Masainas con i dintorni dove si trova la spiaggia Sa Salina
In questa tappa del nostro viaggio, da Giba ci recheremo a Masainas che visiteremo con il suo centro ed i suoi dintorni. Il Sulcis nella regione storica del Sulcis-IglesienteL’area della regione storica del Sulcis-Iglesiente si estende a nord della valle del Cixerri. Confina a nord est con il Campidano ed ha una forma vagamente triangolare. Il Sulcis (nome in lingua sarda Sa Meurreddìa) si estende nella porzione sudoccidentale dell’isola, parte integrante della regione storica del Sulcis-Iglesiente, ed appartiene alla Provincia del Sud Sardegna ed a quella di Cagliari. I suoi comuni nella Provincia del Sud Sardegna sono Calasetta, Carbonia, Carloforte, Domus de Maria, Giba, Masainas, Narcao, Nuxis, Perdaxius, Piscinas, Portoscuso, San Giovanni Suergiu, Sant’Anna Arresi, Sant’Antioco, Santadi, Siliqua, Teulada, Tratalias, Villamassargia e Villaperuccio. Quelli nella città Metropolitana di Cagliari sono Pula, Sarroch e Villa San Pietro, che si trovano però tra il Sulcis ed il Campidano di Cagliari, per cui possono essere considerate appartenenti all’una o all’altra di queste regioni. È un territorio in cui la natura è incontaminata, nel tratto costiero caratterizzato da ampie spiagge, tra cui spicca Piscinas, con le sue metafisiche dune di sabbia, o la splendida insenatura di Masua, che guarda il faraglione calcareo di Pan di Zucchero. In viaggio verso MasainasDalla Chiesa parrocchiale di Giba prendiamo verso sud la via Vittorio Emanuele, che attraversa la via Principe di Piemonte, e continua con il nome di via Roma, la quale, uscendo dal paese, assume il nome di SS195 Sulcitana. La SS195 Sulcitana, dopo due chilometri e trecento metri, ci porta all’interno dell’abitato di Masainas. Dal Municipio di Giba a quello di Masainas si percorrono 2.5 chilometri. Il comune chiamato MasainasIl comune chiamato Masainas (altezza metri 6 sul livello del mare, abitanti 1.217 al 31 dicembre 2021) è un piccolo centro che si estende nel Sulcis nella parte sud occidentale della Provincia del Sud Sardegna, sulla costa, vicino allo stagno di Santa Caterina, sviluppatosi verso la fine del settecento attorno ad una piccola Chiesa dedicata a San Giovanni Battista. L’abitato è facilmente raggiungibile tramite la SS195 Sulcitana, che ne attraversa il territorio. Il territorio comunale, classificato di collina, comprendente l’area speciale stagno di Baiocca, presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche accentuate. Questo paese fa parte dell’Associazione nazionale delle città dell’OlioQuesto paese fa parte dell’Associazione nazionale città dell’Olio, che ha tra i suoi compiti principali quello di divulgare la cultura dell’olivo e dell’olio di oliva di qualità, tutelare e promuovere l’ambiente ed il paesaggio olivicolo, diffondere la storia dell’olivicoltura, e garantire il consumatore attraverso le denominazioni di origine. Le città dell’Olio in Sardegna sono ad oggi Alghero, Berchidda, Bolotana, Bosa, Cuglieri, Dolianova, Escolca, Genuri, Gergei, Giba, Gonnosfanadiga, Ilbono, Ittiri, Masainas, Olbia, Oliena, Orgosolo, Orosei, Osini, Riola Sardo, Samatzai, Santadi, Seneghe, Serrenti, Siddi, Sini, Uri, Usini, Ussaramanna, Vallermosa, Villacidro, Villamassargia. Origine del nomeIl significato del nome del paese non si conosce, ma su di esso vi sono tre versioni. La prima, considerando che nell’ottocento il toponimo veniva pronunziato anche Massaínas, ritiene probabile che esso derivi dall’aggettivo Massajina, ossia Propria del contadino, e precisamente dalla locuzione Domus Massajinas, ossia Case dei contadini, dato che la parola Massaju indica il Contadino, l’Agricoltore. La seconda fa derivare il nome da Malas Ainas, che significa Malefatte, e sarebbe ricollegabile alle continue scorrerie e omicidi che venivano compiuti nella zona. La terza, invece, farebbe derivare il nome dal sostantivo sumerico Mas, che significa Capra, e indicherebbe una zona ricca di bestiame. La sua economiaSi tratta di un piccolo comune rivierasco la cui economia è di tipo prevalentemente agricolo. Il settore primario è presente con la coltivazione di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, olivo, agrumi, uva e altra frutta, ed anche con l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini e avicoli. Il settore economico secondario è costituito da imprese che operano nei comparti alimentare, della gioielleria e oreficeria ed edile. Il terziario si compone di una sufficiente rete distributiva. La bella posizione a ridosso del mare tra fertili pianure e stagni pescosi, dove si può vedere nidificare il fenicottero rosa, ha incrementato il turismo. Masainas offre, inoltre, a quanti vi si rechino, la possibilità di visitare e ammirare la bella spiaggia di Is Solinas, nonché i numerosi siti archeologici, in particolare i numerosi resti dell’antica civiltà nuragica, presenti nella zona. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. Brevi cenni storiciIl suo territorio ha origini antiche risalenti al Neolitico, nella zona di Is Solinas, infatti, sono stati rilevati insediamenti umani. Nelle epoche successive il territorio di Masainas viene interessato da insediamenti nuragici. Come zona del Sulcis, viene a contatto con le civiltà fenicia e cartaginese. Viene interessata da penetrazioni romane tra il terzo ed il secondo secolo avanti Cristo, in seguito alla conquista di Solki ossia Sant’Antioco. Sono stati infatti ritrovati tra Masainas e Giba dei resti che fanno pensare ad una fabbrica di utensili di terracotta risalenti al periodo della penetrazione romana nell’entroterra sarda. Da scavi fortuiti sono stati ritrovati dei sarcofaghi di pietra risalenti all’età romana, la cui particolarità è che queste sepolture sono state fatte nel terreno sabbioso e per questo uniche in Sardegna. Sempre in località Is Manigas sono state trovate delle monete presumibilmente indicanti la presenza di un sito romano. In località Serra Lepuris sono state trovate due tombe scavate nella roccia, fatte a sepolcro e chiuse da una grossa pietra. Gran parte dei reperti ritrovati nel territorio comunale si trova ora al Museo Archeologico di Cagliari. Allo stesso modo di Villarios e Giba, divieme terra di predicazione da parte di Monaci Benedettini, nel 1200 circa, che vi costruiscono dei monasteri, ossia Guventis, a cui ancor oggi si riferisce la denominazione del territorio comunale chiamato Su Guventu. Poche sono le notizie storiche relative alle prime vicende del borgo. L’odierno centro abitato, inizialmente un Medau ossia un casale, poi divenuto Boddeu ossia un insieme di casali, si sviluppa attorno alla piccola Chiesa di San Giovanni Battista verso la fine del settecento. Segue poi le sorti del Marchesato di Palmas, affidato in seguito a Gioacchino Bon Crespi di Valdura, ultimo a fregiarsi di titolo nobiliare su queste terre. Nel 1839 è il più grosso centro abitato della zona, particolarmente ricco per la sua florida agricoltura e pastorizia. Infatti, grazie al vasto territorio pianeggiante e fertile, si contava una grossa presenza di agricoltori e pastori, anche provenienti dal Nuorese e dall’Iglesiente. Nel 1853 Masainas con Giba, Sant’Anna Arresi e Piscinas diviene frazione del nuovo comune di Villarios. Ma nel 1866 la sede Comunale viene trasferita a Masainas, e il nuovo comune prende il nome di Villarios Masainas. Poi nel 1875 Masainas diventa sede municipale. La situazione rimane immutata fino a quando, nel 1928, viene scelta Giba come capoluogo di comune, la quale incorpora Villarios, Masainas, Piscinas e Sant’Anna Arresi come località. Nel 1975 diviene comune autonomo. Masainas diventa comune autonomo nel 1975, Sant’Anna Arresi nel 1965 e Piscinas nel 1988. Del comune di Masainas nel 2005, con la riorganizzazione delle province della Sardegna, viene cambiata la Provincia da quella di Cagliari, alla quale precedentemente apparteneva, a quella nuova di Carbonia e Iglesias, ed in seguito, con la sua abolizione, nel 2016, passa alla nuova Provincia del Sud Sardegna. Le principali feste e sagre che si svolgono a MasainasA Masainas è attivo il Gruppo Folk Marianna Dessì e Stefano Uccheddu, i cui componenti si esibiscono nelle principali feste e sagre che si svolgono nel comune ed anche in altre località, e melle cui esibizioni è possibile ammirare il costume tradizionale del posto. Tra le principali feste e sagre che si svolgono a Masainas si segnalano, a marzo, la Sagra del Carciofo, appuntamento enogastronomico, iniziato nel 2003, che ogni anno ad aprile richiama numerosi visitatori appassionati, e che consiste nella degustazione di piatti tipici a base di carciofi e manifestazioni culturali Con particolare attenzione alla riscoperta e alla conservazione delle tradizioni locali per la promozione e il rilancio dell’agricoltura del territorio; il 24 giugno, la Festa di San Giovanni Battista, che è il Santo patrono; tra luglio e agosto, l’Estate Masainese, caratterizzata dalla Festa dell’emigrato e dalla rassegna gastronomica nella quale è possibile gustare i piatti tipici locali, tra cui i ravioli, i Malloreddus che sono gnocchetti ed i Sappuedus che sono maltagliati; la prima domenica di ottobre, la Festa della Madonna della Salute, ed il giorno di astensione dal lavoro è il primo lunedì di ottobre in occasione dei festeggiamenti in onore della Madonna della Salute, molto venerata dalla comunità. Visita del centro di MasainasL’abitato è interessato da un fenomeno di forte crescita edilizia. Arriviamo a Masainas da nord provenendo da Giba con la SS195 Sulcitana che, nell’abitato, assume il nome di via Roma. Il Municipio di MasainasSulla SS195 Sulcitana, dal cartello segnaletico che indica l’ingresso all’interno dell’abitato, proseguiamo verso sud con la via Roma per circa cinquecento metri, poi prendiamo a sinistra la via Municipio la quale, in poco più di cento metri, svolta a destra, e subito dopo questa svolta, alla sinistra della strada, al civico numero 25, si trova l’edificio che ospita il Municipio di Masainas, con all’interno la sua sede e gli uffici in grado di fornire i loro servizi agli abitanti del paese. La piazza Chiesa con il gigantesco olivastro secolareEvitando la deviazione in via Municipio, continuiamo lungo la via Roma verso sud, percorriamo altri centottanta metri, e troviamo sulla sinistra la via Dante Alighieri. La prendiamo e sul suo lato destro, ad angolo tra questa strada e la continuazione della via Roma, si trova la lunga Piazza Chiesa una piazza rettangolare caratterizzata da grafiche ampie e colorate. All’inizio della della piazza si trova Sa Matta e Sa Cruxi, il gigantesco olivastro secolare che domina la piazza, da sempre considerato il simbolo del paese, all’ombra del quale si radunano anziani e bambini per chiacchierare e giocare, che è stato al centro di un lungo iter procedurale ed è stato inserito nel 2017 nell’elenco degli alberi monumentali Italiani. Il suo nome, secondo alcuni racconti, risulterebbe legato alla sua vicinanza con una croce, e strettamente connesso con l’antica piccola Chiesa di San Giovanni Battista. La nuova Chiesa parrocchiale e la vecchia Chiesa di San Giovanni BattistaProseguendo lungo la via Dante Alighieri si arriva al termine della piazza Chiesa, un’ottantina di metri più avanti, e ci si trova davanti al complesso religioso costituito dalle due Chese di San Giovanni Battista, davanti la nuova Chiesa parrocchiale, e sul retro di questa la Chiesa vecchia. Per prima, proprio al termine della piazza, al civico numero 8 della via Dante Alighieri, si vede la facciata della Nuova Chiesa di San Giovanni Battista che è l’attuale Chiesa parrocchiale di Masainas. Col tempo, la vecchia Chiesa di San Giovanni Battista non è stata più in grado di accogliere tutti i fedeli, ed è stata edificata la Chiesa nuova, realizzata con una struttura di tipo moderno, caratterizzata da vetrate istoriate policrome, con un bell’interno illuminato dalla luce che proviene dalle vetrate. Sul retro di questa, si trova la Vecchia Chiesa di San Giovanni Battista che è stata l’antica parrocchiale di Masainas, e che è l’unico monumento di particolare rilievo del paese. Il primo nucleo della struttura originaria di questa Chiesa, che risalirebbe alla prima metà del Trecento, era ad aula semplice con l’abside orientato ad est, a pianta quadrangolare, ed è stato oggi trasformato in una Cappella laterale interna della Chiesa, caratterizzata da una volta a crociera con gemma, purtroppo illeggibile. Si fa in seguito risalire la Chiesa nella sua struttura al cinquecento o al seicento, dato che è stata realizzata con un chiaro influsso gotico aragonese, e nell’antica piccola Chiesa parrocchiale sono presenti numerosi sarcofaghi di pietra risalenti all’età romanica. In seguito, è stata pesantemente rimaneggiata all’inizio dell’ottocento, quando l’aula è stata ampliata con due corpi laterali, dando all’edificio una pianta a croce latina, e trasformando l’abside in Cappella e l’ingresso in porta secondaria. Oggi, quindi, ha l’impianto a una sola navata che si presenta con un tetto a capriate, scandita a campate con tre archi a tutto sesto che poggiano su semicolonne con capitello semplice in stucco dorato, e che sorreggono il tetto in legno, e nella navata si affacciano due cappelle laterali con volta a crociera. Tra gli arredi ci sono alcuni pezzi interessanti come il gruppo ligneo composto dalla Madonna delle Grazie con San Simone Stock, ascrivibili al diciottesimo secolo in ambito sardo probabilmente locale. La nuova facciata principale è in stile neoclassico, divisa in due parti da una cornice orizzontale, caratterizzata da una lunetta semicircolare e dal tetto a doppio spiovente. Nel 1939 è stato aggiunto, adiacente l’edificio, il salone per il catechismo, unendo così la canonica alla sacrestia, ma alla fine del ventesimo secolo sono stati demoliti per lasciare spazio alla nuova Chiesa. Ogni anno, il 24 giugno, partendo dalla Chiesa parrocchiale e dalla vecchia Chiesa di San Giovanni Battista si svolge la processione per la Festa di San Giovanni Battista, alla quale fanno seguito cerimonie religiose ed i festeggiamenti civili. Comunque, nonostante la parrocchiale sia dedicata a San Giovanni Battista, ogni anno con particolare solennità, la prima domenica di ottobre, la popolazione celebra la Festa della Madonna della Salute, evento tra sacro e profano, che da un lato documenta la devozione alla Vergine e dall’altro imprime maestosità all’aggregazione sociale, alla convivialità, ai prodotti tipici, attraverso lauti pranzi e cene nelle tipiche Pararas di cui si adorna tutto il centro storico. Si tratta di una delle feste più attese nel territorio del Sulcis, nella quale migliaia di fedeli in pellegrinaggio raggiungono Masainas per partecipare ai festeggiamenti civili e religiosi che durano diversi giorni. A Masainas il giorno di astensione dal lavoro è il primo lunedì di ottobre, in occasione dei festeggiamenti in onore della Madonna della Salute, molto venerata dalla comunità. Il Cimitero vecchio ed il Monumento ai CadutiEvitando la deviazione in via Dante Alighieri, continuiamo lungo la via Roma verso sud, percorriamo altri cinquecento metri, svoltiamo verso destra in via Emilio Lussu, e vediamo alla sinistra di questa strada, tra essa e la via Roma, un’area verde ben curata. Percorsa una sessantina di metri, si trova, all’interno dell’area verde, il Cimitero vecchio di Masainas, realizzato nel 1908 quando, col divieto di seppellire nelle Chiese e negli spazi circostanti, si è presentato il problema di costruire dei cimiteri che rispettassero le norme sanitarie, mantenendo una certa distanza dai centri abitati. Un poco più avanti, si trova il Monumento ai Caduti di Tutte le Guerre di Masainas. L’impianto sportivo MitzarraminiDalla via Roma, svoltiamo invece a sinistra nella via Emilio Lussu, la percorriamo per poco più di cento metri, poi prendiamo a destra la via Aldo Moro, e, in duecento metri, arriviamo, in località Mitzarramini, all’ingresso dell’Impianto sportivo di Masainas. Di questo impianto fanno parte un Campo da Calcio dotato di tribune in grado di ospitare un centinaio di spettatori; un Campo di calcetto, nel quale praticare le discipline del calcio e del calcetto, ossia calcio a cinque; un Campo da Tennis; un Campo da bocce. Vicino è presente una Palestra polivalente dotata di tribune in grado di ospitare una quarantina di spettatori, nella quale è possibile praticare come dscipline la pallacanestro, la pallavolo, ed attività Ginnico Motorie. Il Cimitero nuovo di MasainasDopo aver visitato il Cimitero vecchio con il Monumento ai Caduti e l’impianto sportivo Mitzarramini, riprendiamo verso sud la via Roma che esce dall’abitato. Percorsi circa trecentocinquanta metri, alle destra della strada si trova il vialetto che, in una cinquantina di metri, ci porta al cancello di ingresso del Cimitero nuovo di Masainas. Visita dei dintorni di MasainasVediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Masainas, sono stati portati alla luce i resti del Nuraghe complesso Arramini; dei Nuraghi Cambulas, Fais, Nuraxi Mesu, Piras, punta Acuzza, S’Ega Grutta, S’Ega Sa Mongia, Sa Perda, Sa reina, tutti di tipologia indefinita. La conformazione orografica del territorio comunaleLa sua conformazione orografica è caratterizzata dalle ultime propaggini dei monti del Sulcis, in particolare il monte Floris di 396 metri, la punta di Antiogu Sardara di 391 metri, e Sa Serra Manna di 293 metri, unici rilievi di una certa importanza ricchi di superfici arborate e cespugliate tipiche della flora spontanea locale e di superfici rimboschite con pini e altre specie arboree. Da queste alture il territorio digrada dolcemente verso il capoluogo Masainas, e poi fino al mare di Porto Botte nel golfo di Palmas, il cui litorale, ancora incontaminato, è caratterizzato da una striscia di fine sabbia bianca accompagnata da fitti ginepri, fino alle colline di Monte Sarri e monte Sa Perda, prospicienti le acque dinanzi l’isola di Sant’Antioco. Il litorale è composto di un chilometro e duecento metri di dune sabbiose e circa un chilometro di costa collinare e rocciosa. Importante è l’attività degli scavi minerari. Visita delle prime frazioni a sud ovest di MasainasDal centro di Masainas, dove dalla via Roma parte verso est la via Dante Alighieri che porta alla Chiesa parrocchiale, prendiamo verso ovest la via Quintino Sella, dalla quale, dopo duecentocinquanta metri, parte verso sinistra la via Trieste, che esce dall’abitato verso sud ovest. Presa la via Trieste, la seguiamo per due chilometri e trecento metri, poi, seguendo le indicazioni, prendiamo a sinistra la strada che, in quattrocento metri, ci porta all’interno della frazione Is Cuccus (altezza 19 metri, distanza in linea d’aria circa 2.71 chilometri sul livello del mare, abitanti 20). Tornati sulla prosecuzione della via Trieste che ci ha portati verso Is Cuccus, dopo circa cinquecento metri raggiungiamo la frazione Is Murronis (altezza 11 metri, distanza in linea d’aria circa 3.48 chilometri sul livello del mare, abitanti 23). Le frazioni Cannigonis con la Chiesa di Nostra Signora della Neve e Su PranuPrima di entrare nella frazione Is Murronis, prendiamo verso destra, seguendo le indicazioni, la strada che seguiamo per cinquecentocinquanta metri, poi prendiamo a sinistra la via Su Pranu, che ci porta all’interno della frazione Cannigonis (altezza 8 metri, distanza in linea d’aria circa 3.91 chilometri sul livello del mare, abitanti 74). Entati nell’abitato di Cannigonis, subito all’inizio della via Su Pranu, alla destra della strada, al civico numero 4, si trova la piccola Chiesa campestre di Nostra Signora della Neve La quale presenta una semplice pianta rettangolare a unica navata, con tetto a doppio spiovente, e con copertura in tegole. La facciata esterna della Chiesa è caratterizzata da un portico a capanna in legno, sotto il quale si apre il portone d’ingresso. Lateralmente sono poste due ampie finestre quadrate e, nella parte inferiore, una nicchia accoglie una piccolo simulacro della Madonna. Al centro del terminale a doppio spiovente spicca un bel campanile a vela. Da dove Is Murronis ci ha portato a Cannigonis, evitando la deviazione in via Su Pranu, proseguiamo dritti per un centinaio di metri, poi prendiamo la deviazione verso destra che, in circa duecentocinquanta metri, ci porta alla piccola frazione Su Pranu (altezza indefinita, distanza in linea d’aria circa 3.41 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti). Visitiamo la frazione Is Solinas con la spiaggia Sa SalinaEvitando la deviazione per Cannigonis, dalla frazione Is Murronis proseguiamo sulla strada che ci ha portati ad essa da Masainas, che diventa la via Tirso, e che, in circa un chilometro, ci porta nell’abitato della frazione Is Solinas (altezza 5 metri, distanza in linea d’aria circa 4.57 chilometri sul livello del mare, abitanti 60), nella quale entriamo da nord est con la via Tirso. alla frazione Is Solinas siamo arrivati da Masainas percorrendo via Tireste e la sua prosecuzione verso sud ovest per poco meno di quattro chilometri. Proseguiamo verso sud ovest con la prosecuzione della via Tirso che è la via Nora, e che, in due chilometri e trecento metri, dopo essere passata tra lo stagno di Porto Botte a destra e lo stagno Baiocca a sinistra, ci porta al parcheggio vicino al mare, dove troviamo la spiaggia Sa Salina che è la spiaggia di Is Solinas. La spiaggia Sa Salina o Sa Sarina cioè La Salina, è la spiaggia di Is Solinas. Si tratta di una bella spiaggia impreziosita da dune di sabbia sulle quali domina la macchia mediterranea composta principalmente da alberi di ginepro. L’arenile, molto ampio, è caratterizzato da finissima sabbia bianca, assai rara, con scarsa presenza di posidonie. Il mare è caratterizzato da una colorazione che ricorda la natura e la macchia, in quanto predomina il colore verde, con striature di turchese e di azzurro più al largo. Ha un fondale basso e sabbioso, ideale per il gioco dei bambini. Mediamente frequentata anche in alta stagione, è ben riparata dai venti. ’e una spiaggia davvero interessante, bellissimi i tramonti con il sole che va a riposare dietro l’isola di Sant’Antioco. |
Alle spalle della spiaggia si trovano gli stagni di Porto Botte e di Baiocca che sono stati illustrati nella pagina che descrive Giba. Visita delle frazioni a sud est di MasainasUsciamo dal centro di Masainas con la via Roma che diventa la SS195 Sulcitana e procede verso sud est in direzione di Sant’Anna Arresi. Percorso un centinaio di metri dall’ingresso del Cimitero nuovo di Masainas, trovamo sulla destra della strada statale gli edifici della frazione Is Fiascus (altezza metri 55, distanza in linea d’aria circa 1.37 chilometri sul livello del mare, abitanti 98). Passata la frazione Is Fiascus, proseguiamo per ancora un chilometro lungo la SS195 Sulcitana e vediamo, alla destra della strada, gli edifici della frazione Is lais (altezza metri circa 69, distanza in linea d’aria circa 2.25 chilometri sul livello del mare, abitanti 28). Entrati nella frazione Is lais, segunedo le indicazioni prendiamo la strada che si dirige verso ovest e, in cinquecento metri, raggiungiamo la frazione Is Lois (altezza indefinita, distanza 2.22 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti). Da Is lais, proseguendo verso sud est, in circa tre chilometri si raggiunge l’abitato di Sant’Anna Arresi, che visiteremo nella prossima tappa del nostro viaggio. La prossima tappa del nostro viaggioNella prossima tappa del nostro viaggio, da Masainas ci recheremo a Sant’Anna Arresi che visiteremo con il suo centro ed i dintorni con la sua costiera e con la bellissima spiaggia di Porto Pino. |