Sant’Anna Arresi con la sua costiera e la bellissima spiaggia di Porto Pino
In questa tappa del nostro viaggio, da Masainas ci recheremo a Sant’Anna Arresi che visiteremo con il suo centro ed i dintorni con la sua costiera e con la bellissima spiaggia di Porto Pino. Il Sulcis nella regione storica del Sulcis-IglesienteL’area della regione storica del Sulcis-Iglesiente si estende a nord della valle del Cixerri. Confina a nord est con il Campidano ed ha una forma vagamente triangolare. Il Sulcis (nome in lingua sarda Sa Meurreddìa) si estende nella porzione sudoccidentale dell’isola, parte integrante della regione storica del Sulcis-Iglesiente, ed appartiene alla Provincia del Sud Sardegna ed a quella di Cagliari. I suoi comuni nella Provincia del Sud Sardegna sono Calasetta, Carbonia, Carloforte, Domus de Maria, Giba, Masainas, Narcao, Nuxis, Perdaxius, Piscinas, Portoscuso, San Giovanni Suergiu, Sant’Anna Arresi, Sant’Antioco, Santadi, Siliqua, Teulada, Tratalias, Villamassargia e Villaperuccio. Quelli nella città Metropolitana di Cagliari sono Pula, Sarroch e Villa San Pietro, che si trovano però tra il Sulcis ed il Campidano di Cagliari, per cui possono essere considerate appartenenti all’una o all’altra di queste regioni. È un territorio in cui la natura è incontaminata, nel tratto costiero caratterizzato da ampie spiagge, tra cui spicca Piscinas, con le sue metafisiche dune di sabbia, o la splendida insenatura di Masua, che guarda il faraglione calcareo di Pan di Zucchero. In viaggio verso Sant’Anna ArresiNel nostro viaggio lungo la costa meridionale dell’Isola, da Masainas dove eravamo arrivati nella precedente tappa proseguiamo sulla SS195 Sulcitana verso sud, e dopo sei chilometri e mezzo raggiungiamo l’abitato di Sant’Anna Arresi. Le frazioni di Sant’Anna Arresi che si incontrano provenendo da MasainasProvenendo da Masainas, percorsi un paio di chilometri lungo la SS195 Sulcitana verso sud, troviamo alla destra della strada l’indicazione che ci fa entrare nella frazione Is lais (altezza metri 6, distanza 3.43 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 7). Passata la frazione Is lais, percorriamo altri ottocentocinquanta metri e troviamo alla sinistra della strada l’indicazione che ci fa entrare nella frazione Sa Carrubedda (altezza metri 70, distanza 2.91 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 31). Passata la frazione Sa Carrubedda, percorriamo altri cinquecentocinquanta metri ed arriviamo a una rotonda alla quale, se prendiamo la prima uscita, possiamo imboccare la SP109, la quale, in circa un chilometro, ci fa raggiungere la frazione Paniesu (altezza metri 50, distanza 2.60 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 50). Vicino all’abitato di questa frazione si trovano i resti del Nuraghe Paniesu edificato a 49 metri di altitudine, di tipologia indefinita. La Cantina MesaProseguiamo lungo la SP109 dopo aver raggiunto la frazione Paniesu e, dopo quasi due chilometri e mezzo, questa strada provinciale si immette sulla SP73 che prendiamo verso sinistra, ossia verso sud. La seguiamo per un chilometro e duecento metri, poi prendiamo una deviazione a sinistra che, in poco più di cinquecento metri, ci porta a vedere sulla destra l’edificio che ospita la Cantina Mesa. Una struttura candida, minimalista ed inusuale nel Sulcis Iglesiente, accolta dolcemente dai pendii delle colline che affacciano su Porto Pino, ospita la Cantina Mesa. In sardo, come in spagnolo, il nome Mesa indica la tavola, ma può anche essere letto come acronimo dei cognomi dei due fondatori, Giuseppe Mele e Gavino Sanna, il famoso ex pubblicitario. La maggior parte dei 70 ettari di vigneti si trova in territorio di Sant’Anna Arresi. In seguito, nel 2017, Gavino Sanna cede gran parte della proprietà al Gruppo Vinicolo Santa Margherita, fondato dal conte Gaetano Marzotto nel 1935. Le bottiglie della Cantina sono originali, tutte nere, e Gavino spiega: «Perché le bottiglie non sono altro che delle persone. Io mi sono innamorato delle donne che vanno a messa la mattina oppure al rosario della sera, quando camminano tutte in fila, quelle bellissime donne di tempio tutte vestite tutte di nero, straordinarie». La Cantina produce vini Doc del Sulcis (Buio Rosso Carignano, Meno Buio Rosso Carignano), vini Doc di Sardegna (Moro Rosso Cannonau, Poco Moro Rosso Cannonau, Giunco Bianco vermentino, Giunco Piccolo Bianco vermentino, Opale Bianco Vermentino) e vini IGT (Buio Buio Isola dei Nuraghi, Malombra Rosso Isola dei Nuraghi, Opale Dopo Bianco Isola dei Nuraghi, Rosa Grande Rosato Isola dei Nuraghi, Piccola Rosa Rosato Isola dei Nuraghi). |
Raggiungiamo l’abitato di Sant’Anna ArresiEvitando la deviazione per la frazione Paniesu, proseguiamo lungo la SS195 Sulcitana verso sud, e, in un paio di chilometri, raggiungiamo le prime case dell’abitato di SantAnna Arresi. Il comune chiamato Sant’Anna ArresiIl comune chiamato Sant’Anna Arresi (altezza metri 77 sul livello del mare, abitanti 2.628 al 31 dicembre 2021) è un centro ad economia agricola che si estende nella parte sud occidentale del territorio della Provincia del Sud Sardegna, sulla costa, nel Sulcis, ed è facilmente raggiungibile tramite la SS195 Sulcitana, che collega Giba con Teulada e ne attraversa il territorio. l’abitato è situato su un basso poggio che domina il promontorio di Porto Pino, la pianura con i Medaus che sono piccoli agglomerati rurali di case sparse tipici del Sulcis, gli stagni costieri e le dune sabbiose. Il territorio comunale, classificato di collina, presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche accentuate, che vanno da un minimo di 0 a un massimo di 375 metri sul livello del mare. Origine del nomeIl nome del comune è composto dal nome di un Santo, ossia Sant’Anna, e di un nome antico di villaggio, Arresi, che secondo qualche studioso rifletterebbe il personale latino Arnensia, mentre altri ipotizzano si tratti di un derivato dal sardo campidanese Arresi, ad indicare un rettile o una volpe. La sua economiaIl comune di Sant’Anna Arresi ha un’economia basata sulle tradizionali attività agricole affiancata da un crescente sviluppo del turismo. Il settore primario è presente con la coltivazione di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, vite, olivo e agrumi; ed anche con l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini ed equini. Il settore economico secondario è costituito da piccole imprese che operano nei comparti alimentare, della pesca e della piscicoltura ed edile. Il terziario si compone di una sufficiente rete distributiva, ma necessita di servizi più qualificati. Le strutture ricettive, che comprendono vari agriturismi, offrono possibilità di ristorazione e di soggiorno. Brevi cenni storiciLa zona nella quale sorge Sant’Anna Arresi era stata abitata già in perido preistorico, come testimonia il ben conservato Nuraghe Arresi, situato proprio a lato della Chiesa parrocchiale. L’insenatura di Porto Pino, protetta ad ovest dal promontorio, viene utilizzata come scalo marittimo fin dall’epoca fenicia e punica, per divenire un centro mercantile in epoca romana. Fino al diannovesimo secolo la minaccia rappresentata dalle incursioni dei corsari barbareschi, di stanza sulle coste africane, riduce questa vasta zona della Sardegna sud occidentale a un deserto. Il centro abitato di Sant’Anna Arresi nasce a seguito della politica di ripopolamento del Sulcis, dopo che nel 1830 Algeri è caduta in mano francese. Ma la ricolonizzazione delle terre del Sulcis costituisce un processo piuttosto lento, lasciato più che altro all’iniziativa privata. Contadini e pastori, riprendono stabile possesso del territorio, cominciano a costruirsi in mezzo ai campi i primi Furriadroxius, ossia i casali agricoli, il cui nome deriva dal verbo Furriai, ad indicare il ritorno a casa. In seguito alcuni gruppi di questi casali isolati assmono il ruolo di Boddeu, dal verbo Boddiri ossia raccogliere, ossia di un insieme insediativo fornito a un certo punto di un edificio per il culto pubblico, collocato di solito in posizione centrale. Questo è anche il caso di Sant’Anna Arresi, che segue le vicende storiche del comune di Giba, fondato da una colonia di berberi ribelli che vi erano stati confinati nel quinto secolo da Genserico, re dei Vandali e degli Alani. Giba, dall’undicesimo secolo, fa parte del Giudicato di Càralis, nella curatoria di Sulci. Nella seconda metà del tredicesimo secolo diviene possesso dei conti della Gherardesca, e nel 1355 invia i propri rappresentanti al Primo Parlamento di Cagliari. Dotata di statuti propri e di alcuni privilegi, viene ad avere un notevole sviluppo fino al sedicesimo secolo, quando viene infestata da frequenti incursioni barbaresche che ne determinano la decadenza. Nel 1647, con Villarios e Masainas, viene costituito il Marchesato di Villarios e concesso in feudo a Francesco Amat, i cui discendenti lo tengono fino al 1839. L’attuale centro abitato di Sant’Anna Arresi risale quindi a quando, dopo secoli di abbandono a causa delle continue incursioni dei pirati barbareschi, cessato il pericolo i pastori iniziarono a ripopolare l’area costruendo le prime case intorno alla piccola Chiesa campestre dedicata a Sant’Anna, che è ancora presente. Il comune di Sant’Anna Arresi nel 1964 viene separato dal comune di Giba. Del comune di Sant’Anna Arresi nel 2005, con la riorganizzazione delle province della Sardegna, viene cambiata la Provincia da quella di Cagliari, alla quale precedentemente apparteneva, a quella nuova di Carbonia e Iglesias, ed in seguito, con la sua abolizione, nel 2016, passa alla nuova Provincia del Sud Sardegna. Le principali feste e sagre che si svolgono a Sant’Anna ArresiA Sant’Anna Arresi è attivo il Gruppo Folk Sant’Anna di Sant’Anna Arresi. Tra le principali principali feste e sagre che si svolgono a Sant’Anna Arresi, il 26 luglio si celebra la Festa di Sant’Anna, che è la Festa patronale, con una processione con la partecipazione dei gruppi folkloristici della zona con i costumi tradizionali di ispirazione spagnola. A Sant’Anna Arresi tutte le estati si svolge uno degli eventi musicali più importanti della regione, un evento di livello internazionale, ossia il festival jazz chiamato Ai confini tra Sardegna e Jazz, che viene frequentato dai più grandi artisti della scena mondiale, e che si svolge da sempre nella pittoresca piazza del Nuraghe. Nel mese di agosto si svolge, nella piazza Aldo Moro, la Sagra dell’allevatore, un’ottima occasione per degustare la carne di pecora cucinata nei vari modi; sempre ad agosto a Porto Pino si svolge la Sagra del pesce, con una suggestiva processione di barche per la deposizione di una corona in mare, e la notte nella piazza di Porto Pino viene fritto il pesce in una grande padella, e tra la distribuzione di pesce e vino si può ascoltare dell’ottima musica. Nel mese di settembre, in località Is Pillonis, si svolge Festa di Sant’Isidoro, con la Sagra dell’uva. Visita del centro di Sant’Anna ArresiL’abitato, interessato da un fenomeno di forte crescita edilizia, mostra l’andamento altimetrico tipico delle località collinari. interessanti sotto il profilo storico ed architettonico sono le due Chiese dedicate a Sant’Anna, quella vecchia di costruzione ottocentesca e l’altra nuova di costruzione recente, separate dal maestoso Nuraghe Arresi che è stato completamente scavato. La vecchia Chiesa parrocchiale di Sant’AnnaProseguendo lungo la SS195 Sulcitana, dal cartello segnaletico che indica l’ingresso all’interno dell’abitato e che assume il nome di via Italia, percorriamo circa un chilometro e troviamo una deviazione sulla sinistra, dove prendiamo la via Torino, la seguiamo per circa cinquecento metri e troviamo sulla sinistra la grande piazza dei Martiri, dove si affacciano sulla sinistra la vecchia e sulla destra la nuova Chiesa parrocchiale di Sant’Anna, tra le quali, sul retro, si può vedere il Nuraghe Arresi. La Vecchia Chiesa di Sant’Anna dal 1855 in cui viene edificata e per altri ottant’anni, in attesa che il paese cresca a sufficienza, rimane una cappellania dipendente dalla parrocchia di San Giovanni Battista a Masainas. della Chiesa matrice, la filiale riprende l’impostazione architettonica semplice e povera. Entrambe, infatti, consistono in una piccola aula rettangolare ad una sola navata, priva di cappelle laterali. La Chiesa di Sant’Anna, larga otto metri e lunga venti, è divisa in quattro campate da tre archi diaframma a tutto sesto che sostengono una copertura lignea a doppia falda. Presenta stipiti ed architrave modanati, ed è sormontato da un segmento di cornicione sorretto da due modiglioni corinzi. Sulle pareti di fondo dell’abside si aprono quattro finestre alte e strette a doppia strombatura, anch’esse ogivali, che si alternano a due nicchie dello stesso profilo. Coerentemente al suo orizzonte cronologico, la facciata evidenzia una chiara conformazione neoclassica nella specchiatura liscia e diritta, delimitata da paraste erette su falsi plinti sulle quali poggia un timpano triangolare. Nella parete dell’abside si trova un dipinto raffigurante Sant’Anna databile alla prima metà dell’ottocento, attribuito a Scuola genovese. Secondo Alberto Ferrero della Marmora, nella metà dell’ottocento la Chiesa risultava nuova, era stata quindi edificata di recente. Nel 1985 l’antica cappellania di Sant’Anna Arresi viene eretta a parrocchia, per cui si procede ad ampliare la Chiesa con l’aggiunta di una nuova Cappella presbiteriale, orientata a nord. La pianta poligonale e la volta a spicchi, ripresi da modelli trecenteschi, sono un tributo allo stile neogotico allora imperante in ambito ecclesiastico. alla stesso gusto si uniforma anche il campaniletto a vela, con la sua doppia luce ogivale, innalzato a prolungare il vertice della facciata. La nuova Chiesa parrocchiale di Sant’Anna cin il suo campanileLa vecchia Chiesa parrocchiale di Sant’Anna si trova nella piazza dei Martiri, alla sinistra, mentre alla destra di trova il nuovo edificio ecclesiastico, davanti al quale è stato edificato il bel campanile della Nuova Chiesa di Sant’Anna. I resti del Nuraghe ArresiIl Nuraghe Arresi si trova al centro del paese, in piazza dei Martiri, sul retro della vecchia Chiesa di Sant’Anna, tra questa e la nuova Chiesa. L’edificio, costruito a 92 metri di altitudine in opera ciclopica con blocchi di calcare dolomitico caratterizzati da una tessitura molto irregolare, è del tipo A tancato, ossia un’evoluzione del Nuraghe monotorre, nel quale alla torre principale posizionata a nord, del diametro esterno di tredici metri, è stata aggiunto in un secondo tempo un altro edificio circolare, posizionato a sud, del diametro esterno di quattro metri, raccordato alla torre originaria attraverso due bracci murari che racchiudono un cortile interno. Non resta nulla dell’originaria sommità terrazzata, nè delle coperture a tholos delle camere interne. All’interno si accede attraverso il braccio murario orientale, nel quale si apre un bell’ingresso sormontato da un gigantesco architrave di granito, dal quale parte un corridoio con nelle pareti due nicchie. Il corridoio conduce nel cortile, nel quale si trovano gli ingressi delle due torri. L’ingresso della torre maggiore, costituito da due soglie, porta ad un lungo corridoio, sopraelevato rispetto al piano del cortile e della camera interna, con sulla destra un vano cieco, probabilmente una garitta di Guardia, mentre sulla sinistra si trova l’imboccatura di una ripidissima e stretta scala intramuraria, che in origine conduceva al terrazzo superiore. Nelle pareti della camera interna sono presenti tre nicchie disposte a croce, sopraelevate rispetto al pavimento. La torre secondaria presenta nella parete est della camera due irregolari nicchie contigue, una delle quali sopraelevata. Municipio di Sant’Anna ArresiPercorso lungo la via Italia un chilometro da dove avevamo incontrato il cartello segnaletico che indicava l’ingresso nell’abitato, evitiamo la deviazione lungo la via Torino e proseguiamo dritti lungo la via Italia. Percorsi altri Novecento metri, prendiamo a sinistra la via Municipio che, in un centinaio di metri, ci porta a vedere la bella piazza Aldo Moro, che si sviluppa alla sinistra della via Municipio. Al civico numero 1 della piazza Aldo Moro si trova l’edificio che ospita il Municipio di Sant’Anna Arresi, con la sua sede e con gli uffici in grado di fornire i loro servizi ai cittadini. Un altro edificio che ospita altri servizi ai cittadini si trova alla destra della via Municipio. Il Cimitero di Sant’Anna ArresiDa dove avevamo evitato la deviazione lungo la via Torino ed eravamo proseguiti lungo la via Italia, percorsi appena seicentocinquanta metri prendiamo a destra la via Piercy, la seguiamo per duecentocinquanta metri poi prendiamo a sinistra la via Palermo, alla destra della quale si trova il muro di cinta del Cimitero di Sant’Anna Arresi. Percorsa appena una cinquantina di metri, vediamo alla destra della strada il portone di ingresso che permette di entrare nel Cimitero. Visita dei dintorni di Sant’Anna ArresiVediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Sant’Anna Arresi si trova la bella costiera di Porto Pino. All’interno dell’abitato di Sant’Anna Arresi, sono stati portati alla luce i resti del Nuraghe complesso Arresi; e nei suoi dintorni quelli dei Nuraghi Coi Casu, Giara, Gibarussa, Paniesu, Sanjust, Sarri, tutti di tipologia indefinita. Le frazioni di Sant’Anna Arresi ad ovest dell’abitatoArrivando a Sant’Anna Arresi dal Masainas, avevamo visto le frazioni presenti a nord di Sant’Anna Arresi. Vediamo, ora, quelle che si incontrano uscendo dall’abitato verso ovest. Dal centro di Sant’Anna Arresi ci recheremo verso il Cimitero con la via Piercy e, arrivati a dove parte a sinistra la via Palermo, prendiamo invece verdo destra la via S’Acqua Salia. Percorsi Ottocento metri, prendiamo verso destra la deviazione lungo la via Is Uccheddus che, in seicento metri, ci porta alla frazione Is Uccheddus (altezza 27 metri, distanza 2.19 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 28). Evitata la deviazione per la frazione Is Uccheddus, proseguiamo lungo la prosecuzione della via S’Acqua Salia e, dopo seicentocinquanta metri, entriamo nell’abitato della frazione Is Faddas (altezza 20 metri, distanza 1.90 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 54). Seguendo le indicazioni, dalla frazione Is Faddas prendiamo a destra ossia verso nord la deviazione che, in circa trecentocinquanta metri, ci porta alla frazione Is Chillaus (altezza 20 metri, distanza 2.18 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 32). Ritornati alla frazione Is Faddas, riprendiamo la prosecuzione della via S’Acqua Salia e la seguiamo per trecento metri, poi svoltiamo a sinistra e, dopo altri centocinquanta metri, arriviamo a raggiungere la frazione Case Ghisu (altezza 6 metri, distanza 1.07 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 9). Da dove avevano seguendo la via S’Acqua Salia avevamo raggiunto la frazione Is Faddas, prendiamo a sinistra ossia verso sud la deviazione che seguiamo per seicento metri e ci fa raggiungere la frazione Is Peis (altezza 14 metri, distanza 2.30 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 51). Dalla frazione Is Peis, seguendo le indicazioni deviamo a sinistra e, in quasi Novecento metri, raggiungiamo la frazione Is Potettus (altezza 6 metri, distanza 3.06 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 10). Tornati alla frazione Is Peis, evitiamo la deviazione verso sinistra e proseguiamo, invece, lungo la strada che ci aveva portati ad essa, e, dopo un chilometro e trecento metri, la strada incrocia la SP73. Evitiamo la SP73 e continuamo sulla prosecuzione della strada che ci ha portati fino qui. Dopo circa settecentocinquanta metri, seguendo le indicazioni, svoltiamo a sinistra e, dopo altri duecentocinquanta metri, raggiungiamo la frazione su Cambuxiu (altezza 10 metri, distanza 4.59 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 24). All’interno di questa frazione si trovano i pochi ruderi della Chiesa di Santa Maria de su Cambuxiu. Le frazioni di Sant’Anna Arresi verso ovestDal centro di Sant’Anna Arresi proseguiamo verso sud lungo la via Italia, a settecentocinquanta metri dall’incrocio con la via Municipio prendiamo a sinistra la via Deffenu, la seguiamo per un’ottantina di metri, poi svoltiamo a destra nella via Gutturu Saidu che, in circa duecento metri, ci porta all’interno della frazione Is Palas Case lindri (altezza 86 metri, distanza 0.78 metri sul livello del mare, abitanti circa 50) e, proseguendo altri circa duecento metri, arriviamo alla frazione Is Palas (altezza indefinita, distanza 0.95 metri, numero di abitanti non disponibile). Gli impianti sportivi di Sant’Anna ArresiDal centro di Sant’Anna Arresi proseguiamo verso sud lungo la via Italia, a trecento metri dall’incrocio con la via Municipio prendiamo a destra la via Porto Pino, che è la SP73. Seguita per circa un chilometro e duecento metri, si vede alla destra della strada la deviazione che conduce all’ingresso degli impianti sportivi di Sant’Anna Arresi. All’interno di questi impianti è presente un Campo da Calcio dotato di tribune in grado di ospitare 50 spettatori, davanti al quale si trova un Campo da Calcetto ossia di calcio a Cinque, e si trovano due Campi da Tennis. La maggior società calcistica del paese è la Polisportiva Sant’Anna Arresi, che partecipa al campionato di calcio a 11 Uisp di prima divisione. Inoltre la stessa si occupa della crescita e formazione sportiva dei bambini, mediante la Scuola calcio di base e la Scuola di ginnastica ritmica. L’area archeologica di Coi CasuProseguendo appena poche decine di metri, si vedono alla sinistra della strada il Nuraghe e l’Area archeologica di Coi Casu che è stato interessato da un indagine di scavo solo recentemente. L’insediamento era composto da un Nuraghe di tipologia indefinita, probabilmente un Nuraghe complesso, edificato a 42 metri di altezza, attorno al quale si trovano i resti del villaggio, del quale affiorano evidenti ruderi preservati da una rigogliosa macchia di lentisco e olivastro. Il nucleo più importante dell’antico abitato si sviluppava attorno ad una depressione circolare del terreno che nei mesi invernali e primaverili fungeva da piccolo bacino di raccolta dell’acqua piovana. Tra le diverse strutture messe in luce dallo scavo archeologico emerge per importanza un vano destinato alla conservazione di derrate alimentari in grossi recipienti. La ricerca, ancora nelle sue fasi preliminari, deve rispondere a due quesiti fondamentali: che tipo di attività economiche praticava la comunità nuragica di Coi Ca su e quali motivazioni spinsero ad un repentino abbandono del sito alle soglie dell’Età del Ferro, che, dopo un apparente vuoto di alcuni secoli, riprende a vivere a partire dall’età tardo: il punica sino a quella bizantina, con parziali ristrutturazioni e modifiche di alcuni ambienti. Sono, infatti, presenti anche i resti della piccola Chiesa di Coi Casu. Le frazioni di Sant’Anna Arresi verso sud in direzione di Porto PinoPassati gli impianti sportivi e l’area archeologica di Coi Ca su proseguiamo verso sud ovest lungo la SP73 e, a circa un chilometro e Novecento metri da dove la avevamo imboccata, troviamo le abitazioni della frazione Is Cinus (altezza 34 metri, distanza 1.95 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 48). Dall’interno dell’abitato della frazione Is Cinus, prendiamo verso sinistra ossia verso sud la via Iglesias, dopo trecento metri prendiamo a destra la via Is Bigas, che in altri trecento metri ci porta all’interno della frazione Is Spigas (altezza metri 26, distanza 2.22 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 125). Ritornati alla frazione Is Cinus, proseguiamo verso sud ovest lungo la SP73 e, dopo xx metri, raggiungiamo la frazione Is Pillonis (altezza metri 9, distanza 4.49 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 46). Passata la frazione Is Pillonis, la SP73 continua verso sud ovest e, dopo un paio di chilometri, ci porta al mare alla frazione Porto Pino, che è la principale frazione Sant’Anna Arresi, e che descriveremo megli più avanti. Il litorale di Sant’Anna ArresiL’abitato di Sant’Anna Arresi è situato nelle vicinanze della spiaggia di Porto Pino che si sta confermando come importante luogo di villeggiatura diventando meta turistica nazionale e internazionale. La località balneare di Porto Pino è tra le più belle e suggestive del Sud Sardegna, e richiama un consistente flusso di turisti, cui offre la possibilità di gustare i genuini prodotti locali e godere del fascino dell’ambiente naturale. Il promontorio di Porto Pino è ricoperto da una vasta pineta spontanea di pino d’Aleppo, formazione abbastanza rara e presente in Sardegna solo in questa zona e sull’isola di San Pietro. Il cordone sabbioso che separa il mare dagli stagni retrostanti è largo circa settanta metri ed è occupato, nella parte più interna, da una pineta che arriva ad affacciarsi direttamente sulla spiaggia. Spesso sulla sabbia si accumulano i resti della posidonia che crescono sui fondali formando ampie praterie e che, una volta morte, vengono portate a riva dalle correnti marine. A sud della spiaggia si trovano delle colline di sabbia alte fino a trenta metri, chiamate Sabbia bianca. Nel 2017 Legambiente attore protagonista dell’ambientalismo italiano, con le rilevazioni effettuate dalla sua Goletta Verde, e con la collaborazione del Touring Club Italiano, ha assegnato il riconoscimento di 4 Vele al comprensorio della Costa sud ovest e delle Isole Sulcitane. I parametri considerati per l’assegnazione delle vele sono la qualità delle acque di balneazione, efficacia della raccolta differenziata dei rifiuti, la gestione delle risorse idriche, la presenza di aree pedonali, efficienza dei servizi, la valorizzazione del paesaggio e delle produzioni locali. |
La frazione Porto PinoDa Sant’Anna Arresi abbiamo preso la SP73 verso il mare che, dopo sei chilometri di strada rettilinea e panoramica che attraversa la pianura costiera, oltrepassato il canale di collegamento degli stagni col mare, ci fa raggiungere la candida spiaggia di Porto Pino con le sue dune. La frazione Porto Pino (altezza 5 metri, distanza 6.98 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 121) è una piccola ma famosissima frazione balneare rinomata per una delle spiagge più belle della Sardegna, situata in una insenatura di grande bellezza utilizzata come porto già in epoca fenicio: il punica. Superate le case e posteggiato accanto al porto canale, con il ponticello pedonale o con quello per le auto, lo superiamo e raggiungere la vicinissima costa, sulla quale si trovano le immense Spiagge di Porto Pino, dalla sabbia candida, lunghe circa quattro chilometri. Le spiagge di Porto PinoRaggiungiamo, quindi, le spiagge di Porto Pino, che devono il loro nome alla grande pineta presente sul promontorio, formata da pino d’Aleppo, quercia spinosa, assai rari in Sardegna, da ginepri e dalla consueta rigogliosa macchia mediterranea. Dopo il primo chilometro, appartenente a Sant’Anna Arresi, la seconda spiaggia di Porto Pino continua nel territorio comunale di Teulada e finisce con le grandi dune, interamente comprese all’interno del Poligono Militare di Capo Teulada. La grande spiaggia di Porto Pino una delle più belle della Sardegna, prende il nome dalla presenza di un bosco naturale formato esclusivamente da pini d’Aleppo. È tradizionalmente suddivisa in due porzioni, ossia in due distinte spiagge, separate dai ruderi di un molo che anticamente proteggeva un altro canale adduttore. La cosiddetta Prima spiaggia, ubicata alle spalle dei parcheggi comunali, è lunga circa seicento metri, ed è formata da sabbia compatta e fine, quasi impalpabile, di un colore meno candido rispetto alle altre zone. È la più frequentata dai bagnanti perché fornita di vari servizi turistici e caratterizzata inoltre dalla presenza di servizi nautici da diporto La Seconda spiaggia, lunga circa due chilometri, è formata anch’essa da sabbia bianchissima con la presenza di posidonie spiaggiate in modesta quantità, ed è meno frequentata, salvo nella sua parte iniziale e finale, che risultano più facilmente raggiungibili. Alle sue spalle ci sono i due stagni, quello di Maestrale e quello di Is Brebeis, ossia delle Pecore, che descriveremo più avanti. In caso di forte vento, non esistono sulla seconda spiaggia ripari naturali. Tra la prima e la seconda spiaggia, vi è un tratto di spiaggia chiamato Dog beach, ossia spiaggia per cani, attrezzata con ombrelloni e sdraio e dedicata a questi animali ed ai loro padroni. Si tratta di una delle spiagge per cani più belle della Sardegna, libera e gestita da volontari. |
Le diverse spiagge di Porto Pino sono affacciatesu un mare verde azzurro, poco profondo. Sulle spiagge, poco affollate, anche in alta stagione, salvo che nel settore nord, presso il borgo di Porto Pino, si trovano bar, alberghi, ristoranti, negozi e servizi vari. Nella seconda spiaggia verso le dune ed in pineta vi è anche qualche presenza naturista. Più ad est si arriva alla spiaggia delle Sabbie BianchePiù ad ovest rispetto alla spiaggia di Porto Pino, si trova la grande spiaggia delle Sabbie Bianche, ossia di Is Arenas Biancas, Chiamata anche spiaggia delle Dune di Porto Pino, che presenta appunto fantastiche formazioni dunali. Si estende, verso sud est, all’interno della zona militare di Capo Teulada, e, pertanto, la visita è possibile esclusivamente a luglio e ad agosto, dal mare e da terra. Prima di arrivare al borgo turistico di Porto Pino, e in corrispondenza degli ampi stagni, si può cercare ed imboccare l’unica stradetta sterrata, non segnalata, che percorre la grande Isola Corrumanciu, al centro degli stagni stessi. Superato il Villaggio dei Pescatori, si arriva fino al termine degli specchi d’acqua e si posteggiare nello spiazzo. Da qui, si va verso la costa, ed è possibile arrivare, a piedi, alle alte Dune di Porto Pino, sotto le quali si trova la spiaggia delle Sabbie Bianche. Da terra, la si può raggiungere anche con una impegnativa passeggiata lungo tutto il litorale, percorrendo a piedi la spiaggia di Porto Pino, fino a raggiungere il suo limite orientale, dove si trova, appunto, la spiaggia delle Sabbie Bianche. La spiaggia delle Sabbie Bianche ossia Is Arenas Biancas chiamata anche spiaggia delle Dune di Porto Pino è la parte senza dubbio più spettacolare di tutta Porto Pino, caratterizzata da un arenile di grandi dimensioni, lungo circa un chilometro, dall’aspetto solitario e selvaggio, costituito da sabbia bianca e fine, quasi impalpabile, che si affaccia su un mare di colore verde azzurro, poco profondo. È caratterizzata da dune di sabbia finissima e bianchissima, prodotte dall’erosione delle rocce del promontorio da parte dal mare e dagli agenti atmosferici, dalla cui cima si gode di una vista senza eguali su tutto il golfo e sull’entroterra. Sulla cima delle dune cresce una fitta macchia di ginepro coccolone, e si trovano, inoltre, la calcatreppola, l’euforbia, lo sparto. La zona retrostante le dune è caratterizzata dalla presenza di ginepri e macchia mediterranea. La spiaggia non è mai affollata, neanche in alta stagione, è, però, scarsamente pulita per la presenza di residui delle esercitazioni militari, dato che, nonostante le bonifiche, nelle dune vi è la presenza di qualche residuato bellico, dovuto alle esercitazioni militari del recente passato. |
La spiaggia e le dune di Porto Pino sono state il Teatro di una entusiasmante scoperta del mare per un gruppo di bambini nel primo episodio del film Ballo a tre passi, il bel film di Salvatore Mereu del 2003 con Caroline Ducey, Yaël Abecassis, Michele Carboni. |
Verso a frazione Porto Pinetto visiteremo la costiera ad ovest di Porto PinoAll’arrivo a Porto Pino, prendendo sulla destra entriamo nella grande pineta di pini d’Aleppo che si sviluppa sul promontorio di Punta Menga, sul lato settentrionale del quale vediamo la piccola insenatura di Porto Pineddu. Si tratta della grande Pineta di Porto Pino chiamata anche Pineta di Candiani che deve il suo nome alla presenza, sulla punta Menga, della Batteria antiaerea ed antinave Ammiraglio Candiani, della Seconda Guerra Mondiale. Sul promontorio di Porto Pino si trovava la Torre di Porto Pino che in una carta del 1792 era denominata Torre de Sarri, ed oggi è scomparsa, dopo essere rimasta in attività probabilmente fino al 1819. Dirigendoci verso ovest, sul lato settentrionale del promontorio, passate le scogliere di Porto Pino, si trova la piccola insenatura e la Spiaggetta di Porto Pineddu. Il tratto di costa chiamato Porto Pineddu, Porto Pinetto nell’uso locale, indica sia la spiaggia sabbiosa sia, estensivamente, l’intero basso litorale roccioso e sabbioso che arriva sino alla successiva piccola frazione chiamata Porto Pinetto. Considerata una delle spiagge più bianche del sud della Sardegna, la spiaggia di Porto Pineddu o Porto Pinetto si può raggiungere seguendo le indicazioni di Porto Pino, proseguendo poi dritti per la pineta, prendendo infine la stradina sulla destra che conduce ai parcheggi. Il mare, cristallino, le cui acque si colorano di un verde smeraldo, si presenta con fondale basso per molti metri. Nei giorni di maestrale è l’ideale, poiché abbastanza riparata, infatti, agli estremi, si trovano scogli e rocce che in alcuni tratti si presentano con forme particolarmente appuntite a causa dell’erosione praticata dal vento e dal mare. Unica pecca di questa spiaggia è l’assenza di servizi. |
Passate le scogliere di Porto Pino, proseguendo dritti verso ovest, si superano le case dell’abitato e si arriva, dopo quasi un chilometro, alla frazione Porto Pinetto (altezza 10 metri, distanza 7.53 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 6). Sotto la frazione Porto Pinetto, si trova la sua spiaggia, ossia la spiaggia dei Francesi, chiamata anche spiaggia di Sa Bua. La spiaggia dei Francesi chiamata anche spiaggia di Sa Bua è una bella spiaggetta di sabbia bianca, incastonata in una costa d’arenaria. Lunga poco più di cento metri, il litorale offre una distesa di sabbia bianca finissima protetta ai lati, e in parte anche sul retro, da rocce e scogli. L’acqua, limpida, si presenta con un fondale basso e sabbioso adatto ai bambini e ai meno esperti. Per le dimensioni ridotte e lo scarso parcheggio, è frequentata soprattutto dagli abitanti delle vicine case. Sebbene il paesaggio che ci viene offerto è suggestivo, la spiaggia dei Francesi è mediamente frequentata, probabilmente anche a causa dei pochi servizi offerti quali l’area di sosta e il chiosco estivo adiacente. |
Proseguendo ancora verso ovest, verso i limiti occidentali della costa nell’area Comunale di Sant’Anna Arresi, si arriva alla pineta situata sulla costa rocciosa e scarsamente praticabile a piedi, che culmina nell’altura Guardia de su Trigu, passata la quale si incontra l’insenatura di Cala Sa Barracca, chiamata nell’uso locale e nella segnaletica stradale Comunale la Cala di Portu de su Trigu. Nella Cala Sa Barracca o di Portu de su Trigu, si trova la spiaggia di Portu de su Trigu conosciuta anche come spiaggia di Cala Sa Barracca. Si tratta di una spiaggia di bella sabbia bianca in certe annate, in altre è rocciosa e pressoché priva di sabbia a causa delle mareggiate dato che la spiaggia è esposta a ovest, sia ai marosi di maestrale sia di libeccio. La sabbia bianca e fine è accompagnata da rocce e scogli di colore rosso sbiadito. Il mare cristallino dal fondale basso e sabbioso, presenta alcune rocce qua e là. La spiaggia è piuttosto riparata dai venti, per questo motivo è abbastanza frequentata soprattutto nei mesi estivi. |
La zona umida di Maestrale, Is Brebeis e Porto PinoAlle spalle della spiaggia di Porto Pino si trovano diversi stagni che costituiscono un sistama stagnale retrodunare legato all’emersione di barre sabbiose. Si tratta di un’ampia zona umida caratterizzata dalla presenza di estesi sistemi dunari, con un’elevata valenza paesaggistica e scientifica. Ad ovest si sviluppa lo stagno di Maestrale detto anche stagno di Arbaurci, Un poco più a nord rispetto a quello de Is Brebeis, dal quale è separato da una fascia sabbiosa, che non comunica col mare, e nel quale in passato furono impiantate peschiere. Sul retro della spiaggia si trova lo stagno di Porto Pino delimitato da una fascia sabbiosa che lo separa dallo stagno di Maestrale, che comunica direttamente col mare. Alle sua spalle si sviluppa lo stagno di Is Brebeis delimitato da una fascia sabbiosa che lo separa dallo stagno di Maestrale, che comunica anch’esso direttamente col mare. Questi ultimi due stagni, sono stati interrotti ad est dalla costruzione di un canale adduttore, che ha generato due stagni più piccoli. Ad est rispetto allo stagno si Is Brebeis, si trova il piccolo stagno di Foxi dal quale parte il canale adduttore che separa i sue stagni e sfocia nella spiaggia di Porto Pino. E ad est rispetto allo stagno di Porto Pino, separato da esso dal canale adduttore, si trova il piccolo stagno de su Crobu. Il canale adduttore è normalmente chiuso, e l’accesso al mare viene aperto artificialmente solo nei mesi invernali e primaverili. Gli stagni di Porto Pino, di Is Brebeis e di Maestrale, rappresentano dei bacini indipendenti facenti parte di un vasto sistema stagnale retrodunare. Essi risultano separati l’uno dall’altro da cordoni di spiaggia emersi in tempi successivi durante le variazioni marine. I bacini più antichi ed i relativi cordoni sono quelli più interni, ovvero lo stagno di Maestrale e lo stagno di Is Brebeis, mentre lo stagno di Porto Pino appare più recente. Gli altri due piccoli stagni sono stati generati dalla ostuzione del canale adduttore, separandoli dagli stagni originari. Lo stagno di Is Brebeis possiede un significativo immissario, il rio Badde de Gutturu Saidu. I bacini di Is Brebeis e di Porto Pino, vengono anche utilizzati come vasche presalanti dalle Saline di Sant’Antioco, ed il bacino di Maestrale, che è situato nella porzione nord occidentale del sistema stagnale, funge da vasca di evaporazione per le stesse saline, e le opere di canalizzazione che sono state realizzate ostacolano quello che sarebbe il suo naturale processo di prosciugamento. Anche la bocca a mare dello stagno di Porto Pino garantisce l’ingresso di acqua marina ed il ricambio idrico. Il promontorio, le dune e gli stagni di Porto Pino costituiscono una zona per la sosta e per la riproduzione di avifauna acquatica di interesse comunitario. Per quanto riguarda l’attività della pesca, i bacini sono gestiti da una cooperativa di pescatori. Nello stagno di Foxi la pesca è saltuaria, e limitata alle anguille, così come a Is Brebeis e Maestrale. Si lavora tramite lavorieri di tipo artigianale, reti da posta, bertovelli, nasse e fiocine. La prossima tappa del nostro viaggioNella prossima tappa del nostro viaggio nella Provincia del Sud Sardegna, proseguiremo la visita della regione storica del Sulcis Iglesiente. Da Sant’Anna Arresi andremo a Teulada per visitare Porto Teulada e Capo Teulada, e seguire poi la Costa del Sud che ci porterà fino a Capo Spartivento. |