Desulo dove è nato il poeta barbaricino Antioco Casula noto con lo pseudonimo Montanaru
In questa tappa del nostro viaggio lasceremo la Barbagia di Ollolai ed entreremo nel Mandrolisai, per recarci a visitare Desulo con il suo centro storico ed i suoi dintorni. Passando per Desulo, ci recheremo poi nella Barbagia di Belvì, dove visiteremo Belvì, Aritzo e Gadoni. della Barbagia di Belvì fa parte anche il comune di Meana Sardo, che visiteremo più avanti nel nostro viaggio. La regione storica del MandrolisaiA sud ovest della Barbagia di Ollolai si sviluppa la regione del Mandrolisai o della Barbagia del Mandrolisai, una regione storica dalla Sardegna centrale che costituisce il cuore pulsante della Sardegna. In periodo giudicale era una Curatoria del Giudicato d’Arborea. Ne fanno parte il comune di Samugheo nella Provincia di Oristano, ed i comunii di Atzara, Desulo, Sorgono ed Ortueri nella Provincia di Nuoro. Il territorio del Mandrolisai è caratterizzato dall’alternanza di altopiani con profonde vallate adatte al pascolo, con boschi di sughere e castagno. In questa regione si trovano le più alte cime montuose delle Barbagie e al confine con l’Ogliastra, precisamente tra Desulo e Arzana, si trova Punta la Marmora, la vetta più elevata del Gennargentu e dell’Isola. L’agricoltura gravita soprattutto intorno ai vitigni, in particolare il Bovale sardo, ma non mancano il Cannonau e il Monica. Del Mandrolisai abbiamo già visto in precedenza Samugheo, quando abbiamo visitato la Provincia di Oristano, e vedremo in questa tappa Desulo, mentre in prossime tappe vedremo tutte le altre principali città. In viaggio verso DesuloDa Fonni prendiamo la SP7, che ci porta verso sud passando in un paesaggio molto suggestivo, tra splendidi boschi, all’interno della regione storica del Mandrolisai. Proseguendo lungo la strada verso DesuloLungo la strada che ci porta da Fonni a Desulo si incontrano molti animali in Libertà, tra gli altri abbiamo fotografato un maiale che cammina lungo la strada. Proseguendo, a 25,4 chilometri dal centro di Fonni, arriviamo al centro di Desulo. Il comune chiamato Desulo adagiato sul lato occidentale GennargentuLa SP7 ci fa arrivare a Desulo il cui nome si pronuncia Dèsulo (nome in lingua sarda Desulu, altezza metri 888 sul livello del mare, abitanti 2.137 al 31 dicembre 2021), è il quarto paese più alto della Sardegna, un antico centro agropastorale di montagna che sorge alle pendici del monte D’Iscudu, ed è il più alpestre di tutto il Gennargentu. Il paese è diviso in tre quartieri, da nord a sud sono Issiria, Ovolaccio e Asuai, che in origine, prima della costruzione della strada che unisce Desulo a Fonni, erano tre villaggi separati, sono poi stati uniti in unico centro abitato in seguito ad un boom edilizio negli anni sessanta e settanta del Novecento, ma ciascuno di essi mantiene intatto il suo centro storico. Il territorio di Desulo, ricco di fiumi e di boschi di castagni e noccioli, ha un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate, che partono da un minimo di 559 a un massimo di 1.828 metri. Origine del nomeFonti riportate sulle carte di Arborea, rivelatesi tuttavia un falso storico, facevano derivare la sua etimologia dall’antico Exulum romano, in riferimento all’emigrazione, nel suo territorio, di alcuni sardi in seguito alla presa dell’antica città di Calmedia, vicino all’attuale Bosa. Mentre, secondo altri, deriverebbe, invece, dalla voce fenicia Desce, col significato di Erba, Pascolo, ad indicare un sito adatto al pascolo del gregge. La sua economiaLa sua economia si basa sulle tradizionali attività agro pastorali. L’agricoltura è specializzata nella coltivazione di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, viti e altri alberi da frutta. Accanto al lavoro dei campi si pratica anche l’allevamento di bovini, suini, ovini e caprini. L’industria è costituita da piccole aziende che operano nei comparti alimentare, della lavorazione del legno e dell’edilizia, ed il terziario si compone di una buona rete commerciale. La produzione locale comprende soprattutto il torrone sardo, del quale con Tonara ed Aritzo, anche Desulo è considerata una delle patrie. Desulo, con le sue piste da sci, è anche meta di un discreto afflusso turistico, costituendo un importante centro del turismo invernale in Sardegna. Le sue bellezze naturali attirano numerosi visitatori che amano stare a stretto contatto con la natura, dato che nei suoi dintorni vi è la possibilità di percorrere diversi sentieri, ricchi di roverelle e aceri. Brevi cenni storiciIl territorio nel quale oggi sorge Desulo è stato abitato sino dall’età nuragica. Durante il periodo medioevale, viene compresa nel Giudicato di Arborea, dove fa parte della curatoria del Mandrolisai. Con la fine del governo giudicale, passa sotto il dominio del Marchesato di Oristano. Iniziato il governo degli Aragonesi, anche Desulo ottiene, come tutto il Mandrolisai, di essere governato da un signore nativo scelto per elezione. Nel 1478 diviene frazione della vicina Sorgono, di cui segue tutte le vicende storiche. Del comune di Desulo nel 1927, dopo la creazione della Provincia di Nuoro, viene cambiata la Provincia da quella di Cagliari, alla quale precedentemente apparteneva, alla neonata Provincia di Nuoro. Alcuni dei principali personaggi che sono nati a DesuloA Desulo nasce il poeta Antioco Casula, detto Antiogu, noto con lo pseudonimo Montanaru. Inanni più recenti, nel dopoguerra, vi nasce il bandito e sequestratore Fausto Massimo Floris. Antioco Casula detto Antiogu noto con lo pseudonimo Montanaru con il quale firma le sue opere, è il più importante poeta in lingua sarda del Novecento, autore tra l’altro della bella e delicata Ninna Nanna de Anton'Istene, ninna nanna per Antonio Stefano, un rifacimento colto della più tradizionale ninna nanna. Nato nel 1878 a Desulo, dopo le scuole del paese, frequenta il ginnasio a Cagliari e a Lanusei, ma deve rinunciare agli studi per le condizioni economiche della famiglia. Abbandonata la Scuola si arruola nei Carabinieri, e così, Randagio per tutte le strade della Sardegna, scopre la sua isola Dai picchi di Gallura alle colline del Logudoro. Inizia a leggere i poeti sardi, particolarmente Sebastiano Satta, di soli dieci anni più grande. In tutta l’opera di Antioco Casula è forte l’influenza di Satta e della produzione civile di Carducci, ma, a differenza di Satta, Montanaru scrive esclusivamente in sardo. Pubblica nel 1904 Boghes de Barbagia. Abbandona l’arma e diventa direttore dell’ufficio postale di Desulo e insegnante nella Scuola elementare, per potersi dedicare agli studi e alla poesia. Nel 1922 pubblica Cantigos d’Ennargentu, dove, accanto ai bellissimi versi di Est una nott ’e luna, che verrà successivamente musicata ed è oggi cantata da molti cori polifonici sardi, compaiono ritratti di personaggi come Tiu Bustianu Sale, Tiu Bobore Mannu, Sa Tia de Filare. Ottenuto un forte successo di critica, viene invitato a rappresentare a Milano nel 1925 la Sardegna al Congresso nazionale dei dialetti d’Italia. Ma la sua difesa della lingua e della cultura sarda si scontra con le posizioni del governo fascista, tanto che nel 1933 la pubblicazione di Sos cantos de Sa solitudine scatena una forte polemica di Giulio Anchisi, contro quello che definisce L’anacronistico uso del sardo in poesia. Durante la Seconda Guerra Mondiale scrive versi sempre più introspettivi. Nel dopoguerra aderisce al Partito Sardo d’Azione. Nel 1950 pubblica Sa lantia, ma tra anni dopo viene colpito da paralisi, e muore dopo quattro anni nel 1957. Le ultime due raccolte di poesie vengono riordinate dal genero e pubblicate postume con il titolo di Sas ultimas canzones e Cantigos de amargura. Di lui scrive l’antropologo Michelangelo Pira: Essi non sapevano o non sanno quello che Montanaru aveva capito d’istinto: che nel nostro secolo il sardo, venuto a contatto con la lingua italiana, è venuto modificandosi nelle sue strutture lessicali, sintattiche, morfologiche, fonetiche e semantiche. Con Montanaru il sardo fu ancora una volta lingua... |
A Desulo, il 27 novembre 1951, nasce Fausto Massimo Floris colto trasformista del crimine conosciuto come il Dottor Sottile, ritenuto un uomo di spicco dell’anonima sequestri, la cui ultima residenza conosciuta era a Cagliari. Per lui viene emesso un mandato di cattura, il 27 febbraio 1995, per una condanna a 3 anni e 11 mesi per aver organizzato il tentativo di sequestro di Pietro sardo e del figlio Paolo, avvenuto tra il gennaio e il marzo del 1982, scoperto del tutto fortuitamente. Sparito misteriosamente dopo la prima udienza del processo, le ultime notizie lo davano nel sud della Sardegna, dato che la sua auto, una Citroen, viene ritrovata bruciata nei pressi dell’Aeroporto di Elmas a Cagliari. Da quel momento si perdono le sue tracce, fino a che, nel 1999, non viene fermata a Bangkok, in Thailandia, una persona nella quale Digos e Criminalpol di Cagliari credono di riconoscerlo. Ma poi Fausto Massimo Floris è scomparso, se era veramente lui, dalla Thailandia per un curioso errore burocratico, proprio quando lo stavano per incastrare. |
Le principali feste e sagre che si svolgono a DesuloA Desulo sono attivi l’Associazione Anninnora, il Gruppo Folk Sant’Antonio Abate di Desulo, l’Associazione di cultura e Tradizioni Popolari Coro Polifonico Montanaru, l’Associazione Culturale Coro Polifonico Padentes, ed il Coro Polifonico Femminile Boghes D’Ennargentu. Nelle diverse feste e sagre si possono ammirare i coloratissimi costumi tradizionali, probabilmente i più belli di tutta la Sardegna. Desulo si posiziona al confine delle tre Barbagie di Ollolai, di Belvì e del Mandrolisai, ed anche passeggiando nelle sue vie è facile incontrare donne abbigliate con il loro costume caratterizzato da tre colori, il rosso, il giallo ed il blu, che fanno riferimento delle tre regioni barbaricine di Ollollai, di Belvì e del Mandrolisai. Desulo, infatti, è uno dei centri dell’isola nei quali sopravvive, soprattutto tra gli anziani, l’uso di indossare abitualmente l’abbigliamento tradizionale. Tra le principali feste e sagre che si svolgono a Desulo, il 16 e 17 gennaio si celebra la Festa di Sant’Antonio Abate, che è il Santo patrono del paese; il 20 gennaio la Festa di San Sebastiano con l’accensione del falò; i riti della Settimana Santa; il 31 maggio il Pellegrinaggio a piedi alla Chiesa della Madonna della Neve a Tascusì; il 16 lugio la Festa della Madonna del Carmelo; la prima domenica di agosto la Festa grande della Madonna della Neve; la seconda o terza domenica di settembre la Festa di San Basilio; a fine ottobre o inizio novembre si svolge la Sagra denominata La Montagna Produce. Le cerimonie della Settimana Santa a DesuloImportanti sono a Desulo i riti della Settimana Santa. La Domenica delle Palme a Desulo si svolge la caratteristica processione De Sas Prammas, ossia delle palme, con le donne che indossano i coloratissimi costumi tradizionali. Il corteo, con in testa le Prioresse della Madonna del Carmelo che portano in mano delle bellissime palme lavorate, parte dalla Chiesa del Carmine, dove avviene la cerimonia di benedizione delle palme, ed arriva nella Chiesa parrocchiale, dove si svolge la messa solenne. Il Giovedì Santo si svolge la Cena del Signore e la Lavanda dei piedi. La mattina presto del Venerdì Santo si celebra una prima via Crucis nel quartiere Issiria. Nel pomeriggio si celebra la passione, con il rito de S’Iscravamentu, per la deposizione del Cristo dalla croce che poi, adagiato su una lettiga, viene portato in processione fino alla Chiesa della Santa Croce con Maria vestita a lutto. La Domenica di Pasqua, fra il rintocco delle campane e le salve dei fucili, si svolge la processione solenne de S’Inconrtu, per la quale il simulacro del Cristo risorto parte dalla Chiesa della Santa Croce per incontrare la Madonna partita dalla Chiesa del Carmine. I cortei si ricongiungono nella piazza De Gasperi e, formando un unico corteo, arrivano nella Chiesa parrocchiale dove avviene la celebrazione della messa solenne. La Sagra la Montagna ProduceOgni anno, alla fine di ottobre o all’inizio di novembre, in occasione della mostra agro alimentare La Montagna Produce, per tre giorni il centro storico di Desulo si riempie di visitatori che arrivano da ogni parte dell’Isola, e che lo trasformano in una sorta di paese-mercato, con un’esposizione di prodotti tipici come pani, dolci, miele, formaggi, liquori. La mostra agro alimentare promuove e valorizza i prodotti tipici della montagna, l’artigianato artistico e le secolari tradizioni, e, durante questa mostra, viene assegnato il Premio letterario Montanaru, riservato ai poeti in lingua sarda. Visita del centro di DesuloArriviamo a Desulo da sud ovest, con la SP7 che, arrivando nel centro abitato, assume il nome di viale Aldo Moro. L’andamento dell’abitato è tipico dei paesi di montagna, dato che si sviluppa sul fianco della montagna, con le case a destra della strada statale arrampicate sul fianco della montagna, e quelle a sinistra che sono poste molto più in basso. Interessante è il centro storico del paese, che conserva scorci immutati nel tempo, e conserva in parte le antiche e caratteristiche costruzioni delle origini, realizzate in pietra di scisto e caratterizzate dai tipici balconi in legno. Nella descrizione che segue, vedremo tutte le principali caratteristiche del paese, e vedremo anche alcuni dei principali torronifici che hanno fatto di Desulo una delle patrie del torrone sardo. Il Campo Sportivo di DesuloPercorsi Duecentottanta metri dal cartello indicatore di Desulo, prendiamo una sterrata in salita sulla sinistra che, in centocinquanta metri, ci porta al Campo Sportivo di Desulo, non molto bello. Arriviamo nel rione Issiria ed incontriamo la nuova Chiesa parrocchiale dedicata a Sant’Antonio AbateIl viale Aldo Moro prosegue verso nord est e, dopo un chilometro, svolta tutto a destra e prosegue, questa volta con il nome di la Marmora, in direzione sud ovest portandoci all’interno del rione Issiria, quello più a nord dei tre rioni di Desulo. Percorsi trecento metri, troviamo alla sinistra della strada la Nuova Chiesa parrocchiale dedicata a Sant’Antonio Abate che è stata inaugurata nel 1980, quando la veccia Chiesa parrocchiale era già chiusa da tredici anni. L’edificio sacro da l’impressione certo di grandiosità per la sua mole, ma ben si adegua, con la sua realizzazione in scisto, allo stile delle abitazioni del paese. Bello, sulla facciata esterna, alla sinistra del portale, l’affresco che rappresenta il Santo. All’interno ce presente un pulpito in legno datato 1682, che si trovava nella vecchia Chiesa parrocchiale. Pressi questa Chiesa il 17 gennaio si celebra la Festa di Sant’Antonio Abate, che è il Santo patrono di Desulo, con riti religiosi seguiti da manifestazioni civili. L’antica parrocchiale dedicata a Sant’Antonio AbatePercorsi poco più di cento nella via la Marmora, trovaimo, ancora alla sinistra della strada, la via Sant’Antonio, sulla quale si affaccia la bella Antica Chiesa parrocchiale dedicata a Sant’Antonio Abate da anni chiusa in attesa di restauro. Costruita nel quattordicesimo secolo con tre navate a croce latina, è stata successivamente rimaneggiata. L’ingresso è costituito da un portale romanico, su colonne con capitelli decorati, sulla facciata è presente un rosone di cui rimane però solo la cornice, ed ha un’interessante cupola ottagonale. La Chiesa, chiusa al culto dal 1967 perché necessita di un significativo intervento di restauro, custodiva all’interno una cinquecentesca statua in legno del Cristo crocifisso, ora conservata nella Chiesa ed Oratorio della Santa Croce, ed un pulpito in legno datato 1682, che oggi troviamo nella nuova Chiesa parrocchiale. La Chiesa della Santa CrocePercorsi duecentocinquanta metri sulla via la Marmora, svoltiamo tutto a sinistra in via Alessandro Manzoni, dopo centosettanta metri prendiamo a sinistra la via Santa Croce, che, in una cinquantina di metri, ci conduce in piazza Santa Croce. Qui possiamo visitare la Chiesa della Santa Croce edificata nel diciassettesimo secolo cone Oratorio della omonima Confraternita, ma più volte rimaneggiata nel tempo. Conserva diverse pitture su tavola del diciassettesimo secolo, e nell’altare maggiore la cinquecentesca statua in legno policromo di Cristo crocifisso che si trovava nella vacchia Chiesa parrocchiale, e che viene portata in processione il Venerdì Santo nella processione detta S’Interru de Deus, ossia il seppellimento di Dio. Il Municipio di DesuloDalla discasa che ci ha portato alla Chiesa della Santa Croce, torniamo sulla via la Marmora. La prendiamo verso sinistra, ossia verso sud ovest, la seguiamo per circa cinquanta metri, e troviamo, alla destra della strada, al civico numero 73, il grande edificio del Municipio di Desulo, chiamato anche Palazzo Civico che ospita la sede e gli uffici dell’amministrazione Comunale. Nel 2015 ha scelto una frase di Charles Bukowski il sindaco Gian Luigi littarru, per dire ai suoi concittadini che la sua amministrazione non discrimina nessuno: La mia porta è aperta alla destra e alla sinistra, ai bianchi e ai neri e ai gialli e ai rossi e ai diversi tipi di uomini e di donne; lesbiche e omosessuali. Non insegno, imparo. La targa con la citazione campeggia sulla porta del primo cittadino. Prima di uscire dal rione Issiria troviamo il Torronificio DeianaProseguiamo verso sud con la via Deiana e, percorsi centocinquanta metri, vediamo, alla sinistra della strada, al civico numero 10 della via la Marmora, l’edificio nel quale si trova il Torronificio Deiana di Marco e Pasquale Deiana, che è uno dei principali torronifici di Desulo. Fondato nel 2006, il Torronificio Deiana nella sua storia è stato insignito di numerosi premi, sia a livello nazionale che europeo, per l’eccellenza e la bontà dei suoi prodotti. Gli ingredienti per la preparazione del suo torrone sono molto semplici. Il suo torrone viene prodotto in tre versioni, con le mandorle, con le nocciole e con le noci. In esso, la quantità di frutta secca presente è del 65 per cento, e alla frutta secca vengono aggiunti solamente albume e miele finissimo, senza l’utilizzo di conservanti o coloranti. Il torrone Deiana è difficile da trovare, se non nelle botteghe specializzate legate sempre al territorio sardo. |
Il Torronificio Deiana si trova sempre nel rione Issiria, ai suoi limiti inferiori, e tra breve, proseguendo lungo la via la Marmora, entreremo nel rione Ovolaccio. Entriamo nel rione Ovolaccio dove troviamo il Museo EtnograficoDopo poche decine di metri, la via la Marmora ci porta nel rione Ovolaccio, e, subito più avanti, prendiamo sulla destra la via Montanaru. Percorsi una quarantina di metri, sulla destra della strada, al civico numero 34, possiamo visitare il Museo Etnografico ospitato nella casa natale del poeta Antioco Antigu Casula, più noto con lo pseudonimo Montanaru con il quale firmava le sue opere. La palazzina, ristrutturata, è del tipo tradizionale desulese, ma con alcuni elementi di ricercatezza nella facciata. Il tema principale del Museo è rappresentato dagli strumenti funzionali al lavoro agricolo, alla pastorizia, all’artigianato, alla panificazione, alla tessitura ed alla lavorazione della cera. La Chiesa della Madonna del CarmineProseguiamo lungo la via Montanaru per poco meno di trecento metri, poi, sulla sinistra, troviamo, sopraelevata, la Chiesa della Madonna del Carmine cje si trova in una piazza dove la via Montanaru sbocca sulla via del Carmine, che fiancheggia la Chiesa. La Chiesa del Carmine è stata riedificata nel 1858 in posizione diversa rispetto alla piazza detta De su Cramu, dove si trovava l’antica piccola Chiesa omonima, di cui non restano che le fondamenta. Il 16 luglio vi si celebra la Festa della Madonna del Carmelo, quando si insediano le Prioresse della Madonna del Carmelo. La secondao terza domenica di settembre, invece, si svolge la Festa in onore di San Basilio, con l’insediamento delle nuove Prioresse di San Basilio, prima della messa e della processione solenne. Il vecchio Cimitero di DesuloLa prosecuzione verso ovest della via del Carmine, subito dopo la Chiesa, cambia il suo nome in via Gesù redentore. La seguiamo per poco più di cento metri, e troviamo sulla destra l’ingresso di quello che era il Vecchio Cimitero di Desulo, in seguito abbandonato a favore di un nuovo Cimitero che è stato costruito fuori dall’abitato, lungo la SP7 che esce in direzione sud ovest e conduce alla SS295 che porta verso nord a Tonara e verso sud a Belvì. La Chiesa di San Sebastiano nel rione AsuaiTorniamo sulla via la Marmora, dove si era mossa sulla destra la via del Carmine. La riprendiamo, e la strada ci porta nel rione Asuai all’interno del quale assume il nome di via Cagliari. Dopo seicentocinquanta metri, prendiamo subito a sinistra la via Trieste che seguiamo per centoventi metri, poi prendiamo una strada a destra in discesa molto stretta, che ci conduce di fronte alla Chiesa San Sebastiano Martire dalla quale dovremo tornare indietro a retromarcia. La Chiesa è stata costruita a fine settecento e restaurata nel 1932, quando fu sopraelevato il tetto ed allargata di qualche metro la Chiesa. La popolazione di Desulo è molto devota a San Sebastiano, e tipica del paese è l’invocazione Santu Sobostianu meu. Il 20 gennaio vi si tiene la la Festa di Santu Sobostianu de Ierru. Dopo la messa, viene benedetto un grande falò, chiamato Su Fogone de Santu Sobostianu, che viene acceso in piazza. La Festa popolare si celebra invece la prima domenica di luglio, con la messa preceduta dalla processione e dalla cerimonia di insediamento del nuovo gruppo delle Prioresse di San Sebastiano. Il sette settembre, in occasione della Festa della Vergine del Rimedio, si svolge una messa solenne e l’insediamento delle Prioresse della Vergine del Rimedio. Uscendo dal rione Asuai si trova il Torronificio GennargentuRiprendiamo la via Cagliari da dove la avevamo lasciata per prendere la via Trieste, la seguiamo per duecentocinquanta metri, e vediamo, alla sinistra della strada, al civico numero 206 della via Cagliari, l’edificio nel quale si trova il Torronificio Gennargentu di Maxia Salvatore, uno dei principali torronifici di Desulo. Il Torronificio Gennargentu porta avanti una tradizione di mastri torronai, rispettando la tradizione e mantenendo processi produttivi consolidati in oltre 150 anni di attività, e utilizzando esclusivamente ingredienti naturali ricercati in ambito locale. Coniuga una produzione artigianale alla modernità, l’utilizzo di antiche ricette all’attenzione ai nuovi gusti, eccellenti materie prime all’impiego di tecniche produttive d’avanguardia. Il suo prodotto principale è il torrone classico, che rispecchia la tradizione gastronomica della Sardegna. Lo si trova nelle varianti alle mandorle, noci e nocciole, con miele mille fiori, miele eucaliptus ed altri tipici mieli della macchia mediterranea. Il Torronificio Gennargentu si trova ai limiti inferiori del rione Asuai di Desulo. |
Visita dei dintorni di DesuloVediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Desulo si trova la Chiesa della Madonna della Neve, e si trovano numerose bellezze naturali, tra le quali il massiccio del Gennargentu, la cui area è dotata anche di numerosi Nuraghi, tra cui quello di Ura ’e Sole situato sulla sommità di Bruncu Nuraghe. Degni di visita, inoltre, sono la Punta la Marmora ed i suoi caratteristici rilievi, ossia i Tacchi, tra i quali quello di Girgini, detto su Toni ’e Girgini. Nei dintorni di Desulo sono stati, quindi, portati alla luce i resti dei Nuraghi Ura ’e Sole, e su Calavriga, entrambi di tipologia indefinita. Il passo denominato S’Arcu de TascusìLungo la strada che ci ha portato da Fonni a Desulo, dopo una ventina di chilometri da quando abbiamo lasciato Fonni, già in territorio di Desulo, la strada ci porta, in località S’Arcu de Tascusì, considerato il valico automobilistico più alto della Sardegna, che raggiunge i 1.245 metri di altezza. La Chiesa della Madonna della NeveProvenendo da Fonni, subito prima di raggiungere il passo, alla sinistra della strada si trova, su un rialzo del terreno, la Chiesa della Madonna della Neve. L’ultimo giorno dell’anno 1913 cinque ambulanti di Desulo stavano facendo ritorno a casa quando, vicino a Fonni, li sorprese una tormenta di neve, e solo due di essi, abbandonati i cavalli, riuscirono a raggiungere il paese. Nel 1920, provenendo da Desulo verso Fonni, appena superata la località S’Arcu de Tascusì, a 1245 metri di altezza, alla destra della strada, i sopravvissuti fecero edificare la Chiesa della Madonna della Neve come voto di riconoscenza verso la Madonna. Ogni anno, il 31 di maggio, si svolge un pellegrinaggio a piedi dalla Chiesa parrocchiale di Sant’Antonio Abate fino alla Chiesa della Madonna della Neve a Tascusì, dove viene celebrata la messa. La prima domenica di agosto, invece, si celebra la Festa grande, ossia la Festa della Madonna della Neve, che prevede nel pomeriggio si svolge la processione dalla Chiesa del Carmine alla Chiesa parrocchiale di Sant’Antonio Abate, da dove ci si porta in macchina alla Chiesa della Madonna della Neve a Tascusì, dove viene officiata la messa all’aperto. I resti del Nuraghe Ura ’e SoleSubito aver passato il passo di Tascusì, prendiamo a destra la strada che, un circa un chilometro, ci porta al Nuraghe Ura ’e Sole che si trova sulla sommità di Bruncu Nuraghe. Rappresenta il Nuraghe che si trova alla maggiore altitudine della Sardegna, a ben 1.331 metri sopra il livello del mare. È un Nuraghe complesso ormai in pessimo stato di conservazione, che si presenta completamente interrato da un cumulo di macerie, ma, ciò nonostante, è possibile ancora osservare, posizionandosi nella parte alta del Nuraghe, le impronte di almeno tre torri. Sempre tra le macerie, è possibile osservare la presenza di un architrave d’accesso. Una escursione a Punta la MarmoraDesulo è la base di partenza ideale per effettuare un’escursione sulla vetta sul Gennargentu più alta della Sardegna, la Punta la Marmora alta 1.834 metri, sulla quale si eleva una croce. Per arrivarci, usciamo da Desulo sulla SP7 verso nord est e, dopo settecento metri, dove la strada compie un tornante verso sinistra, prendiamo, seguendo le indicazioni per la foresta di Girgini, la strada verso destra. Dopo due chilometri e mezzo, la strada svolta da sud ed est, e prosegue per quasi altri tre chilometri e mezzo. Qui arriviamo a un bivio, dove proseguendo verso sinistra si va in direzione del Gennargentu, mentre a destra ci si dirige verso la foresta di Girgini. Proseguiamo verso sinistra, in direzione est, in una strada a tornanti che si arrampica sulle falde del Gennargentu ed in una quindicina di chilometri ci porta verso la Punta la Marmora. Visita del rilievo denominato su Toni ’e GirginiPrendendo, invece, verso destra, in direzione sud, lungo la strada che porta verso la Punta la Marmora, possiamo recarci in meno di venti chilometri a visitare il caratteristico rilievo denominato Su Toni ’e Girgini ossia il tacco di Girgini, che si eleva dal pianoro sottostante di Girgini, col suo splendido bosco di lecci. I tacchi sono aridi, isolati altopiani che contribuiscono con il loro aspetto a rimarcare il carattere aspro del territorio. Il nuovo Cimitero di DesuloUsciamo da Desulo in direzione sud ovest lungo la via Cagliari. Uscendo dal paese, la strada riprende il nome di SP7 e, dopo 1,3 chilometri, troviamo sulla sinistra il Nuovo Cimitero di Desulo. La prossima tappa del nostro viaggioNella prossima tappa del nostro viaggio entreremo nella Barbagia di Belvì, dove visiteremo Belvì il paese che ha dato il suo nome a questa parte della Barbagia, che visiteremo con il suo centro storico e con i suoi dintorni. |