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Maracalagonis i dintorni con le diverse chiesa campestri ed il sito archeologico di Sirigraxiu e con la sua costiera


In questa tappa del nostro viaggio, ci recheremo a visitare Maracalagonis che vedremo il suo centro ed i suoi dintorni con le diverse chiesa campestri e con la sua bella costiera meridionale.

Il Campidano di Cagliari

Il Campidano di CagliariIl Campidano è la grande pianura della Sardegna sud occidentale compresa tra il golfo di Cagliari e quello di Oristano, ha una lunghezza di circa cento chilometri e presenta la massima altitudine di settanta metri sul mare. Deve le sue origini al colmarsi di una depressione geologica terziaria da parte di sedimenti marini, fluviali e vulcanici. Sono frequenti gli stagni costieri con acque salmastre, nell'angolo nord ovest della regione sfocia il fiume Tirso, che contribuisce all'irrigazione del Campidano, la rete idrografica è inoltre formata da piccoli Torrenti. La principale risorsa è l'agricoltura e si coltivano specialmente grano, viti, olivi, frutta e agrumi. Il Campidano di Cagliari comprende nella Provincia del Sud Sardegna i comuni di Decimoputzu, Monastir, Nuraminis, Samatzai, San Sperate, Villasor e Villaspeciosa. Comprende, inoltre, nella città metropolitana di Cagliari i comuni di Assemini, Cagliari, Capoterra, Decimomannu, Elmas, Maracalagonis, Monserrato, Quartu Sant'Elena, Quartucciu, Selargius, Sestu, Settimo San Pietro, Sinnai, Uta. I comuni di Samassi, Serramanna e Serrenti si trovano tra il Monreale ed il Campidano di Cagliari, i comuni di Pula, Villa San Pietro e Sarroch si trovano tra il Sulcis ed il Campidano di Cagliari, così come Soleminis si trova tra il Campidano di Cagliari e il Parteòlla, per cui possono essere considerate appartenenti all'una o all'altra di queste regioni. Geograficamente rappresenta la parte più meridionale della pianura del Campidano, che ha come suo centro principale Cagliari, nonche Quartu Sant'Elena ed i comuni immediatamente a nord ovest del capoluogo sardo. Si affaccia sul mare e comprende la costa orientale del golfo di Cagliari, fino al paese chiamato Villasimius.

In viaggio verso Maracalagonis

In una precedente tappa eravamo arrivati a visitare Selargius. Arriviamo a Maracalagonis da Selargius, dove dal centro, prendiamo verso nord est la via Roma, che esce dall'abitato con il nome di SP15, e, dopo circa un chilometro, incrociata la SS554, diventa la via del lavoro. La seguiamo, dopo un chilometro e trecento metri arriviamo alla rotonda in località Is Argiddas, alla quale possiamo arrivare anche da nord da Settimo San Pietro. Prendiamo l'uscita verso est e proseguiamo lungo la SP15 che, in poco più di cinque chilometri, ci porta all'interno dell'abitato di Maracalagonis. Dal Municipio di Selargius a quello di Maracalagonis si percorrono 8.1 chilometri.

Il comune chiamato Maracalagonis

Maracalagonis: veduta dell'abitatoMaracalagonis-Stemma del comuneIl prazioso paese di Maracalagonis (altezza metri 86 sul livello del mare, abitanti 7.873 al 31 dicembre 2021) sorge nella zona orientale del Campidano di Cagliari, a circa diciassette chilometri dal capoluogo, incorniciato dal massiccio dei Sette Fratelli. È raggiungibile per mezzo della SS125 Orientale Sarda, che dista soli tre chilometri dall’abitato. Il territorio comunale, classificato di collina, presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate. In esso sono presenti lecceti e macchia mediterranea, con corbezzoli e mirto, nonché cisto e lentisco.

Origine del nome

Il suo nome dovrebbe derivare dall'unione dei nomi di due antichi villaggi separati, ossia del villaggio Mara e del villaggio Calagonis. Nel cinquecento, lo storiografo Padre Salvatore Vidal avrebbe fatto derivare la voce Mara dal termine semita Hamara, che significa Palude, e la voce Calagonis dal termine semita Chalaca, col significato di Luogo fertile, due termini che andrebbero d'accordo con gli aspetti geomorfici del territorio comunale.

La sua economia

Maracalagonis: la Scuola musicale di launeddasSi tratta di un centro rivierasco che, alle tradizionali attività agro pastorali, ha affiancato sia pur modeste iniziative industriali. L’agricoltura produce cereali, frumento, ortaggi, foraggi, vite, olivo, agrumi e frutta, e si pratica anche l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. L’industria è costituita da imprese che operano nei comparti alimentare, dei materiali da costruzione, della fabbricazione di apparecchi medicali, estrattivo, metalmeccanico ed edile. Maracalagonis-Il preparazione dei dolci tipiciIl terziario si compone di una sufficiente rete distributiva, ed inoltre è attiva la lavorazione artigiana dei dolci tipici, della cestineria, dei costumi sardi in broccato e delle sedie di legno intagliate. Da segnalare che nel paese è presente la Scuola musicale di launeddas, antico strumento sardo. Le bellezze naturali del territorio, che si estende fino al mare con le sue conosciutissime località turistiche di Geremeas, Baccu Mandara e Torre delle Stelle, offrono al turista un ambiente circondato dal profumo della macchia mediterranea, da splendide spiagge e da un mare cristallino e incontaminato. Le strutture ricettive, che comprendono un agriturismo, offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. Non manca, in occasione dei festeggiamenti, la possibilità di gustare gli ottimi prodotti locali come gli squisiti dolci tipici, soprattutto quelli di mandorle.

Brevi cenni storici

Il territorio di Maracalagonis viene abitato fino dall'Eneolitico, e lo testimonia il ritrovamento, in località Cuccuru Craboni, di una necropoli della Cultura di Monte Claro, che si sviluppa secondo la cronologia calibrata tra il 2700 ed il 2400 avanti Cristo, e, secondo una datazione più tradizionale, tra il 2400 ed il 2100 avanti Cristo, e che è stata in seguito riutilizzata anche nell'Età del Bronzo da popolazioni della Cultura di Bonnanaro. resti di nuraghi, una necropoli e il villaggio di Cann 'e Sisa attestano una consistente presenza nelle diverse fasi dell'epoca nuragica. Successivamente vi sono frequentazioni fenicie e puniche, tanto che, in località Carroi, sono state ritrovati i resti di un tempio punico, e due statue in pietra arenaria del dio Bes, che ora sono conservate al Museo Archeologico Nazionale di Cagliari. Durante la successiva dominazione romana, quando nascono diversi villaggi tra i quali Mara e Calagonis o Kalagonis, il territorio viene chiamato il Granaio della Sardegna. In località Sirigraziu sorgeva un tempio, purtroppo devastato dai tombaroli nel 1975. Nel medioevo il territorio fa parte del Giudicato di Càralis, nella curatoria del Campidano di Càralis. In seguito, caduto il Giudicato di Càralis, appartiene, fino al 1258, ai conti della Gherardesca, e poi al comune di Pisa. Per effetto di eredità e parentele da parte delle famiglie pisane, la villa viene data in dote ad Ugone III di Terranova e inglobato nel Giudicato di Gallura. Nel 1324, dopo la conquista aragonese, nasce Maracalagonis dall'unione di due località rurali contigue, quando gli abitanti di Calagonis, ormai in stato di abbandono, si trasferiscono a Mara, un villaggio dedito per lo più alla pastorizia. Il nuovo borgo entra a far parte del regnum Sardiniae, e nel 1355 re Pietro IV lo infeuda a don Enrico Alamar, in seguito nel 1462 viene venduta come feudo a don Giacomo Carroz, Visconte della Conte di Quirra, nel 1520 passa ai Centelles, che la amministrano anche durante il periodo austriaco. Nel 1557 un'epidemia di febbre spagnola e una invasione di cavallette africane decimano la popolazione. Dal 1739 passa al conte Osorio Cervellon de la Cueva, fino al 1839, successivamente entra a far parte del dominio dei Savoia, rimanendovi fino al 1848, quando acquista la sua indipendenza. In periodo fascista, nel 1929 diventa una frazione del comune di Sinnai, dal quale nel 1946 viene nuovamente separato. Nel 2016 viene cambiata la Provincia alla quale appartiene, passando dalla Provincia di Cagliari alla città metropolitana di Cagliari.

Personaggi nati a Maracalagonis

A Calagonis sono nati due personaggi riconosciuti come Santi dalla chiesa cattolica, ossia Santo Stefano di Calagonis, e Sant'Ilario che ne è stato il 46° papa. É nato anche, a metà del cinquecento, il padre osservante francescano e scrittore Giovanni Andrea Contini, conosciuto con lo pseudonimo Salvatore Vidal.

Santo Stefano di CalagonisUna tradizione locale che non è documentata prima del diciassettesimo secolo, narra di un giovane di nome Stefano, nato a Calagonis da padre pagano, convertito alla fede cristiana ad opera di Avendrace, chiamato in lingua sarda Tenneru, secondo la tradizione Vescovo di Carales dal 70 al 77, che verrà in seguito santificato. Sotto l'Imperatore Traiano, viene martirizzato nel 105, trafitto con un grosso chiodo in testa. di lui, in seguito divenuto Santo Stefano di Calagonis, venerato come Santo Patrono di Maracalagonis, nel paese sono conservate le reliquie, ossia il teschio col chiodo conservato in una teca d'argento, e le altre ossa, che sono riposte all'interno del suo simulacro, posizionato sotto l'altare maggiore nella chiesa parrocchiale di Maracalagonis a lui consacrata nel 1925.

Il papa IlarioNel periodo dell'occupazione vandalica due Sardi diventano pontefici, si tratta di Ilario e di Simmaco. Esattamente il quaranteseiesimo papa è stato Ilario di Calagonis, in seguito divenuto Sant'Ilario. Secondo il Liber Pontificalis, dopo la morte di papa Leone I, viene scelto per la successione un Sardo di nome Ilario. Con ogni probabilità egli viene consacrato nel 461. Il suo pontificato è caratterizzato dalla stessa politica del suo predecessore per la difesa dell'unità della chiesa, ed egli si occupa principalmente degli affari della chiesa in Gallia ed in Spagna, dato che, a causa della disorganizzazione politica dei due paesi, per salvaguardare la gerarchia cattolica, risulta importante fortificarne il governo. Nel 465 tiene a Roma un Sinodo, i cui atti ci sono stati trasmessi integralmente. Come papa scrive lettere sulla fede cattolica, con cui conferma i Concili di Nicea, di Efeso e di Calcedonia, mettendo in luce il primato della sede romana. Provvede, inoltre, ad abbellire la Basilica lateranense. Muore nel 468 e viene sepolto nella chiesa di San Lorenzo fuori le mura.

Padre Salvatore VidalPadre Salvatore Vidal è lo pseudonimo assunto da un certo Giovanni Andrea Contini, nato a Maracalagonis nel 1575. Egli studia a Cagliari, dove si laurea in diritto civile e canonico. Dopo esser stato consacrato sacerdote, per alcuni anni è commissario apostolico della Santa Croce. Nel 1617 diviene padre osservante francescano, e nel 1619 da Cagliari viene inviato in Spagna, dove dimora nel convento di Cartagena. In seguito si stabilisca a San Pietro in Montorio, a Roma, dove studia lingue orientali. Viaggia molto dimorando in numerosi conventi. Il religioso scrive in latino, sardo, castigliano e toscano, e pubblica ventisette opere di teologia, agiografia, storia, apologetica. Le sue opere sono pubblicate quasi tutte nella penisola italiana, e il suo interesse per la lingua sarda manifesta che nell'Isola esistevano correnti culturali che cercavano di contrastare l'ispanizzazione delle classi dirigenti dell'Isola.

Le principali feste e sagre che si svolgono a Maracalagonis

Maracalagonis: costume tradizionale di MaracalagononisA Maracalagonis è attiva l'Associazione Culturale Folkloristica S'Arrodia, i cui componenti si esibiscono nelle principali feste e sagre che si svolgono nel comune ed anche in altre località indissando i costumi tradizionali. Tra le principali principali feste e sagre che si svolgono a Maracalagonis, vanno citate a febbraio, la Festa di Sant’Ilario; Maracalagonis: locandina della Sagra su Pani e Sa TomataIl 19 marzo, la Festa di San Giuseppe; la prima domenica di maggio, la Festa campestre in onore di San Gregorio; tra l'ultima settimana di maggio e la seconda settimana di giugno la Festa della Madonna d’Itria; il 5 luglio, si festeggia il Patrono, che è Santo Stefano; sempre a luglio, si svolge il Festival Internazionale del Folklore; il 14 agosto, si tiene la Festa dell'Assunta; l’ultima domenica di agosto, la Festa cempestre di San Basilio; a ottobre, si svolge la Sagra intitolata Su Pani e Sa Tomata, nella quale si possono degustare il pane tipico ed il pomodoro marese, un pomodoro dalle caratteristiche particolari, dato che le infiltrazioni saline nell'acqua usata per le colture dona a questi ortaggi un sapore unico nel suo genere.

Visita del centro di Maracalagonis

L'abitato, interessato da un fenomeno di forte crescita edilizia, mostra l'andamento altimetrico tipico delle località collinari. Esso si caratterizza per la posizione delle case, organizzata secondo maglie che ripetono, nel loro orientamento, quello dei lotti agricoli. Sono presenti due tipologie abitative, delle quali la più antica è quella tipica campidanese, dell'abitazione con la corte antistante. Successivamente si è sviuppato un nuovo tipo di abitazione costituita da edifici a due piani, dei quali quello abitativo sul fondo del Lotto, mentre il secondo, di servizio, a filo strada, con il portale passante su di un lato.

Il Cimitero di Maracalagonis

Maracalagonis-Ingresso del Cimitero di MaracalagonisArriviamo a Maracalagonis provenendo da Selargius o da Settimo San Pietro con la SP15, che entra nel paese da ovest. Appena superato il cartello segnaletico che indica l'ingresso nell'abitato, si trova alla destra della strada il muro di cinta del Cimitero di Maracalagonis, il cui ingresso si trova una cinquantina di metri più avanti. Percorsi meno di cento metri, arriviamo a un bivio, dal quale sulla destra parte la via della Circonvallazione, che scorre da nord a sud ad ovest dell'abitato, mentre sulla sinistra parte la via Cagliari, che ci porta nel centro.

La chiesa parrocchiale dedicata a Santo Stefano e consacrata alla Vergine degli Angeli

Presa a sinistra la via Cagliari, percorsa per duecentocinquanta metri troviamo sulla destra la deviazione nella via Nazionale, che percorre da nord a sud tutto l'abitato. Superiamo questa deviazione e, dopo una trentina di metri, vediamo, sulla sinistra della strada, la piazza Giovanni XXIII, sulla quale si affaccia la Chiesa della Vergine degli Angeli che è la parrocchiale del paese. La chiesa, Dedicata a Santo Stefano viene consacrata alla Vergine degli Angeli, perché nell'altare maggiore c 'era, fino a pochi anni fa, la statua della Vergine circondata da angeli, che è stata per questo scambiata per la Vergine degli Angeli, e perciò nel 1900 l'altare maggiore è stato consacrato sotto questo titolo. Oggi la chiesa si presenta con tre diversi stili architettonici. Edificata nel 1225 in stile romanico, dell'edificio iniziale restano solo le archeggiature pensili del fianco esterno destro. Viene quindi gravemente danneggiata da un incendio nel 1551, e quindi quasi completamente ricostruita in stile gotico aragonese, come si vede nelle arcate a sesto acuto che separano la navata centrale da quelle laterali, e nelle cappelle, tre a sinistra ed una a destra, coperte da volte a crociera costolate. Ai primi del diciassettesimo secolo viene realizzato il presbiterio, a pianta quadrata su cui S'imposta la cupola ottagonale raccordata mediante voltine costolate, ancora gotico ma non privo di influenze rinascimentali, ed interessante è l'arco con riquadri a rilievo che collega la zona presbiteriale alla navata, anch'esso con influenze rinascimentale. Anche il prospetto esterno è in uno stile rinascimentale sardo, nella quale, l'imponente facciata di colore bianco, arricchita da quattro lesene laterali di colore più scuro, ospita un bel portone ligneo intarsiato preceduto da una breve scalinata. L'ingresso è sovrastato da una lunetta vetrata di forma semicircolare e da un timpano triangolare con cornici aggettanti. Sul lato destro dell'edificio si eleva il campanile a pianta quadrata, con finestrelle ogivali e concluso da una bella cupola decorata con croce. All'interno, la navata centrale ha una copertura a botte, mentre quelle laterali hanno volte a crociera. La chiesa conserva anche alcune reliquie di Santo Stefano, la scatola cranica che è custodita in un'urna d'argento, e resti delle ossa, all'interno della statua che si trova sotto l'altare maggiore. Conserva anche uno splendido Polittico del 1423 di Berengario Piccalul ritoccato da Pietro Cavaro, nella predella episodi della vita di Sant’Antonio di Padova, e due bassorilievi in marmo del decimo secolo raffiguranti dei leoni. In sagrestia si trovano due tele trovate nell'antica chiesa di Santo Stefano tra le rovine di Calagone, raffiguranti il martirio del Santo e la caduta degli Angeli ribelli.

Maracalagonis-Chiesa parrocchiale della Vergine degli Angeli Maracalagonis-Chiesa parrocchiale della Vergine degli Angeli: facciata Maracalagonis-Chiesa parrocchiale della Vergine degli Angeli: archeggiature pensili del fianco esterno destro Maracalagonis-Chiesa parrocchiale della Vergine degli Angeli: campanile Maracalagonis-Chiesa parrocchiale della Vergine degli Angeli-Interno Maracalagonis-Chiesa parrocchiale della Vergine degli Angeli: altare centrale Maracalagonis-Chiesa parrocchiale della Vergine degli Angeli: Polittico di Berengario Piccalul ritoccato da Pietro Cavaro Maracalagonis-Chiesa parrocchiale della Vergine degli Angeli: la statua di Santo Stefano addobbata per la festa

Maracalagonis-Trasporto della urna con il cranio nella Festa di Santo StefanoOgni anno, il 5 luglio, nella Festa di Santo Stefano si celebra il Patrono, e si espone alla venerazione dei fedeli e si porta in processione il suo teschio col chiodo, conservato in una teca d’argento. Una seconda Festa dedicata a Santo Stefano si svolge il 5 novembre, in ricordo di un episodio del 1931, quando, mentre un'alluvione stava spazzando via il paese, e gli abitanti terrorizzati, si rifugiano nella chiesa, il luogo più alto e più sicuro, e qui, in preda alla disperazione, invocano l’aiuto del Santo, il quale dopo l’invocazione, fa smettere di piovere.

Vicino alla chiesa parrocchiale si trovano la statua di Padre Pio ed il monumento al Milite Ignoto

Davanti all'edificio, protetta da un'elegante recinzione, si trova una bella Statua di Padre Pio da Pietralcina. Inoltre, davanti al maestoso campanile, all'interno di un'aiuola fiorita, sorge il Monumento del Milite Ignoto eretto in memoria dei caduti in guerra.

Maracalagonis-Statua di Padre Pio da Pietralcina Maracalagonis-monumento al Milite Ignoto

Il Municipio Vecchio di Maracalagonis

Maracalagonis-Municipio Vecchio di MaracalagonisProseguendo lungo la via Cagliari, dopo centocinquanta metri questa strada incrocia la via Roma, e, dopo l'incrocio, prosegue con il nome di via Umberto I. All'angolo tra la via Roma e la via Umberto I si trova il fabbricato denominato Municipio Vecchio che risale alla fine del 1800, e ricade nel centro storico di Maracalagonis. È disposto su due livelli, con murature portanti in pietra e tetto in legno. La sua edificazione è avvenuta in due periodi distinti, ossia la realizzazione del piano terra risale al 1878, mentre l'ampliamento con l'edificazione del secondo livello risale al primo decennio del ventesimo secolo. Lo stile, proprio del periodo neoclassicista, comporta l'assoluta simmetria dei prospetti. All'interno sono presenti diversi elementi costruttivi di pregio, come gli archi in laterizio, soffitti con travi in legno e volte a vela, stipiti in pietra arenaria.

La chiesa romanica di Nostra Signora d'Itria

Lettura di 'Contributo allo studio dell'architettura romanica in sardegna-Chiesa di Nostra Signora d'Itria a Maracalagonis'Dalla via Cagliari, prendiamo la via Roma verso sinistra, e, dopo cento metri, vediamo, alla sinistra della strada, l'attuale facciata della Chiesa romanica di Nostra Signora d'Itria. Questa chiesa viene edificata in stile romanico alla fine del tredicesimo secolo a breve distanza dalla parrocchiale, e presenta una pianta articolata in tre navate, scandite da arcate sostenute da massicce colonne, con la copertura del soffitto realizzata in legno intarsiato. All'interno, agli inizi del novecento, viene cambiata la disposizione dell'asse liturgico, spostando l'altare dove precedentemente era l'ingresso, e con la costruzione di una nuova facciata, con un porticato, ricavata dove era il lato posteriore della chiesa. Si può comunque vedere, sul retro, l'originario prospetto in stile romanico, con paraste d'angolo, lesene decorate, e con al centro il portale architravato sormontato da una piccola finestra ad arco acuto. L'attuale facciata presenta, invece, un ampio portico, con arco d'ingresso a tutto sesto, chiuso da cancello di ferro, è dotata di ampi finestroni laterali, e di un semplice tetto a capanna in tegole. Al di sopra della facciata è presente un ampio campanile a vela a una sola campana, sormontato da una raffinata croce.

Maracalagonis-Chiesa romanica di Nostra Signora d'Itria: l'attuale facciata Maracalagonis-Chiesa romanica di Nostra Signora d'Itria: la facciata originale Maracalagonis-Chiesa romanica di Nostra Signora d'Itria-Interno Maracalagonis-Chiesa romanica di Nostra Signora d'Itria: vestizione del simulacro della Madonna per la sua festa

Maracalagonis-Il processione notturna per la Festa di Nostra Signora d'ItriaA Maracalgonis, tra l'ultima settimana di maggio e la seconda settimana di giugno si tiene la Festa della Madonna d'Itria, che sarebbe documentata già dal diciassettesimo secolo, quando, a quanto scrive Vittorio Angius, già nel 1842 la chiesa sarebbe stata servita dalla Confraternita del Rosario. Per la festa, il simulacro della Madonna, addobbato a festa, viene portato in processione alla sua chiesa alla parrocchiale, dove si svolgono le cerimonie religiose, per poi fare ritorno nella sua chiesa con una processione notturna per le vie del paese.

La chiesa di Santa Lucia Martire

Passata la chiesa romanica di Nostra Signora d'Itria, proseguiamo lungo la via Roma e, dopo un'ottantina di metri, prendiamo verso destra la deviazione nella via Santa Lucia che, dopo centosettanta metri, termina di fronte alla facciata della piccola Chiesa di Santa Lucia Martire. Viene edificata intorno al 1600, a una sola navata, ed in seguito, verso il 1700, viene cambiata la disposizione dell'asse liturgico, invertendo l'orientamento dell'ingresso che precedentemente era orientato ad est e che viene orientato ad ovest, per paura che il fiume che scendeva dai monti di Sinnai e che passava proprio di fronte alla chiesa, potesse straripare ed inondarla. Nel 1856 e nel 1906, anni in cui il paese viene colpito dalla pestilenza, si erige un muro intorno alla chiesa, ed al suo interno venono seppelliti i morti. In seguito, con il passare degli anni, il muro crolla, ed al suo posto cresce la vegetazione. La chiesa presenta una struttura caratterizzata da una pianta di forma rettangolare articolata un un'unica navata. Nella modesta facciata di colore bianco si trova un portale ligneo, inserito in una semplice cornice e sovrastato da una finestra vetrata di forma rettangolare. Il prospetto a capanna, con copertura in tegole, è concluso da un bel campanile a vela dotato di una campana e sormontato da una croce.

Maracalagonis-Chiesa di Santa Lucia Martire Maracalagonis-Chiesa di Santa Lucia Martire-Interno Maracalagonis-Chiesa di Santa Lucia Martire-Simulacro della Santa

Maracalagonis-Il processione e falò per la Festa di Santa LuciaOgni anno, il 13 dicembre, giorno della ricorrenze della sua morte, a Maracalagonis si celebra la Festa di Santa Lucia. Il mattino presto si celebra una messa nella piccola chiesa a lei dedicata, alla quale partecipa la popolazione. In seguito, la sera al tramonto, il simulacro della Santa viene portato in processione, e nelle vie del paese si accendono dei fuochi, per ricordare la sua morte nel rogo.

Il Municipio di Maracalagonis

Maracalagonis-Municipio di MaracalagonisDal bivio all'ingresso in Maracalagonis con la SP15, presa a sinistra la via Cagliari, la percorriamo per duecentocinquanta metri e troviamo sulla destra la deviazione nella via Nazionale, che si svoluppa da nord a sud percorrendo tutto l'abitato. Prendiamo la via Nazionale, e, dopo altri duecentocinquanta metri, vediamo alla sinistra della strada, al civico numero 49, l'edificio che ospita il Municipio di Maracalagonis, con la sua sede ed i suoi principali uffici.

La piazzetta Salvatore Vidal con il monumento dedicato a questo padre osservante francescano

Maracalagonis: la piazzetta Salvatore VidalPercorsi circa un'ottantina di metri verso sud lungo la via Nazionale, arriviamo dove parte verso sinistra la via Dante. La superiamo e roseguiano verso sud per altri centosessanta metri lungo la via Nazionale, e vediamo che, alla destra della strada, si apre la Piazzetta Salvatore Vidal con al centro il monumento dedicato a questo padre osservante francescano e scrittore nato a Maracalagonis, con al centro il suo busto in bronzo.

Il parco pubblico Urbano dedicato a Gualtiero Gessa

Maracalagonis-Il parco comunale GessaCirca quaranta metri più avanti, dalla sinistra della via Nazionale parte la via Gualtiero Gessa, lungo la quale, percorsa una sessantina di metri, alla sinistra si sviluppa il grande Parco pubblico Urbano dedicato all'Assistente della Polizia di Stato Gualtiero Gessa, morto in seguito alle ferite riportate in un incidente di elicottero a Borore durante un volo di addestramento. All'interno del parco si svolgono attività ricreative e sociali, di aggregazione e di sviluppo turistico. Il parco è dotato soprattutto di giochi per i bambini.

All'uscita verso sud di Maracalagonis ha sede la Cantina Sociale di Quartu Sant'Elena

Passato il parco pubblico, proseguiamo per trecentocinquanta metri versu sud lungo la via Nazionale, e qui, uscendo da Maracalagonis verso sud in direzione di Quartu Sant'Elena, alle ultime case dell'abitato, si trova alla sinistra della strada, al civico numero 151, la sede della importante Cantina Sociale di Quartu Sant'Elena.

Maracalagonis: la Cantina Sociale di Quartu Sant'Elena Maracalagonis: la Cantina Sociale di Quartu Sant'Elena

I vini della Cantina Sociale di Quartu Sant'ElenaLa Cantina Sociale di Quartu Sant'ElenaLa Cantina Sociale di Quartu Sant'Elena costituita nel 1926 ad opera di un gruppo di viticoltori della zona del Basso Campidano, territorio a vocazione vitivinicola per eccellenza, al fine di tutelare, conservare e tramandare l'arte del vino. La Cooperativa ha puntato la sua politica aziendale sulla microvinificazione, che privilegia la qualità del prodotto piuttosto che la quantità, e, per fare questo, si occupa della tutela dei vitigni autoctoni, vinificando in purezza le qualità Nasco, Moscato e Malvasia. La Cantina Sociale produce diversi vini Doc di Sardegna (Cannonau di Sardegna Sant'Elena, Monica di Sardegna Tuerra, Vermentino di Sardegna Arenas) e vini Doc di Cagliari (Nuragus di Cagliari nuraghe luas, Moscato di Cagliari Pascas, Nasco di Cagliari Apassili).

Gli impianti del centro sportivo comunale Polifunzionale

Percorrendo altri quattrocento metri verso sud lungo la via Nazionale, prendiamo la deviazione sulla sinistra seguendo le indicazioni per i campi del Tennis Club di Maracalagonis, che ci porta agli impianti del Centro sportivo comunale Polifunzionale di Maracalagonis. Percorsa per un'ottantina di metri questa deviazione che si muove verso est, vediamo a destra la deviazione in una stretta parallela che, in una sessantina di metri, ci porta a vedere a destra l'ingresso del Campo da calcio con fondo in terra battuta, dotato di tribune nelle quali possono essere ospitati fino a 120 spettatori. Alla destra del Campo da calcio, un poco più a sud, si trova il Campo da tennis, sede del Tennis Club, dotato di tribune in grado di ospitare una ventina di spettatori. Lungo la deviazione, un centinaio di metri più avanti si trova, sempre alla destra, il Palazzetto dello Sport, che ospita una Palestra dotata di tribune in grado di ospitarei fino a 700 spettatori, nella quale si svolgono incontri di calcio, calcetto ossia calcio a cinque e pallacanestro. Subito a destra del palazzetto dello Sport, un poco più a sud, si trova, inoltre, una ex pista per Minimoto, attualmente utilizzata come Pista da Pattinaggio e Pista per Go Kart, che non e dotata di tribune.

Maracalagonis-Impianti Sportivi: Campo da calcio Impianti Sportivi: campo del Tennis Club Maracalagonis-Impianti Sportivi-Il palazzo dello Sport Maracalagonis-Impianti Sportivi: la Palestra all'interno del palazzo dello Sport Maracalagonis-Impianti Sportivi: la pista per Go Kart

I dintorni di Maracalagonis

Vediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell'abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Maracalagonis, sono stati portati alla luce i resti della tomba di giganti Murta Sterria 'e Pizzus; dei nuraghi semplici Beduzzu, de S'Ascedu, Sa Madrina, S'Arrumbulada; del nuraghe complesso monte Eghedda; ed anche dei nuraghi Baccu Pilleri, Bidda Beccia, Brebexili, de Sottu, di Sant'Elena, lianu, monte Fenugu, Piccia, Sa Guardia, Sa Sedda S'Omu, S'Arridellarxiu, su reu, tutti di tipologia indefinita. Il territorio comunale di Maracalagonis si estende verso sud est fino a raggiungere il mare.

Il sito archeologico di Sirigraxiu

Dal Municipio di Maracalagonis, percorsi circa un'ottantina di metri verso sud lungo la via Nazionale, arriviamo dove parte verso sinistra la via Dante. Prendiamo questa strada che si dirige verso nord est, la seguiamo per poco più di cinquecento metri, poi svoltiamo a detra e prendiamo la via San Basilio, che, dopo duecento metri, esce dall'abitato come prosecuzione della via San Basilio. Questa strada, dopo sette chilometri ed ottocento metri, va ad immettersi sulla SS125, la nuova strada che porta, oggi, a San Basilio.

Maracalagonis-Scavi nel sito archeologico di SirigraxiuDa dove la abbiamo presa, seguita la prosecuzione della via San Basilio per quattro chilometri e trecento metri, si trova alla sinistra della strada il Sito archeologico di Sirigraxiu nel quale è stata effettuata la prima campagna di scavi dei primi anni ottanta del secolo scorso, limitata ad una piccola porzione dell'area, con il rinvenimeto di frammenti ceramici che hanno fatto avanzare l'ipotesi di un insediamento punico. La seconda campagna di scavi, condotta nel 1996su un'area più vasta, ha portato al rinvenimento di murature che hanno mostrato l'esistenza di un complesso articolato in più vani, ed, attorno ad esso, di una recinzione perimetrale realizzata con pietre di varie dimensioni. Si è rinvenuta anche una vasca, inserita su un pavimento in calce, di cui però si ignora la funzione. Alcuni frammenti di piatti si riferiscono a produzioni africane del sesto secolo, mentre resti di ceramiche realizzate in argilla chiara e decorate con sovrapitture risalgono agli ultimi secoli del primo millennio. Altre tipologie ceramiche rinvenute, come la maiofica arcaica di produzione pisana, risalgono al periodo tra il tredicesimo ed il quattordicesimo secolo, e quelle di produzione valenzana tra quast'ultimo ed il quindicesimo secolo. Purtroppo, agli interventi di recupero, non è seguita la necessaria opera di restauro e la messa a disposizione dei visitatori.

I resti della tomba Bizantina ritrovata in località rio Sicci

Presa verso sud la SP15, un paio di chilometri a sud dell'attuale abitato,su un'altura prospicente la località Santu Stevini, dove si trovava la Chiesa di Santo Stefano di Calagonis, che era la villa poi abbandonata e distrutta nella quale sono state rinvenuti frammenti di raffinate decorazioni marmoree ed alcune epigrafi oggi conservate nella chiesa parrocchiale, in località rio Sicci, nel 2002 è stata messa in luce una particolare Tomba Bizantina a camera con copertura a botte, di grandi dimensioni, e di sicura rilevanza nel panorama dei ritrovamenti degli ultimi venti anni. Maracalagonis-Resti della tomba Bizantina ritrovata in località rio SicciLa caratterizzano l'accuratezza della struttura, con pietre sagomate per la specifica posizione o tagliate per l'incastro con le altre, e l'ampiezza del vano coperto. All'interno della tomba sono stati rinvenuti undici scheletri, accuratamente accostati fra loro, se pure in condizioni di conservazione precarie, con la disposizione dei corpi parallela alla parete in cui si apre l'ingresso, uno solo accostato alla parete sinistra, dietro l'allineamento dei crani degli altri individui. Sollevata rispetto al pavimento era la porta, che immetteva alla camera. Purtroppo, ai primi interventi di recupero, neppure per questa tomba è seguita la necessaria opera di completamento dello scavo e soprattutto il suo restauro e la messa a disposizione dei visitatori.

Le frazioni villaggio delle Rose e villaggio dei Gigli

Presa verso sud la SP15, a due chilometri ed ottocento metri dal Municipio, arriviamo a una rotonda, alla quale la terza uscita ci porta sulla SS125 Orientale Sarda. A sei chilometri e seicento metri da dove abbiamo imboccato la SS125 Orientale Sarda, seguendo le indicazioni per il villaggio delle Rose, prendiamo a destra la strada bianca denominata via del Mirto, che, in poco più di cinquecento metri, ci porta all'interno della frazione Villaggio delle Rose (altezza metri 130, distanza 10.2 chilometri, circa 110 abitanti), nella quale sono presenti complessivamente 75 edifici.

Proseguendo per un altro chilometro e cento metri, ci raggiunge dalla sinistra la prosecuzione della via San Basilio, che arriva dall'abitato di Maracalagonis. Percorso ancora un chilometro e trecento metri, seguendo le indicazioni per il villaggio dei Gigli, prendiamo a destra la deviazione che ci porta all'interno della frazione Villaggio dei Gigli (altezza metri 100, distanza 13.1 chilometri, circa 64 abitanti), nella quale sono presenti complessivamente 28 edifici.

Nella frazione San Basilio di Sinnai troviamo la chiesa di San Basilio Magno

Percorsi altri ottocento metri lungo la SS125 Orientale Sarda, subito dopo il cartello indicatore del chilometro 24, prendiamo sulla sinistra la via San Basilio, che ci porta in territorio di Sinnai, dove si trova la frazione Sinnai San Basilio (altezza metri 123 sul livello del mare, abitanti circa 27). Qui, la via San Basilio ci porta, in meno di duecento metri, a vedere sulla sinistra la facciata della bella seicentesca Chiesa di San Basilio Magno che si trova in un territorio a suo tempo ceduto dal feudatario in uso promiscuo ai comuni di Mara e Sinnai, e di cui una sentenza del 1850 assegna al comune di Sinnai la giurisdizione civile e alla parrocchia di Maracalagonis La giurisdizione religiosa. La chiesa e stata edificata nel 1600, ha una forma rettangolare, con una sola navata, ed è preceduta all'esterno da un piccolo loggiato, ai lati dei quale si trovano dei larghi muretti usati come sedili. Al centro di questo loggiato si trova la porta di accesso alla chiesa. Oggi il piazzale antistante la chiesa è particolarmente curato grazie all'intervento dei giovani del paese che con i fondi stanziati della regione e dal comune hanno completamente sistemato la zona. Nel piazzale sono presenti tre stanzette staccate dal corpo della chiesa, ossia tre Cumbessias, che un tempo servivano come alloggi per il Parroco e gli accompagnatori, ed attigua a queste c'è la stanza che alloggiava Su Còciu, ossia il cocchio del Santo.

Maracalagonis-Chiesa di San Basilio Magno Maracalagonis-Chiesa di San Basilio: facciata Maracalagonis-Chiesa di San Basilio-Interno

Maracalagonis: la Festa campestre di San Basilio Magno: trasporto dei simulacri di San Basilio e San GregorioMaracalagonis: la Festa campestre di San Basilio MagnoAncora oggi la Festa campestre di San Basilio Magno, che si celebra l'ultima domenica di agosto, è molto sentita dai Maresi, tanto che molti accompagnano a piedi in solenne processione, dalla parrocchiale di Maracalagonis sino alla chiesa a lui intitolata, il simulacro del Santo, collocato a bordo de Su Còciu unitamente a quello di San Gregorio. Per l'occasione vengono edificate delle capanne che accoglieranno i fedeli nel periodo della festa, mentre la statua del Santo viene ospitata nella chiesa a lui dedicata.

Maracalagonis: la Sagra campestre di San Basilio MagnoLa domenica, dopo i riti religiosi, si organizzano numerose manifestazioni civili, con balli e canti. I festeggiamenti vedono anche l’allestimento di diverse sagre, come quella della pecora, dell’uva e del pomodoro, nelle quali vengono esposti prodotti gastronomici ed oggetti di artigianato. Conclusi i riti religiosi e le manifestazioni civili, il lunedì la statua del Santo viene riaccompagnata in processione a Maracalagonis

Nella frazione San Gregorio di Sinnai troviamo la chiesa di San Gregorio

Da dove siamo arrivati alla località San Basilio, proseguiamo in territorio di Sinnai per altri tre chilometri, e, subito al cartello indicatore del chilometro 27 della SS125 Orientale Sarda, una deviazione sulla sinistra ci porta nella frazione Sinnai San Gregorio (altezza metri 264 sul livello del mare, abitanti circa 40), che si trova proprio ai piedi delle verdeggianti montagne dei Sette Fratelli.

Qui la via San Gregorio ci porta, in circa duecento metri, nella piazza della chiesa, dove si trova la Chiesa di San Gregorio che si trova in un territorio a suo tempo ceduto dal feudatario in uso promiscuo ai comuni di Mara e Sinnai, e di cui una sentenza del 1850 assegna al comune di Sinnai la giurisdizione civile e alla parrocchia di Maracalagonis La giurisdizione religiosa. L'edificio attuale è situato nel cuore di una vallata ricca di giardini e di vegetazione mediterranea, e, pur essendo di costruzione moderna essendo della prima metà del ventesimo secolo, si sovrappone ad un impianto ben più antico. Secondo le scarse notizie sulla sua origine, la chiesa originaria, infatti, sarebbe stata costruita forse nel 1600, probabilmente sopra le rovine di un'antica stazione romana, e riedificata intorno al 1818.

Maracalagonis-Chiesa di San Gregorio Maracalagonis-Chiesa di San Gregorio: facciata Maracalagonis-Chiesa di San Gregorio: altare maggiore

Maracalagonis: la Festa campestre di San GregorioGli abitanti di Maracalgonis celebrano la Festa campestre di San Gregorio la prima domenica di maggio. Anche per questa festa, come per quella di San Gregorio Magno, il tradizionale cocchio, ossia Su Còciu, trasporta la statua del Santo, assieme a quello di San Basilio Magno, dalla chiesa parrocchiale nell'omonima chiesa campestre nel borgo di San Gregorio, dove si svolgono i festeggiamenti religiosi e le diverse manifestazioni civili. Il lunedì la statua del Santo viene riaccompagnata in processione a Maracalagonis.

Dalla località Ponte piscina Nuscedda raggiungiamo le frazioni Baccu Curzu e Monti Nieddu

Presa verso sud la SP15, a due chilometri ed ottocento metri dal Municipio, arriviamo a una rotonda, alla quale la terza uscita ci porta sulla SS125 Orientale Sarda. La seguiamo per sei chilometri, ed arriviamo nella località Ponte piscina Nuscedda (altezza metri 55, distanza 8.8 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti). In questa località dalla strada statale parte, sulla destra, la Strada vicinale che collega Pixina Nuxedda con San Pietro Paradiso.

Presa la Strada vicinale, dopo duecento metri svoltiamo a sinistra e prendiamo la via monte Nieddu. La seguiamo per poco più di cinquecento metri e prendiao a destra la strada bianca chiamata via della Poiana, che, in duecento metri, ci porta all'interno della frazione Baccu Curzu (altezza metri 95, distanza 9.9 chilometri, circa 54 abitanti).

Evitando la deviazione per la frazione Baccu Curzu, proseguiamo per ottocentocinquanta metri sulla via monte Nieddu, e prendiamo a sinistra la via del Nibbio, la seguiamo per quasi trecento metri, poi prendiamo a destra la Traversa II della via del Nibbio, che, in trecento metri, ci porta alla frazione Monti Nieddu (altezza metri 135, distanza 10.8 chilometri, circa 65 abitanti).

Raggiungiamo la cascata di San Pietro Paradiso

Presa la Strada vicinale che collega Pixina Nuxedda con San Pietro Paradiso, evitiamo la deviazione nella via monte Nieddu e proseguiamo dritti. Maracalagonis: la cascata di San Pietro ParadisoProseguiamo evitando le deviazioni per cinque chilometri e duecento metri, prima di una stretta curva sulla destra, troviamo alla sinistra un piccolo spiazzo nel quale si può parcheggiare. Qui prendiamo a sinistra il sentiero che, in poco meno di centocinquanta metri, ci porta alla Cascata di San Pietro Paradiso. Si tratta di una cascata a carattere torrentizio, con un'altezza di circa sette metri e mezzo, che si trova a un'altezza di circa duecentocinquanta metri. La cascata è alimentata dall'acqua proveniente dai bacini di raccolta di Conca Mortorio e di Conca de su Serbonia, situati a poco più di settecentocinquanta metri. La cascata precipita in un laghetto di forma circolare, e le rive del laghetto sono ricoperte di ghiaietta determinata dai detriti trascinati dai Torrenti sovrastanti.

Passata la cascata si raggiunge la chiesa di San Pietro in Paradiso detta anche San Pietro Nuova

Maracalagonis-Chiesa di San Pietro in Paradiso detta anche San Pietro NuovaDa dove ci eravamo fermati per raggiungere la Cascata, proseguiamo lungo la Strada vicinale. La percorriamo passando accanto aila Tomba di giganti Is Concias, ossia Le Pietre, detta anche Sa Dom 'e S'Orcu, cha abbiamo descritto quando abbiamo illustrato i dintorni di Quartucciu. Percorsa per due chilometri e duecento metri, troviamo sulla destra la deviazione nella stradicciola che ci condurrebbe ai ruderi della Chiesa di San Pietro in Paradiso detta anche San Pietro Vecchia, che abbiamo anch'essa descritta nei dintorni di Quartucciu. Evitiamo la deviazione e proseguiamo dritti, dopo settecentocinquanta metri, nella località San Pietro Paradiso, si vede alla sinistra della strada la facciata della piccola Chiesa di San Pietro in Paradiso detta anche San Pietro Nuova, eretta nel 1940 per concessione di Saverio Orrù in un territorio a lui appartenente.

La costiera di Maracalagonis

Il territorio comunale di Maracalagonis si estende verso sud est fino a raggiungere il mare. La costiera di Maracalagonis comprende le frazioni di Geremeas, Baccu Mandara e parte di Torre delle Stelle, che visiteremo in una prossima tappa del nostro viaggio, quando illustreremo la Costiera meridionale del Campidano di Cagliari.

La prossima tappa del nostro viaggio

Nella prossima tappa del nostro viaggio, ci recheremo a visitare Sinnai che vedremo il suo centro ed i suoi dintorni con la Foresta Demaniale dei Sette Fratelli, e con la sua bella costiera meridionale.


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