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Bolotana con nei suoi dintorni l’ampio parco di Badde Salighes ed il Santuario di Santa Maria ’e Sauccu


In questa tappa del nostro viaggio, da lei ci recheremo a Bolotana che visiteremo con i suoi dintorni, tra i quali l’ampio parco di Badde Salighes e la chiesa campestre di Santa Maria ’e Sauccu. Con la visita di Bolotana completiamo il nostro viaggio nella Regione storica del Marghine.

La Regione storica del Marghine

La Regione storica del MarghineIl Marghine (pronuncia Màrghine) prende il nome dalla omonima catena montuosa, non molto estesa ed idealmente collegata alla vicina catena del Goceano, dallaquale nascono molti fiumi tra i quali il Tirso. Il Marghine è un grande altopiano formato da colate laviche post Mioceniche ad opera dei vulcani del Montiferru. I comuni del Marghine sono: Birori, Bolotana, Borore, Bortigali, Dualchi, lei, Macomer, Noragugume e Silanus. Il Marghine presenta un paesaggio variegato, che conserva un patrimonio ambientale eccezionale. Nel Marghine e nella vicina Planargia vive, ad esempio, il grifone, in una delle ultime colonie presenti nel bacino del Mediterraneo. Una piccola parte settentrionale del Marghine si trova nella Provincia di Sassari, mentre la parte meridionale appartiene alla Provincia di Nuoro.

In viaggio verso Bolotana

Da lei torniamo sulla SS129 Orientale Sarda, che seguiamo per altri quasi quattro chilometri, fino ad arrivare alla deviazione a sinistra sulla SP17, che, dopo tre chilometri e mezzo, ci porta a Bolotana. Dal Municipio di lei a uello di Bolotana abbiamo percorso 10 chilometri.

Potevamo arrivarci anche uscendo da lei in direzione est lungo la via Roma e prendendo la via S’Iscaleddu, che esce dall’abitato in direzione est ed è una strada locale molto meno comoda, che seguiamo fino a che sbocca sulla SP17, che ci porta all’interno di Bolotana. In questo caso, dal Municipio di lei a uello di Bolotana si percorrono solo 7 chilometri.

La frazione su Bardosu

Arrivando a Bolotana da lei verso est con la SS129 Orientale Sarda, allo svincolo per Bolotana, dove si prende verso nord la SP17, si trova la frazione su Bardosu (altezza metri 256, distanza in linea d’aria circa 4.2 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 18), una piccola frazione del comune di Bolotana. Nel 2014 l’amministrazione Comunale di Bolotana ha affidato all’Ente Foreste della Sardegna la ex caserma dei Carabinieri di Bardosu, con una concessione in comodato d’uso gratuito valida per cinque anni. Si è previsto un utilizzo del’edificio come postazione logistica nella campagna per la prevenzione e la lotta agli incendi estivi.

L’area artigianale di Bolotana

Dallo svincolo della SS129 Orientale Sarda prendiamo verso nord la SP17, alla destra dellaquale si sviluppa la grande Area artigianale nellaquale hanno sede diverse attività di Bolotana.

La Stazione Ferroviaria di Bolotana

Bolotana-La Stazione Ferroviaria di BolotanaSeguiamo la SP17 per un chilometro e duecento metri, poi prendiamo a sinistra una deviazione che, in meno di cento metri, ci porta alla Stazione Ferroviaria di Bolotana, che si trova in aperta campagna. Nel 2012 l’area ferroviaria si presentava ancora chiusa e inaccessibile in quanto circondata da una rete di recinzione, essendo il servizio ferroviario sospeso per i lavori di ammodernamento di binari e traversine sulla linea. Il fabbricato viaggiatori si presenta in buone condizioni ma con gli ingressi sbarrati. Nell’area est della stazione sul lato Nuoro, nella piazzetta munita di panchine metalliche, è situato il pozzo dell’acqua, utilizzata un tempo per il rifornimento delle vecchie locomotive a vapore. Sul tratto in uscita dalla stazione verso est, si trova il passaggio al livello a controllo della strada per l’abitato di Bolotana.

La frazione Ziu Zolo

Proseguendo per circa un chilometro verso nord con la SP17, arriviamo alla frazione Ziu Zolo (altezza metri 312, distanza in linea d’aria circa 2.2 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 112), una frazione che, data la vicinanza con l’abitato, si può considerare un rione periferico del comune di Bolotana.

Il comune chiamato Bolotana

Bolotana: veduta dell’abitatoBolotana-Stemma del comuneIl comune chiamato Bolotana (nome in lingua Bolòtane, altezza metri 472 sul livello del mare, abitanti 2.403 al 31 dicembre 2021) è un centro agricolo e pastorale situato a mezza collina, nella parte centro-occidentale della Provincia di Nuoro, lungo la catena montuosa del Marghine. La linea ferroviaria che collega Macomer con Nuoro ha uno scalo sul posto, a un paio di chilometri a sud dell’abitato. Gli abitanti vivono per la maggior parte nel capoluogo Comunale, mentre il resto della popolazione si distribuisce tra gli aggregati urbani minori di Bardo su e Ziu Zolo, gli insediamenti residenziali di Badde Salighes e Santa Maria ’e Saccu, nonche in poche case sparse. Il territorio ha un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate, dato che si raggiungono i 1.200 metri di uota.

Questo paese fa parte dell’Associazione nazionale delle città dell’Olio

Questo paese fa parte dell’Associazione delle città dell’OlioQuesto paese fa parte dell’Associazione nazionale città dell’Olio, che ha tra i suoi compiti principali uello di divulgare la cultura dell’olivo e dell’olio di oliva di ualità, tutelare e promuovere l’ambiente ed il paesaggio olivicolo, diffondere la storia dell’olivicoltura, e garantire il consumatore attraverso le denominazioni di origine. Le città dell’Olio in Sardegna sono ad oggi Alghero, Berchidda, Bolotana, Bosa, Cuglieri, Dolianova, Escolca, Genuri, Gergei, Giba, Gonnosfanadiga, Ilbono, Ittiri, Masainas, Olbia, Oliena, Orgosolo, Orosei, Osini, Riola Sardo, Samatzai, Santadi, Seneghe, Serrenti, Siddi, Sini, Uri, Usini, Ussaramanna, Vallermosa, Villacidro, Villamassargia.

Origine del nome

Il nome è documentato nel 1342 nella forma Bolonthenis, e nel 1388 nella forma Golothana, e la sua origine è di probabile derivazione preromana. Fantasiose sono le interpretazioni di alcuni studiosi, secondo i quali la denominazione potrebbe derivare dai vocaboli Fenici Baal Tan, che indicano l’olmo di Baal; o dalla parola greca Bolotomos, ad indicare un luogo di zolle; o dal termine Bolòtane, che starebbe ad indicare una località ricca di Marrubium vulgare, Il marrobio nero che viene usato per tingere in nero l’orbace.

La sua economia

L’economia di Bolotana è basata sulle tradizionali attività agricole e sull’industria. Il settore primario è presente con la coltivazione di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, ulivi, agrumeti, viti e altri alberi da frutta, ed anche con l’allevamento di bovini, suini, ovini, equini e avicoli. L’industria è costituita da un discreto numero di aziende che operano nei comparti estrattivo, alimentare, tessile, della lavorazione del legno, editoriale, della fabbricazione di prodotti petroliferi, metallurgico, meccanico, dei mobili, edile e della produzione di energia elettrica. Tra le principali attività economiche del paese vi è quella della tessitura, che rende Bolotana uno dei maggiori centri di produzione di lavori in orbace e tappeti tipici sardi in lana colorata. Il terziario non assume dimensioni rilevanti, mentre l’apparato ricettivo offre possibilità di ristorazione e di soggiorno. Sebbene non figuri tra le mete turistiche più ambite della zona, le particolarità naturalistiche del suo territorio, caratterizzato da ambienti di pianura, di collina e di montagna, attirano un discreto afflusso turistico.

Brevi cenni storici

Le origini del suo insediamento risalgono al periodo medievale, durante il quale è probabile che alcuni abitanti della vicina Ottana si spostino sul suo territorio, per porre fine alle discordie sorte tra le loro fazioni. Durante il periodo giudicale Bolotana fa parte del Giudicato di Arborea, ed ha un ruolo non certo marginale per la sua posizione al confine con uello di Torres, eternamente in lotta per la supremazia politica sulla Sardegna. Con molta probabilità il nucleo originario di Bolotana esisteva già da qualche secolo prima e, intorno al 1300, si sviluppa con notevole rapidità per l’apporto delle comunità di villaggi che gli gravitano intorno, che vengono abbandonati poiché diventati insicuri forse per la presenza di bande armate in seguito alla guerra di conquista della Sardegna da parte degli Aragonesi. In un documento storico relativo alla cerimonia della pace fra Eleonora d’Arborea e Alfonso d’Aragona, avvenuta nel 1388 ad Oristano, fra i rappresentanti dei villaggi appartenenti al Giudicato, figurano anche uelli di Golothana. Dopo la conquista della Sardegna da parte degli Aragonesi, Bolotana viene compresa nel Marchesato del Marghine, ed entra a far parte degli Stati d’Oliva, dal nome del paese della Valencia da dove provenivano le illustri casate nobiliari, Centelles, Borja, Tellez-Giron, conti d’Oliva appunto, le uali, succedendosi l’una all’altra, hanno posseduto uesti feudi. In questo periodo la presenza di numerosi religiosi da nuovo impulso alla coltivazione dei cereali, dell’ulivo e della vite, nonche all’edificazione di molte Chiese, conventi, cappelle, oratori e scuole. Passata dal domino della Spagna a uello dell’Austria e successivamente nell’orbita dei Savoia, Bolotana vede consolidarsi la sua importanza ed egemonia nel Marghine e nelle zone limitrofe. Importante per lo sviluppo urbano del suo territorio è l’operato dell’ingegnere inglese Benjamin Piercy, costruttore, tra l’altro, delle ferrovie tra il nord e il sud dell’isola. Egli costruisce il nucleo di Badde Salighes e vi erige una villa padronale, tuttora visitabile.

Benjamin PiercyNel 1863 a Benjamin Piercy che ha già realizzato la ferrovia del sud del Galles e la ferrovia delle Indie, viene affidato l’incarico di realizzare la rete ferroviaria della Sardegna; e nel 1880, dopo l’inaugurazione dei tratti Cagliari-Terranova e Chilivani: il porto Torres, viene incaricato anche della costruzione delle ferrovie secondarie, oggi chiamate complementari. Dopo l’approvazione, nel 1865, della legge sugli ademprivi, Piercy riceve come compenso per le sue attività vari terreni agricoli a Macomer e Bolotana, dove inizia la realizzazione di una delle più moderne aziende agricole e impianta un efficiente allevamento di bestiame, introducendo anche razze di cavalli e mucche sconosciute nell’isola. Egli si stabilisce in località Badde Salighes, dove costruisce la Villa Piercy. Accanto alla villa edifica un borgo di una uarantina di abitazioni, in grado di ospitare 97 coloni e 210 abitanti. Se vogliamo dire tutta la verità, Benjamin Piercy non è molto amato in Sardegna. Per la realizzazione di suoi progetti, sono stati distrutti i boschi di gran parte della Sardegna: molte delle traversine delle linee ferroviarie di tutta Europa sono state realizzate con il legno degli alberi sardi. E così la Sardegna, che una volta era un immenso bosco come la Corsica, è ricoperta oggi solo da bassa macchia mediterranea.

Le vicende del novecento portano al lento declino di Bolotana, a partire dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, per le cause legate all’emigrazione, alla crisi dell’agricoltura tradizionale, della pastorizia e in generale di un sistema economico che non è in grado di adeguarsi ai tempi. Del comune di Bolotana nel 1927, dopo la creazione della Provincia di Nuoro, viene cambiata la provincia, da quella di Sassari, allaquale precedentemente apparteneva, alla neonata Provincia di Nuoro.

Le principali feste e sagre che si svolgono a Bolotana

Bolotana-Sfilata della 'Associazione Culturale Folkloristica Ortachis’ di BolotanaA Bolotana sono attive, tra le altre, l’Associazione Culturale Folkloristica Ortachis, il gruppo dei Tenores Cuncordu Tittiriola De Bolotana, il Coro Polifonico Marghine, l’Associazione Coro Polifonico Sos Calarighes. Nelle loro esibizioni è possibile ammirare il bel costume tradizionale delle donne e degli uomini di Bolotana. Tra le principali feste e sagre che si svolgono a Bolotana si segnalano, a gennaio la Festa di Sant’Antonio Abate; la Festa patronale in onore di San Bachisio si svolge dall’8 al 10 maggio, e ad essa fa seguito l’11 maggio la Festa di Sant’Isidoro; il 15 agosto la Sagra della montagna.

Visita del centro di Bolotana

L’abitato, che non mostra segni di espansione edilizia, si sviluppa sulle pendici di un colle, in magnifica posizione panoramica. Arriviamo nel paese da sud con la SP17 che, all’interno dell’abitato, assume il nome di via Stazione.

Il Campo Sportivo Comunale Palmerio Delitala di Bolotana

Dopo aver incontrato il cartello indicatore dell’abitato di Bolotana, percorsi poco meno di trecento metri verso nord sulla via Stazione, prendiamo a destra la via Manigos, la seguiamo per circa trecento metri, ed arriviamo al Campo Sportivo Comunale Palmerio Delitala di Bolotana, che accoglie un Campo da Calcio, un Campo da Calcetto ed altre strutture. Ospita la Società sportiva Bolotanese, fondata nel 1963 da Palmerio Delitala e da un gruppo di giovani amanti del gioco del calcio, che, con la costruzione di un Campo Sportivo regolare nel 1965, inizia il suo iter nei campionati nazionali, che la vede arrivare alla partecipazione a due campionati di Promozione ed alla disputa della coppa Italia, per poi tornare al campionato di Prima categoria.

Il Cimitero di Bolotana

Bolotana: Cimitero di BolotanaProseguiamo verso nord lungo la via stazione per circa quattrocento metri e prendiamo verso destra la via Sant’Isidoro, poi, dopo un’ottantina di metri, prendiamo a destra la via San Bachisio, che, in circa centoquaranta metri, ci porta all’ingresso del Cimitero di Bolotana. Il Cimitero si trova alla sinistra della strada, e nel 2011 è stato risistemato e messo a norma, oltre ad aver creato nella parte esterna percorsi e parcheggi che consentono l’accesso alla struttura anche ai disabili.

Il Santuario di San Bachisio

Bolotana: chiesa di San BachisioProseguendo per circa centocinquanta metri troviamo,su un’ampia terrazza panoramica che si affaccia sul paese, l’ingresso dell’area nellaquale è situato il Satuario di San Bachisio, una chiesa romanica eretta nel tredicesimo secolo in stile romanico pisano, e completamente ricostruita nel 1597 da Miguel Puig, originario di Cagliari ma residente a Bolotana, con elementi di derivazione tardo gotica secondo l’impostazione portata nell’isola dai Gesuiti. Della struttura iniziale restano solo il portale laterale, ad arco decorato in stile trecentesco, ed alcune cappelle laterali. La chiesa ha un’unica navata con copertura a botte a sesto acuto, e dieci cappelle. Una di ueste, oggi utilizzata come uscita secondaria, contiene l’acquasantiera. All’interno, vi è anche una statua di San Bachisio in abiti femminili per ignominia, in ricordo di quando è stato oltraggiato da Antioco, prefetto della Siria. Al di sotto del livello della chiesa sembrerebbero trovarsi i resti dei Santi Martiri Sergio e Apuleio, mentre vicino al Santuario si trovano anche Muristenes che ora non sono però più utilizzate.

San BachisioChi è stato San Bachisio? Bachisio o Bacchisio è un nome presente solo in Sardegna, in particolare nel Nuorese e nel Sassarese, il cui culto riporta all’epoca bizantina da quando un’antichissima leggenda è stata tramandata oralmente da padre a figlio. Bachisio viene venerato nella chiesa Orientale, in particolar modo negli ambienti milatari, assieme al commilitone Sergio. San Bachisio è il patrono di Loceri che lo onora dal sedicesimo secolo, di Bolotana ed è festeggiato anche ad Onanì. Secondo la tradizione nasce in Siria verso il 265 ed è un ufficiale dell’esercito romano molto apprezzato da Valerio Massimiliano Augusto, con il quale Diocleziano ha condiviso il potere. Durante una spedizione militare, Bachisio ha a Milano una visione mistica, si fa quindi battezzare da Biagio, Vescovo di Sebaste in Cappadocia. recatosi in Siria, rifiuta di adeguarsi alla riChiesta di Antioco, prefetto della Siria, di rinnegare il Dio cristiano. Viene quindi arrestato e martirizzato a Barbalisso, città siriana sulle sponde di Eufrate, il 6 ottobre del 295. A Loceri, in contrasto con la data della morte, i festeggiamenti si svolgono il 10 e l’11 maggio, dato che San Bachisio è considerato il protettore della pioggia. Anche a Botolana, San Bachisio viene festeggiato dall’8 al 10 maggio per ricordare la consacrazione della chiesa, con una cerimonia religiosa e con con canti e balli tradizionali, mentre gli antichi festeggiamenti avvenivano tra il 5 ed il 7 ottobre per ricordarne la morte il 6 ottobre.

La chiesa viene definita un Santuario, ossia un luogo ritenuto sacro dalla tradizione religiosa, per la devozione dei fedeli dato che al suo interno si venera una statua in legno intagliato policromo di San Bachisio in abiti militari, alta un metro e mezzo, opera attribuita a un artigiano del sedcesimo secolo. San Bachisio è il patrono di Bolotana, e veniva un tempo festeggiato tra il 5 ed il 7 ottobre, per ricordarne la morte avvenuta il 6 ottobre. Oggi, invece, la Festa di San Bachisio si svolge dall’8 al 10 maggio, per ricordare la consacrazione della chiesa. Si tratta di una cerimonia religiosa, cui fanno seguito con canti e balli tradizionali, che proseguono l’11 maggio per i festeggiamenti in onore di Sant’Isidoro.

Il Municipio di Bolotana

Tornati sulla via Stazione, che è il nome che assome all’interno dell’abitato la SP17, la riprendiamo verso nord e la seguiamo per circa quattrocento metri, ed arriviamo dove la SP17 svolta verso sinistra diventando via Badde Salighes. Proseguiamo, invece, dritti e la strada costeggia il muraglione di ingresso all’area sopraelevata dove si trova la chiesa parrocchiale, che si trova sulla destra, mentre a sinistra è presente una vasta area di parcheggio. Percorsi circa centocinquanta metri, arriviamo in piazza del Popolo e troviamo, al civico numero 2, l’edificio che ospita la sede e gli uffici del Municipio di Bolotana.

Bolotana-La strada verso il Municipio di Bolotana Bolotana-Municipio di Bolotana

La chiesa parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo

Bolotana: dal Municipio verso la chiesa parrocchialeArrivando in piazza del Popolo, dalla strada che ci ha portato al Municipio, prendiamo subito a destra una strada in salita che torna indietro e ci porta nella piazza Corte Bella, che si trova nell’area sopraelevata. ui si trova la chiesa dei Santi Pietro e Paolo che è la chiesa parrocchiale di Bortigali. La chiesa è stata riedificata nell’ottocento su una preesistente chiesa seicentesca, dellaquale conserva il portale scolpito in trachite, e mostra elementi compositivi e ornamentali simili a uelli della chiesa di San Bachisio. Molto probabilmente la chiesa seicentesca si deve a Miguel Puig, originario di Cagliari ma residente a Bolotana, che aveva già edificato la chiesa rurale di San Bachisio, ed è datata sull’epigrafe, oggi illeggibile, che era presente nel cartello sul timpano del portale di facciata, che recitava: HIS MAR Custa faina est facta in su annu 1600 Bolotana. All’interno della parrocchiale si possono ammirare i quattro pannelli residui di un retablo cinquecentesco.

Bolotana: chiesa parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo Bolotana: chiesa parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo: facciata Bolotana: chiesa parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo: il portale

Dalla piazza Corte Bella con il Monumento ai Caduti al Museo Etnografico ed alla chiesa sconsacrata della Santa Croce

Nella piazza Corte Bella, di fronte alla fiancata sinistra della chiesa parrocchiale, si trova il Monumento ai Caduti Di Bolotana. Da ui prendiamo la via Alberto Ferrero della Marmora, che costeggia l’abside posteriore della chiesa per poi passare accanto alla sua fiancata destra, ad alla fine della strada troviamo sul suo lato destro il Museo Etnografico di Bolotana. ui potevamo arrivare anche da sud, prendendo dalla via Stazione, alla destra, la via Buocammino.

Bolotana: in piazza Corte Bella si può vedere il Monumento ai Caduti Bolotana-Museo Etnografico di Bolotana

Subito accanto al Museo, si trovano i resti della chiesa sconsacrata della Santa Croce che era ancora aperta al culto nel 1908, ma oggi è ridotta alle funzioni di un semplice magazzino di sgombero. Originariamente doveva avere una sua dignità architettonica, e lo si può vedere dagli archi gotici che sopravvivono al suo interno, e dai due capitelli in parte mutilati, sui quali si trovano due rilievi,su uno dei quali si vedono due leoni, sull’altro un pavone e un Leone affrontati, aventi fra loro, entro una cornice circolare, il monogramma IHS. Il pavone è stato il simbolo dell’immortalità perché gli antichi erano convinti della incorruttibilità delle sue carni, ed indica la funzione funeraria che la chiesa ha avuto fino a tutto il diciannovesimo secolo, probabilmente per i confratelli e consorelle della Confraternita della Santa Croce, ma forse anche per altri, ed infatti, il 30 gennaio 1836, vi è stato sepolto il Diego sullas, giustiziato per aver ucciso un militare in un conflitto a fuoco.

La chiesa di San Basilio

Bolotana: chiesa di San BasilioDalla via Stazione, centocinquanta metri prima dell’edificio che ospita il Municipio di Bortigali, si muove sulla sinistra la via Badde Salighes, che è la continuazione della SP17. Percorsi quattrocentocinquanta metri, dove a sinistra parte la via lei, si trova la chiesa di San Basilio edificata nel seicento, all’inizio dell’antico tracciato viario che collegava Bolotana con lei. Per tradizione è considerata la più antica tra le Chiese urbane di Bolotana, e quindi la struttura gotico catalana che si è conservata fino alla metà del ventesimo secolo non sarebbe quella originaria, ma una sua ricostruzione. Oggi della originaria chiesa secentesca rimane il portale in trachite, ridipinto in rosso porpora. Sulla chiave di volta che corona la parte superiore dell’ingresso, entro uno scudo araldico, si legge il monogramma IHS, sormontato da una croce con i tre chiodi, e circondato da cinque piccole rosacee, evidente allusione simbolica alle cinque piaghe del Cristo.

La chiesa di San Giovanni

Dalla piazza del Popolo, dove si trova il Municipio, prendiamo verso nord la via Umberto I, dopo poco più di duecento metri continuiamo sulla via Brigati Sassari, che, dopo quasi quattrocento metri, sbocca sulla via Cantareddu. La prendiamo verso destra, dopo cento metrila via Cantareddu sbocca sulla via Guglielmo Marconi, che prendiamo verso sinistra e che, in una cinquantina di metri, ci porta a costeggiare la chiesa di San Giovanni che si trova alla sinistra della strada. Ricostruita nel 1630 o nel 1636, è ad aula unica coperta da un tetto in legno a due spioventi coperti da tegole, presbiterio rialzato di un gradino, ed un minuscolo vano di sagrestia al quale si accede attraverso due porte architravate ai lati dell’altare. Si tratta di una chiesa con diritto di patronato da parte dei suoi costruttori e dei loro eredi, e, come tale, non era oggetto di visita da parte dei vescovi, ed è stata donata nel 1989 dalle famiglie sullas-Filia e Tiana alla parrocchia.

Bolotana: chiesa di San Giovanni Bolotana: chiesa di San Giovanni: facciata Bolotana: chiesa di San Giovanni: il portale

La chiesa di San Francesco d’Assisi

Dalla chiesa di San Giovanni, prendiamo verso est la via Angioy, la seguiamo per un centinaio di metri, poi prendiamo a sinistra una strada che, in una sessantina di metri, porta alla chiesa di San Francesco costruita, secondo dati di tradizione ma non documentali, tra il 1600 ed il 1609. La chiesa era affiancata sulla sinistra da un ampio Convento dei Cappuccini che è ora ridotto in condizioni di rudere, e che ha vissuto vicende affannose, per l’ostilità dimostrata dai bolotanesi nei confronti dei Frati che vi hanno officiato. Secondo la tradizione, per la costruzione della chiesa e del Convento il nobile bolotanese Gavino Gayas avrebbe offerto in dono un suo podere, ed in ossequio alla volontà del padre, probabilmente scomparso nel frattempo, sua figlia Caterina, con l’autorizzazione del Vescovo, d’accordo con il Parroco e con la popolazione, avrebbe dato inizio ai lavori nel 1608.

Bolotana: chiesa di San Francesco d’Assisi con sulla sinistra il Convento dei Cappuccini Bolotana: chiesa di San Francesco d’Assisi

Visita dei dintorni di Bolotana

Lettura di 'Ricerche archeologiche nei dintorni di Bolotana'Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Bolotana si trova il parco di Badde Salighes, con all’interno la Villa Piercy, e, poco distante, la chiesa campestre di Santa Maria de Sauccu. Sono stati, inoltre, portati alla luce i resti delle Tombe di giganti Mascarida, Santu Asili, Tittiriola, Tulio; della fonte sacra di Punta Estidu; dei Protonuraghi de Cannas, de Gazza, Figu, Perca ’e Pazza, Santa Caterina; del Nuraghe complesso Sfundadu; dei Nuraghi semplici Abbazzu, Bantine Cruo, Bantine Cruo II, Curzu, Funtana Edra, Funtana su lidone, Funtanassida, Mannu, Nodu de Sales, Onighedda, Ortachis, Pabattolas, Prida I, Prida II, Prida III, Punta Estidu, S’Ena Ettrosa, Sa Coa Filigosa, Serra Mariani, Sos Compensos, Sos Compensos II, Sos Giuncos, su Barattu, Tittirriola; ed anche dei Nuraghi Funtana Ona, Monte Zenzeru, Mularza Noa, Prunizas Biancas, Sedda de su Minadorzu, Serra Nuraghe, Sos Compensos III, su Barattu II, su Cantareddu, su Chivarzu, tutti di tipologia indefinita. Vediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto.

I resti del Protonuraghe de Cannas noto anche come Fodde

Bolotana-Protonuraghe de Cannas: planimetriaUsciti da Bolotana verso sud sulla SP17 in direzione di Bardosu, un’ottantina di metri prima della deviazione a sinistra per la frazione Ziu Zolo e circa trecentocinquanta metri prima di arrivare alla stazione di Bolotana, si trova la deviazione verso destra in una strada di penetrazione agraria in direzione di lei. Presa la deviazione, troviamo quasi subito a sinistra una strada bianca, la seguiamo per centocinquanta metri e vediamo, alla sinistra della strada, i resti del Protonuraghe de Cannas noto anche come Fodde. Posto alla sinistra del riu Cannas e a meno di trecento metri dalla SP17, il monumento edificato il basalto a 297 metri di altezza, presenta pianta irregolare, allungata, vagamente trapezoidale. Bolotana-Resti del Protonuraghe de Cannas l’edificio è rilevabile in tutto il suo profilo, ad eccezione del lato sud est dove, in luogo dell’originaria parete, è presente un muretto a secco recente che ne segue e completa, probabilmente, l’antico perimetro. L’opera muraria è costituita da massi poliedrici di grandi dimensioni nei filari di base, sui quali poggiano pietre di minore grandezza disposte a filari orizzontali irregolari. L’altezza massima del paramento si registra ad ovest con cinque metri e nove filari, mentre quella minima è a sud con meno di un metro, ed a nord l’elevato residuo risulta di un metro e ottanta con quattro filari. L’ingresso, volto a sud e munito di architrave, introduce in uno stretto corridoio ora a cielo aperto, che prosegue nella cella centrale naviforme.

I resti del Protonuraghe Figu

Bolotana-Protonuraghe Figu: planimetriaPassato il Protonuraghe de Cannas, proseguiamo per circa cento metri fino a trovare una svolta a sinistra e, dopo un altro centinaio di metri, di trovano alla destra della strada, a circa 200 metri a sud del Protonuraghe Figu, i resti del Protonuraghe Figui. Bolotana-Resti del Protonuraghe FiguIl monumento è ubicato in terreno pianeggiante, a breve distanza dal riu Cannas e in prossimità della strada ferrata. Il Protonuraghe Figu è un tipico esempio di Nuraghe a corridoio di forma irregolare, vagamente trapezoidale con profilo arrotondato, edificato in materiale indeterminato a 290 metri di altezza. L’opera muraria, costituita da blocchi di medie e grandi dimensioni disposti a file orizzontali irregolari, si conserva per una altezza massima di poco più di due metri e cinque filari a sud ovest, mentre quella minima, a nord est, risulta di poco più di un metri con tre filari. Lo stato di notevole rovina non consente di individuare ove era ubicato l’ingresso e nemmeno di conoscere l’articolazione degli spazi interni.

Il Protonuraghe de Gazza

Bolotana-Protonuraghe de Gazza: planimetriaUsciti da Bolotana verso sud sulla SP17 in direzione di Bardosu, un’ottantina di metri prima della deviazione a sinistra per la frazione Ziu Zolo e circa trecentocinquanta metri prima di arrivare alla stazione di Bolotana, si trova la deviazione verso destra nella strada di penetrazione agraria in direzione di lei. Presa la deviazione, la seguiamo per quattrocentocinquanta metri, poi prendiamo a sinistra, dopo un chilometro e mezzo prendiamo a destra, proseguiamo per circa un chilometro e troviamo, alla destra della strada, il Protonuraghe de Gazza, raggiungibile anche alla sinistra della strada di penetrazione agraria che da lei conduce a Bolotana. Si tratta di un Nuraghe a corridoio di forma irregolare, vagamente circolare, edificato in materiale indeterminato a 404 metri di altezza, con un ingresso visibile a nord ovest. Per quanto attualmente ostruito, è visibile il tratto iniziale del corridoio che seguiva l’ingresso, il quale doveva attraversare la costruzione in senso trasversale fino ad incontrare un secondo ingresso sul lato opposto, tanto è vero che è presente un varco ove è stato sistemato un cancello, al fine di utilizzare l’interno come ricovero per il bestiame. Bolotana-Vecchia foto dei resti del Protonuraghe de GazzaL’opera muraria appare rozza ed è costituita da blocchi poligonali di grandi dimensioni, rozzi al naturale e disposti a filari irregolari. L’altezza massima residua si rileva a sud e risulta di quasi tre metri e mezzo, mentre l’elevato medio è di due metri. Il crollo delle parti alte non consente una chiara lettura di eventuali altri ambienti, che sicuramente non dovevavo mancare in un monumento di così grandi dimensioni, dato che la superficie della costruzione è di 374 metri quadrati. A circa ottocento metri a sud ovest rispetto al Protonuraghe de Gazza si trovano due grotticelle artificiali, distanti fra di loro pochi metri. Il Protonuraghe de Gazza è situato a nord est rispetto alla necropoli di su Furrighesu, che si trova in territorio di lei, a circa ottocento metri di distanza da uest'ultima.

La tomba megalitica di Santu Asili

Bolotana-Tomba megalitica di Santu Asili: planimetriaLa Tomba megalitica di Santu Asili si trova a circa quattrocento metri a nord ovest rispetto al Protonuraghe de Gazza, con la quale era probabilmente associato, ed è situta sul lato sinistro della strada di penetrazione agraria che da lei conduce a Bolotana, a meno di cinquanta metri dal riu Carbone. Il monumento, pur gravemente danneggiato, conserva con sufficiente chiarezza il profilo di pianta rettangolare del vano funerario, delimitato nel fianco sinistro da cinque ortostati di varia grandezza, da un lastrone per testata e da due grandi lastroni residui nelle parete destra. Il vano appare suddiviso da un pietra infissa, quasi a creare una sorta di andito, mentre, all’esterno, si conservano ancora quattro lastroni del lato sinistro. All’esterno, sul fianco destro del momumento, è presente una stele aniconica di forma ogivale piatta. A pochi metri dalla stele giace una lastra di trachite lavorata con una certa cura di forma quadrangolare.

I resti del Nuraghe semplice Funtanassida noto anche come Sos Chircos

Bolotana-Nuraghe semplice Funtanassida: planimetriaDal Municipio di Bortigali usciamo sulla SP17 in direzione nord e poi in direzione ovest, percorsi 12.3 chilometri un cancello in legno ci fa prendere una deviazione a destra che, dopo circa un chilometro, ci porta al Nuraghe Funtanasidda noto anche come Sos Chircos. Si trova situato a circa 970 metri di altezza, su uno spuntone roccioso vicino al rio Sos Chircos che scorre a poco più di un centinaio di metri ad ovest. È un Nuraghe monotorre ralizzato in materiale indeterminato, con la pianta leggermente ellittica. Bolotana-Vecchia foto dei resti del Nuraghe semplice FuntanassidaL’ingresso si trova a circa un metro e ottanta di altezza, è di luce quadrangolare ed è sormontato da un architrave monolitico. Dall’ingresso, si entra in un corridoio nel quale, sulla sinistra, si trova il vano scala ora a cielo aperto e agibile per circa quattro metri, e di fronte ad essa è quasi certa la presenza di una nicchia non rilevabile a causa dei materiali di crollo. Nella camera, non molto grande, è presente una profonda nicchia poligonale, mentre una secondo vano contrapposto doveva aprirsi nella parete ora interamente crollata. Il paramento murario, spesso in media quattro metri, presenta murature costituite da pietre di medie e grandi dimensioni disposte a filari orizzontali regolari.

Dalla SP17 in località Mularza Noa si raggiunge il parco Comunale Pabude

Bolotana-La strada di accesso al parco PabudeBolotana: il parco PabudeProseguiamo sulla SP17 per quattrocentocinquanta metri e, arrivati in località Mularza Noa, troviamo sulla destra il cancello di accesso al Parco Pabude, un parco Comunale attrezzato di particolare pregio paesaggistico e naturalistico, zona di grande pregio paesaggistico. Si tratta di un parco dove passare una giornata tranquilli, i bambini possono correre e giocare, ci sono tavoli, panche e barbecue a disposizione. Il parco è pulito e curato. Sono presenti tavoli, zone cottura e fontanelle, e la temperatura risulta più bassa essendo in una zona ombreggiata e in altitudine relativamente elevata, quindi piacevole in estate. Il parco Pabude è davvero un paradiso della natura con i suoi agrifogli ed i tanti animali che vi si trovano. Volpi, cinghiali rumorosi, tassi si muovono nel sottobosco mentre il cielo è solcato dai falchi. Davvero affascinante muoversi con circospezione in un ambiente incontaminato, magari guardando la fauna da vicino grazie a un provvidenziale binocolo.

Nel parco Pabude sono presenti i resti della fortezza punica di Mularza Noa

Bolotana-Resti della fortezza punica di Mularza Noa: torre lungo la cortina meridionaleBolotana-Resti della fortezza punica di Mularza Noa: torre quadrangolareNel 1976 sono stati scoperti in località Mularza Noa, all’interno del parco Comunale di Pabude a un centinaio di metri sulla sinistra della SP17, i resti della Fortezza di Palube, un vasto complesso fortificato punico, dotato di una serie multipla di linee di difesa, noto anche come Fortezza di Mularza Noa. Sorge in posizione dominante, su un modesto ripiano dominato a sud dal massiccio di Sa Serra. La spianata strapiomba verso est verso il riu Sos Chircos, in vista del Nuraghe Funtanassida, mentre ad ovest declina dolcemente verso il riu Birolotta. La fortezza era circondata da una massiccia cinta muraria poligonale, in parte inglobata nella roccia. È visibile ciò che resta delle mura a cremagliera, e sono visibili anche le porte a tenaglia dette anche Porte Scee, come quelle di Troia, il sistema di torri di fiancheggiamento e, per il rinforzo delle mura, le casematte cieche. Al suo interno si individuano diversi ambienti ciechi, alcune torrette ed altri ambienti, utilizzati forse come alloggiamenti militari. Si trovano i resti dell’Acropoli, edificata sfruttando un preesistente edificio nuragico. Sul retro della muraglia si intravedono tracce di edifici. La tecnica edilizia ha suggerito una datazione intorno al quinto secolo avanti Cristo del primo impianto della fortezza che si ritiene facesse parte del sistema difensivo cartaginese, realizzato per controllare l’accesso dai monti verso la valle del Tirso, con fasi edilizie più tarde riferibili ad età romana. Si ritiene fosse in comunicazione con altre tre fortezze realizzate dai Cartaginesi nella zona, che sono la fortezza di San Simeone a Bonorva, quella di Palattu a Padria, e quella di Talasai a Sedilo. In realtà, di questo interessante complesso si conosce ben poco, dal momento che, a parte uno schizzo planimetrico generale, ovviamente assai imperfetto e generico, non si dispone di sicuri elementi per una chiara definizione cronologica e culturale, e si attendono ancora mirate indagini stratigrafiche ed un preciso rilevamento planimetrico per una più sicura attribuzione cronologica e culturale.

Il Nuraghe di Mularza Noa

All’interno del complesso fortificato di Mularza Noa, si trovano i resti del Nuraghe di Mularza Noa, un Nuraghe di tipologia indefinita edificato in materiale indeterminato a 1.011 metri di altezza. Le rovine di questo interessante e non ancora definito complesso archeologico, sembrano comprendere anche strutture prenuragiche. La costruzione nuragica, riutilizzata ed inserita nel più articolato complesso fortificato punico romano, è posta proprio sul margine dello strapiombo che guarda a nord est il riu Chircos. Attualmente consta di un tratto di muro curvilineo costruito con grandi massi appena sbozzati e disposti a filari. L’altezza residua risulta di quasi un metro e mezzo, con due o tre filari. Non è possibile, allo stato attuale, definire la pianta e l’articolazione degli spazi interni di questo monumento forse più un Protonuraghe o un modesto recinto che un classico Nuraghe a tholos che in tempi successivi avrebbe fatto parte del complesso punico romano.

Nel parco Pabude si trovano anche le cascate di Mularza Noa

Bolotana-La cascata di Mularza NoaDa dove eravamo entrati nel parco, proseguiamo per settecentocinquanta metri nel sentiero che lo attraversa verso nord e poi verso ovest, ed arriviamo a vedere, a poca distanza, la Cascata di Mularza Noa, una delle cascate più famose presenti in Sardegna, una meraviglia della natura nel mezzo del Parco Pabude. La cascata ha un’altezza di circa diciotto metri, con due salti, il primo di circa sei metri ed il secondo molto più a valle. È alimentata dal torrente riu Biralotta, conosciuto anche come il fiume di Ortachis, la cui sorgente si trova nei pressi dell’altopiano omonimo. Il torrente scorre su un altopiano di origine vulcanica, costituito da bancate di ignimbriti e altri depositi piroclastici. La portata di questo corso d’acqua è davvero variabile, può andare da zero a quasi seimila litri al secondo, in caso di inverni particolarmente piovosi. Alcune faglie sono causa di discontinuità  del tavolato vulcanico e danno origine al dirupo nel quale si gettano le acque del torrente. Non sorprende che la cascata sia frequentata da tanti turisti:, dato che fra maestosi alberi secolari e rocce spigolose, il luogo è armonioso e adatto a chi ama la natura incontaminata. In molti si avventurano nella zona per fare escursioni e ammirare in silenzio il fragore dell’acqua che cade sulle pietre sottostanti.

Dalla SP17 in località Ortachis si raggiunge il bel bosco di Ortachis

Bolotana: il bosco di OrtachisBolotana: il bosco di OrtachisProseguiamo sulla SP17 per quattrocentocinquanta metri e, arrivati in località Mularza Noa, troviamo sulla destra il cancello di accesso al Bosco di Ortachis, nel quale l’edera e la vite spontanea a volte avviluppano per intero le piante della boscaglia, e le cui liane danno per un attimo l’impressione della giungla. Il bosco è qualcosa di fantastico, campi enormi di felce, molte specie di farfalle, di insetti ed è possibile anche trovare delle rane in prossimità della sorgente. Ci sono moltissimi cespugli di more selvatiche e commestibili, un paio di alberi sono spettacolari a causa della grandezza ma anche a causa dei rami che crescono abbracciando il tronco. Molto bello, attraversando la strada, entrando nel cancelleto e scendendo dai gradini verso il fiumicello che si trova e percorrendo il fiume nel senso della corrente, nel sottobosco, si arriva dopo circa trenta o quaranta minuti di camminata verso nord seguendo il fiume, alla cascata di Mularza Noa, alla quale si arriva più agevolmente dal parco Pabude.

Nell’insediamento nuragico di Ortachis si trovano il Nuraghe semplice Ortachis ed i due circoli megalitici ad esso sollegati

Bolotana-Nuraghe semplice Ortachis: planimetriaPreso l’ingresso sulla destra della strada provinciale, da esso parte un sentiero che, procedendo verso destra, dopo settecento metri in mezzo al bosco, porta ai resti dell’insediamento nuragico di Ortachis, passati i quali si trovano i ruderi del Nuraghe di Ortachis edificato in materiale indeterminato a 1026 metri di altezza. Bolotana-Resti del Nuraghe OrtakisIl Nuraghe si trova in posizione dominante su una rupe trachitica, a pochi metri dai noti circoli megalitici e in linea con i resti della fortezza punica di Mularza Noa. È un Nuraghe monotorre, a pianta circolare, in gran parte franato. Dell’esterno rimangono visibili solo pochi filari di pietre appena sbozzate, di dimensioni medio piccole. L’ingresso volto a sud est ed ora privo di architrave, introduce in un corridoio leggermente strombato verso l’interno, ora a cielo aperto, e percorribile soltanto per due metri e mezzo prima di essere interrotto dal riempimento che ricopre gli spazi interni del monumento per il crollo delle parti alte della costruzione. Dall’ingresso si intravede il corridoio che portava alla camera, entrambi ingombri di pietre del crollo.

Bolotana-Uno dei circoli megalitici OrtakisCollegati al Nuraghe, ci sono due circoli megalitici posti a circa mille metri di altezza, con una probabile funzione rituale. Il primo è formato da una doppia fila di pietre, infisse nel terreno, ma è attraversato da un muretto che ne compromette la bellezza. Il secondo è formato, invece, da una sola fila di pietre. Si ritiene risalgano alla Cultura di San Michele di Ozieri, che si è sviluppata secondo la cronologia calibrata tra il 4000 ed il 3200 avanti Cristo e secondo la datazione tradizionale tra il 3200 d’il 2800 avanti Cristo. I circoli megalitici di Ortachis, ritenuti funerari ed attribuiti ad età prenuragica sulla base di confronti istituiti con analoghi monumenti isolani, dovrebbero essere scavati per una più puntuale e corretta definizione culturale.

Il parco di Badde Salighes con la Villa Piercy

Proseguendo per settecento metri sulla SP17 verso ovest, a un bivio, seguendo le indicazioni, prendiamo sulla sinistra una stradina che scorre un poco più a sud della SP17, e che, in circa un chilometro e ottocento metri, ci porta alla frazione Badde Salighes (altezza metri 955, distanza in linea d’aria circa 16.6 chilometri, una frazione del comune di Bolotana.

Nella frazione si trova, alla destra della strada, l’ampio Parco Badde Salighes un’oasi naturale che tutti invidiano alla Sardegna, realizzato a metà dell’ottocento da Benjamin Piercy. All’interno del parco si trova la Villa Piercy un edificio a forma di Castello uadrilobato, con le volte affrescate ed arredato in stile coloniale. L’ampio giardino circostante la Villa Piercy è, ancor oggi, una raccolta di piante esotiche provenienti da tutto il mondo, nel quale la comunità Montana sta realizzando il primo giardino botanico montano della Sardegna. Gran parte delle abitazioni del villaggio sono state vendute a privati, ma uello che resta, soprattutto le vecchie caserme, restaurate, diventano una struttura ricettiva che comprende un albergo con sala congressi.

Bolotana-Villa Piercy in corso di restauro nel 2007 Bolotana: il parco di Badde Salighes Bolotana: il parco di Badde Salighes Bolotana: una abitazione del villaggio venduta a privati Bolotana-La ristrutturazione delle vecchie caserme per realizzare strutture ricettive nel 2007

Il Santuario campestre di Santa Maria ’e Sauccu

Sulla stradina che porta a Badde Salighes, un chilometro e ottocento metri più ad ovest, troviamo la deviazione verso sud, che, in un chilometro, ci fa raggiungere la frazione Santa Maria de Sauccu (altezza metri 845, distanza in linea d’aria circa 19.9 chilometri, una frazione del comune di Bolotana.

In questa frazione si trova il Santuario di Santa Maria de Sauccu, una chiesa campestre situata a 850 metri di altitudine nella montagna del Marghine, poco più a sud di Badde Salighes, su un pianoro che sovrasta il rio Sauccu, alle spalle dell’altopiano di Campeda. Immerso nella campagna, sorge sul sito di un villaggio medioevale attestato nel 1346 come Villa de Sauca, e nel 1421 come Villa de Sahuch. Il Santuario è circondato da una cinquantina di Muristenes, cioè i piccoli alloggi dove risiedono i novenanti ed i pellegrini durante il periodo delle celebrazioni religiose, alcuni dei quali simili come forma alle capanne dei villaggi preistorici.

Bolotana-Santuario di Santa Maria ’e Sauccu Bolotana-Santuario di Santa Maria ’e Sauccu: facciata Bolotana-Santuario di Santa Maria ’e Sauccu: muristenes Bolotana-Santuario di Santa Maria ’e Sauccu: muristenes a forma di capanne preistoriche

Bortigali-Festa di Santa Maria de Sauccu: partenza della processioneLa chiesa viene definita un Santuario, ossia un luogo ritenuto sacro dalla tradizione religiosa,per la devozione dei fedeli dato che al suo interno si venera il simulacro della Vergine con Bambino in terracotta, un manufatto è di piccole dimensioni, di circa 25 centimetri, che viene custodito nella chiesa di Santa Maria degli Angeli, mentre un altro e più antico simulacro è custodito nel Santuario di Santa Maria ’e Sauccu che raffigurava Santa Maria Manna, ed era la statua che veniva portata in processione fino agli anni trenta del novecento, per venire in seguito sostituito con uello attuale. Sebbene il Santuario si trovi in territorio di Bolotana, viene sentito come proprio anche dalla popolazione di Bortigali, paese che dista solo circa cinque chilometri dalla chiesa, che il 7 settembre celebra la Festa di Santa Maria ’e Sauccu, una Festa campestre con le tradizionali processioni a piedi e a cavallo, e con le novene nei Muristenes attorno al Santuario, che abbiamo raccontato quando abbiamo descritto il comune di Bortigali.

I resti del Nuraghe semplice Tittirriola

Bolotana-Planimetria del Nuraghe TittirriolaRitorniamo sulla SP17 al bivio che ci aveva portati alla frazione Badde Salighes, e la riprendiamo verso ovest, la seguiamo per circa quattro chilometri e novecento metri, e troviamo una deviazione in una strada bianca sulla destra che, dopo quattro chilometri ed ottocento metri, ci porta a una cascina. Alla distanza di circa cinquecento o seicento metri più ad oriente rispetto a questa cascina si trova il Nuraghe Tittirriola, un Nuraghe semplice, monotorre, che in origine aveva una altezza di quindici metri, e si sviluppava su due piani. È stato costruito con blocchi di basalto a 942 metri di altezza. La camera centrale, con la tholos intatta, ha all’interno tre nicchie, e da questa camera parte un vano scala interno, e sulla parte alta, in corrispondenza dell’ingresso, è chiaramente visibile un finestrone sormontato da un architrave. Il vano scala, che parte dal corridoio a sinistra dopo l’entrata, attualmente è impraticabile perché interessato da crolli, e termina in una camera più piccola, situata sopra l’andito dell’entrata.

Bolotana-Veduta del Nuraghe Tittirriola Bolotana: il Nuraghe Tittirriola Bolotana-Nuraghe Tittirriola: una nicchia internaa Bolotana-Nuraghe Tittirriola: la tholos intatta

Il Nuraghe è delimitato da un antemurale ed inserito all’interno di un villaggio nuragico di cui si apprezzano le tracce. A pochi centinaia di metri si trovano una Tomba di giganti ed un pozzo sacro, che pare sia stato ricoperto in tempi relativamente recenti.

La prossima tappa del nostro viaggio

Nella prossima tappa del nostro viaggio, ci recheremo a visitare la parte del Nuorese che si sviluppa a nord est della città, al confine con le Baronie, nella zona chiamata anche la Barbagia di Bitti dove visiteremo Orune, Bitti, faremo una deviazione a Osidda, proseguiremo quindi per Onanì e Lula.


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