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Maracalagonis i dintorni con le diverse chiesa campestri ed il sito archeologico di Sirigraxiu e con la sua costieraIn questa tappa del nostro viaggio, ci recheremo a visitare Maracalagonis che vedremo il suo centro ed i suoi dintorni con le diverse chiesa campestri e con la sua bella costiera meridionale. Il Campidano di Cagliari
In viaggio verso MaracalagonisIn una precedente tappa eravamo arrivati a visitare Selargius. Arriviamo a Maracalagonis da Selargius, dove dal centro, prendiamo verso nord est la via Roma, che esce dall'abitato con il nome di SP15, e, dopo circa un chilometro, incrociata la SS554, diventa la via del lavoro. La seguiamo, dopo un chilometro e trecento metri arriviamo alla rotonda in località Is Argiddas, alla quale possiamo arrivare anche da nord da Settimo San Pietro. Prendiamo l'uscita verso est e proseguiamo lungo la SP15 che, in poco più di cinque chilometri, ci porta all'interno dell'abitato di Maracalagonis. Dal Municipio di Selargius a quello di Maracalagonis si percorrono 8.1 chilometri. Il comune chiamato Maracalagonis
Origine del nomeIl suo nome dovrebbe derivare dall'unione dei nomi di due antichi villaggi separati, ossia del villaggio Mara e del villaggio Calagonis. Nel cinquecento, lo storiografo Padre Salvatore Vidal avrebbe fatto derivare la voce Mara dal termine semita Hamara, che significa Palude, e la voce Calagonis dal termine semita Chalaca, col significato di Luogo fertile, due termini che andrebbero d'accordo con gli aspetti geomorfici del territorio comunale. La sua economia
Brevi cenni storiciIl territorio di Maracalagonis viene abitato fino dall'Eneolitico, e lo testimonia il ritrovamento, in località Cuccuru Craboni, di una necropoli della Cultura di Monte Claro, che si sviluppa secondo la cronologia calibrata tra il 2700 ed il 2400 avanti Cristo, e, secondo una datazione più tradizionale, tra il 2400 ed il 2100 avanti Cristo, e che è stata in seguito riutilizzata anche nell'Età del Bronzo da popolazioni della Cultura di Bonnanaro. resti di nuraghi, una necropoli e il villaggio di Cann 'e Sisa attestano una consistente presenza nelle diverse fasi dell'epoca nuragica. Successivamente vi sono frequentazioni fenicie e puniche, tanto che, in località Carroi, sono state ritrovati i resti di un tempio punico, e due statue in pietra arenaria del dio Bes, che ora sono conservate al Museo Archeologico Nazionale di Cagliari. Durante la successiva dominazione romana, quando nascono diversi villaggi tra i quali Mara e Calagonis o Kalagonis, il territorio viene chiamato il Granaio della Sardegna. In località Sirigraziu sorgeva un tempio, purtroppo devastato dai tombaroli nel 1975. Nel medioevo il territorio fa parte del Giudicato di Càralis, nella curatoria del Campidano di Càralis. In seguito, caduto il Giudicato di Càralis, appartiene, fino al 1258, ai conti della Gherardesca, e poi al comune di Pisa. Per effetto di eredità e parentele da parte delle famiglie pisane, la villa viene data in dote ad Ugone III di Terranova e inglobato nel Giudicato di Gallura. Nel 1324, dopo la conquista aragonese, nasce Maracalagonis dall'unione di due località rurali contigue, quando gli abitanti di Calagonis, ormai in stato di abbandono, si trasferiscono a Mara, un villaggio dedito per lo più alla pastorizia. Il nuovo borgo entra a far parte del regnum Sardiniae, e nel 1355 re Pietro IV lo infeuda a don Enrico Alamar, in seguito nel 1462 viene venduta come feudo a don Giacomo Carroz, Visconte della Conte di Quirra, nel 1520 passa ai Centelles, che la amministrano anche durante il periodo austriaco. Nel 1557 un'epidemia di febbre spagnola e una invasione di cavallette africane decimano la popolazione. Dal 1739 passa al conte Osorio Cervellon de la Cueva, fino al 1839, successivamente entra a far parte del dominio dei Savoia, rimanendovi fino al 1848, quando acquista la sua indipendenza. In periodo fascista, nel 1929 diventa una frazione del comune di Sinnai, dal quale nel 1946 viene nuovamente separato. Nel 2016 viene cambiata la Provincia alla quale appartiene, passando dalla Provincia di Cagliari alla città metropolitana di Cagliari. Personaggi nati a MaracalagonisA Calagonis sono nati due personaggi riconosciuti come Santi dalla chiesa cattolica, ossia Santo Stefano di Calagonis, e Sant'Ilario che ne è stato il 46° papa. É nato anche, a metà del cinquecento, il padre osservante francescano e scrittore Giovanni Andrea Contini, conosciuto con lo pseudonimo Salvatore Vidal. Le principali feste e sagre che si svolgono a Maracalagonis
Visita del centro di MaracalagonisL'abitato, interessato da un fenomeno di forte crescita edilizia, mostra l'andamento altimetrico tipico delle località collinari. Esso si caratterizza per la posizione delle case, organizzata secondo maglie che ripetono, nel loro orientamento, quello dei lotti agricoli. Sono presenti due tipologie abitative, delle quali la più antica è quella tipica campidanese, dell'abitazione con la corte antistante. Successivamente si è sviuppato un nuovo tipo di abitazione costituita da edifici a due piani, dei quali quello abitativo sul fondo del Lotto, mentre il secondo, di servizio, a filo strada, con il portale passante su di un lato. Il Cimitero di Maracalagonis
La chiesa parrocchiale dedicata a Santo Stefano e consacrata alla Vergine degli AngeliPresa a sinistra la via Cagliari, percorsa per duecentocinquanta metri troviamo sulla destra la deviazione nella via Nazionale, che percorre da nord a sud tutto l'abitato. Superiamo questa deviazione e, dopo una trentina di metri, vediamo, sulla sinistra della strada, la piazza Giovanni XXIII, sulla quale si affaccia la Chiesa della Vergine degli Angeli che è la parrocchiale del paese. La chiesa, Dedicata a Santo Stefano viene consacrata alla Vergine degli Angeli, perché nell'altare maggiore c 'era, fino a pochi anni fa, la statua della Vergine circondata da angeli, che è stata per questo scambiata per la Vergine degli Angeli, e perciò nel 1900 l'altare maggiore è stato consacrato sotto questo titolo. Oggi la chiesa si presenta con tre diversi stili architettonici. Edificata nel 1225 in stile romanico, dell'edificio iniziale restano solo le archeggiature pensili del fianco esterno destro. Viene quindi gravemente danneggiata da un incendio nel 1551, e quindi quasi completamente ricostruita in stile gotico aragonese, come si vede nelle arcate a sesto acuto che separano la navata centrale da quelle laterali, e nelle cappelle, tre a sinistra ed una a destra, coperte da volte a crociera costolate. Ai primi del diciassettesimo secolo viene realizzato il presbiterio, a pianta quadrata su cui S'imposta la cupola ottagonale raccordata mediante voltine costolate, ancora gotico ma non privo di influenze rinascimentali, ed interessante è l'arco con riquadri a rilievo che collega la zona presbiteriale alla navata, anch'esso con influenze rinascimentale. Anche il prospetto esterno è in uno stile rinascimentale sardo, nella quale, l'imponente facciata di colore bianco, arricchita da quattro lesene laterali di colore più scuro, ospita un bel portone ligneo intarsiato preceduto da una breve scalinata. L'ingresso è sovrastato da una lunetta vetrata di forma semicircolare e da un timpano triangolare con cornici aggettanti. Sul lato destro dell'edificio si eleva il campanile a pianta quadrata, con finestrelle ogivali e concluso da una bella cupola decorata con croce. All'interno, la navata centrale ha una copertura a botte, mentre quelle laterali hanno volte a crociera. La chiesa conserva anche alcune reliquie di Santo Stefano, la scatola cranica che è custodita in un'urna d'argento, e resti delle ossa, all'interno della statua che si trova sotto l'altare maggiore. Conserva anche uno splendido Polittico del 1423 di Berengario Piccalul ritoccato da Pietro Cavaro, nella predella episodi della vita di Sant’Antonio di Padova, e due bassorilievi in marmo del decimo secolo raffiguranti dei leoni. In sagrestia si trovano due tele trovate nell'antica chiesa di Santo Stefano tra le rovine di Calagone, raffiguranti il martirio del Santo e la caduta degli Angeli ribelli.
Vicino alla chiesa parrocchiale si trovano la statua di Padre Pio ed il monumento al Milite IgnotoDavanti all'edificio, protetta da un'elegante recinzione, si trova una bella Statua di Padre Pio da Pietralcina. Inoltre, davanti al maestoso campanile, all'interno di un'aiuola fiorita, sorge il Monumento del Milite Ignoto eretto in memoria dei caduti in guerra. Il Municipio Vecchio di Maracalagonis
La chiesa romanica di Nostra Signora d'Itria
La chiesa di Santa Lucia MartirePassata la chiesa romanica di Nostra Signora d'Itria, proseguiamo lungo la via Roma e, dopo un'ottantina di metri, prendiamo verso destra la deviazione nella via Santa Lucia che, dopo centosettanta metri, termina di fronte alla facciata della piccola Chiesa di Santa Lucia Martire. Viene edificata intorno al 1600, a una sola navata, ed in seguito, verso il 1700, viene cambiata la disposizione dell'asse liturgico, invertendo l'orientamento dell'ingresso che precedentemente era orientato ad est e che viene orientato ad ovest, per paura che il fiume che scendeva dai monti di Sinnai e che passava proprio di fronte alla chiesa, potesse straripare ed inondarla. Nel 1856 e nel 1906, anni in cui il paese viene colpito dalla pestilenza, si erige un muro intorno alla chiesa, ed al suo interno venono seppelliti i morti. In seguito, con il passare degli anni, il muro crolla, ed al suo posto cresce la vegetazione. La chiesa presenta una struttura caratterizzata da una pianta di forma rettangolare articolata un un'unica navata. Nella modesta facciata di colore bianco si trova un portale ligneo, inserito in una semplice cornice e sovrastato da una finestra vetrata di forma rettangolare. Il prospetto a capanna, con copertura in tegole, è concluso da un bel campanile a vela dotato di una campana e sormontato da una croce.
Il Municipio di Maracalagonis
La piazzetta Salvatore Vidal con il monumento dedicato a questo padre osservante francescano
Il parco pubblico Urbano dedicato a Gualtiero Gessa
All'uscita verso sud di Maracalagonis ha sede la Cantina Sociale di Quartu Sant'ElenaPassato il parco pubblico, proseguiamo per trecentocinquanta metri versu sud lungo la via Nazionale, e qui, uscendo da Maracalagonis verso sud in direzione di Quartu Sant'Elena, alle ultime case dell'abitato, si trova alla sinistra della strada, al civico numero 151, la sede della importante Cantina Sociale di Quartu Sant'Elena. Gli impianti del centro sportivo comunale PolifunzionalePercorrendo altri quattrocento metri verso sud lungo la via Nazionale, prendiamo la deviazione sulla sinistra seguendo le indicazioni per i campi del Tennis Club di Maracalagonis, che ci porta agli impianti del Centro sportivo comunale Polifunzionale di Maracalagonis. Percorsa per un'ottantina di metri questa deviazione che si muove verso est, vediamo a destra la deviazione in una stretta parallela che, in una sessantina di metri, ci porta a vedere a destra l'ingresso del Campo da calcio con fondo in terra battuta, dotato di tribune nelle quali possono essere ospitati fino a 120 spettatori. Alla destra del Campo da calcio, un poco più a sud, si trova il Campo da tennis, sede del Tennis Club, dotato di tribune in grado di ospitare una ventina di spettatori. Lungo la deviazione, un centinaio di metri più avanti si trova, sempre alla destra, il Palazzetto dello Sport, che ospita una Palestra dotata di tribune in grado di ospitarei fino a 700 spettatori, nella quale si svolgono incontri di calcio, calcetto ossia calcio a cinque e pallacanestro. Subito a destra del palazzetto dello Sport, un poco più a sud, si trova, inoltre, una ex pista per Minimoto, attualmente utilizzata come Pista da Pattinaggio e Pista per Go Kart, che non e dotata di tribune. I dintorni di MaracalagonisVediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell'abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Maracalagonis, sono stati portati alla luce i resti della tomba di giganti Murta Sterria 'e Pizzus; dei nuraghi semplici Beduzzu, de S'Ascedu, Sa Madrina, S'Arrumbulada; del nuraghe complesso monte Eghedda; ed anche dei nuraghi Baccu Pilleri, Bidda Beccia, Brebexili, de Sottu, di Sant'Elena, lianu, monte Fenugu, Piccia, Sa Guardia, Sa Sedda S'Omu, S'Arridellarxiu, su reu, tutti di tipologia indefinita. Il territorio comunale di Maracalagonis si estende verso sud est fino a raggiungere il mare. Il sito archeologico di SirigraxiuDal Municipio di Maracalagonis, percorsi circa un'ottantina di metri verso sud lungo la via Nazionale, arriviamo dove parte verso sinistra la via Dante. Prendiamo questa strada che si dirige verso nord est, la seguiamo per poco più di cinquecento metri, poi svoltiamo a detra e prendiamo la via San Basilio, che, dopo duecento metri, esce dall'abitato come prosecuzione della via San Basilio. Questa strada, dopo sette chilometri ed ottocento metri, va ad immettersi sulla SS125, la nuova strada che porta, oggi, a San Basilio.
I resti della tomba Bizantina ritrovata in località rio SicciPresa verso sud la SP15, un paio di chilometri a sud dell'attuale abitato,su un'altura prospicente la località Santu Stevini, dove si trovava la Chiesa di Santo Stefano di Calagonis, che era la villa poi abbandonata e distrutta nella quale sono state rinvenuti frammenti di raffinate decorazioni marmoree ed alcune epigrafi oggi conservate nella chiesa parrocchiale, in località rio Sicci, nel 2002 è stata messa in luce una particolare Tomba Bizantina a camera con copertura a botte, di grandi dimensioni, e di sicura rilevanza nel panorama dei ritrovamenti degli ultimi venti anni. Le frazioni villaggio delle Rose e villaggio dei GigliPresa verso sud la SP15, a due chilometri ed ottocento metri dal Municipio, arriviamo a una rotonda, alla quale la terza uscita ci porta sulla SS125 Orientale Sarda. A sei chilometri e seicento metri da dove abbiamo imboccato la SS125 Orientale Sarda, seguendo le indicazioni per il villaggio delle Rose, prendiamo a destra la strada bianca denominata via del Mirto, che, in poco più di cinquecento metri, ci porta all'interno della frazione Villaggio delle Rose (altezza metri 130, distanza 10.2 chilometri, circa 110 abitanti), nella quale sono presenti complessivamente 75 edifici. Proseguendo per un altro chilometro e cento metri, ci raggiunge dalla sinistra la prosecuzione della via San Basilio, che arriva dall'abitato di Maracalagonis. Percorso ancora un chilometro e trecento metri, seguendo le indicazioni per il villaggio dei Gigli, prendiamo a destra la deviazione che ci porta all'interno della frazione Villaggio dei Gigli (altezza metri 100, distanza 13.1 chilometri, circa 64 abitanti), nella quale sono presenti complessivamente 28 edifici. Nella frazione San Basilio di Sinnai troviamo la chiesa di San Basilio MagnoPercorsi altri ottocento metri lungo la SS125 Orientale Sarda, subito dopo il cartello indicatore del chilometro 24, prendiamo sulla sinistra la via San Basilio, che ci porta in territorio di Sinnai, dove si trova la frazione Sinnai San Basilio (altezza metri 123 sul livello del mare, abitanti circa 27). Qui, la via San Basilio ci porta, in meno di duecento metri, a vedere sulla sinistra la facciata della bella seicentesca Chiesa di San Basilio Magno che si trova in un territorio a suo tempo ceduto dal feudatario in uso promiscuo ai comuni di Mara e Sinnai, e di cui una sentenza del 1850 assegna al comune di Sinnai la giurisdizione civile e alla parrocchia di Maracalagonis La giurisdizione religiosa. La chiesa e stata edificata nel 1600, ha una forma rettangolare, con una sola navata, ed è preceduta all'esterno da un piccolo loggiato, ai lati dei quale si trovano dei larghi muretti usati come sedili. Al centro di questo loggiato si trova la porta di accesso alla chiesa. Oggi il piazzale antistante la chiesa è particolarmente curato grazie all'intervento dei giovani del paese che con i fondi stanziati della regione e dal comune hanno completamente sistemato la zona. Nel piazzale sono presenti tre stanzette staccate dal corpo della chiesa, ossia tre Cumbessias, che un tempo servivano come alloggi per il Parroco e gli accompagnatori, ed attigua a queste c'è la stanza che alloggiava Su Còciu, ossia il cocchio del Santo.
Nella frazione San Gregorio di Sinnai troviamo la chiesa di San GregorioDa dove siamo arrivati alla località San Basilio, proseguiamo in territorio di Sinnai per altri tre chilometri, e, subito al cartello indicatore del chilometro 27 della SS125 Orientale Sarda, una deviazione sulla sinistra ci porta nella frazione Sinnai San Gregorio (altezza metri 264 sul livello del mare, abitanti circa 40), che si trova proprio ai piedi delle verdeggianti montagne dei Sette Fratelli. Qui la via San Gregorio ci porta, in circa duecento metri, nella piazza della chiesa, dove si trova la Chiesa di San Gregorio che si trova in un territorio a suo tempo ceduto dal feudatario in uso promiscuo ai comuni di Mara e Sinnai, e di cui una sentenza del 1850 assegna al comune di Sinnai la giurisdizione civile e alla parrocchia di Maracalagonis La giurisdizione religiosa. L'edificio attuale è situato nel cuore di una vallata ricca di giardini e di vegetazione mediterranea, e, pur essendo di costruzione moderna essendo della prima metà del ventesimo secolo, si sovrappone ad un impianto ben più antico. Secondo le scarse notizie sulla sua origine, la chiesa originaria, infatti, sarebbe stata costruita forse nel 1600, probabilmente sopra le rovine di un'antica stazione romana, e riedificata intorno al 1818.
Dalla località Ponte piscina Nuscedda raggiungiamo le frazioni Baccu Curzu e Monti NiedduPresa verso sud la SP15, a due chilometri ed ottocento metri dal Municipio, arriviamo a una rotonda, alla quale la terza uscita ci porta sulla SS125 Orientale Sarda. La seguiamo per sei chilometri, ed arriviamo nella località Ponte piscina Nuscedda (altezza metri 55, distanza 8.8 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti). In questa località dalla strada statale parte, sulla destra, la Strada vicinale che collega Pixina Nuxedda con San Pietro Paradiso. Presa la Strada vicinale, dopo duecento metri svoltiamo a sinistra e prendiamo la via monte Nieddu. La seguiamo per poco più di cinquecento metri e prendiao a destra la strada bianca chiamata via della Poiana, che, in duecento metri, ci porta all'interno della frazione Baccu Curzu (altezza metri 95, distanza 9.9 chilometri, circa 54 abitanti). Evitando la deviazione per la frazione Baccu Curzu, proseguiamo per ottocentocinquanta metri sulla via monte Nieddu, e prendiamo a sinistra la via del Nibbio, la seguiamo per quasi trecento metri, poi prendiamo a destra la Traversa II della via del Nibbio, che, in trecento metri, ci porta alla frazione Monti Nieddu (altezza metri 135, distanza 10.8 chilometri, circa 65 abitanti). Raggiungiamo la cascata di San Pietro ParadisoPresa la Strada vicinale che collega Pixina Nuxedda con San Pietro Paradiso, evitiamo la deviazione nella via monte Nieddu e proseguiamo dritti. Passata la cascata si raggiunge la chiesa di San Pietro in Paradiso detta anche San Pietro Nuova
La costiera di MaracalagonisIl territorio comunale di Maracalagonis si estende verso sud est fino a raggiungere il mare. La costiera di Maracalagonis comprende le frazioni di Geremeas, Baccu Mandara e parte di Torre delle Stelle, che visiteremo in una prossima tappa del nostro viaggio, quando illustreremo la Costiera meridionale del Campidano di Cagliari. La prossima tappa del nostro viaggioNella prossima tappa del nostro viaggio, ci recheremo a visitare Sinnai che vedremo il suo centro ed i suoi dintorni con la Foresta Demaniale dei Sette Fratelli, e con la sua bella costiera meridionale. | ||||
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