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Pozzomaggiore con la chiesa di San Costantino che ospita l’Ardia e la Ziggurath del Nuraghe Calchinarzu


In questa tappa del nostro viaggio, visiteremo Pozzomaggiore che vedremo con le sue diverse Chiese, tra le quali la chiesa di San Costantino dove si svolge l’Ardia di San Costantino, ed i dintorni dove si trova il Nuraghe Calchinarzu con la Ziggurath costruita sopra di esso.

La Regione storica del Meilogu, chiamata anche Mejlogu o Logudoro Meilogu

La Regione storica del MeiloguIl Logudoro è stato, nel periodo medioevale, uno dei quattro Giudicati che ha avuto come capoluogo prima Porto Torres, in seguito Ardara, ed infine Sassari. Oggi possiamo dividere questa Regione in tre parti: Logudoro Turritano, il cosiddetto Sassarese, a nord; il Logudoro Meilogu a ovest; ed il Logudoro Montacuto a est. In particolare, il Meilogu ha il nome che deriva dal suo posizionamento in Mediu logu, vale a dire nel cuore del Giudicato. I comuni che fanno parte del Meilogu sono Ardara, Banari, Bessude, Bonnanaro, Bonorva, Borutta, Cheremule, Cossoine, Giave, Ittireddu, Mara, Mores, Padria, Pozzomaggiore, Semestene, Siligo, Thiesi, Torralba. Il Meilogu è caratterizzato da un territorio prevalentemente pianeggiante, che produce cereali, verdure, ortaggi. Sono fiorenti gli allevamenti ovini, da cui deriva la ricca produzione casearia. Le numerose sorgenti e corsi d’acqua favoriscono questa ricchezza.

In viaggio verso Pozzomaggiore

Usciamo da Semestene verso ovest con la SP8, che seguiamo superando la deviazione per la chiesa di San Nicola di Trullas. Dopo aver seguito la SP8 per tre chilometri e mezzo, superiamo la deviazione sulla sinistra in direzione di Macomer e Bosa, dove proseguiamo dritti. Dopo altri quasi due chilometri e mezzo, la SP8 incrocia la SS292dir Nord Occidentale Sarda, che prendiamo verso sinistra, dopo 650 metri prendiamo sulla sinistra la via San Pietro che, in circa cinquecento metri, ci porta nel centro di Pozzomaggiore. Dal centro di Semestene a quello di Pozzomaggiore, abbiamo percorso poco più di sette chilometri.

Il comune chiamato Pozzomaggiore

Pozzomaggiore: veduta dell’abitatoPozzomaggiore-Stemma del comuneIl comune chiamato Pozzomaggiore (nome in lingua sarda Puthumajore, altezza metri 439 sul livello del mare, abitanti 2.399 al 31 dicembre 2021) è un centro agropastorale di origine antica, la cui economia si fonda sulla tradizionale attività agricola e zootecnica e sulla produzione industriale. L’abitato sorge circondato da ricchi pascoli, essendo situato nell’entroterra della costa, su un’altura fra gli altopiani di Campeda e Meilogu. L’abitato è attraversato dalla SS292 Nord Occidentale Sarda. Il territorio Comunale ha un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate, che vanno da un minimo di 148 a un massimo di 665 metri sul livello del mare.

Origine del nome

Il nome del paese, attestato in documenti medievali nelle forme Putei e Puteo, deriva dall’indicazione del pozzo maggiore, dato che la sua denominazione è da rintracciare nelle voci latine Puteus, ossia Pozzo, che in logudorese viene chiamato Puttu, e Maior o Maioris, ossia Maggiore.

La sua economia

L’economia di Pozzomaggiore è basata sulla tradizionale attività agricola, caratterizzata dalla coltivazione di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, viti, ulivi, e frutta, e sull’attività zootecnica, soprattutto con l’allevamento ovino e caprino, ma anche l’allevamento equino, dei bovini, suini, ed avicoli. La discreta realtà industriale si fonda sui comparti lattiero caseario, con la produzione di formaggi, alimentare, dei materiali da costruzione, dei laterizi, edile e della produzione di corrente elettrica. Interessante è l’artigianato, in particolare quello specializzato nella confezione di tappeti e coperte, tessuti e ricami. Il terziario è dotato di una discreta rete commerciale e dell’insieme dei servizi. Il paese chiamato fa registrare un discreto flusso di visitatori, attratti dalle bellezze naturali circostanti, quali le grotte di Bonuighinu, e dai vicini siti archeologici di età preistorica che si trovano nella cosiddetta valle dei Nuraghi. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione e di soggiorno.

Brevi cenni storici

Il territorio viene abitato fino dall’epoca preistorica, come dimostrano i numerosi Nuraghi con i villaggi preistorici oltre ad altri siti archeologici in esso presenti. Ma il paese sorge probabilmente in periodo medioevale, prima dell’anno 1000, quando appartiene al Giudicato del Logudoro. Dominato successivamente dagli Aragonesi, nel corso del quindicesimo secolo viene ceduto, in qualità di feudo, alla famiglia locale Melone, per essere in seguito governato dal Barone di Villarios. Passato sotto la dominazione sabauda, nel 1796, viene coinvolto nella rivolta popolare capeggiata da Giovanni Maria Angioy.

Personaggi nati o vissuti a Pozzomaggiore

Il comune chiamato Pozzomaggiore ha dato i natali alla beata Edvige Carboni, al generale Pier Pinna Parbaglia alto commissario della Sardegna, ed al poeta Giorgio Pinna.

Pozzomaggiore-La beata Edvige CarboniA Pozzomaggiore, nel 1880, nasce a mistica italiana Edvige Carboni, laica del Terz'Ordine Francescano, venerata come beata dalla chiesa cattolica. Nel 1885 ha le prime esperienze mistiche, come estasi, levitazioni e bilocazioni, e in particolare visioni di Gesù, della Madonna e del suo Angelo Custode. Fatto voto di castità, accompagna con la preghiera assidua le sue attività dedite all’assistenza dei familiari, soprattutto dopo la morte della madre, per accudire la quale aveva rinunciato a entrare in Convento. Accanto all’impegno religioso, a questo aggiungeva l’aiuto per i bisognosi e gli ammalati, consolando per esempio i familiari di quanti partivano per il fronte durante la Prima Guerra Mondiale e aiutando le future spose senza dote. Nell’ottica del suo apostolato sopporta anche persecuzioni personali, per le quali viene sottoposta a un’indagine canonica dalla quale risulta assolta dall’accusa di impostura. Muore a Roma nel 1952.

Pozzomaggiore: il generale Pietro Pinna ParpagliaA Pozzomaggiore, nel 1891, nasce il militare e politico italiano Pietro Pinna Parpaglia. Laureato in giurisprudenza, si distingue come osservatore d’aeroplano del Corpo aeronautico militare durante la Prima Guerra Mondiale. Nel 1938 diviene Generale dell’Aeronautica, e, dopo essere caduto prigioniero in Etiopia, viene condotto prima in India e poi negli Stati Uniti, dove opera per la creazione di reparti combattenti pro alleati. Tornato in Italia, viene nominato dal governo militare alleato Alto Commissario per la Regione Sardegna, carica che ricopre fino al 1949 quando si svolgono le prime elezioni del Consiglio regionale. Insignito della croce di commendatore dell’Ordine militare di Savoia, di due medaglie d’argento e una di bronzo al valor militare, e della croce di grande ufficiale dell’Ordine dei Santi Maurizio e lazzaro, muore a Sassari nel 1966.

Pozzomaggiore: il poeta Giorgio PinnaA Pozzomaggiore, nel 1902, nasce Giorgio Pinna, un poeta che ha al suo attivo una notevole produzione poetica in lingua sarda. Nei suoi versi si riflettono le bellezze della natura, ed anche le dure realtà della campagna. Il poeta Giorgio Pinna muore a Pozzomaggiore nel 1970. Le sue poesie più significative sono intitolata Sa vida Umana - Avventuras de unu giovanu, e Saldigna mia. Tutta la sua opera poetica viene pubblicata nel 1979 dalla casa editrice 3T di Cagliari, in Cantigos de ajanìa, in due volumi. In suo onore il comune di Pozzomaggiore nel 1995 ha istituito il Premio biennale di poesia in lingua sarda a lui intitolato.

A Pozzomaggiore, inoltre, è cresciuto l’anarchico Michele Schirru, che era nato a Padria, e che è stato condannato a morte nel 1031 per aver concepito un attentato alla vita di Mussolini.

Padria-l’anarchico Michele SchirruNato nel 1899 a Padria, Michele Schirru, cresce a Pozzomaggiore, paese natale della madre. Emigrato giovanissimo nell’Italia continentale, si avvicina alle idee socialiste. Nel 1917 prende parte alla rivolta di Torino, e nel dopoguerra aderisce all’anarchismo. Nel 1920 emigra negli Stati Uniti, prende la cittadinanza americana ed è in prima fila nelle lotte a sostegno di Sacco e Vanzetti. Deciso ad uccidere Mussolini per liquidare il fascismo, giunge a Roma il 12 gennaio 1931, alloggiando all’albergo Royal scelto come luogo strategico rispetto agli itinerari abituali del Duce. Ma la sera del 3 febbraio viene arrestato, in commissariato tenta il suicidio con la propria pistola, ma il proiettile gli trapassa le gote e Michele sopravvive sfigurato. Viene quindi processato dal Tribunale Speciale Fascista davanti al quale dichiara il suo uguale odio sia per il Fascismo sia per il Comunismo, e viene condannato per l’intenzione di attentare alla vita di Mussolini. Viene fucilato a Forte Braschi ed affronta il plotone d’esecuzione con coraggio suscitando, secondo alcune fonti, l’ammirazione dello stesso Mussolini.

Le principali feste e sagre che si svolgono a Pozzomaggiore

A Pozzomaggiore svolge la sua attività il Gruppo Folk Pro Loco di Pozzomaggiore, nelle cui esibizioni nel paese ed il altre località dell’Isola è possibile ammirare il costume tradizionale del posto. Svolge la sua attività anche l’Associazione Culturale Coro di Pozzomaggiore, nata nel 1993 allo scopo di riscoprire, valorizzare e tramandare i costumi, la cultura e le tradizioni, canore e musicali non solo del paese ma della Sardegna intera. Inoltre a Pozzomaggiore, nel 2010, è stata istituita l’Associazione Culturale Cuncordu Planu de Murtas, con l’intento di valorizzare la lingua e le tradizioni locali, promuovendo la ricerca di antichi testi e rielaborandone nuovi mediante l’armonizzazione a Cuncordu.

Pozzomaggiore: il Gruppo Folk Pro Loco di Pozzomaggiore Pozzomaggiore-l’Associazione Culturale Coro di Pozzomaggiore Pozzomaggiore-l’Associazione Culturale 'Cuncordu Planu de Murtas'

Tra le principali feste e sagre che si svolgono a Pozzomaggiore vanno citati, il 16 ed il 17 gennaio, la Festa di Sant’Antonio Abate; il 23 aprile, la Festa di San Giorgio, ossia del Santo patrono di Pozzomaggiore, con una tradizionale Ardia che si svolge in piazza Maggiore; il 29 giugno, la Festa di San Pietro nell’omonima chiesa campestre, con l’Ardia; il 7 luglio, la Festa di San Costantino nell’omonima chiesa, con la corsa dell’Ardia di San Costantino; la prima domenica di agosto, la Festa di San Cristoforo; l’8 settembre, la Festa della Madonna delle Grazie nell’omonima chiesa campestre; il 29 settembre, la Festa della Beata Vergine della Salute.

La Festa di San Cristoforo

La prima domenica di agosto si svolge a Pozzomaggiore la Festa di San Cristoforo, il protettore degli automobilisti, che è stata ripresa da meno di una diecina di anni, ed è caratterizzata dalla sfilata di un corteo di macchine agricole, camion, automobili, moto e biciclette addobbate con motivi floreali, che si conclude sul sagrato della chiesa di San Costantino, dove i partecipanti ricevono la benedizione. I festeggiamenti iniziano dall’ultima settimana di luglio e finiscono la prima di agosto, con serate musicali e danzanti, oltre ad altre manifestazioni.

Visita del centro di Pozzomaggiore

L’abitato, circondato da ricchi pascoli e interessato da una forte espansione edilizia, si sviluppa su una piatta altura dlla quale si gode la veduta sui vicini abitati di Padria e Mara, ed è costituito da un centro storico di impianto medievale, con pregevoli palazzi signorili del settecento e dell’ottocento. Entriamo in Pozzomaggiore con la via San Pietro, che arriva dall’abitato da sud, e che, in circa cinquecento metri, porta nel centro storico del paese, che non è, però, particolarmente ricca di vestigia del passato.

La chiesa di Sant’Antonio Abate con l’ex Convento dei Frati Agostiniani

Entriamo con la via San Pietro, dopo duecentocinquanta metri al bivio prendiamo leggermente a destra per rimanere sulla via San Pietro, dopo cento metri proseguiamo sulla via del Convento, che, in una cinquantina di metri, ci porta sulla destra nella piazza del Convento.

Pozzomaggiore-La chiesa di Sant’Antonio AbateSu questa piazza si affaccia la chiesa di Sant’Antonio Abate, una chiesa di impianto seicentesco, contemporanea all’annesso Convento dei Frati Agostiniani. Ha una bella facciata tardo barocca del 1790, tripartita e ornata da finte colonne, altorilievi con motivi floreali, che nelle forme attuali è stata realizzata dalle stesse maestranze piemontesi che hanno operato, successivamente, nella realizzazione della chiesa di Bonu Ighinu a Mara. La chiesa ha una navata centrale voltata a botte e tre cappelle laterali per parte. Originariamente dalla seconda Cappella sulla destra si accedeva con un corridoio al Convento. All’interno sono conservate preziose statue lignee restaurate di recente, tra le quali quella della Madonna della Salute, per cui la chiesa è conosciuta anche con questo titolo.

Pozzomaggiore: chiesa di Sant’Antonio Abate: facciata Pozzomaggiore: chiesa di Sant’Antonio Abate: interno Pozzomaggiore: chiesa di Sant’Antonio Abate: altare maggiore

Il campanile a cuspide, che sembra sbucare dalla navata sinistra, è stato realizzato intorno al 1847, anno in cui il Convento è stato sottoposto ad un importante intervento di ampliamento e ristrutturazione. Dopo il suo abbandono da parte dei Frati nella seconda metà del diciannovesimo secolo, il Convento attiguo alla chiesa di Sant’Antonio Abate è stato utilizzato come Caserma dei Carabinieri a cavallo, e successivamente come carcere.

Pozzomaggiore-Festa di Sant’Antonio AbateAnche a Pozzomaggiore, come in molti centri della Sardegna, il 16 ed il 17 gennaio si svolge la Festa di Sant’Antonio Abate, nella quale l’evento più importante è sicuramente Su Fogulone de Sant’Antoni, un enorme falò che si accende nella piazza di fronte alla chiesa, per realizzare il quale, secondo la tradizione, tutte le famiglie del paese offrono al comitato un pò di legna. Pozzomaggiore-Festa della Madonna della SaluteInoltre, il 29 settembre di ogni anno, nella chiesa di Sant’Antonio Abate si svolge la Festa della Madonna della Salute, una cerimonia prettamente religiosa, caratterizzata da Su Izadolzu, ossia dalla veglia notturna nella chiesa effettuata dai fedeli in preghiera, che inizia la sera del 28 e termina con la partecipazione alla prima messa del giorno successivo. Segue la processione per le vie del paese, in cui viene portata a spalle la statua della Madonna della Salute, seguita da una numerosa folla con canti e preghiere, accompagnata dalla banda musicale, e che si conclude con uno spettacolo pirotecnico. La sera della festa, in piazza Convento si seguono canti e balli della tradizione popolare, con anche musica moderna.

L’ex Convento ospita il Museo del Cavallo

Pozzomaggiore: il Museo del CavalloPozzomaggiore è molto legato alla cultura del cavallo, animale spesso protagonista nelle feste popolari del paese. Di recente, l’ex Convento annesso alla chiesa di Sant’Antonio Abate è diventato sede del Museo del Cavallo, che ospita numerosi attrezzi legati alla cura dell’animale e al lavoro, oltre che i costumi utilizzati dai cavalieri durante le diverse Ardie. Il museo si sviluppa in dieci sale tematiche organizzate secondo temi conduttori che sottolineano l’importanza da sempre assunta dal cavallo nella vita dell’uomo, all’interno delle quali il cavallo rappresenta il filo conduttore storico, antropologico ed etnografico. Unico nel suo genere, ha l’intento di elevare il cavallo a simbolo del patrimonio dell’umanità, come suggerito di recente anche dall’UNESCO a Parigi. All’interno degli spazi museali trova collocazione anche la Donazione Pesarin, costituita da elementi architettonici di pregio quali architravi, capitelli, colonne e stipiti in pietra.

Il Cimitero Comunale di Pozzomaggiore

Pozzomaggiore: il Cimitero Comunale di PozzomaggioreDove la via San Pietro diventa la via del Convento, a destra si sviluppa la via del rio Mele, che, dopo duecento metri, arriva in una piazza. Da questa piazza parte sulla sinistra e sulla destra la via dell’Uguaglianza. Presa la via dell’Uguaglianza verso destra, dopo duecento metri prendiamo la deviazione sulla destra che si dirige verso la periferia sud orientale dell’abitato. Questa deviazione, in circa cento metri, ci porta a vedere alla destra della strada il muro di cinta del Cimitero Comunale di Pozzomaggiore.

Gli Impianti Sportivi di via Antonio Gramsci

Da dove dalla via Mele avevamo preso verso destra la via dell’Uguaglianza, dopo duecento metri evitiamo la deviazione sulla destra che porta al Cimitero Comunale, e proseguiamo invece dritti. Percorsa una cinquantina di metri, svoltiamo a sinistra nella via Antonio Gramsci lungo la quale, dopo poco più di un’altra cinquantina di metri, si vedono alla sinistra della strada i cancelli di ingresso agli Impianti Sportivi di via Antonio Gramsci.

Pozzomaggiore: impianti Sportivi di via Antonio Gramsci: ingresso Pozzomaggiore: impianti Sportivi di via Antonio Gramsci: il campo da bocce Pozzomaggiore: impianti Sportivi di via Antonio Gramsci: il campo da Calcetto Pozzomaggiore: impianti Sportivi di via Antonio Gramsci: la pista da pattinaggio

All’interno di questo complesso sportivo si trova il Campo da Bocce Comunale, con diverse piste per il gioco delle bocce. È presente, inoltre, un Campo da Calcetto, con fondo in erba sintetica, nel quale è possibile praticare come discipline il calcetto, ossia il calcio a cinque. Intorno al campo da Calcetto si sviluppa la Pista di Pattinaggio, nella quale è possibile praticare come discipline l’hockey ed il pattinaggio a rotelle. Il campo da Calcetto e la pista di pattinaggio sono dotati di tribune in grado di ospitare una cinquantina di spettatori

Il Campo Sportivo di Pozzomaggiore

Arrivati nella piazza dalla quale parte la via dell’Uguaglainza, la prendiamo, invece, verso sinistra, dopo ottanta metri prendiamo sulla destra la via Giacomo Matteotti. Dopo poco più di centocinquanta metri, questa strada arriva all’ingresso del Campo Sportivo di Pozzomaggiore.

Pozzomaggiore-Campo Sportivo di Pozzomaggiore: ingresso Pozzomaggiore-Campo Sportivo di Pozzomaggiore: il campo da Calcio Pozzomaggiore-Campo Sportivo di Pozzomaggiore-La pista da atletica Pozzomaggiore-Campo Sportivo di Pozzomaggiore: il campo da Calcetto

All’interno di questo complesso sportivo, è presente un Campo da Calcio, con fondo in terra battuta, dotato di tribune per un centinaio di spettatori, che è sede degli allenamenti dell’Associazione Sportiva Dilettantesca Pozzomaggiore, che è la squadra calcistica locale. Accanto al campo da Calcio è presente una Pista da Atletica, nllq aule praticare come discipline le corse su pista. Nel complesso sportivo è presente anche un Campo da Calcetto, con fondo in erba sintetica, che non è dotato di tribune per gli spettatori, nel quale è possibile praticare come discipline il calcetto, ossia il calcio a cinque.

Il Monumento ai Caduti in piazza Maggiore

Eravamo entrati nell’abitato dalla via San Pietro, dopo duecentocinquanta metri, arrivati al bivio, prendiamo a sinistra la via Grande, che, dopo trecentocinquanta metri, ci porta in piazza Maggiore. Si tratta di una grande piazza triangolare con sul lato destro la via Grande, a sinistra la via Edvige Carboni, ed alla base una serie di edifici civili davanti ai quali si trova il Monumento ai Caduti di Pozzomaggiore in tutte le guerre. Si tratta di un monumento ad obelisco sul quale sono presenti lapidi commemorative, e ad un lato una scultura che rappresenta una donna con due bambini.

Pozzomaggiore-Piazza Maggiore: il Monumento ai Caduti Pozzomaggiore-Piazza Maggiore: particolare del Monumento ai Caduti

Il Museo nella casa natale della beata Edvige Carboni

Prima di arrivare alla piazza Maggiore, alla sinistra arriva la via Edvige Carboni. Proprio lungo quasta strada, alla sinistra pcoc prima di arrivare alla piazza, al civico numero 16A, si trova il Museo Casa Natale Beata Edvige Carboni. La casa di Pozzomaggiore è quella in cui la Beata Edvige Carboni trascorse la sua giovanile vita domestica in maniera sobria, spirituale e raccolta, alternando le faccende di casa ai momenti di preghiera, prima del trasferimento della sua famiglia a Roma, negli anni immediatamente precedenti l’inizio del secondo conflitto mondiale. Il museo nella casa natale riportata alle origini, è stato inaugurato nel 2002.

Pozzomaggiore-Museo casa natale della beata Edvige Carboni: esterno Pozzomaggiore-Museo casa natale della beata Edvige Carboni: la camera da letto

L’abitazione dove è nato e vissuto il generale Pietro Pinna Parpaglia

Arrivati in piazza Maggiore, da qui svoltiamo a destra in via Pietro Pinna Parpaglia, e, dopo centosettanta metri, al civico numero 25, si trova il palazzo signorile che è stata la casa nella quale è nato e vissuto il militare e politico Pietro Pinna Parpaglia. Nel 2011 gli eredi del generale Pietro Pinna Parpaglia hanno donato al Comune il palazzo di famiglia, una bella struttura storica dove visse e morì l’alto commissario per la Sardegna, incarico che ricoprì dal gennaio 1944 al maggio 1949. Nelle vaste sale sarà organizzata la documentazione presente nel territorio, adesso sparsa un pò dovunque, in modo da far interagire fra loro i diversi sistemi culturali, per costruire un polo di riferimento e di raccolta del materiale di ricerca prodotto al fine di documentare, in maniera semplice ma rigorosa, la cultura e la vita del Meilogu, come componente della storia e della cultura del nord della Sardegna.

Pozzomaggiore-l’abitazione di Pietro Pinna Parpaglia Pozzomaggiore-Abitazione di Pietro Pinna Parpaglia: lapide commemorativa

Il Municipio di Pozzomaggiore

Pozzomaggiore: il Municipio di PozzomaggioreAppena imboccata la via Pietro Pinna Pietro Pinna Parpaglia, percorsi circa cento metri, prendiamo a sinistra la via Mastru Bachis, che prosegue in via della chiesa, che seguiamo fino a dove la strada svolta a sinistra e, al civico numero 10 della via della chiesa, troviamo l’edificio che ospita il Municipio di Pozzomaggiore, nel quale si trovano la sua sede e gli uffici che forniscono i loro servizi agli abitanti del paese. Si tratta degli uffici del Settore amministrativo, personale, finanziario e tributi, il quale comprende gli uffici del Servizio finanziario, gli uffici del Settore amministrativo, affari generali e personale, l’Ufficio personale, affari generali e contratti, l’Ufficio servizi sociali, l’Ufficio anagrafe, stato civile, leva, elettorale e statistica, l’Ufficio protocollo, pubblicazione atti e notifiche, gli uffici del Servizio tributi ed economato, l’Ufficio copia atti, l’ufficio della Biblioteca Comunale, l’ufficio dell’Informacittadino; sono presenti poi gli uffici del Settore tecnico e manutentivo, con il Settore tecnico, l’Ufficio tecnico, la Pianificazione Urbanistica, i lavori Pubblici, e l’Edilizia Privata; sono presenti infine gli uffici del Settore vigilanza, con il Settore Vigilanza, la Polizia Municipale, e lo Sportello Unico per le Attività Produttive.

La chiesa parrocchiale di San Giorgio Martire

Pozzomaggiore-La chiesa parrocchiale di San Giorgio MartireSeguendo per poche decine di metri la via della chiesa, troviamo alla sinistra della strada la chiesa di San Giorgio Martire che è la chiesa parrocchiale di Pozzomaggiore. Costruita all’inizio del cinquecento in stile gotico catalano, è stata modificata già nel 1570, con una particolare facciata in conci dorati di arenaria racchiusa da due contrafforti laterali, che si prolungano in due quinte laterali. L’interno è a navata unica in stile gotico suddiviso in cinque campate voltate a crociera. La data più antica presente nella chiesa è quella del 1551, individuabile sulla lapide tombale di Elena De leda, quella del 1570 è incisa sopra l’arco della terza Cappella destra, mentre sulla quarta è la data 1598. Conserva al suo interno tele attribuite alle scuole del Parmigianino, Guercino e di Guido Reni, ed un pregevole il gruppo ligneo cinquecentesco di fattura spagnola raffigurante San Giorgio che trafigge il drago.

Pozzomaggiore: chiesa parrocchiale di San Giorgio Martire: facciata Pozzomaggiore: chiesa parrocchiale di San Giorgio Martire: interno Pozzomaggiore: chiesa parrocchiale di San Giorgio Martire: altare maggiore Pozzomaggiore: chiesa parrocchiale di San Giorgio Martire: volta interna

Ha il portale contenuto in un grande arco ornato da colonnine, sovrastato da un grande rosone centrale. Sulla sommità della facciata si trova una statua di San Giorgio con il drago, mentre sul retro troviamo il campanile a canna quadra a cuspide. Varcato il portone, sulla sinistra sorge il fonte battesimale, poggiante su un pilastro con vasca marmorea e risalente al diciannovesimo secolo, mentre sulla destra è posta la pila dell’acqua lustrale, in marmo bianco, al centro della quale campeggia una statuina marmorea policroma che alcuni vogliono identificare col Santo patrono Giorgio e altri, molto più verosimilmente, con l’Arcangelo San Michele.

San Giorgio MegalomartireSan Giorgio è uno dei più venerati martiri della chiesa cristiana, tanto da avere il titolo di Megalomartire, ossia di grande Martire. La storia di questo Martire è avvolta dalla leggenda, infatti son poche le testimonianze certe e attendibili. Per ricostruire le vicende umane di San Giorgio ci si riferisce alla Passio sancti Georgii, Che però è un’opera apocrifa. Secondo questa fonte, Giorgio nasce in Cappadocia tra il 275 ed il 285 da madre cappadoce e padre persiano, che lo educano nella religione cristiana. Divenuto adulto, si arruola nell’esercito dell’Imperatore romano Diocleziano. Giorgio dona tutti i suoi averi ai poveri e dichiara apertamente la propria adesione alla religione cristiana, ha così inizio per lui un lungo periodo di torture e tormenti, che terminano con la sua decapitazione, durante la persecuzione dei Cristiani sotto Diocleziano, a Nicomedia il 23 aprile 303. Su San Giorgio è nata una leggenda, che racconta che egli, trovandosi in libia, viene a conoscenza dell’esistenza di un terribile drago presente sotto le acque di un lago, in grado di uccidere con il suo fiato bollente chiunque gli si avvicinasse. Perciò gli abitanti limitrofi gli offrivano in sacrificio due pecore al giorno, e, quando le pecore iniziano a scarseggiare, si pensa di offrire una pecora e un fanciullo o una fanciulla estratti a sorte. Un giorno viene estratta a sorte la figlia del re, che per risparmiare la sua vita decide di offrire tutto il suo patrimonio, ma la popolazione si ribella. In quel momento passa il giovane soldato Giorgio, che, sentita la storia, suggerisce alla ragazza di legare la propria cintura intorno alla testa del drago. La principessa lega il drago, che diviene docilissimo. La popolazione rimane terrorizzata, ma Giorgio dice loro che, se avessero accettato di convertirsi alla religione cristiana, lui avrebbe avuto da Dio la forza per uccidere il drago. Tutti si convertono e Giorgio uccide il drago.

Il 29 giugno presso questa chiesa si svolge la Festa di San Giorgio, che è la Festa del Santo patrono di Pozzomaggiore. Si celebra con la messa e la processione per le vie del paese, alla quale segue una tradizionale Ardia, che si corre in piazza Maggiore.

Pozzomaggiore-Festa patronale di San Giorgio Martire Pozzomaggiore-Festa patronale di San Giorgio Martire Pozzomaggiore-Festa patronale di San Giorgio Martire

La chiesa romanica della Santa Croce ed il palazzo neo gotico accanto ad essa

Pozzomaggiore-La chiesa della Santa CroceRitornati indietro lungo la via della chiesa, costeggiamo il palazzo del Municipio, e svoltiamo a destra verso la via Santa Croce, sulla quale sbocchiamo. La prendiamo verso destra e trovaimo quasi subito, alla sinistra della strada, lo slargo sul quale si affaccia la chiesa della Santa Croce. La chiesa è stata edificata in stile romanico nel dodicesimo secolo, dato che pare certa la sua esistenza nel 1180, data incisa su un concio trovato durante dei lavori di restauro. È stata, poi, ricostruita nel seicento in stile gotico, e la originaria copertura lignea è stata sostituita da arconi a sesto acuto e volte. Nella parete terminale affiorano tracce di un affresco forse databile al 1500. Al suo interno ospita sull’altare un crocifisso ligneo di grande pregio, che viene chiamato il crocifisso del Babbu Mannu.

Pozzomaggiore: chiesa della Santa Croce: facciata Pozzomaggiore: chiesa della Santa Croce: interno Pozzomaggiore: chiesa della Santa Croce: il crocifisso di grande pregio

Alla sinistra della facciata chiesa si trova un bellissimo Palazzo neo gotico al quale si accede principalmente dal retro della chiesa, subito dopo la sua facciata posteriore sulla quale si trova il campanile a vela.

Pozzomaggiore: chiesa della Santa Croce: facciata posteriore Pozzomaggiore: il palazzo neo gotico accanto alla chiesa di Santa Croce

La chiesa di San Costantino dove si svolge l’Ardia di San Costantino

Pozzomaggiore-La chiesa di San CostantinoProseguendo lungo la via Santa Croce, prendiamo a sinistra verso la via Grande, che seguiamo per circa cinquecento metri e ci porta nella periferia del paese, dove possiamo visitare la chiesa di San Costantino. Ad essa saremmo potuti arrivare anche seguendo tutta la via Pietro Pinna Parpaglia, che sbocca sulla via Grande, proprio di fronte al questa chiesa. La chiesa di San Costantino è stata edificata tra il 1920 e il 1923, su iniziativa di un gruppo di fedeli, tra i quali numerosi reduci della Prima Guerra Mondiale, che avevano fatto voto al Santo per aver salva la vita. Costituita da un’unica navata voltata a botte con cappelle laterali, nate in fasi successive come dimostrano le vecchie foto in bianco e nero. Il primo impianto della chiesa era dotato di una navata centrale terminante con un abside a base rettangolare, alla quale sono state aggiunte, in seguito, la sagrestia, la stanza che attualmente ospita gli ex voto, e le cappelle laterali. Conserva al suo interno una grande statua di San Cristoforo. Interamente realizzata in blocchi di trachite locale e calcare a vista in stile neo romanico, ha la facciata principale a capanna, con ampie finestre e decorazioni liberty.

Pozzomaggiore: chiesa di San Costantino: facciata Pozzomaggiore: chiesa di San Costantino: particolare della facciata Pozzomaggiore: chiesa di San Costantino: interno Pozzomaggiore: chiesa di San Costantino: altare maggiore Pozzomaggiore: chiesa di San Costantino: statue di San Costantino e della Vergine

Dalla data della consacrazione della chiesa, presso di essa si svolge il 7 luglio, come a Sedilo, la grande Festa di San Costantino, durante la quale si corre l’Ardia di San Costantino, che si ripete, poi, tra la fine di agosto e il primo settembre, occasione nella quale prende il nome di Santu Antineddu. L’Ardia è certamente l’avvenimento più significativo di Pozzomaggiore sia dal punto di vista folkloristico che religioso, capace di attrarre ogni anno migliaia di turisti e fedeli da tutta l’isola, con la sfrenata corsa a cavallo attorno alla cinta della chiesa, esibizioni di cavalieri in corse a pariglia, ed esibizioni acrobatiche.

Pozzomaggiore-Festa di San Costantino Pozzomaggiore-Festa di Santu Antineddu Pozzomaggiore-Pariglie per la festa di Santu Antineddu Pozzomaggiore-l’Ardia di San Costantino Pozzomaggiore-l’Ardia di San Costantino

Visita dei dintorni di Pozzomaggiore

Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Pozzomaggiore, sono stati portati alla luce i resti delle Tombe di giganti Bassu, Donna Era, Sas Animas I, Sas Animas II, Sas Animas III, Sas Migalinas I, Scupizzu; del Protonuraghe Giorzi; dei Nuraghi complessi Alvu, Cae, Calchinarzu, Peidru; dei Nuraghi semplici Ala, Frattu, Taccas, Trescoronas; ed anche dei Nuraghi Aladerru, Assidu, Badu e Mela, Basciu, Basones, Bassu, Cae de Mesu, Coarittos, Cuguda, Enas, Evrassu, Figos, Giorzi, Mandraisolzas, Margarida, Mazzao, Monte Oe, Mura ’e lizos, Mura ’e lizos II, Nuragatta, Nuraghessu, Ozastru, Pedra Dagunnu, Pedru Barra, Petradde, Pittos, Punta ’e Turre, Rosa, Rosu, Ruggiu, S’Ulia, Sa Domu Ezza, Sa Frissa, Sa Orta ’e Sa Ide, Sabinatorzu, Santu Migalli, Scala de su Ozzastru, Serra de Anzones, su Siddau, Tocconis, Tocconis II, Turres, tutti di tipologia indefinita. Vediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto.

La chiesa campestre di Santa Maria delle Grazie

Guardando la facciata del Municipio di Pozzomaggiore, prendiamo verso sinistra la via Punta ’e Torre che, dopo centotrenta metri, sbocca sulla via Santa Croce, l’seguiamo verso sinistra e, dopo una cinquantina di metri, prendiamo a destra la via Bonaria. La prendiamo e la seguiamo fino alla fine, dove sfocia sulla via Grazia Deledda, che prendiamo verso sinistra.

Pozzomaggiore-La chiesa campestre di Santa Maria delle GraziePozzomaggiore: chiesa campestre di Santa Maria delle Grazie: portale gotico aragonese sul lato nord della chiesaDopo circa cinquanta metri, prendiamo una deviazione sulla sinistra, che seguiamo per poco più di duecento metri, poi prendiamo una stretta strada lastricata sulla sinistra che ci conduce a un parco Mariano, all’interno del quale si trova la chiesa campestre di Santa Maria delle Grazie, in lingua sarda Santa Maria de sas Grascias, edificata inizialmente come chie etta privata, caratterizzata da alcuni elementi in stile gotico aragonese. Negli anni tra il 1616 ed il 1626 la chiesa viene citata nei libri parrocchiali come Santa Maria de Montigui, e nel 1780 viene citata come Vergine delle Grazie. La facciata a capanna è semplice e priva di decorazioni, mentre un portale in stile gotico del sedicesimo secolo è presente sul lato nord. Ha una navata rettangolare, divisa in tre campate da archi trasversali a sesto acuto, su cui era impostata la copertura in legname, poi sostituita da una soletta in cemento. Presenta un presbiterio quadrato e più piccolo della navata e separato da un arco trionfale a sesto ribassato. Conserva al suo interno un pregevole altare in legno, racchiudente al centro, una statua lignea policroma della Vergine Maria, recentemente restaurata.

Pozzomaggiore: chiesa campestre di Santa Maria delle Grazie: statua della MadonnaNel 1980 la chiesa campestre di Santa Maria delle Grazie è stata restaurata e completamente rifatta all’esterno, e nel piazzale accanto alla chiesa è stata collocata una statua in marmo raffigurante la Madonna delle Grazie. Attorno alla piccola chiesetta, ora sta sorgendo un Centro Mariano e Giovanile finanziato dalla generosità dei numerosi fedeli. Alla Madonna delle Grazie alla quale la chiesa è dedicata si svolge la Festa della Madonna delle Grazie, che viene celebrata ogni anno il giorno 8 settembre, con riti religiosi che prevedono tra l’altro la processione con la statua lignea della Vergine, ed anche una fiaccolata.

I resti del Nuraghe complesso Calchinarzu da alcuni considerato un Protonuraghe

Pozzomaggiore-Antro di Sa Rocca BoidaGuardando la facciata del Municipio di Pozzomaggiore, prendiamo verso destra la via Sacerdote Angelico Fadda, dopo una ventina di metri svoltiamo a destra per rimanere sulla via Sacerdote Angelico Fadda la quale, percorsa per una cinquantina di metri, svolta leggermente a sinistra e diventa la via degli Orti. Percorsi duecentocinquanta metri, svoltiamo a destra e prendiamo la via la Madonnina, la quale, dopo ottocento metri, continua sulla via Dante Alighieri alla destra della quale, dopo quattrocento metri, si vede a lato della strada l’Antro di Sa Rocca Boida, una grotta frequentata nel periodo preistorico.

Pozzomaggiore-Resti del Nuraghe complesso CalchinarzuSulla sommità dell’altura che si sviluppa sul retro dell’antro di Sa Rocca Boida, sono presenti i resti del Nuraghe Calchinarzu, che viene classificato solitamente come Nuraghe complesso, ed è costruito in basalto a 381 metri di altezza. Nella descrizione di questo Nuraghe, l’archeologo Torquato Taramelli ha scritto che da ricercatori di tesori venne rovinata la cortina del muro della torre, ma fu rabberciata, in modo che essa si conserva abbastanza bene. A causa delle costruzioni posteriori che si sovrappongono al Nuraghe Calchinarzu, la sua architettura originale è difficile da individuare, al punto che da alcuni archeologi è stato considerato come un Protonuraghe ossia un Nuraghe a corridoio.

Pozzomaggiore-Resti del Nuraghe complesso Calchinarzu Pozzomaggiore-Resti del Nuraghe complesso Calchinarzu Pozzomaggiore-Resti del Nuraghe complesso Calchinarzu

Ma non pare si tratti di un Protonuraghe, dato che la sua architettura complessa potrebbe essere determinata piuttosto dalla presenza di un Nuraghe complesso, al quale sarebbe stata addossata una successiva struttura a gradoni, o forse il contrario, a seconda delle datazioni.

La Ziggurath costruita sopra il Nuraghe Calchinarzu

Nel 2010 lo studioso Leonardo Melis, nel suo volume Shardana. Jenesi degli Urim, ha per la prima volta reso pubblica la scoperta della Ziggurath, ossia di un altare preistorico, costruito sopra il Nuraghe Calchinarzu. Si tratterebbe di una costruzione quadrangolare a sette scaloni, di una larghezza sufficiente abbastanza da camminarci sopra, con gli interni ancora da esplorare e con un tempietto sulla sommità. La Ziggurath si troverebbe all’interno di un’area forse sacra, recintata da muri spessi tre metri, e con piccole torri nuragiche agli angoli del perimetro.

Pozzomaggiore-La Ziggurath scoperta da Leonardo Melis Pozzomaggiore-La Ziggurath scoperta da Leonardo Melis Pozzomaggiore-Foto d’epoca con le persone che camminano sugli scaloni della Ziggurat

La larghezza degli scaloni è dimostrata, come accadeva nei primi anni del novecento e come appare da fotografie d’epoca con le persone su di essi, fotografie che sono state pubblicate dal Leonardo Melis nei suoi libri.

I resti del Nuraghe complesso Cae

Pozzomaggiore-Resti del Nuraghe complesso CaeRipresa all’indietro la via Bonaria, la seguiamo alla periferia ovest dell’abitato per circa cinquecento metri, dove sbocca su via della Madonnina. Dopo trecento metri svoltiamo a destra in via Giorgio Pinna, dopo sessanta metri svoltiamo a sinistra e, dopo centottanta metri, prendiamo a destra la strada che ci porta ai resti del Nuraghe complesso Cae che si trova ai limiti dell’abitato. Si tratta di un Nuraghe probabilmente quadrilobato, edificato in materiale indeterminato a 416 metri di altezza. Il Nuraghe è costituito da un mastio centrale e almeno due torri unite da un bastione, probabile la presenza di altre due torri sul lato sud est e si parla anche di una galleria seminterrata. Intorno al Nuraghe sono presenti anche i resti di un villaggio, ossia di un insediamento nuragico, con segni di riutilizzo dell’area in epoca romana.

Pozzomaggiore-Resti del Nuraghe complesso Cae Pozzomaggiore-Resti del Nuraghe complesso Cae Pozzomaggiore-Resti del Nuraghe complesso Cae

La chiesa campestre di San Pietro

Siamo entrati a Pozzomaggiore con la via San Pietro, che abbiamo preso verso destra provenendo dalla SS292dir Nord Occidentale Sarda. Se la prendiamo, invece, verso sinistra, la seguiamo per quattrocento metri fuori dell’abitato, poi deviamo su una strada sulla sinistra.

Pozzomaggiore-La chiesa campestre di San PietroPozzomaggiore: chiesa campestre di San Pietro: statua raffigurante il Sacro Cuore di GesùQuesta strada, in meno di trecento metri, ci porta su una collina a sud del paese chiamata il monte San Pietro, sopra la quale si trova la chiesa di San Pietro. La chiesa originaria viene citata per la prima volta nel Condaghe della fondazione di Santa Maria di Thergu, ed è pertanto databile intorno al 1417, e pare fosse al centro di un villaggio medioevale successivamente scomparso. È costruita sui resti di due Chiesette del 1113 d.C. intitolate una a San Pietro e l’altra a Santa Maria Ausiliatrice, e, sino al 1950 quando la chiesa è stata integralmente ricostruita sull’impianto originario, si presentava composta da due costruzioni distinte, di cui quella meridionale, più antica, presentava un’abside. Oggi la facciata è divisa in due ordini sovrapposti, di cui quello superiore ad archi, con tre finestre centrali. L’interno si presenta con una sola navata senza cappelle.

Pozzomaggiore-La Festa di San PietroNel piazzale esterno, nel 2002, è stata collocata una statua in bronzo rivolta verso il paese, raffigurante il Sacro Cuore di Gesù. Dalla collina sulla quale sorge la chiesa si ha un panorama di grande suggestione sull’abitato e sul territorio a sud ovest fino alla costiera di Bosa. Il 29 giugno si tiene la Festa di San Pietro, ossia di Santu Pedru, con esibizioni di cavalieri e con una Ardia, per la quale nel giorno della festa i cavalli, disposti a pariglie, percorrono l’impervia salita del monte San Pietro esibendosi in una suggestiva corsa sfrenata.

I resti del Nuraghe Ruggiu

Pozzomaggiore: il Nuraghe RuggiuUscendo dall’abitato in direzione sud est con la via dell’Uguaglianza che ci ha portati verso il Cimitero Comunale, passato l’incrocio con la SS292dir Nord Occidentale Sarda, la strada diventa la SP8 e si dirige verso Semestene. Percorsi seicento metri lungo la SP8, vediamo sulla sinistra della strada, su un’altura, i resti del Nuraghe Ruggiu. Si tratta di un Nuraghe complesso, edificato in materiale indeterminato a 451 metri di altezza. Secondo alcuni si potrebbe trattare di un Nuraghe quadrilobato costruito con blocchi di basalto, ma le quattro torri secondarie sono in buona parte crollate e si nota una recinzione di epoca più recente. Si accede all’interno del mastio percorrendo un breve andito coperto a ogiva. La camera interna ha un diametro di circa dieci metri e presenta la parte sommitale della cupola crollata. Si possono notare due nicchie parzialmente ostruite dal materiale di crollo. Intorno al Nuraghe sono presenti i resti del suo villaggio nuragico.

Pozzomaggiore: il Nuraghe Ruggiu Pozzomaggiore: il Nuraghe Ruggiu Pozzomaggiore: il Nuraghe Ruggiu Pozzomaggiore: il Nuraghe Ruggiu

I resti del Protonuraghe Giorzi

Pozzomaggiore-Protonuraghe Giorzi: planimetriaDa dove avevamo preso la SP8, percorriamo due chilometri e quattrocento metri e, passata la deviazione a destra verso Macomer e Bosa, subito dopo prendiamo una strada bianca sulla sinistra. Percorsa per poco più di un chilometro, alla sinistra della strada bianca si trova un rilievo trachitico ai piedi del quale scorre il rio Androliga, e vicino a una fonte sorgiva, in un territorio quindi ricco di acqua e favorevole all’insediamento. Qui, sulla sommità del rilievo, si trova il Protonuraghe Giorzi, edificato in materiale indeterminato a circa 401 metri sul livello del mare. Il Protonuraghe è del tipo a camera allungata, assimilabile ai cosiddetti naviformi. La pianta è ellittica irregolare, quasi piriforme, condizionata dalla morfologia dell’affioramento di roccia sul quale è edificato, con larghezza sull’asse maggiore di sedici metri e larghezze, sugli assi trasversali, che passano, nelle due estremità, da sei metri e mezzo a nove metri. Il paramento murario utilizza blocchi di varia forma, sommariamente sbozzati e talora lasciati al naturale, disposti in filari non sempre regolari e con largo uso di piccole pietre di rincalzo. Sono presenti due ingressi contrapposti, a sud ovest quello principale, e a nord est quello secondario.

Pozzomaggiore-Resti del Protonuraghe Giorzi Pozzomaggiore-Resti del Protonuraghe Giorzi Pozzomaggiore-Resti del Protonuraghe Giorzi

L’ingresso principale ha luce quadrangolare ed è sovrastato da un poderoso architrave privo di finestrino di scarico. Introduce in un corridoio rettangolare lungo quattro metri e mezzo, coperto a piattabanda. Sul lato sinistro dell’andito si apre una nicchia, mentre sul lato opposto, quasi all’ingresso della camera, è l’accesso del vano scala che saliva ad un ambiente superiore e al terrazzo. La camera centrale, lungo la prosecuzione del corridoio, ha pianta rettangolare, con copertura ad ogiva tronca, con pareti aggettanti e lastre di copertura. L’ingresso secondario, sopraelevato e di ridotte dimensioni, immette in un brevissimo andito da cui ha origine un ulteriore vano scala che consentiva l’accesso al livello superiore. Nel piano superiore sono evidenti le tracce di un secondo ambiente rettangolare, longitudinale, analogo a quello del piano inferiore. Intorno al Protonuraghe Giorzi sono presenti tracce di un insediamento abitativo.

I resti nel ponte romano Oinu

Pozzomaggiore: il nuovo ponte sul rio MannuDa dove avevamo preso la SP8, percorriamo due chilometri e quattrocento metri e prendiamo la deviazione a destra verso Macomer e Bosa, che seguiamo per otto chilometri ed ottocento metri, fino ad arrivare al nuovo ponte sul rio Mannu, che segna il confine tra l’area Comunale di Pozzomaggiore e quella di Sindia. Pozzomaggiore: il vecchio ponte romano sul rio Mannu chiamato Ponte OinuUn centinaio di metri più ad ovest si trovano i resti del vecchio ponte romano sul rio Mannu, chiamato Ponte Oinu, che segna il triplice confine fra i territori comunali di Pozzomaggiore in provincia di Sassari a nord, e quelli di Sindia ad est e di Macomer ad ovest in provincia di Nuoro. Il ponte romano è chiamato ponte Oinu perché ha preso il nome dal villaggio Oino. È stato costruito dai Romani, e fino al 1960 del ponte Oinu erano ancora visibili le arcate che sono in seguito crollate. Sopra il ponte c’era la strada che collegava Cornus con Molaria, e nella zona sono visibili anche i resti della strada romana che andava da Cornus a Turris, la quale era molto frequentata dai mercanti che raggiungevano i principali centri isolati.

I resti nel Nuraghe semplice Ala

Pozzomaggiore-Nuraghe semplice Ala: planimetriaPassato il nuovo ponte sul rio Mannu, si lascia la provincia di Sassari e si entra in quella di Nuoro, e la SP8 diventa la SP44. Seguita per appena cinquecento metri, all’altezza dell’indicazione a sinistra per l’Agriturismo Nuragh'Elighi, svoltiamo a destra in un strada Comunale che, dopo circa cinque chilometri e mezzo, va ad immettersi sulla SS129bis Trasversale Sarda, che presa verso destra porta all’interno dell’abitato di Sindia. Percorso circa un chilometro e mezzo da dove la avevamo presa, alla periferia occidentale di Sindia prendiamo a destra la via Ziera, la seguiamo per poco più di un chilometro verso nord e, dopo che è diventata una strada bianca, ritornati all’interno dell’area Comunale di Pozzomaggiore, a trecento metri di distanza verso ovest si trovano i resti del Nuraghe Ala.

Pozzomaggiore-Veduta del Nuraghe semplice Ala Pozzomaggiore-Nuraghe semplice Ala: ingresso Pozzomaggiore-Nuraghe semplice Ala: ingresso interno Pozzomaggiore-Nuraghe semplice Ala: scala all’ingresso Pozzomaggiore-Nuraghe semplice Ala: scala nella camera interna Pozzomaggiore-Nuraghe semplice Ala: il mezzanino sopra il corridoio di ingresso

Si tratta di un Nuraghe semplice, monotorre, edificato in basalto a 584 metri di altezza. Il Nuraghe ha l’ingresso sul lato sud, è alto circa dieci metri, ha la camera interna marginata da tre nicchie e conserva integra la copertura a tholos della camera. Il Nuraghe dispone di due scale, una che diparte dall’entrata e l’altra dalla nicchia destra della camera centrale che però finisce dopo circa sei metri. È inoltre dotato di un mezzanino sopra il corridoio d’ingresso, al quale si accede tramite la scala sussidiaria che parte dalla nicchia destra di camera.

Il Galoppatoio Comunale di Pozzomaggiore

Uscendo dall’abitato in direzione sud est con la via dell’Uguaglianza che ci ha portati verso il Cimitero Comunale, arriviamo all’incrocio con la SS292dir Nord Occidentale Sarda, la prendiamo verso sinistra, ossia verso nord est. La seguiamo per un chilometro ed ottocento metri e, arrivati al chilometro 4.7, prendiamo a sinistra la strada che, in quasi cinquecento metri, ci porta al Galoppatoio Comunale di Pozzomaggiore, che comprende un Maneggio dotato di tribune in grado di ospitare una settantina di spettatori, e la Pista per gli sport equestri dotata di tribune per un centinaio di spettatori.

Pozzomaggiore-Galoppatoio Comunale: ingresso Pozzomaggiore-Galoppatoio Comunale: esterno del maneggio Pozzomaggiore-Galoppatoio Comunale: interno del maneggio Pozzomaggiore-Galoppatoio Comunale: la pista esterna per gli sport equestri

A Pozzomaggiore la cultura del cavallo assume oggi un significato particolare per tutto il territorio, dato che l’allevamento equino rappresenta una realtà economica ragguardevole. Sono stati ideati, infatti, oltre al galoppatoio, anche una serie di percorsi, ippovie che attraversano il territorio, ricco di importanti vestigia neolitiche e nuragiche che attraggono il turista.

I resti del Nuraghe complesso Alvu

Pozzomaggiore: il Nuraghe AlvuProseguendo per un chilometro e trecento metri sulla SS292dir Nord Occidentale Sarda, vediamo alla destra della strada i resti del Nuraghe Alvu. Si tratta di un Nuraghe complesso edificato a 434 metri di altezza, bilobato, con un mastio e due torri minori che racchiudono un cortile. La torre centrale è costruita con pietre di basalto e di calcare nella parte superiore, partendo dal basso e fino all’ottavo filare la pietra utilizzata è il basalto scuro, più o meno sbozzato. Dal nono filare si passa al calcare bianco, con conci più accurati nel taglio e di minori dimensioni man mano che si sale in altezza. Una caratteristica interessante è rappresentata dai particolari incastri delle murature d’angolo, non riscontrabili in altri monumenti del genere. Il vano scala si trova sulla destra dopo l’ingresso. La camera centrale è marginata da due nicchie e vi si trova un pozzo per l’acqua. Il Nuraghe conserva ancora la tholos integra nella torre principale, che è stata ripristinata con le pietre di chiusura, e misura nove metri di altezza. Intorno al Nuraghe sono presenti i resti del suo villaggio nuragico, circondati da un significativo bastione.

Pozzomaggiore: il Nuraghe Alvu Pozzomaggiore: il Nuraghe Alvu Pozzomaggiore: il Nuraghe Alvu Pozzomaggiore: il Nuraghe Alvu

Si ricorda il gusto per l’alternanza cromatica ottenuta con materiali lapidei differenti, sviluppata nel Nuraghe Alvu di Pozzomaggiore ma che si riscontra per esempio nella fonte di Su Tempiesu a Orune, nel pozzo di Santa Vittoria di Serri o nel pozzo di Sant’Antonio di Siligo.

Il coccio di Pozzomaggiore

Pozzomaggiore: il coccio di PozzomaggioreLo studioso Leonardo Melis ha riportato anche il rinvenimento presso il Nuraghe Alvu di un coccio, da lui chiamato Il coccio di Pozzomaggiore, sul quale è presente una scritta in lingua shardana risalente al secondo millennio avanti Cristo. Fino alla pubblicazione da parte di Leonardo Melis nel 2010, nel suo volume Shardana. Jenesi degli Urim, il luogo di ritrovamento di questo coccio e di conservazione del reperto non erano noti al grande pubblico. Come sostiene in un suo articolo l’epigrafista Gigi Sanna, il quale ha proposto una trascrizione e la traduzione tentativa del testo, l’iscrizione in questo documento epigrafico è composta di 22 lettere, ma con ogni probabilità è mancante di due lettere alfabetiche, pertanto in origine la scritta era composta da 24 lettere, la lettura procede da sinistra verso destra, ovvero in senso progressivo, come talvolta nella scrittura nuragica, e le linee teoriche si presentano tutte manifestamente oblique.

L’epigrafista Gigi Sanna, nato ad Abbasanta nel 1939, che ha insegnato lingua e letteratura Greca e latina ed è stato docente presso l’Istituto di Scienze Religiose dell’Arcidiocesi di Oristano, a partire dal 1995 aveva analizzato diversi reperti in ceramica, in bronzo e in pietra rinvenuti in Sardegna, che mostrano delle incisioni a sua opinione considerabili come scritte nuragiche risalenti alla seconda metà del secondo millennio avanti Cristo. I testi studiati appartengono a svariate tipologie alfabetiche, protosinaitica, ugaritica, gublitica, protocananaica e fenicia. Lo studioso, che identifica gli autori con l’antico popolo degli Shardana, sostiene che essi parlassero una lingua indoeuropea simile al latino, e che utilizzassero codici di scrittura semitici, esibendo a sostegno delle sue tesi svariati documenti come la celebre Stele di Nora, le Tavolette di Tzricottu di Cabras, il Sigillo di Sant’Imbenia rinvenuto vicino ad Alghero, l’Anello sigillo di su Pallosu rinvenuto a San Vero Milis, l’iscrizione rinvenuta su un’anfora nel sito di S’Arcu e Is Forros presso Villagrande Strisaili, e da ultimo il Coccio di Pozzomaggiore.

La prossima tappa del nostro viaggio

Nella prossima tappa del nostro viaggio, visiteremo Mara nei cui dintorni si trovano le famose grotte di Bonu Ighinu e Filiestru, dove sono stati trovati i reperti che hanno dato origine alle due omonime Culture.


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