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La costiera di Arbus con la Costa Verde, da Pistis a Torre dei Corsari, poi Piscinas con le sue dune, Bau e Scivu


In questa tappa del nostro viaggio, in un viaggio che si svolgerà tra capo Frasca e capo Pecora visiteremo tutta la cosiddetta costiera di Arbus che comprende la Costa Verde che si sviluppa da Pistis a Torre dei Corsari, Porto Palma e Marina di Arbus, per proseguire oltre la Costa Verde per arrivare fino alle dune di Piscinas ed alle isolate spiagge di Bau e Scivu.

Nel Monreale o Campidano di Sanluri

Il MonrealeIl Monreale detto anche Campidano di Sanluri è una Regione della Sardegna sud occidentale. anticamente il territorio del Monreale apparteneva al Giudicato d’Arborea di cui occupava la parte meridionale della Curatoria di Bonorzuli. I comuni che ne fanno parte sono Arbus, Gonnosfanadiga, Guspini, Pabillonis, Samassi, San Gavino Monreale, Sanluri, Serramanna, Serrenti, Vallermosa, Villacidro. I comuni di Serramanna e Serrenti sono ai confini tra il Monreale ed il Campidano di Cagliari, per cui possono essere conderati anche appartenenti a quest'ultimo. Il territorio del Monreale è prevalentemente pianeggiante, con diverse aree collinari. Nel territorio del Monreale esistono testimonianze prenuragiche, nuragiche, fenicio puniche e romane. Il territorio rientra totalmente nella Provincia del Sud Sardegna.

Da Arbus in viaggio verso Sant’Antonio di Santadi per recarci a visitare la sua costiera

Da Arbus la via Montevecchio ci ha portati sulla SP68 che in poco più di sei chilometri ci fa raggiungere la frazione Montevecchio, e da qui proseguiamo con la SP65 in direzione del monte Arquentu, che, dopo una trentina di chilometri, ci fa raggiungere l’abitato di Sant’Antonio di Santadi. Dal Municipio di Arbus a quello di Sant’Antonio di Santadi seguendo questa strada si percorrono 36.7 chilometri.

Un modo più semplice per raggiungere Sant’Antonio di Santadi recarci da Arbus a Guspini, che si raggiunge in circa sei chilometri, da Guspini usciamo sulla SS126 sud Occidentale Sarda verso Pabillonis, dopo circa tre chilometri svoltiamo a sinistra sulla SP65 e, dopo ventiquattro chilometri, raggiungiamo l’abitato di Sant’Antonio di Santadi. Dal Municipio di Arbus a quello di Sant’Antonio di Santadi seguendo questa strada si percorrono 33.7 chilometri.

La frazione Sant’Antonio di Santadi

La frazione Sant’Antonio di Santadi (altezza metri 6, distanza in linea d’aria circa 24,21 chilometri sul livello del mare, abitanti 85) è un villaggio agricolo da non confondere con il comune di Santadi, che si trova invece nel Sulcis. Da Sant’Antonio di Santadi, proseguiremo verso nord per raggiungere capo Frasca e verso sud fiancheggiando la costa e recandoci a visitare la cosiddetta Costa Verde.

Sant’Antonio di Santadi: chiesa di Sant’AntonioNella frazione Sant’Antonio di Santadi si trova la chiesa di Sant’Antonio di Santadi che è la parrocchiale di questa frazione, realizzata tra il 1949 ed il 1950 e benedetta il 18 giugno dell’Anno Santo. I pescatori la chiamano La capanna dello spirito, e si tratta di un moderno edificio, con grande portale sormontato da un’ampio finestrone rettangolare, che è composto da una spaziosa e luminosissima aula la quale termina col presbiterio rialzato da alcuni gradini, e su di esso trova posto l’altare. La canonica è affiancata sul fondo destro dell’edificio, mentre dal lato opposto, addossato alla facciata, si trova l’alto campanile a canna quadrata.

Sant’Antonio di Santadi: foto dell’antica chiesa di Sant’AntonioQuesta chiesa moderna ha sostituito l’Antica e suggestiva chiesa di Sant’Antonio, costruita intorno al 1650 ed elencata nella relazione del 6 agosto 1761, a cura di monsignor Pilo, Vescovo della diocesi di Ales Terralba, che era descritta distante sei ore di cammino a cavallo da Arbus, aveva in dote il fitto di uno starello di terra ogni due anni ed il frutto di 15 capre ed era governata da un eremitano. Le immagini che immortalano l’originario edificio, ci mostrano la sua graziosità, in stile mediterraneo e con grande sinuoso campanile a vela a luce arcuata. Da una relazione del 1789, si apprende che anche i sacerdoti dovevano armarsi per raggiungere la piccola chiesa, perché il luogo era soggetto agli attacchi dei barbareschi.

La famosa Festa di Sant’Antonio

Arbus: il preparazione della Festa di Sant’Antonio con la Festa dei BuoiArbus: il preparazione della Festa di Sant’Antonio con la corsa di Sant’AntonioArbus: la Festa di Sant’Antonio da PadovaTra le numerose feste sacre che si svolgono ad Arbus l’evento più importante è la Festa di Sant’Antonio di Padova, che si svolge ogni anno nel mese di giugno e dura quattro o cinque giorni consecutivi intorno al 13 giugno. La Festa di Sant’Antonio da Padova è preceduta, in diverse date durante il mese di maggio, da vari eventi di preparazione, come la Festa dei Buoi ossia Sa die de Sa Festa de Is Bois, e la Corsa di Sant’Antonio.

Arbus: la Festa di Sant’Antonio da Padova: cocchio di Sant’AntonioDurante la Festa di Sant’Antonio da Padova si svolge una processione che percorre circa 33,6 chilometri, accompagnata da gruppi in costume sardo dei paesi vicini, cavalieri bardati a festa, dalle tradizionali traccas. La processione ha inizio ad Arbus il sabato mattina, attraversa il centro abitato di Guspini e giunge fino alla frazione Sant’Antonio di Santadi, a 3 chilometri dalla spiaggia di Pistis, dove i festeggiamenti proseguono la domenica e il lunedì. Il martedì il simulacro effettua il percorso inverso e i festeggiamenti terminano la notte ad Arbus, con l’arrivo del simulacro del Santo, salutato con uno spettacolo pirotecnico.

Da Sant’Antonio di Santadi ci recheremo a visitare la Costa Verde

Arbus: la Costa VerdeDa Sant’Antonio di Santadi ci recheremo a visitare le diverse località turistiche di quella che, a metà degli anni ’60, era stata denominata Costa Verde in auspicio di uno sfruttamento turistico che prevedeva la cementificazione della costa e che non si è mai realizzato, sia per i ricorsi e le proteste delle associazioni ambientaliste, che per la difficoltà a raggiungere queste coste, molto lontane dalla SS126 Sud Occidentale Sarda, in una zona della Sardegna distante dai principali porti ed aeroporti dell’Isola. La visiteremo partendo da capo Frasca a nord, per recarci poi verso sud a Pistis, poi a Torre dei Corsari, per arrivare infine a Porto Palmas. Da qui proseguiremo ancora verso sud lungo la costiera di Arbus, da Funtanazza a Marina di Arbus, con la spiaggia di Gutturu ’e Flumini, quindi da Portu Maga fino alle famose dune di Piscinas. Infine, proseguendo verso sud, la costa prosegue verso capo Pecora, il promontorio che chiude a sud la costiera di Arbus, dove si trovano le ultime spiagge di questa costiera, raggiungibili via mare, o attraverso un lungo viaggio che ci porta dalla Regione storica del Medio Campidano a quella di Carbonia Iglesias.

Quattro VeleNel 2017 Legambiente attore protagonista dell’ambientalismo italiano, con le rilevazioni effettuate dalla sua Goletta Verde, e con la collaborazione del Touring Club Italiano, ha assegnato il riconoscimento di 4 Vele al comprensorio della Costa sud ovest e delle Isole Sulcitane. I parametri considerati per l’assegnazione delle vele sono la qualità delle acque di balneazione, efficacia della raccolta differenziata dei rifiuti, la gestione delle risorse idriche, la presenza di aree pedonali, efficienza dei servizi, la valorizzazione del paesaggio e delle produzioni locali.

Verso nord si trova il Poligono Militare di capo Frasca con le sue spiagge

Il Golfo di Oristano è delimitato a nord dal capo San Marco, nella penisola del Sinis, e a sud dal capo Frasca, dove si trova l’omonima stazione meteorologica ed il Poligono Militare, che si trova in territorio di Arbus. Dal centro di Sant’Antonio di Santadi prendiamo verso nord la via Mare Jonio che, in trecentocinquanta metri, porta di fronte al cancello di ingresso del Poligono Militare, mentre la stretta strada prosegue verso sinistra e si dirige poi a nord all’interno del promontorio di capo Frasca.

Il Poligono Militare di capo Frasca

Il Poligono Militare di capo Frasca è un poligono di tiro, situato sulla costa occidentale dell’Isola, che occupa una superficie a terra di quattrodici chilometri quadrati, e viene utilizzato dalle aeronautiche e dalle marine italiane, tedesche, e della Nato, per esercitazioni di tiro a fuoco aria terra e mare terra. Vi sono situati impianti radar, un eliporto e diverse basi di sussistenza. La base militare impegna un’area di sicurezza a mare, interdetta alla navigazione, con il divieto di esercitare la pesca e la presenza di ordigni inesplosi in mare e in terra.

Capo Frasca: residui delle esercitazioni militariIl 4 settembre 2014 un incendio provocato da un’esercitazione di Tornado tedeschi, aveva distrutto 30 ettari di macchia a capo Frasca. Negli ultimi 15 anni, dal 2000 al 2014, nei poligoni militari della Sardegna ci sono stati 22 incendi, per una superficie totale di 722 ettari, tutti fra il 1° giugno e il 30 settembre e con una media di 48 ettari circa distrutti ogni anno. E, dopo una grande manifestazione alla quale hanno partecipato oltre cinquemila persone arrivate da tutta la Sardegna, il 16 settembre la giunta regionale presieduta da Francesco Pigliaru ha deciso di imporre alle Forze Armate di sospendere le attività terrestri e aeree nel periodo ad alto rischio di incendio boschivo, e Chiesto loro di predisporre un proprio piano di prevenzione e pronto intervento, dotandosi di mezzi e personale adeguati, per la prima volta estendendo il proprio piano antincendi ai poligoni militari di Perdasdefogu, capo Frasca e Capo Teulada. Il corpo forestale è stato incaricato di presidiare le aree intorno alle zone militari.

La spiaggia di Cala Brigantino chiamata anche spiaggia Sa Niedda

Il promontorio basaltico di Capo Frasca che chiude a sud il Golfo di Oristano, termina a nord con il capo della Frasca, e sul suo versante nord occidentale, all’interno del Poligono Militare di capo Frasca, si trova la spiaggia di Cala Brigantino. È raggiungibile solo via mare, dato che l’accesso da terra è vietato, e quello dal mare consentito solo a luglio e ad agosto. Occorre possedere una propria imbarcazione, ma l’escursione, riservata ai diportisti esperti, è da compiersi solo con condizioni meteomarine ottimali. In alternativa, si può raggiungere il porticciolo dei pescatori di Marceddì ed utilizzare uno dei barconi da trasporto turistico.

La spiaggia di Cala Brigantino chiamata anche spiaggia Sa Niedda e piuttosto lunga e si presenta con un arenile di medie dimensioni, costituita da sabbia dorata chiara, fine e morbida al tatto, che ricopre parzialmente gruppi di scogli di colore scuro, da cui il nome Sa Niedda o Sa Pedra Niedda, ossia Le Pietre Nere. L’arenile si affaccia in un mare trasparente di colore verde, dal fondale sabbioso e non basso. Quasi deserta anche in alta stagione per le notevoli difficoltà d’accesso e per la presenza di un gran numero di zanzare, non sono presenti servizi su questa spiaggia.

La Torre di capo Frasca o torre Nuova

Al centro della costa orientale del promontorio di capo Frasca, a venti metri di altezza sul mare, si trova la Torre di capo Frasca edificata nel 1577, che nelle carte topografiche è segnalata con il nome di Torre Nuova. Molto difficile visitarla perché situata all’interno dell’area militare, è realizzata con lave e tufi basaltici. La struttura si presenta in condizioni scadenti, infatti la volta a cupola, che si trovava all’interno, è crollata. restano cinque grandi archi in mattoni, che si ritiene dovessero sorreggere la copertura del terrazzo, anch’essa crollata.

La piccola Cala chiamata Porto Terrexi

Dal centro del piccolo borgo di Sant’Antionio di Santadi, seguendo le indicazioni prendiamo a sinistra la Strada Comunale S’Enna S’Arco che conduce verso il mare. Prima di giungere in prossimità della costa, svoltiamo a destra, e seguiamo la stradina di campagna, sino alla piccola Cala di Porto Terrexi, che si trova sul versante sud occidentale del promontorio, all’interno del Poligono Militare di capo Frasca. Gli esperti di Trekking la possono raggiunge a piedi.

Nella zona nord del territorio costiero di Arbus, il mare lambisce una bassa scogliera, tra la quale troviamo una piccola Cala chiamata Porto Terrexi. Il suo arenile è caratterizzata da un fondo di ciottoli levigati di modeste dimensioni, tra i quali si trovano rocce e scogli, che si affaccia su un mare di un colore verde cangiante a seconda dell’altezza del sole, con un fondale roccioso, e di media profondità. Alle spalle della spiaggia, si alzano colline tondeggianti ricoperte di un manto di macchia mediterranea. Non sono presenti servizi in questa cala, che non e altamente frequentata. A sud di Porto Terrexi, si trova la grande scogliera degli Scogli Neri, che si prolunga fino quasi a Punta de S’Achivoni, dopo la quale si apre l’ampia insenatura di Pistis.

Verso sud da capo Frasca a Porto Palmas passando per Pistis e Torre dei Corsari

Dal centro del piccolo borgo di Sant’Antionio di Santadi, seguendo le indicazioni prendiamo a sinistra la Strada Comunale S’Enna S’Arco che conduce verso il mare e poi svolta verso sud seguendo la costa, proseguendo verso sud e portandoci a Pistis, da dove proseguiremo verso Torre dei Corsari, per arrivare infine a Porto Palmas

La frazione Pistis con il suo insediamento turistico

Presa la Strada Comunale S’Enna S’Arco, percorriamo tre chilometri ed arriviamo all’agglomerato turistico della frazione Pistis (altezza metri 5, distanza in linea d’aria circa 25,05 chilometri sul livello del mare, abitanti 8) affacciato sulla costa, decisamente realizzato in modo confuso e non bello. Il paese si trova all’interno di un’ampia baia, chiusa a nord dalla Punta de S’Achivoni ed a sud dal Promontorio di Flumentorgiu, sul quale sorge la torre che descriveremo più avanti. L’agglomerato turistico si affaccia sul mare in un tratto di litorale, caratterizzato soprattutto dalla presenza di rocce e scogliere, con alcune piccole belle calette.

Arbus: il pistis: la Baia di Pistis Arbus: il pistis: la spiaggia di Pistis Arbus: il pistis: scogli sulla spiaggia di Pistis Arbus: il pistis: scogli sulla spiaggia di Pistis Arbus: il pistis: scogli ai lati della spiaggia di Pistis

Prendendo a sud dall’abitato di Pistis, possiamo raggiungere a piedi l’estremo settentrionale dell’ampia spiaggia di Pistis, che si sviluppa alla sinistra dell’abitato, e che descriveremo più avanti quando ci recheremo a visitarla seguendo la SP65.

La strada costiera della Costa Verde ci porta alle famose dune di Pistis

Arbus: il pistis-ungo la strada costiera della Costa VerdeDa Sant’Antonio di Santadi prendiamo verso sud ovest la Strada Comunale di Porto Palma che esce dall’abitato come SP65 e che percorre verso sud tutta la costa, tanto da venire chiamata anche Strada costiera della Costa Verde. Raggiunta la costa, procediamo in direzione sud, verso Torre dei Corsari, e, più o meno a metà percorso, troviamo una strada bianca, che ci porta alla spiaggia di Pistis, che prosegue a sud con la spiaggia chiamata le Sabbie d’Oro, la quale si sviluppa a nord dell’insediamento turistico di Torre dei Corsari. Le due spiagge costituiscono un arenile della lunghezza di oltre due chilometri.

Alle spalle della spiaggia di Pistis e della spiaggia chiamata le Sabbie d’Oro, si sviluppa un bellissimo sistema di dune, dove il colore dorato chiaro della sabbia contrasta con il verde della macchia mediterranea delle colline circostanti. Sono le le famose Dune di Pistis, il cui nome originale sarebbe Dune di Is Arenas ’e S’Acqua ’e S’Ollastu ossia le Dune della sabbia alla sorgente dell’olivastro. Durante l’attuale era quaternaria il vento ha depositato lungo due chilometri di costa queste alte di sabbbia dorate, alte fino ad ottanta e novanta metri, che donano alla spiaggia sottostante un aspetto selvaggio e desertico.

Arbus: il pistis-e dune di Pistis Arbus: il pistis-e dune di Pistis Arbus: il pistis-e dune di Pistis

Sono dovute all’azione del maestrale, che ha fatto si che una grande quantità di sabbia sia stata spinta verso l’entroterra. Si tratta di un sistema dunale di eccezionale valore ambientale. Il processo è sempre attivo e lo si vede spesso nelle giornate di forte vento e dall’alto delle dune, è possibile ammirare una incantevole ed incontaminata vista di tutta la costa.

La spiaggia di Pistis e la casa del Poeta

Raggiunta la costa, procediamo in direzione sud, verso Torre dei Corsari, e, più o meno a metà percorso, a tre chilometri e mezzo da dove la avevamo imboccata, troviamo una strada bianca, che dopo circa un chilometro e mezzo, ci porta alla spiaggia di Pistis, che si trova subito a sud dell’omonimo insediamento abitativo, del quale è raggiungibile anche da essa il suo lungomare.

Arbus: il pistis: la spiaggia di PistisLa spiaggia di Pistis e caratterizzata da un arenile di grandi dimensioni, costituito da una grande distesa dorata, con sabbia chiarissima, non finissima, compatta e abbondante, affacciato su un mare trasparente, caratterizzato da una colorazione verde smeraldo, e da un fondale sabbioso, con la presenza di qualche scoglio, soprattutto in corrispondenza con la scogliera a nord, dove si trova un’alta scogliera di basalto. Il vento che soffia abbondante nella zona, attrae numerosi amanti del windsurf. La spiaggia è abbastanza frequentata in alta stagione, ma grazie alle sue dimensioni non risulta mai troppo affollata. Sono presenti diversi punti ristoro sulla spiaggia, e vi è la possibilità di noleggiare attrezzature da spiaggia come ombrelloni, lettini, e canoe, pattini, pedalò. Comunque, presso le dune, alcuni grandi complessi turistici, peraltro non belli, rendono non sempre facile l’accesso.

Arbus: la casa del poeta: vecchio ritratto del poeta Efisio SannaSulla costa, nella parte settentrionale della spiaggia di Pistis, facendosi accompagnare da qualche persona del posto, è possibile visitare la Casa del Poeta da raggiungere a piedi, fra le dune dell’entroterra. È una abitazione, una sorta di capanna, realizzata all’interno di un ginepro secolare, che domina dall’alto un paesaggio spettacolare, fatto di dune di sabbia e mare cristallino. I grossi e lunghi rami compongono naturalmente alcuni piccoli ambienti, che il Poeta ha rivestito con fiori secchi ed erbe aromatiche il cui profumo ancora oggi ti avvolge appena entri. L’enorme ginepro è stato per anni la casa di Efisio Tziu Efisiu Sanna, di Guspini, che ad un certo punto della vita decise di allontanarsi da tutti e vivere solo, in piena Libertà, per poter meditare e soprattutto scrivere poesie. Scrive Michele Scioscia: La fortuna di conoscere tutto ciò ci è arrivata da mio figlio Davide che, nel fare volontariato nella casa di riposo per anziani di Guspini, aveva conosciuto personalmente il Poeta e gli aveva promesso di fargli rivedere la sua casa nell’albero. Purtroppo il Poeta ci ha lasciati a luglio del 2004, senza riuscire a vedere per l’ultima volta il suo albero, che dopo una lunga ricerca eravamo riusciti a trovare e fotografare. A tutti noi è rimasto il ricordo e l’impegno di tornare a cercare, tra Guspini e Arbus, qualcuno che possa ancora parlarne, forse che ne conservi qualche poesia, per riportarlo alla memoria di chi lo ha conosciuto, ed anche per farlo conoscere a chi nulla ha mai sentito di un personaggio tanto affascinante.

Arbus: la casa del poeta: verso la casa del poeta Arbus: la casa del poeta:su un ginepro secolare è edificata la casa del poeta Arbus: la casa del poeta: veduta panoramica da una finestra della casa del poeta Arbus: la casa del poeta: Michele ritratto affacciato a un balcone della casa del poeta Arbus: la casa del poeta: Michele con la moglie Marzia nella casa del poeta

La spiaggia di Pistis e la spiaggia chiamata le Sabbie d’Oro

Tornati indietro dalla deviazione verso le dune, riprendiamo la SP65. A quattro chilometri e mezzo da Sant’Antonio di Santadi svoltiamo a destra, seguendo le indicazioni per l’Hotel Sabbie d’Oro, e, dopo un chilometro, raggiungiamo una stupenda spiaggia chiamata le Sabbie d’Oro, che è la prosecuzione verso sud della spiaggia di Pistis.

La spiaggia delle Sabbie d’Oro e caratterizzata da un arenile di grandi dimensioni, costituito da una grande distesa dorata, con sabbia chiarissima, non finissima, compatta e abbondante, affacciato su un mare trasparente, sempre in movimento, e quasi mai calmo dai bellissimi colori e dalle bellissime onde basse e lunghe. Il mare è caratterizzato da una colorazione tra l’azzurro cangiante e il verde, e da un fondale relativamente basso e sabbioso, con la presenza di qualche scoglio, soprattuttonei pressi della scogliera a sud, dove si trova un’alta scogliera di basalto. Il vento che soffia abbondante nella zona, attrae numerosi amanti del windsurf. La spiaggia è abbastanza frequentata in alta stagione, ma grazie alle sue dimensioni non risulta mai troppo affollata. Sono presenti vari punti ristoro, possibilità di affittare ombrelloni, lettini ed altre attrezzature da spiaggia.

Arbus-Torre dei Corsari: la spiaggia di Torre dei Corsari Arbus-Torre dei Corsari: la spiaggia e la Baia di Torre dei Corsari

Alle spalle dell’arenile proseguono le alte Dune di Pistis, ossia le dune sabbiose che qui sono quasi prive di vegetazione, e costituiscono un paesaggio desertico senza eguali, reso unico dalla sabbia finissima, e dalla poca vegetazione che ricopre le dune, che risulta ancora più simile ai deserti africani, rispetto alle dune di Piscinas, che incontreremo più avanti nel nostro viaggio.

La frazione Torre dei Corsari con la chiesa di Stella Maris

Arbus-Torre dei Corsari: indicazioni per l’insediamento turistico di Torre dei CorsariArbus-Torre dei Corsari: l’insediamento turistico di Torre dei CorsariA cinque chilometri e mezzo da Sant’Antonio di Santadi svoltiamo a destra seguendo le indicazioni e, dopo un chilometro, raggiungiamo l’insediamento turistico della frazione Torre dei Corsari (altezza metri 46, distanza in linea d’aria circa 23,59 chilometri sul livello del mare, abitanti 68) che si sviluppa su un crinale del Monte linas, e costituisce uno splendido paesino su un mare stupendo, che offre la possibilità di frequentare sia le scogliere che l’immensa spiaggia adiacente, solcata da dune tra le più alte d’Europa. La località di Torre dei Corsari è separata dalla spiaggia delle Sabbie d’Oro da una piccola scogliera, caratterizzata da falesie a picco sul mare, con piccole calette sabbiose, dal colore dorato scuroi. La Scogliera e ricoperta da macchia mediterranea, ed e bellissimo ammirare, da lì sopra, oltre che il mare, anche le altre spiagge della zona. Non sono presenti servizi su questa scogliera, ma in pochi minuti è possibile raggiungere l’insediamento turistico, con tutti i servizi annessi.

Arbus-Torre dei Corsari: chiesa dedicata alla Madonna di Stella MarisSi tratta, finalmente, di un complesso di abitazioni più ordinato e piacevole di quelli che avevamo incontrato precedentemente, composto da diversa attività commerciali fra le quali panetteria, bar, negozi di generi alimentari e frutta e verdura, pizzeria, pescheria, parruccheria, artigianato, farmacia, ed ospita, inoltre, l’ufficio di Polizia Urbana, la caserma dei Carabinieri. All’interno dell’insediamento turistico si trova la piazza Stella Maris, che prende il suo nome dalla chiesa dedicata alla Madonna di Stella Maris che è stata realizzata quale opera di urbanizzazione secondaria, riChiesta dal comune di Arbus, secondo gli accordi stipulati nella convenzione del piano di lottizzazione che ha portato all’edificazione del complesso turistico.

La Torre di Flumentorgiu nota anche come Torre dei Corsari

Arbus-Torre dei Corsari: la Torre di Flumentorgiu nella Baia di Torre dei CorsariL’insediamento turistico prende il nome dalla Torre di Flumentorgiu nota anche come la Torre dei Corsari, che si trova sul lato del promontorio verso nord, a 61 metri sul mare. La torre, realizzata in periodo spagnolo, nel 1577 o per altri nel 1591, con il compito di avvistamento e di difesa della costa contro le incursioni barbaresche, domina la grande spiaggia. realizzata con pietrame di lave e tufi basaltici, ha una volta a cupola, con un foro centrale per l’areazione e l’illuminazione, ed è dotata di scala interna allo spessore del muro, che comunica con il terrazzo. Nella sala, dotata di un un caminetto e cucinino, si notano gli elementi in legno che sostenevano il soppalco. Dalla torre, completamente intonacata, si gode di un panorama straordinario.

La frazione Porto Palma con la sua spiaggia

Arbus: il porto Palma: l’insediamento turistico di Porto PalmasSuperato, sulla provinciale, il bivio per Torre dei Corsari, proseguiamo sulla SP65 e, circa un chilometro più avanti, una deviazione sulla destra ci fa raggiungere il villaggio turistico e di pescatori della frazione Porto Palma (altezza metri 12, distanza in linea d’aria circa 22,31 chilometri sul livello del mare, abitanti 14) realizzato presso l’omonima tonnara ormai in disuso. Porto Palma è stato edificato in una buona posizione, in una bella insenatura, al centro della quale si trova la spiaggia di Porto Palma, conosciuta anche come Flumentorgiu. Alle spalle della spiaggia, si trova un gruppo di case, che erano le dimore dei pescatori, i quali traevano il proprio sostentamento da queste acque e dalla lavorazione dei tonni. Oggi gran parte di esse sono state ristrutturate e destinate ad un uso turistico.

La spiaggia di Porto Palma è costituita da un arenile di grandi dimensioni, costituito da sabbia fine di colore grigio chiaro e dorato scuro, con la presenza di piccolo conchigliame e di piccoli ciottoli levigati, e con la presenza di scogli e rocce in alcuni punti dell’arenile. Si affaccia su un mare dai colori tra l’azzurro ed il verde, con un fondale sabbioso e basso. Sull’arenile sbocca un piccolo Porto canale, che veniva utilizzato dai pescatori locali. La spiaggia, relativamente affollata in alta stagione, è piuttosto tranquilla e silenziosa. Non sono presenti servizi su questa spiaggia.

Arbus: il porto Palma: la spiaggia di Porto Palmas Arbus: il porto Palma: la spiaggia di Porto Palmas

La tonnata della Flumentorgiu con i resti della chiesa di San Nicola Vescovo

Porto Palma-Resti della tonnara di FlumentorgiuAll’interno della frazione Porto Palma è presente la Tonnara di Flumentorgiu un’antica tonnara non più in uso, che ora è diventata un piccolo villaggio di pescatori. La tonnara viene messa in esercizio agli inizi del diciassettesimo secolo, e nel 1776 il regio Patrimonio concede alla Ditta Giov. Cesare Bajlle & Giuseppe Callamand il terreno per costruire case, magazzini e baracche non lontano dalla torre per la difesa dagli assalti dei mori. Lo stemma della tonnara raffigura un Leone dalla folta criniera che tiene tra le zampe anteriori una croce. Attualmente la Sopraintendenza ai Beni Archivistici e Architettonici della Sardegna è intervenuta per salvaguardare ciò che rimane delle vecchie strutture della tonnara da inserire tra i siti rilevanti in ambito archeologico industriale.

Porto Palma-Resti dela chiesa di San Nicola Vescovo nella tonnara di FlumentorgiuAll’interno della tonnara era presente il complesso della chiesa di San Nicola Vescovo composto dalla chiesa e dal Palazzotto dalla parte del mare, composto da una camera per i cappellani, una cucina, una dispensa per la famiglia, una camera per mangiare, una per dormire e una per le latrine. All’interno della chiesa erano contenuti un ostensorio, un simulacro di San Nicolò in legno, uno di San Pietro, uno di Sant’Antonio da Padova, un campanello di ottone, un calice, un turibolo e una sfera d’argento, due lampade, un pisside e un fiore d’argento fatto a giglio. La Guardia era composta da una camera terrena per la prigione, un magazzino per la polvere e una per il corpo di Guardia. All’interno della Guardia erano in dotazione cannoni rotti, dodici fucili e una cassa per contenerli, due caricatori, uno scaricatore, il cavallo del peso dei tonni.

Proseguiamo la visita della Costa Verde da Funtanazza fino a Portu Maga

Proseguiamo verso sud lungo la costiera di Arbus, recandoci da Funtanazza a Marina di Arbus, con la spiaggia di Gutturu ’e Flumini, quindi da Portu Maga fino alle famose dune di Piscinas di Ingurtosu.

La frazione Funtanazza con la Colonia Marina di Montevecchio e con la sua spiaggia

Arbus-Funtanazza: la Baia di FuntanazzaLa SP65 prosegue all’interno allontanandosi dalla costa, e attraversa un mondo cristallizzato, fermo nel tempo, fatto di siti dismessi e villaggi abbandonati. Seguiamo la SP65 finché, a circa otto chilometri e mezzo da Porto Palma, troviamo un bivio, dove la SP65 prosegue sulla sinistra, mentre noi imbocchiamo, sulla destra, la strada che ci porta, dopo circa un chilometro e mezzo, alla frazione Funtanazza (altezza imprecisata, distanza in linea d’aria circa 17,57 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti). Si tratta di un delizioso luogo di mare situato in una suggestiva ed incantevole baia riparata dal vento, immersa nella macchia mediterranea, circondata da una stupenda e fitta pineta di circa otto ettari.

Arbus-Funtanazza-Resti della colonia marina di FuntanazzaQui troviamo quello che resta della Colonia Marina di Montevecchio nata come colonia estiva Casa al mare Francesco Sartori, che è stata l’ultimo grande intervento della società mineraria di Montevecchio. La colonia occupa oltre duemila metri quadri e poteva ospitare circa Duecento bambini e sessanta adulti. Costituita da tre corpi distinti, comprendenti anche strutture ricettive e due piscine, era autonoma grazie ad acquedotto, cabina elettrica, ponte radio e impianti telefonici, nonché strade di accesso. Al momento della realizzazione era considerata una struttura avveniristica, la più moderna in Europa. Per quasi tre decenni, dal 1956 fino al 1983, da giugno a settembre i figli degli operai della miniera di Montevecchio, che si trovava all’interno distante una quindicina di chilometri dalla costa, potevano trascorrere le vacanze estive in questa colonia marina, edificata per volontà dell’amministratore delegato Giovanni Rolandi della società che gestiva i siti minerari Come ricompensa di tante fatiche, tanti sacrifici, tanto buio accumulato nelle gallerie. Il complesso si trova in uno stato di totale abbandono da anni, ma si progetta la sua ristrutturazione.

Posteggiamo nei piazzali un tempo pertinenti alla struttura, di fronte ai resti della Colonia Marina di Montevecchio, e di fronte al parcheggio si sviluppa la spiaggia di Funtanazza. Dalla spiaggia, vediamo a sinistra una grande scogliera vulcanica e a destra rocce di basalto, con piccole grotte ed anfratti, ricoperte di macchia mediterranea.

Arbus-Funtanazza: la spiaggia di FuntanazzaLa spiaggia di Funtanazza di grandi dimensioni, è costituita da un arenile composto da sabbia dorata scura ricca di ferro, finissima e calda, affacciata su un mare raramente quieto, dai colori tra il verde e l’azzurro cangianti, profondo con un fondo sabbioso e con la presentza di rocce. La spiaggia è delimitata da scogliere ricoperte da fitta macchia mediterranea, da una parte grandi rocce basaltiche nascondono piccole grotte, dall’altra la scogliera degrada dolcemente. Come detto, si tratta di una spiaggia di grandi dimensioni, pertanto non risulta mai estremamente affollata, neppure in alta stagione. Su di essa non sono presenti servizi.

I resti della Tomba di giganti di Bruncu Espis

Passata le deviazione che ci ha portato alla frazione Funtanazza, proseguiamo lungo la SP65 che si dirige verso l’interno, dopo seicento metri svoltiamo a destra, seguendo le indicazioni per Gutturu e Flumini, Piscinas e Ingurtosu. Percorsi novecento metri, troviamo le indicazioni per il Caseificio Funtanazza, che ci fanno prendere una strada bianca sulla sinistra, la quale, dopo quasi altri novecento metri, ci porta al Caseificio Funtanazza dei Fratelli lampis, che produce formaggio e ricotta, ottenuti con latte prodotto esclusivamente da pecore della razza Pecora Nera di Arbus. Vicino al caseificio si trovano i resti della Tomba di giganti di Bruncu Espis scoperta casualmente intorno al 1920 durante la costruzione di un edificio per realizzare il quale sono state prese inizialmente alcune pietre dell’esedra.

Arbus-Funtanazza-Resti della Tomba di giganti di Bruncu Espis Arbus-Funtanazza-Resti della Tomba di giganti di Bruncu Espis

La tomba presenta una facciata disposta su un fronte rettilineo, è dotata di un corridoio lungo una decina di metri circa e largo poco più di uno, ed è totalmente coperta dal terreno sopra il quale appaiono ancora alcune antiche costruzioni. Attualmente è ben conservata e custodita dalla famiglia lampis proprietaria del terreno.

La frazione Marina Arbus con la sua spiaggia di Gutturu ’e Flumini

Arbus-Marina di Arbus: distesa di margherite lungo la strada panoramica della Costa VerdePassata le deviazione che ci ha portato alla frazione Funtanazza, proseguiamo lungo la SP65 che si dirige verso l’interno per seicento metri, poi svoltiamo a destra, seguendo le indicazioni per Gutturu e Flumini, Piscinas e Ingurtosu, ed imbocchiamo la strada nota come Strada panoramica della Costa Verde una strada ai cui lati crescono delle grandi piante di aloe vera, che riporta verso il mare da dove seguirà tutta la costa occidentale verso sud.

Arbus-Marina di Arbus: l’insediamento turistico di Marina di ArbusDopo poco più di tre chilometri, la strada torna sulla costa e raggiunge il primo insediamento turistico di questo tratto di costa, che è quello della frazione Marina di Arbus (altezza metri 22, distanza in linea d’aria circa 16,23 chilometri sul livello del mare, abitanti 16). Si tratta di un bel complesso di abitazioni estive, nato come luogo di villeggiatura per gli abitanti di Arbus, che si trova, però, molto più all’interno, a circa 25 chilometri di distanza, e che abbiamo visitato nella precedente tappa del nostro viaggio. Di fronte all’abitato si trova la spiaggia di Gutturu ’e Flumini, nota anche come spiaggia di Marina di Arbus, che raggiungiamo scendendo una scaletta. Dalla spiaggia si può ammirare, sulla destra, la grande scogliera calcarea detta Calata Bianca.

La spiaggia di Marina di Arbus più nota con il nome di spiaggia di Gutturu ’e Flumini è costituita da un arenile abbastanza lungo ma di ridotte dimensioni, ed è interrotto da una piccola scogliera che lo divide in una prima spiaggia verso nord, ed una seconda spiaggetta a sud chiamata anche Sa spiaggia de Is mongias, in quanto tanto tempo era presente una colonia marina gestita dalle suore, ossia da Is mongias. L’arenile è costituito da sabbia a grani medi, molto compatta di colore dorato, in alcuni tratti molto scura, ricca di ferro, con la presenza di piccoli ciottoli levigati, un poco di conchigliame, e scogli affioranti dal terreno, e si affaccia su un mare trasparentissimo di un colore tra il verde e l’azzurro, con un fondale misto tra sabbioso e roccioso, con scogli che emergono dall’acqua. Mediamente frequentata nei mesi estivi, vi è presente un chiosco bar sulla strada, e nelle vicinanze una pizzeria, b&b e residence.

Arbus-Marina di Arbus: la spiaggia di Gutturu ’e Flumini Arbus-Marina di Arbus: la scogliera di Calata Bianca a Gutturu ’e Flumini

Dal centro della frazione Marina di Arbus, proseguiamo con la strada panoramica della Costa Verde per circa cinquecento metri, e troviamo una deviazione sulla destra che porta alla Caletta di Campu ’e Sali con la sua spiaggia, che si trova poco a sud rispetto al termine dell’abitato.

La piccola ma caratteristica spiaggia di Campu ’e Sali e formata da un arenile costituito da sabbia dorata scura, fine e morbida al tatto, con la presenza di qualche ciottolo levigato e di resti di conchigliame, che si affaccia su un mare di colore tra il verde e l’azzurro, con un fondale profondo misto sabbioso e roccioso. Poco frequentata nei mesi estivi, non sono presenti servizi su questa spiaggia. Nei dintorni, però, sono disponibili bar, ristorante, negozio e qualche servizio.

La frazione Portu Maga con la sua spiaggia

Proseguiamo ancora verso sud, lungo la strada panoramica della Costa Verde, che si snoda tra una bellissima costa, con selvagge scogliere e piccole calette e spiaggette seminascoste, ed una zona retrodunale anch’essa di gran bellezza.

Arbus: costa Verde: scogliere lungo la costa Arbus: costa Verde: spiaggette lungo la costa Arbus: costa Verde: spiaggette lungo la costa Arbus: costa Verde: attraversamento capre

Arbus-Portu Maga: la spiaggia di Portu MagaProcedendo per quasi tre chilometri sulla strada panoramica della Costa Verde, arriviamo all’area di sosta dell’insediamento della frazione Portu Maga (altezza metri 20, distanza in linea d’aria circa 15,68 chilometri sul livello del mare, abitanti 12). Si tratta di un insediamento turistico sorto durante gli anni ’90 del novecento come villaggio di vacanze, che sorge sulle pendici delle colline che si affacciano sul mare. Di fronte alle poche abitazioni che compongono l’isediamento, e, soprattutto, di fronte al grande residence Rotonda Club Green Coast, che si trova subito alla sinistra della strada provinciale, alla destra di quest'ultima, si sviluppa la lunga distesa della spiaggia di Portu Maga, subito a sud dei resti del complesso delle Dune di Maga, ormai disperso per l’asportazione dei ginepri che originariamente erano lì presenti prima del 1980. Il residence è situato alle sue spalle, e nei dintorni sono disponibili bar, alberghi, ristoranti, negozi e qualche servizio.

Arbus-Portu Maga: l’insediamento turistico di Portu MagaLa spiaggia di Portu Maga di grandi dimensioni, è costituita d’un arenile formato da sabbia dorata scura, molto fine e compatta, affacciata su un mare di un colore che va dall’azzurro cangiante al verde, ed ha un fondale basso e sabbioso, che a tratti diventa roccioso. Nonostante sia uno dei pochi tratti di costa urbanizzato, conserva ancora tutti i pregi di un paradiso naturale, con un mare ricco di pesci, mollusci e flora marina. Mediamente frequentata anche in alta stagione, è presente un punto ristoro ed un ristorante sulla spiaggia. Il residence Rotonda Club Green Coast e situato alle sue spalle, e nei dintorni sono disponibili bar, alberghi, ristoranti, negozi e qualche servizio.

Sulla spiaggia di Portu Maga l’Hotel e ristorante Il Corsaro Nero suggerito dalla Guida Michelin

Sulla spiaggia di Portu Maga si trova l’Hotel Il Corsaro Nero, un Hotel di charme le cui camere sono arredate in tipico stile sardo, ampie e dotate di ogni confort, e che, su riChiesta, offre la disponibilità di bilocali e trilocali nell’adiacente Villaggio Costa Verde. Nell’Hotel è presente il ristorante Il Corsaro Nero, consigliato dalla Guida Michelin.

Consigliato dalla MichelinArbus-Portu Maga: il ristorante Il Corsaro NeroIl ristorante Il Corsaro Nero, che viene consigliato dalla Guida Michelin, propone un’ampia scelta di pescato fresco per una cucina di mare a tutto tondo, da gustare in una sala ariosa che offre lo spettacolo di impareggiabili tramonti. La cornice incantevole della Costa Verde accoglie questo ristorante in un paesaggio naturalistico ancora incontaminato, nel quale lo chef Attilio Frongia elabora il meglio della cucina sarda interpretando e rivisitando classici della tradizione isolana, creando dei menù che spaziano dagli arrosti alle grigliate di pesce utilizzando i prodotti del territorio, e regalando un’esperienza di gusto e olfatto difficile da dimenticare. La terrazza esterna offre un panorama mozzafiato sul mare, dalla quale si possono ammirare tramonti indimenticabili.

Gli scheletri di Beniamento e Amanda del Neolitico Antico ritrovati vicino a Portu Maga

Arbus: lo scheletro di Beniamino ed in basso a sinsitra la conchiglia restaurataNel 1985 alcuni ragazzi che giocavano sulla spiaggia avevano trovato, in località S’Omu e S’Orku vicino a Portu Maga, in una parete di arenaria franata dopo un temporale, dei resti umani, e da allora è stato recuperato lo scheletro di un uomo di circa 40 anni, che è stato battezzato Beniamino interamente ricoperto di ocra rossa, accompagnato da frammenti di ossa di Prolagus sardus, un piccolo mammifero a metà fra un criceto e una lepre molto apprezzato come cibo dai Sardi dell’epoca ed estinto con ogni probabilità solo nel tardo Medioevo, e da una grande conchiglia di Charonia lampas con le prime spire tagliate, per consentirne l’uso come strumento a fiato, che è stata in seguito restaurata. Non è stato possibile datarlo con certezza al C14 perché privo di collagene. Lo scheletro è stato preso in custodia da un gruppo archeologico di Guspini, fino al trasferimento alla Soprintendenza di Cagliari. In seguito, una successiva campagna di scavo nel 2007, ha permesso il recupero, vicino a dove era stato trovato Beniamino, di altri resti umani, ossia dello scheletro di una donna a cui è stato dato il nome di Amanda che sono stati datati con il C14 dal laboratorio del National Science Foundation dell’Università di Tucson, in Arizona, a circa 8400 anni fa, durante il Neolitico Antico.

La spiaggia di su Pistoccu chiamata anche spiaggia di S’Acquedda

A sud della spiaggia di Portu Maga, dalla quale è separata dalla Punta S’Acquedda, di trova un’insenatura all’interno della quale si trova la spiaggia di su Pistoccu, chiamata anche spiaggia di S’Acquedda, raggiungibile da una traversa sulla destra della strada panoramica della Costa Verde, circa un chilometro e duecento metri più avanti dopo l’area di sosta dell’insediamento della frazione Portu Maga.

La spiaggia di su Pistoccu chiamata anche spiaggia di S’Acquedda è formata da un arenile costituito da una bellissima distesa di sabbia chiara, color miele o ambrato chiaro, molto fine, con la presenza di piccoli scogli non levigati, che si affaccia su un mare con un colore verde e azzurro cangiante, e con un fondale sabbioso e mediamente basso. La spiaggia si trova in un’insenatura, ed è riparata, alle spalle, da una scogliera dello stesso colore della spiaggia, sovrastata dalla macchia mediterranea. Mediamente frequentata in alta stagione, non sono presenti servizi su questa spiaggia.

Arbus-Rinvenimento dello scheletro di AmsicoraDurante una campagna di scavi avvenuta nell’ottobre del 2011, in località Su Pistoccu, nella Marina di Arbus a pochi metri dalla battigia della Costa Verde, è stato rinvenuto il più antico scheletro umano completo trovato sull’Isola. Gli esperti hanno datato lo scheletro in un periodo di transizione compreso tra i 10mila e gli 8mila anni fa, ovvero tra il Mesolitico ed il Neolitico Antico, ed il nome di Amsicora che ad esso è stato assegnato, è stato scelto in onore del noto condottiero che ha guidato i Sardi in una rivolta contro i Romani durante il terzo secolo avanti Cristo, dato che si tratta di un messaggero del passato che rivelerà la storia delle popolazioni più antiche della Sardegna.

Usciamo dalla Costa Verde e visitiamo Piscinas, Bau e Scivu

La prosecuzione della strada panoramica della Costa Verde prosegue ancora fiancheggiando la costa, con selvagge scogliere e piccole calette e spiaggette seminascoste, ed una zona retrodunale anch’essa di gran bellezza.

Arbus: costa Verde: spiaggette e scogli lungo la costa Arbus: costa Verde: spiaggette e scogli lungo la costa Arbus: costa Verde: spiaggette e scogli lungo la costa Arbus: costa Verde: spiaggette e scogli lungo la costa Arbus: costa Verde: spiagge lungo la costa

Più avanti la strada diventa bianca, non molto bella, con un fondo assai sconnesso, e, prima di riprendere la strada asfaltata, si deve anche superare il guado che attraversa il rio Piscinas. Alla distanza di sette chilometri dall’area di sosta dell’insediamento di Portu Maga, appena usciti dalla Costa Verde, ci immettiamo sulla strada sterrata che collega la Miniera di Ingortosu con la spiaggia di Piscinas, famosa per le sua splendide dune. La prendiamo e la seguiamo per un chilometro e mezzo verso destra, e raggiungiamo il parcheggio della spiaggia, distante poche centinaia di metri dal mare.

Le spettacolari dune di Piscinas con la spiaggia dove è consentito il nudo integrale

Arbus: il piscinas: il panoramica delle dune di PiscinasPrendiamo, comunque, sulla destra la strada sterrata, e dopo settecento metri iniziamo a costeggiare un vero e proprio deserto costituito dalle Altissime dune di Piscinas di Ingortosu. Il loro nome è Piscinas di Ingortosu, questo per non non confonderle con il piccolo comune di Piscinas, che si trova nel Sulcis Iglesiente non lontano da Santadi. Questa località si trova in un meraviglioso angolo di natura, rimasta ancora assolutamente intatta, dove la forza del vento di maestrale ha spinto verso l’entroterra la sabbia del litorale, formando un vasto sistema di dune, alcune completamenti dorate, mentre altre sono ricoperte di macchia mediterranea e piccoli arbusti come ginepri e lentischi. Le uniche piante di maggiori dimensioni che si adattano a vivere sulle dune sono Antichi olivastri ed i Ginepri secolari. Le dune, incontaminate e poco frequentate dall’uomo, ospitano anche diverse specie di animali selvatici, tra cui esemplari del Cervo sardo, che spesso si spingono fino sulla spiaggia.

Arbus: il piscinas-rio Piscinas Arbus: il piscinas-e dune di Piscinas Arbus: il piscinas-e dune di Piscinas Arbus: il piscinas-e dune di Piscinas Arbus: il piscinas-e dune di Piscinas Arbus: il piscinas-e dune di Piscinas

Le dune di Piscinas sono le più famose di tutta l’Isola, alte fino ad un centinaio di metri, si contendono con la duna di Pilat, a settanta chilometri da Bordeaux in Francia, il titolo di dune più alte d’Europa, e sono comunque riconosciute come Le più alte dune vive presenti in Europa ossia le più alte dune d’Europa sulle quali vivono flora e fauna. La sabbia gialla e finissima, i rilievi disegnati dal vento, una flora contorta e sinuosa, testimoniano l’esistenza di un affascinante deserto in miniatura, vasto circa tre chilometri quadrati, assolutamente unico in tutta l’Europa.

Al termine della strada, a quasi due chilometri da dove ci eravano immessi dalla strada panoramica della Costa Verde sulla strada sterrata proveniente da Ingurtosu, raggiungiamo la spiaggia di Piscinas di Ingortosu, un litorale lungo quasi sette chilometri, che, data la sua ampiezza, in certi tratti risulta poco frequentato anche in agosto.

La splendida spiaggia di Piscinas di Ingortosu si sviluppa in un ambito naturale di eccezionale importanza, con un aspetto solitario e selvaggio. Si tratta di un arenile di grandi dimensioni, lungo quasi sette chilometri, costituito da sabbia dorata chiara, fine e calda, che si affaccia su un mare di colore azzurro cangiante, cristallino e lucente, con un fondale sabbioso, e di media profondità. Sulla spiaggia sono presenti i resti di un puntile, che veniva utilizzato per il carico dei materiali della miniera. La spiaggia è piuttosto affollata, in alta stagione, ma solo presso il parcheggio alla fine della strada, per il resto risulta quasi deserta grazie ai grandi spazi a disposizione. Sono presenti punti ristoro sulla spiaggia e c'è la ossibilità di noleggiare attrezzature come lettini, sdrai, canoe e pedalò.

Arbus: il piscinas-e dune di Piscinas Arbus: il piscinas: mare agitato a Piscinas Arbus: il piscinas: mare agitato a Piscinas Arbus: il piscinas: mare agitato a Piscinas

La spiaggia rappresenta un patrimonio unico per la Sardegna, assolutamente da vedere e preservare. Ci siamo arrivati in un giorno di tempesta, con il mare impetuoso su un paesaggio reso ancora più affascinante dalle nuvole scure nel cielo.

In questa spiaggia, nel mese di giugno, vengono a deporre le loro uova le Tartarughe marine. Una nuotata al largo, già a duecento metri dalla riva, permette di osservare un paesaggio marino inusuale e di grande suggestione, nel quale si possono notare anche tracce del Relitto di una nave inglese risalente al diciottesimo secolo, che, carica di piombo e armata di un cannone, riposa tra la sabbia da tre secoli.

La spiaggia di Piscinas di Ingorto su è la seconda spiaggia della Sardegna in cui, dall’agosto 2018, i naturisti possono esercitare il loro diritto di prendere il sole in nudo integrale. La prima, sdoganata da due settimane, è stata la spiaggia di Porto Ferro, nel comune di Sassari. In queste spiagge la pratica del naturismo e del turismo nudista è autorizzata, significa che ci si può stare come si preferisce, in costume o senza. Con la sua lunghezza di 800 metri, costituisce la spiaggia naturista più grande d’Europa

Arbus: il piscinas: spiaggia sulle dune di PiscinasSulla spiaggia, nei pressi dell’area di sosta, attrezzata anche per i camper, si trova solo il prestigioso Hotel le Dune, che è stato realizzato all’interno di un basso edificio industriale ben restaurato, salvaguardandone tutte le strutture, e che oggi rimane quasi un gioiello. L’edificio costituiva il vecchio deposito minerario e la stazione di arrivo del trenino che trasportava il minerale estratto nelle miniera di Ingutosu, che partiva dalla laveria Brassey nell’insediamento minerario di Naracauli. Da Piscinas, nei giorni in cui il mare lo consentiva, i minerali venvano convogliati tramite apposite bilancelle a Carloforte sull’isola di San Pietro. La società Pertusola adibisce, in seguito, i magazzini a colonia marina per i bambini figli dei dipendenti, colonia che funziona fino agli anni cinquanta del novecento, ed in seguito, nei primi anni Novanta, le rovine dei magazzini vengono cedute a privati, sapientemente recuperate e convertite ad albergo, l’Hotel le Dune. Ed ancora oggi, sullo sfondo della bellissima spiaggia di Piscinas, compaiono i vagoni minerari che venivano utilizzati un tempo per il trasporto del materiale minerario.

Arbus: il piscinas: vagoni minerari sulle dune di Piscinas Arbus: il piscinas: veduta dell’Hotel le Dune

Passato il villaggio minerario di Ingurto su raggiungiamo la frazione Bau

Ripercorrendo all’indietro la strada sterrata che ci ha portato alla frazione Piscinas, proseguiamo verso l’interno con la strada in direzione di Ingurtosu, e percorsi tre chilometri e settecento metri, passiamo accanto ai resti della laveria Brassey della miniera di Naracauli, proseguiamo e, in due chilometri e ottocenti metri, arriviamo alla frazione Ingurtosu, dove la strada prosegue come SP66 che, in quattro chilometri ed ottocento metri, ci porta sulla SS126 sud Occidentale Sarda. Prendiamo questa Strada Statale verso destra, ossia in direzione sud, e, dopo cinque chilometri, al chilometro 72.2, svoltiamo a destra, seguendo le indicazioni per la Colonia Penale di Is Arenas ed alla spiaggia di Scivu. La seguiamo superando la frazione Gennamari, e, dopo otto chilometri e mezzo, arriviamo a un bivio, dove a sinistra ci si dirige verso la spiaggia di Scivu, mentre proseguendo dritti, dopo quattro chilometri e mezzo di curve e tornanti, raggiungiamo la frazione Bau (altezza metri 143, distanza in linea d’aria circa 13.36 chilometri sul livello del mare, abitanti 6) del comune di Arbus.

Arbus: is Arenas Bau: ingresso della Colonia PenaleDa qui, dopo poco più di cinquecento metri, si raggiunge la frazione Is Arenas Bau (altezza imprecisata, distanza in linea d’aria circa 10.76 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti), una località nel territorio Comunale di Arbus nella quale in passato esisteva un villaggio minerario. Oggi ospita la Colonia Penale all’aperto di Is Arenas di Arbus che si chiama in questo modo dato che non si tratta di un carcere, ma di una colonia nella quale vengono mandati dei detenuti che stanno per terminare la pena. Istituita nel 1961, è costituita da un’azienda agricola con fini rieducativi e di reinserimento lavorativo dei detenuti. La Colonia Penale occupa anche una porzione importante di costa, che viene chiamata spiaggia della Colonia Penale di Is Arenas di Arbus. La strada di accesso a questo tratto di costa è, però, chiusa da un cancello, sia per chi proviene da Piscinas, che per chi viene da sud.

La spiaggia di Scivu

Scivu: verso la spiaggia di ScivuPrendendo dal chilometro 72.2 della SS126 sud Occidentale Sarda la deviazione sulla Strada Comunale di Scivu, seguendo le indicazioni per la Colonia Penale di Is Arenas ed alla spiaggia di Scivu, questa Strada Comunale passa accanto ai resti della frazione Gennamari con il suo insediamento minerario, e, dopo otto chilometri e mezzo, e porta al bivio, dove proseguendo dritti ci si dirige verso la Colonia Penale, mentre a sinistra conduce verso la spiaggia di Scivu. Prendiamo questa deviazione, dopo tre chilometri e quattrocento metri svolta a destra, e, in poco più di un chilometro e duecento metri, conduce al parcheggio alle spalle del litorale. A qualche centinaio di metri dal parcheggio, si trova la spiaggia di Scivu con tre chilometri di dune ed un mare turchese. Si tratta di una spiaggia che viene detta Parlante per via dell’eco che si sente camminandoci sopra.

La spiaggia di Scivu con le sue dune, è una lingua di sabbia dorata circondata da alte rocce di arenaria, dalle quali la macchia mediterranea si spinge fino al mare con scogli e rocce un pò dappertutto. Immersa in una natura di eccezionale importanza, con aspetto solitario e selvaggio, è costituita da un arenile di grandi dimensioni, costituito da sabbia finissima e soffice, di un colore dorato che riflette i raggi del sole, ed affacciato su un mare cristallino con colori che variano dall’azzurro intenso al verde smeraldo, e con un fondale sabbioso e basso. La spiaggia è solitaria e scarsamente frequentata anche in alta stagione, grazie alle notevoli difficoltà di accesso ed alle sue grandi dimensioni. Sono, comunque, presenti vari punti di ristoro, con la possibilità di noleggiare attrezzature da spiaggia quali ombrelloni, sdrai, lettini, pedalò e canoe.

Arbus-Scivu: accesso alla spiaggia di Scivu Arbus-Scivu: la spiaggia di Scivu Arbus-Scivu: la spiaggia di Scivu Arbus-Scivu: sulla spiaggia di Scivu Arbus-Scivu: la spiaggia e rocce a Scivu Arbus-Scivu: le rocce a Scivu Arbus-Scivu: la scascata vicino alla spiaggia di Scivu

La spiaggia di Scivu è l’unica della Sardegna a poter vantare una Piccola cascata, alta poco meno di una decina di metri e quasi perenne, a pochi metri dall’arenile, che si prosciuga solo in piena estate.

L’ultimo tratto di arenile, verso sud, separato dal resto della spiaggia da una piccola scogliera, costituisce la splendida spiaggia di Pischeredda. Dalla spiaggia di Scivu si può raggiungere, seguendo a piedi il litorale verso nord, in un’ora di cammino, la spiaggia Narucci, che abbiamo descritto precedentemente, dalla quale è separata da una piccola e particolare scogliera modellata dal vento.

I resti del Nuraghe complesso Narocci chiamato anche Nuraghe Cancedda

Sulla Strada Comunale che collega Gennamari con Scivu, un centinaio di metri prima della svolta a destra che porta al parcheggio, prendiamo la deviazione in un sentiero alla sinistra della strada, lo seguiamo per circa un chilomero, e vediamo sulla collina di Punta su Nuraxi, a 226 metri di altezza, i resti del Nuraghe Narocci o Cancedda che domina la vallata che degrada verso la costa. Si tratta di un Nuraghe complesso, con una torre principale e bastioni con quattro torri aggiunte, costruito in pietra calcarea, ed intorno al Nuraghe rimangono le tracce di un probabile insediamento esteso. La costruzione in passato è stata un’importante postazione di controllo dell’intera zona circostante. Il Nuraghe è stato dichiarato di importante interesse culturale e archeologico, ed è stato sottoposto a tutela dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali nell’ottobre del 2012.

Arbus-Scivu-Resti del Nuraghe complesso Narocci chiamato anche Nuraghe Cancedda Arbus-Scivu-Resti del Nuraghe complesso Narocci chiamato anche Nuraghe Cancedda Arbus-Scivu-Resti del Nuraghe complesso Narocci chiamato anche Nuraghe Cancedda

Lo scavo che ha riportato alla luce questo splendido monumento è stato fatto a mano e ciò ha permesso di lasciare intatto il suo naturale fascino di struttura incastonata in uno splendido quadro naturale a ridosso del mare, all’interno dell’Oasi WWF di Scivu.

La difesa di questo tratto di costa dalla speculazione edilizia

Le Spiagge di questo tratto di costa sono uniche. Si raggiungono con un lungo viaggio lungo una strada stretta, tutta curve e tornanti, salite e discese, e dopo il lungo viaggio, quando si arriva sulla costa, ci si sente sbalzati in un paesaggio incontaminato, al di fuori dal tempo, insieme ai pochi altri turisti che hanno avuto il coraggio e la costanza di affrontare questo lungo viaggio. È questo il loro fascino, speriamo che venga conservato intatto, nonostante i molti tentativi di deturpare uno degli ultimi angoli di paradiso. Il pericolo della cementificazione della costa rimane sempre in agguato. Attenta, invece, alla difesa delle produzioni locali ed alla salvaguardia delle tradizioni è una parte della nuova imprenditoria sarda, rappresentata tra gli altri da Renato Soru cui si deve la creazione di Tiscali, il grande provider Internet. È del 29 settembre 2003 l’annuncio dell’acquisto da parte di Soru della costa di Funatanazza e Scivu, un’area classificata come sito d’importanza comunitaria sulla base della Direttiva Habitat (43/92) della CEE, per difenderla da un progetto di sfruttamento turistico che ne avrebbe distrutto le peculiarità paesaggistiche. Una iniziativa, la sua, approvata dal WWF che la ha definita coraggiosa e di esempio per le amministrazioni pubbliche deputate alla conservazione e alla gestione delle risorse naturali dell’Isola.

Proseguendo raggiungiamo il promontorio di capo Pecora

Il promontorio di capo Pecora visto da sudLa località di Capo Pecora e situata nella costa occidentale della Sardegna, e coincide con l’estremo sud della costiera di Arbus. Al termine della strada provinciale che abbiamo percorso finora, partono viottoli che conducono fino all’estremità del promontorio, che prende il nome dalla sagoma della Testa di una pecora che si trova proprio sul promontorio. È caratterizzato da una bassa scogliera ondulata di colore chiaro, alternata da calette formate principalmente da ciottoli levigati di colore grigio chiaro, che arrivano sino all’acqua. Sono presenti anche piccole porzioni sabbiose, con sabbia ambrata a grani grossi. Il mare cristallino presenta trasparenze e colori entusiasmanti, e si può ammirare il mare di un colore verde smeraldo e azzurro cangianti, con un bellissimo fondale roccioso. Non e presente alcun servizio in queste località.

Ritornati sulla statale SS126 Sud Occidentale Sarda, la seguiamo verso destra, in direzione di Fluminimaggiore. Dopo poco più di sei chilometri e mezzo, deviamo sulla destra in direzione del mare, che raggiungiamo dopo sei chilometri all’altezza di Portixeddu, che descriveremo in una prossima pagina del nostro viaggio. Da Portixeddu, possiamo anche raggiungere le ultime piccole spiagge appartenenti al territorio di Arbus, che si trovano sul lato meridionale del promonotrio di capo Pecora.

La prossima tappa del nostro viaggio

Dopo la deviazione ad Arbus e sulla sua costiera, nella prossima tappa del nostro viaggio torneremo a Guspini da dove ci recheremo a Gonnosfanadiga città dell’olio e del pane, che visiteremo con il suo centro ed i dintorni dove si trovano le Tombe di giganti di San Cosimo, il tempio a megaron di Spadula, ed il Monte linas.

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