Gesturi sulle falde occidentali dell’altopiano della Giara dove si trova il Protonuraghe Bruncu Madugui
In questa tappa del nostro viaggio, concluderemo la visita della regione storica della Marmilla recandoci a visitare Gesturi il paese che da il nome alla giara dei cavallini selvatici, che si sviluppa sulle falde occidentali di questo altopiano. La regione storica della MarmillaNella Sardegna centro meridionale, a cavallo del confine che separa la Provincia di Oristano da quella del Sud Sardegna, c’è una zona chiamata Marmilla della quale qui visiteremo la parte settentrionale. I comuni che fanno parte della Marmilla Settentrionale, in Provincia di Oristano, sono: Albagiara, Ales, Assolo, Asuni, Baradili, Baressa, Curcuris, Gonnoscodina, Gonnosnò, Gonnostramatza, Masullas, Mogorella, Mogoro, Morgongiori, Nureci, Pau, Pompu, Ruinas, Senis, Simala, Sini, Siris, Usellus, Villa Sant’Antonio, Villa Verde. I comuni della Marmilla Meridionale, in Provincia del Sud Sardegna, sono: Barumini, Collinas, Furtei, Genuri, Gesturi, las Plassas, lunamatrona, Paùli Arbarei, Sardara, Segariu, Setzu, Siddi, Tuili, Turri, Ussaramanna, Villamar, Villanovaforru, Villanovafranca. Nella Marmilla meridionale spicca incontrastato il colle di las Plassas, famoso per la sua forma mammellare, che a quanto pare avrebbe dato il nome al territorio circostante. Questo colle aveva in antichità al suo apice un capezzolo gigante attraverso il quale Madre Natura dava nutrimento a tutti i Sardi. Il paesaggio è prevalentemente collinare e comprende la Giara di Gesturi, la Giara di Siddi, la Giara di Serri, l’altopiano di Genoni ed il bacino del rio Mannu d’Isili. Le attività principali della zona sono l’agricoltura ed il turismo. In viaggio verso GesturiRitornati a Barumini, dal centro procediamo in direzione nord sul viale San Francesco, dopo un centinaio di metri svoltiamo a destra e prendiamo la SS197 di San Gavino e del Flumini proveniente da las Plassas, la seguiamo verso nord est per cinque chilometri, finche la strada statale entra in Gesturi, dove usciamo per arrivare nel centro dell’abitato. Dal Municipio di Barumini a quello di Gesturi si percorrono 5.4 chilometri. Il comune chiamato GesturiIl comune chiamato Gesturi (nome in lingua sarda Gèsturi, altezza metri 310 sul livello del mare, abitanti 1.153 al 31 dicembre 2021) si estende nella parte settentrionale della Provincia del Sud Sardegna, ai confini con quella di Nuoro, a nord-est degli omonimi monti, ed è il paese più a nord della Marmilla, famoso per aver dato i natali al beato Cappuccino frà Nicola. Il paese che, per la presenza dell’altopiano della Giara che lo sovrasta dà il nome alla omonima giara, dove vivono allo stato brado i famosi cavallini selvatici, è facilmente raggiungibile con la SS197 di San Gavino Monreale e del Flumini, che ne attraversa il territorio. Il territorio comunale, che comprende la massima parte dell’altopiano Giara di Gesturi, presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche accentuate, dato che si raggiungono i 600 metri di quota. Origine del nomeIl nome Gèsturi è di etimologia non chiara, di probabile origine prelatina. Secondo qualche studioso, potrebbe derivare dalla voce fenicia Ges, ossia Valle. Secondo altri potrebbe rappresentare un presunto composto del latino Iuxta e del sardo Urus, ossia Toro, equivalente a Presso il Toro, ossia il Dio Toro. Una terza interpretazione la farebbe derivare dalla parola latina Gestor, ossia Amministratore, e potrebbe rappresentare la villa di qualche latifondista romano. La sua economiaLa sua economia si basa principalmente sull’agricoltura e sulla pastorizia. Il settore primario è presente con la coltivazione di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, vite, olivo e agrumi, ed è presente anche l’allevamento di bovini, ovini, caprini, equini e avicoli. Il settore economico secondario è costituito da imprese che operano nei comparti alimentare, estrattivo ed edile. Il terziario si compone di una sufficiente rete distributiva. La semplice gastronomia si può apprezzare negli agriturismi dove vengono proposti prodotti tipici quali squisiti formaggi pecorini e caprini, bacche di mirto della giara, eccellenti carni di agnello e maialetto, e vini dei piccoli produttori locali. Inoltre, risulta essere molto stimata anche la produzione artigianale di splendidi canestri di lentischio e cestini di giunco. Gesturi esercita un forte richiamo su quanti amano il contatto con la natura, grazie non solo alle caratteristiche del paesaggio collinare, ma anche alla presenza nel suo territorio del noto altopiano della Giara, famoso per la presenza dei cavallini selvatici. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. Brevi cenni storiciI numerosi siti presenti nel territorio di Gesturi, attestano la presenza umana fin dall’età neolitica. A tale periodo, infatti, risalgono le domus de janas Sa ucca ’e su Paui, quelle di Cadoni e di Monti Crucuris, ed i numerosi Nuraghi rinvenuti rivelano la forte antropizzazione dell’intera area. Risalgono allo stesso periodo nuragico anche le Tombe di giganti di Ollasteddu, tra le quali, degna di nota, è quella detta di Scussorgiu. La presenza punica è documentata dal ritrovamento della statuetta in bronzo del Sardus Pater, ossia della divinità sardo punica, venerata tradizionalmente come dio cacciatore, raffigurato con il capo cinto da una corona piumata, e considerata simile alla statuetta di Ba’al Hammon ritrovata in Tunisia nei resti della città punica di Thinissut. Nel Medioevo, nell’undicesimo secolo, la villa appartiene alla curatoria della Marmilla, nel Giudicato d’Arborea. Nel 1206, a seguito della vittoria del Giudicato di Càralis su quello Arborense, il paese come gran parte dei villaggi della Marmilla passa sotto il controllo del Giudicato vincitore. Nel 1388 invia i suoi rappresentanti alla firma dell’atto di pace fra Eleonora d’Arborea e Giovanni d’Aragona, dove viene chiamato Gestori. Più tardi, nel 1409, Martino il Giovane, re di Sicilia e Infante d’Aragona, la concede il feudo al barone siciliano Gherardo de doni. Nel 1592 passa agli Zatrillas, e, nel 1635, viene passato a Caterina Dedoni e al marito Diego Vico. Divenuto feudo reale, compare nel Parlamento del duca di Monteleone che si tiene tra il 1686 ed il 1688. Nel 1839, quando il governo sabaudo decide l’abolizione del feudalesimo nell’Isola, il centro viene riscattato dietro versamento di un censo al suo proprietario. Infine, il 18 marzo del 1861, viene istituito il comune di Gesturi. Del comune di Gesturi nel 2001, con la riorganizzazione delle province della Sardegna, viene cambiata la Provincia da quella di Cagliari, alla quale precedentemente apparteneva, a quella nuova del Medio Campidano, ed in seguito, con la sua abolizione, nel 2016, passa alla nuova Provincia del Sud Sardegna. Le principali feste e sagre che si svolgono a GesturiA Gesturi è attiva l’Associazione Culturale Gruppo Folk frà Nicola da Gesturi, i cui componenti si esibiscono nelle principali feste e sagre che si svolgono nel comune ed anche in altre località. Nell’antico costume maschile si nota il corpetto rosso e nero, mentre in quello femminile risalta la gonna rossa con la banda di broccato, il corpetto dorato e un velo sulla cappa, ed, in alcuni vestititi, si usa anche la gonna verde scura. Tra le pricipali principali feste e sagre che si svolgono a Gesturi, a febbraio la Festa di San Sebastiano; poi i riti della Settimana Santa, con processioni e canti religiosi in lingua sarda; il martedì dopo la Pentecoste, la Festa della Madonna d’Itria; il 15 maggio la Festa di Sant’Isidoro, patrono degli agricoltori, ed in tale occasione venivano addobbati i gioghi dei buoi con i fiori selvatici e poi fatti sfilare in processione, buoi ormai sostituiti dai trattori nella vita lavorativa di chi cura i campi e anche i trattori vengono fatti sfilare in processione coperti da tappeti e coperte antiche; il 24 giugno, la Festa di San Giovanni Battista, con la quale i pastori e tutti i devoti onorano il loro Patrono, ed in tale occasione si facevano delle promesse e si diventava Goppais de Froris scambiando dei garofani davanti alla statua del Santo, il che impegnava a rispettarsi come veri e propri compari; ad agosto, la Festa di frà Nicola; la prima domenica di ottobre, la Festa della Madonna del Rosario; il 15 ottobre, la Festa di Santa Teresa d’Avila, che è la Patrona del paese. La Festa del Beato frà Nicola da GesturiA Gesturi ogni anno il 4 agosto, anniversario della nascita, si celebra la Festa del Beato frà Nicola, una Festa con eventi religiosi e manifestazioni civili, mentre la sua Festa religiosa si tiene l’8 giugno, anniversario della morte. La festività più importante è senza dubbio quella che riguarda la ricorrenza della morte di frà Nicola, beatificato il 3 ottobre del 1999 dall’ora papa Giovanni Paolo II, una Festa molto sentita da un punto di vista religioso, che offre tre giorni di intense celebrazioni che raggiungono il massimo con la processione in onore del beato, al quale partecipano moltissimi fedeli, gruppi a cavallo, gruppi folk, e altre persone che provengono da varie parti dell’Isola, e la messa, che viene celebrata il giorno dopo dall’arcivescovo, con la partecipazione di numerosi frati Cappuccini. La Festa oggi si celebra nella Chiesa parrocchiale, ma domani potrebbe essere, almeno in parte, celebrata nella Chiesa del Beato Nicola, oggi in costruzione. Nel 1882 Gesturi dà i natali a Giovanni Angelo Salvatore Medda, che nel marzo 1911 bussa al convento dei Cappuccini di Cagliari e chiede di esservi ricevuto come fratello laico, viene accolto come terziario, e, tre anni dopo, viene trasferito a Sanluri. Trascorsi dieci anni dalla sua prima professione, i superiori lo mandano al convento di Buoncammino, a Cagliari, dove egli vive per trentaquattro anni, fino al giorno della sua morte. Presi i voti da frate Cappuccino, diventa Frà Nicola da Gesturi. Come religioso diviene questuante di città, ossia raccoglitore di questue, elemosine per le persone disagiate, trascorre quindi la sua esistenza donando speranza e conforto a poveri e bisognosi, e distinguendosi per la sua carità cristiana. muore a Cagliari nel 1958, e le sue spoglie, come quelle di Sant’Ignazio da Laconi, riposano nella Chiesa dei Cappuccini, a Cagliari. Il pellegrino che, recandosi a Cagliari, sale al colle di Buoncammino ed entra nella Chiesa dei frati Cappuccini dedicata a Sant’Antonio di Padova, ma più nota come la Chiesa di fra Ignazio, arrivato alla Cappella centrale dell’Immacolata, non può fare a meno di soffermarsi davanti a una tomba in pietra sarda, su cui sono incise, con caratteri di bronzo, le semplici parole Servo di Dio frà Nicola da Gesturi. Nel 1999, in una solenne cerimonia in piazza San Pietro, papa Giovanni Paolo II, lo nomina Beato. La memoria liturgica del beato Nicola si celebra l’8 giugno. La casa dove nacque frà Nicola, modesta come lo erano le abitazioni contadine, è ora visitabile ed inserita nell’itinerario religioso del paese. |
Visita del centro di GesturiL’abitato, interessato da crescita edilizia, mostra l’andamento altimetrico tipico delle località collinari. Gesturi possiede la più grande villa patrizia della Marmilla, circondata da giardini, piante esotiche e fontane in stile raffinato. Le abitazioni del centro storico sono quelle tipiche capidanesi, realizzate con i LadirI, mattoni a secco di fango e paglia, nella parte alta e nei timpani, mentre nei piani terra sono realizzate con pietrame scuro di origine vulcanica appena sbozzati ed irregolari. Caratteristici sono i portali d’accesso risalenti al diciassettesimo secolo. Oltre alle Chiese presenti all’interno del centro abitato, un tempo esistevano anche l’Oratorio delle Anime del Purgatorio e la Chiesa di San Marcello, oggi scomparse. Gli impianti sportivi comunaliArriviamo a Gesturi da sud provenendo da Barumini con la SS197 di San Gavino e del Flumini, e, poco dopo il cartello indicatore del chilometro 49, troviamo il cartello segnaletico che indica l’ingresso nell’abitato, dove la strada statale assume il nome di via Nazionale. Dal cartello segnaletico, percorsa appena una cinquantina di metri, prendiamo tutto a sinistra, dopo un’altra cinquantina di metri svoltiamo tutto a destra, prendendo la via Cialdini che, in centocinquanta metri, ci porta a vedere alla sinistra della strada l’ingresso degli impianti sportivi comunali. Gli impianti sportivi ospitano un Campo da Calcio con fondo in terra battuta, dotato di tribune per 500 spettatori. Sul retro di questo campo, si trova un Campo da Calcetto, ossia da Calcio a cinque, con fondo in erba, con tribule per 150 spettatori. Gli impianti sportivi comprendono anche la Palestra Comunale nella quale si trovano un Campo da pallavolo ed un Campo da Mini volley, dotata di tribune in grado di ospitare 80 spettatori. Questi impianti sportivi sono gestiti dalla società dilettantistica Asd Gesturese 2002. La Chiesa parrocchiale di Santa Teresa d’Avila dedicata alla Beata Vergine AssuntaDal cartello segnaletico che indica l’ingresso nell’abitato, dove la strada statale assume il nome di via Nazionale, procediamo verso nord per cinquecentocinquanta metri, poi prendiamo a sinistra la via frà Nicola, e, dopo una trentina di metri, a sinistra arriviamo alla piazza sulla quale si affaccia la seicentesca bella Chiesa di Santa Teresa d’Avila che è la Chiesa parrocchiale del paese, dedicata alla Santa spagnola patrona del comune, ben visibile anche grazie al campanile alto trenta metri. Di costruzione tardo gotica, conserva ancora della costruzione cinquecentesca l’abside e il campanile. La Chiesa dal 1743 è dedicata alla Beata Vergine Assunta e merita una visita per l’importanza storica e per le caratteristiche architettoniche. La facciata è segnata da lesene, timpano arcuato e due piccole volute laterali, una della quali inserita nella Torre dell’orologio, frutto di modifiche successive. Il portale è decorato da trentasei formelle scolpite con forma di vegetali e figure umane, in alto un arco spezzato contiene la lapide dedicatoria, e quattro piccole mensole e una cornice segnano la circonferenza del rosone chiuso, ai cui lati si notano due piccole aperture ovali anch’esse chiuse. Il campanile ha quattro aperture per le campane, una serie di archetti a sesto acuto e, sulla sommità, una balaustra che chiude l’edicola con lanterna finale. All’interno si presenta con un’unica aula coperta con volta a botte, la struttura è segnata da sottoarchi in pietra, e una cornice percorre tutto l’edificio lungo l’imposta della volta, ed ospita un altare maggiore in marmi policromi e l’abside a volta stellare. Le dieci cappelle laterali sono anch’esse voltate a botte con cornice interna. Il presbiterio è introdotto da un arco gotico con spalle scolpite rappresentanti spighe, onde, animali. A Gesturi, presso la Chiesa parrocchiale, ogni anno il 4 agosto si celebra la Festa del Beato Nicola, che abbiamo già descritta. Inoltre 15 ottobre si celebra la Festa di Santa Teresa d’Avila, ossia della la Patrona del paese, con riti religiosi e manifestazioni civili. La casa natale di frà NicolaDa dove avevamo imboccato la via frà Nicola, percorsa una trentina di metri avevamo visto la piazza sulla quale si affaccia la Chiesa parrocchiale. Proseguiamo per altri circa centocinquanta metri lungo la strada che si dirige verso nord ed arriviamo a vedere sulla destra, in un rientro, il civico numero 19 della via frà Nicola, dove si trova la Casa natale del Beato Nicola, che si posiziona al centro storico del paese, a pochi metri dalla parrocchiale. Si tratta di una casa semplice, che mostra i caratteri tipici delle costruzioni contadine, con il cortile nel quale si trova il loggiato in cui si custodivano gli animali, tre stanze con cucina, il soppalco per coservare le granaglie. In casa si conservano ancora gli arredi e gli oggetti di uso quotidiano, sedie, armadi, stuoie, botti, aratri, che mostrano la vita domestica ed il lavoro contadino sul finire dell’ottocento. Il Salone di frà Nicola, così è chiamato il locale, serve anche per l’accoglienza dei pellegrini. La casa è stata ristrutturata grazie ad un finanziamento regionale che ha permesso di riportare lo stabile in condizioni tali da essere visitabile da numerosi turisti. L’antica residenza del conte Orrù di San RaimondoDi fronte alla casa natale di frà Nicola, al 20 della via frà Nicola, si trova l’antica residenza del conte Orrù di San Raimondo che è stata restaurata ed allestita per ospiare il ristorante Taverna del conte. È sicuramente una struttura suggestiva, dove il tempo sembra essersi fermato all’ottocento, quando la famiglia proprietaria di essa dal 1782, vi produceva un rinomato olio. Nel 1825 Raimondo Orrù Serpi riceve dal sovrano Carlo Felice il titolo di conte con il predicato di San Raimondo, per l’opera di sostegno alla costruzione della strada di collegamento tra Cagliari e Sassari. La casa, oggetto di ampliamenti fin dal 1815, è oggi il prodotto dell’accorpamento di diverse case contadine, che nel tempo hanno formato un complesso di abitazioni varie e diversificate, con un susseguirsi di Lolle. La più antica di queste, la Lolla di donna Raimondedda, risale al 1500 e si presenta a tre archi, con un’antica porta d’ingresso in castagno che collega due vecchi magazzini, oggi uniti per la creazione di una sala da ricevimento. Il giardino, creato nel 1800, funge da cornice alla casa ed è un insieme di piante aromatiche, profumate e secolari. Inseriti in angoli suggestivi della dimora, troviamo poi gli antichi attrezzi agricoli. Dalla Lollixedda dello studio, con la caratteristica facciata a sei archi, si accede infine alle stanze, che hanno conservato lo stile originale con mobili d’epoca e coloratissime piastrelle del diciottesimo secolo ottimamente conservate. La Biblioteca ComunaleDa dove avevamo imboccato la via frà Nicola, percorsa una trentina di metri avevamo visto la piazza sulla quale si affaccia la Chiesa parrocchiale. Proseguiamo per una trentina di metri lungo la strada che si dirige verso nord, prendiamo a sinistra la via Umberto I. Seguita per appena un’altra trentina di metri in direzione ovest, vediamo alla destra della strada, al civico numero 6 della via Umberto I, l’ingresso dell’edificio che ospita la Biblioteca Comunale. La Biblioteca Comunale di Gesturi aderisce alla campagna di comunicazione promossa dal Governo Italiano, per la quale è stato coniato lo slogan Leggere è il cibo della mente: il passaparola!. Il Museo della giaraPercorsa per un’altra sessantina di metri lungo la via Umberto I in direzione ovest, svoltiamo a sinistra sotto un arco che ci porta in via Camillo Benso di Cavour, dove, dopo una quarantina di metri, al civico numero 4, si vede alla destra della strada l’edificio che ospita il Museo della giara. Si tratta di una struttura di nuova concezione, con un percorso espositivo dinamico e coinvolgente. La visita può essere considerata preliminare all’escursione al parco della giara, o come il luogo dove approfondire le proprie conoscenze su geologia, archeologia, flora e fauna di questo angolo di Sardegna, e scoprire le misteriose origini e le curiose abitudini del famoso cavallino della giara. La struttura è, inoltre, dotata di un’innovativa sala didattica dove si svolgono una serie di avvincenti laboratori. Il Museo offre inoltre un itinerario religioso dedicato al Beato frà Nicola ed escursioni sul parco della giara. La villa Dedoni nota come Sa Domu de don NinniProseguendo in direzione ovest lungo la via Umberto I, arriviamo a un incrocio, dove parte sulla sinistra la via Funtana Noa. Qui si trova, ad angolo, al civico numero 22 della via Funtana Noa, l’ingresso della Villa Dedoni nota come Sa Domu de don Ninni. In questa villa, nella seconda metà dell’ottocento, era vissuto don Ninni, all’anagrafe don Giovanni Dedoni, un brigante di cui si narra che avesse dei cavalli e compisse razzie saccheggiando le campagne di Gesturi e del circondario, con una vera e propria squadra di compagni, tra cui anche il parroco di Turri. Si tratta di una villa patrizia considerata la più grande di tutta la Marmilla, un edificio storico del diciassettesimo secolo. Di particolare suggestione sono gli interni, come le due colonne spagnole che fino agli anni settanta del Novecento erano otto, e che, all’epoca di costruzione, avevano il compito di accogliere l’ospite in un ampio loggiato esposto a sud est. Nonostante gli inopportuni interventi architettonici degli anni Settanta, al suo interno sono ancora visibili alcune parti originali della casa. Dopo secoli di storia la costruzione continua a mantenere integro il suo fascino e ad attrarre i visitatori. La Chiesa di Santa Maria Egiziaca o del Santo SepolcroTorniamo sulla via Nazionale, al punto dove avevamo deviato a sinistra sulla via frà Nicola per raggiungere la Chiesa parrocchiale, e proseguiamo, invece, dritti verso nord. Percorsa una sessantina di metri, si vede alla destra della strada la facciata della seicentesca Chiesa di Santa Maria Egiziaca detta Santa Mazzia dalla devozione popolare. Viene detta anche Chiesa del Santo Sepolcro dato che è ancora oggi sede dell’antica Confraternita del Santo Sepolcro o Dei Defunti, che risale al 1588, caratterizzata dall’abito nero con cappuccio dei suoi membri, e per questo comunemente detta Confraternita dei Neri, ossia di Is Crunfrarius Nieddus. La Chiesa, in stile tardo gotico e rinascimentale, è di piccole dimensioni. La facciata mostra cinque gradini, un portale decorato con immagini di volti e vegetali, una finestrella ed un piccolo campanile a vela. Sul lato destro si può ancora vedere il solco lasciato dalla fune che veniva usata per suonare la campana, testimone di un uso continuo durante i secoli. L’interno ha un’unica aula, con due cappelle laterali, archi a sesto acuto e colonne multiple, i capitelli decorati con immagini di spighe, stemmi e volti. Si può datare parzialmente l’edificio grazie all’incisione 1680, posta su uno stemma. All’ingresso si nota una massiccia acquasantiera in pietra, caratterizzata da una particolare vasca doppia. L’altare maggiore ligneo è dedicato al Crocifisso, ha una particolare struttura sopraelevata, il simulacro del Cristo è collocato in una nicchia ed è con arti mobili, mentre le altre decorazioni sono dipinte sulla struttura lignea. Sul timpano è rappresentato San Marcello papa, primo pontefice dopo le persecuzioni di Diocleziano e Martire nel 309 dopo Cristo. La Cappella destra ospita l’altare dedicato a Santa Maria Egiziaca, si tratta di un’opera in legno con colonnine tortili decorate con tralci di vite. Nella Cappella sinistra si trova un altare in pietra, con edicola in legno intagliato, e sull’altare è presente una statua del Nazareno, e numerose statue in legno tra cui una Santa Vittoria ed un San Marcello papa. La Chiesa ospita, inoltre, numerose statue abbigliate, si tratta di una forma di devozione antica e particolare, che permette di variare gli indumenti indossati dalla statua per le varie celebrazioni, ed, a questo scopo, venivano realizzate statue con gli altri mobili, in modo da consentirne una più agevole vestizione. Il Municipio di GesturiLungo la via Nazionale, da dove abbiamo visitato la Chiesa di Santa Maria Egiziaca o del Santo Sepolcro, proseguiamo verso nord ovest per un altro centinaio di metri, e vediamo, alla destra della strada, una piazza sulla quale si affaccia, preceduto da una scalinata, l’edificio che ospita il Municipio di Gesturi che si posiziona al civico numero 36 della via Nazionale. Si tratta di un edificio moderno, nel quale è presente la sua sede, e si trovano tutti gli uffici che offrono i loro servizi ai cittadini del paese. Dove oggi si trova la casa Comunale, sorgeva un tempo la Chiesa di San Nicola, oggi scomparsa. Il Cimitero di Gesturi con la Chiesa di San Sebastiano o della Madonna del RosarioPassato l’edificio che ospita il Municipio di Gesturi, proseguiamo verso nord ovest lungo la via Nazionale per quasi centocinquanta metri, poi prendiamo a destra la via del Cimitero, che, in un centinaio di metri, ci porta appena fuori dall’abitato, dove si trova l’ingresso del Cimitero di San Sebastiano ossia del Cimitero Comunale di Gesturi. All’interno del Cimitero, si trova la Chiesa della Madonna del Rosario, sede dell’antica Confraternita del Santo Rosario, che risale al 1683, caratterizzata dall’abito bianco con cappuccio dei suoi membri, e per questo comunemente detta Confraternita dei Bianchi, ossia di Is Crunfrarius Biancus. La costruzione è caratterizzata da forme semplici e sobrie che ne evidenziano l’origine cinquecentesca. L’esterno è segnato da ampi contrafforti, in alto un piccolo campanile a vela a due luci con dei piccoli merli, accessibile trame una scala realizzata nel muro esterno. La facciata mostra un portale acuto, una finestra con piccole decorazioni, l’altezza segnata da due paraste laterali. L’interno, ad aula unica con due cappelle laterali, presenta archi acuti che sostengono la copertura in legno a doppia falda, sulla quale si dispone il rivestimento esterno in coppi. Al suo interno si può ammirare un elegante pulpito in legno dorato, una statua della Madonna con la scritta spagnola Nuestra Señora del Rosario. Presso questa Chiesa la prima domenica di ottobre si celebra la Festa della Madonna del Rosario, chiamata dai fedeli Sa Festa Nosta, che era la Festa più importante del paese fino all’istituzione della Festa del Beato Nicola. La Festa prevede una processione per le strade del paese, alla quale partecipano i membri delle Confraternita dei Bianchi della Chiesa della Madonna del Rosario, che portano il simulacro della Madonna ed il loro crocifisso, ed i membri della Confternita dei Neri della Chiesa del Santo Sepolcro, anch’essi con il loro crocifisso. Seguono le cerimonie religiose e significative manifestazioni civili. Inoltre, a febbraio presso questa Chiesa si celebra la Festa di San Sebastiano, cui è dedicata la Chiesa, ed in questa occasione sul sagrato si distribuiscono ai fedeli presenti, le arance maturate nella stagione invernale. Il Monumento ai CadutiPassato l’edificio che ospita il Municipio di Gesturi, proseguendo verso nord ovest lungo la via Nazionale, dopo quasi centocinquanta metri vediamo partire a destra la via del Cimitero. La evitiamo e proseguiamo con la via Nazionale, e, dopo duecento metri, poco prima del cartello segnaletico che indica il chilometro 50, ad angolo con la partenza verso destra della deviazione per la Chiesa della Madonna d’Itria, si trova un giardino nel quale è presente il Monumento ai Caduti Di Gesturi. Edificato tre il 1975 ed il 1999, è costituito da un cippo irregolare a stele in pietra, che sostiene una statua con la figura di un soldato in bronzo che impugna la bandiera, ed accanto due lapidi moderne con indici di nomi. Visita dei dintorni di GesturiPer quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Gesturi, sono stati portati alla luce i resti del Protonuraghe Bruncu Madui; dei Nuraghi semplici Cuccuru Ruinas, Cort ’e Brocci, Aras, Pascasi, Bruncu Nieddosa, Pisconti, Nennimura, Bruncu de Tana, Pranu ’e Mendola, Bau Romanu, Bruncu Cristoli, Ollasteddu; ed anche dei Nuraghi complessi Bruncu Peppi Pinna, Bingia ’e Crobus, e Nuraceddeu. Nei dintorni di Gesturi si trovano, inoltre, la ex Stazione ferroviaria, alcune Chiese campestri, diversi siti archeologici dato che la zona era popolata già in età antica, ed anche la maggior parte del territorio della Giara di Gesturi, nella quale è possibile osservare i cavallini selvatici al pascolo. Vediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. La Chiesa romanica di Santa BarbaraDal centro di Gesturi prendiamo la via Nazionale, dalla quale prendiamo verso nord ovest la via Regina Elena, che prosegue sulla via Santa Barbara. La seguiamo per trecento metri e, prima dell’ingresso nell’area nella quale è in costruzione la Chiesa dedicata a frà Nicola da Gesturi, una traversa a sinistra ci porta alla Chiesa di Santa Barbara. Si tratta della Chiesa più antica del paese, edificata nel 1473 in stile romanico gotico. L’edificio, con impianto a croce greca, presenta murature realizzate con conci in pietra a vista policroma, copertura in legno e rivestimento in coppi. La facciata principale, sormontata da un campanile a vela, mostra un’iscrizione indicante l’anno di esecuzione, ed il suo autore con la frase Hoc fecitàBadinus. L’illuminazione interna è garantita da finestre ad arco a tutto sesto disposte sui lati. La Chiesa, circondata dalla frescura dell’alberato parco di Santa Barbara, è stata restaurata e riaperta dopo essere rimasta chiusa per quasi un secolo, dopo che era stato smantellato il tetto, quando i materiali di spoglio della copertura sono stati utilizzati per la costruzione delle numerose bare, resesi necessarie durante l’epidemia che ha colpito il paese nel 1918. La Chiesa in costruzione dedicata a frà Nicola da GesturiEvitando la deviazione per la Chiesa di Santa Barbara, passato l’ingresso, si arriva all’area nella quale è in costruzione fino dal 2004 la Chiesa dedicata a frà Nicola da Gesturi per il quale nel 2010 è stato stipulato un accordo tra regione e comune per il completamento dell’edificio, la cui costruzione è però interrotta da tempo. La nuova Chiesa prevede la realizzazion, oltre alla Chiesa, di una cappella, di un convento e del sagrato. Tutti realizzati con materiali naturali e di bioedilizia, ossia pietra, legno, rame e sughero, per interni ed esterni. La Chiesa, della quale si attende il completamento della costruzione, è dedicata al Beato, per il quale, agli inizi di agosto, durante la grande Festa in suo onore, si svolge il pellegrinaggio dei fedeli che, a piedi da Laconi, luogo di nascita di Sant’Ignazio da Laconi, raggiungono Gesturi per venerare frà Nicola. L’allevamento di cavalli di Gianni OrrùDal centro di Gesturi prendiamo la via Nazionale, dalla quale prendiamo verso nord ovest la via Regina Elena, che prosegue sulla via Santa Barbara. La seguiamo per centottanta metri, poi prendiamo a sinistra la Strada Comunale Bau Manigu, la seguiamo per quattrocentocinquanta metri, e prendiamo una sterrata in salita sulla destra che, passato un cancello, porta all’Allevamento di cavalli di Gianni Orrù l’uomo che sussurrava ai cavalli... Nella sua fattoria, si può chiedere a Gianni Orrù di condurre un tour a cavallo, partendo da Gesturi per incontrare da vicino i cavallini della giara, gli unici allo stato brado in Europa, e per questo tra le più grandi attrazioni del territorio di Gesturi. I ruderi della Chiesa campestre di San Giovanni BattistaUsciamo da Gesturi verso sud con la SS197 di San Gavino e del Flumini in direzione di las Plassas, dal cartello segnaletico che indica l’uscita dall’abitato proseguiamo per circa un chilometro e, subito prima del cartello che indica il chilometro 48, prendiamo la deviazione sulla sinistra che conduce verso la Zona Industriale di Gesturi, costeggiando gli edifici industriali che si trovano a sinistra della strada. Percorsa per trecento metri, troviamo una strada bianca sulla sinistra che conduce ai resti della Chiesa campestre di San Giovanni Battista. La Chiesa era ancora attiva sino all’ottocento. Una sua descrizone è presente nelle cronache del 1910 del Canonico Massa, che così la descrive è in possesso di chi dai terreni circostanti la ha comprata dal Demanio, ne portò via la campana che ivi esisteva e metà delle tegole; ed il locale ospita mandrie di pecore e di porci, appartenenti al detto acquirente. Stante l’abbandono, i muri finiranno per crollare. Ogni anno vi si faceva la Festa il 24 giugno per impegno dei pastori, che ora si tiene in parrocchia. Dista dall’abitato circa due chilometri. Oggi di essa non restano che pochi muri perimetrali e un arco a tutto sesto, che sono sufficienti per segnare l’aula, ma non a chiarirne l’epoca di costruzione e la struttura. Sull’altopiano di Pranu ’e Mendula la Tomba di giganti di ScusorgiuA sud est rispetto ai ruderi della Chiesa campestre di San Giovanni Battista, a circa un chilometro di distanza, si sviluppa l’altopiano di Pranu ’e Mendula, ai limiti meridionali del quale si trova la Tomba di giganti di Scusorgiu, una tomba del tipo isodomo con architrave, costruita in marna calcarea, a 362 metri di altezza. Per accedere alla Tomba di giganti occorre percorrere una strada asfaltata che si diparte dall’area industriale di Gesturi. L’ultimo tratto è costituito da una strada sterrata che, in caso di forti precipitazioni piovose, è difficilmente percorribile con una normale auto. Parcheggiato l’auto occorre percorrere una stradina sterrata in salita e superare una sbarra, che consente di immettere in un vasto campo coltivato. Sulla sommità di una modesta altura si vede la sepoltura, della quale residuano parte dell’esedra e del corridoio. È ancora in situ l’architrave sopra il portello di ingresso. La tomba, oggetto di studi da parte di Giovanni Lilliu, fa parte di un contesto monumentale al quale appartiene anche il Nuraghe di Scusorgiu, situato sud est, a circa cinquecento metri di distanza. Si tratta di un Nuraghe complesso, con un mastio e probabilmente un corpo aggiunto con due torri e un cortile, costruito in marna calcarea a 342 metri di altezza. Vicino al Nuraghe sono presenti tracce di un insediamento abitativo. I resti del Nuraghe complesso NuraceddeuUsciamo da Gesturi verso sud con la SS197 di San Gavino e del Flumini in direzione di las Plassas, dal cartello segnaletico che indica l’uscita dall’abitato dopo circa un chilometro evitiamo la deviazione sulla sinistra che conduce verso la Zona Industriale di Gesturi e proseguiamo dritti per altri seicento metri finché, all’altezza del chilometro 46.4, si vede alla destra della strada statale un’altura, sulla sommità della quale si trovano i resti del Nuraghe Nuraceddeu. Si tratta di un Nuraghe complesso costruito in marna a un’altezza di 268 metri sopra il livello del mare, nel quale la torre centrale è stata inglobata in una struttura di due torri con muri tutt'intorno. Nel mastio la camera centrale è marginata da tre nicchie. Intorno al Nuraghe sono presenti tracce di una successiva occupazione nel periodo punico e nel periodo romano. La Chiesa campestre della Madonna d’ItriaPassato l’edificio che ospita il Municipio di Gesturi, proseguendo verso nord ovest lungo la via Nazionale, dopo trecentocinquanta metri, poco prima del cartello segnaletico che indica il chilometro 50, prendiamo verso destra la deviazione sulla Strada Comunale da Gesturi ad Isili, seguendo le indicazioni per la Chiesa della Madonna d’Itria. Percorriamo questa strada per due chilometri ed Ottocento metri, e troviamo le indicazioni sulla destra per la Chiesa campestre della Madonna d’Itria realizzata intorno al 1620, immersa in una delle zone più suggestive dell’agro gesturese, ricca di sorgenti e attorniato da una vegetazione Lussureggiante rappresentata in prevalenza da pioppi e querce, che è stata recentemente restaurata. La Chiesa, in stile spagnolo, presenta un loggiato che corre su tre lati dell’edificio, con aperture ad arco a tutto sesto nella facciata, ed a sesto ribassato lungo i muri laterali. La copertura è costituita, sia nel corpo principale che nel loggiato, da una struttura lignea a doppia falda con rivestimento in coppi. L’edificio è un vero e proprio Santuario che presenta una struttura a forma di croce latina, con altare principale in pietra e legno. Il presbiterio ospita un quadro raffigurante la Madonna avvolta da un manto celeste stellato che scende dal capo fino ai piedi, con il Bambino, che tende la mano destra verso una figura umana, probabilmente uno schiavo. Il nome d’Itria è la contrazione di Odigitria, parola che significa Mostra la Via. Veniva così chiamato il tempio che si trovava a Costantinopoli, eretto per custodire ed onorare un quadro che raffigurava la Madonna. Non si sa come la venerazione della Madonna d’Itria sia giunta in Italia, ma si ritiene che il suo culto possa essere legato a un quadro della Vergine dipinto da San Luca Evangelista. Il culto della Vergine d’Itria a Portoscuso sembra risalire al periodo dell’attività della tonnara, ed è attestato fino dal 1630, ed il sito attuale nel quale sorge la Chiesa dovrebbe corrispondere a quello, dove, nel 1655, il marchese Vivaldi Pasqua fece costruire una piccola Chiesa col medesimo titolo. Il quadro raffigurante la Madonna d’Itria, secondo una tradizione popolare, era stato portato nella Chiesa dove, durante un’incursione saracena, venne colpito da alcuni proietili. Dopo molti anni, il proprietario della tonnara lo portò a Genova per farlo restaurare, ma da dove il quadro non fece più ritorno a Portoscuso, ed in sua sostituzione, vi venne portato il simulacro che riproduceva la Santa. |
A Gesturi ogni anno, il martedì dopo la Pentecoste, si tiene la Festa della Madonna d’Itria. Il rito dedicato alla Vergine si celebra con le novene, che hanno inizio dopo la Pasqua. Al termine del periodo settenario, che dura sette martedì, i fedeli guidati da parroco partono dal paese e giungono in solenne processione alla Chiesa campestre, dove per quattro giorni il simulacro della Vergine viene custodito e vegliato dai numerosi fedeli, con il canto del Santo rosario in lingua sarda, de Is Coggius ossia canti di provenienza iberica, e di antichi canti devozionali. Il giorno vero e proprio della Festa è il martedì dopo la Pentecoste, giorno nel quale il simulacro della Vergine Santissima in processione fa ritorno alla Chiesa parrocchiale, dove è meta continua di devozione da parte dei fedeli. I resti della Stazione ferroviaria dismessa di GesturiUsciamo da Gesturi verso nord lungo la via Nazionale che, fuori dall’abitato, assume il nome di SS197 di San Gavino e del Flumini, passato il cartello segnaletico che indica il chilometro 50 percorriamo ancora cinquecento metri, e vediamo sulla destra l’edificio della Ex Stazione ferroviaria di Gesturi che raggiungiamo percorrendo ancora una cinquantina di metri e deviando in una strada bianca subito a destra e percorrendo un’orrantina di metri. Si trattava di una stazione delle Ferrovie Complementari Sarde lungo la linea ferroviaria che collegava Isili con Villacidro, posta tra le stazioni di Nuragus e Barumini, e che è stata chiusa nel 1956. La stazione di Gesturi era stata edificata all’ingresso nord del paese, e di essa il fabbricato viaggiatori è tuttora presente, assieme al deposito merci affiancato sul lato sud della stazione. Entrambi gli edifici sono in discrete condizioni di conservazione e probabilmente vengono attualmente utilizzati per scopi privati. Si conserva inoltre anche un buon tratto del tracciato ferroviario, in direzione di Nuragus, utilizzato come pratico sentiero di campagna. L’altopiano della Giara di Gesturi dove vivono i famosi cavallini selvaticiDal Municipio di Gesturi prendiamo verso nord la via Nazionale che, fuori dall’abitato, assume il nome di SS197 di San Gavino e del Flumini, la seguiamo per Ottocento metri ed arriviamo a prendere, Leggermente a Sinistra, in salita, la vIa giara. Questa strada uscirà dall’abitato come Strada Comunale della giara, che porta in direzione della parte del territorio della Giara di Gesturi appartenente al comune di Gesturi. Si consideri che quasi la metà dell’intero territorio della giara, che raggiungiamo dopo circa tre chilometri, appartiene a Gesturi. La Giara di Gesturi nota anche come Sa Jara Manna, viene così chiamata perché la maggior parte del suo territorio di trova nel comune di Gesturi, ma dipende, dal punto di vista amministrativo, dai comuni di Gesturi, Tuili, Setzu e Genuri. Verso sud, meno importante, si erge quella che appare come la naturale prosecuzione di questa giara, ossia la Giara di Serri e, più ad ovest, la Giara di Siddi. Si tratta di un altopiano basaltico di origine vulcanica esteso circa 42 chilometri quadrati, che si erge fino a seicento metri sul mare, come un’isola rocciosa nel paesaggio ondulato, situato fra le regioni della Marmilla e del Sarcidano nella parte centro meridionale della Sardegna. La sommità dell’altopiano della Giara si dispone secondo una direzione che va da nord ovest a sud est, ha un aspetto quasi orizzontale, ed è costituito da un basamento di marne ed arenarie su cui poggiano diversi strati alternati di calcareniti ed arenarie sedimentatisi 20 milioni di anni fa, nel Miocene. Sopra questi strati di roccia si sono create, circa 2,7 milioni di anni orsono, due spaccature, dalle quali è fuoriuscita la lava basaltica che ha ricoperto l’intero tavolato. I due coni sono la Punta Zepparedda, alta 609 metri, e la Punta Zeppara Manna, di 580 metri, tra i quali si trova la Faglia di Sa Roja che percorre trasversalmente l’altopiano, creando un gradino di circa 30 metri. Chiaramente visibile dalle zone pianeggianti, la giara si presenta come una enorme fortezza naturale, fornita di bastioni dalle pareti scarpate ed anticamente inaccessibili, ricoperta dalla vegetazione tipica della macchia mediterranea, come sughere, roveri, eucaliptus, peri selvatici, rovi, cisti, lentischi, mirti, corbezzoli, eriche. È anche ricco di fauna selvatica, cinghiali, volpi, ricci, martore, lepri, anatre, beccacce, tordi, merli, colombacci, e rapaci come la poiana, il picchio, l’upupa e la ghiandaia. La giara è stata sede di insediamenti umani già dal Neolitico, come testimoniano le caratteristiche domus de janas, grotte a più vani scavate nella roccia ed utilizzate come luoghi di sepoltura. Lungo il perimetro sommitale della giara, detto Sa Canoa ossia La Corona, si possono ancora osservare 24 Nuraghi mentre ben 50 si allineavano un tempo ai piedi dei bastioni stessi. Anche resti di ceramica, selce e ossidiana ritrovati sopra l’altopiano fanno supporre l’occupazione diffusa del territorio in questo periodo. Molti archeologi pensano che la giara sia stata utilizzata dai Sardi come ultimo baluardo di resistenza contro gli invasori Punici e poi Romani. Vi si trovano, inoltre, numerose pinnetas, le capanne dei pastori, costruzioni circolari in pietra con il tetto di frasche. Sulla Giara di Gesturi vivono ancora allo stato brado circa settecento Cavallini, chiamati Equus Caballus Jarae ed in lingua sarda Is Cuaddeddus. Sono gli unici cavalli realmente selvatici rimasti in Europa. Sono famosi per non essere tozzi come i pony, bensì snelli ed eleganti, ma piccoli, alti al garrese massimo 120 centimetri. Di colore bruno scuro, hanno una lunga criniera e simpatici occhi un poco a mandorla. Probabilmente sono quelli che rimangono di una antica razza che abitava un tempo tutta l’isola, tanto da far pensare che si tratti di una razza primitiva conservatasi quasi intatta da migliaia di anni. Non esistendo in Sardegna ritrovamenti fossili di equini, si pensa che il cavallino sia stato introdotto probabilmente nel periodo nuragico o nel periodo punico. Possiamo incontrarli in branco, visitando la giara, soprattutto ad abbeverarsi nelle depressioni nelle quali ristagna l’acqua piovana e l’acqua che sgorga dalle sorgenti naturali. Le piccole mandrie pascolano liberamente e si abbeverano nei numerosi specchi d’acqua, non distanti dai bovini, dalle capre e dai maiali lasciati al pascolo semibrado. I gruppi familiari sono composti da uno stallone e da un numero variabile di femmine, alle quali si accompagnano i puledri sino alla maturità sessuale, raggiunta la quale vengono allontanati dal gruppo dal maschio dominante. Pur vivendo allo stato brado, in massima parte sono di proprietà di allevatori di Gesturi, Tuili e Genoni, i quali provvedono a nutrirli e dissetarli durante i periodi siccità, ed altri appartengono all’Istituto per l’Incremento Ippico di Ozieri, impegnato da anni nella difesa della razza. fra aprile maggio, ed a metà settembre, si svolge, a Tuili ed a Genoni, la tradizionale esibizione dei cavallerizzi, chiamati in lingua sarda Is Insocadores, che prendono al laccio i giovani cavallini selvaggi, e quindi si effettua il rito millenario della loro marchiatura. Il Protonuraghe Bruncu Madugui con il villaggio nuragicoImbocchiamo dal centro di Gesturi, seguendo le indicazioni, la strada per la giara. Percorsi tre chilometri e quattrocento metri sulla Strada Comunale della giara, arriviamo al termine della strada asfaltata, che, dopo una stretta svolta a destra, diventa una strada bianca. Qui è presente il parcheggio, che è un punto di partenza per le escursioni nella Giara di Gesturi. alla sinistra della strada, si vede l’ingresso del parco archeologico, e, presa la deviazione, a quattrocento metri troviamo, alla sinistra della strada, il Protonuraghe Bruncu Madugui situato a un’altitudine di 561 metri. Di età precedente ai Nuraghi con struttura a torre, è il Protonuraghe a corridoio più famoso di tutta la Sardegna. Più che di una torre, si tratta di una poderosa costruzione a corridoio di notevoli dimensioni, realizzata con blocchi irregolari di basalto, con muri spessi di forma irregolare forniti di varie nicchie interne. Ha planimetria irregolare, quasi reniforme, lunga sedici metri e mezzo e larga tre metri ed ottanta, che si conserva in elevato per circa quattro metri e mezzo. L’ingresso immette su una scala, sulla quale si affaccia a destra una nicchia. La scala si prolunga in un andito, che, salendo, da accesso a due camere a pianta curvilinea, una a sinistra e una sul fondo. Dalla seconda di esse parte il tratto di un corridoio in asse con il primo, che presumibilmente in origine, ad un livello ribassato, conduceva ad un secondo ingresso dell’edificio. Sulla Sinistra del corridoio, un varco si addentra nella muratura, probabilmente l’inizio della scala che conduceva al terrazzo. La copertura dei corridoi interni è realizzata con lastroni di pietra orizzontali. Tra i tanti Nuraghi presenti sulla giara, il Bruncu Madugui è quello che suscita maggiore interesse per la sua struttura. L’eccezionale prova di equilibrio e di statica è sintetizzata nell’opera ciclopica di questa ardita e coraggiosa sovrapposizione strutturale, nella quale si coglie il significato simbolico e spirituale. Studi più recenti danno una nuova interpretazione architettonica, dato che i due ambienti principali non sarebbero capanne con coperture straminee a vista sul terrazzo, come ipotizzato dal Lilliu, ma camere interne con volte a filari a sezione tronco ogivale. In una delle camere interne sono stati recuperati reperti organici databili, grazie all’analisi con il C14, intorno al 1800 avanti Cristo, che testimoniano un riutilizzo del Nuraghe in epoca successiva a quella della sua costruzione. Presso il Protonuraghe Bruncu Madugui, a non oltre cento metri di distanza in direzione nord ovest, è presente un vero e proprio Villaggio nuragico, Costituito di capanne circolari con muri in pietra, che sono state però, finora, riportate alla luce solo parzialmente. Le capanne sono raccolte in isolati, raccordate tra loro e disposte intorno a cortili comuni centrali. I vani hanno forma circolare e pavimenti lastricati e acciottolati. Sono presenti focolari, nicchie, sedili e ripiani alle pareti. Il loro grande numero porta a ritenere che sulla giara abitasse una popolazione abbastanza numerosa e stanziale, in seguito la zona è stata, però, abbandonata dalla sua popolazione, forse perché le risorse che la zona offriva non erano più sufficienti per un loro insediamento stabile. Il Nuraghe e una parte del villaggio vengono scavati nel 1962 da Giovanni Lilliu. Le indagini del villaggio proseguono, dal 1980 al 1983, ad opera di Gabriella Puddu, e successivamente anche ad opera di Alessandro Usai. Le zone numerose umide sulla Giara di GesturiDal parcheggio, iniziamo la visita della giara nella parte del suo territorio che si trova all’interno dell’area Comunale di Gesturi. Poco più avanti, un sentiero sulla sinistra porta nell’area attrezzata per pic-nic della Giara di Gesturi. Più avanti, iniziando la visita, si incontrano numerosi altri stagni o paludi minori, tra i quali per primo, sulla sinistra, il Paùli ’e palla Camisa, ed sulla destra il Paùli Corte Brocci. Proseguendo, si inconta il Paùli Perdosu, e più avanti il Paùli Oromeo. Questi sono i primi stagni che si incontano nella visita della giara, più avanti se ne trovano numerosi altri che qui non illustriamo. La prossima tappa del nostro viaggioNella prossima tappa entreremo nella regione storica del Sulcis Iglesiente, dove ci recheremo a visitare Fluminimaggiore con i suoi dintorni tra i quali spiccano la Grotta su Mannau ed il Tempio di Antas, Uno dei più significativi resti archeologici di tutta l’isola, e con la sua costiera. |