Florinas che ha dato i natali al bandito Giovanni Tolu con il nuraghe Corvos ed il villaggio di Punta Unossi
In questa tappa del nostro viaggio, da Cargeghe ci recheremo a visitare Florinas il paese che ha dato i natali al famoso bandito Giovanni Tolu, probabilmente il più famoso fra tutti i banditi sardi, che visiteremo con i suoi dintorni e con i diversi siti archeologici tra i quali il nuraghe Corvos ed il villaggio nuragico di Punta Unossi. La regione storica del Sassarese chiamata anche Logudoro Turritano Il Logudoro è stato, nel periodo medioevale, uno dei quattro Giudicati che ha avuto come capoluogo prima Porto Torres, in seguito Ardara, ed infine Sassari. Oggi possiamo dividere questa regione in tre parti: Logudoro Turritano, il cosiddetto Sassarese, a nord; il Logudoro Meilogu a ovest; ed il Logudoro Montacuto a est. Più in particolare, il Sassarese (nome in lingua sarda Su Tataresu) è tutta un'area con una forte impronta agropastorale, con splendidi panorami, dominati da rilievi d'origine vulcanica, ampi tratti pianeggianti, scarse foreste che interrompono le grandi distese di pascoli. L'antico popolamento della zona, territorio ideale per i popoli preistorici dal punto di vista ambientale, è testimoniato dai cospicui resti archeologici, cui si aggiungono alcuni notevoli monumenti medioevali. I comuni che fanno parte del Sassarese sono Cargeghe, Codrongianos, Florinas, Ittiri, Monteleone Rocca Doria, Muros, Osilo, Ossi, Ploaghe, Putifigari, Romana, Sassari, Tissi, Uri, Usini, Villanova Monteleone. Oggi alcuni considerano in questa ragione anche Porto Torres, che però attribuiamo alla Nurra. Si parla il Sassarese o Turritano, una lingua romanza nata intorno al dodicesimo secolo da una base toscano corsa, evolutasi poi autonomamente con influenze liguri, iberiche e soprattutto sardo logudoresi.
In viaggio verso FlorinasUsciamo da Cargeghe verso sud est lungo la via Brigata Sassari, che prende il nome di SP3 e che, in poco più di cinque chilometri, ci porta nel paese chiamata Florinas. Dal centro di Cargeghe a quello di Florinas abbiamo percorso 5,7 chilometri. Per raggiungerla più comodamente, possiamo prendere da Sassari la SS131 di Carlo Felice verso sud. Dopo 16 chilometri giriamo a destra sulla SP3 che, dopo due chilometri, porta appunto a Florinas. Il comune chiamato Florinas Il comune chiamato Florinas (altezza metri 417 sul livello del mare, abitanti 1.442 al 31 dicembre 2021) è un importante centro agricolo che si sviluppa lungo la valle di Codrongianos nei pressi del monte Figulinas l'etimologia del nome Florinas deriva dal termine medioevale Fliunas, a sua volta legato al latino Figulinas, nome del paese che si riferiva alla presenza sul territorio di un centro specializzato nella produzione e lavorazione della ceramica. Tale nome del paese rimane ancora nel periodo medioevale ad indicare una Curatoria del Giudicato di Torres, interessata dalla presenza di monaci della regola benedettina, che sono molto presenti nella regione ed autori di numerose bonifiche delle campagne. Il settore primario dell'economia di Florinas è presente con la coltivazione di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, viti, ulivi e frutta, oltre che con l'allevamento di bovini, suini, equini e avicoli e soprattutto dall'allevamento ovino e caprino.
Brevi cenni storiciIl territorio di Florinas è stato abitato già nell'antichità come testimoniano i numerosi reperti individuati in particolare tra metà ottocento e primo novecento e conservati nel Museo Archeologico ed Etnografico Giovanni Antonio Sanna di Sassari. In questo periodo sono rilevabili tracce più o meno importanti di oltre trenta nuraghi, di una decina di domus de janas, di una tomba di giganti e di un villaggio nuragico. In seguito vengono realizzati insediamenti riferibili al periodo romano, dato che il suo territorio era lambito dall'importantissima via di comunicazione tra il nord ed il sud dell'Isola, ed è confermato dal ritrovamento di terrecotte dell'età classica. Durante l'epoca medioevale appartiene al Giudicato del Logudoro, nel quale viene creata la curatoria di Figulinas, ed è Teatro delle vicende, spesso cruente, che seguirono alla dissoluzione di questo Giudicato. Passata con la Baronia di Ploaghe ai Malaspina, viene successivamente confiscata dagli Aragonesi e nel 1420 viene concessa in feudo a Serafino di Montagnans. Per il matrimonio, nel 1500, tra sua nipote Giovanna e Francesco di Castelvì, entra in possesso di quest'ultima casata sino al 1723, quando la famiglia si estingue. Viene, allora, investita del feudo Maria Caterina, moglie di Dalmazzo Sant Just, ed alla sua morte nel 1733 il suo figlio di secondo letto Giuseppe Antonio Aymerich. Rimane degli Aymerich sino al termine del sistema feudale. Passata ai Savoia nel 1720, i pesanti tributi feudali imposti dal duca dell'Asinara e Conte di San Giorgio, Antonio Manca Amat, iniziano ad animare i propositi rivoluzionari nelle popolazioni. Nel 1820 Vittorio Emanuele I promulga l'editto delle Chiudende, con il quale autorizza la chiusura, con siepi o muri, delle terre comuni, il che fa svilupparsi anche nel suo territorio il fenomeno del banditismo. Alcuni dei principali personaggi che sono nati a FlorinasA Florinas si è sposato ed è morto il pittore fiorentino Bacio Gorini. Florinas, inoltre, ha dato i natali a Giovanni Tolu, probabilmente il più famoso fra tutti i banditi sardi dell'ottocento. Il pittore Baccio Gorini che in realtà si chiamava Bartolomeo, dato che Baccio è un diminutivo di Bartolomeo, nasce a Firenze nel 1573, ed è attivo prima a Firenze, poi a Pisa, e nel paese chiamato Gambassi. A partire dal 1604 circa, costretto all'esilio da motivi politici, si trasferisce e va a vivere in Sardegna. Probabilmente si sposa a Florinas, dove si ritiene risieda, e dove muore verso il 1628. Pittore tardo manierista toscano trapiantato in Sardegna, ha lasciato le sue opere in Toscana ed in Sardegna. 
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 Il 14 marzo 1822 Florinas da i natali a Giovanni Tolu probabilmente il più famoso fra tutti i banditi sardi dell'ottocento. Figlio di agricoltori, viene educato con severità e durezza. Morto il padre, si trova a soli diciassette anni, a provvedere alla famiglia. A venticinque anni si innamora di una ragazza quindicenne, Francesca Meloni, che presta servizio nella casa del ricco e influente parroco di Florinas, don Masala Pittui, e che in realtà pare sia la figlia del parroco stesso. chiesta la mano della ragazza, il prete tenta di scoraggiare il pretendente. Il matrimonio viene celebrato nel 1850, ma la giovane inizia a contrastare il marito su ogni decisione. Quando la ragazza, in attesa di un figlio, rifiuta di andare a vivere in una nuova casa, nasce un diverbio nel corso del quale Giovanni la schiaffeggia. Al che don Masala Pittui dichiara che il matrimonio può considerarsi concluso. Giovanni Tolu, all'alba del 27 dicembre 1850, affronta il sacerdote che si sta recando a dire messa nella chiesa della Santa Croce, e lo riduce in fin di vita. Incomincia in questo modo la sua lunghissima latitanza nelle campagne tra Osilo e Sorso, nei cui ovili trascorre le sue ore in compagnia del fedele cane, con il fucile ed il coltello in mano, e, durante la quale, viene accusato di diversi omicidi in danno di cavalleggeri e Carabinieri. In questi anni diventa una leggenda, terribile con i nemici e i ladri di bestiame, pietoso con i deboli e generoso con i bisognosi, ed arriva ad acquistare una enorme autorevolezza. La sua latitanza ha fine nel 1880, quando si fà arrestare dai Carabinieri per evitare una sparatoria e non spaventare la figlia incinta. Viene condotto a Sassari dove si raduna una folla immensa, e, nel processo, viene condannato a morte dalla Corte d'Assise di Sassari. Due anni dopo il processo di appello viene celebrato a Frosinone, per evitare che l'enorme clamore suscitato in Sardegna dal suo arresto possa influenzare la giuria. Il caso è seguito da tutti i giornali nazionali. Il verdetto, dopo solo tre giorni di dibattimento, è di assoluzione per legittima difesa. Tornato in Sardegna, Giovanni Tolu va vivere presso la figlia in un'ovile della Nurra, dove muore di carbonchio qualche tempo dopo. Per conoscere la sua vita, le sue avventure, fino alla fine della latitanza ed alla sua assoluzione, si può leggere il libro Giovanni Tolu. Storia di un bandito sardo narrata da lui medesimo preceduta da cenni storici sui banditi sardi del Logudoro di Enrico Costa.
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Le principali principali feste e sagre che si svolgono a Florinas A Florinas è attiva l'Associazione Culturale Gruppo Folk Figulinas, i cui componenti si esibiscono nelle principali feste e sagre che si svolgono nel comune ed anche in altre località. Durante le loro esibizioni è possibile ammirare il costume tradizionale femminile e maschile di Florinas. Tra le principalo principali feste e sagre che si svolgono a Florinas vanno citati il 16 e 17 gennaio la Festa di Sant'Antonio Abate; verso la metà del mese di marzo, a Florinas si svolge la manifestazione gastronomica denominata Mondigos e Disizos, che si tiene solitamente nella sala convegni della Scuola elementare di Florinas; il 7 e l'8 maggio presso l'Anfiteatro di Florinas si svolge la Festa di Nostra Signora di Pompei, una Festa religiosa seguita da eventi e spettacoli civili; l'11 ed il 12 giugno la Festa di Sant'Antonio da Padova, anch'essa presso l'Anfiteatro di Florinas; a fine luglio o inizio agosto la Rassegna dei Canti Popolari Folkloristici, che è seguita il giorno successivo dalla manifestazione Cantos in Carrela; a metà agosto la Rassegna Internazionale del Folklore; a dicembre la manifestazione gastronomica Dai Chentina in Chentina, con l'apertura agli ospiti delle cantine di Florinas.
La Festa di Sant'Antonio AbateDal 16 al 17 del mese di gennaio, si tiene la tradizionale Festa di Sant'Antonio Abate presso la chiesa di Sant'Antonio di Briai, che si trova nel territorio comunale di Ossi ma dipende da sempre dalla parrocchia di Florinas, forse per il fatto che il villaggio di Briai era inserito, nel periodo medioevale, nella curatorìa di Figulinas, e quindi nella diocesi di Ploaghe. Come vuole la tradizione, il 16 pomeriggio viene acceso il tradizionale falò nei pressi della chiesa di Sant'Antonio, mentre il giorno dopo il 17, sempre nel pomeriggio, viene celebrata la messa nella chiesa omonima. La Rassegna dei Canti Tradizionali seguita dalla manifestazione Cantos in CarrelaA fine luglio o inizio agosto si svolge presso l'Anfiteatro di Florinas la Rassegna dei Canti Tradizionali, o Dei Canti Popolari Folkloristici, che è seguita il giorno successivo dalla manifestazione Cantos in Carrela, che si svolge lungo le strade del centro urbano. Si tratta di un'occasione unica, per gli appassionati di musica tradizionale e di quella proveniente da altri paesi europei, sempre improntata alla ricerca dei suoni più antichi. La Rassegna Internazionale del FolkloreA metà di agosto il Gruppo Folk Figulinas ripropone l'importante appuntamento con la manifestazione denominata la Rassegna Internazionale del Folklore dedicata a Lorenzo Manconi, in ricordo della figura dello storico e del cultore delle tradizioni popolari di Florinas. Molto importante è il ruolo nel recupero della tradizione svolge questo gruppo folk, che ha lo scopo, appunto, di valorizzare e salvaguardare la cultura popolare della Sardegna, del Logudoro e di Florinas in particolare. La Rassegna si svolge nell'Anfiteatro di Florinas. Visita del centro di FlorinasEntriamo in Florinas provenendo da ovest con la SP3 che, all'interno del centro abitato, assume il nome di via Sassari. La chiesa parrocchiale dedicata all'Assunzione di Maria Vergine In centro, percorsa tutta la via Sassari fino a che sbocca sulla destra in via Regina Elena, si trova la piazza del Popolo, dove, al civico numero 5, si trova il settecentesco complesso parrocchiale chiamato La Crexiscedda con alla sinistra la canonica tutta in pietra a vista. I due edifici del complesso parrocchiale affiancano la Chiesa dedicata all'Assunzione di Maria Vergine che è la chiesa parrocchiale di Figulinas, eretta del seicento con un impianto originario probabilmente più antico, al cui interno sono presenti cappelle con volte a crociere, oltre ad alcuni bellissimi altari lignei.
Il Municipio di FlorinasDa piazza del popolo, prondiamo alla destra della chiesa la via Regina Elena, dopo poco meno di quattrocento metri svoltioamo a destra in ViaSulis che, attraversata la via Roma, assume il nome di via Grazia Deledda, dove sulla destra, al civico numero 1, in un ampio giardino troviamo l'edificio che ospita il Municipio di Florinas. La chiesa di San Francesco Seguiamo verso sud la via Regina Elena fino verso la fine, dove si immette alla sinistra la via Coscore, e subito dopo troviamo la deviazione sulla destra in via San Francesco che ci porta alla Chiesa di San Francesco d'Assisi costruita tra il quindicesimo secoloI e il diciassettesimo in forme tardogotiche. È caratterizzata da un impianto a navata unica con copertura a volte a botte. La facciata è arricchita da un rosone e da un elegante portale, contornato da due colonnine e dal timpano.
A partire dal giorno 3 fino al giorno 5 del mese di ottobre, partendo da questa chiesa si svolge la Festa di San Francesco, che è la Festa patronale del comune di Florinas. La Festa è caratterizzata da festeggiamenti civili e religiosi, con la popolazione ed i visitatori che partecipano alle funzioni religiose, dai vespri sino alla processione, all'attesissimo spettacolo pirotecnico ed alle serate allietate da cantanti o da gruppi musicali, con interessanti esibizioni sui palchi dell'Anfiteatro comunale e della piazza del Popolo. Il Cimitero di FlorinasLa chiesa di San Francesco si trova vicino al Cimitero di Florinas, che si raggiunge da una deviazione sulla sinistra lungo la via San Francesco, porta alla chiesa omonima. 
Il Campo da calcio di FlorinasProseguendo lungo la via Regina Elena, passata la deviazione che ci ha portato alla chiesa di San Francesco ed al Cimitero, percorsi meno di duecento metri troviamo alla sinistra della strada il Campo da calcio di Florinas. L'Anfiteatro di FlorinasLa via Sassari prosegue al termine sulla sinistra in via Cagliari, che è la prosecuzione della SP3. Presa subito sulla destra. arriviamo in via Gioacchino Mundula, che ci porta il via su Cunzado 'e Cheia, alla sinistra della quale si trova il grande Anfiteatro di Florinas. Qui ogni anno si tiene la Rassegna Internazionale del Folklore dedicata a Lorenzo Manconi, oltre alla Festa di Nostra Signora di Pompei, alla Festa di Sant'Antonio da Padova e ad alre numerose manifestazioni. Il monte su Cunzado 'e Cheia con il belvedere di Florinas e con la necropoli romana omonimaAd est rispetto all'anfiteatro, si sviluppo il Monte su Cunzadu 'e Cheia che raggiunge l'altezza di 449 metri. Alla sommità di questo monte si trova il Belvedere di Florinas, dal quale si gode di un bellissimo panorama. Alle pendici di questo monte, a sud est, si trova la Necropoli romana di su Cunzadu 'e Sa Cheia una delle necropoli romane alla periferia di Florinas, che è, però, ormai quasi completamente distrutta. La chiesa della Madonna del Rosario Presa dalla via Sassari sulla sinistra la via Cagliari, prima di una curva verso destra che la fa uscire dall'abitato, troviamo sulla destra della strada la Chiesa della Madonna del Rosario che sorge non lontano dalla chiesa dell'Assunta. La chiesa della Madonna del Rosario è stata eretta nel sedicesimo secolo in stile tardo gotico, e si trovava quando è stata costruita a metà strada, tra la chiesa dedicata all'Assunzione di Maria Vergine, che era allora situata in posizione assai lontana dal villaggio, ed il centro dello stesso villaggio.
La chiesa della Santa CrocePresa sulla sinistra la via Cristoforo Colombo, che ci porta all'estremo nord orientale dell'abitato, dove, in piazza Santa Croce, si trva la settecentesca Chiesa della Santa Croce con la facciata abbellita da finestre ed ornamenti. All'interno, questa chiesa conserva un bell'altare maggiore ligneo con dipinti della passione di Gesù, ed un pregevole crocifisso. Visita dei dintorni di FlorinasVediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell'abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Florinas, sono stati portati alla luce i resti della domus de janas di Alzola Trigale, di Campu Luntanu, di Sa Rocca 'e su lampu, di su Cannuju; delle due domus de janas di su Tumbone; delle necropoli di S'Abbadia e di Su Monte 'e Sa Jana; dei protonuraghi Alzola Trigale, Pedra lada, Sa Coiada Noa, sArdia, Tuvu 'e Sorighe; dei nuraghi semplici Cantaru Ena, Coa lada, de Mesu, Fora labia, Idale, linna Odetta, loddauru Alto, Pala Binza Manna, punta Unossi, Sa Menta, Sambisue, Santu Martinu, Santu Nicola, Sas Coas, Sega Pane, su Padru, su Valsu; dei nuraghi complessi Bainzu Olia, Cobeltu, Corvos, Giorzi Massone, loddauru Basso, Mina, Norajalvu, Su Monte, su Tumbone, Urzeghe; ed anche dei nuraghi Giaga 'e Puliga, Ischidda, monte Pizzinu, monte Sorighe, Pedras Serradas, Pedru Saddu, Pianu Ortulu, S'Utturinu, Sa Inistra Mala, su Frigadore, tutti di tipologia indefinita. I resti della necropoli romana di Cantaru EnaUsciamo da Folronas sulla SP3 in direzione di Cargeghe e, allo svincolo che troviamo poco fuori dall'abitato, prendiamo a sinistra la SP97 in direzione di Banari e Ittiri. Percorsi circa duecento metri, sulla sinistra si trovano i resti della Necropoli romana di Cantaru Ena la più famosa delle necropoli romane di Florinas, della quale, però, ormai rimangono solo poche tracce. Ruderi della chiesa campestre di San Lorenzo e resti della necropoli di Su Monte 'e Sa JanaProcedendo in direzione sud ovest sulla SP97 per circa due chilometri, troviamo una deviazionesu una strada sterrata sulla sinistra che, in circa 650 metri, ci porta ai ruderi della Chiesa campestre di San Lorenzo che si trovano alla destra della strada. Si tratta di pochi resti abbandonati e ricoperti dalla vegetazione. La strada che ci ha portato ai resti della chiesa, ha girato intorno alla cava del monte de Sa Jana, all'interno della quale si trova un laghetto, e, nel lato meridionale di questa cava, si trovano i resti, difficili da raggiungere, della Necropoli di Su Monte 'e Sa Jana. La necropoli è costituita da quattro domus de janas, una delle quali è una tomba a prospetto architettonico, ossia che riproduce nella viva roccia la stele di una tomba di giganti. Dalla chiesa di Sant'Antonio Abate ai resti della chiesa di San Leonardo Riprendiamo la SP97 e, dopo circa due chilometri, arriviamo alla svincolo nel quale si trova la Chiesa di Sant'Antonio Abate ossia di Sant'Antonio di Briai o Sant'Antonio de Ore, che si trova nel territorio comunale di Ossi, e che è stata descritta nella pagina relativa, appunto, ad Ossi. Dopo aver visitato la chiesa di Sant'Antonio Abate, svoltiamo a sinistra proseguendo sulla SP97 finché, dopo poco più di cinque chilometri, questa strada sbocca sulla SP41, che verso sinistra porta a Banari, mentre a destra porta in direzone di Ittiri.
Dalla SP97 imbocchiamo la SP41 verso destra, in direzione di Ittiri, superiamo il ponte sul Rio Mannu e continuiamo per circa 350 metri. Prendiamo, quindi, la prima traversa a sinistra, all'inizio asfaltata che poi diventa una sterrata. In circa trecento metri arriviamo a un bivio nel quale prendiamo a sinistra, e dopo seicento metri arriviamo a vedere uno spiazzo, alla sinistra della strada, che ci porta ai resti della Chiesa di San Leonardo. Questa chiesa, a navata unica, costruita con blocchi rettangolari e ben commissi, è caratteristica per la sua parete settentrionale, che mostra dei conci con le faccine umane alterate a motivi floreali, mentre sulla parete opposta tali motivi sono scomparsi. Sulla fronte si conserva un portale ogivale affiancato da due semicolonne, in parte obliterato da un muro e da una cancellata in ferro. Nella chiesa di San Leonardo si trovano evidenti le tracce di un suo recente riutilizzo con funzione abitativa.
La domus de janas di Campu LuntanuSuperati i resti della chiesa di San Leonardo, proseguiamo in salita, svoltiamo a sinistra lungo la strada di penetrazione agraria di Campu Luntanu, una stradina che percorriamo per quattrocento metri fino a trovare un campo sulla sinistra. Al centro del campo, si trova un grande masso erratico calcareo lavorato all'esterno, di forma all'incirca trapezoidale, isolato in un terreno in leggero pendio, ai piedi dell'altopiano di Coros, in posizione dominante rispetto al corso del fiume Mannu. Dalla sua posizione, è ben visibile il nuraghe Corvos. All'interno di questo masso è scavata la Domus de janas di Campu Luntanu una tomba del tipo a prospetto architettonico, ossia ad imitazione delle tombe di giganti, con la stele alta e larga quasi quattro metri, con tre fori sulla sommità che probabilmente alloggiavano betili in pietra. C'è un ingresso secondario che potrebbe essere l'ingresso più antico, mentre quello con la stele potrebbe essere successivo. La cella interna ha pianta trapezoidale irregolare, e l'altezza varia alle due estremità. Vi sono state trovate alcune ceramiche, fra le quali due anse a gomito attribuibili alla Cultura di Bonnanaro. Un altro frammento di vaso, con ansa a gomito, è stata rinvenuta nel terreno, a cento metri dalla tomba. I resti del nuraghe semplice Sa MentaProcedendo per i campi, lungo il pendio che degrada verso il corso del Rio Mannu, si giunge nei pressi dell'alta sponda del fiume. Qui, adiacente ad un casolare rurale, si trovano pochi resti del Nuraghe Sa Menta o Pagaras del quale, però, si può osservare la muratura esterna solo per breve tratto a nord est. Si tratta di un nuraghe monotorre con camera marginata da tre nicchie, costruito con un misto di pietra calcarea e trachite. I resti del protonuraghe SArdiaRitornati sulla SP41, la prendiamo verso destra e, subito dopo aver superato il ponte sul Rio Mannu, giunti allo svincolo nel quale si immette la SP97, proseguiamo verso destra in direzione di Banari. ed aggiriamo l'altura che si trova sulla sinistra della strada, che è dominata dal Protonuraghe SArdia. Si tratta di un protonuraghe di forma quadrangolare con un corridoio, costruito in pietra calcare. I resti della necropoli di S'AbbadiaPercorsi circa novecento metri dallo svincolo, si notano, nel pendio sulla sinistra della strada, alcuni notevoli affioramenti isolati di roccia calcarea, due dei quali ospitano la Necropoli di S'Abbadia. Si tratta di un gruppo di quattro ipogei scavati in due macigni erratici di calcare, sul pendio dell'altura di S'Abbadia, a pochi metri dalla strada Florinas: banari, poco prima di S. Maria de Sea. Tre ipogei, di planimetria perfettamente omologa, con un unico vano funerario preceduto da padiglione rettangolare, si aprono nel masso più a valle. Mentre in un macigno leggermente più a monte è scavata la grande quarta tomba, pluricellulare, che si compone di sette ambienti. La chiesa di Santa Maria di Cea con i resti del monastero dei Frati CamaldolesiProseguendo sulla SP41 in direzione di Banari, percorso ancora circa un chilometro, la strada svolta verso destra, mentre dritta prosegue una strada bianca che, in circa duecento metri, porta alla piccola Chiesa di Santa Maria di Cea. Si tratta di una piccola chiesa di origine medievale, che era annessa a un monastero di Camaldolesi. Allo stato attuale, il complesso monastico di Santa Maria di Cea è costituito dalla chiesa romanica, e da un cortile interno recintato, che era adibito fino alla seconda metà del novecento all'allevamento di animali ed a coltivazioni agricole. Vi sono ancora alcuni resti del monastera, cotituiti da alcuni edifici conosciuti dome il Romitorio. La Festa in onore della Madonna di Santa Maria di Cea si tengono presso questa chiesa il 7 e l'8 del mese di settembre. I resti del nuraghe complesso CorvosTroniamo indietro sulla SP41 e, dopo poco meno di due chilometri, arriviamo alla svincolo nel quale prendiamo a destra la SP97. Dopo circa trecento metri, troviamo alla sinistra della strada, in un recinto, il Nuraghe Corvos che è la principale fortezza presente nel territorio, costruita con grosse pietre appena sbozzate. È un nuraghe complesso trilobato, composto da un mastio principale e da due torri secondarie collegate con un bastione del quale nel lato nord est restano diciassette filari di pietre con un'altezza massima di otto metri. Un restauro, probabilmente ancora in epoca nuragica, ha visto la sovrapposizione di pietre più piccole, di trachite scura, ai blocchi calcarei chiari originali. 
La torre principale ha pianta circolare del diametro di tredici metri e mezzo, e un'altezza residua di poco più di otto metri. L'ingresso alla torre principale è coperto da un architrave, ed all'interno è presente una camera con la tholos intatta, e con tre nicchie nelle pareti. Alla destra, cosa assai rara nei nuraghi, si trova la scala che porta alla camera superiore. Percorrendo quest'ultima raggiungiamo la sommità della Torre, dove si conservano scarsi resti della camera superiore. Il bastione inglobava le due torri secondarie oggi appena visibili. I resti del nuraghe semplice Su ValsuDal nuraghe Corvos torniamo indietro per meno di cento metri e svoltiamo a sinistra, verso est, in una stradina sterrata che procede in salita, con alcuni tornanti. La percorriamo per quasi due chilometri, superando una collinetta sulla destra sulla quale vediamo la bianca sagoma del Nuraghe Su Valsu. Si tratta di un nuraghe monotorre edificato con blocchi calcarei. I resti del nuraghe complesso Su Tumbone con le due domus de janas omonimeProcedendo a piedi verso sud nella campagna, si costeggia sulla sinistra un bosco, sino a giungere al margine meridionale dello stretto altopiano, ove è ubicato il Nuraghe Su Tumbone. Si tratta di un nuraghe complesso costruito in pietra calcare, di planimetria singolare, con una torre centrale e bastioni con almeno una torre laterale. Il nuraghe sorge all'estremità meridionale dell'altopiano calcareo, e sul pianoro sovrastante, un poco più ad ovest, si trovano le due Domus de janas di Su Tumbone. Una delle due, piuttosto rovinata, aveva una cella con riproduzione del soffitto a dopppio spiovente, del quale rimane, però, ben poco. La domus de janas di Su CannujuSeguiamo la strada sterrata per un altro chilometro e mezzo, sino ad oltrepassare le caratteristiche guglie calcaree di Sos Crastos Ruttos, e lasciamo di nuovo l'auto. Ci incamminiamo a piedi verso sud per oltre un chilometro, costeggiando il versante orientale dell'altura. Qui, subito dopo un ampio varco fra le rocce, alla base di un alto costone, si trova la Domus de janas di Su Cannuju una tomba ipogeica pluricellulare costituita da una anticella, una cella principale e tre celle secondarie, alle quali si accede da quella principale. La domus de janas di Sa Rocca 'e Su LampuDalla domus de janas di su Cannuju si ritorna indietro, e si risale a piedi il pendio opposto, che domina verso oriente una piccola valle. Sul bordo della rupe calcarea, nei pressi di un precipizio, è scavata la Domus de janas di Sa Rocca 'e Su Lampu scavata in una bassa parete di roccia, sull'orlo di un tavolato calcareo dalle pareti scoscese. Si tratta di una tomba a prospetto architettonico, con sul frontone gli elementi tipici delle tombe di giganti del centro nord dell'Isola, ossia la stele centinata, e l'esedra semicircolare con il sedile alla base. Si ritiene risalga alla Cultura di Bonnanaro. I resti del protonuraghe di Alzola Trigale con la domus de janas omonimaPercorsi appena cento metri, vediamo alla destra della strada il Protonuraghe di Alzola Trigale. Si tratta di un protonuraghe del tipo a corridoio, di forma quadrangolare con corridoio passante, costruito in pietra calcare. A pochi metri dal nuraghe si trova l'omonima Domus de janas di Alzola Trigale che è una tomba pluricellulare di planimetria insolita. I resti del nuraghe semplice di Punta Unossi con il suo villaggio nuragicoProseguiamo per altri circa due chilometri, dopo alcuni tornanti, giunti sull'altopiano, la strada rasenta un abbeveratoio che si trova sulla destra della strada, in corrispondenza di una curva verso sinistra, e subito dopo prendiamo una deviazione sterrata sulla destra, che ci porta ad est. Alla stessa deviazione si può arrivare direttamente da Florinas, prendendo la via Roma verso sud, al bivio prendendo a destra, e, dopo circa cinque chilometri, troviamo la deviazione sulla sinistra. Alla sinistra della strada si trova la sommità dell'altopiano, chiamato punta Unossi, che, con i suoi 516 metri di altezza, è la seconda punta di Florinas. Sulla punta si trova il Nuraghe di Punta Unossi un nuraghe monotorre costruito in pietra calcare. Seguendo le indicazioni per il villaggio nuragico, seguiamo la deviazione, e, dopo qualche centinaio di metri, troviamo sulla destra il villaggio nuragico di Punta Unossi, ubicato sul pianoro di Sa Cuguttada, ai piedi dell'altura di Punta Unossi. Il sito di Punta Unossi è uno dei più importanti del territorio di Florinas, ed è costituito da un insieme di capanne di varia tipologia. Al centro si trova una piccola torre del diametro di poco più di cinque metri, realizzata in opera rozza, che probabilmente aveva copertura a tholos, ed in un secondo tempo è stata rifasciata con una struttura in perfetta opera isodoma. Probabilmente doveva essere una struttura di grande importanza, e forse il centro stesso del villaggio, dato che l'architettura isodoma è tipica degli edifici di culto, e l'insediamento di Punta Unossi sembrerebbe caratterizzarsi come un tipico villaggio Santuario. Interessante la cosiddetta capanna delle riunioni, un edificio circolare di grandi dimensioni, con il diametro esterno di undici metri, che presenta elementi tipici delle cosiddette capanne delle riunioni, con un sedile circolare addossato alle pareti e un basamento circolare centrale sul quale in origine poggiava un betilo ritrovato nel corso degli scavi adagiato alla parete dell'ambiente. L'abitato è stato sicuramente riutilizzato in età romana, come documenta la presenza di strutture a pianta rettangolare e di materiali risalenti a questo periodo. La prossima tappa del nostro viaggioNella prossima tappa del nostro viaggio, proseguendo da Florinas o partendo direttamente da Sassari, ci recheremo a Codrongianos dove visiteremo il paese e, nei suoi dintorni, la Basilica della Santissima Trinità di Saccargia, il principale monumento romanico pisano della Sardegna ed uno dei più importanti d'Italia. |