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Pau con in centro il Museo dell’Ossidiana e nei dintorni il cosiddetto sentiero dell’ossidiana di Scaba Crobina

In questa tappa del nostro viaggio, da Ales ci recheremo a Pau che visiteremo con il suo centro dove si trova il Museo dell’Ossidiana ed i suoi dintorni con il cosiddetto sentiero dell’ossidiana di Scaba Crobina

La Regione storica della Marmilla

La MarmillaNella Sardegna centro meridionale, a cavallo del confine che separa la Provincia di Oristano da quella del Sud Sardegna, c’è una zona chiamata Marmilla della quale qui visiteremo la parte settentrionale. I comuni che fanno parte della Marmilla settentrionale, in Provincia di Oristano, sono: Albagiara, Ales, Assolo, Asuni, Baressa, Baradili, Curcuris, Gonnoscodina, Gonnosnò, Gonnostramatza, Masullas, Mogorella, Mogoro, Morgongiori, Nureci, Pau, Pompu, Ruinas, Senis, Simala, Sini, Siris, Usellus, Villa Sant’Antonio, Villa Verde. I comuni della Marmilla meridionale, in Provincia del Sud Sardegna, sono: Barumini, Collinas, Furtei, Genuri, Gesturi, las Plassas, lunamatrona, Pauli Arbarei, Sardara, Segariu, Setzu, Siddi, Tuili, Turri, Ussaramanna, Villamar, Villanovaforru, Villanovafranca. Nella Marmilla meridionale spicca incontrastato il colle di las Plassas, famoso per la sua forma mammellare, che a quanto pare avrebbe dato il nome al territorio circostante. Questo colle aveva in antichità al suo apice un capezzolo gigante attraverso il quale Madre Natura dava nutrimento a tutti i Sardi. Il paesaggio è prevalentemente collinare e comprende la Giara di Gesturi, la Giara di Siddi, la Giara di Serri, l’altopiano di Genoni ed il bacino del rio Mannu d’Isili. Le attività principali della zona sono l’agricoltura ed il turismo.

In viaggio verso Pau

Usciti da Ales sulla SS442, dopo meno di un chilometro svoltiamo a sinistra sulla SP48 che si dirige verso nord e che, in circa tre chilometri, ci porta all’interno dell’abitato di Pau. Dal municipio di Ales a quello di Pau si percorrono 4.4 chilometri.

Il comune chiamato Pau

Pau-Veduta dell’abitatoPau-Stemma del comuneIl comune di Pau (altezza metri 315 sul livello del mare, abitanti 276 al 31 dicembre 2021) è un piccolo centro dell’Alta Marmilla, situato sul versante orientale del Monte Arci. Il suo terreno è fertile e ricco di corsi d’acqua, dato che il paese è situato in un territorio caratterizzato da una morfologia dolce, bruscamente e scenograficamente interrotta da alte scarpate di origine vulcanica. Il territorio Comunale presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate, che vanno da un minimo di 196 a un massimo di 781 metri sul livello del mare, e offre un panorama di indiscutibile fascino. Qui si trova una parte della Sardegna che, pur nell’evolversi degli usi e delle tradizioni, ha conservato un ambiente intatto e incontaminato tutto da scoprire. Boschi di lecci e sughero primeggiano nell’intero territorio Comunale, laddove la mano dell’uomo non è intervenuta a modificare il terreno impiantando vigneti e frutteti. L’intero territorio montano fa parte del Parco Naturale del Monte Arci, che cura la salvaguardia della faunistica mineralogica tradizionale. Numerosi sentieri, utilizzati un tempo da cacciatori e pastori, permettono oggi di visitare il monte nei suoi aspetti più nascosti, scoprendo ad ogni passo le sue meraviglie naturali.

Origine del nome

è molto probabile che il nome del paese derivi dal latino Pagus che indica un villaggio, un borgo.

La sua economia

Il perno dell’economia locale è l’agricoltura, che rappresenta una fonte di sostentamento importante per la popolazione, e le coltivazioni più diffuse sono quelle di cereali, frumento, foraggi, vite, frutteti e olivo. Si pratica anche l’allevamento, in particolare di bovini, ovini, suini, caprini, equini e avicoli. Tra i prodotti tipici avnno citate le verdure sott’olio, piatti a base di legumi, carni e lumache, e gli insaccati. Non vi è stato praticamente alcuno sviluppo industriale, fatta eccezione per una piccola impresa edile, data l’esiguità numerica della popolazione, costituita per lo più da anziani. Il terziario non assume dimensioni rilevanti. Il suggestivo panorama che circonda il paese, con il Monte Arci, la splendida valle di Fustiolau fatta di fitti boschi e fresche sorgenti, la punta di su Ventosu, Pranu Sa Mesa, insieme al ricco patrimonio architettonico, lasciano il visitatore stupito e incredulo davanti a tale spettacolo naturale. L’apparato ricettivo offre possibilità di ristorazione ma non di soggiorno.

Il paese dell’ossidiana

Pau: il sentiero dell’ossidianaIl piccolo centro della Marmilla viene considerato a tutti gli effetti Il paese dell’ossidiana, vista la presenza diffusa su tutto il territorio di questa particolare e rara pietra di origine vulcanica. Famosa per la sua unicità è Sa Scaba crobina, menzionata già da Alberto la Marmora, che letteralmente significa Il sentiero corvino ossia Il sentiero nero. Si trova a pochi chilometri dal centro abitato, all’interno del Parco Naturale del Monte Arci. Istituito di recente, il Museo Comunale dell’Ossidiana ospita fedeli riproduzioni di antichi utensili in ossidiana. Ad oggi l’ossidiana ha acquisito un nuovo valore meno storico, ma più commerciale, infatti centri di lavorazione di questa pietra si trovano sul territorio, dedicati soprattutto alla creazione artigianale di gioielli incastonati in oro e di preziosi, molto ricercati perché unici nella bellezza della colorazione naturale di questa pietra vulcanica.

Brevi cenni storici

I numerosi siti archeologici del territorio e le officine per l’estrazione e la lavorazione dell’ossidiana, testimoniano la presenza dell’uomo nel territorio fin dai tempi più antichi. Nelle località su Pizzu de Sa Campana, presso la chiesetta di Santa Prisca, si trovano le vestigia di un antico villaggio. Nel Medioevo appartenne al Giudicato di Arborea, e fece parte della curatoria di Parte Usellus. Il villaggio è citato già nel Condaghe di Bonarcado e in vari documenti del Codex Diplomaticus Sardiniae, tra i quali nell’atto di pace fra Eleonora d’Arborea e Giovanni d’Aragona del 1388. Esso inoltre compare fra le parrocchie della diocesi di Usellus che nella metà del quattordicesimo secolo versavano le decime alla curia romana. Morgongiori-Mogoro-Stemma della famiglia CarrozPer la storia di questo paese, si parte da quando Francesco Carroz, proveniente dalla Valenza con i figli, aveva fornito a Giacomo II il Giusto denari e cavalli armati per partecipare alla conquista catalano aragonese dell’Isola. Nel 1313 Francesco ottiene il titolo di ammiraglio, nel 1323 arma venti galee per conquistare la Sardegna per conto dell’infante Alfonso d’Aragona, e nel 1330 ottiene la giurisdizione di diversi feudi tra i quali quello di Quirra. Il figlio di Francesco, Berengario I, per un breve periodo occupa la Mamilla con le sue truppe e vorrebbe annetterlo al suo feudo di Quirra, ma il re Martino I d’Aragona, poco prima della morte, ne aveva incluso buona parte nel feudo concesso a Garcia lupo de Ferrero. Comunque anche dopo la morte del re e la successiva morte di Garcia lupo de Ferrero senza eredi, Berengario I continua ad occupare la Marmilla. Berengario I sposa in seconde nozze Gerardona de Ribelles, dalla quale nasce il figlio Berengario II. Il feudo di Quirra viene convertito nel 1363 in contea, e il sovrano Pietro IV il Cerimonioso nomina Berengario II Conte di Quirra. Berengario II lascia un’unica figlia legittima, Violante I, che trasferisce i diritti sui feudi al figlio Berengario III, il quale si sposa con Eleonora Manrique de lara, parente del re di Castiglia, che porta in dote altri feudi. Nel 1412, il nuovo re Ferdinando I d’Aragona costringe Berengario III a rendere i territori della Marmilla occupati, che vengono amministrati direttamente della Corona d’Aragona, e dal 1421 entrano a far parte del feudo concesso a Raimondo Guglielmo Moncada, al quale viene però confiscato dopo pochi decenni. A seguito di alterne vicende, la Marmilla viene acquistata all’asta da Pietro de Besalù, uno dei generi di Nicolò Carroz, Conte di Quirra e viceré di Sardegna, appartenente al ramo dei Carroz di Arborea. Pietro de Besalù però, non disponendo dell’intera somma riChiesta, la chiede in prestito al cagliaritano Simone Rubei, ed inizia a ripagarlo grazie alle rendite feudali. Nel 1459 però le rendite gli vengono sequestrate dal fisco in quanto moroso, e Pietro de Besalù si trova impossibilitato a rendere il prestito a Simone Rubei. Quest'ultimo nel 1464 minaccia di mettere all’asta i feudi per recuperare il suo credito, ma Pietro de Besalù viene salvato dall’intervento del suocero Nicolò Carroz, che, interessato ai territori confinanti con il suo feudo di Quirra, salda il debito con Simone Rubei. Alla morte nel 1469, Berengario III lascia un’unica figlia legittima minorenne, Violante II, che viene posta sotto la tutela di Nicolò, il quale la fa sposare con suo figlio Dalmazio Carroz, e Violante porta in dote il titolo comitale e tutti i territori infeudati. Alla morte di Nicolò Carroz, Pietro de Besalù si trova nuovamente nei guai, dato che Dalmazio, il nuovo Conte di Quirra, approfittando dello stato di tensione conseguente alla ribellione di Leonardo de Alagon, nel 1474 occupa militarmente tutta la Marmilla e gli ingiunge di saldare le somme dovute. Impossibilitato a pagare, nel 1477 Pietro de Besalù giunge ad un compromesso con Dalmazio Carroz, e la gran parte del territorio della Marmilla entra a far parte del grande feudo di Quirra. Violante II, nel frattempo rimasta vedova, raggiunge la maggiore età ed avanza le sue pretese per tornare in possesso dei suoi feudi. Nel 1504, con successiva conferma nel 1506, la Conte di Quirra viene elevata al rango di stato, con la concessione dell’Allòdio, che permette il trasferimento dei diritti sui feudi ai discendenti, anche per via femminile, senza la preventiva autorizzazione regia. Storia-Lettura di 'Il marchesato di Quirra. Secoli XIV-XIX'Nel 1604 i feudi di Quirra sono elevati da Contea a Marchesato, che sarà successivamente aggregato al Nules, un piccolo Marchesato nel regno di Valenza. Nel 1511, alla morte di Violante II, il feudo passa a suo nipote Guglielmo Raimondo Centelles. I primi riferimenti storici di Pompu risalgono all’anno 1576. Nel lungo periodo in cui il paese viene amministrato dai Centelles le condizioni di vita non sono delle migliori. I nuovi feudatari fanno amministrare la Marmilla da un Regidor e, pur non esasperando il carico fiscale, limitano notevolmente l’autonomia della comunità, modificando il sistema di individuazione del Majore che cessa di essere elettivo. L’ultimo dei Centelles muore nel 1676, quando il Marchesato viene concesso a Francesco Pasquale Borgia, ed i Borgia lo conservano per circa cinquant’anni, poi perdono il controllo del feudo in seguito ad a lunga lite con i Català, i quali, dopo numerose vicissitudini, entrano in possesso del feudo nel 1726, quando ormai il Regno di Sardegna è sotto la dinastia sabauda. Subito dopo i Català nel 1798 il territorio passa agli Osorio de la Cueva, famiglia di origine castigliana, ai quali il Marchesato viene riscattato nel 1839, con la soppressione del sistema feudale, per cui diviene un comune amministrato da un sindaco e da un consiglio Comunale. Il comune di Pau in periodo fascista, nel 1927, viene aggregato al comune di Ales, dal quale dopo la guerra, nel 1946, viene nuovamente separato. Del comune di Pau nel 1974, dopo la creazione della Provincia di Oristano, viene cambiata la Provincia da quella di Cagliari, alla quale precedentemente apparteneva, a quella di Oristano.

Le principali feste e sagre che si svolgono a Pau

Pau-Gran Fondo la Via dell’Ossidiana: locandinaPau: i funghi del Monte Arci Mostra Micologica: locandinaData l’esiguità della popolazione residente, nel comune di Pau non sono attivi gruppi folkloristici particolarmente significativi. Tra le principali feste e sagre che si svolgono a Pau, in grado di allietare il borgo e richiamare visitatori dai dintorni, meritano di essere citati il 23 aprile, la Festa patronale in onore di San Giorgio Martire; a settembre, la Festa di Santa Prisca nella sua chiesa campestre; in data diversa ogni anno, da marzo a settembre, la gara di Montan Bike Cross Country denominata Gran Fondo la Via dell’Ossidiana, una manifestazione sportiva di mountain bike valida come prova del circuito Sardinia Coup; a metà dicembre, alcuni anni si tiene la mostra di tre giorni I funghi del Monte Arci Mostra Micologica.

La mostra micologica dei fonghi del Monte Arci

Pau: i funghi del Monte ArciA Pau alcuni anni, a metà dicembre, si tiene negli spazi della Casa Borrelli che ospita la Biblioteca Comunale la mostra di tre giorni I funghi del Monte Arci. Mostra Micologica, una mostra che si svolge a meta dicembre dedicata ai funghi e a tutte le specie presenti nel Monte Arci. L’esposizione viene preceduta da una raccolta, di circa una sessantina o una settantina di specie di funghi, nei tre giorni prima dell’inaugurazione. Si tratta di un evento organizzato per aiutare non solo alla conoscenze delle specie che si trovano localmente, ma anche alla sensibilizzazione al rispetto per i funghi fondamentali per la salvaguardia del bosco. Con il crescente interesse che i funghi acquisiscono per uso alimentare e il crescente numero di raccoglitori, molte volte improvvisati e senza specifiche conoscenze, sembra giusto e doveroso proporre un’iniziativa in grado di aiutare gli utenti a responsabilizzarsi nella raccolta.

Visita del centro di Pau

L’abitato, caratterizzato dalle tipiche case costruite in pietra, viuzze e bei portali, è interessato da una forte crescita edilizia, con l’andamento altimetrico tipico delle località di collina. Nel centro abitato, vi è qualche rara testimonianza di architettura tradizionale attraverso i tipici portali. Arriviamo nel paese di Pau da sud con la SP48 che, passato il cartello segnaletico che indica l’ingresso all’interno dell’abitato, assume il nome di via San Giorgio.

Il Campo da Tennis

Dal cartello segnaletico che ha indicato l’ingresso all’interno dell’abitato prendiamo la via San Giorgio, la seguiamo per circa duecentocinquanta metri e vediamo, alla sinistra della strada al civico numero 80 della via San Giorgio, la scalinata che permette l’accesso più in alto al Campo da Tennis di Pau. Si tratta di un Campo da gioco con fondo in materiali cementizi o asfaltoidi, senza tribune per gli spettatori.

Pau-Campo da Tennis: ingresso Pau-Campo da Tennis: il Campo da gioco

Il Municipio di Pau

Pau: il Municipio di PauDopo aver passato l’ingresso del Campo da Tennis di Pau, proseguiamo verso nord lungo la via San Giorgio. A circa cinquecentocinquanta metri dal cartello segnaletico che ha indicato l’ingresso all’interno dell’abitato, vediamo alla destra della strada, al civico numero 17 della via San Giorgio, l’edificio che ospita il Municipio di Pau, nel quale si trova la sua sede e si trovano gli uffici in grado di fornire i loro servizi agli abitanti del paese. Si tratta dell’Ufficio del Segretario Comunale, dell’Ufficio di Anagrafe, dell’Ufficio Elettorale, dell’Ufficio di Stato Civile, dell’Ufficio Protocollo, dell’Ufficio del Settore Finanziario e Amministrativo, dell’Ufficio del Servizio Socio Assistenziale e Culturale, ed infine dell’Ufficio del Settore Tecnico.

La chiesa parrocchiale di San Giorgio Martire

Pau-La chiesa parrocchiale di San Giorgio MartireAppena passato il Municipio, proseguendo lungo la via San Giorgio verso nord, dopo appena una ventina di metri si vede, sempre alla destra della strada, al civico numero 7 della via San Giorgio, la facciata della chiesa di San Giorgio Martire, chiamata in lingua sarda Crèsia de Santu Iroxi, che è la parrocchiale di Pau. La chiesa di San Girogio Martire è stata riedificata a fine ottocento, dopo il crollo dellaprecedente chiesa parrocchiale in stile gotico, che risaliva al seicento. La facciata si presenta con un piccolo portale, quasi al centro ha un’apertura a semicerchio, mentre in alto si chiude con due spioventi dove si evidenzia un cornicione in pietra scolpito. Sulla sinistra è presente un campanile a vela a due luci, mentre sulla destra c’è la casa canonica. Ha una struttura a croce latina, l’interno è a navata unica, con la cupola all’incrocio dei bracci, e con copertura a capriate. Il piazzale antistante è stato rimesso a nuovo con una interessante opera di restauro.

Pau: chiesa parrocchiale di San Giorgio Martire: veduta da sinistra Pau: chiesa parrocchiale di San Giorgio Martire: facciata Pau: chiesa parrocchiale di San Giorgio Martire: il portale di ingresso Pau: chiesa parrocchiale di San Giorgio Martire: il campanile a vela

Ogni anno a Pau, presso questa chiesa parrocchiale, il 23 aprile si svolge la Festa patronale in onore di San Giorgio Martire, con la processione che accompagna il simulacro del Santo per le vie del paese, seguita dalla messa solenne, ed alle quali si accompagnano diverse manifestazioni civili.

La Casa Borrelli

Pau-La Casa BorrelliDi fronte alla chiesa parrocchiale di San Giorgio Martire parte la via Santa Prisca, che si dirige verso nord ovest. Seguiamo la via Santa Prisca per una cinquantina di metri ea arriviamo a vedere, alla destra della strada, al civico numero 4 della via Santa Prisca, l’edificio che ospita la Casa Borrelli, che era la casa della maestra storica di Pau, Maria Borrelli. Lei, insieme al fratello Antonio, sono stati gli ultimi abitanti di questo storico edificio ottocentesco, che è stato poi donato, dopo la loro morte, dai parenti all’amministrazione Comunale, insieme ad una parte della sua collezione di libri, a patto che la casa fosse destinata ad attività utili alla comunità. Ed il loro desiderio è stato rispettato. La Casa Borrelli è diventata la Biblioteca e Caffché letterario di Pau e, oltre a consultare i libri, nei suoi locali è possibile anche fermarsi per assaporare un buon pasto godendosi di un ambiente estremamente gradevole.

Pau-Casa Borrelli: ingresso Pau-Casa Borrelli: insegna Pau-Casa Borrelli: un locale della Biblioteca Pau-Casa Borrelli: pasto in Biblioteca

Il Museo dell’Ossidiana

Pau: il Museo dell’OssidianaTornati alla chiesa parrocchiale di San Giorgio Martire, proseguendo lungo la via San Giorgio verso nord, dopo una quarantina di metri si vede, alla sinistra della strada, al civico numero 8 della via San Giorgio, l’edficio che ospita il Museo dell’Ossidiana di Pau, nato nel 2007 a seguito della istituzione da parte del Comune di Pau di un organismo funzionale a raccogliere i risultati della ricerca intorno alla tematica dello sfruttamento in età preistorica e protostorica dell’ossidiana del Monte Arci, condotti in particolare nel territori del comune dall’Università degli studi di Cagliari. La messa in valore di tali risultati e la loro più ampia divulgazione avviene con l’apertura ufficiale dell’esposizione museale, avvenuta il 6 marzo del 2010. L’esposizione è stata organizzata dall’archeologo Carlo lugliè, dell’Università di Cagliari, che ha diretto le più importanti campagne di scavi e ricerche nei giacimenti sul Monte Arci.

Pau-Museo dell’Ossidiana: esterno Pau-Museo dell’Ossidiana: interno Pau-Museo dell’Ossidiana: interno Pau-Museo dell’Ossidiana: interno

Si tratta di un’esposizione unica nel Mediterraneo, che permette di fare un emozionante viaggio virtuale sul Monte Arci, Tempio dell’ossidiana della Sardegna centro meridionale. L’ossidiana, una pasta vulcanica assai compatta di consistenza vetrosa detta anche Vetro vulcanico, esercita un fascino che ha spinto artisti come Karmine Piras e i fratelli Atzori di Oristano a produrre opere originali, in particolare gioielli e sculture. Nel Museo è stata allestita una sezione archeologica, con l’esposizione dei reperti degli scavi avviati nel territorio di Pau, ed una sezione per la mostra permanente dei minerali.

Il Monumento ai Caduti

Passato l’accesso al Museo dell’Ossidiana, proseguiamo verso nord est con la via San Giorgio, che dopo una trentina di metri svolta verso sinistra ed esce dall’abitato con il nome di SP48 e si dirige verso Villa Verde. Dove la via San Giorgio diventa SP48, parte a destra la via Brigata Sassari che si dirige verso sud est. Presa la via Brigata Sassari, dopo una trentina di metri di vede, alla sinistra della strada, in un ampio spazio alberato, il Monumento ai Caduti di Pau, costituito da un cannone posizionato accanto a un monumento a stele in marmo con soggetto assente, sul quale sono presenti iscrizioni che riportano i nomi dei i caduti di Pau in tutte le guerre.

Pau: il Monumento ai Caduti Pau: il Monumento ai Caduti

Il Cimitero Comunale di Pau

Pau: il Cimitero Comunale di PauDove dalla via San Giorgio, che si dirige verso nord est diventando la SP48, parte a destra la via Brigata Sassari che si dirige verso sud est. Qui prendiamo la via Brigata Sassari, dopo una trentina di metri vediamo alla sinistra il Monumento ai Caduti, lo superiamo e proseguiamo lungo questa strada che esce dall’abitato per altri duecentotrenta metri, fino nel punto dove arriva da destra la via della Repubblica. Se proseguiamo, la via Brigata Sassari prosegue assumendo il nome di via Nuoro e, dopo una quarantina di metri, vediamo alla sinistra della strada il muro di cinta con i diversi cancelli di ingresso del Cimitero Comunale di Pau.

Visita dei dintorni di Pau

Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate, nei dintorni di Pau di notevole valore storico sono le località di Perdas Urias e Sinnixeddu, dove si trovano giacimenti di ossidiana, e dalle campagne circostanti affiorano scaglie del prezioso vetro, a testimonianza della grande attività che vi si svolgeva. Tra i centri di lavorazione, notevole importanza rivestono Sa Telluri, Fustiolau, Mitza Pabodi e Sennixeddu. Frequente anche l’ossidiana rossa, anche se più rara, come presso San Prisca. De periodo nuragico sono stati portati alla luce i resti del Nuraghe complesso di Punta su Nuraxi, con due torri e senza il cortile interno, edificato in materiale indeterminato a 462 metri di altezza. Più frequenti i resti dell’epoca romana, dato che a Sa Telluri sono state rinvenute una tomba e molti frammenti di ceramica. Altri reperti anche a Pitzu Sa Campana, dove la leggenda dice che sorgesse l’antico abitato di Pau Mannu. Vediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto.

La chiesa campestre di Santa Prisca

Pau-La chiesa campestre di Santa PriscaEravamo arrivati nel paese di Pau da sud provenendo da Ales con la SP48 che, passato il cartello segnaletico che indica l’ingresso all’interno dell’abitato, assume il nome di via San Giorgio. Presa la via San Giorgio, la seguiamo per circa duecento metri e prendiamo a sinistra il viale Monte Arci, dopo quattrocentocinquanta metri, seguendo le indicazioni, prendiamo a sinistra la via Is Elmus che, dopo una sessantina di metri, continua verso nord ovest fuori dall’abitato. Lungo questa strada, dopo un chilometro ed ottocento metri, seguendo le indicazioni, prendiamo una deviazione a sinistra, la seguiamo per trecentocinquanta metri, poi di nuovo a sinistra prendiamo la strada per Santa Prisca che, in circa centocinquanta metri, ci porta in località Argioleddas di fronte alla chiesa campestre di Santa Prisca, edificata ad una quota di 478 metri. Non si hanno tracce dell’originario corpo di fabbrica, dato che verosimilmente durante l’ottocento la chiesa è stata ricostruita completamente, a causa della condizione di estremo abbandono in cui versava. La facciata intonacata sembra essere frutto di recenti lavori di restauro. Negli altri paramenti murari, in opera incerta, si nota l’impiego di frammenti ceramici di età romana.

Pau: chiesa campestre di Santa Prisca: veduta da sinistra Pau: chiesa campestre di Santa Prisca: facciata Pau: chiesa campestre di Santa Prisca: veduta da destra

L’accesso principale alla chiesa è collocato all’interno del portico ed è dotato di un architrave con cornice modanata. Un piccolo podio, incorniciato da blocchi in pietra vulcanica sub squadrati di fronte al vestibolo di ingresso, regolarizza il piano di calpestio antistante l’edificio. La copertura della chiesa è a doppio spiovente, con croce in metallo posta al culmine. L’interno dell’edificio è suddiviso in tre navate, richiamate da altrettante aperture nel portico antistante l’ingresso della chiesa, e presenta uno sviluppo maggiore in senso latitudinale.

Pau: chiesa campestre di Santa Prisca: interno verso il presbiterio Pau: chiesa campestre di Santa Prisca: l’altare Pau: chiesa campestre di Santa Prisca: acquasantiera Pau: chiesa campestre di Santa Prisca: interno verso il portale di ingresso

Santa Prisca Vergine e MartireSanta Prisca era una giovane romana, figlia di Aquila e Priscilla, martirizzata sotto l’imperatore Claudio. È difficile stabilire la vera identità di questa martire romana, nonostante i numerosi documenti antichi, poiché le varie notizie che la riguardano si riferiscono probabilmente a tre persone diverse. La principale tradizione riferisce che Prisca, vissuta nel primo secolo, già all’età di tredici anni sarebbe stata battezzata dallo stesso San Pietro Apostolo, al tempo dell’attività missionaria dell’apostolo a Roma. Il Martirologio Romano. Secondo gli Acta S. Priscae, racconta che durante le persecuzioni ordinate dall’Imperatore Claudio sarebbe stata sottoposta a numerosi tormenti, venendo infine decapitata presso il decimo miglio della via Ostiense  Il corpo della giovinetta sarebbe stato poi sepolto nelle catacombe di Priscilla, le più antiche di Roma. E quindi Prisca sarebbe stata la prima Santa occidentale a testimoniare col martirio la sua fede in Cristo, come suggerisce il suo nome di origine latina, il cui nome ha il significato di Primitiva.

Pau-La Festa di Santa PriscaOgni anno, dall’1 al 3 settembre, a Pau si svolge la Festa di Santa Prisca. I festeggiamenti religiosi prevedono il primo giorno la processione verso la chiesa campestre di Santa Prisca, all’arrivo la messa, ed in serata Su giru de Sa Pramma con canto de Is Coggius. Il secondo giorno si tiene una processione per le vie del paese seguita dalla messa, ed in serata si tiene la processione di rientro della Santa dalla chiesa campestre nel paese, accompagnata da gruppi folk. Ed, infine, il terzo giorno dopo la messa si tiene una processione per le vie del paese, con fiaccolata ed il giogo di buoi. Nei tre giorni di festeggiamenti, si tengono anche numerose manifestazioni civili, tra le quali il Ballu de Pratza e Cresia, seguita da una cena con prodotti tipici locali presso la chiesa campestre, balli sardi ed esibizioni di gruppi folk, ed il secondo giorno la Sagra del maiale, con esibizione di gruppi etnici presso la nuova piazza degli Ulivi di Pau, seguiti da uno spettacolo pirotecnico.

Un’escursione sul Monte Arci

La strada che ci ha portati alla chiesa campestre di santa Prisca è quella che dal paese porta a fare un’Escursione sul Monte Arci. Dal viale Monte Arci, dopo quattrocentocinquanta metri, seguendo le indicazioni avevamo preso a sinistra la via Is Elmus che, dopo una sessantina di metri, continua verso nord ovest fuori dall’abitato. Lungo questa strada, dopo un chilometro ed ottocento metri avevamo trovato le deviazione a sinistra per la chiesa campestre di Santa Prisca, evitiamo la deviazione e proseguiamo verso il Monte Arci. Proseguiamo e, dopo un chilometro e quattrocento metri, raggiunta la zona di Sennisceddu, troviamo alla sinistra il Villaggio Campeggio Montano Sennixeddu, aperto tutto l’anno, con ristorante, sala convegni, trenta posti tenda, bungalow e diesi posti camper.

Pau-l sentiero dell’ossidiana di Sa Scaba CrobinaIn questa zona si trovano vasti affioramenti di ossidiana, e in particolare vicino al campeggio si trova il cosiddetto Sentiero dell’ossidiana di Sa Scaba Crobina. Si tratta di un sentiero il cui fondo è formato quasi interamente da pezzi di ossidiana, che è stato segnalato per la prima volta nell’ottocento da Alberto lamarmora, il quale lo ha paragonato ad una discarica di una fabbrica di bottiglie, per via delle pietre di ossidiana che ricoprono interamente la superficie del sentiero. Ogni pietra parla della sua storia, in base alle venature, ringonfiamenti e forma. Purtroppo negli anni anche questo sentiero è stato depredato dei frammenti di ossidiana portati via come souvenir, senza pensare che questa roccia è un patrimonio da salvaguardare, perché ci racconta la storia dei nostri antenati. Il sentiero di Sa Scaba Crobina è circondato da lecci e querce da sughero e da qui si gode anche di un bellissimo panorama sul Monte Arci e sulle valli sottostanti.

La prossima tappa del nostro viaggio

Nella prossima tappa del nostro viaggio, da Pau ci recheremo a Villa Verde che visiteremo con il suo centro dove si trova la nuovissima chiesa parrocchiale ed i dintorni nei quali si trova il complesso nuragico di su Bruncu ’e S’Omu.


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