predu

Dalla piazza della chiesa, di fronte alla parrocchiale prendiamo la via Carlo Felice e, dopo appena una trentina di metri, arriviamo a un bivio, dove la via Carlo Felice continua verso sinistra, mentre noi prendiamo verso destra la via Giorgio Asproni. La via Giorgio Asproni, in un’ottantina di metri, sbocca sulla via Sulis, la prendiamo verso sinistra dove prende il nome di SS387 del Gerrei ed esce dall’abitato verso sud est e si dirige verso Muravera.

Ballao: chiesa campestre di San Pietro Apostolo o Santu PreduPercorso circa un chilometro lungo la SS387 del Gerrei, all’altezza del chilometro 63.2, seguendo le indicazioni, prendiamo una devizione in salita sulla destra che, in poco più di duecento metri, ci porta di fronte alla piccola chiesa campestre di San Pietro Apostolo o Santu Predu anch’essa secondo la tradizione legata alla presenza monastica bizantina nel territorio. A Ballao, in data imprecisata, si svolge la Festa di Santu Predu, che si festeggia nella sua piccola chiesa campestre, per la quale si parte dalla chiesa parrocchiale, dove si trova la statua del Santo, la si prende e la si porta in processione nella sua chiesa. Seguono festeggiamenti religiosi, ed, ad essi, si accompagnano dei festeggiamenti civili, organizzati da persone che chiedono grazie o le hanno già ricevute. Il giorno successivo, si celebra la messa, dopo la quale si riporta la statua del Santo nel paese.

La prossima tappa del nostro viaggio

Nella prossima tappa del nostro viaggio, da Ballao ci recheremo ad Armungia il paese natale di Emilio Lussu, che visiteremo con il suo centro ed i suoi dintorni.


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