Fonni il paese più alto della Sardegna adagiato sul lato settentrionale del massiccio del Gennargentu
In questa tappa del nostro viaggio, proseguiremo la visita dell'interno della Barbagia di Ollolai. Da Mamoiada ci recheremo a Fonni il paese più alto della Sardegna, posizionato a 1.000 metri di altezza ed adagiato sul lato settentrionale del massiccio del Gennargentu, famoso per il suo Palio. La regione storica della Barbagia di Ollolai La Barbagia di Ollolai (nome in lingua sarda Barbàgia 'e Ollolai), chiamata anche Barbagia Superiore, è una regione storica della Sardegna centrale. Durante il periodo giudicale ha fatto parte del Giudicato d'Arborea, nellla Curatoria della Barbagia di Ollolai, è stata poi degli Aragonesi, quindi del Ducato di Mandas. Ne fanno parte i comuni: Austis, Fonni, Dorgali, Gavoi, Lodine, Mamoiada, Oliena, Ollolai, Olzai, Orgosolo, Ovodda, Teti e Tiana. Secondo molti, ed anche secondo noi, alla Barbagia di Ollolai apparterrebbe anche il comune di Dorgali, che durante il periodo nel quale la Sardegna era sotto il controllo dell'impero Bizantino e nel primo periodo del Giudicato di Arborea ne costituiva uno sbocco al mare, che è andato perduto a seguito dell'espansione, promossa dai Pisani, verso sud del Giudicato di Gallura. Secondo alcuni, alla Barbagia di Ollolai apparterebbero anche i comuni di Orani e Sarule, che noi attribuiamo, invece, al Nuorese, noto anche come Barbagia di Nuoro o Barbagia di Bitti.
In viaggio verso FonniDal centro di Mamoiada prendiamo la SS389 di Buddusò e del Correboi, che esce verso sud est, e la seguiamo per circa cinque chilometri e mezzo, poi, a una grande rotonda, prendiamo, seguendo le indicazioni, verso destra la SS389 di Buddusò e del Correboi Dir/b, che, in nove chilometri e mezzo, ci porta all'interno dell'abitato di Fonni, che si trova sul lato settentrionale del massiccio del Gennargentu. Alle falde del Gennargentu Il Massiccio del Gennargentu è costituito da un substrato di scisto con presenza di rocce granitiche risalenti al Paleozoico, e verso sud da formazioni calcaree che costituiscono i caratteristici tacchi prodottisi nel Mesozoico. È un territorio quasi completamente disabitato, molto aspro, con alternarsi di monti, altopiani, e vallate scoscese. Vi sopravvive una fauna di estremo interesse: l'aquila reale e l'aquila di Bonelli, il nibbio reale, cinghiali selvatici, volpi, gatti selvatici, donnole, lepri. Anche la flora è significativa, con piante secolari alcune delle quali presenti solo in questa zona selvaggia della Sardegna.
Il comune di Fonni che è il paese più alto della Sardegna adagiato sul lato nord del Gennargentu Il comune chiamato Fonni (nome in lingua sarda Fonne, altezza metri 1000 sul livello del mare, abitanti 3.696 al 31 dicembre 2021) è il paese più alto della Sardegna, situato nella parte centrale della Provincia di Nuoro, a 1.000 metri di altezza ed adagiato sul lato settentrionale del grande massiccio del Gennargentu. Siamo sempre nella Barbagia di Ollolai, della quale rappresenta il centro più importante, un importante centro montano, con le sue chiese e con i numerosi siti archeologici che si trovano nei suoi dintorni. Il territorio comunale, comprensivo dell'area del bacino artificiale di Gavossai, presenta un profilo geometrico irregolare, caratterizzato da variazioni altimetriche molto accentuate, dato che si raggiungono i 1.703 metri di quota.
Così racconta Fonni la scrittrice Grazia Deledda in uno dei suoi libri: Fonni quel bizzarro paese adagiato sulla cima di un monte come un avvoltoio in riposo. D'inverno il paese era quasi deserto, perché i numerosi pastori nomadi che lo popolavano (uomini forti come il vento e astuti come volpi) scendevano con le greggi nelle tiepide pianure meridionali ma durante il bel tempo un bizzarro Viavai di cavalli, di cani, di pastori vecchi e giovani animava le straduccole. |
Si tratta di uno dei paesi dove la speranza di vita è più alta rispetto alla media mondiale Il comune appartiene ad una delle zone blu dove la speranza di vita è più alta rispetto alla media mondiale. Il termine Zone blu, in inglese Blue Zones, viene usato per identificare le aree demografiche o geografiche del mondo in cui la speranza di vita è notevolmente più alta rispetto alla media mondiale. Il concetto è nato quando gli studiosi Gianni Pes e Michel Poulain hanno pubblicato su Experimental Gerontology il loro studio demografico sulla longevità umana, che identifica la Provincia di Nuoro, in Sardegna, come l'area con la maggiore concentrazione di centenari al mondo. Gli studiosi, per procedere nel lavoro, tracciavano sulla mappa delle serie di cerchi concentrici blu che indicavano le zone con la più alta longevità, da qui il termine Zona blu. I paesi appartenenti alle zone blu in Sardegna sono Arzana, Baunei, Fonni, Gavoi, Mamoiada, Oliena, Ollolai, Orgosolo, Ovodda, Perdasdefogu, Seulo, Talana, Tiana, Ulassai, Urzulei, Villagrande Strisaili.
Origine del nomeIl nome del paese, che nella dizione locale si presenta come Ònne o Fònne, è di probabile origine paleosarda, mentre alcuni ritengono tragga origine dalla voce fenicia Phanna che indicava elevatezza, bell'aspetto, bella vista, ed altri pensano derivi dall'antica città di Sorabile, distrutta dai vandali prima della caduta dell'impero Romano, le cui rovine sono tuttora visibili. La sua economiaL'economia di Fonni è basata sull'agricoltura, con la coltivazione di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, viti e alberi da frutta, sulla zootecnia con l'allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli, esu una discreta produzione industriale. All'economia prevalentemete agricola, si è affiancato negli ultimo decenni il turismo, dato che a Fonni sono stati realizzati diversi impianti sciistici che hanno fatto di Fonni, con Desulo, i più importanti centri del turismo invernale in Sardegna. Fonni è anche famosa per la sua produzione dolciaria dei savoiardi di Fonni. Il paese è dotato dei maggiori impianti sciistici di risalita sardi, situati sul Bruncu Spina, di 1.828 metri, ed ai piedi del Monte Spada, alto 1.594 metri. Notevole è la bellezza del paesaggio circostante, con lo sguardo che spazia verso nord dal lago artificiale del Govossai alla cima della Madonna del Monte, mentre a sud si distinguono le vette più alte del Gennargentu. Da Fonni partono le strade che conducono ai due più alti valichi automobilistici della Sardegna, lungo la SP7 verso Desulo si trova il Passo di Tascusì, e lungo la SS389 di Buddusò e del Correboi di Buddusò e del Correboi si trova il Passo di Correboi o Corr 'e Boi, situati entrambi tra i 1.246 ed i 1.248 metri di altezza. Brevi cenni storiciIl territorio di Fonni, abitato sino dall'età prenuragica, è stato in seguito sottoposto alla dominazione romana, periodo durante il quale venne fondata una antica mansio denominata Sorabile lungo la strada. In periodo medioevale, nell'undicesimo secolo entra a far parte del Giudicato d'Arborea, nella curatoria della Barbagia di Ollolai. Nel 1410 passa sotto il dominio dei Marchesi di Oristano, e circa sesSant'anni più tardi viene conquistata dagli Aragonesi. Agli inizi del diciassettesimo secolo venne incorporata nel Ducato di Mandas e ceduta in feudo ai Maza, ed in seguito ai Tellez Giron d'Alcantara. Passata sotto i Savoia e, successivamente, nel Regno d'Italia, del comune di Fonni nel 1927, dopo la creazione della Provincia di Nuoro, viene cambiata la provincia, da quella di Sassari, alla quale precedentemente apparteneva, alla neonata Provincia di Nuoro. Le principali principali feste e sagre che si svolgono a Fonni A Fonni sono attivi l'Associazione Turistica Pro Loco con il Gruppo Folk Pro Loco di Fonni, l'Associazione Culturale con il Gruppo Folk Brathallos, ed inoltre il Coro Polifonico Maschile ed il Coro Polifonico Femminile su Veranu. Nelle principali feste e sagre che si svolgono a Fonni è possibile assistere all'esibizione dei bei costumi tradizionali. Tra le principali principali feste e sagre che si svolgono a Fonni si segnalano, il 16 e 17 gennaio, la Festa di Sant'Antonio Abate, con la tradizionale accensione dei falò nelle vie del paese; il Carnevale, animato dalle famose maschere fonnesi i riti della Settimana Santa; la prima domenica di giugno la Festa della Madonna dei Martiri, caratterizzata da una processione cui partecipano uomini e donne vestiti con i tradizionali costumi locali il 24 giugno la Festa di San Giovanni Battista, che è il Santo patrono del paese; alla fine del mese di luglio presso la chiesa campestre si conclude la quattro giorni della Festa di San Cristoforo, il Santo protettore degli automobilisti la prima domenica di agosto si tiene il famoso Palio di Fonni; solitamente all'inizio di settembre si svolge la Sagra chiamata PaStorias, che celebra la cultura pastorale.
Il Carnevale di Fonni con S'Urthu e Sos Buttudos e con Sas Mascaras limpias Il Carnevale fonnese, chiamato Su Arrasehare Onnesu è caratterizzato dalle antiche maschere de S'Urthu e Sos Buttudos, che rappresentano la lotta quotidiana dell'uomo contro gli elementi della natura.
Sos Buttudos indossano un cappotto di orbace sopra abiti di velluto, portano scarponi e gambali di cuoio e sulle spalle i campanacci detti Sonaggias, e tengono al guinzaglio con una rumorosa catena di ferro S'Urthu l'orso. Quest'ultimo è vestito di pelli di montone o di caprone, di colore bianco o nero, ha un grosso campanaccio legato al collo e la faccia annerita dal sughero carbonizzato detto S'Inthiveddu. S'Urhtu tenta continuamente di liberarsi dalle catene, aggredendo uomini e cose che incontra sul suo cammino, arrampicandosi sugli alberi e sui balconi, aizzato ad avventarsi sulla gente e soprattutto sulle ragazze che subiscono le sue esuberanze, mentre Sos Buttudos tentano di domarlo. Oltre a S'Urthu e Sos Buttudos, maschere maschili, sono protagoniste del Carnevale fonnese anche Sas Mascaras limpias maschere della Pro Loco di Fonni, impersonate sia da uomini che da donne, che rappresentano l'eleganza e la bellezza, e che, per non essere riconosciute e per non rivelare il sesso, non parlano e si coprono completamente, indossano anche dei guanti. I riti della Settimana Santa a FonniI riti della Settimana Santa sono officiati dalle Confraternite della Basilica dei martiri e della chiesa di San Giovanni Battista. Come da tradizione la Domenica delle Palme viene celebrata benedizione delle palme nella Basilica dei martiri e nella chiesa di San Giovanni Battista. Nei giorni successivi si svolgono le cerimonie della lavanda dei piedi detta Lavabis, della Via Crucis che si svolge per le vie del paese, e di S'Iscravamentu, ovvero la deposizione dalla croce e la processione con la successiva sepoltura. Durante la veglia pasquale si celebra la benedizione dell'acqua e del fuoco, ed il giorno successivo, ossia la Domenica di Pasqua, si celebra la resurrezione con la cerimonia de S'Incontru, che ricorda l'incontro fra il Cristo risorto e la Madonna. Tutte le funzioni sono accompagnate dal canto dei Gosos, i canti sacri in lingua sarda in onore della Vergine, e dai suoni delle Mattracolas, dette anche battole, che sono tavole di legno provviste di due battenti metallici, e delle Arraneddas, ossia raganelle costruite in legno. PaStoriasSolitamente all'inizio di settembre si svolge la Sagra denominata PaStorias che celebra la cultura pastorale, in un affascinante viaggio nel tempo tra antichi mestieri, musica, miti del Gennargentu e la cucina del pastore, che anima le vie del paese, dove le strade prendono vita e gli ospiti possono ascoltare storie di notti stellate, di canti festosi, di mani sagge che impastano, intrecciano, filano, mungono… Visita del centro di FonniEntriamo a Fonni provenendo da Mamoiada con la SS389 di Buddusò e del Correboi Dir/b, che all'interno del centro abitato assume il nome di via Sassari. Il centro storico dell'abitato, interessato da una forte espansione edilizia, è caratterizzato da vicoli stretti sui quali si affacciano tante piccole case, che danno all'abitato un'aria tipicamente montana. Il Campo Sportivo di FonniSeguiamo via Sassari per circa un chilometro, seguendone le diverse curve, fino a che la strada sbocca sulla via Grazia Deledda, che prendiamo verso destra. La seguiamo per poco più di cento metri, poi prendiamo sulla destra la via Francesco Ciusa, dopo circa duecento metri prendiamo verso sinistra la via don Francesco Casulla, che prosegue su via Alcide De Gasperi, alla destra della quale si trova l'ingresso del Campo Sportivo di Fonni. La chiesa della Santa CroceRitorniamo indietro fino a dove la via Francesco Ciusa ci riporta in via Grazia Deledda, che riprendiamo all'indietro, invece di riprendere a sinistra la via Sassari che ci ha portato fino qui, la prendiamo come prosecuzione dritta della via Grazia Deledda. Proseguiamo per centosessanta metri, poi svoltiamo a sinistra la via don Burrai, dopo centocinquanta metri svoltiamo a sinistra in via Sorabile, dopo poche decine di metri, prendiamo a destra la via Casulla. Alla destra si affaccia la Chiesa della Santa Croce una chiesa dall'imponente facciata con due pilastri laterali e due colonne doriche che affiancano il portale. 
Il Municipio di FonniDalla via Francesco Ciusa, ritornati dal Campo Sportivo sulla via Grazia Deledda, la prendiamo verso destra e, dopo duecento metri, imbocchiamo a sinistra la via Guglielmo Marconi, che ci porta verso sud nel centro storico di Fonni. La prosecuzione della via Guglielmo Marconi è la via San Pietro, lungo la quale, alla sinistra, al civico numero 4, si trova l'edificio che ospita la sede e gli uffici del Municipio di Fonni. 
La chiesa del RosarioPassato il Municipio, proseguiamo verso sud lungo la via San Pietro, che diventala via del Rosario, dopo poco più di centocinquanta metri, troviamo sulla destra della strada la Chiesa del Rosario una piccola chiesa costruita dopo che l'antica cappella della chiesa ed oratorio del Rosario era stata abbattuta nel 1702 su iniziativa di padre Pacifico Guiso Pirella di Nuoro. 
Nel centro storico arriviamo in piazza EuropaProseguendo verso sud, la via del Rosario, dopo settanta metri, ci porta in piazza La Marmora, dove prendiamo a sinistra la via Azuni, dalla quale prendiamo a sinistra la via Carlo Alberto, e, in poco più di duecento metri, arriviamo in Piazza Europa una bella piazza ai lati della quale si trovano diversi bei murales che rappresentano la popolazione nei costumi tradizionali. 
La Basilica della Madonna dei Martiri definita anche il suo SantuarioLa piazza Europa confina con la piazza dei Martiri, nella quale visiteremo il Complesso Basilicale della Madonna dei Martiri, eretto a monumento nazionale. Si tratta di uno dei più articolati e significativi esempi di tardo barocco della Sardegna, un complesso architettonico realizzato dai Minori Osservanti che comprende il convento, la Basilica della Madonna dei Martiri, e l'oratorio di San Michele, tutti prospicienti un ampio piazzale. Il terreno nel quale sorge venne affidato nel 1610 al Padre francescano Giorgio d'Acillara. Il convento e l'annessa chiesa conventuale di San Francesco dedicata alla Santissima Trinità, vennero completati intorno al 1632. Tra il 1702 ed il 1706, demolita la cappella del Rosario, è stata ampliata la struttura, trasformando il complesso della Trinità in una Basilica dedicata alla Madonna dei Martiri di Fonni, che si posiziona al centro di un ampio cortile porticato, ai lati del quale sorgono le moderne Cumbessìas, le basse casette per ospitare i pellegrini, e da una serie di edifici realizzati intorno alla struttura principale, la chiesa della Santissima Trinità. La Basilica sapientemente affrescata, comprende la cappella delle reliquie, contenente reliquiari d'argento risalenti al diciassettesimo e diciottesimo secoli, e un Santuario sotterraneo formato da un vestibolo e da due spazi di culto dedicati a San Giorgio e Sant'Efisio. 
La Basilica viene definita un Santuario, ossia un luogo ritenuto sacro dalla tradizione religiosa, per la devozione dei fedeli al simulacro della Vergine con il Bambino custodita al suo interno, opera romana eseguita da artista sconosciuto tra il 1698 e il 1700 che si dice modellata dalla polvere di ossa di Santi Martiri. Il commissionario del Santuario infatti, il Padre francescano Juan Francisco Guiso Pirella chiamato anche Pacifico Guiso Pirella, aveva fatto riesumare le loro ossa dal Cimitero romano di Lucina. La chiesa conventuale di San Francesco dedicata alla Santissima Trinità La chiesa conventuale del complesso Basilicale è la Chiesa di San Francesco dedicata alla Santissima Trinità, è molto semplice, con una sola navata e volta a botte, sulla quale si affacciano due cappelle semicircolari, e conclude la struttura il presbiterio rialzato che ospita l'altare della Madonna dei Martiri. All'incrocio con le cappelle si trova la cupola ottagonale, e la fastosa decorazione scultorea è arricchita dalle pitture di Pietro Antonio e Gregorio Are, padre e figlio. Sotto la chiesa c'è una Cripta, con la cappella delle reliquie, ed un Santuario sotterraneo, formato da un vestibolo e da due spazi di culto dedicati a Sant'Efisio e a San Gregorio Magno, considerati i padri della fede dalle popolazioni barbaricine. Il Santuario sotterraneo è strutturato in due ambienti, il vestibolo e il Santuario vero e proprio, che originariamente erano separati da un'inferriata. Nel primo ambiente, a pianta rettangolare con copertura a botte, cinque nicchie per lato ospitano busti di Santi legati alla tradizione francescana. Nel secondo ambiente, anch'esso a pianta rettangolare e con volta a botte, si trovano numerosi altari e simulacri in stucco policromi. Anche le tempere nella volta sono state eseguite da Pietro Antonio e Gregorio Are. Sulla sinistra della chiesa si trova il convento francescano ed a destra la chiesa ed oratorio di San Michele Arcangelo.
La prima domenica di giugno, presso la Basilica, si tiene la Festa dei martiri di Fonni, detta Sa Festa de Sos Martires de Fonni, preceduta dalla novena che inizia la domenica precedente. Dal sabato al martedì si svolgono i festeggiamenti civili, mentre ai festeggiamenti religiosi sono dedicati la domenica e il lunedì. Il culmine della Festa è la sera del lunedì, dopo la messa solenne, la processione nei costumi tradizionali con il simulacro della Madonna, che percorre le vie del paese accompagnata dai partecipanti nei costumi tradizionali, e dai cavalieri della Madonna dei Martiri. La Festa è resa suggestiva dal corteo equestre De S'istangiartu, lo stendardo che accompagna la Madonna durante le processioni, e dai Gosos, i canti sacri in lingua sarda in onore della Vergine. È un appuntamento che fu molto amato da Grazia Deledda e Salvatore Cambosu, che la raccontarono nelle loro loro opere. Il convento francescano e la chiesa e l'oratorio di San Michele ArcangeloNel complesso Basilicale, oltre alla chiesa della Santissima Trinità, si trova anche il Convento francescano edificato nel 1610. È un quadrilatero, con le celle affacciate sul chiostro, nel quale si trova il pozzo centrale, ed all'interno conserva una preziosa collezione di dipinti del Seicento e settecento, di artisti che hanno lavorato alla costruzione della chiesa, ossia Antonio Todde, Giuseppe lopez e Pietro Antonio Are. Ci si trova, inoltre, la Chiesa e l'oratorio di San Michele Arcangelo edificata tra l'arco d'ingresso del piazzale della Basilica e la chiesa. È un piccolo edificio a pianta centrale eretto tra il 1758 ed il 1759 su modelli lombardi, la cupola dell'edificio è decorata con una decorazione a tempera attribuibile a Gregorio Are, raffigurante la Trinità e la battaglia escatologica tra l'Arcangelo Michele e il drago. Accanto alla Trinità compaiono le schiere angeliche in lotta con i demoni. 
La chiesa parrocchiale di San Giovanni BattistaIl rione più antico, forse di origine altomedioevale, di Fonni è il rione di Canio, che si sviluppa attorno alla chiesa di San Giovanni Battista. Prendiamo, alla sinistra dell'ingresso della Basilica, la via Secchi che seguiamo fino alla fine, dove prosegue in via Cristoforo Colombo, e, dopo quattrocento metri, ci porta in piazza San Giovanni, chiamata anche piazza parrocchia. Su questa piazza, di fronte a un bel murale, si affaccia la Chiesa di San Giovanni Battista che è la chiesa parrocchiale di Fonni, edificata nel sedicesimo secolo su una preesistente chiesa gotica e successivamente ristrutturata. La facciata è caratterizzata da richiami bramanteschi. Interessante l'interno, in stile gotico aragonese assai simile a quello della parrocchiale di Gavoi, ed in esso sono conservate una tavola dei primi del Cinquecento, un bel crocefisso ligneo del Settecento e una statua del Santo titolare dello stesso periodo. 
Il 24 giugno, commemorazione della sua nascita, presso questa chiesa, la Festa di San Giovanni Battista sostituisce l'antica Festa pagana del solstizio d'estate. La messa solenne vede la benedizione di Su cohone e vrores, un pane tipico che ha origini antichissime, e la cui preparazione, che va dai 5 ai 6 mesi, è ancora oggi custodita e tramandata da Anna Coinu. La sera il simulacro del Santo viene accompagnato in processione per le vie del paese dai cavalieri, dalle donne che indossano il costume tradizionale e dai fedeli. Il Cimitero di Fonni Passata la chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista, proseguiamo sulla via Cristoforo Colombo, dopo poche decine di metri prendiamo sulla destra la via Gennargentu. Seguiamo la via Gennargentu, che ci porta ad uscire verso sud est dall'abitato, per circa trecento metri, ed arriviamo davanti all'ingresso del Cimitero di Fonni, che si trova alla destra della strada prima che essa curvi verso est.
Visita dei dintorni di FonniVediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell'abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Fonni, sono stati portati alla luce i resti del sito archeologico di San Michele Orrui, con menhir, dolmen ed una necropoli; della necropoli di Madau; del Santuario preistorico di Gremanu; delle tombe di giganti di Bidistili o di Durane, ai confini con l'area comunale di Gavoi; dei protonuraghi Orgoi, e Sa Sergente; dei nuraghi semplici Biacceddu, Coroneo, Durani, lochirioe, Madalei, Nole, Pizzu 'e monte, Sa Menta, Sedda Balloi; dei nuraghi complessi Dronnoro, Eliseo, Fuili, logomaghe, S'Alinu, Sa Viuda, Tanca Manna; ed anche dei nuraghi Carussia, donnure, Dossonello, Isperu, Masiloi, Nostra Signora de Su Monte, S'Uturu 'e Mesu, tutti di tipologia indefinita. I resti della tomba di giganti di Bidistili o di DuraneDa Mamoiada prendiamo la SS389 di Buddusò e del Correboi verso Fonni. Circa al chilometro 127, subito prima del ponte sul rio Taloro affluente del Tirso, troviamo sulla sinistra, a circa 80 metri dalla strada, la Tomba di giganti di Bidistili o di Durane dal nome della località. È una tomba a filari, realizzata con pietre regolari, ben lavorate e perfettamente allineate. All'interno di una ampia esedra, c'è sulla sinistra un piccolo betilo, attorno al quale si ritiene venissero depositate le offerte dato che sono stati rinvenuti numerosi frammenti di ceramica. Manca, però, la stele. La camera sepolcrale è rettangolare, abbastanza piccola, ricoperta con filari aggettanti. Si chiude con un abside che ha la forma di una barca rovesciata. Il letto funerario è costituito da ciottoli di fiume. In questa tomba sono state trovate semplici ciotole carenate, fregi a dentelli e soprattutto l'unica armilla (braccialetto metallico) finora rinvenuta, realizzata in ferro invece che in rame o bronzo. Ciò porta a ritenere una sua frequentazione fino all'età del ferro. I resti del nuraghe complesso di Dronnoro Lungo la SS389 di Buddusò e del Correboi che ci ha portato da Mamoiada a Fonni, a circa 10 chilometri da Mamoiada, possiamo prendere sulla sinistra la SP2 per Pratobello. Dopo duecento metri, un sentiero sulla sinistra della strada porta al Nuraghe di Dronnoro che è già visibile dall'abitato di Fonni. Si tratta di un grosso nuraghe complesso, composto da un mastio centrale e due torri laterali uniti da un bastione, percorso da corridoi che collegano le torri laterali a quella centrale. Alla torre principale si accedeva da un cortiletto, chiuso lateralmente dalle due torri secondarie. Il nuraghe è il più importante della zona, ben conservato all'esterno, ma con tutti gli ingressi e l'interno completamente ostruiti da crolli. Non è quindi possibile visitarne l'interno.
I resti della necropoli di MadauProseguendo sulla SP2, superato il paese fantasma di Pratobello, prendiamo la vecchia SP2 verso Lanusei. Al chilometro 7,2 vediamo sulla destra la Necropoli di Madau che prende il nome dalla località nella quale si trova. La necropoli è costituita da quattro tombe di giganti, simili tra loro, disposte ad anfiteatro. La prima tomba è la più grande, del tipo con facciata a filari. Ha un atrio esterno largo 24 metri. La stele è sormontata da un fregio a dentelli, che troviamo a terra davanti all'ingresso. La camera è lunga 22 metri. Nelle vicinanze della tomba si trova una pietra circolare con scolpite alcune coppelle. La seconda tomba, che si ritiene sia la più antica, è edificata su una preesistente tomba dolmenica. Ha un'esedra circolare del diametro di 12 metri. La camera è costruita con blocchi di pietra squadrati ed è ben conservata. Le altre due sono conservate meno bene. Nella necropoli, portata alla luce nel 1982, sono stati trovati vasellame, betili in trachite, bracciali di bronzo, e molte perline per collana in pasta vitrea. 
Il Santuario preistorico di GremanuProseguendo sulla SP2, passata la necropoli di Madau, al chilometro nove troviamo sulla destra una stradina che portam dopo poche centinaia di metri al Santuario preistorico di Gremanu. È situato in località Gremanu, sul versante nord est del Gennargentu, in prossimità del passo di Caravai, a 1118 metri di altezza. Il complesso, tra i più significativi della Sardegna, si estendesu un'area di oltre sette ettari. Nella zona più a monte sono presenti diverse fonti ed inoltre quello che alcuni ritengono un acquedotto preistorico costituito da quattro pozzetti collegati da un sistema di canalette di trachite, unico in Sardegna. L'acqua della prima fonte veniva portata con una canaletta al villaggio situato a valle. Non lontano, è presente una vasca rettangolare lunga tre metri e larga due, realizzata con blocchi di basalto a T. La vasca ha il pavimento lastricato e si ritiene venisse utilizzata per abluzioni rituali. Un ambiente circolare, con copertura a tholos, vicino alla vasca racchiude un altro pozzo. Le fonti e i pozzi sono racchiusi in una recinzione muraria semicircolare, all'interno della quale sono stati rinvenuti spilloni e pugnali in bronzo, elementi di collana e contenitori per attingere l'acqua. Più a valle, c'è un'area sacra con una serie di templi, racchiusi da un grande recinto rettangolare lungo circa 70 metri, probabilmente dedicati al culto delle acque come dimostra le presenza delle fonti e dei pozzi. È presente un nuraghe monotorre, con ingresso architravato, che immette in una camera circolare del diametro di nove metri. Ha copertura a tholos ed il pavimento lastricato da blocchi di scisto e granito. Attorno al nuraghe è stata edificata l'area sacra. Sono state rinvenute spade votive e, dai resti di fumo sulle pareti. Non possiamo escludere che nell'edificio, per un certo tempo, venisse fuso il piombo, e che il tholos avesse un'apertura sulla sommità per l'uscita del fumo di fusione. C'è anche un tempio a megaron, con un vestibolo di due x 2,6 metri, che porta, attraverso un ingresso rettangolare, alla cella a pianta rettangolare lunga 11,5 metri. Un breve corridoio immette in secondo vano, rettangolare, di 4,8 x due metri. Il altro tempio ha vestibolo rettangolare, che immette nella cella a pianta rettangolare, della lunghezza di 10 metri, e con la parete di fondo absidata. Nei templi, ed anche all'esterno, sono state trovate diverse basi in pietra con dei fori, dove si ritiene venissero fissati bronzi figurati e spade votive. L'area sacra apparteneva a un villaggio nuragico, del quale si vedono i resti delle capanne. 
Poco lontano è situata la necropoli di tombe di giganti di Madau, che si riteine fosse in qualche modo collegata a questo villaggio e Santuario nuragico. La presenza del nuraghe e della necropoli, portano a ritenere che il complesso del Gremanu sia stato realizzato in una fase successiva, caratterizzata dal nascere del culto delle acque, sopra un preesistente insediamento nuragico. Il sito archeologico di San Michele OrruiDa Fonni prendiamo la SS389 di Buddusò e del Correboi che esce dall'abitato verso ovest e porta in direzione di Lodine. Arrivati alla deviazione sulla destra per l'abitato di Lodine, la prendiamo ed, a circa 30 metri, sulla sinistra, troviamo una strada bianca segnalata da un cartello che conduce direttamente al Sito archeologico di San Michele Orrui. Nella zona di San Michele sono presenti cinque menhir, dei quali solo due sono ancora in piedi nella posizione originaria. In quest'area è presente anche una tomba di giganti o una Allee couverte, ossia un dolmen dalla tipologia di forma allungata. A circa seicento metri dal sito di San Michele Orrui, verso ovest, si trova una necropoli costituita da tre domus de janas, ossia tre ipogei che si presentano affiancatisu uno sperone roccioso. 
I resti del nuraghe Carussia Usciamo da Fonni in direzione sud dopo aver superato l'ingresso del Cimitero, e procediamo verso est in via Gennargentu. Dopo aver percorso cento metri, prendiamo a destra la via Umberto I, che è la SP7. Dopo duecento metri, svoltiamo leggermente a destra per rimanere sulla SP7, che seguiamo per poco più di quattro chilometri, poi prendiamo una deviazionesu una strada bianca in salita sulla destra, che è chiusa da un cancello. La seguiamo per circa seicento metri, e vediamo, sulla destra della strada, i resti del Nuraghe Carussia di tipologia indefinita.
Il Santuario di Nostra Signora de Su Monte o della Madonna della VisitazioneProseguendo per circa un chilometro, passati i resti di quello che era il Nuraghe di Nostra Signora de Su Monte, arriviamo a raggiungere la Chiesa di Nostra Signora de Su Monte o della Madonna della Visitazione. La chiesa è stata edificata nel diciassettesimo secolo, sulla cima del monte Pasada, ed è una tra le più in alta quota della Sardegna. In origine era costruita una piccola cappella nella quale era riposta la figura in cartapesta della Madonna della Visitazione, e per lungo tempo la chiesa è stata amministrata da famiglie di laici che la hanno ereditata nel corso degli anni. Nel 1931 gli eredi hanno consegnato al Vescovo di Nuoro la chiesa intitolata alla Vergine del Monte, gli arredi, i calici, il cortile e le loggette, ossia le Cumbissias. La chiesa originale è stata demolita nel 1976 e sostituita dalla nuova costruzione, nel punto esatto dove si trovava la precedente. 
La chiesa viene definita un Santuario, ossia un luogo ritenuto sacro dalla tradizione religiosa, per la devozione dei fedeli alla statua della Madonna della Visitazione alla quale la stessa è dedicata. In passato, in due diversi momenti dell'anno, presso questa chiesa si svolgeva la Festa della Madonna del Monte, a luglio si svolgeva Sa Esta Minore, ossia la Festa minore, ed a settembre Sa Esta Manna, ossia la Festa grande. La fonte di DorrondeiRitorniamo indietro sulla SP7 e la seguiamo verso sud per poco più di due chilometri, poi a un bivio, invece di proseguire verso destra sulla SP7, prendiamo a sinistra una strada che seguiamo per cinquecento metri. Qui prendiamo una deviazione a sinistra che, in circa altri cinquecento metri ci porta alla Fonte di Dorrondei. Una forte attrazione è esercitata sulla popolazione e sui turisti dalle purissime acque di questa famosa fonte, dalla quale gli abitanti attingono da sempre per le sue note virtù diuretiche. L'acqua cristallina e salutare e la presenza di un agrifoglio rendono unico questo luogo. L'ippodromo comunale di San Cristoforo dove si svolge il famoso Palio di FonniUscendo da Fonni dopo aver superato il Cimitero, procediamo verso est in via Gennargentu, dopo cento metri prendiamo a destra la via Umberto I, che è la SP7. Dopo duecento metri, invece di deviare verso destra, continuiamo dritti sulla via Ogliastra, che, dopo tre chilometri, ci porta davanti all'Ippodromo comunale di San Cristoforo ossia Santu Gristolu, situato a pochi chilometri dal paese,su un altopiano situato lungo la vecchia strada che conduce in Ogliastra. 
Presso questo ippodromo si tiene ogni anno, la prima domenica di agosto, il famoso Palio di Fonni che è, dopo quello di Siena, il più importante Palio italiano. Detto anche Palio dei comuni, è una sfida tra fantini-Il pastori e fantini-Il professionisti. Al Palio è ammesso un solo fantino del peso minimo di 60 chili, per comune o frazione appartenenza, che indossa una divisa con i colori del comune di appartenenza. I cavalli vengono montati a pelo, senza speroni e con frustino fino a 40 centimetri. Le batterie di selezione si svolgono nell'ippodromo comunale di San Cristoforo,su un percorso di 1400 metri circa, mentre la finale, riservata a otto o nove cavalli,su un percorso di 2000 metri. L'albo d'oro ha visto, dal 1985, le vittorie dei comuni di Fonni, Solarussa, Abbasanta, Nuoro, Domusnovas, Tratalias, Siurgus Donigala, Monteroni d'Arbia in Provincia di Siena, Samugheo, Buddusò, Silanus, Siamanna, Dorgali, Ottana, Bassacutena. Lo svolgimento del Palio è accompagnato da corse a pariglia in costume.
La chiesa campestre di San Cristoforo L'ippodromo prende il suo nome dalla presenza, all'altro lato della strada, della Chiesa campestre di San Cristoforo che si trova a pochi chilometri di distanza dal centro abitato. Presso questa chiesa si conclude, alla fine del mese di luglio, la quattro giorni della Festa di San Cristoforo, il Santo protettore degli automobilisti. Caratterizzata da riti religiosi che iniziano con la celebrazione del triduo, e che prosegue con la benedizione delle auto in piazza San Giovanni a Fonni, e che vede la partenza della processione verso la chiesa campestre, dove si tiene la messa. La Festa è caratterizzata anche da festeggiamenti civili che sono in calendario con diverse iniziative.
La prossima tappa del nostro viaggioPassando per Desulo, che si trova nella regione storica del Mandrolisai, ci recheremo nella Barbagia di Belvì, dove visiteremo Belvì, Aritzo e Gadoni. della Barbagia di Belvì fa parte anche il comune di Meana Sardo, che visiteremo più avanti nel nostro viaggio. Nella prossima tappa del nostro viaggio lasceremo la Barbagia di Ollolai ed entreremo nel Mandrolisai, per recarci a visitare Desulo con il suo centro storico ed i suoi dintorni. |