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Portoscuso con la Tonnara di Su Pranu, la sua torre e l'imbarco dei traghetti per CarloforteIn questa tappa del nostro viaggio, da Gonnesa ci recheremo a Portoscuso che visiteremo con la sua torre, e con i suoi dintorni dove si trova la frazione Portovesme con la sua area industriale e dalla quale partono i traghetti per Carloforte. Il Sulcis nella regione storica del Sulcis-IglesienteL'area della regione storica del Sulcis-Iglesiente si estende a nord della valle del Cixerri. Confina a nord est con il Campidano ed ha una forma vagamente triangolare. Il Sulcis (nome in lingua sarda Sa Meurreddìa) si estende nella porzione sudoccidentale dell'isola, parte integrante della regione storica del Sulcis-Iglesiente, ed appartiene alla provincia del Sud Sardegna ed a quella di Cagliari. I suoi comuni nella provincia del Sud Sardegna sono Calasetta, Carbonia, Carloforte, Domus de Maria, Giba, Masainas, Narcao, Nuxis, Perdaxius, Piscinas, Portoscuso, San Giovanni Suergiu, Sant'Anna Arresi, Sant'Antioco, Santadi, Siliqua, Teulada, Tratalias, Villamassargia e Villaperuccio. Quelli nella città Metropolitana di Cagliari sono Pula, Sarroch e Villa San Pietro, che si trovano però tra il Sulcis ed il Campidano di Cagliari, per cui possono essere considerate appartenenti all'una o all'altra di queste regioni. È un territorio in cui la natura è incontaminata, nel tratto costiero caratterizzato da ampie spiagge, tra cui spicca Piscinas, con le sue metafisiche dune di sabbia, o la splendida insenatura di Masua, che guarda il faraglione calcareo di Pan di Zucchero. In viaggio verso PortoscusoDa Gonnesa iniziamo a percorrere la costa sud dell'Isola. Usciamo da Gonnesa con la via Iglesias che ci porta sulla SS126 Sud Occidentale Sarda che prendiamo verso sud e che ci porta verso Carbonia. Percorso un chilometro ed ottocento metri, alla rotonda prendiamo la prima uscita che ci permette di rimanere sulla SS126 Sud Occidentale Sarda, dopo quattrocentocinquanta metri svoltiamo a destra e, seguendo le indicazioni per Portoscuso e Portovesme, prendiamo la SP108, che segue la costa. Percorsa questa strada, dopo una diecina di chilometri, circa duecento metri dopo il cartello segnaletico del chilometro 10, seguendo le indicazioni, svolteremo a destra e prenderemo la via Dante Alighieri. Il campo sportivo comunale di PortoscusoSubito dopo aver passato il cartello segnaletico del chilometro 10 sulla SP108, prima di deviare sulla via Dante Alighieri, alla destra della strada provinciale si trova una strada bianca che costeggia lasciandolo sulla sinistra un piccolo campo da calcio con fondo in terra battuta, e conduce all'ingresso del campo sportivo comunale di Portoscuso. All'interno del campo sportivo comunale è presente il campo da calcio, con fondo in erba, dotato di tribune in grado di ospitare 360 spettatori. Il campo sportivo comunale è ubicato all'esterno rispetto al centro abitato di Portoscuso. Il cimitero di Portoscuso
Arrivo a PortoscusoDopo il cartello segnaletico del chilometro 10 sulla SP108, seguendo le indicazioni, svoltiamo a destra e prendiamo la via Dante Alighieri, che, in un chilometro e quattrocento metri, ci porta nella piazza Dante Alighieri dalla quale inizieremo la visita dell'abitato di Portoscuso. Dal Municipio di Gonnesa a quello di Portoscuso, con questa strada si percorrono 15.6 chilometri. Il paese chiamato Portoscuso
Origine del nomeIl suo nome compare in documenti spagnoli come Puerto Escuso, e si legge in un'iscrizione su un marmo del 1676 che ricorda la costruzione della torre ottagonale di difesa, risalente a quell'anno. La denominazione attuale deriva, quindi, dallo spagnolo Puerto Escuso, cioè nascosto, dato che chi proveniva da nord est da Gonnesa, ossia dalla strada di Seruci, non poteva vederlo, dato che risultava molto più a valle, coperto da dune di sabbia, e dunque nascosto alla sua vista. La sua economiaPortoscuso è un paese la cui economia si basa su tutti i settori produttivi. Il settore economico primario è presente con la coltivazione di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, olivo, agrumi, uva e altra frutta. Si allevano bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. per quanto riguarda il settore secondario, L'industria è costituita da imprese che operano nei comparti alimentare, della pesca, della piscicoltura, del legno, della fabbricazione di prodotti petroliferi raffinati, dei materiali da costruzione, edile, metallurgico, meccanico, elettronico, cantieristico e della produzione e distribuzione di energia elettrica. Il terziario si compone di una sufficiente rete distributiva e dell'insieme dei servizi. La bella posizione sulla costa attira migliaia di turisti. Peculiarità della costa, che riveste notevole importanza dal punto di vista naturalistico per la presenza di importanti ecosistemi sia marini che palustri, è L'alternanza tra imponenti coste rocciose e incantevoli spiagge dalla sabbia finissima. Portoscuso, oltre che un importante centro turistico, è famoso anche per la sua cucina che offre deliziose pietanze a base di pesce, soprattutto il tonno. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione e di soggiorno. Brevi cenni storiciI primi insediamenti umani nella zona hanno inizio intorno al sedicesimo secolo, e sono principalmente dovuti all'attività della tonnara, in località Su Pranu, con il cui impianto provengono, dalla Sicilia, dalla Campania e dalla Francia, pescatori e tonnarotti, ed anche corallari, che in breve tempo popolano il borgo. Dopo la costruzione della tonnara iniziano a sorgere le prime baracche di pescatori e tonnarotti, che probabilmente venivano abitate durante la stagione della pesca, e successivamente, quando la pesca del tonno inizia a fruttare, le abitazioni divengono dimore fisse. Il comune di Portoscuso nel 1940 viene aggregato al comune di Carbonia, dal quale nel 1945 viene nuovamente separato. Del comune di Portoscuso nel 2001, con la riorganizzazione delle province della Sardegna, viene cambiata la provincia da quella di Cagliari, alla quale precedentemente apparteneva, a quella nuova di Carbonia e Iglesias, ed in seguito, con la sua abolizione, nel 2016, passa alla nuova provincia del Sud Sardegna. Le principali feste e sagre che si celebrano a Portoscuso
La festa chiamata Sa Pasca MannaLa più significativa festa dell'anno a Portoscuso è considerata Sa Pasca Manna, celebrata nel giorno della Pasqua di Resurrezione, che ha subito alcune modifiche dal 1971, anno in cui è stata costituita la seconda chiesa parrocchiale dedicata a San Giovanni Battista. Da allora questa festa ha assunto un carattere particolarmente religioso, diventando una delle principali ricorrenze del paese. La festa di Sant'Antonio con la Sagra del Tonno
Visita del centro del paeseL'abitato, interessato da un fenomeno di forte crescita edilizia, mostra L'andamento altimetrico tipico delle località collinari. Arriviamo a Portoscuso da Gonnesa con la SP108, e, circa duecento metri dopo il cartello segnaletico del chilometro 10, seguendo le indicazioni, svoltiamo a destra e prendiamo la via Dante Alighieri, che ci porterà all'interno dell'abitato di Portoscuso. La via Dante Alighieri entra nell'abitato da nord est, e, percorsa per un chilometro e mezzo da dove la avevamo imboccata, sbocca sulla piazza Dante Alighieri. In questa piazza la via Dante Alighieri arriva da est, e da questa piazza inizieremo la nostra visita del centro del paese. La Funtana de Is PiccasArrivando in piazza Dante Alighieri dalla via Dante Alighieri, passiamo tutta la piazza ed arriviamo a dove, da destra, ossia da nord, arriva la via Galileo Galilei, ed a sinistra, ossia verso sud, parte la via Alcide De Gasperi. Presa la via Alcide de Gasperi, dopo un centinaio di metri questa strada arriva in piazza martiri della Libertà, dove prendiamo a destra la via Giuseppe Mazzini.
Il Municipio di Portoscuso
La chiesa parrocchiale dedicata a Santa Maria d'ItriaDalla piazza davanti al Municipio, dove parte a sinistra la via Marco polo, prendiamo invece verso destra la via Fratelli bandiera che, in una cinquantina di metri, porta in piazza Santa Maria d'Itria, nella quale, al civico numero 1, si trova la chiesa di Santa Maria d'Itria, che è la prima e la principale parrocchiale, dedicata alla patrona di Portoscuso, una chiesa interessante sotto il profilo storico ed architettonico.
La cinquecentesca Tonnara di Su Pranu con la chiesa di Sant'Antonio da PadovaNella piazza Santa Maria d'Itria, con la facciata rivolta ad oriente, sorge il palazzotto della Tonnara, di forma trapezoidale, che per tanto tempo e stato uno dei cuori pulsanti dell'economia locale, e che, ancora oggi, è attiva fra maggio e giugno per le mattanze, dato che il paese di Portoscuso, insieme a Carloforte, è famoso per la pesca del tonno.
Il secondo locale del lato ovest era adibito a cappella. Ancora oggi possiamo ammirare una piccola nicchia detta di Sant'Antonio, ed un'altra della vergine del Carmelo. La chiesa di Sant'Antonio da Padova, che è stato il primo edificio ecclesiasistico dell'abitato di Portoscuso, ed ha perso la sua funzione pubblica nel 1655, quando il marchese Vivaldi Pasqua fa costruire la nuova chiesa fuori dal perimetro della Tonnara, che viene dedicata dai tonnarotti alla Madonna d'Itria. Rimane, però, compatrono di Portoscuso Sant'Antonio da Padova, protettore delle tonnare. Più avanti, sempre sulla destra, si trova la sala Corpus, che deve il suo nome a Su Corpus, la rete in canapa lunga 186 metri che veniva calata in mare il primo giorno della mattanza. Nel corso degli anni, spesso a seguito delle razzie dei pirati, su Pranu ha subito modifiche strutturali importanti, come, ad esempio, nel 1870 la costruzione dell'arsenale coperto, i cui resti si trovano alla sinistra dello spiazzo interno. Dopo anni di totale abbandono, L'intera area è stata acquisita dal comune di Portoscuso nel 2006, ed ancora oggi è in corso di ristrutturazione. Recentemente è stato approvato il progetto relativo alla realizzazione dei lavori di restauro della chiesa di Sant'Antonio, situata all'interno della Tonnara. La torre di Portoscuso
Il monumento ai Caduti di Portoscuso
La spiaggia de La caletta chiamata anche spiaggia de La GhinghettaPercorrendo la via torre, dalla piazza Santa Maria d'Itria alla torre di Portoscuso, a metà strada parte verso sinistra, ossia verso il mare, la via Cavor, che, in'ottantina di metri ci porta al mare, a una piccola insenatura dove, per mezzo di una scaletta, si accede alla spiaggia de La Caletta. Viene chiamata anche spiaggia de La Ghinghetta, dal nome dell'hotel 4 stelle realizzato ristrutturando una antica casa marinara, nel quale, al piano terra, si trova il ristorante che può ospitare solo diciotto coperti, e, sopra il ristorante, le otto camere. Davanti alla spiaggia, nel mare, si scorge il piccolo scoglio chiamato su Scoglitteddu, e, distante circa settecento metri dalla spiaggia, il più grande scoglio chiamato su Scoglieddu, detto anche scoglio della Ghinghetta, sul quale si trova il faro de La Ghinghetta. Il ristorante Sa MusciaraDalla piazza Municipio prendiamo la via Marco Polo, che costeggia il palazzo del Municipio, e la seguiamo per una cinquantina di metri, fino a che questa strada sbocca sul lungomare Cristoforo Colombo, che si sviluppa attorno alla Marina di Portoscuso. Preso verso sinistra e seguito per un'ottantina di metri, poco prima che il lungomare termini, si vede alla destra L'edificio che ospita il ristorante Sa Musciara.
La Marina di Portoscuso con il porticciolo turisticoIl lungomare Cristoforo Colombo si sviluppa intorno alla Marina di Portoscuso, protetta da una diga artificiale con il molo foraneo utilizzato per proteggere il porto da eventuali mareggiate. La Marina di Portoscuso ospita un moderno porticciolo turistico, che costituisce un comodissimo punto di partenza per visitare tutta L'area sud occidentale dell'Isola. È in grado di ospitare circa 400 imbarcazioni, con tutti i servizi in banchina, escluso la pompa carburante. La villa de su Marchesu
La chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista
Visita dei dintorni di PortoscusoNei dintorni di Portoscuso sono stati portati alla luce i resti dei nuraghi Atzori, Baco Ollasta, Crixionis, Ghilotta, Paringianu, su Medadeddu, tutti di tipologia indefinita. Ci si trova, inoltre, la sua costiera con le diverse spiagge. La costiera di PortoscusoLa costiera di Portoscuso è lunga otto chilometri ed è ricca di insenature e spiagge. Nella periferia nord dell'abitato è possibile trovare una vasta pineta e la deliziosa spiaggia di Portupaleddu. Particolarmente suggestiva e ancora intatta è la zona di Capo Altano, dove la scogliera scende a picco sul mare e dove è possibile trovare alcune rarità botaniche. A sud, invece, in località Paringianu, è presente lo stagno di Boi Cerbus, dove è possibile effettuare il birdwatching, per la presenza dei fenicotteri rosa e di varie altre specie di uccelli acquatici. La frazione PortopaledduDalla piazza Municipio prendiamo verso nord ovest la via Fratelli Bandiera, dopo un centinaio di metri prendiamo a destra la via Don Minzoni, che continua sul largo Matteotti. Dopo poco più di trecento metri svoltiamo a sinistra e prendiamo la via Grazia Deledda, che seguiamo per poco più di cinquecento metri, poi a sinistra prendiamo la via Vasari, e, in una cinquantina di metri, raggiungiamo la frazione Portopaleddu (altezza metri 15, distanza in linea d'aria circa 1.2 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti). La spiaggia di Portopaglietto o Portu PortupaledduNella frazione Portopaleddu si trovano i comodi posteggi del largo Michelangelo, dai quali alcune rampe e scalinate consentono l'accesso alla spiaggia del paese chiamata spiaggia di Portopaglietto, chiamata in lingua sarda Portu Portupaleddu.
La scogliera della punta Niedda con la sua spiaggiaDal centro di Portoscuso, si seguono le indicazioni per Portopaglietto e per la pineta. Dalla spiaggia procediamo in direzione est su largo Michelangelo, dopo un centinaio di metri svoltiamo a sinistra, e, dopo una cinquantina di metri, di nuovo a sinistra prendiamo la via Grazia Deledda, la seguiamo per poco più di cinquecento metri fino a raggiungere i parcheggi della Scogliera di punta Niedda. La scogliera di punta Niedda è formata da scogli piatti e bassi, che si trovano più in basso rispetto al resto della scogliera, e che si affacciano su un'acqua trasparente di un bellissimo azzurro.
La punta de Sa FurungonaraSubito a chiudere a sud il porticciolo turistico di Portoscuso, si trova la famosa punta de Sa Furungonara, ossia punta dell'Angolo o del Cantone. Si tratta di un promontorio che si sviluppa nel mare, a carattere roccioso, formato quindi principalmente da rocce, scogli, e granelli di sabbia ambrata, che si affacciano su un mare dal bellissimo colore verde e delle stupende trasparenze, con un fondale roccioso. È frequentato soprattutto dagli amanti del surf. In pochi minuti, dalla punta de Sa Furungonara è possibile usufruire di tutti i servizi urbani. La frazione Portovesme con la centrale elettrica del SulcisDal centro di Portoscuso prendiamo verso est il lungomare Cristoforo Colombo, lo seguiamo fino in fondo, dove continua con la via I Maggio. La seguiamo per ottocento metri, ed arriviamo a una rotonda alla quale arriva da sinistra la SP2, mentre dritta prosegue la via I maggio. Alla rotonda prendiamo a destra la strada che, in cinquecento metri, ci porta al parcheggio dal quale si accede alla banchina del Porto Industriale e Commerciale ed alla spiaggia della frazione Portovesme (altezza indefinita, distanza in linea d'aria circa 1.8 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti), un paese che è stato importante nella storia mineraria sarda. L'area industriale di PortovesmeA partire dalla metà del diciannovesimo secolo nella zona sud occidentale dell'isola di Sardegna, ossia nel Sulcis Iglesiente, inizia lo sfruttamento delle miniere di piombo e di zinco, all'epoca considerate tra le più redditizie al mondo. A partire dal secondo dopoguerra, il progressivo esaurimento dei filoni più produttivi e la diminuzione delle protezioni doganali, provoca la crisi delle miniere sarde, e le società private che detenengono le concessioni minerarie si ritirano, lasciando spazio all'intervento statale, che si orienta verso la realizzazione di un grande polo metallurgico in grado di assorbire i dipendenti delle miniere del Sulcis e dell'Iglesiente in fase di chiusura. Il polo industriale di Portovesme si sviluppa tra il 1969 ed il 1972, nel momento cruciale della crisi del comparto minerario, quando tutti i minatori vengono trasferiti nel polo industriale, e le miniere chiudono gradualmente. Portovesme è sede di un importante polo industriale, specializzato nella metallurgia non ferrosa, unico in Italia per le sue produzioni. Si tratta di allumina da bauxite, che veniva prodotta nella stabilimento Eurallumina ora chiuso; alluminio primario, prodotto nello stabilimento Alcoa, ex Aluminia, ex Alsar, ex Alumix; zinco, piombo ed acido solforico da minerale, prodotti nello stabilimento Portovesme, ex Samim, ex Ammi. A tali impianti si aggiungono quelli per la produzione di laminati e profilati di alluminio, e le centrali termoelettriche Enel, che generano il 45% dell'energia elettrica prodotta in Sardegna. Il Porto industriale di Portovesme con l'imbarco dei traghetti per Carloforte
La centrale elettrica del SulcisProprio dietro il porto Industriale, a Portovesme, dal 1955, sorge la centrale elettrica del Sulcis, che è stata ampliata nel '65 diventando la più importante della Sardegna, capace di fornire energia elettrica anche al continente. La spiaggia di Portovesme o spiaggia di Is CanellesDal parcheggio al termine della strada che ci condotti alla frazione Portovesme, raggiungiamo la sottostante spiaggia di Portovesme, chiamata anche spiaggia Is Canelles, alla quale accediamo per mezzo di una scalinata. La spiaggia si trova tra il Porto turistico di Portoscuso, dal quale è separata da una scogliera che termina con la punta de Sa Furungonara ed il Porto Industriale e Commerciale di Portovesme. La frazione ParingianuDal centro di Portoscuso, dalla piazza Dante Alighieri prendiamo la via Dante Alighieri e la seguiamo per un chilometro e quattrocento metri, fino ad arrivare allo svincolo dove eravamo arrivati con la SP108. Allo svincolo, proseguiamo dritti sulla strada provinciale, che prende il nome di SP2 e che condurrà fino quasi a Carbonia. Percorsi poco più di sei chilometri sulla SP2, prendiamo a destra la via Carbonascia, dopo duecentocinquanta metri arriviamo a un bivio, dove prendiamo a destra la via Sardegna, che in duecento metri ci porta alla rotonda che si trova all'interno della importante frazione Paringianu (altezza metri 16, distanza in linea d'aria circa 8.4 chilometri lungo la strada cha abbiamo percorso, abitanti circa 582), all'interno della quale scorre il Rio Flumentepido, e a nord del quale iniziano gli insediamenti industriali di Portoscuso. La chiesa parrocchiale di San Giuseppe a Paringianu
La spiaggia di punta de s'AligaDal centro di Paringianu, prendiamo verso nord ovest la via Sulcis, dopo quattrocentocinquanta metri si trova un piccolo ponte, al termine del quale, si prende la strada bianca sulla sinistra. La si segue per un chilometro e seicento metri, poi si prende ancora a sinistra, e si arriva, in poco più di un chilometro, al termina di una piccola penisola, sul cui lato ovest si trova, appositamente segnalata, la spiaggia di punta de s'Aliga, che è ricchissima di resti fossili di grandi dimensioni, come ad esempio le conchiglie di ostriche. Ad animare questa spiaggia sono soprattutto gli amanti del Kite Surf, che hanno scoperto un luogo ideale per le loro evoluzioni spettacolari, tutto grazie all' intuizione della South Kite Sardinya, un'associazione di Portoscuso che ha creduto nelle potenzialità di punta de s'Aliga. Lo stagno o Laguna di Boi Cerbus con la sua Peschiera e lo stagno 'e Forru
L'area dello stagno Laguna di Boi Cerbus e dello stagno 'e Forru, è tutelata come Riserva Naturale Regionale, ospita fenicotteri, gabbiani, aironi, e numerosi altri piccoli volatili, ed è, quindi, area per la sosta e per la riproduzione di una ricca avifauna di interesse comunitario. La piccola spiaggia di Maribìu chiamata anche di Mari BiuDal centro di Paringianu, prendiamo verso nord ovest la via Sulcis, dopo quattrocentocinquanta metri si trova un piccolo ponte, al termine del quale, si prende la strada bianca sulla sinistra. La si segue e al termine della strada, dopo due chilometri e duecento metri, si arriva alla piccola spiaggia di Maribìu, appositamente segnalata. Un tempo, questa spiaggia era famosa per essere una delle spiagge più belle della costa sud occidentale dell'Isola, con stupende dune di sabbia bianca. Oggi, però, le dune sono quasi del tutto scomparse, e la zona appare molto selvaggia. Viene frequentata soprattutto dai pescatori, che qui ormeggiano le loro piccole imbarcazioni. I resti del nuraghe Paringianu di tipologia indefinitaDal centro di Paringianu, prendiamo la via Sulcis verso sud est, e, percorsi appena centoventi metri, prendiamo la deviazione in una stradina bianca sulla destra. Seguita per cinquecento metri, si vedono, alla sinistra della strada, i pochi resti del nuraghe Paringianu, un nuraghe di ripologia indefinita, edificato a 35 metri di altezza. La frazione Bruncu Teula suddivisa con il comune di San Giovanni SuergiuDal centro di Paringianu, prendiamo la via Sulcis verso sud est, che esce dall'abitato come SP75bis. Percorsi quasi due chilometri, la strada sbocca su una rotonda, dove prendiamo la prima uscita, verso destra, che, percorsi ancora settecento metri, ci fa raggiungere la frazione Bruncu Teula (altezza metri 21, distanza in linea d'aria circa 11.1 chilometri, abitanti circa 37), che è la frazione più a sud e ad ovest del territorio del comune di Portoscuso. Si tratta di un villaggio costiero della regione storica del Sulcis, suddiviso amministrativamente tra i comuni di Portoscuso a nord, e di San Giovanni Suergiu a sud, dei quali è frazione. Il suo nome identifica il villaggio di pescatori, agricoltori e pastori sorto nella piana compresa tra gli abitati di Paringianu, nel comune di Portoscuso, e di Matzaccara nel comune di San Giovanni Suergiu, a pochi metri dal mare. La frazione facente capo al comune di Portoscuso si sviluppa completamente nel villaggio vecchio, ed in essa sono ancora visibili le caratteristiche casette basse con muratura di pietra viva locale e tetto di coppi rossi. L'abitato di Bruncu Teula si affaccia sullo stagno o Laguna di Boi Cerbus, mentre a nord dell'abitato si trova lo stagno 'e Forru. Si trova in una localtà che era certamente conosciuta dai Fenici, perché si ritiene che in essa si trovasse un porto fenicio, e una strada porta all'area archeologica di Monte Sirai, vicino a Carbonia, dove ci sono stati ritrovamenti del Tophet, della necropoli e di anfore fenicie. La frazione Nuraxi AtzoriDa Paringianu, presa la via Sulcis arriviamo alla rotonda, dove prendiamo la terza uscita, verso sinistra, che ci fa immettere sulla via Pedemontana. La seguiamo per quattrocento metri, poi deviamo a sinistra sulla via Carbonascia che, in circa un chilometro, ci porta all'interno della frazione Nuraxi Atzori (altezza metri 34, distanza in linea d'aria circa 11.2 chilometri, abitanti circa 21). I resti del nuraghe Atzori di tipologia indefinitaLa frazione ha questo nome perché, nella campagna a nord est delle sue abitazioni, si trovano i pochi resti del nuraghe Atzori, un nuraghe di tipologia indefinita, edificato a 35 metri di altezza. La prossima tappa del nostro viaggioNella prossima tappa del nostro viaggio, ci recheremo a visitare la città di Carbonia, che è il capoluogo provvisorio della provincia del Sud Sardegna, che visiteremo con il suo centro ed i dintorni dove si trova l'area archeologica di Monte Sirai. | ||||||
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