Samassi con la chiesa romanica di San Gemiliano edificata nel 1270 in stile romanico sui ruderi di una chiesa bizantina
In questa tappa del nostro viaggio, da Serrenti ci recheremo a Samassi che visiteremo con il suo centro nel quale si trova la chiesa romanica di San Gemiliano edificata nel 1270 in stile romanico sui ruderi di una preesistente piccola chiesa bizantina del decimo secolo e con i suoi dintorni nei quali si trova la chiesa campestre di Sant’Isidoro Agricoltore. Nel Monreale o Campidano di SanluriIl Monreale detto anche Campidano di Sanluri è una regione della Sardegna sud occidentale. anticamente il territorio del Monreale apparteneva al Giudicato d’Arborea di cui occupava la parte meridionale della Curatoria di Bonorzuli. I comuni che ne fanno parte sono Arbus, Gonnosfanadiga, Guspini, Pabillonis, Samassi, San Gavino Monreale, Sanluri, Serramanna, Serrenti, Vallermosa, Villacidro. I comuni di Serramanna e Serrenti sono ai confini tra il Monreale ed il Campidano di Cagliari, per cui possono essere conderati anche appartenenti a quest'ultimo. Il territorio del Monreale è prevalentemente pianeggiante, con diverse aree collinari. Nel territorio del Monreale esistono testimonianze prenuragiche, nuragiche, fenicio puniche e romane. Il territorio rientra totalmente nella Provincia del Sud Sardegna. In viaggio verso SamassiDal centro di Serrenti prendiamo verso ovest la via Gustavo Fara, che diventa il viale Rinascita, poi esce dall’abitato con il nome di SP56, e ci porta, dopo quasi sei chilometri, all’interno dell’abitato di Samassi. Dal Municipio di Serrenti a quello di Samassi si percorrono 6.4 chilometri. Il comune chiamato SamassiIl comune chiamato Samassi (altezza metri 6 sul livello del mare, abitanti 4.817 al 31 dicembre 2021) è un centro a spiccata propensione agricola per la presenza del Flumini Mannu o rio Samassi, che si estende nella parte settentrionale della provincia, a est della piana del Campidano, e si trova ai confini del Monreale, o Campidano di Sanluri, e del Campidano di Cagliari. È facilmente raggiungibile tramite la SS196 di Villacidro e la SS293 di Giba, che ne attraversano il territorio, oltre che con le SP56 che lo collega con Serrenti e SP60 che lo collega con Villacidro. La linea ferroviaria che collega Cagliari con Ozieri Chilivani ha uno scalo sul posto. Il territorio Comunale presenta un profilo geometrico vario, con differenze di altitudine appena accennate, dato che si raggiungono solo i 114 metri di quota. Il comune fa parte dell’Associazione nazionale delle città della Terra CrudaQuesto paese fa parte dell’Associazione nazionale delle città della Terra Cruda, nata per promuovere il recupero delle tradizioni e del patrimonio edilizio, naturalistico, artistico e storico delle comunità. Questa associazione comprende, in Sardegna, i comuni di Decimoputzu, donori, Fluminimaggiore, Furtei, Gonnosfanadiga, Guspini, Musei, Nuraminis, Pabillonis, Samassi, Samatzai, San Gavino Monreale, San Sperate, Sardara, Segariu, Selargius, Serramanna, Serrenti, Settimo San Pietro, Solarussa, Soleminis, Ussana, Ussaramanna, Vallermosa, Villa San Pietro, Villacidro, Villamassargia, Villasor. Origine del nomeIl nome è attestato fino dall’anno 1341 come Ecclesie de Somaso, ma la sua origine non è stata chiarita. Secondo il linguista Massimo Pittau, siccome è certo come anche i Protosardi adorassero il dio Sole, è possibile che il nome sia la traduzione del relativo vocabolo sardiano o protosardo nel fenicio Shamash, ossia Dea del sole. La sua economiaAccanto alle tradizionali attività agro pastorali, Samassi ha sviluppato il tessuto industriale ed anche il turismo. Il settore primario è presente con la coltivazione di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, vite, olivo, agrumi e frutta. La coltura prevalente è quella del carciofo, ed il paese ha conquistato nel tempo, anche il titolo di Capitale dei carciofi violetti, che sono la coltivazione più redditizia e più interessante, e la Festa di dicembre proprio dedicata al carciofo sta a consacrare questa caratteristica. Si pratica anche l’allevamento di bovini, suini, ovini ed equini. Il settore economico secondario è costituito da imprese che operano nei comparti alimentare, della lavorazione e conservazione della frutta, del legno, della gomma, della fabbricazione di apparecchi medicali, dei mobili, della gioielleria e oreficeria, metallurgico ed edile. Il terziario si compone di una sufficiente rete distributiva. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. Brevi cenni storiciIl territorio viene frequentato fino dal Neolitico recente, dato che sono stati rinvenuti reperti risalenti a periodo prenuragico come asce, teste di mazza, fusoliere e oggetti di ossidiana utili alla caccia e alle attività domestiche. Sono numerosi i ritrovamenti appartenenti alla Cultura di Ozieri, e poi a quelle di Monte Claro e di Bonnannaro. Samassi quindi diventa in epoca romana una delle comunità rurali del Campidano, dato che l’intera zona agricola di Samassi permetteva di acquisire ingenti quantitativi di grano e cereali. In periodo medievale, il territorio di Samassi fà parte della curatoria di Gippi, nel Giudicato di Càralis. Nel 1258 passa ai conti della Gherardesca, nel 1300 al comune di Pisa, e dal 1324 passa sotto il dominio aragonese. Quando gli Aragonesi nel 1355 tengono a Cagliari il primo Parlamento sardo, Samassi vi invia i propri rappresentanti. Successivamente divenne un feudo ed appartiene a Bernardo Petrillas, ai de Puyalt, ai Montbuy, ai d’Eril, ai Cavallar, e a don Emanuele di Castelvy, signre di Samassi e Serrenti. Nel 1736 forma con Serrenti un Marchesato, e il primo marchese è Antonio Simon Squinto. Dai Simon la signoria passa ai Ricca di Castelvecchio, ai quali viene riscattato nel 1839 con la soppressione del sistema feudale e diviene un comune autonomo. Fatto storico di particolare importanza è l’inondazione del 17 novembre 1898, solo nove anni dopo la catastrofe del 1889 rimasta nella memoria popolare con la denominazione S’Annu ’e S’Unda, ossia l’anno dell’onda, quando le forti piogge autunnali causano un’esondazione del Flumini Mannu che sommerge letteralmente un gran numero di case. L’esondazione arreca gravissimi danni al paese, ma non provoca alcuna vittima tra gli abitanti, fatto questo che accresce la devozione San Geminiano, che istituiscono una Festa votiva denominata Santu Millaneddu. Del comune di Samassi nel 2001, con la riorganizzazione delle province della Sardegna, viene cambiata la Provincia da quella di Cagliari, alla quale precedentemente apparteneva, a quella nuova del Medio Campidano, ed in seguito, con la sua abolizione, nel 2016, passa alla nuova Provincia del Sud Sardegna. Personaggi nati a SamassiA Samassi è nato il farmacista Pasquale Falqui noto per essere stato l’inventore del confetto Falqui. A Samassi nel 1902 nasce da genitori della media borghesia campidanese Pasquale Falqui. Dopo essersi laureato in farmacia, inizia a lavorare nella farmacia di Iglesias, ma, dopo pochi anni si trasferisce in Lombardia, prima a Milano e poi a Como. I lassativi dell’epoca erano a base di estratto di prugna, ma così poco pratici che per mandarli giù era necessario accompagnarli con un bicchiere d’acqua. Nel 1938 Pasquale mette in commercio la sua prima invenzione, un nuovo preparato che non era da deglutire con l’acqua ma da masticare o succhiare, e lo battezza con il nome di Prunol. Dopo la guerra, Falqui apre una farmacia a Milano, che tuttora esiste in viale Zara. A Milano inaugura anche una fabbrica per consentire la produzione industriale del confetto lassativo, che di lì a poco perde il nome di Prunol ed assume quello dell’inventore, divenendo famoso come Confetto Falqui, del quale non è possibile dimenticare le promozioni di Tino Scotti in Carosello. Successivamente introduce in commercio un altro noto prodotto, le famose Caramelle Zigulì. Nel 1985 Pasquale Falqui, ormai ultra ottantenne, decide di passare la mano, e l’azienda, ormai un colosso, viene acquistata da una finanziaria del settore farmaceutico. muore a Calco in Provincia di Lecco nel 1999. |
Le principali feste e sagre che si svolgono a SamassiA Samassi è attiva l’Associazione Culturale Sant’Isidoro di Samassi. Tra le principali feste e sagre che si svolgono a Samassi, vanno citati il 17 gennaio, Su Fogadoni, ossia i fuochi di Sant’Antonio, una manifestazione di antica tradizione, tutt’oggi molto sentita e partecipata, caratterizzata da cataste di legna e frasche addossate al palo centrale, alte anche fino a sette metri; i festeggiamenti del Carnevale, che durano da una settimana a dieci giorni; solitamente a marzo, si celebra. La Sagra del Carciofo; la domenica di Pasqua, il culmine dei riti religiosi della Settimana Santa è la cerimonia de S’Incontru; a maggio, la Festa di Sant’Isidoro, dedicata agli agricoltori; dal 21 al 24 giugno, la Festa della Musica; a luglio, la Festa di Santa Margherita, a ricordo della lunga presenza dei monaci della chiesa greca; l’8 settembre si celebra la Festa della Beata Vergine di Monserrat; il 16 settembre, si festeggia il Patrono nella Festa di San Geminiano. Il Carnevale samasseseIl Carnevale samassese è uno dei più importanti di tutto il Campidano, e durante il suo svolgimento i festeggiamenti sono ben radicati nella tradizione sanassese, documentata storicamente sin dalla metà del diciannovesimo secolo. Nell’immediato secondo dopoguerra si è sviluppato il moderno Carnevale samassese, che sino dagli inizi ha abbinato alle maschere tradizionali di adulti e ragazzi, chiamate Is mascareddas, e alle fritture dei dolci tradizionali che sono i Parafrittus e le Tzippuas, il corso mascherato che, dai primi semplici carrelli agricoli gremiti di bambini in costume, si è imposto in pochi anni come uno dei principali carnevali in Sardegna, anche per la presenza dei grandi carri in cartapesta di fino a sei metri di altezza. I festeggiamenti, che durano da una settimana a dieci giorni, si concludono per tradizione il giorno di martedì grasso che rappresenta così l’ultimo giorno di Festa prima della Quaresima. La Sagra del carciofoOgni anno, in genere a marzo, a Samassi si tiene la Sagra del carciofo, che offre numerosi luoghi d’incontro tra produttori, venditori e consumatori, proponendo convegni, esposizioni, degustazioni e mercati in cui poter conoscere le peculiarità del carciofo in tutte le sue varianti. Durante questa manifestazione, si svolgono la Fiera agroalimentare del Medio Campidano, una marcialonga, l’apertura delle antiche case campidanesi e delle Chiese, ed infine una mostra intitolata In di de festa sull’abbigliamento samassese nel corso dei secoli, organizzata dal Gruppo Folk Sant’Isidoro. La cerimonia de S’IncontruLa cerimonia de S’Incontru è il culmine dei riti religiosi della Settimana Santa. Di chiara tradizione spagnola, la cerimonia ricorda l’incontro tra il Cristo risorto e la Madonna, raffigurati da due simulacri lignei trasportati a spalla dai fedeli. La mattina di Pasqua, dalla chiesa parrocchiale della Beata Vergine di Montserrat e dalla chiesa di San Giuseppe, partono due distinte processioni. Dalla prima parte la processione col simulacro di Gesù Risorto, mentre dalla chiesa di San Giuseppe quella col simulacro della Madonna. Seguendo due itinerari distinti, si incontreranno nella piazza Italia, che è la piazza principale del paese, e si fermano a distanza per alcuni minuti. L’attesa vuole ricordare lo stupore della Vergine al riconoscere il suo Figlio. La statua della Vergine, che indossa un velo di pizzo nero, viene abbassata per tre volte a rappresentare un inchino. La terza volta il velo nero viene sostituito con uno bianco a rappresentare il passaggio dalla morte alla vita. è il momento culminante de S’Incontru, festeggiato dallo scoppio di una raffica di granate nel cielo. Le due statue vengono allora affiancate e le due processioni riunificate in una sola, che si avvia lentamente in direzione della chiesa parrocchiale, dove la Festa si concluderà con la messa pasquale. Visita del centro di SamassiL’abitato, interessato da un fenomeno di forte crescita edilizia, mostra l’andamento altimetrico tipico delle località pianeggianti. Il centro storico conserva ancora diverse Lolle, come vengono chiamate le case rurali campidanesi. Questo tipo di abitazioni è caratterizzato da ampi portali in legno sormontati da archi a tutto sesto, in genere di trachite, piccole finestre che danno sulla strada e sui grandi cortili interni. Le case finora recuperate sono tre, la casa Porcedda, ora Biblioteca Comunale; la casa Piras, vecchia abitazione padronale al centro del paese; e la casa Ghisu, piccola abitazione situata nella zona su Cunventu. La chiesa romanica di San GemilianoArriviamo nell’abitato da est provenendo da Serrenti con la SP56 che, passato il cartello segnaletico che indica l’ingresso nel paese, assume il nome di via Serrenti. Percorsi quattrocentocinquanta metri lungo la via Serrenti, incrociamo la via San Gemiliano. Qio svoltiamo a destra nella via San Gemiliano che, percorso un centinaio di metri, ci conduce sull’altura chiamata Su Conventu, dal convento che non c'è più di cui la chiesa era l’Abbazia, dove si trova la chiesa medioevale di Santu Milla(n)U ossia Di San Gemiliano che rappresenta il più importante monumento locale, sia per il suo valore storico che per quello artistico. L’edificio è stato edificato nel 1270 in stile romanico, in pietra trachitica di Serrenti, sui ruderi di una preesistente piccola chiesa bizantina del decimo secolo, della quale conserva ancora, oltre che le pietre con cui fu costruita, alcuni ornamenti architettonici in marmo bianco che, incastonati nella pietra, servivano ad identificare la chiesa come appartenente alla comunità greca ortodossa. L’esistenza di una preesistente piccola chiesa è dimostrata dall’area cimiteriale e dalla tomba a camera rinvenuti durante i lavori dell’ultimo restauro. La presenza della necropoli, rinvenuta nel colle sul quale è situata la chiesa, conferma la presenza nella zona, intorno al 455 dopo Cristo, dei Vandali. La linea della chiesa è sobria ed essenziale, valorizzata dai graziosi archetti pensili presenti sulla facciata, sovrastata da un campanile a vela con doppia campana, e sulle pareti laterali. L’interno, che i recenti lavori di restauro hanno riportato alla primitiva sobrietà, è a una sola navata con abside semicircolare, e presenta capriate in legno e una serie di fregi e decorazioni di stile arabo e gotico, a testimonianza della sua edificazione da parte di maestranze composite. All’interno è da vedere il mausoleo di don Emanuele di Castelvy, signore di Samassi e Serrenti, edificato nel 1586 da Scipione Aprile, un sepolcro in stile aragonese che ospita un’ottava in endecasillabi, unica iscrizione in versi spagnoli su marmo esistente in Sardegna. Come affermato da Vittorio Angius questa chiesa è stata, con ogni probabilità, l’antica parrocchiale del paese, per lo meno fino alla costruzione della nuova chiesa di Santa Maria di Monserrat. San Geminiano Martire, in campidanese Santu Millanu, è il patrono di Samassi, la cui Festa è la più sentita del paese. A Samassi la Festa di San Geminiano si celebra tre volte l’anno: due domeniche dopo la Pasqua col nome di Santu Millaneddu de su Beranu, ossia San Gemiliano di primavera; il 16 settembre, con la celebrazione patronale; il 17 novembre con il nome di Santu Millaneddu de S’Annu ’e S’Unda, ossia San Gemiliano dell’anno dell’onda. La celebrazione patronale, chiamata Sa Festa manna, prevede quattro giorni di festa, ed in passato era l’unico giorno di Festa dell’anno agrario, nel quale gli agricoltori si riposavano godendosi la Festa partecipando ai riti religiosi e civili, per iniziare il giorno dopo il nuovo anno agrario. I riti religiosi iniziano l’8, e fino al 16 si celebrano le novene in onore del Santo, con le varie messe e il rosario tutti i giorni. Il 14 una processione porta le reliquie del Santo dalla parrocchia fino alla sua antica chiesa romanica. Il 15 il simulacro del Santo viene portato con le sue reliquie nella chiesa parrocchiale, e per un giorno il rione San Geminiano rimane orfano del suo Santo. Il 16 è il culmine della festa, il rione San Geminiano si sveglia di buon mattino per addobbare con bandierine, tappeti antichi e fiori tutta la piazza, le stradine e la secolare piccola chiesa, e la sera il Santo riparte dalla parrocchia salutato dal suono delle campane, passando per le vie del paese, non può mancare il passaggio vicino al fiume Mannu per proseguire verso l’antica chiesa. Il rione si rianima con il ritorno del suo Santo, che rimane nella sua chiesa per tutto l’anno. Il MunicipioDa dove siamo arrivati nell’abitato da est provenendo da Serrenti con la SP56, che ha assunto il nome di via Serrenti, percorriamo quattrocentocinquanta metri lungo la via Serrenti, ed incrociamo la via San Gemiliano. Qui svoltiamo a sinistra nella via San Gemiliano che, percorso un centinaio di metri, sbocca su una traversale che a destra prende il nome di via del Municipio ed a sinistra di via Dante Alighieri. Svoltiamo a destra e subito di fronte, all’altro lato della strada, al Civico nimero 1 della via del Municipio, si vede l’edificio che ospita il Municipio di Samassi, con la sua sede e gli uffici che forniscono i loro servizo agli abitanti del paese. La chiesa di Santa Margherita di AntiochiaDalla via San Gemiliano, dove sbocca su una traversale, prendiamo a sinistra la via Dante Alighieri che, dopo una sessantina di metri, sbocca su un’altra traversale, che a destra prende il nome di via Santa Margherita ed a sinistra di via Giuseppe Mazzini. Svoltiamo a destra e, dopo una trentina di metri, vediamo alla sinistra, al civico numero 1 della via Santa Margherita, la facciata della piccola chiesa di Santa Margherita di Antiochia che dà il nome al quartiere di Santa Margheida, un dedalo di vicoli nei pressi di piazza Italia. Edificata alla fine del diciassettesimo secolo risente dell’influenza greco: bizantina, e quindi l’edificio sacro testimonia la presenza assidua nel paese dei monaci della chiesa greca. L’esterno dell’edificio è caratterizzato da un aspetto piuttosto minimale. La facciata è costituita da un loggiato aperto sui tre lati tramite arcate a tutto sesto sui fianchi e a sesto acuto nella parte frontale, che risulta in asse con il portale di accesso alla chiesa. Sopra il portico è collocato il piccolo campanile a doppia vela ad impreziosire una facciata elegante nella sua semplicità, mentre l’essenziale aula interna si presenta con una navata unica coperta con capriate lignee, ed è arredata in modo molto austero che, tuttavia, non ne diminuisce il fascino. Nel 2008 la chiesa è stata oggetto di un accurato restauro che ha fatto recuperare l’antico soffitto in legno, restituire a nuova vita la pittura del loggiato esterno e risanare definitivamente l’interno con delle nuove panche. A Samassi ogni anno, nei giorni tra il 19 ed il 21 luglio, nella sua piccola chiesa si svolge la Festa votiva in onore di Santa Margherita di Antiochia, le cui origini risalgono al quindicesimo secolo. Dall’11 al 19 si svolgono le cerimonie di preparazione, poi il 21 si tiene la processione dalla chiesa parrocchiale alla piccola chiesa dedicata alla Santa con il suo simulacro. Durante i festeggiamenti, i quali culminano il 20 luglio che è la data convenzionale della fine della mietitura, era tradizione colorare tutto il quartiere di bandierine. Quelle stradine, oggi percorse nei giorni della Festa solo dai fedeli che si recano alle messe, si animavano allora delle bancarelle del mercato di spezie aromatiche, tra l’aromatica fragranza del basilico che ancora oggi viene offerto alla Santa in numerosi cespi. La chiesa di San Giuseppe PatriarcaDa dove la via Dante Alighieri era sboccata su una trasversale, rendiamo a sinistra la via Giuseppe Mazzini, la seguiamo e, dopo centocinquanta metri, vediamo alla destra della strada la piazza San Giuseppe, nella quale si trova la chiesa di San Giuseppe Patriarca. Questa chiesa trae la sua origine da un evento storico luttuoso, è stata, infatti, costruita nel 1652 con fondi e sul terreno del possidente Angelo Pau, come voto per la cessazione di una violenta invasione di locuste e della virulenta epidemia di peste che ad essa aveva fatto seguito, e che ha funestato l’isola fino al 1656. La chiesa è stata a lungo abbandonata, ma infine, dopo il lungo periodo di abbandono, nel 1928 è stata concessa come Cappella privata alle Suore di Gesù Buon Pastore, che avevano aperto a Samassi il primo asilo infantile, la Scuola dell’infanzia San Giuseppe, situato poco distante. Attualmente la chiesa presenta una facciata rettangolare con un campanile a vela a due luci, un imponente portone in legno e una piccola apertura lobata; l’interno è caratterizzato da decorazioni in rosa e in grigio e si struttura in una sola navata con una volta a botte, e con una serie di minuscole cappelle laterali volute nella secoda metà del settecento dedicate ai Santi Narciso, Anna e Gioacchino nei pressi dell’area presbiteriale. Nel 1956 le pareti d’ambito dell’aula principale e la volta a botte sono state affrescate dal pittore samessese Roberto Concu che, con gusto squisitamente popolare, ha raffigurato scene della vita di San Giuseppe. In seguito, nel 2012, la chiesa è stata soggetta a un radicale restauro con una nuova pavimentazione, l’imbiancamento delle pareti e il recupero degli affreschi. La chiesa parrocchiale della Beata Vergine di MonserratPassata la chiesa di San Giuseppe Patriarca, la prosecuzione della via Giuseppe Mazzini è la via della San Giuseppe. La seguiamo per uncentinaio di metri ed arriviamo a uno slargo, dove prendiamo a sinsitra e poi, subito, a destra, la via della parrocchia, che,in una sessantina di metri, ci porta a vedere alla sinistra della strada la scalinata di accesso alla bianca chiesa della Beata Vergine di Monserrat che è la parrocchiale, la chiesa più grande e più importante del paese. Poche sono le notizie legate alla data esatta di costruzione a causa di un violento incendio in cui, all’inizio del quindicesimo secolo, è stato distrutto l’archivio arcivescovile di Cagliari. Si ritiene, comunque, che la chiesa sia stata costruita e aperta al culto alla fine del cinquecento. La chiesa è realizzata in blocchi di tufo in stile gotico aragonese, ed è stata intitolata alla Beata Vergine del Monserrato in onore del celebre Santuario spagnolo. L’interno della chiesa è caratterizzato da un’imponente navata centrale sormontata da capriate in legno, alla fine della quale fa bella mostra di sé l’altare impreziosito da superbe decorazioni di marmo in vari colori. Tra i pregevoli arredi si distinguono il dipinto ad olio raffigurante l’Eterno Padre, il simulacro di San Pietro e la Madonna del Rosario. La chiesa ha svolto per molto tempo anche le funzioni di Cimitero. Ogni anno, l’8 settembre, presso questa chiesa si celebra la Festa della Beata Vergine di Monserrat, che non è però la Festa patronale di Samassi, la quale è la Festa di San Gemiliano che si celebra il 16 settembre. Il Cimitero ComunaleDa dove la via della parrocchia ci ha portati a vedere alla sinistra la scalinata di accesso alla chiesa parrocchiale della Beata Vergine di Monserrat, prendiamo la strada che costeggia sulla destra questa chiesa, che è la via San Francesco, la seguiamo per trecentocinquanta metri, ed arriviamo di fronte agli ingressi del Cimitero Comunale di Samassi. La centralissima piazza Italia con il Monumento ai CadutiRitorniamo ora nella piazza San Giuseppe e da essa prendiamo, alla sinistra della chiesa di San Giuseppe Partriarca, la via Vittorio Veneto, la seguiamo per poco più di un centinaio di metri ed arriviamo nella Piazza Italia che è la principale piazza di Samassi, nella quale si svolgono eventi e manifestazioni. Nella piazza si trova tra l’altro, al civico numero 4, il Cinema Italia, che rappresenta una delle due sale dei Cinema Riuniti di Samassi e lunamatrona. Al centro della piazza Italia, si trova il Monumento ai Caduti realizzato nel 1950. Si tratta di un monumento ad ara in pietra, con sulla sommità una scultura in marmo che rappresenta un soldato di fanteria. Ai quattro lati dell’ara di trovano lapidi in marmo, sulle quali sono scolpiti i nomi dei caduti di Samassi nelle grandi guerre. In viale della Stazione si trova l’Albergo con il ristorante Il CampidanoCi rechiamo, ora, a ovest dell’abitato. Dalla piazza Italia prendiamo la via Roma verso ovest che, dopo trecentocinquanta metri, arriva al ponte sul Flumini Mannu, passato il quale si arriva nella porzione occidentale dell’abitato. Dopo il ponte la prosecuzione della via Roma è il viale della Stazione, lungo il quale, dopo meno di diecento metri, alla sinistra, si trova l’Hotel e ristorante Il Campidano. Al civico numero 29 del viale della Stazione, si trova l’Albergo che ospita l’importante ristorante Il Campidano un locale specializzato nella cucina sarda in un ambiente familiare. Da pochi anni, rientrato a casa dopo aver fatto un pò di esperienza qui e là, Alberto Sanna, il figlio dei titolari di questo quarantennale albergo di provincia, ha preso le redini del ristorante dandogli un leggero tocco attuale e proponendo una buona cucina creativa, e la sua sorella segue i clienti in sala. Ottimi i calamari al nero di seppia con crema di piselli, le palline di pane carasau e tonno, la battuta di gambero rosso con miele e funghi essiccati e i ravioli neri con gamberi, bottarga e zafferano. In esso propone con una cucina sarda sia di terra che di mare. |
La Stazione ferroviaria di Samassi e SerrentiAppena passato l’Albergo ristorante Il Capidato, si apre, alla sinistra della via della Stazione, la piazza omonima, nella quale, al civico numero 6, si trova la Stazione ferroviaria di Samassi e Serrenti identificata un tempo come Stazione di Samassi, per la quale nel novecento è stata adottata la doppia denominazione attuale, inserendo il nome del limitrofo comune di Serrenti, distante circa sei chilometri. È una stazione di categoria Silver posta sulla linea ferroviaria a scartamento ordinario denominata Dorsale Sarda, dopo la stazione di Serramanna e Nuraminis e prima di quella di Sanluri Stato, disattivata però al traffico passeggeri, ed a quella successiva di San Gavino. Costruita dalla Compagnia reale delle Ferrovie Sarde, che ha ospitato i primi treni nel 1871, quando è stato aperto al transito il tronco da Villasor a San Gavino Monreale, il secondo tratto della linea che una volta completata avrebbe assunto il nome di Dorsale Sarda. La stazione negli ultimi anni è stata interessata ai lavori per la realizzazione del raddoppio della linea tra Decimomannu e la nuova stazione di San Gavino Monreale, che hanno portato a due binari per il servizio passeggeri, ognuno dotato di una propria banchina, collegati tra loro da un sovrappasso pedonale. A nord del fabbricato viaggiatori, oltre il passaggio a livello di via Sanluri, si trova anche un fascio binari per il servizio merci. Il Campo Sportivo ComunalePer recarci a visitare gli impianti sportivi di Samassi, dal palazzo del Municipio prendiamo verso destra la via del Municipio, la seguiamo duecento metri, poi svoltiamo a destra e prendiamo la via Luigi Einaudi che, dopo trecento metri, continua sulla via Palmiro Togliatti. Percorso un centinaio di metri, vediamo alla sinistra della strada il cancello di ingresso del Campo Sportivo Comunale di Samassi. All’interno di questo impianto sportivo, è presente un Campo da Calcio, con fondo in erba naturale, dotato di tribune in grado di ospitare 200 spettatori. La principale squadra di calcio del paese è stata l’Unione Sportiva Dilettantesca Samassi 1968 calcio, che è arrivata a militare nel campionato sardo di Eccellenza, squadra che si è disciolta nel 2019. Intorno al Campo da Calcio, è presente una Pista da atletica leggera, nella quale praticare come discipline le Corse su pista, il Salto in alto, i Salti in estensione, il Salto con l’asta, il lancio del disco, il lancio del peso, ed il lancio del martello. A Samassi dal 1972 opera l’Associazione Sportiva Dilettantistica di atletica leggera denominata Unione Sportiva Acli Mariano Scano di Samassi, dedicata a uno dei quattro giovani di Samassi che persero la vita nel disastro della Val di Stava, l’inondazione di fango che si verificò nel 1985 in Trentino. All’interno del Campo da Calcio Comunale, è presente anche un Campo polivalente all’aperto, dotato di tribune per 90 spettatori, nel quale praticare diverse discipline tra le quali la pallacanestro. Visita dei dintorni di SamassiVediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Samassi, sono stati portati alla luce i resti del Protonuraghe a corridoio Argiddas con vicino i resti di un insediamento abitativo; e quelli del nuraghe complesso Cuccuru Sa Uga realizzato intorno a un Protonuraghe a corridoio. Gli idoli rinvenuti in località Sa MandaraDalla Stazione ferroviaria di Samassi e Serrenti, prendiamo verso destra la via Sanluri, che si dirige verso nord, e che in circa cinquecento metri porta all’interno dell’area Industriale di Samassi, che è stata realizzata nella Localtà Sa Mandara. Questa è la località nella quale è avvenuto il ritrovamento di Due idoli raffiguranti la Dea Madre che ora sono esposti al Museo Archeologico Nazionale di Cagliari, realizzati nel Neolitico Medio, il periodo che si sviluppa secondo la cronologia calibrata tra il 4700 ed il 4200 avanti Cristo e secondo la datazione tradizionale tra il 4000 ed il 3400 avanti Cristo. Il primo dei due idoli è un busto frammentario di una statuetta litica, realizzato in arenaria giallastra, che rappresenta una figura femminile in forma estremamente adiposa, con una posizione stante o assisa, la testa cilindroide, il corpo obeso con le braccia al seno, o distese lungo i fianchi o aderenti alle cosce. Si tratta sicuramente una rappresentazione della Dea Madre il cui culto era diffuso in gran parte dell’Europa neolitica. La statuetta richiama all’opulenza come simbolo di abbondanza e di fertilità, e viene indicata, per la sua forma obesa, con il nome di Idoletto volumetrico. Il secondo dei due idoli è un’Immagine di culto, ossia un idolo o betilo con tratti antropomorfi, costituito da una statua scolpita in un masso ellissoidale in granito giallo. Dato che in tutto il bacino del Mediterraneo il Neolitico è caratterizzato da statue di piccole e piccolissime dimensioni, e che raramente vengono restituite sculture di dimensioni maggiori, il betilo di Sardara è una delle più importanti rinvenuti, ed in esso interessante è la particolare lavorazione a Z, sopra la linea di cintura, che denota la probabile presenza di una veste ornata. La chiesa campestre di Sant’Isidoro AgricoltoreUsciamo verso nord dall’abitato lungo la via Palmiro Togliatti che ci porta al Campo Sportivo Comunale. Dal cancello di ingresso del Campo Sportivo, dopo novecento metri troviamo sulla destra della strada una traversa sterrata, che ci porta in un centinaio di metri a vedere, alla sinistra, l’Oasi di Sant’Isidoro, un’area verde di alcuni ettari provvista di aree pic-nic, e nella quale sono state messe a dimora centinaia di piantine. In quest'area si trova la chiesa campestre di Sant’Isidoro che è stata costruita tra il 1996 e il 2000 su iniziativa del parroco e di un comitato di privati. La chiesa, che si trova sull’alto della collina da cui si ha un’ottima vista sul paese, ha un’architettura in linea con quella delle altre Chiese minori di Samassi. Una statua del Santo, realizzata nel 2000 in pietra da uno scultore locale, è stata eretta nel piazzale antistante la chiesa, e fronteggia il patio con travi lignee che completa la facciata. La facciata è anteceduta da una semplice porticato coperto da un’ampia tettoia poggiante su due laterali pilastri. Il portale di accesso all’edificio sacro, si apre in asse con il culminante campanile a vela ad unica luce ad arco a tutto sesto, posto sulla sommità del terminale a salienti. L’interno presenta un’illuminata aula unica coperta da tetto ligneo, con una divisione mobile dietro l’altare che permette all’occorrenza, l’estensione della navata stessa all’attigua sagrestia. Ogni anno, il primo sabato e la prima domenica dopo il 15 maggio, si celebra a Festa di Sant’Isidoro, il Santo spagnolo venerato in particolar modo dagli agricoltori, che sfilano per le vie del paese in processione verso la chiesa, un tempo con i carri tirati dai buoi e oggi coi moderni trattori, per attirare la benevolenza del Santo sugli imminenti raccolti. In seguito, nel piazzale antistante la nuova chiesa ed in tutta l’Oasi, si affiancano i rituali religiosi, la degustazione di piatti tipici, gli intrattenimenti con danze e musiche tradizionali. La prossima tappa del nostro viaggioNella prossima tappa del nostro viaggio, da Samassi ci recheremo a Serramanna che visiteremo con il suo centro ed i dintorni dove si trova il Santuario di Santa Maria di Monserrat. |