Muravera e la sua costiera dove si trova la Costa rei con le sue famose spiagge
In questa tappa del nostro viaggio, da Castiadas ci recheremo a Muravera che visiteremo con il suo centro ed i dintorni nei quali si trovano i suoi siti archeologici e la sua costiera che comprende l’importante insediamento turistico della famosa Costa rei con le sue spiagge. Il Sarrabus nella regione storica del Sarrabus-GerreiIl Sarrabus-Gerrei è la regione storica della Sardegna sud orientale che anticamente, come territorio, apparteneva al Giudicato di Càralis, alle Curatorie di Sarrabus, di Colostrai e Gerrei. Il Sarrabus-Gerrei viene distinto nei due territori del Gerrei all’interno, caratterizzato dalla pastorizia, e del Sarrabus, verso la costa e verso sud, agricolo e turistico. Il territorio del Sarrabus confina a nord con il Salto di Quirra e il massiccio del Cardiga, a ovest con il Gerrei, a est con il mar Tirreno a sud con il massiccio di Sette Fratelli, il monte Arbu, il monte Minniminni e Capo Carbonara. I comuni del territorio del Sarrabus sono Burcei, Castiadas, Muravera, San Vito, Villaputzu e Villasimius. Burcei si trova ai confini del Campidano di Cagliari con il Sarrabus, per cui da alcuni viene indicato come appartenente alla prima regione ma noi preferiamo attribuirlo alla seconda. Il territorio è occupato da punte come il massiccio dei Sette Fratelli, dalle quali si arriva rapidamente, attraverso valli boschive, a quote al livello del mare o con scarpate scoscese o con spiagge, stagni, piccole pianure alluvionali nelle quali si incontrano anche numerosi stagni di varia grandezza tra i quali il più importante è quello di Colostrai. In viaggio verso MuraveraDal centro di Castiadas, prendiamo la SP20 e la seguiamo verso nord est. Da Castiadas la SP20 ci porta alla frazione Tuerra e poi a MuraveraUsciti da Castiadas sulla SP20, la seguiamo e, dopo aver percorso circa 13 chilometri, arriviamo a raggiungere la frazione Muravera denominata Tuerra. La frazione Tuerra (altezza metri 15, distanza in linea d’aria circa 14,8 chilometri verso sud ovest) è costituita da due borgate. La prima si chiama Tuerra I e la si raggiunge percorsi sulla SP20 a dodici chilometri e mezzo da Castiadas, deviando a destra lungo la via dell’Erica. La seconda si chiama Tuerra II e ci si arriva dopo altri settecento metri sulla SP20, deviando a destra lungo la via undicesimo Settembre 2001. Proseguendo dalla frazione Tuerra sulla SP20, arriviamo a Muravera in 14,3 chilometri. Dal centro di Castiadas al Municipio di Muravera abbiamo percorso 28,8 chilometri. Da Castiadas direttamente a Muravera con la SS125 Orientale SardaDa Castiadas avemmo potuto prendere la via Centro verso sud est, che ci avrebbe portato sulla nuova SS125 Orientale Sarda, che, seguita verso nord est, ci avrebbe portato a Muravera in 26,9 chilometri. Il comune chiamato MuraveraDa Castiadas, presa la SS125 Orientale Sarda, raggiungiamo Muravera (nome in lingua sarda Murera, altezza metri 11 sul livello del mare, abitanti 5.131 al 31 dicembre 2021), il principale centro del Serrabus che si estende nella parte centro-orientale della Provincia del Sud Sardegna, sulla costa, al confine con i comuni di Villaputzu, San Vito e Castiadas. Si tratta di un grosso centro rivierasco di villeggiatura attraversato dalla SS125 Orientale Sarda, situato in una valle fluviale a ridosso di una cerchia di colline che delimitano un sistema lagunare con gli stagni di Feraxi, di Colostrai, delle Saline e San Giovanni. L’abitato, circondato da agrumeti, si trova nella zona di bonifica del fiume Flumendosa, il secondo fiume dell’isola dopo il Tirso, assai povero d’acque ma ricco di canneti e di oleandri, soprattutto nella zona delle lagune verso la foce. Molto probabilmente il primo nucleo abitativo si trovava a diretto contatto con il mare, da cui si è dovuta poi distanziare per sfuggire ai frequenti attacchi dei pirati saraceni, ma l’attuale borgata, che si è sviluppata sullo spazio aperto della piana libera da ostacoli naturali, è ancora fortemente legata al mare. Il territorio Comunale, classificato di collina, presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate. Grazie alla presenza del fiume Flumendosa, si tratta di uno dei più rilevanti centri agricoli dell’Isola. Origine del nomeIl toponimo corrisponde all’attestazione De Miraveto, e secondo qualche studioso si tratterebbe di un termine composto dal sardo Mura, che indica l’albero ed il frutto del moro selvatico, ossia della senape nera, il colore bruno rossiccio del cui seme ricorda il colore delle more, e da Vera, nel significato di vero, cioè coltivato o commestibile. La più antica attestazione sicura di questo villaggio si trova nelle rendite pisane nel Giudicato di Càralis agli inizi del sec. undicesimoV, e successivamente nella Chorographia Sardiniae di Giovanni Francesco Fara pubblicata negli anni 1580-1589, dove viene indicato come Oppidum Muraverae. La sua economiaIl settore primario è presente con la coltivazione di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, vite, olivo, agrumi e frutta e con l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. Il settore secondario è costituito da imprese che operano nei comparti alimentare, tra cui il lattiero caseario, della pesca, della piscicoltura, dell’abbigliamento, dei laterizi, cantieristico, della centrale elettrica ed edile. Il terziario si compone di una buona rete distributiva, dell’insieme dei servizi, e di un radicato artigianato popolare, per la produzione di tappeti, e tessuti realizzati con telai di quercia, manufatti ad intreccio che danno vita a sorprendenti ed eleganti cestini di canne, vimini e giunchi, e per la costruzione di strumenti fonici di matrice remotissima, le launeddas, considerate i più antichi strumenti a fonici del mondo mediterraneo. Grazie alla bella posizione costiera ma anche all’affascinante zona interna, Muravera richiama ogni anno migliaia di visitatori. Le coste sono molto pescose, quasi unite alle lagune rifornite da fresche e limpide acque di antiche sorgenti filtrate da banchi di finissima sabbia che alimentano i diversi stagni di riproduzione. Meta di molti villeggianti sono la famosa spiaggia della Foce del Flumendosa, la spiaggia di San Giovanni e, poco oltre, quella delle Saline. Percorrendo, poi, un breve tratto sterrato, è possibile giungere allo stagno di Colostrai, uno dei più suggestivi ambienti palustri dell’intera regione. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione e di soggiorno. Brevi cenni storiciGli insediamenti umani nel territorio muraverese si possono far risalire alla preistoria come testimoniano il complesso megalitico di piscina rei, e quello di nuraghe Scalas. La zona è poi soggetta a insediamenti fenici, punici e romani. Nel Medioevo il villaggio fa dapprima parte del Giudicato di Càralis, curatoria del Sarrabus, e poi, dal 1258, passa ai Visconti di Gallura. Dopo la scomparsa del Giudicato di Gallura, viene gestito direttamente dalla repubblica Marinara di Pisa. A seguito dell’invasione Aragonese, nel 1324 passa sotto la protezione di varie famiglie, tra le quali la potente famiglia nobiliare dei Carroz, conti di Quirra, poi dei Centelles e dal 1798 degli Osario de la Cueva. A causa della sua posizione geografica, Muravera, è oggetto di continue incursioni dei pirati barbareschi, che spesso venivano respinte dagli abitanti del luogo. A questo scopo, tra la fine del sedicesimo e la prima metà del diciassettesimo secolo, vengono costruite dagli Spagnoli le torri costiere che ancora oggi si possono osservare, ossia la Torre delle Saline, la Torre dei dieci cavalli, la Torre di Capo Ferrato. Nel 1839, in epoca sabauda, vengono aboliti i feudi, ed, alla fine del diciannovesimo secolo, avviene la chiusura delle terre comunali da parte dei notabili del paese. Nel 2016 viene cambiata la Provincia alla quale appartiene, passando dalla Provincia di Cagliari alla nuova Provincia del Sud Sardegna. Personaggi nati a MuraveraLa zona del Sarrabus ha avuto grandi suonatori di launeddas, specialmente Villaputzu e San Vito, ed a Muravera vive Attilio Scroccu, uno dei più importanti costruttori di launeddas. A Muravera nel 1929 nasce Attilio Scroccu che sin da giovane inizia a costruire launeddas senza mai smettere. Nei vari libri dove è citato il suo nome, viene etichettato come Personaggio schivo ma di grandissima arte musicale. Quando si tratta di costruire uno strumento in una certa tonalità, egli prende una base, una nota campione, soffiando nella canna più lunga, il Contrabassu, come lo chiama lui. Questa canna produce una nota grave; che lui suona per diverse ore prima di costruire le altre due, che dovranno essere in armonia con questa. La Sensazione giusta, egli dice, è Quando la testa si ferma per costruire delle cose precise, ovvero conformi a ciò che la natura rivela. Allora, confessa, gli accade di piangere. |
Le principali feste e sagre che si svolgono a MuraveraA Muravera è attiva l’Associazione Gruppo Folk Muraverese, i cui componenti si esibiscono nelle principali feste e sagre che si svolgono nel comune ed anche in altre località dell’Isola. Tra le principali principali feste e sagre che si svolgono a Muravera vanno segnalate, a febbraio, il Carnevale; a marzo, la Sagra degli agrumi; la domenica delle Palme, dalla chiesa di Santa Lucia parte la Solenne processione in onore di Santa Lucia; la seconda domenica dopo Pasqua, la comunità di Muravera celebra la Festa di Sant’Antioco Martire, presso l’omonima chiesa campestre che è situata in territorio di San Vito; a maggio, la manifestazione Murajò, ricca di appuntamenti culturali e di intrattenimento, tra i quali il Maggio Musicale organizzato dall’Associazione il Portale, che prevede alcuni concerti di musica classica; l’ultima domenica di maggio, la comunità di Muravera celebra la Festa di San Priamo, presso l’omonimo Santuario che è situato in territorio di San Vito; nei primi giorni del mese di agosto, il Carnevale estivo, nel quale è possibile ammirare le più importanti maschere della tradizione isolana; sempre nel mese di agosto, la manifestazione musicale denominata Booze Party, un festival all’insegna della musica degli anni cinquanta e sessanta, che dal 2005 propone ogni anno due giorni di musica dal vivo nella Torre dei 10 cavalli, presso la Marina di San Giovanni; il 28 agosto, la Festa di Sant’Agostino; il 6 dicembre Muravera festeggia il Patrono, nella Festa di San Nicola; il 13 dicembre è stata ripristinata la Festa di Santa Lucia. La Sagra degli agrumiLa Sagra degli agrumi è la più importante manifestazione del paese. La prima edizione si è tenuta nel febbraio 1961 per volontà degli agrumicoltori e ideata dalla Pro Loco. L’iniziativa ha lo scopo di valorizzare il prodotto principale del luogo, ossia gli agrumi. La manifestazione consiste nella mostra dei migliori prodotti locali ed in una sfilata per la via principale del paese di numerosi gruppi folcloristici provenienti da tutta la Sardegna, accompagnati dalle Etnotraccas, cioè carri trainati da trattori dove si ricostruiscono scene di vita agropastorale e domestica e paesaggi del passato. Nella serata si svolge l’esibizione dei gruppi folcloristici accompagnati dal suono delle launeddas. Visita del centro di MuraveraL’abitato è caratterizzato da alcune case in stile campidanese, collegate da un antico portico settecentesco. È interessato da un fenomeno di forte crescita edilizia, ed ha l’andamento altimetrico tipico delle località collinari. Anche Muravera, come molte altre cittadine della Sardegna, da qualche anno comincia ad essere tappezzata di bei murali. Entriamo in Muravera da sud est con la SS125 Orientale Sarda che, all’interno dell’abitato, assume il nome di via Roma. Lo stadio ComunaleLungo la via Roma, un centinaio di metri dopo il cartello segnaletico che indica il chilometro 63 della SS125 Orientale Sarda, arriviamo in località Pixina Terra, dove vediamo, alla sinistra della strada, l’ingresso degli impianti sportivi presenti nello Stadio Comunale di Muravera. All’interno di questi impianti è presente un Campo da Calcio dotato di tribune in grado di ospitare 850 spettatori, un Campo da Calcetto ossia da Calcio a cinque, ed un Campo da Tennis, tutti di proprietà del comune di Muravera e da questo gestiti. All’interno di questo stadio Comunale gioca le sue partite casalinghe la principale squadra di calcio della città, che è l’Associazione Sportiva Dilettantistica Muravera 1965 calcio, nata nel 1965, la quale milita nel girone G di Serie D. Il Cimitero ComunalePassato l’ingresso dello stadio Comunale, proseguiamo verso nord ovest lungo la via Roma, che ci porterà ad attraversare tutto il centro dell’abitato di Muravera. Percorsi appeva quattrocento metri dal cartello segnatico che indica il chilometro 63 della strada statale, vediamo, alla destra della strada, il muro di cinta e l’ingresso del Cimitero Comunale di Muravera. Proprio di fronte all’ingresso del Cimitero Comunale, parte, alla sinistra della via Roma, la via dell’Erica. La chiesa dedicata a Giovanni Paolo II ed alla Vergine Maria di NazarethDi fronte all’ingresso del Cimitero Comunale, presa, alla sinistra della via Roma, la via dell’Erica, dopo una sessantina di metri, si vede, alla sinistra, al civico numero 1 della via dell’Erica, la nuova chiesa Giovanni Paolo II e Vergine Maria di Nazareth consacrata nel 2014, la prima chiesa dedicata a Giovanni Paolo II, che quello stesso anno era stato dichiarato Santo da papa Fracesco. Il nuovo edificio di culto sorge alla periferia del centro abitato, dirimpetto al Cimitero, in un’area dell’estensione di poco meno di diecimila metri quadrati messa a disposizione dal comune. L’elemento che caratterizza la composizione architettonica della nuova chiesa è la grande copertura a forma di foglia di ulivo in legno lamellare con rivestimento protettivo superiore in rame. All’intero il pavimento è in lastre di marmo di Orosei del tipo Bianco Tirreno, e di particolare pregio e peculiarità in questa chiesa sono l’altare, il tabernacolo e la fonte battesimale. L’area archeologica di su CunventuSul retro della chiesa dedicata a Giovanni Paolo II ed alla Vergine Maria di Nazareth, tra la via dell’Erica che sbocca sulla via su Murdegu e quest'ultima strada, nella localita` chiamata Su Cunventu, sono state rinvenute strutture di eta` nuragica che costituiscono l’Area archeologica di su Cunventu. Dagli scavi e` emersa una capanna circolare, di cui rimane un circolo costruito con pietre di medie e grandi dimensioni. All’interno e` presente un piccolo ambiente quadrangolare in pietre di scisto, messe in opera a secco, ricoperto di terra arrossata per contatto con fuoco, identificabile probabilmente con una fornace. Oltre alla capanna sono stati ritrovati un segmento di forma circolare e un ambiente rettangolare diviso in due ambienti. Questi edifici costituiscono un insieme da riferire, probabilmente, ad ambito di culto, ma non sono stati rinvenuti ex voto. Si ritene che vi potesse essere anche un nuraghe di tipologia indefinita. La chiesa di Santa LuciaDall’ingresso del Cimitero Comunale, proseguiamo lungo la via Roma sempre in direzione nord ovest per altri quattrocentocinquanta metri, poi prendiamo a sinistra la via Speranza, la seguiamo per cento metri, attraversiamo la via Guglielmo Marconi e proseguiamo dritti con la via Santa Lucia per circa duecento metri, poi svoltiamo a destra per rimanere sulla via Santa Lucia e, dopo poco più di cinquanta metri, vediamo nella piazzetta omonima la chiesa di Santa Lucia dedicata alla omonima Santa, Martire cristiana, morta durante le persecuzioni di Diocleziano a Siracusa. A Muravera si registra fin dall’antichità una forte devozione per la Santa, e per la chiesa di Santa Lucia, protettrice della vista, i fedeli disposero l’acquisto di importanti suppellettili, preziosi argenti, tessuti pregiati di seta o velluto per le belle statue. Un’ulteriore testimonianza di devozione popolare sono trenta Occhi di Santa Lucia in argento, ora conservati nella parrocchiale di San Nicola. La chiesa, che si trova nel centro storico di Muravera, è stata edificata nel sedicesimo secolo, e faceva parte in passato del villaggio di Petrera, antico abitato ora denominato rione Santa Lucia, che contava nel suo territorio due Chiese, quella appunto di Santa Lucia e quella della Vergine d’Itria, ora non più esistente. La larga e bassa facciata bianca presenta un modesto portone in legno. Si accede all’interno attraverso il portoncino a due ante in ferro bicromato deteriorato dal tempo. Internamente è caratterizzata da una pianta rettangolare suddivisa in tre navate, aventi ciascuna tre archi a tutto sesto per parte. Nei prospetti laterali si trova una piccola finestra per parte con infissi e scuri in ferro. All’esterno, al centro del tetto a doppio spiovente è posto un piccolo campanile a vela ad una sola luce, con croce alla sommità e dotato di una campana in bronzo di piccole dimensioni, dove sono raffigurati in rilievo, la Madonna con Bambino e Rosario, il Crocifisso, ornamenti floreali e in basso tutt’intorno la scritta con data: AVE MARIA GRATIA PLENA – ANNO DOMINI 1728. Nel periodo che va dal 1920 al 1930 e nell’anno 1960 fu oggetto di interventi sia interni che esterni. La Festa di Santa Lucia ricorre il 13 dicembre, ma, prima dell’istituzione del calendario gregoriano nel 1582, la Festa cadeva più avanti, in prossimità del solstizio d’inverno, da cui il detto Santa Lucia il giorno più corto che ci sia, data che non coincise più con l’adozione del nuovo calendario. In passato in occasione della Festa liturgica, si organizzavano anche degli spettacoli, ma la cosa più interessante era il fuoco che veniva acceso al centro della piazza, intorno al quale le persone ballavano, cantavano e socializzavano. Fino a qualche anno fa rimaneva chiusa durante tutto l’anno, fatta eccezione di due occasioni, nei giorni della Festa di Santa Lucia e per la Domenica delle Palme. Poi, per tanti anni, non ci sono stati più festeggiamenti, fino a che, nel 2010, un gruppo di giovani ventenni ha formato un comitato che ha deciso di ripristinare questa Festa che da tanto tempo non si celebrava più. Ora la chiesa è aperta al culto e vi si celebra la messa una volta alla settimana, e ogni anno, il 13 dicembre vi si celebra la Festa di Santa Lucia e, nella ricorrenza delle Palme, dalla piazzetta antistante, dopo aver impartito la benedizione, parte una Solenne processione in onore della Santa. L’ex palazzo Comunale che oggi ospita la Biblioteca ComunaleRitornati sulla via Roma, la seguiamo verso nord ovest per altri centocinquanta metri, poi prendiamo a sinistra la via della chiesa. Dopo poco più di cento metri, lungo i quali la strada costeggia il lato della chiesa parrocchiale che vedremo più avanti, svoltiamo a destra in via Guglielmo Marconi e, in una cinquantina di metri, troviamo sulla destra, al civico numero 72 della via Guglielmo Marconi, l’edificio dell’Ex palazzo Comunale di Muravera. Questo edificio, che oggi ospita la Biblioteca Comunale è stato recentemente restaurato, in particolare sono state recuperate le sale dell’ex giudice di pace, e due degli ambienti del piano superiore sono stati attrezzati per ospitare l’archivio storico della Biblioteca Comunale. La chiesa parrocchiale di San Nicola di BariPassato l’ex palazzo Comunale, si apre, alla destra della via Guglielmo Marconi, la piazza della chiesa, nella quale, al civico numero 4 della piazza, si vede la facciata della chiesa di San Nicola di Bari che è la parrocchiale di Muravera. Edificata in stile gotico catalano nel quindicesimo e sedicesimo secolo, la sua struttura è stata interessata da due importanti interventi di restauro, uno risalente alla fine del diciottesimo secolo, esattamente nel 1796, dal quale probabilmente deriva la conformazione attuale, il secondo, più recente, risale al 1993. La chiesa attualmente propone uno schema di derivazione catalano aragonese, la facciata mostra un prospetto a capanna, senza nessun ornamento, sovrasta il portale d’ingresso una finestra rettangolare dalla forma semplice e lineare. Sulla destra si erge la robusta torre campanaria del diciassettesimo secolo. La sua architettura a canna quadrata è di stile tardo gotico, suddivisa in tre ordini in cui, nel secondo, si aprono le finestre dove sono alloggiate le campane, mentre la parte terminale è ornata con dei merli. All’interno presenta una navata unica ripartita da tre archi ogivali trasversi sui quali si imposta l’orditura del tetto a due falde, secondo modalità costruttive gotiche, con il presbiterio avente forma quadrata, ma l’edificio nasconde nella zona presbiteriale importanti ed integre testimonianze di una precedente fase costruttiva d’epoca aragonese. Sulla navata si aprono due cappelle a destra rispetto al portale d’ingresso e quattro a sinistra, sorte nel secolo successivo, di architettura tardo gotica, coperte con volte nervate a crociera, come i relativi archi d’accesso, e come pure la Cappella presbiteriale con l’arco trionfale. Queste quattro cappelle, sono dedicate alla Vergine del Rosario, al Santissimo Crocifisso, a San Giovanni Battista e a Santa Lucia. Tra gli arredi preziosi presenti all’interno, vanno citati l’altare maggiore di marmo policromo eseguito nel 1767 da Giovanni Battista Asqueri, due retabili in legno dorato di stile barocco, una croce d’argento cesellato, dono di uno schiavo che riacquistò la Libertà dopo essere stato prigioniero dei Saraceni, una bella statua di San Sebastiano in legno policromo scolpita nel 1603 da Scipione Aprile, ed il simulacro in legno policromo di San Nicola ordinato nella seconda metà del settecento dal canonico Deplano alla bottega di Giuseppe Antonio Lonis a Cagliari. La città di Muravera è in Festa a dicembre per le ricorrenze del Santo Patrono, San Nicola, e di Santa Lucia. La Festa di San Nicola si svolge il 6 dicembre, quando nel pomeriggio è in programma la processione che parte da piazza chiesa e si snoda per le vie del centro storico, seguita dalla messa in parrocchia. L’edificio che ospita il Museo donna Francesca Sanna SulisDi fronte alla chiesa parrocchiale di San Nicola da Bari parte la via Montis, e, ad angolo tra questa strada e la prosecuzione della via Guglielmo Marconi, si trova un bell’edificio con la facciata affacciata sulla via Guglielmo Marconi, e con ingresso al civico numero 99 di questa strada. Si tratta di un’edificio della fine dell’ottocento, che oggi ospita il Museo Comunale donna Francesca Sanna Sulis che è il Museo dell’Imprenditoria Femminile. Intitolato a questa singolare donna, che ha precorso il suo tempo, essendo tessitrice, imprenditrice e filantropa, attentissima alle condizioni delle donne ed alle attività lavorative femminili. Il Museo casa dei CandelaiDi fronte alla chiesa parrocchiale di San Nicola da Bari parte la via Montis, la prendiamo e la seguiamo per cento metri, poi sbocca sulla via Speranza, e, proprio di fronte, al civico numero 67 della via Speranza, si trova l’ingresso dell’edificio che ospita il Museo casa dei Candelai ossia Sa Domu de Is Candelajus, un’antica casa padronale settecentesca divenuta Museo Etnografico nel quale vengono allestiti laboratori di mestieri tradizionali della Sardegna. La casa dei Candelai, sezione etnografica del Museo dell’Imprenditoria Femminile intitolato a donna Francesca Sanna Sulis, accoglie i visitatori con il profumo della cera d’api proprio del lavoro della sua ultima abitante, Zia Savina, che si dedicava alla fabbricazione artigianale delle candele. Nell’antica casa a corte si scoprono antichi saperi, sapori e suoni della tradizione del Sarrabus. Il Municipio di MuraveraTorniamo sulla via Roma, dove avevamo preso verso sinistra la via della chiesa, da questo punto, proseguiamo verso nord ovest, e, dopo trecento metri, svoltiamo a destra in via Europa. La seguiamo e vediamo sulla sinistra la Piazza Europa una grande piazza che costituisce un luogo di ritrovo, di passeggiate e nel quale si svolgono le feste patronali. Seguita per un centinaio di metri, arriviamo a vedere, alla sinistra della strada, al civico numero 1 della via Europa, l’edificio che ospita il Municipio di Muravera. Il Portico PetrettoLungo la via Roma, passata sulla destra la piazza Europa, a trecentocinquanta metri da dove avevamo preso la via della chiesa, svoltiamo a sinistra nella via Portico, la seguiamo per centocinquanta metri, ed arriviamo a vedere lungo la strada il Portico Petretto piccola costruzione chiamata anticamente Su Crocciu. Si tratta di ̀ un monumento ubicato nel centro storico, che è stato eretto nel diciassettesimo secolo e recentemente restaurato. realizzato in pietra, presenta una forma ad arco sostenente un corridoio balconato, con due aperture arcate per lato. Edificato dalla famiglia Petretto, veniva adoperato per mettere in comunicazione due case appartenenti alla famiglia, disposte su due lati della pubblica via, evitando ai residenti l’attraversamento della strada durante i forti acquazzoni e permettendo ai residenti un accesso riservato. Il Sentiero degli AgrumiSulla via Roma, da dove avevamo preso verso sinistra la via della chiesa, proseguiamo verso nord ovest, e, dopo duecentocinquanta metri, una cinquantina di metri prima della deviazione verso destra in via Europa, prendiamo sempre verso destra l’ultima trasversale, che è la via dei Giardini. La seguiamo per poco più di duecento metri, poi la strada esce dall’abitato a nord, e la sua prosecuzione costituisce il Sentiero degli Agrumi che passa attraverso i caratteristici agrumeti muraveresi. Le origini di questa coltura nel territorio del Sarrabus risalgono, con ogni probabilità, alla dominazione spagnola, ma la sua produzione in forma intensiva inizia a svilupparsi a partire dagli anni sessanta del novecento. La nascita degli agrumeti a Muravera inizia nel 1928, quando, alle antiche coltivazioni, vengono affiancate quelle di agrumi ombelicati, importati dalla California dalla muraverese Maria Nina Cucca. Visita dei dintorni di MuraveraVediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Muravera, soprattutto nella Costa rei e più propriamente nel territorio che viene indicato come piscina rei, sono stati portati alla luce importanti complessi archeologici. Si tratta dei resti dei complessi megalitici di piscina rei e di Cuili Piras; delle Tombe di giganti Mitza Sa Granaccia I, Mitza Sa Granaccia II, Mont'Arbu, monte su Zippiri, S’Acqua Seccis; dei Nuraghi semplici Arrubiu, Baracca su Entu, Bruncu Brailloi, Cann ’e Frau, Garrabosu, Mitza Sa Granaccia, Monte Arrubiu, monte Nai, monte Ontroxiu, monte su Crobu, Monti Ferru, Mortus, Nicola Podda, Perdiaxiu, Pispisa, S’Ortu, Sa Iba de Ziu Franziscu, Sa Ridroxi, Scalas, su Sciusciu; dei Nuraghi complessi Acqua Seccis, don Giovanni, Figu Niedda, Mannu, Murtas, Piscareddu, Portu Pirastu, Tersilia; ed anche dei Nuraghi Baccu di Monte Nai, Bruncu su Predi, Bruncu Tittionaxiu, Corritta, Costa Sa Perdera, Cuili Senni, Giordi, Mannu II, Marongiu, monte Nai II, monte su Zippiri, Mumosa, Orcu, Ponzianu, Puncilioni, rio Molas, Sa Spadula, Santa Matta, su Braccu, su Cunventu, su Nuraxi, tutti di tipologia indefinita; dove si trova adesso la chiesa di Santa Lucia sono state trovate tracce del nuraghe su Nuraxi Santa Lucia che è stato però completamente distrutto. La costiera di MuraveraNel 2017 Legambiente attore protagonista dell’ambientalismo italiano, con le rilevazioni effettuate dalla sua Goletta Verde, e con la collaborazione del Touring Club Italiano, ha assegnato il riconoscimento di 3 Vele al comprensorio della costa sud orientale dell’isola con la costiera di Muravera. I parametri considerati per l’assegnazione delle vele sono la qualità delle acque di balneazione, efficacia della raccolta differenziata dei rifiuti, la gestione delle risorse idriche, la presenza di aree pedonali, efficienza dei servizi, la valorizzazione del paesaggio e delle produzioni locali. |
Per recarci a visitare la costiera di Muravera, riprendiamo il viaggio con la SP18 lungo la costa, lasciando il territorio di Castiadas ed entrando in quello di Muravera. La SP18 ora corre all’interno, per una decina di chilometri, per poi ritornare in vista del mare all’altezza del villaggio situato in località Sant’Elmo. Qui prendiamo una deviazione sulla destra, che ci fa imboccare la Strada panoramica della Costa rei. La frazione monte Nai con l’insediamento turistico della Costa reiVerso nord, sotto il Monte Nai, un colle di 238 metri di altezza, si trova la frazione monte Nai (altezza metri 4, distanza in linea d’aria circa 29,3 chilometri verso sud sul livello del mare, abitanti circa 141), nella quale si è sviluppato un vasto ed abbastanza disordinato insediamento turistico denominato Costa rei, che comunque, grazie ai numerosi locali presenti, è diventato uno dei principali luoghi di villeggiatura, non solo per i numerosi turisti ma anche per i giovani sardi. È formato da un gran numero di ville e villaggi, che non hanno tuttavia alterato eccessivamente lo splendido paesaggio. Nel tratto di strada che attraversa l’insediamento turistico, lasciando il tracciato principale, ossia la via Ichnusa, non è difficile individuare le varie deviazioni che conducono ad altrettanti parcheggi, posti a poca distanza, circa tre metri, dal lungo arenile. I parcheggi non sono molto ampi, e sono del tutto insufficienti nei periodi maggior affollamento. Nell’insediamento della Costa rei si trova la chiesa di Nostra Signora di BonariaAll’interno dell’insedaimento della Costa rei, percorrendo la via Ichnusa, passata la stazione dei Carabinieri, di fronte alla deviazione sulla destra nella via delle Primule, si trova, alla sinistra della strada, la chiesa di Nostra Signora di Bonaria edificata in un ampio spiazzo ai piedi una boscosa collinetta. La chiesa, di fattura moderna, presenta un’ampia pianta di forma rettangolare. L’elegante facciata di un azzurro chiarissimo è preceduta da alcuni gradini di granito. È caratterizzata da un ampio atrio a capanna, con al centro un arco a tutto sesto con cornice in granito, sovrastato da un piccolo oculo circolare e affiancato da due aperture rettangolari. Oltre, si apre il portale d’ingresso, sormontato da una lunetta vetrata e con ai lati due aperture in vetro. Sopra l’atrio si scorge il tetto a capanna del prospetto con spessa cornice modanata in cui spicca una grande croce. La lunga spiaggia della Costa rei che inizia con la spiaggia di Marina reiLa spiaggia della Costa rei è costituita da un arenile lungo oltre otto chilometri, che comprende, da sud a nord, prima la spiaggia di Marina rei, poi la spiaggia di piscina rei, e più avanti le successive spiaggia di Iba Sa Cresia e spiaggia di Ziu Franciscu. Il primo tratto dell’arenile, che confina a sud con la spiaggia delle Ginestre o spiaggia dello scoglio di Peppino, in territorio i Castiadas, ed a nord con la spiaggia di piscina rei, prende il nome di spiaggia di Marina rei. La spiaggia di Marina rei è un arenile di grandi dimensioni, sia in lunghezza che in estensione costituito da sabbia bianca o dorata fine, posta su un mare limpidissimo e poco profondo. La spiaggia si caratterizza per la sua lunghezza, e per gli scogli poco distanti dalla riva, che in alcuni punti permettono di ammirare tutto il litorale. Il fondale è basso e sabbioso, l’acqua trasparente e cristallina che prende i colori che vanno dal verde all’azzurro turchese. La spiaggia di Marina rei, è comodamente raggiungibile a piedi per chi alloggia a Marina rei ed a piscina rei. Molto affollata in alta stagione, soprattutto presso i posteggi e gli accessi, ed assai pulita, in essa sono presenti svariati servizi, tra cui alberghi, bar, ristoranti, negozi, noleggio ombrelloni, canoe e pattini. |
All’inizio della spiaggia della Costa rei, a sud, adiacente alla spiaggia si trova il Campeggio di Capo Ferrato, dietro al quale si possono vedere i resti del nuraghe Pranu di Monte Nai che si posiziona al confine fra i territori comunali di Castiada e di Muravera. Dietro la spiaggia di Marina rei si trova il ristorante l’EscargotLungo la via Marco Polo, che costeggia la spiaggia di Marina rei, si trova il ristorante l’Escargot. Lungo la via Marco Polo che costeggia la spiaggia di Marina rei, al civico numero 4, si trova l’importante ristorante Escargot un locale specializzato in cucina creativa in un ambiente in stile mediterraneo. Affacciato su una delle spiagge più belle dell’isola, il ristorante si propone con una cucina creativa in cui si citano le migliori materie prime sarde come il pesce, il pecorino naturalmente, le paste tipiche, il bue rosso. La carta dei vini non è amplissima, ma è personale, concedendo la possibilità di assaggiare la quasi totalità di vini anche al bicchiere. |
La spiaggia di piscina rei con il suo stagnoIl settore centro settentrionale della spiaggia della Costa rei prende il nome di spiaggia di piscina rei. Davanti a questo insediamento si estende il candido arenile. La spiaggia di piscina rei è costituita da un arenile di grandi dimensioni, sia in lunghezza che in estensione, caratterizzato da sabbia bianca finissima e con un fondale basso e sabbioso. Acqua di colori che vanno dal verde all’azzurro turchese. La spiaggia di Marina rei, è comodamente raggiungibile a piedi per chi alloggia a piscina rei. Nella parte nord della spiaggia, alle sue spalle troviamo un piccolo stagno, nei cui pressi c'è uno dei posteggi in cui si può lasciare l’auto. A differenza dalla spiaggia della Costa rei, la spiaggia di piscina rei non è mai affollata, neanche in alta stagione, salvo che presso i posteggi ed i punti di accesso. Sono presenti alberghi, ristoranti, negozi, bar e servizi vari. |
Presso la spiaggia si trova il Campeggio le Dune, di piscina rei. Le caratteristiche di questo meraviglioso arenile sono lo stagno e piccole dune di sabbia bianca e sottile. L’arenile è infatti caratterizzato dalla presenza del retrostante stagno di piscina rei che è separato dal mare da una fascia dunosa, è frequentato dai fenicotteri fino a giugno, ed è sede di numerose specie di altri uccelli lacustri. Dopo lo stagno, nei pressi della grande duna vicino alla macchia mediterranea, c’è una zona con qualche presenza naturista. L’area archeologica del nuraghe Scalas con il complesso megalitico di piscina reiPrima di tornare sulla SP18, a duecento metri dal litorale, possiamo andare a visitare il Nuraghe Scalas e vicino il Complesso megalitico di piscina rei. Per arrivarsi, dal villaggio turistico di Costa rei prendiamo la via Ichnusa sino al centro commerciale, poco dopo svoltiamo a destra in una strada bianca seguendo le indicazioni per il Campeggio di piscina rei. Arrivati in prossimità del campeggio, il complesso megalitico si trova sulla sinistra, al di là di un canale prosciugato. Il complesso megalitico, completamente recintato, è formato da un allineamento di 22 menhir di granito risalenti al 5000 avanti Cristo. Sono disposti in aggregati, di cui cinque sono ancora nella posizione originale, mentre gli altri sono stati rimessi in posizione eretta durante i lavori del cantiere archeologico. Purtroppo i menhir non sono tutti visibili a causa della vegetazione. La particolarità di questo sito archeologico è la presenza di un blocco di granito, probabilmente utilizzato con funzioni di area sacrificale, data la presenza di una cavità idonea alla raccolta di liquidi. I menhir sono disposti secondo le diverse posizioni astrali, e da ciò si ritiene probabile che potessero essere utilizzati come un Calendario astronomico di pietra. Il complesso megalitico di Cuili PirasNella zona sono presenti anche altri complessi megalitici, tra i quali il Complesso megalitico di Cuili Piras situato molto più a nord ed all’interno, in località Cuili Piras, vicino alla SP97 che conduce ad Olia Speciosa frazione Castiadas, complesso che si trova nella proprietà del signor De Murtas. Il sito però non è facilmente raggiungibili poiché mancano le indicazioni. Il complesso megalitico si trova in buone condizioni ed è composto da 53 menhir formati da lastre di granito, disposti in aggregati di tre o quattro o cinque elementi, è costituito da tre gruppi distinti. Il primo gruppo è costituito da 29 menhir, i più bassi di tutto il complesso. I menhir si trovano nella posizione ortostatica originale, e si sviluppano in posizione centrale. Il secondo gruppo è formato da 22 menhir, disposti in linea retta, che si trova più a nord rispetto al primo. Alcuni dei menhir, in seguito ai lavori del cantiere archeologico, sono stati rimessi nella loro posizione eretta originale. Il terzo gruppo è composto da solo tre menhir isolati, che si trovano poco distanti dal primo gruppo ed a sud del secondo gruppo di menhir. I menhir, posti tra loro in correlazione, forniscono degli allineamenti e delle distanze angolari rispetto al nord astronomico, tali da rendere utilizzabile il complesso come una Bussola goniometrica, certo rudimentale, ma di grande efficacia. All’epoca era l’unica soluzione tecnica con cui si potesse determinare, mettendo in correlazione le posizioni originate dal sorgere del sole e della luna, con gli allineamenti originati dai menhir, l’inizio dei cicli stagionali e soprattutto per le eclissi solari e lunari. Utilizzati come Calendario astronomico di pietra, estremamente preciso, ed anche per altri scopi religiosi, il complesso megalitico, per la particolare posizione e per la distanza con la quale sono collocati i menhir, presenta una similitudine con il famoso Complesso megalitico di Stonehenge. Le spiagge di Iba Sa Cresia e di Ziu FranciscuL’ultimo tratto, il più settentrionale, della spiaggia della Costa rei, prende il nome di spiaggia di Iba Sa Cresia nella parte più a sud e spiaggia di Ziu Franciscu in quella a nord, ed è accessibile dal termine della strada panoramica che sbocca sulla SP97, seguendo questa strada provinciale verso destra, ossia verso nord, e poi prendendo la prima deviazione a destra, ed al suo termine un breve tratto di sterrato non segnalato, ma individuabile perché ombreggiato da un filare di alti eucalipti. Il tratto settentrionale della spiaggia di Costa rei, che prende il nome di spiaggia di Iba Sa Cresia nella parte più a sud e spiaggia di Ziu Franciscu in quella a nord, offre un arenile di sabbia bianca e dorata molto chiara e fine, che si affaccia su un mare di un azzurro cangiante che sfuma nel turchese e nel blu, e contrasta magnificamente con il bianco della sabbia. Il fondale è sabbioso, poco profondo, e molto esteso. Iba Sa Cresia e Ziu Franciscu sono spiagge piuttosto ventose, e dunque per questo molto frequentate dagli amanti del windsurf e del kitesurf. Le spiagge sono solitamente poco affollate, neanche in alta stagione, tranne che nelle zone dell’arenile più vicine agli accessi. |
Poco più a nord della spiaggia si trova il Campeggio e village Tiliguerta, che era chiamato un tempo Campeggio di Porto Pirastu, con bar, ristoranti, negozi, beauty, trekking e diving. La frazione Capo Ferrato e la sua spiaggiaRipresa la SP97 e superato il Campeggio e village Tiliguerta, che era chiamato un tempo Campeggio di Porto Pirastu, e la Pizzeria Capo Ferrato, arriviamo a uno sterrato, da dove si può raggiungere il Promontorio di Capo Ferrato, che costituisce il confine settentrionale della Costa rei, un promontorio caratterizzato dalle molte piccole insenature. Sul promontorio si trova la frazione Capo Ferrato (altezza metri 8, distanza in linea d’aria circa 30 chilometri verso sud est sul livello del mare, abitanti circa 21), l’ultimo borgo di Muravera situato sul promontorio. Superato il piccolo borgo di Capo Ferrato dove la SP97 termina per proseguire verso nord come semplice strada costiera, prendiamo sulla destra una strada sterrata, accessibile attraverso una sbarra colorata, che ci porta a raggiungere la spiaggia di Capo Ferrato. La spiaggia di Capo Ferrato si trova subito più a nord rispetto alle spiagge della Costa rei, ed, in particolare, confina con la spiaggia di Ziu Franciscu. Il suo arenile è caratterizzato dalla presenza di sabbia bianco dorata finissima, e si specchia in un bellissimo mare dai colori tra il verde smeraldo e il turchese, dal fondale sabbioso poco profondo. La spiaggia è delimitata a nord da una scogliera, che termina con rocce levigate sino in mare, mentre, alle sue spalle, almeno parzialmente, si trova un muro roccioso sovrastato da macchia mediterranea, che la protegge. Scarsamente frequentata anche nei mesi estivi, non sono presenti servizi in questa spiaggia. |
Le acque di fronte alla spiaggia, oltre che da una bellissima flora e fauna, sono arricchite dalla presenza di numerosi relitti, che si possono far risalire alle due guerre mondiali. L’insenatura di Porto Pirastu con la sua spiaggiaSul promontorio che chiude a nord la spiaggia, si trova il Nuraghe di Porto Pirastu costruito a 6 metri di altezza, che era un nuraghe complesso con intorno un insediamento abitativo, edificato a controllo del porto sottostante e della costa. La spiaggia di Porto Pirastu si raggiunge seguendo le indicazioni. Superato il piccolo borgo di Capo Ferrato e passata la deviazione per la spiaggia di Capo Ferrato, arriviamo a un bivio, nel quale la strada costiera prosegue a sinistra, andando verso nord. Prendiamo, invece, la stradicciola sulla destra, che segue la costa, e, in prossimità di una curva, incrociamo una strada sterrata che, passata la pineta di Porto Pirastu, conduce fino alla spiaggia. Vi è un altro accesso, sempre su di una strada sterrata, che si incontra subito più avanti. Passato il promontorio che chiude a nord la spiaggia di Capo Ferrato, in una piccola baia, nel tratto a sud del promontorio di Capo Ferrato, si trova e la piccola spiaggia di Porto Pirastu. Costituita da un arenile composto da sabbia finissima e di un colore bianco avorio, si affaccia su un mare dai bellissimi colori tra il verde smeraldo e il turchese, con un fondale basso e con la presenza di scogli, che rendono il paesaggio suggestivo. La spiaggia, riparata alle spalle dalla macchia mediterranea, e dalla scogliera che la delimita anche alle sue due estremità, è ben protetta dai venti. Scarsamente frequentata anche nei mesi estivi, non sono presenti servizi in questa spiaggia. |
La spiaggia di Perda S’AcchilloniSeguiamo le indicazioni per la spiaggia di Porto Pirastu, e passiamo dal secondo accesso. Procediamo lungo la strada sterrata, sempre dritti, sino a trovare un altro incrocio, nel quale prendiamo a destra, ed arriviamo ai parcheggi a ridosso della spiaggia di Perda S’Acchilloni. La spiaggia di Perda S’Acchilloni adiacente alla spiaggia di Porto Pirastu, ha una forma ad arco, circondata dalla natura incontaminata e da basse scogliere, che terminano in mare. È costituita da un arenile lungo all’incirca trecento metri, formato da sabbia mista a ciottoli, che si affaccia su un mare tra il verde e l’azzurro con un fondale misto, sabbioso e ciottoloso, e non particolarmente profondo. Scarsamente frequentata anche nei mesi estivi e ben riparata dal vento, non sono presenti servizi in questa spiaggia. |
Alle spalle della spiaggia, oltre il parcheggio, si sviluppa la bella Pineta di Capo Ferrato, che offre un sicuro riparo dal sole e dal caldo. Il promontorio di Capo Ferrato con il suo faro e la sua torreProseguendo oltre la spiaggia di Perda S’Acchilloni, la strada sterrata arriva a un bivio, dove, prendendo a destra, arriviamo all’estremo del Promontorio di Capo Ferrato sul quale si trova il Faro di Capo Ferrato. All’interno del promontorio si trova la Torre di Capo Ferrato nota anche come Torre del Monte Ferru per raggiungere la quale occorre procedere lungo questa strada interna, alla cui sinistra si trova il Monte Ferru, che raggiunge un’altezza massima di trecento metri, sulla cui sommità si trova la torre, che dista circa due chilometri in linea d’aria dalla costa. Lungo la strada, occorre lasciare l’auto alle falde del monte, e camminare in salita per circa un’ora e mezza in modo non particolarmente agevole, percorrendo intricati sentieri nascosti fra la fitta vegetazione. La torre, edificata in periodo spagnolo, probabilmente nel 1639, è costituita da pietre in granito ed è coperta da una volta a cupola, e contiene una cisterna, ricavata sotto la pavimentazione. Nel lato settentrionale del promontorio di Capo Ferrato si trova la Cala Sa Figu con la sua spiaggiaPassata la deviazione verso Capo Ferrato, la strada bianca ci porta sul lato settentrionale del promontorio, alla Cala Sa Figu. Dalla strada è visibile l’insenatura, dotata di piccolo parcheggio, nella quale si trova la spiaggia di Cala Sa Figu, che si può raggiungere a piedi. L’insenatura è caratterizzata da numerose scogliere, e delimitata dal promontorio di Capo Ferrato, sul quale si trova l’omonimo faro, in un’area coperta di fitta vegetazione che giunge fino all’arenile. La struttura della spiaggia di Cala Sa Figu è costituita da diverse piccole calette, una a ridosso dell’altra, che garantiscono anche la Privacy dei bagnanti, e favoriscono l’accesso di quanti amano spostarsi con imbarcazioni da diporto. La spiaggia ha un fondo di sabbia bianca finissima, soffice al tatto, e si affaccia su un mare cristallino di un bellissimo azzurro, caratterizzato da un fondale basso e sabbioso, che rende sicuro il gioco dei bambini. Per la sua posizione, risulta battuta dai venti, che la rendono una meta ideale per i surfisti, ed è amata da quanti praticano la pesca subacquea. Scarsamente frequentata anche nei mesi estivi, non sono presenti servizi in questa spiaggia. |
La Cala de S’Illixi con la sua spiaggiaPassata la deviazione verso Cala Sa Figu, la strada bianca ci porta sul lato nord del promontorio di Capo Ferrato. Dopo un lungo tratto di curve e tornanti che sembra non finire mai, arriviamo a una breve deviazione sulla destra, che ci porta alla Cala de S’Illixi, nella quale si trova la spiaggia di Cala de S’Illixi, dal nome della località. La spiaggia di Cala de S’Illixi e formata da alcune piccole insenature, separate tra loro da alcune rocce che proseguono in acqua. L’arenile è costituito da sabbia di colore bianco, finissima e morbida, affacciato su un mare, caratterizzato da bellissimi colori tendenti all’azzurro chiaro e al turchese, dal fondale basso e sabbioso. La spiaggia, segnata al centro da un curioso scoglio, è caratterizzata dalla presenza di piccoli rilievi ricoperti di macchia mediterranea, mentre sulla sinistra termina in una grande scogliera nella quale si trovano spettacolari anfratti, nei quali il mare assume dei colori spettacolari grazie al fondale roccioso. La spiaggia, riparata dal vento e mai eccessivamente affollata, è, però, meta di surfisti, in quanto più al largo è possibile sfruttare il vento che soffia nella zona. Non sono presenti servizi su questa spiaggia. |
La spiaggia della piccola Cala FeraxiDa Cala de S’Illixi, una stradina verso nord ovest ci riporta sulla strada costiera, che avevamo lasciato dopo il borgo di Capo Ferrato, a un bivio, nel quale questa strada è proseguita verso nord con un lungo tratto di curve e tornanti che sembra non finire mai. Ora lasciamo la strada sterrata e ci immettiamo di nuovo su questa strada principale. Subito più avanti, giriamo a destra alla prima occasione, in direzione della piccola Cala Feraxi, una piccola cala, posta tra la lunga spiaggia di Feraxi e Cala de S’Illixi. Nella piccola Cala Feraxi, si trova la spiaggia di Cala Feraxi formata da sabbia bianco dorata, fine e morbida, che si affaccia su un mare dal fondale basso e sabbioso, che assume diverse colorazioni tra il verde e il turchese. La spiaggia è letteralmente circondata dalla scogliera, sulla quale si sviluppa rigogliosa e incontaminata la macchia mediterranea, dai colori e profumi straordinari. Si tratta di un piccolo angolo di paradiso, scarsamente frequentato, e nel quale non sono presenti servizi. |
Dopo la deviazione lungo la costa del promontorio di Capo Ferrato, riprendiamo la strada interna, ossia la SP97, che collega il borgo di Capo Ferrato con lo stagno di Feraxi. La spiaggia di FeraxiRitornati sulla strada costiera, arriviamo a una breve deviazione sulla destra che ci porta alla spiaggia Feraxi, una tra le più belle spiagge dell’Isola, rimasta intatta anche per le difficoltà che si incontrano a raggiungerla. Questa è solo la prima deviazione, dato che poi, presa la strada costiera, se ne trovano molte altre, che portano tutte alla lunga spiaggia. È senz’altro, comunque, più comodo arrivarci da nord. La spiaggia di Feraxi è una lunga spiaggia, di circa due chilometri e mezzo, delimitata a sud da una piccola scogliera che la separa da Cala Feraxi, mentre a nord termina sul molo della peschiera, che domina il paesaggio restrostante la spiaggia, oltre le alte dune di sabbia ricoperte dalla fitta vegetazione. Il litorale è caratterizzato da sabbia bianca avorio, finissima e morbida al tatto, e si affaccia su un mare cristallino dai colori tenui, che variano tra il verde smeraldo e l’azzurro, con un fondale basso e sabbioso. La spiaggia di Feraxi, seppure piuttosto riparata dal vento, più al largo e spesso battuta dal vento, diventando meta degli amanti di kyte e wind surf. Sulla spiaggia è presente un punto ristoro, con la possibilità di noleggiare ombrelloni, lettini e pedalò. La spiaggia è immersa in una natura interessante, caratterizzata dai vasti stagni, subito a nord ed alle spalle dell’arenile. Grazie alla sua conformazione, è una spiaggia molto tranquilla e scarsamente frequentata, ed è stata meta, in passato, degli amanti del naturismo. Attualmente si sta rivalutando la possibilità di riservare un piccolo lembo di spiaggia ai nudisti. |
Lo stagno laguna di Feraxi con la sua peschieraDietro la spiaggia di Feraxi, si trova il grande stagno laguna di Feraxi uno dei più suggestivi ambienti palustri della Sardegna, ricco dii numerosi uccelli palustri. Il bacino di Feraxi è alimentato dal rio Picocca, che scorre subito a nord, e, per effetto dell’apertura della bocca a mare, può essere attualmente considerato una laguna, le cui acque mostrano un grado di salinità variabile in funzione degli apporti degli immissari fluviali e marini, si tratta, comunque, di una salinità relativamente elevata. Le acque dello stagno di Feraxi si possono definire oligotrofiche, cioè assai povere di componenti nutrizionali, dato che sono praticamente inesistenti gli apporti di inquinanti di origine agricola o zootecnica. Il paesaggio vegetale è caratterizzato da un’associazione di piante che crescono in acque e suoli salmastri, con un profondo legame di interdipendenza, costituendo una formazione vegetale con precisi caratteri insediativi ed evolutivi. Lo stagno laguna di Feraxi costituisce anche un’area per la sosta e per la riproduzione di avifauna acquatica di interesse comunitario. All’estremo nord dello stagno, molto pescoso, si trova la Peschiera di Feraxi La cui foce a mare è protetta da un molo. La peschiera si estendesu un’area di 70 ettari, ed in essa vengono allevate diverse specie di pesci, e la pesca è praticata sia con impianti fissi, che con reti da posta, bertovelli e tremagli, per la cattura di pesce pregiato e di muggini. L’area umida costituita dalla foce del rio PicoccaProseguendo, la strada ci porta a costeggiare lo stagno Feraxi. Più avanti, arriviamo all’area umida costituita dall’estuario alla Foce del rio Picocca. L’attuale configurazione morfologica del territorio, comprendente gli stagni di Feraxi e di Colostrai, oltre che della foce del rio Picocca, è il risultato anche dell’azione dell’uomo, che ha modificato sostanzialmente la circolazione idrica di superfe, oltre che i flussi idrici da e verso il mare. Il rio Picocca, ed il suo principale affluente, il rio Corr ’e Pruna, sono stati, infatti, deviati, verso la fine degli anni ’40 del novecento, per consentire la bonifica dell’area di Corr ’e Pruna, determinando così la sommersione della depressione di retrospiaggia di Colostrai. Ed in seguito, visto il forte apporto di detriti dei due corsi d’acqua, che ostruiva il flusso idrico da e verso il mare, si è resa necessaria, la costruzione di opere in scogliera, che hanno reso permanenti le bocche a mare dei due stagni. Particolare importanza riveste, infine, il sistema di canali attivi e inattivi, che costituiscono la bassa piana alluvionale del rio Picocca. Anche quest’area umida costituita dalla foce del rio Picocca rappresenta un’area per la sosta e per la riproduzione di avifauna acquatica di interesse comunitario. A San Priamo in territorio di San Vito si trova il Santuario di San PriamoPer andare a visitare le spiagge più settentrionali in territorio di Muravera, dopo la deviazione per la spiaggia di Feraxi, dobbiamo tornare sulla strada costiera e prenderla verso destra, ossia in direzione nord. Dopo sei chilometri e mezzo questa strada costiera va ad immettersi sulla SP29, che prendiamo verso destra, ossia in direzione del mare, e che in poco più di un chilometro, va ad immettersi sul vecchio tracciato della vecchia SS125 Orientale Sarda in corrispondenza della frazione San Vito chiamata San Priamo. Arrivati alla frazione San Priamo, prendiamo la strada statale verso sinistra, ossia verso ovest, dopo seicento metri troviamo la deviazione a destra sulla Strada Comunale per il Santuario che, in quattrocento metri, ci fa raggiungere il Santuario di San Priamo Martire detto in lingua sarda campidanese Santu Pilimu, che sorge in una località dove durante il Medio Evo sorgeva un grosso borgo. La chiesa, pur trovandosi in territorio del comune di San Vito, da sempre è sotto la giurisdizione ecclesiastica della parrocchia di Muravera. L’edificazione di questo gioiello architettonico risale all’undicesimo secolo, mentre i successivi interventi sono collocabili tra il cinquecento ed il seicento, durante la dominazione spagnola, quando ha subito una ristrutturazione ed è stata aggiunta una seconda parte. Nell’Archivio Storico Diocesano di Cagliari, una fonte risalente agli inizi del seicento dal titolo Informaciò rebuda per orde de monseñor canonge Melchior Fença, contenuta in Varias informaciones sobre algunos milagros De San Priamo, ricorda che la chiesa era allora considerata sotto la Invocaciò de Sant Primo e FiLiciano, Santos romanos. L’oggetto di culto attuale è rappresentato dalla statua lignea del Santo. Di grande particolarità è l’unico ingresso della chiesa, che è posto lateralmente, in uno dei suoi lati lunghi, più precisamente quello rivolto là dove il sole sorge. La chiesa campestre cattura l’attenzione del visitatore per la presenza, al suo interno ed inglobata in una piccola Cappella di epoca medioevale, di una domus de janas. Nella parte più antica della piccola chiesa si apre una cavità da cui sgorga una sorgente, che la leggenda definisce miracolosa. Nel Dies natalis del Santo, e nei giorni ad esso prossimi, i devoti utilizzano queste acque per aspersioni sul corpo, fatte con la speranza di ottenere guarigioni o altre grazie. La sorgente era forse parte di un tempio Neolitico dedicato al culto delle acque, frequentato in modo continuativo fin dalla preistoria, come testimonia la presenza di un nuraghe posto ai piedi dell’edificio, e di alcune strutture, fra le quali è stata riconosciuta anche una Tomba di giganti. L’ultima domenica di maggio presso questo Santuario si svolge la Festa di San Priamo, che viene celebrata fin dai tempi passati, sempre a cura della comunità di Muravera. A questo Santuario avremmo potuto arrivare direttamente da Muravera, dalla quale dista appena un diecina di chilometri, prendendo la vecchia SS125 Orientale Sarda verso sud. La spiaggia di Colostrai e CristolaxedduDa dove con la SP29 ci siamo immessi sul vecchio tracciato della SS125 Orientale Sarda, la prendiamo ora verso destra, ossia in direzione est ossia verso il mare. Percorsi due chilometri e mezzo, svoltiamo a destra e prendiamo la Strada Comunale Torre delle Saline, dopo poco più di un chilometro prendiamo a destra la Strada Comunale S’Ollasteddu, che percorre la costa in direzione sud. Da dove avevamo preso verso sud la Strada Comunale S’Ollasteddu, percorso poco meno di un centinaio di metri, troviamo la prima deviazione a sinistra che ci porta alla Torre delle Saline, che descriveremo più avanti. Percorsi verso sud altri cinquecento metri, troviamo la deviazione verso sinistra in una strada bianca che porta alla spiaggia Cristolaxeddu. Percorsi altri cinquecento metri, la Strada Comunale S’Ollasteddu si immette sulla Strada Comunale di Colostrai, che prendiamo verso destra in direzione sud e, percorsi altri trecentocinquanta metri, deviamo verso sinistra in via dei Cormorani, che conduce ai parcheggi della spiaggia di Colostrai, che prende il nome dalla denominazione della curatoria di Arbus appartenente al Giudicato di Arborea. La spiaggia Cristolaxedu e la spiaggia di Colostrai sono costituite da un arenile di grandi dimensioni, lungo circa due chilometri. Pur formando un unico arenile, la parte nord della spiaggia è quella chiamata Cristolaxeddu, mentre la parte sud e quella di Colostrai. L’arenile è costituito da sabbia bianchissima molto fine e morbida, ed affacciato su uno spettacolare mare dal colore tendente al turchese e all’azzurro con un fondale basso e sabbioso. Non è mai affollata, neanche in alta stagione, salvo che presso i posteggi ed i punti di accesso. Sono presentipresenti vari punti di ristoro, possibilità di affittare ombrelloni, sdrai, lettini e pedalò, e, nelle vicinanze, sono presenti anche alberghi, camping, ristoranti e bar. A nord la spiaggia confina con un promontorio ricoperto da fitta vegetazione, qualche casa e dominato dalla Torre Salinas, mentre a sud termina con il Braccio della Peschiera di Colostrai. La spiaggia è immersa in una natura interessante, caratterizzata dai vasti stagni, subito a sud ed alle spalle dell’arenile, ed alle spalle della spiaggia si trova il villaggio turistico, oltre ad una rigogliosa vegetazione. |
Lo stagno laguna di Colostrai con la sua peschieraPiù a sud, in località di Colostrai, troviamo il Grande stagno laguna di Colostrai con una superficie di 270 ettari, che, collegato con il più meridionale stagno di Feraxi, offre un ulteriore e notevole motivo di visita, per l’avifauna palustre che lo frequenta. Qui abbiamo visto, sia pure da lontano, anche numerosissimi fenicotteri rosa che vi hanno trovato un ambiente ideale per la loro sopravvivenza. Alimentato anch’esso dal rio Picocca, che scorre subito a sud, anche il bacino di Colostrai, per effetto dell’apertura della bocca a mare, può essere attualmente considerato una laguna, le cui acque mostrano un grado di salinità variabile in funzione degli apporti degli immissari fluviali e marini. Le acque dello stagno di Colostrai si possono definire mesotrofiche, sia per quanto riguarda il livello di nutrienti e clorofilla, sia per il contenuto di biomassa algale. Lo stagno laguna di Colostrai, costituisce anche un’area per la sosta e per la riproduzione di avifauna acquatica di interesse comunitario, ed è stato dichiarato Riserva Naturale della Sardegna. Anche questo stagno, molto pescoso, si affaccia sul mare con la Peschiera di Colostrai La cui foce a mare è protetta da un molo, dove vengono allevate diverse specie di pesci, e la pesca è praticata sia con impianti fissi, che con reti da posta, bertovelli e tremagli, per la cattura di pesce pregiato e di muggini. Lo stagno e la Torre delle Saline o torre SalinasLungo la Strada Comunale Torre delle Saline, sulla sinistra, appare lo stagno delle Saline dell’ampiezza di circa 110 ettari, nel quale si trovano numerose specie di uccelli, che comprendono i fenicotteri rosa, le garzette, gli aironi bianchi e cinerini, i cormorani, i polli sultani, i falchi di palude, ed i cavalieri d’Italia. Da dove avevamo preso verso sud la Strada Comunale S’Ollasteddu, percorso poco meno di un centinaio di metri, troviamo la prima deviazione a sinistra che ci porta alla Torre delle Saline chiamata anche Torre Salinas che domina la spiaggia di torre Salinas, edificata a metri 48 di altezza, e da questa la spiaggia si raggiunge con una camminata di circa un quarto d’ora. Si ritiene sia stata edificata probabilmente intorno al 1720, ha però una struttura quadrata, unica tra tutte le torri costiere della Sardegna, che potrebbe far risalire la sua prima costruzione al periodo medievale. realizzata in pietrame granitico, con un solaio in travi di ginepro, la torre è stata recentemente ristrutturata. La spiaggia di Torre delle Saline o di Torre SalinasDalla Strada Comunale Torre delle Saline, poco prima della deviazione nella Strada Comunale S’Ollasteddu, prendiamo una deviazione a sinistra che ci porta a raggiungere la spiaggia di Torre delle Saline o spiaggia di torre Salinas, dominata sulla destra da un fabbricato di colore rosso. Da qui si accede alla spiaggia di Torre delle Saline o di Torre Salinas che prende il nome dalla salina naturale, ed a sua protezione svetta la torre recentemente ristrutturata. L’arenile è costituito da sabbia grigia scura e fine, e si affaccia su un mare verde e profondo. La spiaggia è caratterizzata da una distesa di sabbia dorata, fine e abbastanza soffice. Il mare cristallino, ha un fondale di media profondità e sabbioso, con sfumature tra il verde e l’azzurro. Alle sue spalle oltre la florida macchia mediterranea, è presente lo stagno delle Saline. Il mare, a volte battuto dai venti, è meta degli amanti del surf e delle discipline affini. La spiaggia non è mai altamente affollata, anche in alta stagione, grazie alle sue grandi dimensioni, salvo che presso il posteggio. Sulla spiaggia si possono trovare punti ristoro che offrono la possibilità di affittare ombrelloni e lettini. |
La spiaggia di capo Picci nota anche come spiaggia di Sa QuazzigheddaRitornando sul vecchio tracciato della SS125 Orientale Sarda, da dove avevamo trovato la deviazione sulla destra per la Strada Comunale Torre delle Saline, proseguiamo verso nord per circa un chilometro e trecento metri, e troviamo la deviazione verso destra per il Camping village 4 Mori, la seguiamo per ottocento metri fino a che termina sulla spiaggia di capo Picci, nota anche come spiaggia di Sa Quazzighedda. La spiaggia di capo Picci è una spiaggia lunga quasi tre chilometri situata tra la spiaggia di Torre Salinas E la spiaggia di San Giovanni Di Muravera. Essa prende il nome dall’altura al posto della quale è sorta, dato che era in origine un isolotto circondato di sabbia, che è stato eroso e inglobato dalla costa a causa delle numerose alluvioni dei fiumi del Sarrabus. È conosciuta anche con il nome di spiaggia di Sa Quazzighedda ed è caratterizzata da un largo arenile con sabbia bianco ambra, si affaccia su un mare dal fondale sabbioso e basso, dai colori tipici per il mare del Sarrabus, ovvero tra il verde e l’azzurro. Si tratta di una spiaggia adatta anche ai bambini e dotata di molti servizi per il turista, situati nelle immediate vicinanze dell’arenile, come punti ristoro, bar, ristoranti, case vacanze, ed è solitamente poco affollata, tranne nell’area più vicina al parcheggio. |
Alle spalle della spiaggia, oltre le piccole dune, scorre il piccolo rigagnolo che porta alla Peschiera di San Giovanni. In località San Giovanni si trova la Torre dei Dieci CavalliProseguendo sul vecchio tracciato della SS125 Orientale Sarda verso nord per altri circa due chilometri, poco dopo il cartello segnalico che indica il chilometro 60, troviamo la deviazione verso destra per la Marina di San Giovanni, il cui nome deriva da una piccola chiesa campestre di epoca basso medioevale dedicata a San Giovanni Battista che visiteremo più avanti. Ci saremmo potuti arrivare anche direttamente dal Municipio di Muravera, prendendo verso sud il vecchio tracciato della SS125 Orientale Sarda e seguendolo per quattro chilometri e mezzo, fino a trovare la deviazione verso sinistra per la Marina di San Giovanni. Presa la deviazione per San Giovanni, dopo centoventi metri, seguendo le indicazioni, prendiamo a destra la Strada Vicinale lungo la quale, dopo circa quattrocento metri, si vede, alla sinistra, un cancello, passato il quale si ragggiunge la Torre dei Dieci Cavalli chiamata dagli Spagnoli Torre de la Puerta o Torre della Porta che si trova ia quota 13 metri. Edificata in epoca spagnola, probabilmente nel 1720, ha una volta a cupola, ed è stata ristrutturata e si trova in ottime condizioni. Il suo nome di Torre dei Dieci Cavalli deriva dal fatto che era costantemente presidiata da dieci guardie a cavallo, sempre pronte ad avvisare le popolazioni limitrofe dell’arrivo dei pirati saraceni, armati di fucili da posta e dotati di uno spingardo sistemato a circa dieci metri dal suolo. È chiamata anche Torre della Porta perché ha una caratteristica che la rende unica, dato che il corpo cilindrico è stato eretto su un basamento, voltato con archi, e provvisto di una porta attraverso la quale passava la strada reale orientale sarda di origine romana e ci si dirigeva verso Muravera. La chiesa campestre di San Giovanni BattistaPresa la deviazione per San Giovanni, dopo centoventi metri, di fronte all’accesso alla Strada Vicinale che porta alla Torre dei Dieci Cavalli, seguendo le indicazioni, si prende alla sinistra della strada un sentiero che, in circa quattrocento metri, porta a vedere, immersa nel verde, la piccola chiesa campestre di San Giovanni Battista. Si tratta di una antichissima costruzione, ed era una delle tre Chiese del villaggio di Surrui, documentato nel 1316 e scomparso nel sedicesimo secolo, al quale appartenevano anche le Chiese di San Giorgio e Santa Marta, oggi non più esistenti. Le due Chiese, nelle quali non si celebrava più alcuna funzione e per di più non si trovavano in condizioni di agibilità, vennero interdette nel 1178 e definitivamente abbandonate nel 1786, mentre quella di San Giovanni era curata da un devoto che si preoccupava anche dei festeggiamenti annuali. Anche questo piccolo edificio ha rischiato di svanire ma fortunatamente è stato di recente restaurato. La struttura, realizzata in pietrame di piccola pezzatura, non intonacato esternamente, si compone di un’aula rettangolare, senza corpi aggiunti, alla quale si accede tramite un unico ingresso frontale a doppio battente. La copertura è a doppia falda e nel lato destro si apre una finestra, unico punto di luce per la sala. La spiaggia di San Giovanni di Muravera e la spiaggia di Corr ’e BoisPresa la deviazione per San Giovanni, dopo quattrocento metri, superato il ponte sul rio Bau Obilu, arriviamo all’area di sosta della spiaggia di San Giovanni di Muravera. La spiaggia di San Giovanni di Muravera, di grandi dimensioni, è caratterizzata da un litorale costituito da sabbia grigia chiara e fine, che si affaccia su un mare verde e profondo. La spiaggia, ornata di grandi palme che rendono il paesaggio pseudo californiano, data l’ampiezza del litorale, è poco affollata, anche in alta stagione, salvo che presso i posteggi ed i punti di accesso. La spiaggia di San Giovanni è una delle spiagge più frequentate di questo tratto di costa, dai praticanti di sport acquatici. Alle spalle della spiaggia di sabbia si trovano grandi eucaliptus. Sulla spiaggia c’è un ristorante ed un punto servizi, e, nelle vicinanze, sono presenti bar, alberghi, ristoranti, negozi e servizi vari. |
La spiaggia di San Giovanni e chiusa, a nord, dalla Peschiera di San Giovanni costituita alla foce del rio Bau Obilu nell’aprile del 1950 a Muravera per iniziativa di alcuni soci del luogo, con l’obiettivo di trasformare la passione per la pesca in un lavoro. La società opera nel settore ittico svolgendo l’attività di pesca lagunare e ha attualmente in concessione lo stagno di San Giovanni e lo stagno di Colostra, nei quale vengono allevati e pescati muggini e anguille tra le più pregiate della Sardegna, ma anche cozze e vongole, che vengono pescati con tecniche tradizionali, che sfruttano i movimenti delle maree. Passata la foce del rio Bau Obile e la peschiera di San Giovanni, seguendo la costa verso nord, si trova la spiaggia di Corr ’e Bois e più avanti, dopo il Flumini Becciu, si entra nel territorio del comune di Villaputzu, con la spiaggia di Foxi de Sa Carina. La spiaggia di spiaggia di Corr ’e Bois è la prosecuzione verso nord della spiaggia di San Giovanni di Muravera, ed inizia appena passata la Peschiera di San Giovanni, e poi prosegue, in territorio di Villaputzu, con la spiaggia di Foxi de Sa Carina, che descriveremo più avanti. Ha una lunghezza di circa un hilotro e mezzo ed anch’essa è caratterizzata da sabbia grigia chiara e fine, che si affaccia su un mare verde e profondo. La spiaggia, data l’ampiezza del litorale, è poco affollata, anche in alta stagione. Non sono presenti servizi su questa spiaggia. |
La chiesa campestre di Santa MariaDopo la deviazione per la Marina di San Giovanni, proseguendo sul vecchio tracciato della SS125 Orientale Sarda verso nord, percorso quasi un chlometro e mezzo, si trovano le indicazioni che fanno prendere a sinistra la strada che porta, in un centinaio di metri, di fronte alla chiesa campestre di Santa Maria. Forse edificata nei pressi di un tempio di età romana, secondo gli studiosi dovette essere la parrocchiale del brogo medievale di Carruti, villaggio pertinente alla Curatoria del Sarrabus, all’interno del regno di Càralis inzialmente e poi, dal 1258 sotto il Giudicato di Gallura. Il villaggio, come tanti altri venne abbandonato a causa delle continue guerre per il possesso della Sardgna, alla metà del quattrocento ma evidentemente non il suo edificio sacro, che troviamo nel 1778 indicata tra le otto Chiese rurali di Muravera. Santa Maria all’epoca risultava interdetta perché indecente e non adatta alla celebrazione delle funzioni, ed alla metà dell’ottocento, lo storico Vittorio Angius la segnala sconsacrata ed in rovina. Viene in seguito restaurata, ma viene nuovamente trascurata per quarant’anni, finché nel 2001 un intervento ad opera dell’amministrazione Comunale recupera la struttura. La chiesa è composta da un’unica aula, con il tetto incannucciato sorretto da capriate lignee. L’altare, con tre gradoni ed un podio in muratura intonacata, è addossato alla parete di fondo e sormontato da una piccola nicchia, decorata con cornice a crocetta in rilievo che ospita il simulacro durante la festa. La muratura, sia interna che esterna è intonacata ed in essa si aprono, il portale facciale ed una finestrella laterale sulla sinistra. Al culmine del prospetto frontale, che si presenta a capanna, si trova il campanile a vela ad unica luce, sormontato da una semplicissima crocetta in metallo. Nella nostra visita della costiera, siamo arrivati a circa quattro chilometri dal centro di Muravera. La chiesa campestre di Sant’Antioco Martire in territorio di San VitoDal centro di Muravera, proseguiamo con la via Roma, che è la vecchia SS125 Orientale Sarda, fino al cartello segnaletico che indica l’uscita dall’abitato verso Villaputzu, alla rotonda prendiamo a sinistra la SS387 per San Vito, e, appena imboccata, seguendo le indicazioni, ci inseriamo nel primo stradello alla sinistra, procediamo per centocinquanta metri, sino ad una svolta ad angolo in una strada bianca sulla destra, proseguiamo per seicento metri passando sotto il cavalcavia della nuova statale SS125 Orientale Sarda, e saliamo sino a raggiungere la chiesa campestre di Sant’Antioco Martire che pur trovandosi in territorio del comune di San Vito, appartiene alla comunità di Muravera. Viene citata nel 1777 in buone condizioni e non governata da un eremitano, come erano solite essere in passato, le Chiese ubicate nell’agro. La chiesa si trova in territorio di San Vito ma da sempre è sotto la giurisdizione ecclesiastica della parrocchia di Muravera, la cui amministrazione Comunale l’ha salvata nel 2001 dal sicuro disfacimento, causato dal lungo abbandono in cui era stata costretta. Dunque l’impianto, ricostruito quasi totalmente, ha una facciata a capanna nella quale si apre centralmente un ingresso ad arco ed ai suoi lati due accessi minori, rettangolari; alla sommità della copertura, è inserito il campanile a vela a luce arcuata, sormontato da una modesta crocetta in metallo. Il lato destro è sostenuto da due contrafforti, corrispondenti ad altrettanti archi interni che separano l’unica aula, alla quale nella parete di fondo, è addossato un locale di servizio. La seconda domenica dopo Pasqua presso questa chiesa si svolge la Festa di Sant’Antioco Martire, sempre a cura della comunità di Muravera La prossima tappa del nostro viaggioCon questa tappa del nostro viaggio, da Muravera, passato Capo Ferrato e lo stagno di Colostrai, ci recheremo a San Vito che visiteremo con il suo centro, con la frazione San Priamo, e con i dintorni dove si trova il nuraghe Asoru. |