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L’isola la Maddalena riconosciuta con tutto l’arcipelago dall’UNESCO come patrimonio dell’Umanità

In questa tappa del nostro viaggio, ci imbarcheremo da Palau ed andremo a visitare l’Arcipelago di la Maddalena riconosciuto nel 1998 dall’UNESCO come primo parco Geominerario Storico e Ambientale del mondo. Partiremo dalla visita dell’Isola la Maddalena per visitare nella prossima tappa tutte le altre isole dell’arcipelago.

La regione storica della Gallura

La regione storica della GalluraLa regione storica della Gallura (nome in gallurese Gaddùra, in lingua sarda Caddùra) occupa l’estremità nord orientale dell’Isola, delimitata a sud dal massiccio granitico del Monte limbara, a sud ovest dal corso inferiore del fiume Coghinas, a sud est dal monte Nieddu nei comuni di San Teodoro e Budoni. È stata, nell’alto periodo medioevale, uno dei quattro giudicali sardi. Principale risorsa economica di questa regione è il turismo, sviluppatosi a seguito della realizzazione del famoso insediamento turistico dell’area del Consorzio Costa Smeralda, oltre all’industria del sughero e del granito, nelle quali ha raggiunto primati a livello internazionale. I comuni che ne fanno parte sono Aggius, Aglientu, Arzachena, Badesi, Bortigiadas, Calangianus, Golfo Aranci, la Maddalena, Loiri Porto San Paolo, Luogosanto, Luras, Olbia, Palau, Sant’Antonio di Gallura, Santa Teresa Gallura, San Teodoro, Telti, Tempio Pausania, Trinità d’Agultu e Vignola, Viddalba. In Gallura si parla il Gallurese, che è di ceppo toscano ed ha forti analogie con il còrso, è infatti molto simile al dialetto parlato nel distrello di Sarlene nel sud della Corsica, ma conserva alcuni influssi derivanti dal logudorese, che era parlato nel territorio antecedentemente, durante il periodo giudicale.

L’arcipelago di la Maddalena

Arcipelago di la Maddalena : veduta aereaL’Arcipelago di la Maddalena è composto da 23 isole. Le più grandi sono la Maddalena e Caprera, mentre le minori sono le isole Spargi, Santo Stefano, Santa Maria, Razzoli e Budelli. Le altre sono molto piccole o addirittura semplici scogli. Tranne la Maddalena e Caprera, le isole dell’arcipelago sono raggiungibili solo con imbarcazioni private, e sono quasi del tutto disabitate. In questa pagina viene descritta l’isola de la Maddalena, nella prossima descriveremo Caprera, e nella succesiva le altre isole dell’arcipelago.

Il Parco Geominerario Storico e Ambientale

Arcipelago di la Maddalena : veduta aereaNel 1996 l’arcipelago della Maddalena diviene il primo parco nazionale in Sardegna e viene incluso in numerose convenzioni internazionali, tra le quali il Santuario dei Cetacei ed il parco Geominerario sardo, che viene dichiarato nel 1998 dall’UNESCO il Primo parco Geominerario Storico e Ambientale del mondo. L’arcipelago è oggi un parco Naturale, all’interno del quale sono previste diverse zone di tutela ambientale: la Zona A di riserva integrale, in cui non è consentita alcuna attività, nemmeno la semplice balneazione; la Zona B di riserva generale, nella quale è vietata la navigazione parallela alla costa, ma sono consentite la balneazione, la pesca con lenza da terra, l’attività esplorativa subacquea, nonche la navigazione e l’attracco, sia pure solo in alcune località; la Zona C di protezione parziale, nella quale sono consentite la pesca sportiva e professionale compatibili con le finalità dell’area, e sono consentite anche le attività nautiche sia pure con limiti e autorizzazioni.

Le strutture militari presenti nell’arcipelago

Le strutture militari nell’arcipelago di la Maddalena Significativo è il patrimonio militare ancora oggi presente nelle isole dell’arcipelago di la Maddalena, ormai entrato a pieno titolo nel paesaggio mediterraneo. Vengono descritte queste opere, fortilizi, batterie ed altre infrastrutture, edificate a partire dal diciottesimo secolo e di volta in volta adeguate in relazione ai progressi compiuti dall’artiglieria e dalla strategia bellica. Si tratta di complessi per lo più fortificati che rappresentano un’eredità culturale e architettonica di grande rilevanza strategica e paesaggistica. Oggi rimangono numerosi manufatti che, avendo ormai perso interessi e funzioni legati all’attività militare e di navigazione, versano in condizioni d’estrema precarietà e sono oggetto continuo di spoliazioni e demolizioni. È questa una situazione che richiederebbe interventi urgenti per la messa a sistema di specifiche opere di tutela, restauro e valorizzazione.

Il parco marino

Il parco è caratterizzato dalla presenza di oltre 700 specie vegetali e più di 50 specie endemiche, e comprende anche la riserva naturale dell’isola Caprera. Insieme alla riserva naturale delle Bocche di Bonifacio, il parco Naturale di la Maddalena costituisce oggi un immenso Parco Marino Internazionale.

Cinque VeleNel 2017 Legambiente attore protagonista dell’ambientalismo italiano, con le rilevazioni effettuate dalla sua Goletta Verde, e con la collaborazione del Touring Club Italiano, ha assegnato il riconoscimento di 5 Vele al comprensorio della Gallura e del parco nazionale dell’Arcipelago della Maddalena. I parametri considerati per l’assegnazione delle vele sono la qualità delle acque di balneazione, efficacia della raccolta differenziata dei rifiuti, la gestione delle risorse idriche, la presenza di aree pedonali, efficienza dei servizi, la valorizzazione del paesaggio e delle produzioni locali.

L’isola la Maddalena

L’Isola la Maddalena con una superficie di 20,1 chilometri quadrati, è la principale dell’arcipelago e la si raggiunge in un quarto d’ora di traghetto da Palau, con traghetti che partono ogni mezz’ora. L’isola ha la forma di un triangolo isoscele ed è interamente granitica, il che ha consentito in passato una limitata coltivazione agricola, comunque soltanto nell’area centrale e meridionale.

La città chiamata la Maddalena

La Maddalena-Panorama dell’abitatoLa Maddalena-Stemma del comuneLa città La Maddalena (nome in lingua sarda Sa Maddalena nome gallurese A Madalena, altezza metri 19 sul livello del mare, abitanti 10.617 al 31 dicembre 2021), sorta nel 1770su un piccolo borgo di pescatori, è un paese rivierasco, cui è stato concesso titolo di città e che costituisce l’unica città di tutto l’arcipelago. È situata nella parte meridionale dell’isola omonima, ed ha il suo principale riferimento Viario, che attraversa tutta l’isola, nella SP114. Significativa la presenza nella città, sull’isola e sulle altre isole dell’arcipelago, delle strutture difensive costruite dai Savoia e successivamente dal regno d’Italia, per difendersi dai contrabbandieri, dai Saraceni e anche dalla riscossa dei francesi. Il dialetto Maddalenino, chiamato dialetto Isullanu, è simile al Gallurese, essendo frutto delle immigrazioni sette ed ottocentesche dalla Corsica, ed è quello con maggiori affinità con i moderni dialetti del Còrso, in particolare con quello dell’entroterra di Bonifacio e di porto Vecchio, mentre gli altri dialetti galluresi si presentano molto più simili alle varianti più tradizionali parlate nella zona di Sartena e dell’Alta Rocca, nella parte centrale della Corsica.

Origine del nome

Il nome della città rimanda al nome dell’Isola, sulla cui costa si è originato il borgo, che ne attestano la derivazione già da più di 800 anni, e documenti quali mappe e carte nautiche che indicano il nome dell’isola più grande dell’arcipelago, già dal 1527, come isola di Maria Maddalena.

La sua economia

La sua economia si fonda sul turismo affiancato dalle attività agricole e industriali. Il settore primario è presente con la coltivazione di ortaggi, foraggi e con l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. L’industria, discretamente sviluppata, si compone di imprese che operano nei comparti della pesca e della piscicoltura, estrattivo, lattiero caseario, alimentare, del legno, della stampa, del vetro, dei materiali da costruzione, metallurgico, elettrico, elettronico, degli apparecchi medicali, cantieristico, dei mobili ed edile. Il terziario vanta una buona rete distributiva e si compone dell’insieme dei servizi. L’apparato ricettivo offre possibilità di ristorazione e di soggiorno. Per quanto riguarda l’artigianato, nella città si trovano numerosi negozi dove è possibile trovare i prodotti tipici locali, dai tappeti lavorati a mano agli oggetti in corallo. C’è poi un’ampia scelta di specialità gastronomiche, cominciando dai piatti di mare, arselle e cozze, spaghetti con i gamberi, con l’aragosta o con la bottarda.

Cenni storici su la Maddalena e le altre isole dell’Arcipelago

Abitata sin dall’età preistorica, fu dominata dai Romani, i quali denominarono Cuniculariae le isole del suo arcipelago per via dei numerosi stretti che le dividono. Nei secoli nonno e decimo viene saccheggiata dai Saraceni. La storia dell’arcipelago inizia in periodo medioevale, da quando arrivano, nel dodicesimo secolo, un gruppo di monaci Benedettini che si stabiliscono nell’isola di Santa Maria dove realizzano un convento, all’interno del quale vive ancora oggi l’unico pastore dell’isola. Successivamente, durante la guerra contro i Visconti, viene eletta a capitale del Giudicato di Gallura. Dopo essere stata abbandonata, viene ripopolata tra il seicento e il settecento, quando vi arrivano gruppi di pastori e pescatori còrsi, mezzadri della famiglia Doria. Ancora poco popolata, nel 1767, per evitare rivendicazioni da parte dei Doria, i Savoia, con il ministro Bogino, vi inviano una guarnigione militare e vi stabiliscono una base della Marina sardo piemontese per farne una base di appoggio alle navi della regia Marina, contro i contrabbandieri, contro i Saraceni e anche contro la paventata riscossa francese. Tre anni più tardi nasce il primo agglomerato urbano tra Cala Gavetta e Cala chiesa, e così, in venti anni, si assiste a un notevole sviluppo in tutto l’arcipelago. Il sistema difensivo costruito dai Sardo Piemontesi investe principalmente il paese, sulla quale vengono costruiti il forte Sant’Andrea, il forte o Batteria Balbiano, il forte o Batteria Sant’Agostino, ed il forte Carlo Felice. E riguarda anche il resto dell’Isola, sulla quale vengono costruiti il forte San Vittorio soprannominato anche della Guardia Vecchia, ed il forte Santa Teresa detto anche Sant’Elmo o Tegge. Domenico MillelireNel 1793 le truppe franco corse tentano di conquistare la Sardegna attaccando Cagliari a sud e la Maddalena a nord, con al comando l’allora sconosciuto Napoleone Bonaparte. Nel 1799 una flotta di ventitre unità salpa da Bonifacio, in Corsica, ed assalta la Maddalena. Nella notte del 24 febbraio il nocchiere Domenico Millelire sbarca con un lancione, sei uomini e due cannoni nei pressi di Palau ed inizia a sparare sulla flotta francese. La flotta si sposta, e Millelire sposta, con l’aiuto dei pastori, i cannoni continuando l’attacco, finché la flotta francese deve battere in ritirata. Si ricorda ancora oggi la sua vittoriosa resistenza alla flotta napoleonica. A la Maddalena trova in seguito asilo anche l’ammiraglio Nelson, che da qui coordina l’offensiva contro Napoleone. Solo nel periodo sabaudo, nella prima metà dell’ottocento, iniziano ad essere abitate le isole minori, e nel 1852 Giuseppe Garibaldi acquista la parte settentrionale dell’isola Caprera, dove nel 1856 stabilisce la propria residenza. Dopo la creazione, nel 1861, del regno d’Italia, la Marina Militare instaura nell’arcipelago il suo centro operativo, e da allora, intorno a Cala Gavetta, vengono edificate le prime eleganti palazzine, l’Ammiragliato e le caserme che costituiscono il nucleo originario della città. Dal 1887 le fortificazioni passive vengono sostituite da quelle attive, con le loro artiglierie, e vengono costruite sull’isoL’Opera Trinità, l’Opera Punta Villa, l’Opera Guardia Vecchia, l’Opera Colmi, l’Opera Nido d’Aquila, e l’Opera Punta Tegge. Il progresso tecnico nel campo dell’aviazione rende queste Opere vulnerabili ad un attacco aereo, nascono così, tra la Prima e la Seconda Guerra Mondiale, le batterie più periferiche, edificate normalmente in calcestruzzo e ricoperte poi da massi di granito. Alcune fortificazioni di questo tipo sono localizzate nell’Isola, la Batteria Spalmatore, la Vedetta Guardia del Turco, la Batteria Marginetto, la Batteria di Punta Cannone, la Batteria Carlotto, e la Vedetta Puntiglione. Nel periodo repubblicano, la Maddalena nel 1948 viene elevata da Luigi Einaudi al rango di città con Decreto del Presidente della repubblica del 6 luglio 1948. In seguito il comune di la Maddalena, nel 2001, con la riorganizzazione delle province della Sardegna, viene trasferito dalla Provincia di Sassari nella nuova Provincia di Olbia e Tempio Pausania, per poi tornare nel 2016, dopo l’abolizione di questa nuova provincia, nella Provincia di Sassari.

Sagre e feste che si svolgono a la Maddalena

La Maddalena-Album del Gruppo Folk la CumpagniaLa Maddalena: il Coro OrolacheA la Maddalena svolgono la loro attività il Gruppo Folk la Cumpagnia autore tra l’altro dell’album Ammenti Passaddi, ed anche il Coro Orolache che ha assunto questa denominazione nel 1999 quando ha prodotto l’interessante progetto discografico Omine omines in cui appare un tentativo di coniugare l’uso di elementi del canto gregoriano con la musica sarda. Tra le principali feste e sagre che si svolgono a la Maddalena, si segnalano a febbraio, la domenica e il martedì di Carnevale, i riti tipici della Sagra con la sfilata dei carri e l’offerta di vino, dolci e cibi particolari le celebrazioni religiose della Santissima Trinità, che si tengono la domenica di Pentecoste; la terza domenica di maggio si celebra la Festa del Santo Bambino di Praga; il comitato dei festeggiamenti della patrona Santa Maria Maddalena organizza, prima della festa patronale, anche la Sagra degli Zerri, un pesce povero, la Sagra delle Cozze; la festa della Santa Patrona, ossia la Festa di Santa Maria Maddalena, si celebra il 22 luglio; durante il mese di agosto per i turisti si svolge il Carnevale estivo, e, sempre in agosto, ha luogo la famosa Sagra del pesce durante la quale ha luogo il Caracolo, un festival canoro in dialetto locale; l’8 settembre, si celebra la Festa della Natività di Maria Vergine nella chiesa parrocchiale del quartiere Moneta; sempre l’8 settembre si svolge la Festa della Madonna della pace nel borgo di Stagnali sull’isola Caprera, e nell’occasione si svolge anche la Sagra delle Cozze.

La Maddalena-Sagra degli Zerri: locandina La Maddalena-Sagra delle Cozze: locandina La Maddalena-Sagra del Pesce: locandina

Visita del centro della città di la Maddalena

L’abitato, interessato da forte espansione edilizia e da una fascia pianeggiante, si arrampica fino alle falde del colle Guardia Vecchia. Dal suo Porto Turistico, commerciale e militare, partono i collegamenti marittimi con Palau, a circa due miglia, che rappresenta il terminale per i collegamenti aerei, ferroviari e stradali.

Arrivo a la Maddalena e dietro al molo l’emergenza rocciosa sulla quale esisteva la Batteria Sant’Agostino

Sbarcati dal traghetto alla Banchina Poste chiamata anche Banchina Primo longobardo, o, un poco più ad ovest, alla Banchina Commerciale chiamata anche Banchina Zonza, si notano subito le caratteristiche della architettura maddalenina, con i larghi viali e i lunghi filari di palme, sui quali si affacciano graziose palazzine settecentesche ed ottocentesche. Da qui si possono visitare le viuzze del centro storico, che ricordano quelle della riviera ligure.

La Maddalena: veduta de la Maddalena La Maddalena-Attracco alla Banchina Poste La Maddalena-Attracco alla Banchina Commerciale La Maddalena: veduta del lungomare La Maddalena-Lungomare La Maddalena: vicoli del centro storico

La Maddalena-Una delle scalinate che portano sull’emergenza rocciosa dove sorgeva il forte detto Batteria Sant’AgostinoTra la banchina Poste e la banchina Commerciale si sviluppa la via Giorgio Amendola, sul retro della quale esisteva la Batteria Sant’Agostino che, come quella di Balbiano, era situata sulla riva del mare, ad est del centro abitato, sulla punta che separa Cala Gavetta da Cala Mangiavolpe. La fortificazione è stata costruita fra il 1790 e il 1792, ma in seguito, essendo i muri che costituivano i bastioni in parte più bassi rispetto alle rocce circostanti, con l’espansione dell’abitato lungo la direttrice che conduce da Cala Gavetta a Cala Mangiavolpe, la fortificazione è stata demolita o inglobata dalle nuove case. È però abbastanza facile riconoscerne l’ubicazione, grazie alle diverse scalinate che portano all’emergenza rocciosa su cui sorgeva la batteria, tra la via Nizza, via Giordano Bruno e via Giorgio Amendola.

La colonna Garibaldi

Dallo sbarco dei traghetti, prendiamo sulla sinistra della stazione marittima la via Amendola, che ci porta nella piazza XXIII Febbraio. In questa piazza vediamo la Colonna Garibaldi eretta il 4 luglio 1907 a ricordo del primo centenario della nascita dell’eroe dei due mondi, con il granito concesso gratuitamente dal proprietario delle Cave di Cala Francese. Nella piazza, oltre alla colonna Garibaldi, si trova la targa che ricorda l’impresa di Domenico Millelire che il 23 febbraio 1793 riuscì a respingere l’attacco della marina francese comandata dal giovane Napoleone Buonaparte.

La Maddalena-La colonna Garibaldi La Maddalena-La colonna Garibaldi: il particolare La Maddalena-La targa che ricorda l’impresa di Domenico Millelire

Il porto di Cala Gavetta

Dalla piazza XXIII Febbraio prendiamo la via Oberdan, e da questa arriviamo al Porto di Cala Gavetta. È il porticciolo del centro urbano con pochi posti barca soprattutto in alta stagione, nel quale si vedono i panfili ormeggiati proprio accanto alle barche di pescatori. Intorno si vedono più antichi palazzi della città risalenti alla fine dell’settecento.

La Maddalena: il porticciolo di Cala Gavetta La Maddalena: il porticciolo di Cala Gavetta La Maddalena: il porticciolo di Cala Gavetta

I resti della fortezza detta Batteria Balbiano

La Maddalena-La Batteria BalbianoProseguendo lungo la via Fabio Filzi, che costeggia sul lato occidentale la Cala Gavetta, raggiungiamo i resti della fortificazione militare denominata Batteria Balbiano, la quale ha preso il nome dal vicere di Sardegna, Vincenzo Balbiano, in carica dal 1790 al 1794. La fortificazione è stata costruita fra il 1790 e il 1792, poco prima dell’azione effettuata contro i Francesi nelle cui file militava il giovane luogotenente Napoleone Bonaparte, ed è stata una delle prime costruite nell’arcipelago da parte dei Piemontesi. La Maddalena-La Batteria BalbianoSi trova a un centinaio di metri dal porto, in posizione tale da poter controllare il canale fra l’isola la Maddalena e l’isola Santo Stefano. L’accesso alla fortezza avveniva per mezzo di una scala a gradoni che portava al grande piazzale cinto da parapetto, occupato, lungo il lato nord, dal quartiere e corpo di guardia e dalla polveriera. Le cannoniere per le bocche da fuoco si aprivano sul fronte a sud ed a sud est, terminante ai due angoli opposti con basse torrette che ospitavano i cannoni. Ancora oggi e ben visibile l’impianto originario, anche se tutto il fronte a mare e stato sfruttato per la costruzione di vani di abitazione, per cui il piazzale è ridotto ad un piccolo cortile interno. della Batteria oggi sono rimaste soltanto le mura perimetrali, mentre tutto il resto è andato perduto o è stato trasformato nel tempo.

Il mercato Civico ed il palazzo che ospita il Municipio de la Maddalena

La Maddalena: il palazzo del comune e alla sua destra il mercato CivicoRipresa indietro la via Oberdan, che dopo due traverse questa incrocia la via XX Settembre, una tra le strade più frequentate del centro storico, che ci porta nel centro del paese, in Piazza Garibaldi, detta anche la Piazza Rossa per il colore della vecchia pavimentazione, sulla quale si affaccia lo storico Mercato Civico de la Maddalena. alla sinistra del mercato Civico, al civico numero 13 di piazza Garibaldi si trova il Palazzo Comunale che ospita il Municipio de la Maddalena, costruito tra il 1903 ed 1906 nello spazio che allora era chiamato piazza degli Olmi. Nell’atrio del palazzo Comunale una lapide ricorda la lettera di Giuseppe Garibaldi scritta il 23 novembre 1849 al sindaco di la Maddalena, Nicolao Susini. Inoltre, all’interno è custodita una delle bombe napoleoniche che colpirono la città nel 1793, oltre alla bandiera di Domenico Millelire, e molti ricordi della vita di Giuseppe Garibaldi.

La chiesa parrocchiale di Santa Maria Maddalena

La Maddalena: chiesa parrocchiale di Santa Maria MaddalenaTornati indietro lungo la via XX Settembre, dopo una cinquantina di metri prendiamo a destra la via Italia che, in circa trenta metri, ci porta in piazza Santa Maria Maddalena, dove si affaccia la chiesa di Santa Maria Maddalena che è la chiesa parrocchiale della città. La prima chiesa dell’isola era sorta nel 1768 in località Collo Piano, oggi chiamata zona Trinità, a nord di dove oggi si trova il Cimitero, ed era dedicata a Santa Maria Maddalena, diventando parrocchia lo stesso anno della sua edificazione. Successivamente, in seguito al graduale spostamento della popolazione dall’interno dell’isola verso sud, nella zona di Cala Gavetta, si rende necessaria dopo il 1780 la costruzione di una nuova chiesa, su progetto dell’ingegnere militare piemontese Marciot, ed insieme alle maestranze locali vi lavorarono i militari della guarnigione Sabauda, presenti nell’isola. La chiesa di Cala Gavetta diviene la chiesa parrocchiale della città de la Maddalena, e viene intitolata alla Maddalena, mentre la chiesa di Collo Piano viene dedicata alla Santissima Trinità. La nuova parrocchiale diviene presto insufficiente per tutta la popolazione, in rapida crescita, ed una chiesa più grande, sopra quella del Marciot, viene eretta tra il 1814 e il 1819 grazie all’interessamento del barone Giorgio Andrea Des Geneys. Nel 1952 la chiesa viene rimaneggiata e ampliata, la navata allungata con l’aggiunta di una campata, e viene demolita l’originaria facciata neoclassica, rimpiazzata da un prospetto in stile mediterraneo su progetto dell’architetto Antonio Simon Mossa. Nel 1993 si è proceduto alla demolizione della facciata del Mossa, sostituita dall’attuale facciata, costruita sul modello di quella originaria.

La Maddalena: chiesa parrocchiale di Santa Maria Maddalena: il portale al centro della facciata La Maddalena: chiesa parrocchiale di Santa Maria Maddalena: la meridiana al centro della facciata La Maddalena: chiesa parrocchiale di Santa Maria Maddalena: il campanile

Oggi la chiesa ha una facciata suddivisa in due ordini sovrapposti, separati da una fascia con una cornice superiore a forte sbalzo. Entrambi gli ordini sono scanditi da lesene che correggono la trabeazione. Verticalmente è composta da tre sezioni, con quella centrale sporgente e di dimensioni notevolmente maggiori rispetto alle laterali. Anteriormente è presente una gradinata aperta sui tre lati. L’accesso alla chiesa è dato dal grande portale centrale, inquadrato da due lesene e sormontato da fascia e arco dentellato entro il quale, al centro della lunetta, è murata la lapide in ricordo della ricostruzione della chiesa. Le due nicchie laterali ospitano due evangelisti. Il registro superiore ha al centro la meridiana, ossia l’orologio, due evangelisti nelle rispettive nicchie e due volute nelle paraste esterne. In alto termina con una cornice, identica nelle forme e nella sporgenza a quella mediana. è presente la croce apicale. Nel lato sinistro, a filo del perimetro esterno e in prossimità dell’arco del presbiterio, si innalza il campanile.

La Maddalena: chiesa parrocchiale di Santa Maria Maddalena: interno La Maddalena: chiesa parrocchiale di Santa Maria Maddalena: altare centrale La Maddalena: chiesa parrocchiale di Santa Maria Maddalena: altare della Maddalena La Maddalena: chiesa parrocchiale di Santa Maria Maddalena: altare di San Giorgio width= La Maddalena: chiesa parrocchiale di Santa Maria Maddalena: il portale di ingresso

L’interno della chiesa ha pianta rettangolare, mononavata, con cinque cappelle per lato, intercomunicanti e tutte voltate a botte. L’area del presbiterio, segnata da due grandi colonne nei lati, è separata dall’aula da una balaustra in marmo. Il piano è rialzato e vi si accede mediante quattro gradini. Al centro vi è il grande altare in marmo, con tabernacolo in bronzo e Crocefisso appeso al soffitto. La parete di fondo è absidata, decorata con lesene, fregi e trabeazione che inquadrano la nicchia con la statua della titolare della chiesa, osia di Santa Maria Maddalena. Le pareti laterali del primo ordine terminano con una fascia superiore, decorata con cornici e dentelli, che si unisce ai capitelli delle lesene, nei pilastri posti tra le cappelle. Sopra di queste, un ballatoio con ringhiera corre lungo tutte le pareti della chiesa. La volta dell’aula è a botte, con finestre quadrangolari poste in corrispondenza delle cappelle e nel catino absidale.

Presso questa chiesa il 22 luglio si svolge la Festa patronale di Santa Maria Maddalena, con processione sulle barche da Cala Gavetta al pontile dell’Ammiragliato, esposizione di prodotti artigianali, degustazione di prodotti tipici, concerti musicali e fuochi d’artificio.

La Maddalena-Festa di Santa Maria Maddalena: locandina La Maddalena-Festa di Santa Maria Maddalena: processione per le vie del paese La Maddalena-Festa di Santa Maria Maddalena: processione a mare

Il Museo Diocesano d’Arte Sacra

La Maddalena-Museo Diocesano d’Arte Sacra: i candelabri donati dall’ammiraglio NelsonIn sagrestia la parrocchiale ospita il Museo Diocesano d’Arte Sacra che fa parte del Museo della diocesi di Tempio-Ampurias, il quale è dislocato sul territorio in diverse sedi, ossia a Calangianus, Castelsardo, la Maddalena, Martis, Nulvi e Perfugas. Il Museo ospita l’esposizione del cosiddetto Tesoro di Santa Maria Maddalena, ossia di ex-voto offerti dai devoti alla Santa Patrona, e del quale fanno parte gioielli di produzione gallurese del sedicesimo-diciottesimo secolo, oltre a statue, dipinti, arazzi, antichi libri, tabernacoli, paramenti sacri e dotazioni d’altare. Conserva, inoltre, il regalo dell’ammiraglio Horatio Nelson alla città durante la sua sosta nelle acque sarde prima di partire per Trafalgar, costituito da due candelabri, un crocefisso d’argento ed una lettera autografa.

I resti del Forte Sant’Andrea

La Maddalena-Forte di Sant’AndreaPresa alla destra della chiesa la strada che la fiancheggia, che è la via Ilva, la seguiamo per cento metri, poi prendiamo sulla destra la via Maggiore leggero, dopo centocinquanta metri a destra la via Balilla, che, in una cinquantina di metri, ci porta a vedere sulla destra della strada i resti del Forte Sant’Andrea sorto su uno sperone di granito ed utilizzato fino a qualche tempo fa come prigione. Il forte Sant’Andrea, uno dei primi costruiti nell’arcipelago da parte dei Piemontesi, nasce tra il 1787 e il 1790, periodo durante il quale è vicerè della Sardegna Thaon di Sant’Andrea, e si trova in posizione dominante alle spalle dell’abitato, per difendere il canale antistante l’isola la Maddalena e l’isola Santo Stefano.

Il Campo Sportivo Comunale intestato a Pietro Secci e la Palestra Comunale di via Ariosto

Ripresa indietro via Balilla, riprendiamo via Maggiore leggero, ritorniamo indietro di una diecina di metri e prendiamo a destra, poi ancora a destra la via Monterotondo, che continua sulla via Zampiano. Questra strada sbocca sul largo Quasimodo, poi prendiamo a sinistra la via Quasimodo, che, dopo aver incrociato la via Cairoli, continua sulla via Giosuè Carducci, che poi diventa la via Ludovico Ariosto e ci porta al Campo Sportivo Comunale intestato a Pietro Secci, che è stato per lungo periodo presidente della società Polisportiva Ilva. Adiacente allo storico palazzo scolastico del 1910, è un campo da Calcio completamente ristrutturato nel 2004, con fondo attualmente in erba artificiale. Le tribune lato nord, adiacenti alla struttura scolastica, sono coperte e hanno una capienza di circa mille posti. Nel lato ovest della struttura è presente una tribuna, chiamata Innocenti per la struttura che la compone, con una capienza di circa 300 posti.

La Maddalena-Campo Sportivo Comunale Pietro Secci: ingresso La Maddalena-Campo Sportivo Comunale Pietro Secci: il campo da gioco

Il campo da Calcio Pietro Secci oggi ospita le gare casalinghe della società Associazione Sportiva Dilettantistica Ilvamaddalena 1903, nata nel 1994 dalla fusione della polisportiva Ilva, nata appunto nel 1903 che è con la Torres La società di calcio più antica della Sardegna, con la polisportiva Maddalena, che era l’altra società dell’isola.

Accanto al campo da Calcio Pietro Secci, in questo centro sportivo è presente anche la Palestra Comunale di via Ludovico Ariosto, dotata di tribune in grado di ospitare un centinaio di spettatori, nella quale è possibile praticare come discipline soprattutto la pallavolo.

La Maddalena-Palestra Comunale: esterno La Maddalena-Palestra Comunale: interno

Il Cimitero de la Maddalena nel quale si trova la tomba di Gian Maria Volontè

La Maddalena-Cimitero ComunaleLa Maddalena-Cimitero Comunale: le tombe dei re di TavolaraArrivati al Campo Sportivo Comunale Pietro Secci, da qui torniamo indietro lungo la via Giosuè Carducci, e prendiamo, dopo poche decine di metri, verso sinistra, ossia verso nord, la via Cairoli, che seguiamo per poco più di duecento metri, fino a che sbocca su via della Trinità, la quale ci porta nella parte alta della città. Percorsa la via della Trinità per un chilometro e quattrocento metri, troviamo, alla destra della strada, l’ingresso del Cimitero Comunale di la Maddalena, nel quale riposa tra gli altri anche Polo I Bertoleoni, re dell’Isola di Tavolara, con i suoi successori, dei quali abbiamo raccontato la storia quando abbiamo descritto l’isola Tavolara. Nel Cimitero Comunale riposta anche il grande attore Gian Maria Volontè, nato a Milano nel 1933 e morto a Florina, in Grecia, nel 1994, che amava navigare solitario tra le isole e nel vento impetuoso dell’Arcipelago.

Gian Maria VolonteInterprete versatile e incisivo, Gian Maria Volonté è spesso annoverato fra i migliori attori della storia del cinema non solo italiano, venendo ricordato per il mimetismo, la presenza magnetica e la recitazione matura. Il regista Francesco Rosi disse di lui che «rubava l’anima ai suoi personaggi». Nel 1974, quando l’attore frequentò per la prima volta il corso al Centro Velico, vide per la prima volta l’isola Caprera. L’artista dopo due anni superò la selezione per diventare istruttore, impegno nato da una passione che alternava agli impegni sui set cinematografici. Amava molto la Gallura tanto da avere una barca di nome Arzachena, e recarsi spesso nell’Arcipelago. Egli frequentò Caprera e l’Arcipelago fino al 1980, poi per via della sua salute dovette interrompere la sua passione, ma mantenne i contatti con la comunità e con il luogo. Gian Maria VolonteProprio per questo profondo amore per questo piccolo paradiso terreno, poco prima della sua scomparsa nel 1994, il grande attore espresse il desiderio di farsi seppellire nel piccolo Cimitero maddalenino, lasciando un documento olografo in cui esprimeva un desiderio: «Le ceneri del mio corpo al mare, tra Pecora e Caprera», ossia tra l’isola della Pecora che si trova circa duecento chilometri di distanza e l’isola Caprera. Sulla sua pietra tombale in granito a forma di vela è scritta una frase del poeta francese Paul Valery: «Le vent se leve, il faut tenter de vivre», ossia: «Si alza il vento, bisogna tentare di vivere».

I monumenti di piazza Umberto I detta anche piazza Comando

Per visitare l’isola prendiamo, all’uscita dal porto a destra, la via Amendola, che ci porta verso la piazza Umberto I, invece che a sinistra come abbiamo fatto per arrivare a Cala Gavetta. Al centro della rotatoria della Piazza Umberto I, detta anche Piazza Comando, si trova il Monumento ai Marinai caduti costituito da un’enorme ancora, e di fronte ad esso è presente l’elegante palazzo dell’Ammiragliato della Marina Militare, un fabbricato su tre piani realizzato nel 1893.

La Maddalena-La piazza Umberto I detta anche piazza Comando La Maddalena-La piazza Umberto I detta anche piazza Comando: monumento ai Marinai caduti

Nella piazza si trova anche, all’interno dell’aiuola centrale, il Monumento ad Anita Garibaldi con un busto di Anita eretto nel 1934 nel posto denominato Palco della Musica per volontà di donna Costanza, vedova di Ricciotti Garibaldi, figlio di Giuseppe e di Anita. Nel 2004 in questa piazza è stato eretto anche un Monumento ai Caduti di Nassiriya.

La Maddalena-La piazza Umberto I detta anche piazza Comando: monumento ad Anita Garibaldi La Maddalena-La piazza Umberto I detta anche piazza Comando: Monumento ai Caduti di Nassiriya

La chiesa dedicata al Santo Bambino Gesù di Praga

Al termine della via Amendola, dove questa termina sulla rotonda della piazza Umberto I, proseguiamo quasi dritti lungo la via Principe Amedeo, che seguiamo per trecentocinquanta metri, poi svoltiamo a sinistra in via Emilio Morosini, dopo circa quarante metri svoltiamo a sinistra in via Daniele Manin, e dopo una ventina di metri, prendiamo a destra la via Emilio Morosini. La seguiamo per un’ottantina di metri, finche troviamo sulla sinistra la via Montanare.

La Maddalena: chiesa dedicata al Santo Bambino Gesù di Pragaalla sinistra della prosecuzione della via Emilio Morosini, subito dopo la via Montanare, dietro le abitazioni che si affacciano su queste due strade, si trova sulla collina del rione di Due Strade, popoloso e povero quartiere periferico, la chiesa dedicata al Santo Bambino di Praga. Dopo il 1920 si era propagata anche nell’Arcipelago la devozione per la piccola statua di Gesù Bambino, che affonda le proprie radici nella vittoria dei cattolici sui protestanti, nel 1670, ed alla loro riconquista della città di Praga. In ricordo di questa vittoria era stata costruita a Praga una chiesa, alla quale era stata donata una piccola statua di Gesù Bambino, ritenuta in breve tempo, per le molte grazie che dispensava, miracolosa. I lavori per edificare questa chiesa iniziano nel 1932, grazie al contributo della popolazione e della Marina militare, e terminano nel 1933, quando il simulacro del Santo Bambino, portato in processione dalla chiesa parrocchiale di Santa Maria Maddalena, viene collocato nell’abside, dietro l’altare maggiore. Per molti anni la chiesa, che dominava la collina del quartiere, con un’ariosa gradinata, poi distrutta, che consentiva l’accesso alla piazzetta antistante, per molti anni è stata anche la chiesa della Marina, ai cui cappellani il Vescovo aveva concesso nel 1935 di compiere le funzioni sacre. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, la Marina Militare abbandona progressivamente la chiesa, che diviene sempre più luogo di culto dei cittadini del rione, che ne curano la manutenzione e le migliorie. fra gli anni Cinquanta e Sessanta l’altare conciliare sostituisce quello a muro in graniglia, gli affreschi dell’abside sono del 1936 del pittore militare Armocita, al centro due angeli affiancano il simulacro del Santo Bambino di Praga, posto in una nicchia, a sinistra la Madonna del Mare e a destra Santa Barbara, patrona della Marina Militare.

La Maddalena: chiesa dedicata al Santo Bambino Gesù di Praga: facciata La Maddalena: chiesa dedicata al Santo Bambino Gesù di Praga: interno La Maddalena: chiesa dedicata al Santo Bambino Gesù di Praga: la statua del Bambino Gesù

L’edificio ha il prospetto principale rivolto a sud. Le pareti esterne, così come le interne, sono segnate da tre pilastri che suddividono gli spazi in quattro campate con la parte terminale esterna decorata dal motivo ad archetti, presente anche in facciata. Nella terza campata destra si trova l’ingresso secondario all’aula. Nel lato sinistro si innalza la torre campanaria con accesso esterno nella parete a sud. L’interno della chiesa ha pianta rettangolare, mononavata, con presbiterio rialzato e contenuto nella grande abside, interamente decorata, che chiude l’aula nel settore nord. Nelle pareti laterali, in alto, vi sono tre alte bifore per lato che garantiscono un’ottima illuminazione naturale all’aula. La volta dell’aula è a doppio spiovente, realizzata con travi e capriate collocate in corrispondenza dei pilastri laterali.

La terza domenica di maggio, presso questa chiesa, si celebra la Festa del Santo Bambino Gesù di Praga, con un triduo che si conclude con la processione e con la messa solenne.

Il Circolo Ufficiali della Marina Militare

La Maddalena: ingresso del Circolo Ufficiali della Marina MilitareDalla rotonda di piazza Umberto I, prendiamo verso destra la via Ammiraglio Mirabello. Le truppe sardo piemontesi, che nel 1767 hanno occupato l’arcipelago di la Maddalena, avevano al seguito un cappellano militare, e, da allora, la presenza di cappellani, al seguito della truppa o delle navi, è stata pressoche costante. Nelle numerose caserme e fortificazioni, costruite a cavallo fra l’ottocento ed il novecento e fra le due guerre mondiali, spesso un locale veniva destinato a cappella. Ad esempio, percorsi centotrenta metri sulla via Ammiraglio Mirabello, si trova sulla destra l’ingresso del Circolo Ufficiali della Marina Militare, all’interno del quale si trovava quella che era stata la Cappella dell’Arsenale della Marina Militare, la quale, però, è stata dismessa e chiusa alcuni anni fa.

Il Circolo Sottufficiali della Marina Militare e la chiesa della Madonna della Medaglia Miracolosa

La Maddalena: ingresso del Circolo Sottufficiali della Marina MilitareProseguendo per un centinaio di metri, sulla sinistra, si trova l’ingresso del Circolo Sottufficiali della Marina Militare. All’interno del complesso di edifici che ospitano il Circolo Sottufficiali è presente la chiesa della Madonna della Medaglia Miracolosa, che è il risultato di un ampliamento e del restauro della vecchia Cappella dell’Ospedale della Marina Militare, costruito alla fine dell’ottocento, il cui ingresso si trova una diecina di metri prima dell’ingresso del Circolo Sottufficiali. La chiesa è stata realizzata nel dopoguerra, ed è stata dedicata a questa Madonna per riconoscenza verso le suore Vincenziane, ossia alle Fglie della Carità di San Vincenzo De’Paoli, che fin dal 1896 hanno prestato la propria opera nell’Ospedale della Marina Militare. alla chiesa militare fanno riferimento i militari di carriera, i loro familiari, i militari di leva, nonche i dipendenti civili della Difesa.

La Maddalena: ingresso del cortile nel quale si trova la chiesa della Madonna della Medaglia Miracolosa La Maddalena: ingresso del cortile nel quale si trova la chiesa della Madonna della Medaglia Miracolosa La Maddalena: chiesa della Madonna della Medaglia Miracolosa: esterno La Maddalena: chiesa della Madonna della Medaglia Miracolosa: interno

Il Teatro della Marina Militare

La Maddalena-Teatro della Marina MilitarePercorsi quattrocentocinquanta metri lungo la via Ammiraglio Mirabello, che fiancheggia tutta la costa che si affaccia alla sua destra, si arriva a una deviazione sulla sinistra, dalla quale parte la via Aldo Moro. Tra la via Aldo Moro e la prosecuzione della via Ammiraglio Mirabello, si trova il Teatro delle Marina Militare. Si tratta di un complesso teatrale nel quale si svolgono diversi eventi, e di fronte al quale si affaccia all’altro lato della via Ammiraglio Mirabello, ossia alla destra, l’ampia insanatura chiamata Cala chiesa.

Il Forte Carlo Felice

La Maddalena-Forte Carlo FelicePresa sulla sinistra la strada che costeggia il Teatro, la seguiamo per circa centocinquanta metri, poi svoltiamo a destra, e, dopo un’ottantina di metri, a sinistra. Seguiamo la strada per poco meno di cinquecento metri, ed arriviamo di fronte al Forte Carlo Felice che ha preso il nome da Carlo Felice, duca di Genova, che per mandato di Carlo Emanuele IV e Vittorio Emanuele I, resse il governo della Sardegna dal 1800 al 1806. Viene progettato, insieme a quello di San Giorgio nell’isola Santo Stefano, dall’allora Comandante della Marina sardo piemontese di stanza a la Maddalena, l’ammiraglio Giorgio Andrea Des Geneys. Il suo compito era quello di difendere la rada di Porto Camicia, il passaggio della Moneta e battere tutta la zona dalla parte di nord est, dove si pensava potessero più facilmente avvenire sbarchi nemici.

L’accesso all’Isola chiesa

La Maddalena-L’Isola chiesaL’imboccatura della Cala chiesa è quasi completamente ostruita dall’isolotto denominato Isola chiesa, con una superficie di appena 10 ettari, alla quale si accede dalla via Ammiraglio Mirabello, trecento metri più avanti del Teatro, attraverso il ponte dell’Isola chiesa che si sviluppa alla destra della strada. L’isola è interamente destinata a scopi militari e di residenza ricreativa, secondo quanto scritto nel fascicolo del Demanio Militare, dato che attualmente sull’isola sono presenti alloggi organismi di protezione sociale, e fabbricati adibiti a bagnetti per ufficiali e sottufficiali. Con il termine alloggi organismi di protezione sociale, nel gergo militare, si fa riferimento a fabbricati utilizzati da alte cariche militari e istituzionali per fini di natura essenzialmente ricreativa, mentre con quell’di bagnetti si fa riferimento a piccoli fabbricati ad uso balneare.

Gli edifici dell’ex Arsenale Militare Marittimo ed i lavori di riqualificazione del 2008 in vista del vertice G8

La Maddalena-L’ex Arsenale Militare MarittimoProseguendo lungo la via Ammiraglio Mirabello, la strada si porta verso il quartiere Moneta. La strada prosegue lasciando sulla sinistra gli edifici dell’ex Arsenale Militare Marittimo. L’Arsenale è stato costruito nel 1895 per i lavori di mantenimento delle strutture militari che sorgevano nell’Arcipelago dopo la creazione della Base Navale. Ospita, su un’area di 150mila metri quadri a mare e 160mila a terra, edifici per 30mila metri quadri sono hangar ormai deserti, banchine per oltre 1500 metri con fondali sino a 12 metri di pescaggio, scivoli. alla fine dell’ottocento vi vengono trasferiti circa duecento condannati ai lavori forzati, che alloggiano nelle caserme in una località che ancora oggi viene chiamata La Disciplina a ricordo della colonia penale e dove in seguito verrà eretta la caserma Faravelli. La costruzione inizia nel 1891 e l’Arsenale viene completato nel 1896. Nel 1910 i forzati vengono allontanati e sostituiti da operai civili. Agli inizi degli anni settanta impiega 680 unità, poi dopo il 1980, con la chiusura della Scuola Allievi Operai, il numero inizia a diminuire. Nel 1992 il governo definisce un nuovo modello di difesa, che prevede l’abbandono delle strutture non necessarie, e non ritenendo più utile un deterrente verso la Francia viene decisa la sua dismissione. Nel 1985 l’arsenale contava quasi 600 dipendenti, che oggi sono circa 180.

La Maddalena-L’ex Arsenale Militare Marittimo: ristrutturazione per il vertice dei G8Nel luglio 2008 sono iniziati i lavori di ristrutturazione e riqualificazione in vista del Vertice del G8 che si sarebbe dovuto tenere dall’8 al 10 luglio 2009 a la Maddalena. Nell’ex Arsenale Militare Marittimo, con 16 milioni di euro, avrebbero dovuto essere realizzate la Sala Conferenze ed il Media Center, dove sarebbero stati ospitati oltre 3000 giornalisti. Nell’area avrebbe dovuto sorgere anche un Hotel a cinque stelle ed un polo nautico. E avrebbero dovuto essere avviate anche opere infrastrutturali, come l’allungamento della pista dell’Aeroporto di Olbia e l’ampliamento a quattro corsie della strada di collegamento di Olbia con Sassari. I lavori, iniziati dalla giunta Soru, sono stati sospesi dopo che il governo Berlusconi ha deciso lo spostamento del vertice da la Maddalena a l’Aquila. Una occasione perduta, per il rilancio dell’economia dell’Isola che tanto ne avrebbe avuto bisogno!

Visita dei dintorni della città di la Maddalena

Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di la Maddalena non sono stati portati alla luce resti archeologici particolarmente significatvi. Vediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Passato l’Arsenale, la via Ammiraglio Mirabello ci porta della frazione Moneta, passata la quale più avanti prenderemo la Strada panoramica di Spalmatore, lunga una ventina di chilometri, che permette di fare il giro di tutta l’isola in senso antiorario e di visitarne tutte le coste e le spiagge.

Entriamo nella frazione Moneta

Passati gli edifici dell’ex Arsenale Militare Marittimo, la via Ammiraglio Mirabello ci porta all’interno della frazione Moneta (altezza imprecisata, distanza 1.86 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti).

Nella frazione Moneta visitiamo il porticciolo turistico di Cala Camiciotto

La Maddalena: il porticciolo di Cala CamiciottoAppena entrati nella frazione, sulla destra della via Ammiraglio Mirabello passiamo il Porticciolo di Cala Camiciotto che, per la sua posizione centrale, è facile raggiungere sia le isole a nord ed a est dell’arcipelago, sia l’isola Caprera che si trova di fronte a meno di un miglio. Per la sua posizione, il porto è ottimamente protetto dai venti predominati di ponente e maestrale ed inoltre non è disturbato dal moto ondoso creato dai traghetti di linea che collegano l’isola a Palau, quindi è il posto ideale per tutti coloro che alloggiano in barca. Il porticciolo turistico è formato da sei pontili galleggianti, dispone di circa 200 posti barca da 5 a 20 metri, i pontili sono dotati di acqua, luce, collegamento internet wifi gratuito in tutto il porto, assistenza all’ormeggio, illuminazione dei pontili.

Passato il porticciolo turistico arriviamo al Centro Sportivo Faravelli

Passato il porticciolo, la via Ammiraglio Mirabello ci porta in piazza Faravelli, alla destra della quale si trova l’ingresso del Centro Sportivo Faravelli, che si trova all’interno di un’area sottoposta a servitù militare, e che una volta era culla ed epicentro dello sport militare, targato Marina Militare della Sardegna, ed anche dello sport giovanile e scolastico maddalenino. Un luogo vivo, spensierato, pieno di bella gioventù e soprattutto di gioia e felicità. Un luogo dove militari, giovani e meno giovani, si mescolavano con la gioventù isolana in un connubio di spensieratezza e gaia partecipazione sportiva. All’interno del Centro Sportivo è presente lo Stadio la Maddalena, che comprende un Campo da Calcio, ed intorno al campo da Calcio una Pista di Atletica leggera, nella quale è possibile praticare diverse discipline. All’altro lato della piazza Faravelli, alla sinistra di fronte al campo da Calcio, è presente un Campo da Calcetto, con fondo in erba sintetica, che non è dotato di tribune, e nel quale è possibile praticare come discipline il calcetto, ossia il calcio a cinque. Accanto al campo da Calcetto, sono presenti anche un Campo da Basket ed un Campo da Tennis.

La Maddalena-Centro Sportivo Faravelli: ingresso La Maddalena-Centro Sportivo Faravelli: il campo da Calcio alla destra della strada La Maddalena-Centro Sportivo Faravelli: i campi sportivi alla sinistra della strada

Durante i lavori del mancato G8, gli impianti sportivi erano stati usati come deposito materiali e macerie ma una volta terminati i lavori sono stati ripristinati, addirittura migliorati, ma purtroppo ancora oggi inutilizzati, tant’è che si notano le conseguenze del mancato uso e soprattutto della mancata manutenzione.

La chiesa parrocchiale dedicata all’Agonia di Nostro Signore Gesù Cristo

La Maddalena-Moneta: chiesa dedicata all’Agonia di Nostro Signore Gesù CristoDalla via Ammiraglio Mirabello, passata la piazza Faravelli, prendiamo verso nord la via Nazario Sauro e, dopo trecentro metri, svoltiamo a destra in via Amerigo Vespucci, percorsi circa duecento metri, alla rotonda, prendiamo la quarta uscita ossia la via Benvenuto Cellini che si dirige verso est. Percorsi trecentocinquanta metri lungo la via Benvenuto Cellini, svoltiamo a sinistra la via Silvio Pellico, che, in trecentocinquanta metri, ci porta a vedere alla sinistra della strada, al civico numero 22, la chiesa dedicata all’Agonia di Nostro Signore Gesù Cristo, che è la seconda chiesa parrocchiale di la Maddalena. La parrochiale è stata realizzata per le esigenze degli abitanti del Villaggio Piras, dei quartieri Barbò, Murticciola, Carone, Moneta, l’Isuleddu e tutta l’isola Caprera. La costruzione della prima piccola chiesa risale al 1908, ed è stata poi ripresa poi negli anni venti del Novecento secondo lo stile tipico del pontificato di Pio XI, e più tardi nel corso degli anni ottanta. Oggi è completamente trasformata ed usata prevalentemente come Cappella dell’Istituto per anziani Oasi Serena. La facciata a capanna è divisa in tre sezioni con due ingressi ed un oculo centrale con cornice in granito a vista. Al centro si aprono tre ampie finestre con archi a tutto sesto in granito mentre nella porzione superiore è presente una trifora in alto sotto gli spioventi. L’interno ha struttura longitudinale ad aula unica. Nella parete sinistra alte finestre garantiscono una sufficiente illuminazione naturale alla chiesa. L’altare conciliare, al centro del presbiterio, è stato realizzato negli anni ottanta, ed è formato da un monoblocco di granito alla base e mensa in granito. Nella parete di fondo del presbiterio, la nicchia centrale è decorata con la scena policroma di Gesù nel Getsemani, realizzata a mosaico.

La Maddalena-Moneta: facciata della chiesa dedicata all’Agonia di Nostro Signore Gesù Cristo La Maddalena-Moneta: facciata della chiesa dedicata all’Agonia di Nostro Signore Gesù Cristo La Maddalena-Moneta: interno della chiesa dedicata all’Agonia di Nostro Signore Gesù Cristo

La Maddalena-Festa della Natività di Maria Vergine nel quartiere MonetaPresso questa chiesa non si svolgono celebrazioni in ricordo dell’Agonia di Gesù Cristo, ma invece il 7 e l’8 settembre si celebra la Festa della Natività di Maria Vergine. Il 7 settembre, si celebra la giornata del Malato e dell’Anziano, con la Santa Messa a fine pomeriggio, ed in serata il ballo liscio. In seguito, l’8 settembre è il giorno della festa della Natività della Beata Vergine Maria, per la quale la messa si celebra solitamente alla presenza del Vescovo di Tempio, poi la processione con il simulacro di Maria Bambina per le vie di Moneta, seguita dalla cena in piazza, ed infine lo spettacolo musicale e l’estrazione dei biglietti della lotteria di Santa Maria Maddalena. Spesso si tiene anche uno spettacolo pirotecnico.

Il passo della Moneta con il ponte diga panoramico per raggiungere l’isola Caprera

Caprera: il ponte diga panoramico da la Maddalena a CapreraCaprera: veduta dell’isola CapreraDalla via Ammiraglio Mirabello, passata la piazza Faravelli, prendiamo verso nord la via Nazario Sauro e, dopo trecentro metri, svoltiamo a destra in via Amerigo Vespucci, percorsi circa duecento metri, alla rotonda, prendiamo la terza uscita ossia la via Giotto che si dirige verso ovest. La via Giotto diventa poi la via Michelangelo e con questa, dopo poco più di cinquecento metri, arriviamo a una rotonda, dove prendiamo la sua continuazione che è la via Benvenuto Cellini, la quale poi curva a destra e si dirige verso sud e, in altri cinquecento metri, ci porta al Passo della Moneta, dal quale parte il Ponte diga panoramico che collega l’isola la Maddalena con l’isola Caprera, e premette di raggiungere quest’ultima. La descrizione dell’isola Caprera si trova nella prossima pagina del nostro viaggio.

La Cittadella Sportiva Moneta

A Moneta, nel punto conosciuto come il Delfino, un terreno spianato più di venti anni fa dagli americani che cercavano uno spazio per giocare a baseball’o a football, è in corso di costruzione la Cittadella Sportiva Moneta, nella quale è presente il nuovo stadio, nato dalle ceneri del vecchio campo in terra battuta, dove si giocava pure a calcio, visto che gli americani, nel realizzare l’opera, non dimenticarono che a la Maddalena si gioca soprattutto a calcio e vi hanno innalzato le porte. Per raggiungerla, da dove la via Michelangelo è arrivata alla rotonda prima di prendere la via Benvenuto Cellini, svoltiamo a sinistra seguendo le indicazioni e prendiamo la strada panoramica di Spalmatore. La seguiamo per quattrocento metri, poi prendiamo a destra la strada che porta in località Giardinelli e che, in un centinaio di metri, ci porta a vedere, alla destra, il Campo da Calcio intitolato alla leggenda dell’Ilva Salvatore Zichina, grande giocatore, in seguito a lungo allenatore e dal 1959 fondatore e animatore del settore giovanile, il cui successo consentì di autoalimentare squadre di alto livello per diversi decenni. Il campo da gioco ha fondo in erba naturale, ed è dotato di tribune in grado di ospitare oltre fino a 2000 spettatori, accessibili attraverso scale disposte in modo da garantire la sicurezza e l’ordinato deflusso degli spettatori.

La Maddalena-Cittadella Sportiva del quartiere Moneta: ingresso La Maddalena-Cittadella Sportiva del quartiere Moneta: il campo da Calcio Salvatore Zichina La Maddalena-Cittadella Sportiva del quartiere Moneta: i campi da Tennis

Nella Cittadella Sportiva verrà realizzato anche un Campo da Allenamento, con fondo in erba sintetica, che non sarà però dotato di tribune per gli spettatori, ed altre strutture sportive. alla destra della Strada panoramica, prima della deviazione verso la località Giardinelli, sono, inoltre, presenti due Campi da Tennis.

L’isola Giardinelli con le sue spiagge

La Maddalena-L’isola GiardinelliDalla strada panoramica di Spalmatore, presa a destra la strada che porta in località Giardinelli, in ottocentocinquanta metri arriviamo alla deviazione che ci fa raggiungere l’Isola Giardinelli, la quale ha una superficie di 80 ettari. Non si tratta di una vera isola, ma una penisola, collegata a la Maddalena da un breve istmo. Entrati nella Marina dei Giardinelli, sulla destra si trovano piccoli pontili per piccole e medie imbarcazioni, in prevalenza con motori fuoribordo. Altri posti di attracco di trovano più avanti, nell’insenatura di Cala Peticchia. Appena arrivati sull’isola, dopo circa duecento metri si trova un incrocio sulla destra, dove si svolta sulla destra seguendo le indicazioni per Testa del Polpo. Proseguiamo lungo la strada, non proprio in buone condizioni, svoltando sempre a destra nei diversi incroci che incontriamo, fino ad arrivare ad uno spiazzo adibito a parcheggio. Da qui si prende a piedi un piccolissimo sentiero che ci porta, dapprima, alla spiaggia di Giardinelli.

Sul lato orientale dell’isola Giardinelli si trova una piccola strada che conduce alla spiaggia di Giardinelli, con un arenile è di sabbia dorata e grigia chiara, a grana media e soffice. Il mare è di colore azzurro chiaro, particolarmente trasparente come una piscina, e il suo fondale è basso e sabbioso, ed è adatto ai bambini, mentre è invece sconsigliato avventurarsi a nuoto in mare aperto perché al largo sfrecciano numerose imbarcazioni che provengono o si dirigono verso Passo della Moneta. La spiaggia dell’isola Giardinelli è caratterizzata da un’interessante particolarità geologica, essendo inserita in un paesaggio di fitta e rigogliosamente variegata macchia mediterranea, è presenta grandi scogli che assumono le forme più strane e fantasiose erosi dagli agenti atmosferici come quelli della vicina spiaggia Testa del Polpo.

La Maddalena-La spiaggia di Giardinelli La Maddalena-La spiaggia di Giardinelli

Seguendo la costa verso est, percorsi circa duecento metri dopo aver superato un promontorio, arriviamo alla successiva spiaggia, che assume il nome di spiaggia di Testa di Polpo, raggiungibile a piedi dal parcheggio in circa cinque minuti,

La spiaggia Testa di Polpo, in lingua sarda Capocchia du Purpu, deve il suo nome alla forma di una splendida e suggestiva roccia che si trova a ridosso del suo arenile, che la domina, e attira tantissimi visitatori che sono curiosi di vederla. La spiaggia si trova in una cala di ridotte dimensioni, caratterizzata colori chiarissimi e delicati, piuttosto tranquilla e solitaria. Il suo arenile è di sabbia bianchissima e fine, ed è incorniciato dalla Testa e dalla presenza di numerosi altri massi granitici, di colore grigio tenue e chiaro, che sono stati con il tempo erosi dal vento. Il mare che bagna la spiaggia Testa del Polpo è azzurro chiaro, limpido e trasparente, e crea una vera e propria piscina naturale. Molto apprezzata dai turisti, dato che le trasparenze e il colore turchese del mare fanno da cornice a una località incantevole.

Isola Giardinelli: la spiaggia Testa di Polpo Isola Giardinelli: la spiaggia Testa di Polpo Isola Giardinelli: la roccia Testa di Polpo

In questa piccola spiaggia dell’isola Giardinelli, l’Aga Khan Karim si rifugiava, giovanissimo, quando voleva fuggire dalla già allora troppo chiassosa Porto Cervo.

Nelle vicinanze dell’insenatura nella quale si trovano la spiaggia di Giardinelli e la spiaggia Testa di Polpo, sono presenti anche molte altre calette molto belle, che non aspettano altro che di essere visitate.

La frazione Puzzoni con la diga Puzzoni che genera il bacino omonimo

Tornati sulla strada panoramica di Spalmatore, evitiamo la deviazione per l’isola Giardinelli e proseguiamo dritti, dopo un chilometro e cento metri svoltiamo a destra nella via Giuseppe Mary, lungo la quale prendiamo la strada che porta in località Puzzoni che, in circa cinquecento metri, ci porta alla frazione Puzzoni (altezza metri 17, distanza 3.8 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 61), che si affaccia sull’ampio bacino artificiale.

La Maddalena-Puzzoni: la diga e l’invaso PuzzoniUn poco più a nord rispetto all’abitato della frazione Puzzoni si sviluppa il bacino Puzzoni. L’invaso è generato dalla Diga Puzzoni, costruita per sbarrare il fosso Vena lunga ed il fosso Gambino nel territorio del Comune di la Maddalena, su progetto dell’ingegner Domenico Dettori. La diga, costruita a partire dal 1931 ed ultimata nel 1935, è del tipo a gravità ordinaria in muratura a sacco ed è costituita essenzialmente da due sbarramenti contigui non allineati. è alta 23.5 metri ed ha uno sviluppo al coronamento di circa 430 metri. L’opera determina l’invaso denominato Bacino Puzzoni, con capacità totale di invaso di 0.62 milioni di metri cubi di acqua. La diga Puzzoni è tutt'ora in esercizio, pur avendosi nel frattempo provveduto ad alimentare l’abitato di la Maddalena con condotte sottomarine, captando le acque dal bacino del liscia.

Il Museo Archeologico Navale dedicato a Nino lamboglia

La Maddalena-Nino lamboglia sulla nave Daino con cui conduce nel 1958 le prime indagini sul giacimento dell’isola SpargiProseguendo sulla strada panoramica di Spalmatore, evitando la deviazione per la frazione Puzzoni, arriviamo a una rotonda dove svoltiamo a destra immettendoci sulla SP91 e, dopo trecentocinquanta metri, troviamo sulla destra l’ingresso del Museo Archeologico Navale dedicato a Nino lamboglia, storico e archeologo nato a Imperia nel 2002, che nel 1958, con il Centro Sperimentale di Archeologia sottomarina di Albenga, conduce le prime indagini archeologiche su una nave di Spargi individuata un anno prima su una secca a circa diciotto metri di profondità. Il Museo è stato realizzato nel 1958 dall’architetto sassarese Vico Mossa per accogliere il relitto della nave oneraria romana naufragata verso il 120 avanti Cristo nei pressi dell’isola Spargi. La nave trasportava un carico di centinaia di anfore vinarie e di vasi da mensa di produzione campana. I reperti della dotazione di bordo forniscono interessanti dati sull’organizzazione del commercio navale romano. Elemento centrale dell’allestimento è la ricostruzione in scala naturale dello spaccato dello scafo, con 202 anfore, che mostra nei dettagli il sistema di stivaggio.

La Maddalena: ingresso del Museo Archeologico Navale dedicato a Nino lamboglia La Maddalena-Museo Archeologico Navale dedicato a Nino lamboglia: anfore vinarie romane

La piccola frazione Vigna Grande

Ritornati sulla strada panoramica di Spalmatore, che è diventata la SP91, percorsi poco più di altri cento metri, prendiamo a sinistra la strada che, in trecentocinquanta metri, ci porta alla piccola frazione Vigna Grande (altezza metri 27, distanza 3.5 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti), subito ad ovest del bacino artificiale.

La frazione Villaggio Piras

Proseguendo lungo la panoramica di Spalmatore, che è la SP91, dopo circa un chilometro e duecento metri, troviamo una deviazione sulla destra chiamata, appunto, strada del villaggio Piras, che ci porta nella frazione Villaggio Piras (altezza metri 20, distanza 5.1 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 127), una importante località turistica della costa occidentale dell’isola che si compone di diversi alloggi, perlopiù privati, e nei mesi estivi risulta ricca di servizi, tra cui ristoranti, boutiques, negozi di souvernirs e guide turistiche che accompagneranno i visitatori alla scoperta dell’area. Presa, alla destra della strada del villaggio Piras, dopo cinquecento metri, la via Cala Grande, che prosegue sul lungomare Piras, e che ci porta, in meno di duecentocinquanta metri, a vedere sulla sinistra della strada la spiaggia Piras.

La Maddalena-Villaggio Piras: la spiaggia di PirasAll’interno dell’ampio centro abitato del Villaggio Piras si apre sulla costa una piccola insenatura, nella quale si trova la piccola spiaggia del Villaggio Piras. All’interno di una caletta riservata e protetta dalla vegetazione, composta da sabbia bianca e fine e caratterizzata da fondale basso e acqua cristallina, si tratta di una piccola spiaggia con sabbia a grani medi colore chiaro, protetta alle due estremità dalla piccola scogliera in roccia granitica di colore scuro, ricoperta dalla macchia mediterranea. Il mare trasparente si presenta di colore verde smeraldo con sfumature d’azzurro, che si intensificano man mano che ci si allontana dalla costa. Ha un fondale medio basso e prevalentemente sabbioso. Non sono presenti servizi direttamente su questa spiaggia.

La chiesa di Stella Maris nel villaggio Piras

La Maddalena-Villaggio Piras: la chiesa di Stella MarisArrivati sulla strada panoramica che ci ha portato al villaggio Piras, cento metri prima della strada del villaggio Piras, prendiamo, sempre verso destra, il viale Giuseppe Branca, che porta nella zona sud del villaggio Piras. Lo seguiamo per quasi cinquecento metri, poi prendiamo a sinistra la strada, in cento metri prendiamo a sinistra e, dopo una sessantina di metri, di nuovo a sinistra, la strada che ci porta alla chiesa di Stella Maris nel villaggio Piras. Costruita su una collina, questa piccola chiesa rappresenta e ricorda i valori della Cristianità nella zona turistico residenziale del villaggio. Di forma triangolare, semicoperta, sopraelevata, la sua costruzione, su progetto dell’architetto belga Roger Goeders, è iniziata nel 1968. Nel 1989 si è avuta la sistemazione dei pavimenti, degli intonaci e della vetrata raffigurante il Cristo crocefisso. L’altare in granito è stato collocato nel 1995, con una pala in bronzo in bassorilievo raffigurante l’ultima cena, opera del 1995 dello scultore Innocenzo Vigoroso.

La Batteria militare Spalmatore

La Maddalena-La Batteria SpalmatorePercorsi seicento metri, circa trecentocinquanta metri prima della Cala dello Spalmatore, una sterrata sulla destra porta ad abitazioni chiamate Case Ferraccio. Qui si passa davanti a terre di privati, e si giunge ad una casermetta mimetizzata nel granito, dalla quale parte una galleria enorme e molto lunga piena di riservette munizioni, che porta alla Batteria Spalmatore. Si tratta di una batteria antiaerea, che occupa la punta a nord est della cala. Le postazioni sono cannoni 102/35. Al di sopra del ricovero posto più in alto è presente la stazione telemetrica. Disseminate nella zona ci sono tredici riservette, ossia piccoli ambienti interrati e protetti con sportelli in ferro, in cui si conservavano le munizioni. Le piazzole e le strutture militari sono scavate e inglobate nel granito, molto belle sono le scalinate, le gallerie e le postazioni scavate nella roccia viva.

La Cala dello Spalmatore con la sua bella spiaggia

Tornati sulla strada panoramica, percorsi altri trecentocinquanta metri, raggiungiamo la Cala dello Spalmatore. Tra le diverse cale, questa è la più bella, che dà il suo nome alla strada panoramica. La Cala Spalmatore è rivestita da sabbia ciottolosa, circondata da rocce e arbusti della macchia mediterranea, il mare è di colore verde smeraldo e azzurro, satinato, il fondale è sabbioso e poco profondo a sud, mentre nelle cale più a nord diventa roccioso e profondo.

La Maddalena-L’insenatura di Cala dello Spalmatore La Maddalena: Cala dello Spalmatore in primavera La Maddalena: Cala dello Spalmatore in primavera La Maddalena-La spiaggia di Spalmatore

Al centro della Cala c’è la spiaggia di Spalmatore distinta in spiaggia di Spalatore ovest e spiaggia di Spalmatore est, che sono separate da un pontile. Si tratta di una spiaggia di sabbia chiara, dominata da due promontori che la proteggono dai venti, orlata da una verde macchia mediterrane e da pittoresche rocce rosa modellate dal vento e dal mare. Il litorale è bagnato da un mare azzurro, cristallino e straordinariamente trasparente, con fondali bassi che digradano dolcemente verso il largo. La spiaggia è ben attrezzata ed offre bar, ristoranti e la possibilità di noleggio pedalò. Per la sua bellezza ed i servizi che offre, è spesso sovraffollata.

La Maddalena-La spiaggia di Spalmatore est La Maddalena-La spiaggia di Spalmatore est La Maddalena-La spiaggia di Spalmatore est La Maddalena-La spiaggia di Spalmatore ovest

La bandiera BluLa spiaggia di Spalmatore è stata insignita anche per il 2018 della Bandiera Blu della Federazione Europea dell’Ambiente, che celebra non solo le migliori spiagge del nostro paese, ma anche quelle con i maggiori servizi sul territorio. Obiettivo principale del programma Bandiera Blu è quello di indirizzare la politica di gestione locale di numerose località rivierasche, verso un processo di sostenibilità ambientale.

La Batteria militare Pes di Villamarina in località Guardia del Turco

La Maddalena-La Batteria Pes di Villamarina o Guardia del Turcoalla sinistra della strada, di fronte alla spiaggia di Spalmatore ovest, parte una deviazione in una strada asfaltata che porta in direzione della località Guardia del Turco. La seguiamo per quattrocentocinquanta metri, poi prendiamo una sterrata un pò dissestata che si dirige a destra, ossia verso est. Seguita per circa quattrocento metri, si arriva a quota 84 metri dove si trova la stazione detta Batteria Pes di Villamarina, o anche Batteria Guardia del Turco da nome della località nella quale si trova, con alcuni fabbricati militari. La Batteria è posta sopra alla Cala Spalmatore, sulla sinistra, mentre a destra si trova la Batteria Spalmatore. L’armamento comprendeva quattro pezzi da 305/17 tipo Amstrong. Si tratta di una Batteria antinave che è stata ancora operativa nel 1943 con personale Milmart. La zona è raggiungibile solo arrampicandosi tra le rocce taglienti e gli arbusti graffianti, dato che il sentiero principale è scomparso. La Batteria è sita in zona militare e presidiata, ed i ricoveri sono prossimi al crollo definitivo.

La frazione Porto Massimo con la sua spiaggia

La Maddalena-L’insenatura di Cala lunga o di Porto MassimoLa Maddalena: il porticciolo turistico di Porto MassimoProseguendo lungo la strada panoramica di Spalmatore, a un chilometro e mezzo dalla Cala dello Spalmatore troviamo una deviazione sulla destra che ci porta all’insenatura di Cala lunga, nella quale è presente la frazione Porto Massimo (altezza metri 25, distanza 7.4 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 5). Questa frazione è nata per ospitare l’insediamento turistico di Porto Massimo, un villaggio turistico residenziale realizzato attorno a un piccolo porto. Nel centro turistico si possono trovare tutti i servizi come il bar, il ristorante, il market, l’edicola ecc. All’interno della cala, si trova la spiaggia di Porto Massimo, e la chiude verso sinistra, ossia verso nord, un Porticciolo turistico privato di Porto Massimo, che offre buoni approdi ed attrezzature moderne.

La spiaggia che si trova nell’insenatura di Cala lunga viene chiamata più spesso spiaggia di Cala lunga piuttosto che spiaggia di Porto Massimo. La spiaggia è collocata proprio nell’insenatura, all’ingresso del centro turistico, ed è una piccola spiaggia caratterizzata da sabbia chiara a grani medi, con la presenza di qualche masso e di una bellissima scogliera di roccia granitica di colore dorato, che si tuffa in un mare cristallino stupendo, dai colori tra il verde smeraldo e l’azzurro, con striature di turchese. Ha un fondale basso e prevalentemente sabbioso. È immersa nel verde della macchia mediterranea e nei suoi aromi. Piuttosto riparata dai venti e mediamente frequentata durante il periodo estivo.

La Maddalena-La spiaggia di Porto Massimo La Maddalena-La spiaggia di Porto Massimo La Maddalena-La spiaggia di Porto Massimo La Maddalena-La spiaggia di Porto Massimo

La bandiera BluLa spiaggia di Cala lunga è stata insignita anche per il 2018 della Bandiera Blu della Federazione Europea dell’Ambiente, che celebra non solo le migliori spiagge del nostro paese, ma anche quelle con i maggiori servizi sul territorio. Obiettivo principale del programma Bandiera Blu è quello di indirizzare la politica di gestione locale di numerose località rivierasche, verso un processo di sostenibilità ambientale.

I resti della Batteria Marginetto

La Maddalena-La Batteria MarginettoLa Maddalena-La Batteria MarginettoSuperato il porticciolo turistico di Porto Massimo, proseguiamo lungo la strada che ci ha portati alla frazione e che assume il nome di strada della regione Guardia del Turco, la quale attraversa il promontorio a nord dell’isola e che termina con la punta Marginetto, portiandoci verso il lato nord occidentale dell’isola. A circa seicento metri dal parcheggio dell’Hotel Cala lunga, in località di Marginetto, si vedono in lontananza, alla sinistra della strada, i resti del reperto bellico della Batteria Marginetto. Il compendio è ubicato a nord dell’isola di la Maddalena, a circa sette chilometri dal centro abitato, in ottima posizione con veduta panoramica in quanto ubicato in zona alquanto elevata rispetto ai terreni limitrofi. Vi sono dei fabbricati in pessimo stato di conservazione. È raggiungibile soltanto a piedi per mezzo di una scalinata, ed è privo di qualsiasi infrastruttura. I resti della Batteria Marginetto si trovano poco distanti dal tratto di costa detta stagno Torto, dopo la quale si incontrano altre piccole baie e insenature.

La spiaggia di Marginetto

Da dove avevamo visto i resti della Batteria Marginetto, percorsi ottocento metri lungo la strada della regione Guardia del Turco si vede, alla destra della strada, l’insediamento turistico di Marginetto, che prende il nome dalla Batteria Marginetto, un edificio militare risalente alla Seconda Guerra Mondiale, ed è facilmente raggiungibile seguendo dal sud dell’isola le indicazioni per Abbatoggia e località Marginetto. Nelle vicinanze si trovano diverse case vacanza. Da questo insediamento partono a destra della deviazioni che portano fino alla Punta Marginetto.

La Maddalena-Spiaggia di MarginettoPrima di raggiungere la Punta Marginetto, si incontra la spiaggia di Marginetto, conosciuta come una delle più belle dell’isola. Il suo morbido arenile composto di sabbia bianca e fine, bagnato da acque dai colori sorprendenti, tra i quali prevale il turchese, mentre man mano che ci si allontana dalla costa il mare assume sfumature verde smeraldo. La spiaggia di Marginetto è caratterizzata da un fondale anch’esso basso e sabbioso, adatto ai giochi dei bambini, ed è il luogo perfetto per rilassarsi rimanendo a stretto contatto con la natura. Questa spiaggia è infatti circondata da rocce e scogli di granito e macchia mediterranea, immersa nei profumi del mirto e dell’elicrisio.

Il porticciolo turistico privato di Stagno Torto

La spiaggia di Marginetto è affacciata sul meraviglioso specchio d’acqua dello Stagno Torto, e si trova a pochi passi dal Porticciolo privato di Marginetto, chiamato anche Porticciolo turistico privato di Stagno Torto, dal quale partono le imbarcazioni private dirette nelle più belle isole dell’arcipelago, delle quali le più vicine sono l’isola di Budelli e l’isola di Santa Maria.

La Maddalena-L’insenatura di Marginetto La Maddalena: il porticciolo di Marginetto La Maddalena: il piccole cale e insenature lungo la costa

Allo Stagno Torto si arriva anche con la strada panoramica di Spalmatore, dopo aver percorso circa cinquecento metri dall’insenatura di Cala lunga, deviando a destra e prendendo la strada della regione Guardia del Turco, e che in circa duecento metri ci porta a superare il piccolo Porticciolo turistico privato di stagno Torto.

La spiaggia del Cardellino

Proseguendo lungo la strada panoramica che costeggia la Cala di Stagno Torto, settecento metri più avanti arriviamo a vedere, alla destra della strada, la spiaggia del Cardellino, davanti alla quale si può ammirare l’Isolotto del Cardellino.

La spiaggia del Cardellino è costituita da un piccolo arenile lungo una cinquantina di metri, e si trova proprio di fronte all’isolotto omonimo, immersa in un mix di roccia granitica e macchia mediterranea. Il suo arenile è particolarmente sabbioso, a grana media e grossa, di colore bianco e grigio chiaro con sfumature rosate. Il mare che bagna la spiaggia del Cardellino è di un suggestivo colore verde azzurro brillante, con alcuni affascinanti scogli rosati, ed è adatto al windsurf, in quanto la cala è piuttosto esposta ai venti. Il fondale è invece basso e sabbioso per un buon tratto, ed è perfetto per i giochi dei bambini. La spiaggia del Cardellino è mediamente affollata, soprattutto d’estate e in alta stagione.

La Maddalena-L’isolotto del Cardellino La Maddalena-La spiaggia del Cardellino La Maddalena-La spiaggia del Cardellino

I Monti d’Arena con l’omonima spiaggia

Da qui in poi inizia un lunghissimo litorale, e poco più avanti, a quattrocento metri di distanza, troviamo la deviazione sulla destra che ci porta ai Monti d’Arena, ossia dei monti di sabbia, con la loro bella spiaggia.

Qui si trova la spiaggia dei Monti d’Arena, caratterizzata da un arenile lungo circa trecento metri, interrotto da basse scogliere. Come dice il nome, qui il granito è stato minutamente triturato dal violento vento di maestrale formando grandi depositi e dune sabbiose. La spiaggia è caratterizzata da una distesa di sabbia dorata un pò scura, che diventa brillante sulla duna, piuttosto fine, priva di posidonie e compatta. Si affaccia in un bellissimo mare cristallino, di un colore tra l’azzurro ed il verde smeraldo. Il fondale è basso e sabbioso. Sono presenti scogli che rendono il paesaggio mozzafiato. Sul lato orientale della spiaggia, vi è un particolare che da il nome alla spiaggia, ovvero la presenza di una piccola duna o montagna di sabbia alta quasi dieci metri, che è spesso utilizzata dai bambini per giocare, e che la rendono un luogo assolutamente incantevole. La spiaggia è circondata dalla macchia mediterranea, alle sue spalle è incorniciata da un piccolo stagno delimitato a sua volta da un’interessante vegetazione alofita, e risulta mediamente frequentata durante il periodo estivo.

La Maddalena-La costa dei Monti d’Arena La Maddalena-La spiaggia dei Monti d’Arena La Maddalena-La spiaggia dei Monti d’Arena La Maddalena-La spiaggia dei Monti d’Arena La Maddalena-La spiaggia dei Monti d’Arena

La bandiera BluLa spiaggia dei Monti d’Arena è stata insignita anche per il 2018 della Bandiera Blu della Federazione Europea dell’Ambiente, che celebra non solo le migliori spiagge del nostro paese, ma anche quelle con i maggiori servizi sul territorio. Obiettivo principale del programma Bandiera Blu è quello di indirizzare la politica di gestione locale di numerose località rivierasche, verso un processo di sostenibilità ambientale.

Sul promontorio di Abbatoggia si trova il villaggio vacanze del Touring Club Italiano

Proseguendo sulla strada panoramica, che ora assume il nome di strada della regione Abbatoggia, a novecento metri dalla deviazione che ci ha portato ai Monti d’Arena, si incontra sulla destra una diramazione verso nord ovest che ci porta sul promontorio di Abbatoggia che raggiunge l’estremo nord occidentale dell’isola e termina con la Punta Abbatoggia. La radice del nome Abbatoggia (in maddalenino Patogghja), significa Acqua, e quindi Abbeveratoio. Nella zona era praticato l’allevamento ed esistevano diversi punti di raccolta d’acqua.

Qui, subito sulla destra della strada, in una località chiamata punta Cannone, sui resti della Batteria di Punta Cannone è stato realizzato il Villaggio vacanze del Touring Club Italiano, con i bungalow mimetizzati nella macchia mediterranea, comodi, spaziosi, puliti, lo staff professionale e cordiale.

La Maddalena-La spiaggia privata del villaggio vacanze del Touring Club ItalianoLa Maddalena-La spiaggia privata del villaggio vacanze del Touring Club ItalianoIl villaggio vacanze del Touring Club Italiano dispone della spiaggia privata del Touring Club, è una spiaggia privata di sabbia e ghiaia, lontana da ogni rumore, che si trova a circa centocinquanta metri dal corpo centrale del villaggio ed è raggiungibile percorrendo una suggestiva scalinata panoramica che si affaccia sulla Cala di Stagno Torto o tramite una strada sterrata. La spiaggia è protetta ai suoi margini da una piccola scogliera. È attrezzata con ombrelloni, sdraio, lettini, servizi igienici, docce, campo da beach volley, e sono previste sia l’assistenza ai bagnanti sia il servizio di sicurezza. Nella spiaggia privata è presente un bar, e vi si trova anche un piccolo porticciolo per l’attracco delle barche a vela, che possono portare a visitare le isole dell’arcipelago o le bocche di Bonifacio. In questa spiaggia, oltre ad avere la possibilità di prendere il sole in riva al mare, si possono svolgere anche diverse altre attività.

La spiaggia di Abbatoggia est

Proseguendo lungo la strada sterrata che porta sul promontorio di Abbatoggia, troviamo, sulla sinistra della strada, il Camping Abbatoggia. I servizi di bar e ristorazione sono garantiti dal camping, che organizza in molte serate anche feste a tema di vario genere. All’incrocio che porta al campeggio, sulla destra, ossia verso est, si trova una strada chiusa da una sbarra, che porta alla spiaggia di Abbatoggia est, che è la principale delle tre spiagge di Abbatoggia.

La Maddalena-La spiaggia di AlbatoggiaLa Maddalena-La spiaggia di AlbatoggiaLa spiaggia di Abbatoggia est è situata sull’omonima punta. Ha un arenile lungo circa centocinquanta metri, candido e luminoso, composto da sabbia bianchissima e dorata, a grana media e fine, soffice. Il mare è di un bel verde smeraldo chiaro che sfuma nell’azzurro, brillante e trasparente. La natura della cala è pregevole, solitaria e selvaggia. I panorami regalati alla vista sono molto affascinanti, con un lungo tratto di rocce levigate e sabbia fine che forma una distesa chiarissima color borotalco, che si spezza nel verde azzurro del mare e poi prosegue nella splendida isoletta rocciosa di Abbatoggia, situata nel lato opposto della spiaggia. La spiaggia di Abbatoggia è quasi sempre poco affollata, tranne in altissima stagione. è consigliabile effettuare una passeggiata nei dintorni della spiaggia per conoscere meglio la bellezza di questa piccola cala.

La spiaggia lo Strangolato

Dopo il campeggio, proseguiamo verso nord lungo la strada sterrata principale, in direzione della punta Abbatoggia, in una zona ricca di spiagge e calette. Sulla destra della strada troviamo la spiaggia lo Strangolato, una piccola spiaggia ideale meta degli appassionati di snorkeling grazie ai suoi splendidi fondali e alle acque turchesi e trasparenti, che si trova vicino alla punta del promontorio, lungo la sua costa orientale. Il nome del paese Lo Strangolato, malgrado il nome suggerisca storie drammatiche, in realtà sta ad indicare una Strettoia o, come in questo caso, l’Istmo.

La spiaggia lo Strangolato si trova in un sottile istmo a nord della penisola di Abbatoggia. Si tratta di una ridotta striscia di sabbia sempre molto affollata, in quanto facilmente raggiungibile, e grazie alla sua vicinanza con un villaggio turistico e alcune residenze estive. I fondali del golfo in cui si affaccia la cala sono ricchi di pesci e adatti agli amanti dello snorkeling e delle immersioni subacquee. L’arenile è costituito da sabbia dorata, a grana media e piuttosto soffice. Alle sue spalle si trovano invece alcune suggestive rocce rosate, ricoperte di una fitta vegetazione verdissima tipica della macchia mediterranea. Il mare che bagna la spiaggia dello Strangolato è di un meraviglioso verde smeraldo e celeste, con un fondale piuttosto sabbioso e profondo, non adatto alla balneazione dei bambini. Non lontano dalla spiaggia è situato il campeggio ben attrezzato.

La Maddalena-La spiaggia lo Strangolato La Maddalena-La spiaggia lo Strangolato La Maddalena-La spiaggia lo Strangolato

Arriviamo alla punta Abbatoggia poi lungo il lato occidentale del promontorio troviamo la spiaggia dell’Uomo Morto

Per chi è amante del trekking, dal parcheggio, che delimita la fine della strada, si possono intraprendere dei sentieri naturali che portano alla estremità della località, conosciuta come Punta Abbatoggia, in cui è presente una scogliera veramente affascinate.

Riprendiamo la strada sterrata all’indietro per visitare la costa occidentale del promontorio di Abbatoggia. Un poco più avanti, proprio alla base del promontorio, troviamo una prima deviazione, sulla destra della strada, che ci porta alla spiaggia di Abbatoggia di nord ovest, nota anche come spiaggia dell’Uomo Morto, il cui nome deriva dal fatto che, come altre zone a ponente, anche questa spiaggia ha ricevuto, negli anni della Prima Guerra Mondiale, un cadavere portato dalle onde. Era un soldato tedesco, a giudicare da ciò che rimaneva della divisa, al quale Antonuccio Ornano diede doverosa sepoltura con un tumulo rudimentale di pietre a secco ed una croce di legno. Da allora periodicamente qualcuno si incarica di ripristinare la croce e i bambini che vanno a fare il bagno in questa spiaggia continuano a portare fiori sulla tomba di pietre.

La Maddalena-La spiaggia dell’Uomo MortoLa Maddalena-La spiaggia dell’Uomo MortoLa spiaggia di Abbatoggia di nord ovest, nota anche come spiaggia dell’Uomo Morto, che si trova lungo la costa occidentale del promontorio, la si può notare dalla strada guardando verso il basso. Si tratta di una graziosa spiaggia con sabbia chiara e fine, compatta e calda al tatto, con la presenza di scogli levigati affioranti dall’arenile, che rendono la spiaggia molto attraente. Il bellissimo mare cristallino è caratterizzato da colori che vanno tra l’azzurro ed il turchese, con un fondale basso e sabbioso, l’ideale per godere di una giornata al mare in tranquillità. Alle spalle della spiaggia, una ricca macchia mediterranea domina il paesaggio. Mediamente frequentata durante il periodo estivo, nelle vicinanze della spiaggia è presente il campeggio.

La spiaggia di Abbatoggia sud ovest

Proseguendo lungo la strada sterrata verso sud, arriviamo di nuovo al Camping Abbatoggia. All’incrocio che porta al campeggio, sulla destra, ossia verso ovest, si trova una strada che porta alla piccola spiaggia di Abbatoggia sud ovest, la quale si trova proprio di fronte all’Isola di Abbatoggia, posizionata ad ovest rispetto alla costa.

La Maddalena-La spiaggia di Albatoggia ovestLa Maddalena-L’isola di AlbatoggiaLa spiaggia di Abbatoggia Ovest è una piccola spiaggia caratterizzata da sabbia chiara molto fine, protetta ai suoi margini da una piccola scogliera. Il mare trasparente ha un fondale basso e sabbioso, nel quale vi è la presenza di qualche scoglio. È caratterizzato dai colori tra l’azzurro ed il verde, davvero affascinanti. La parte retrostante la spiaggia è dominata dalla macchia mediterranea, e dalle strutture del occupata da un campeggio, con lo spazio riservato ai camper ed alle automobili. Il campeggio che si trova nelle vicinanze organizza per gli ospiti svariate attività.

Ritornati sulla strada panoramica arrivimo alla Cala Maiore con la spiaggia di Bassa Trinita

La Maddalena-La grande insenatura di Cala MaioreRitornati sulla strada panoramica, evitiamo la deviazione per il promontorio di Punta Abbatoggia, e torniamo sulla strada che percorre da nord a sud tutta la costa occidentale dell’isola. Proseguendo dopo la deviazione per il promontorio di Punta Abbatoggia, prendiamo una strada che si dirige verso destra, in direzione sud ovest, la quale in circa un chilometro ci porta alla vasta insenatura denominata Cala Maiore, nella quale si trovano le più belle dune dell’arcipelago. Qui, all’interno dell’insenatura, si trovano tre calette stupende di cui quella centrale rimane decisamente la più grande, tutte collegate tra di loro, che vengono chiamate con il nome di spiaggia di Bassa Trinita.

La Maddalena-La spiaggia di Bassa TrinitaLa Maddalena-La spiaggia di Bassa TrinitaLa spiaggia di Bassa Trinita senza la A accentata finale, che forma tre distinte calette, offre un arenile di sabbia candida molto fine e morbida, orlata da pietre particolari per la loro forma modellata dal vento, e ha la particolarità di avere affascinanti sfumature rosate e rossastre, che sono simili a quelle della famosa spiaggia Rosa o Cala di Roto dell’isola di Budelli, che la fronteggia. Esso è inoltre orlato di bellissime dune, che sono le più belle di tutto l’arcipelago. Il mare è di colore verde azzurro, brillante e trasparente. Il fondale è sabbioso e poco profondo, ma solo per un breve tratto. Il parcheggio è comodo sulla strada e una passerella in legno pemette di raggiungere la spiaggia. è presente il chiosco trinità per pranzi aperitivi e merende. Affollata in alta stagione, è sicuramente, la spiaggia più suggestiva nell’isola della Maddalena.

La bandiera BluLa spiaggia di Bassa Tinita è stata insignita anche per il 2018 della Bandiera Blu della Federazione Europea dell’Ambiente, che celebra non solo le migliori spiagge del nostro paese, ma anche quelle con i maggiori servizi sul territorio. Obiettivo principale del programma Bandiera Blu è quello di indirizzare la politica di gestione locale di numerose località rivierasche, verso un processo di sostenibilità ambientale.

La frazione Sualeddu di la Maddalena

Torniamo indietro sulla strada panoramica nel punto dove avevamo preso la deviazione prima per il promontorio di Abbatoggia ed in seguito quella per la Cala Maiore. Qui proseguiamo sulla panoramica, che è la SP91, verso sud, ed, in un chilometro e cento metri, una piccola deviazione sulla sinistra ci porta a raggiungere la frazione Sualeddu (altezza metri 36, distanza 3.3 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 40).

La chiesa della Santissima Trinità a Collo Piano

Percorsi ancora circa centotrenta metri sulla SP91, questa si immette sulla SP53 proveniente dalla Cala di Spalmatore, che prendiamo verso destra, ossia verso sud ovest, dove assume il nome di strada della regione di Guardia Vecchia. Percorsi circa ottocento metri, prendiamo una deviazione sulla destra che ci fa salire in poche decine di metri sul cosiddetto monte Millelire, in località Collo Piano, oggi chiamata zona Trinità, a nord di dove oggi si trova il Cimitero, che si raggiunge prendendo una deviazione alla sinistra della strada, che ce lo fa raggiungere in trecentocinquanta metri.

La Maddalena: chiesa della Santissima Trinità a Collo PianoSul monte Millelire sorge la chiesa della Santissima Trinita, situata nel cuore dell’isola la Maddalena, che conserva all’interno nelle pareti laterali dell’aula molti ex voto donati soprattutto da pescatori e naviganti. La chiesa è stata costruita tra il 1767 ed il 1768, era dedicata a Santa Maria Maddalena, ed era diventata parrocchia nell’anno della sua edificazione. Successivamente, in seguito al graduale spostamento della popolazione dall’interno dell’isola verso sud, nella zona di Cala Gavetta, si è resa necessaria dopo il 1780 la costruzione di una nuova chiesa, che diviene la chiesa parrocchiale della città e viene intitolata alla Maddalena, mentre la chiesa di Collo Piano viene cambiata la dedicazione e viene dedicata alla Santissima Trinità. La chiesa della Santissima Trinità, con facciata esposta a sud, dispone di un ampio sagrato. L’edificio è costruito con blocchi di granito sbozzati, pietra, calce e fango. L’impianto è a navata unica suddiviso da due archi. Dall’area del presbiterio, delimitata da uno degli archi, sul lato destro una porta immette nella piccola sacrestia. Sull’arco del presbiterio poggia, inoltre, il campanile a vela. Il presbiterio, voltato a botte e con finestre unghiate che forniscono l’illuminazione naturale, lungo i fianchi è decorato da una cornice in elementi di granito che termina nei capitelli dell’arco. Nella parete di fondo è in opera l’originario altare tridentino, con le grade e la mensa in muratura e stucco.

La Maddalena: chiesa della Santissima Trinità a Collo Piano: facciata La Maddalena: chiesa della Santissima Trinità a Collo Piano: interno La Maddalena: chiesa della Santissima Trinità a Collo Piano: particolare dell’interno

La Maddalena-La Festa della Santissima TrinitàPresso questa chiesa ogni anno, tra il 20 e il 22 luglio, si celebra la Festa della Santissima Trinita. La ricorrenza viene preceduta da una doppia processione, che accompagna il gruppo statuario della Santissima Trinità da questa chiesa fino alla chiesa parrocchiale di Santa Maria Maddalena, seguita qualche giorno dopo dal ritorno della stessa statua alla piccola chiesa della Santissima Trinità, che è la più antica dell’Isola. Il gruppo statuario è stato donato nel 1927 dalla famiglia Mascagni, proprietaria dei magazzini Bancarotta, alla città di la Maddalena, ed è stato tenuto per molti anni in parrocchia, fino a che, dal dopoguerra, è stato trasferitonella chiesa dell’Santissima Trinità, dove viene conservato stabilmente.

I resti della fortiicazione detta Opera Trinita e della Batteria Trinita

La Maddalena-L’Opera o Batteria TrinitaProseguendo oltre la chiesa, verso nord, si arriva ai resti della fortificazione detta Opera Trinita, il quale si trova nord dell’Opera Guardia Vecchia che vedremo più avanti, dalla quale dista circa mille metri. Questa Opera era una ridotta, ossia una fortificazione minore, realizzata ad aiuto dell’Opera Guardia Vecchia, ed è stata edificata sull’altura della Trinita, uno scoglio che si alza oltre venti metri sul piano sottostante. La posizione, ad una quota di 139 metri, era importantissima, giacché da essa si dominava parte della Cala d’Inferno, dell’Abbatoggia e di stagno Torto, nonche tutti i versanti verso il canale della Moneta. Comprendeva una cinta in pietrame grosso, nonché due ricoveri capaci di ospitare venti uomini ed un sottufficiale, ed i ripostigli per le cariche ed anche una cisterna. Era armata con 4 cannoni da 76/40, ed era ancora operativa nel 1943. È in buono stato di conservazione e molto pulita, grazie alla difficoltà di visitarla. La Batteria Trinita è, invece, inglobata in una proprietà privata, e non è possibile raggiungerla dalla strada principale. La vedetta della batteria è posta sulla sommità e spazia su buona parte dell’isola.

La frazione Stazzo Villa

Evitando la deviazione per la chiesa e proseguendo, invece, sulla strada della regione di Guardia Vecchia, dopo centocinquanta metri prendiamo una deviazione verso nord ovest che, in poco più di un chilometro, ci porta alla grande frazione Stazzo Villa (altezza metri 90, distanza 3.5 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 11), nella quale è presente il villaggio Trinità, con numerose abitazioni residenziali.

Una deviazione alla frazione Punta Villa con i resti della fortificazione detta Opera di Punta Villa

Proseguiamo sulla strada panoramica, dopo circa cinquecento metri, prendiamo una deviazione sulla sinistra che, in ottocentocinquanta metri, ci porta, superato il Cimitero de la Maddalena che avevamo già visitato, alla frazione Punta Villa (altezza metri 76, distanza 2.2 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 38).

La Maddalena-resti dell’Opera Punta VillaQui, ad est dell’Opera Guardia Vecchia che vedremo più avanti, ed alla distanza di circa mille metri da essa, ad una quota 108 metri, è stata edificata tra il 1888 ed il 1889 l’Opera di Punta Villa che era una ridotta, ossia una fortificazione minore, ad aiuto di Guardia Vecchia, armata con cannoni di piccolo calibro per battere la sottostante campagna fino al canale Moneta. E, dato che la distanza della punta villa dalla bocca del canale Moneta è di soli tre chilometri, e che l’azione degli obici, sul mare largo, supera i quattro chilometri, era più che sufficiente allo scopo. Disponeva di quattro obici da 280 mm GRC ret, ossia in ghisa con canna rigata e cerchiata a retrocarica, quattro cannoni da 57 Hotchkiss e quattro mitragliatrici Nordenfelt. L’Opera è posta dietro al Cimitero ed è diventata area privata, non visitabile, dato che molte persone hanno preso possesso della fortezza facendola diventare la propria abitazione. Quindi non è possibile accedere alle postazioni.

La frazione Guardia Vecchia

Percorso ancora poco meno di un chilometro sulla strada della regione di Guardia Vecchia, che ora assume il nome di SP114, troviamo una deviazione sulla destra che, in circa centocinquanta metri, ci fa raggiungere la frazione Guardia Vecchia (altezza metri 129, distanza 1.6 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti).

Il Forte San Vittorio e l’Opera Guardia Vecchia

La Maddalena-Veduta del Forte San Vittorio e dell’Opera Guardia Vecchiaalla destra dell’abitato si trova il primo nucleo costitutivo dell’insediamento militare, che si trova sul punto più alto dell’Isola, sul Colle di Guardia Vecchia, a 146 metri di altezza. Uno dei primi costruiti nell’arcipelago da parte dei Piemontesi, che dal 1767 occupano militarmente l’isola, allo scopo di proteggere dall’alto tutte le batterie e i forti dell’Isola, che, altrimenti, sarebbero stati esposti agli attacchi dalla parte più debole, e a quello di mettere l’isola al coperto da un eventuale colpo di mano. Si trattava di un forte realizzato sul punto più elevato dell’isola, disegnato dall’allora comandante della base di la Maddalena, il savoiardo Andrea des Geneys, su rilievo del sottotenente di fanteria e regio piloto Giuseppe Albini.

La Maddalena-Rilevazione del Forte San Vittorio soprannominato anche forte della Guardia VecchiaIl Forte, chiamato Forte San Vittorio, constava di un fabbricato a pianta ottagonale, ad un solo piano contenente due camere, tre piccoli magazzini adibiti a deposito di attrezzi, viveri e polveri, e due sotterranei. La camera destinata ad alloggio del comandante del presidio era costruita in modo tale che, in tempo di guerra, vi si potesse portare un cannone, mentre l’altra era destinata al corpo di Guardia. Usato fino dalla fine del diciottesimo secolo, oltre che come postazione di difesa, anche come prigione, in esso è stato recluso il Vincenzo Sulis, capopopolo della rivolta antisavoia del 1794. Il Forte è puntualmente descritto e rilevato in una relazione del 1821 a cura dell’Aiutante di prima classe nel Corpo reale del Genio Civile G. Dervieux, nonché nei successivi disegni del 1853. Dal 1887 il forte ha subito profonde trasformazioni, ed oggi è la sede di un centro di telecomunicazioni della Marina Militare.

La Maddalena-Rilevazione del semaforo del Forte San Vittorio La Maddalena: il semaforo del Forte San Vittorio

Sul pianoro a nord del vecchio Forte San Vittorio, alla quota 152 metri, viene realizzata l’Opera Guardia Vecchia, che era una batteria per obici a due facce, l’una rivolta a levante, con un settore di tiro orizzontale che comprende le bocche del canale Moneta sino a tutto l’ancoraggio di Santo Stefano, e l’altra rivolta a ponente, con lo stesso settore di tiro comprendente dalla bocca a nord del canale degli Spargi fino all’ancoraggio di Mezzo Schifo. L’Opera è del 1888, ed aveva la funzione di assicurare ai Piemontesi il possesso dell’isola la Maddalena e dell’isola Santo Stefano. In suo armamento consisteva in quattro obici da 280 GRC ret, ossia in ghisa con canna rigata e cerchiata a retrocarica, e sei obici da 240 GRC ret. Erano presenti, inoltre, tre cannoni da 75 b, sei cannoni da 57 Hotchkiss, e dieci mitragliatrici Gardner. Sulla terrazza i lati est ed ovest ospitavano le bocche da fuoco, mentre quelli a sud e a nord erano sistemati in modo del tutto originali rispetto alle altre fortificazioni. Sul primo, infatti, il quartiere per la truppa era occupato al centro da una piattaforma per un cannone, mentre l’altro lato era costituito da una torre sopraelevata, con copertura interna a volta, sormontata da una piattaforma, sulla quale trovava posto un altro grosso cannone su base mobile rotante.

I resti della Stazione di segnalazione marittima Puntiglione

La Maddalena-Veduta della Stazione Vedetta PuntiglioneUn poco più avanti, si trova una deviazione sulla sinistra che ci porta direttamente all’abitato de la Maddalena. Prendiamo invece la SP114 verso destra, che rientra verso l’interno e, dalla strada panoramica dei Colmi, grazie ad un comodo sentiero a sinistra, prima del gruppo di case detto Case Chinelli, si trovano i resti della Stazione di segnalazione marittima Puntiglione, situata ad una quota di 143 metri sopra il livello del mare. È costituita essenzialmente da un caseggiato principale e da una serie di secondari, oltre ad una piccola stazione di vedetta. Presumibilmente, era usata dalla vicina Opera Colmi come stazione di comunicazione. Attualmente le strutture sono occupate da un privato, e per raggiungere questa stazione bisogna attraversare un terreno privato chiuso da cancello e rete con cani da guardia, non è possibile raggiungerlo nemmeno passando perimetralmente alle reti.

La fortificazione denominata Opera Colmi

Proseguendo sempre in senso antiorario, dopo un chilometro e ottocento metri arriviamo alla Punta dei Colmi, dove, alla sinistra della strada, sorge la fortificazione militare denominata Opera Colmi. La sua costruzione è stata, probabilmente, decisa in data successiva, anche se di poco, rispetto al 1888. Destinata a battere l’imboccatura di ponente e i canali di Spargi e Santa Maria, era armata in un primo tempo con 4 obici da 280 mm, ma dopo il 1890 fu potenziata con l’allestimento di una batteria di cannoni da 120 mm, con un’altra di 4 obici da 280 mm e con la costruzione di nuovi riempimenti e parapetti, nonché del muro di cinta.

Il forte dei Colmi è un complesso costituito da alcuni edifici a pianta rettangolare, le cui fondazioni poggiano direttamente sulla roccia granitica sottostante. Gli edifici sono a pianta rettangolare, con strutture verticali in blocchi di granito non squadrati e struttura di copertura lignea con manto in coppi di cotto. Le aperture sono coronate da blocchi di granito squadrato a formare una cornice. La piazzola per gli armamenti si trova su un piano sopraelevato, raggiungibile attraverso delle scale ad una rampa in granito. Era armato con quattro obici da 280 C e due cannoni da 120 della regia Marina. Ma l’Opera Colmi non è mai entrata in funzione, se non per le esercitazioni.

La Maddalena-La Batteria Opera Colmi La Maddalena-La Batteria Opera Colmi La Maddalena-Veduta della costa dall’alto dell’Opera Colmi

Questa fortificazione militare è sicuramente una delle più belle dell’Isola, e da essa si ha una veduta panoramica che spazia dalle isole Spargi, Santa Maria, Budelli e Razzoli, alla Corsica. L’Opera Colmi, purtroppo, è chiusa per restauro, ma è possibile fare una visita perimetrale sulle mura esterne e vederne la struttura.

Da qui raggiungiamo la Cala d’Inferno con la sua spiaggia

Da qui, una stradicciola verso il mare ci porta alla scogliera prospiciente, dove si apre l’insenatura denominata Cala d’Inferno, che ha questo nome alquanto evocativo a causa del maestrale che spesso vi si abbatte, un vento fresco che giunge dalle Bocche di Bonifacio, e crea ampie onde che si infrangono sulle aspre rocce della cala. Al centro della Cala si trova la spiaggia di Cala d’Inferno, alla quale si arriva percorrendo dalla scogliera, a piedi, un sentiero che porta alla spiaggia sottostante.

La Maddalena-La spiaggia di Cala d’InfernoLa Maddalena-La spiaggia di Cala d’InfernoLa spiaggia di Cala d’Inferno è abbastanza difficile da raggiungere anche a piedi, dato che per arrivarvi occorre camminare per un impervio sentiero il cui passo è ostacolato dalla presenza di una fittissima vegetazione, caratterizzata da arbusti di corbezzolo, ginepro e mirto, e pungenti ginestre. Si tratta di una piccola spiaggia con un arenile della lunghezza complessiva di centosettanta metri. La sabbia dell’arenile è a grani medio fini di colore chiaro, molto compatta, con la presenza di qualche ciottolo e masso levigato. Il mare ha un fondale medio basso, di un colore tra il verde e l’azzurro. La spiaggia è circondata dalla scogliera di rocce granitiche e dalla florida macchia mediterranea. Leggermente esposta ai venti da nord, è poco frequentata anche nei mesi estivi. Non sono presenti servizi in questa spiaggia.

Il promontorio di Punta Carlotto con la Batteria militare Carlotto

La Maddalena-Fortino militare denominato Batteria CarlottoProseguendo verso sud dopo la Batteria Opera Colmi, la SP114 prosegue in discesa e, dopo un chilometro e ottocento metri, preso il primo svincolo sulla destra, ci permette di raggiungere dopo circa ottocentocinquanta metri la località Carlotto, dove si trova una spiazzo per il parcheggio. alla destra del parcheggio è presente il fortino militare denominato Batteria Ermanno Carlotto. Il complesso della Batteria Ermanno Carlotto è costituito da una banchina molto ben protetta da tutti i venti, da una caserma costruita in modo tradizionale e, dietro questa caserma, sulle rocce a fronte del mare, diverse postazioni antiaeree mimetizzate. La caserma principale è parzialmente ruderata, la parte più verso il mare è adibita ad immondizzaio. Un peccato perché sulle pareti ci sono ancora molte scritte e disegni d’epoca. Da qui un sentiero porta alle piazzole per cannoni da 76/40. La Batteria è parzialmente abitata. La vedetta è chiusa ed in mano ad un privato come anche una caserma nelle vicinanze.

Le spiagge della Cala Carlotto

A nord del promontorio di Punta Carlotto, sul quale si trova la Batteria Carlotto, tra questo ed il sovrastante promontorio che termina in mare con Punta Testiccioli, si apre l’ampia insenatura della Cala Carlotto, nella quale si trovano due piccole spiaggette, a sud la spiaggia nord di Cala Francese ed a nord la Spiaggetta di Punta Testiccioli.

A sud dell’insenatura della Cala Carlotto si trova una spiaggia che assume il nome di spiaggia nord di Cala Francese, raggiungibile poco prima del termine della strada che porta alla Batteria Carlotto, prendendo un sentiero che prosegue verso destra. Prende il nome dalla Cala Francese, la quale si trova all’altro lato, verso sud, del promontorio di Punta Carlotto.

La Maddalena-L’insenatura della Cala Carlotto La Maddalena-La spiaggia nord di Cala Francese La Maddalena-La spiaggia nord di Cala Francese

Il lato meridionale della Cala Carlotto è caratterizzata da un mare cristallino con colore che va dall’azzurro al turchese, con fondali molto belli e con molte rocce modellate dal vento e dall’acqua, e nel quale si trovano brevi tratti di spiaggia.

La Maddalena-L’insenatura della Cala Carlotto La Maddalena-La spiaggetta di Punta TesticcioliA nord dell’insenatura della Cala Carlotto, proprio sotto il promontorio che termina con punta Testiccioli, si trova la piccolissima Spiaggetta di Punta Testiccioli raggiungibile anch’essa prima del termine della strada che ci ha portato alla Batteria Carlotto, dalla spiaggetta di Cala Francese prendendo un sentiero che sale molto più a nord. Si tratta di una piccola spiaggia racchiusa dalla roccia granitica che la protegge in parte dai venti, con la sabbia chiara a grani medi, con la presenza di qualche scoglio sia in riva che nell’acqua. Il bellissimo mare trasparente ha un fondale basso e sabbioso, privo di posidonie, con un colore azzurro e turchese. Alle spalle della spiaggia si snoda sulla roccia bianca granitica, la macchia mediterranea.

Dalla chiesa della Madonnetta scendiamo alla spiaggia della Madonnetta

Tornando alla Batteria Carlotto, al termine della strada, arrivati allo spiazzo, imbocchiamo sulla sinistra una strada bianca che ci porta a un altro spiazzo destinato al parcheggio, che si apre sulla costa sottostante e sulla ampia Cala Francese.

La Maddalena: il piccolo Santuario chiamato la chiesa della MadonnettaLungo la strada che dallo spiazzo porta alla costa, prendiamo una deviazione sulla destra che ci porta, in circa duecentocinquanta metri, a vedere, su una lingua di roccia, il bianco profilo della Cappella della Madonnetta detta anche della Madonnina di Cala Francese. Si tratta di una piccola Cappella ex voto che risale alla fine dell’Ottocento, quando un vecchio pescatore di aragoste, il maddalenino Michele Scotto di padre e madre procidani, religiosissimo e devotissimo tanto da essere soprannominato Zi Cristu, perché devoto in particolare alla Vergine tanto da far portare a tutti i suoi figli una medaglietta della Madonna, tornando a casa da una battuta di pesca, viene sorpreso da una forte mareggiata di maestrale, tanto da non riuscire a governare la barca. In preda alla disperazione, prega e si raccomanda alla Madonna e, riuscito a salvarsi, per riconoscenza mette in un piccolo anfratto riparata dal vento, una piccola immagine della Vergine e ogni mercoledì si reca lui, o qualcuno della famiglia, per accendervi un cero. Essendo l’immagine di carta, il mare e la salsedine la deteriorano, quindi la famiglia decide di acquistare e collocarvi una statuetta, che in breve tempo diviene meta di culto e devozione. La costruzione dell’attuale piccola Cappella è dovuta alla volontà di Giovanni Maria Pitturru che nel 1923, essendo divenuto capo posto della batteria Ermanno Carlotto, decide di erigere la piccola cappella. Oggi la statuetta è conservata all’interno della cappella, e che ogni primo maggio attira molti maddalenini e turisti nella Festa della Madonnetta, con pranzo all’aperto o all’interno delle batterie militari e nel pomeriggio i riti religiosi in onore della Madonna. La Cappella si trova nel punto più a ovest della Maddalena, esposta alle raffiche del ponente e del maestrale, che soffia violento dalle coste della Francia.

La frazione Cala Francese con l’ampia insenatura di Cala Francese

Torniamo indietro dalla Cala Carlotto e torniamo sulla SP114, ossia sulla strada della regione Nido d’Aquila, che seguiamo per settecento metri, poi prendiamo una deviazione sulla destra, che si dirige verso nord ovest, e che, in cinquecento metri, ci porta alla frazione Cala Francese (altezza metri 15, distanza 3.2 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 14).

La frazione si apre su un’ampia insenatura, chiamata appunto la Cala Francese, un luogo riparato dal vento di maestrale nel quale si trovano le Spiaggie di Cala Francese, costituite da piccolissimi lembi di sabbia. Come abbiamo già detto, nella penisoletta a nord della baia si trova la Cappella della Madonnina, venerata dai pescatori.

L’arenile delle Spiaggie di Cala Francese è costituito da sabbia dorata e chiara, a grana media e fine, ed è circondato da pittoresche rocce erose dal vento. Si affaccia su un mare di colore tra il verde e l’azzurro, trasparente ed affascinante, mentre il fondale è sabbioso e poco profondo per un lungo tratto. L’approdo, però, alle spiaggie è insidioso anche perché sprovvisto di illuminazione e di fanali d’ingresso, e la cala è ricca di scogli affioranti. Bisogna inoltre prestare molta attenzione al pericolo di transito di bagnanti. All’interno della Cala Francese si trova anche una banchina costruita originariamente per scopi militari ma ormai in disuso, e qui i fondali in testata sono profondi circa tre metri e mezzo.

La Maddalena-Cala Francese: l’ampia insenatura di Cala Francese Cala Francese: la spiaggia di Cala Francese Cala Francese: la spiaggia di Cala Francese Cala Francese: la spiaggia di Cala Francese

La Cava di Cala Francese ed il Museo Storico della Cava di Cala Francese

La Maddalena-Cala Francese: i resti della Cava di Cala FranceseAll’interno della frazione denominata Cala Francese è presente una importante cava di granito ormai dismessa, chiamata la Cava di Cala Francese. Da questa cava, tra la fine dell’Ottocento ed il dopoguerra, è stato estratto un granito considerato tra i più pregiati, quando le navi a vela ormeggiavano alla banchina trasportavano enormi blocchi in molte parti del mondo. Il granito estratta da questa cava è stato utilizzato, tra l’altro, per costruire il monumento Ismailia sul canale di Suez, è stato utilizzato anche all’interno del porto di Genova e di quello di Alessandria d’Egitto, per il ponte Palatino, per le spallette del lungotevere a Roma, e per il monumento a Don Guzmao nella città di Santos in Brasile. La cava ha funzionato fino alla Seconda Guerra Mondiale, ed ancor oggi è possibile visitarla ammirando i vecchi macchinari, sia pure logorati dal tempo.

La Maddalena-Cala Francese: il Museo Storico della Cava di Cala Francese La Maddalena-Cala Francese: il Museo Storico della Cava di Cala Francese La Maddalena-Cala Francese: il Museo Storico della Cava di Cala Francese La Maddalena-Cala Francese: il Museo Storico della Cava di Cala Francese

All’interno di un ex capannone dell’antica cava di granito di Cala Francese, è ospitato il Museo Storico della Cava di Cala Francese, nel quale sono esposti diversi macchinari, oggetti, foto e documenti storici della cava. La cava, le cui connotazioni di archeologia industriale sono tuttora visibili, fa parte nel Parco Geominerario della Sardegna, recentemente riconosciuto dall’Unesco. In uno scenario di grande intensità che evoca l’epopea di quella stagione, si possono ammirare i vecchi argani, le locomotive e l’antica direzione della cava con le case degli scalpellini, oggi restaurate dalla famiglia Grondona, proprietaria del sito. La visita è possibile solo dal mare o a piedi percorrendo un breve sentiero che ha inizio dalla strada panoramica, all’altezza di Cala Francese, dove la strada finisce di essere asfaltata.

La Cala del Nido d’Aquila

Proseguendo sulla SP114, ossia sulla principale strada della regione Nido d’Aquila, in meno di cinquecento metri raggiungiamo, nella parte meridionale dell’Isola, la località la Crocetta, la quale si apre sull’insenatura chiamata Cala Nido d’Aquila, chiusa a nord dal promontorio detto la Punta Nido d’Aquila che prende il nome dal nido del falco pescatore, un uccello che nel passato abitava questo tratto di costa. Nell’insenatura si trova la spiaggia della Cala del Nido d’Aquila, che si apre su un tratto di costa che si trova alla destra della strada, ed è caratterizzata da un’ampia distesa di candido granito levigato.

La Maddalena-La Cala Nido d’AquilaLa Maddalena-La Cala Nido d’AquilaLa Cala Nido d’Aquila è un fantastico tratto di costa dove la spiaggia della Cala del Nido d’Aquila non è una vera e propria spiaggia, ma un’ampia e candida distesa di granito levigato, nella quale si trovano molti moli di attracco per barche e gommoni. Si trova in una posizione molto interessante, che è riparata dal vento e sovrastata da affascinanti rocce granitiche e dalle strutture del Forte di Punta Tegge. L’arenile è di sabbia dorata bronzea, media e grossolana, con pochi sassi chiari. Il mare è di colore tra il verde e l’azzurro che sfuma nel blu, il fondale è basso e sabbioso e quasi subito roccioso con scogli e profondo. Alle spalle della spiaggia sono presenti piccoli cespugli di macchia mediterranea. In prossimità della spiaggia sono presenti alcuni servizi come bar, ristorante e un Hotel. La spiaggia della Cala del Nido d’Aquila è piuttosto affollata in alta stagione.

La fortificazione detta Opera Nido d’Aquila

La Maddalena-Forte denominato Opera Nido d’AquilaAlle spalle del promontorio detto Punta Nido d’Aquila, che chiude ad nord l’insenatura, si erge l’imponente fortificazione denominata Opera Nido d’Aquila, che è facile capire dov'è perché le mura e l’ingresso sono proprio sulla strada. L’Opera è stata edificata tra il 1886 ed il 1889 per il munizionamento, la protezione della costa di ponente e per un’azione antiflotta, ed è stata rimodernata nel 1943 come opera antinave e antiaerea. Era pesantemente armata, con due cannoni da 343/30 a scomparsa come quelli dell’opera Punta Rossa su Caprera, tre cannoni da 149 B a scomparsa come quelli di Tegge, un cannone da 120 mm a tiro rapido, quattro cannoni da 57 Hotchkiss posti sul mare, ed otto mitragliatrici. Dalle enormi cannoniere da 343 si può discendere verso il mare e giungere alla batteria da 57 millimetri. La Maddalena-Forte denominato Opera Nido d’AquilaSul fianco sinistro della Batteria ed un poco indietro, sorge una casermetta a un solo piano con copertura leggera, in grado di ricoverare 46 uomini nonche i sottufficiali e due ufficiali, che, inoltre, contiene la stazione fotoelettrica, il cui riflettore è stato posizionato sul culmine della roccia a ponente, ove è stato costruito il casotto con il ricovero, nonche il piano inclinato per trasportare il riflettore sul posto di funzionamento. La fortificazione è stata riutilizzata da privati che hanno fatto di essa la loro abitazione, ed attualmente non è del tutto visitabile in quanto gli abitanti hanno chiuso e privatizzato alcune aree, e non guardano di buon occhio quando ti aggiri nelle vicinanze. È presente anche una postazione telemetrica con cupola in acciaio non corazzata, che è diventata uno stendi biancheria.

La Punta Tegge con la fortificazione detta Opera Punta Tegge

La Cala Nido d’Aquila è chiusa a sud da un promontorio che si sviluppa nel mare con la scogliera di Tegge, dopo il quale una piccola insenatura è chiusa a sud dalla Punta Tegge, che si trova all’estremo sud occidentale dell’Isola. Punta Tegge prende il nome dagli scogli levigati che circondano l’arenile della sua spiaggia, i quali venivano usati dalle famiglie più povere per costruire i tetti delle case.

La Maddalena-Forte denominato Opera Punta Tegge Al centro della Punta Tegge si trovano i resti della struttura militare chiamata Opera punta Tegge, costruita anch’essa tra il 1886 ed il 1889 dietro un grande scoglio che la copre dal largo per non essere vista dal mare. Era armata con due cannoni da 149 B a scomparsa, uno più in alto scavato in una formazione di granito e collegato dalle caserme da una scala in pietra e l’altro poco sotto, e sei cannoni da 57 Hotchkiss posti sul mare posizionati a V. Negli anni succcessivi sono stati installati anche cannoni antiaerei. I cannoni sono conservati ancora oggi all’interno della batteria. Compito era la difesa dello sbarramento di ponente e di fornire un aiuto all’Opera Nido d’Aquila, posta un poco più a nord rispetto ad essa. Il cancello di accesso è chiuso, dato che le caserme sono state restaurate per giochi estivi. Si può, comunque, accedere alle postazioni passando da d’ietro. Dall’insediamento militare si può godere di un panorama affascinante che da sull’arcipelago e sulla scogliera di Tegge, caratterizzata da rocce granitiche piatte di fronte ad un mare cristallino.

Sul promontorio di Punta Tegge si trova la spiaggia di Tegge con lo Scoglio Bianco

La Punta Tegge è situata nell’estremità sud occidentale dell’isola e, come la limitrofa Cala Nido d’Aquila si affaccia sulla Rada della Maddalena, che fronteggia il verde promontorio di Punta Sardegna, ed è inoltre sovrastata dalle maestose rocce granitiche delle strutture del Forte di Punta Tegge. Sul lato orientale del promontorio di Punta Tegge si trova la spiaggia di Tegge.

La Maddalena-Spiaggia di Punta TeggeLa Maddalena-Spiaggia di Punta TeggeSul lato orientale del promontorio di Punta Tegge, si trova la spiaggia di Tegge molto frequentata, che permette un facile accesso alle persone disabili. La spiaggia di Punta Tegge ha un arenile di una cinquantina di metri, ai quali si aggiungono altre ridotte lingue di sabbia, che è costituito da sabbia dorata scura, grossolana, e affascinanti rocce erose dal vento in suggestive forme sulla zona nord. Il mare è di colore verde azzurro che sfuma nel blu; il fondale è quasi subito roccioso e profondo. Il posto, oltre a delle spiaggette molto carine e variegate, offre anche una stupenda scogliera granitica pianeggiante, di fronte a Porto Rafael e all’isola Spargi. Nella località è presente uno dei locali storici dell’arcipelago, il Bar di Zi Antò, il quale offre la possibilità di ristoro sia a pranzo che a cena con pasti leggeri e veloci, come bruschette e snacks vari, e nel quale, inoltre, vengono organizzate delle serate a tema con danzanti e musica dal vivo in vari generi musicali, tra cui il jazz.

La bandiera BluLa spiaggia di Tegge è stata insignita anche per il 2018 della Bandiera Blu della Federazione Europea dell’Ambiente, che celebra non solo le migliori spiagge del nostro paese, ma anche quelle con i maggiori servizi sul territorio. Obiettivo principale del programma Bandiera Blu è quello di indirizzare la politica di gestione locale di numerose località rivierasche, verso un processo di sostenibilità ambientale.

La Maddalena-Lo Scoglio BiancoNel mare, proprio di fronte alla punta Tegge, è presente il cosiddetto Scoglio Bianco. Con questo nome viene indicato uno scoglio sopra il quale è stata edificata nel 1888 una struttura colonnare, ossia un cippo in granito bianco, che costituisce una struttura atta a segnalare il punto nel quale si trova, all’interno della rete trigonometrica impiantata dall’Istituto Geografico Militare, ossia dall’IGM, per determinarne le posizioni utilizzando il sistema GPS. La rete trigonometrica è costituita da punti geodetici, simili alle vecchie pietre miliari romane, costituiti da un basamento orizzontale in cemento sul quale sono presenti dei cippi cilindrici, quasi tutti leggermente appuntiti alla loro sommità.

Il forte di Santa Teresa detto anche Sant’Elmo o Tegge

La Maddalena-Forte di Santa Teresa detto anche Sant’Elmo o TeggeSul lato sinistro della SP114 si erge il Forte di Santa Teresa detto anche Forte Sant’Elmo o Forte di Tegge che risale al diciannovesimo secolo, edificato a scopo di difesa. Uno dei primi costruiti nell’arcipelago da parte dei Piemontesi, nasce posteriormente al 1793 perché durante l’attacco francese non esisteva ancora. Fu proprio quell’occasione a dimostrare la necessita di armare la punta Tegge per difendere l’accesso occidentale alla rada, ed infatti, il 22 febbraio 1793, dopo che la flotta francese, passata indenne nel canale fra punta Sardegna e la Maddalena, getta le ancore nel canale di Mezzoschifo, si rende necessario impiantare proprio a Tegge una batteria, che riesce, grazie ad un nutrito bombardamento a palle infuocate, a costringere l’ammiraglia francese a battere in ritirata e cercare riparo verso la Cala di Villamarina. Divenuta di proprietà privata già dalla meta del novecento, il forte viene abbandonato ed appare oggi in rovina.

La Villa Webber in cui fu tenuto prigioniero Mussolini

La Maddalena-La villa Webber in cui fu tenuto prigioniero MussoliniProseguendo sulla SP114, percorriamo ancora quattrocento metri da dove abbiamo preso le deviazioni per punta Tegge e per il forte di Santa Teresa, e troviamo la deviazione sulla sinistra in via don Vico, la percorriamo per trecentocinquanta metri, ed arriviamo in uno spiazzo, dove, un cancello chiuso sulla destra, ci porterebbe a visitare, dopo trecentocinquanta metri, la Villa Webber. Costruita a fine ottocento su un promontorio in località Padule, deve il nome al suo primo proprietario, l’inglese James Phillipps Webber, che la fa costruire in un raffinato e un pò improbabile stile moresco-Italiano. Webber lascia l’Australia dove si era arricchito con una proficua attività agricola, dopo aver venduto tutte le sue tenute, e dopo un lungo viaggio attraverso la Cina, per arrivare in Inghilterra, da dove inizia a viaggiare per il Mediterraneo fino a giungere a la Maddalena, dove arriva nel 1855, e qui vive per 25 anni, fino alla sua morte. L’attuale pineta non è in gran parte quella originaria, difatti, a causa di un incendio doloso avvenuto in una notte di fine estate del 1865, il boschetto del Webber viene quasi completamente bruciato ed è necessario ripristinarlo dopo qualche anno. Dell’incendio i sospetti cadono sopra Natale Beretta, che per questo si dà per quattro anni nella macchia impenetrabile dell’isola Spargi, creando la leggenda del bandito imprendibile, fino a che non viene celebrato il processo che, grazie a particolari testimoniane, lo assolve. Di certo sappiamo che Webber è un ricco commerciante, amante dell’arte e della cultura, ed all’interno della villa si trovavano mobili e soprammobili preziosi, dipinti d’autore e una grande collezione di libri. La villa viene abitata fino al 1928, poi parte degli arredi vengono messi all’asta, finche nel 1943, nel pieno della Seconda Guerra Mondiale, viene requisita dallo Stato regio Italiano, per diventare provvisoriamente una prigione per Benito Mussolini, che vi viene nascosto dal 7 al 27 agosto 1943, prima di essere trasferito sul Gran Sasso dove tenterà di suicidarsi tagliandosi le vene, per poi essere liberato dai tedeschi.

Torniamo all’abitato de la Maddalena

La Maddalena-Spiaggia di Punta NeraDa questo punto la strada panoramica ossia la SP114 segue la linea della costa e passa la Punta Nera sulla quale è presente l’Hotel Il Gabbiano che è stato il primo Hotel dell’isola della Maddalena e che vanta una banchina privata. Passatta la Punta Nera, la strada panoramica ci riporta all’interno del centro abitato de la Maddalena. Sulla costa si trovano diverse spiaggette e piccoli moli di attracco per piccole imbarcazioni, e tra questi va citata in particolare la piccola spiaggia di Punta Nera, detta anche spiaggia di Punta Niedda, che è ubicata all’inizio del lungomare di via Padule, ossia della SP114, e che è raggiungibile anche direttamente dal centro abitato de la Maddalena in automobile.

La prossima tappa del nostro viaggio

Nella prossima tappa del nostro viaggio, visitata l’isola la Maddalena, ci recheremo a visitare l’isola di Caprera che è stata l’ultima dimora e il luogo della morte di Giuseppe Garibaldi.


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