Siamaggiore con nei dintorni la Chiesa romanica di San Ciriaco e la borgata agricole di Pardu Nou
Il questa tappa del nostro viaggio, da Solarussa ci recheremo a Siamaggiore che visiteremo con il suo centro ed i suoi dintorni nel quale si trovano la Chiesa romanica di San Ciriaco e la borgata agricole di Pardu Nou con la Chiesa della Beata Vergine Maria. La regione storica del Campidano di OristanoIl Campidano è la grande pianura della Sardegna sud occidentale compresa tra il golfo di Cagliari e quello di Oristano, ha una lunghezza di circa cento chilometri e presenta la massima altitudine di settanta metri sul mare. Deve le sue origini al colmarsi di una depressione geologica terziaria da parte di sedimenti marini, fluviali e vulcanici. Sono frequenti gli stagni costieri con acque salmastre, nell’angolo nord ovest della regione sfocia il fiume Tirso, che contribuisce all’irrigazione del Campidano, la rete idrografica è inoltre formata da piccoli Torrenti. La principale risorsa è l’agricoltura e si coltivano specialmente grano, viti, olivi, frutta e agrumi. In particolare, il Campidano di Oristano è una regione della Sardegna occidentale il cui territorio apparteneva anticamente al Giudicato d’Arborea. Si sviluppa interamente nella Provincia di Oristano, e comprende i comuni di Arborea, Baratili San Pietro, Bauladu, Cabras, Marrubiu, Milis, Narbolia, Nurachi, Ollastra, Oristano, Palmas Arborea, Riola Sardo, San Nicolò d’Arcidano, San Vero Milis, Santa Giusta, Siamaggiore, Siamanna, Siapiccia, Simaxis, Solarussa, Terralba, Tramatza, Uras, Villaurbana, Zeddiani e Zerfaliu. È un territorio caratterizzato dalla presenza di zone umide di altissimo interesse naturalistico, con specie faunistiche rare. In viaggio verso SiamaggioreDal centro di Solarussa prnsiamo verso sud ovest la via Fratelli Cervi, che va ad immettersi sul viale Siamaggiore, il quale esce dall’abitato verso ovest con il nome di SP9 e, in quasi tre chilometri, porta all’interno dell’abitato di Siamaggiore. Dal Municipio di olarussa a quello di Siamaggiore si percorrono 3.2 chilometri. Il comune chiamato SiamaggioreIl comune di Siamaggiore (nome in lingua sarda Siimajori, altezza metri 8 sul livello del mare, abitanti 884 al 31 dicembre 2021) è un piccolo centro situato nell’area settentrionale del Campidano di Oristano caratterizzato da un territorio pianeggiante e altamente produttivo, ed ha un’economia basata sulle attività agro-pastorali. Il territorio comunale, caratterizzato da un ambiente intatto e incontaminato, presenta un profilo geometrico regolare, con lievi variazioni altimetriche, che vanno da un minimo di 6 a un massimo di 41 metri sul livello del mare, e offre un panorama di indiscutibile fascino. A Siamaggiore ogni anno il 18 febbraio si celebra la famosa Sagra del Carciofo, che richiama nel paese numerosi visitatori. Origine del nomeIl significato del suo nome è ancora incerto. Per lo più si indica il suo significato in riferimento alla Via Maior dei Romani, e il suo nome sarebbe composto dalle voci sarde Sia, col significato di via o strada, e dall’aggettivo maggiore. Non tutti gli studiosi concordano. Troviamo una notazione ad esso relativa nel Dizionario Geografico di Vittorio Angius e Goffredo Casalis dove si legge che Sia-Majore è un paese molto antico e che nel periodo del regno d’Arborea, era prospero e molto popolato, rispetto al tempo in cui si scrive, perchché meritò di essere capoluogo del Campidano, che fu nominato Majori, e che in principio dicevasi di Sia-majore. Ed ancora nello stesso testo, alla voce Solarussa o Solorussa, si trova la notazione che Solarussa, villaggio della Sardegna, Provincia di Oristano, compreso nel mandamento di Cabras ... fa parte del campidano di Siamaggiore, che fu uno dei distretti dell’antico Giudicato di Arborea. La sua economiaIl perno dell’economia locale è l’agricoltura, che rappresenta una fonte di sostentamento importante per la popolazione. Le coltivazioni più diffuse sono quelle dei carciofi, di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, vite, frutteti e olivo. Si pratica anche l’allevamento di bovini, ovini, suini, equini e avicoli. Il settore industriale risulta di dimensioni molto modeste; tuttavia si registrano aziende che operano nel comparto della produzione alimentare, dei laterizi e dell’edilizia. Il terziario non assume dimensioni rilevanti. Siamaggiore non costituisce meta di significativo richiamo turistico, pur offrendo a quanti vi si rechino la possibilità di godere delle bellezze dell’ambiente naturale, di gustare i semplici ma genuini prodotti locali ed effettuare interessanti escursioni nei dintorni. L’apparato ricettivo, comprendente un agriturismo, offre possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. Brevi cenni storiciI primi insediamenti umani nel territorio di Siamaggiore hanno origini preistoriche, come i resti nuragici presenti nel territorio. Nel nono secolo in Sardegna si formano governi autonomi retti da giudici e chiamati Giudicati. Il suo territorio viene così a trovarsi sotto l’influenza del Giudicato di Arborea, avente sede nella vicina Oristano, e conglobato nella curatoria del Campidano Maggiore, della quale è capoluogo Solarussa. Il villaggio ha origini medioevali, probabilmente viene fondato nel corso dell’undicesimo secolo in un territorio ricco e fertile che consentiva lo sviluppo di un’attività agricola particolarmente importante soprattutto nel settore della viticoltura e dell’orticoltura. Nel 1282 il giudice Mariano II dona una parte considerevole di questi territori al suo fedele ministro Mariano Mameli, che apparteneva ad una famiglia oristanese legata alla famiglia dei giudici, che esprimeva giuristi ed uomini di Chiesa e occupava importanti uffici nell’amministrazione del Giudicato. Nei secoli successivi i giudici continuano a curare lo sviluppo della viticoltura nel territorio, ma nel quattordicesimo secolo il villaggio subisce gravi danni durante la peste del 1378, tanto che nel 1388 la sua popolazione è ridotta a soli 28 abitanti. Il 29 marzo 1410, in seguito al trattato di pace che sancisce la caduta del Giudicato di Arborea, anche Siamaggiore entra a far parte del Marchesato di Oristano, che diviene feudo regio in seguito alla sconfitta di Leonardo de Alagon a Macomer il 19 maggio 1478 e che non sarà più infeudato fino al diciottesimo secolo. Siamaggiore è compreso nei territori per i quali nel 1479 viene Chiesta l’inclusione nel patrimoniale reale, richiesta che viene accolta ed entro il 1506 Siamaggiore entra definitivamente a far parte del patrimonio reale. I suoi abitanti continuano a godere del privilegio derivante dall’amministrazione diretta dal re e lo difendono gelosamente nel corso del seicento. Durante questo secolo però la popolazione soffre per la peste del 1652 e per la grande carestia del 1680. Intorno al 1767, in epoca sabauda, viene incorporato nel Marchesato d’Arcais, feudo dei Flores Nurra, ai quali è riscattato nel 1839 con la soppressione del sistema feudale, per cui diviene un comune amministrato da un sindaco e da un consiglio Comunale e dal 1859 viene incluso nella ricostituita Provincia di Cagliari. Nella seconda metà del secolo Siamaggiore entra in crisi anche a causa della fillossera che devasta i suoi vigneti. Infine la guerra doganale con la Francia, verso la quale la maggior parte del vino veniva esportato, provoca una grave crisi e una notevole emigrazione che conduce ad un calo della popolazione. Siamaggiore è uno dei due comuni della Sardegna, assieme a Borore, ad avere riportato un caduto nella guerra di Crimea, si tratta del soldato Olias Antonio. Il comune di Siamaggiore nel 1927 perde la propria autonomia e viene aggregato al comune di Solarussa, dal quale nel 1950 viene nuovamente separato ritornando ad essere un comune autonomo. Del comune di Siamaggiore nel 1974, dopo la creazione della Provincia di Oristano, viene cambiata la Provincia da quella di Cagliari, alla quale precedentemente apparteneva, a quella di Oristano. Le principali feste e sagre che si svolgono a SiamaggioreViste le ridotte dimensioni della comunità, a Siamaggiore non sono presenti gruppi folk particolarmente significativi. Tra le principali feste e sagre che si svolgono a Siamaggiore non si segnalano particolari manifestazioni folcloristiche o religiose che potrebbero allietare il borgo e richiamare visitatori dai dintorni, fatta eccezione per, a metà marzo, la Sagra del carciofo, dato che Siamaggiore contribuisce alla gastronomia della Sardegna con culture di primissima scelta, e per la quale i momenti più importanti sono essenzialmente il convegno su problematiche inerenti il carciofo, lavorazione e comercializzazione, e la degustazione di alcuni piatti a base di carciofo, il tutto integrato da attività collaterali di carattere culturale, tradizionale e di intrattenimento; il 23 aprile, si svolge la Festa patronale di San Costantino; l’8 agosto, la Festa di San Ciriaco. Visita del centro di SiamaggioreL’abitato, che ha conservato la sua impronta rurale senza lasciarsi condizionare dal cambiamento dei tempi, come dimostra l’assenza di evidenti segni di espansione edilizia, ha l’andamento altimetrico tipico delle località di pianura. Il Cimitero ComunaleArriviamo a Siamaggiore con la SP9 provenendo da Solarussa. Dopo aver passato il cartello segnaletico che indica l’ingresso all’interno dell’abitato, la strada provinciale assume il nome di via Roma, che entra nel paese e lo percorre turro da est verso ovest. Proprio all’altezza del cartello segnaletico, alla destra della via Roma di sviluppa il muro di cinta, nel quale si trovano i cancelli di ingresso del Cimitero Comunale di Siamaggiore, uno si trova subito prima del cartello e l’altro appena un poco più avanti. Il Monumento ai CadutiEntrati nell’abitato, seguiamo la via Roma e, dopo trecentocinquanta metri, svoltiamo a destra nella via Eleonora d’Arborea, che si dirige verso nord ovest. Percorsi circa centotrenta metri, arriviamo a un bivio, al centro del quale si trovano panchine in pietra davanti al Monumento ai Caduti di Siamaggiore. Il Monumento è costituito da un masso sopra il quale sono posizionate due lapidi, sulla prima in alto la dedica di Siamaggiore ai suoi caduti, mentre sulla seconda in basso sono riporati i nomi dei caduti. Al bivio, prendiamo verso destra la via Zeddiani che si dirige verso nord, e, percorso un centinaio di metri, vediamo alla destra della strada l’Anfiteatro comunele di Siamaggiore, che ospita numerosi eventi e manifestazioni. Il Municipio di SiamaggioreProseguiamo verso ovest lungo la via Roma, passata la deviazione nella via Eleonora d’Arborea proseguiamo per appena una diecina di metri, e prendiamo verso sinistra la via Italia. Seguiamo le via Italia per circa un’ottantina di metri, finché questa strada incrocia la via San Costantino, prendiamo la via San Costantino verso sinistra e subito dopo, alla destra della strada al civico numero 2 della via San Costantino, si vede l’edifico che ospita il Municipio di Siamaggiore, nel quale è presente la sua sede e sono presenti gli uffici che forniscono i loro servizi agli abitanti del paese, ossia l’ufficio del Segretario Comunale, gli uffici dell’Area Amministrativa, gli uffici dell’Area Finanziaria, ed infine gli uffici dell’Area Tecnica. Gli impianti sportivi delle Scuole ElementariPassato l’incrocio con la via San Costantino, la via Italia prosegue con il nome di via Marco Polo e, dopo una sessantina di metri, si vede alla sinistra della strada l’ingresso degli impianti sportivi delle Scuole Elementari. La Scuola Elementare, situata in via Roma al civico numero 142, si sta riconvertendo in centro polivalente ad uso delle associazioni del paese. Gli impianti sportivi di questa Scuola sono situati, appunto, in via Marco Polo. All’interno di questo complesso sportivo è presente una Palestra, dotata di tribune per una settantina di spettatori, nella quale praticare cone discipline la pallacanestro e la pallavolo. È presente, inoltre, un Campo da Calcetto, dotato di tribune per un centinaio di spettatori, nel quale praticare calcio e calcetto, ossia calcio a cinque. Ed è presente, infine, una Pista di atletica, senza tribune per gli spettatori, nella quale praticare come discipline l’atletica leggera e le corse su pista. La Chiesa parrocchiale di San Costantino MagnoPassato il punto dove parte a sinistra la via Italia, proseguiamo verso ovest lungo la via Roma, la seguiamo per centocinquanta metri dove parte a sinistra la via San Ciriaco, e ad angolo tra questra strada e la prosecuzione della via Roma, si trova un rientro pedonale, uno spazio alberato delimitato ed attrezzato, nel quale si affaccia la Chiesa di San Costantino Magno, che è la parrocchiale di Solarussa. Il complesso parrocchiale, un discreto esempio di architettura tardo barocca, si trova all’interno del centro dell’abitato, nel tessuto urbano di antica e prima formazione. L’edificio conserva elementi originali settecenteschi. Il campanile, stilisticamente incoerente con il resto del fabbricato, risale agli anni Sessanta del secolo scorso, si innesta sul lato destro della Chiesa ed è caratterizzato da un fusto costruito in mattoni laterizi ed una copertura cementizia piramidale. La Chiesa ha una pianta a navata unica con quattro cappelle per ogni lato, scandite da un sistema di archi, e con la coperture a volta. La sacrestia è ubicata sul lato destro del presbiterio. Dopo il 1940 è stato ricavato un locale di servizio sul lato sinistro del presbiterio, chiudendo un piccolo cortile facente parte della casa parrocchiale. La Chiesa sia all’esterno sia all’interno è quasi interamente intonacata. Spetta a Siamaggiore fare da apripista in Sardegna per i festeggiamenti di San Costantino Magno. A Siamaggiore, infatti, la Festa patronale di San Costantino Magno cade ogni anno il 23 aprile, mentre nel resto della Sardegna ossia a Sedilo, Pozzomaggiore, Genoni, Ollastra, San Costantino si festeggia nei mesi caldi di luglio e agosto. Il momento religioso comprende la processione col simulacro dell’Imperatore Costantino e la messa, che vengono precedute da un incontro culturale e religioso. Un’ occasione speciale per approfondire le conoscenze storiche e religiose sul culto di un Santo che la Sardegna sente suo a partire dal sesto secolo, grazie all’influenza esercitata dai Bizantini nella vita religiosa dei Sardi. Alle cerimonie religiose s accompagnano, inoltre, numerose manifestazioni civili. L’Oratorio delle AnimeNella piazza nella quale si affaccia la Chiesa parrocchiale di San Costantino Magno, alla destra guardando la sua facciata, proprio di fronte ad essa con la facciata rivolta verso quella della parrocchiale, si trova l’Oratorio delle Anime. Questo Oratorio è stato edificato nel 1780, come riportato in un’epigrafe in esso presente, e nel tempo è stato destinato a vari usi, specialmente utilizzato come ossario e come luogo di sepoltura dei membri delle Confraternite, delle quali sono ancora oggi presenti a Siammagiore quella della Madonna del Rosario e quella dello Spirito Santo. L’Oratorio è una Chiesa che si presenta all’interno con un semplice spazio rettangolare, scandito da due archi in laterizio che sorreggono la copertura lignea. Le pareti sono intonacate. All’interno non è presente alcun arredo sacro a parte i simboli della Confraternita. Visita dei dintorni di SiamaggioreVediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate, nei dintorni di Siamaggiore sono stati portati alla luce solamente i resti del Nuraghe Cira, e del Nuraghe Pardu Nou nella omonima frazione agricola, che sono entrambi di tipologia indefinita. Inoltre a nord dell’abitato, in località San Pietro, dove sorgeva una Chiesa alto medievale ora scomparsa, sono state riportate alla luce tombe del sesto e settimo secolo dopo Cristo, che hanno restituito un abbondante corredo funerario. Chiesa romanica di San CiriacoDal Municipio di Siamaggiore, prendiamo verso ovest la continuazione della via San Costantino che è la via Cristoforo Colombo, poi dopo centoventi metri svoltiamo a sinistra nella via Asilo, che si dirige verso sud. Seguiamo la via Asilo per circa duecento metri ed arriviamo a un bivio, dove la via Asilo prosegue verso sinistr, mentre prendiamo leggermente a destra la strada che, dopo circa duecento metri, ci porta a vedere alla destra della strada l’muro di cinta con il cancello di accesso al Parco di San Ciriaco. All’interno di questo parco è presente la Chiesa romanica di San Ciriaco, che sorge a poca distanza dal centro abitato di Siamaggiore in un luogo nel quale era presente un antico insediamento rurale. La prima attestazione storica di questa Chiesa risale al 1282, il che ne certifica la realizzazione in epoca precedente, da riferire all’antico insediamento rurale ormai scomparso, la domestica de Mindas. La Chiesa era circondata da muri e ospitava al suo intorno i Muristenes, edifici che nel periodo delle feste venivano abitati dai pellegrini. Nel 1917 una terribile alluvione causata dal fiume Tirso ha devastato sia questi edifici che molte delle case del paese, ed in seguito i Muristenes non sono più stati ricostruiti. La Chiesa, così come la conosciamo oggi, risale al diciottesimo secolo. L’impianto planimetrico attuale presenta un’aula rettangolare, con due cappelle laterali che formano uno pseudo transetto. I muri sono quasi interamente intonacati e privi di decorazioni. La copertura è stata sostituita recentemente e si presenta con una struttura lignea sormontata da coppi laterizi. Il presbiterio è caratterizzato da un altare e da una balaustra marmorei datati 1791, realizzati dall’artista lombardo Giovanni Battista Spazzi. Ciriaco, secondo la tradizione, sarebbe stato vescovo di Gerusalemme, torturato e martirizzato sotto l’imperatore Flavio Claudio Giuliano l’1 maggio 363. Considerato Santo è patrono di Ancona, ed è assai venerato in Sardegna col nome di Quirico. I cattolici lo ricordano il 4 maggio. L’8 agosto 418 il corpo di Ciriaco viene trasferito dalla Palestina ad Ancona, e viene posto nella Cattedrale di Santo Stefano, per intervento di Galla Placidia, Imperatrice reggente che cerca in qualche modo di andare incontro ai fedeli, che le avevano Chiesto di ottenere e custodire le spoglie di Santo Stefano, del quale Ancona conservava come reliquia uno dei sassi usati durante la sua lapidazione. Quando, nel 1097 la Chiesa di San Lorenzo, sul colle Guasco, viene proclamata nuova cattedrale, le spoglie di San Ciriaco vengono trasferite nella sua cripta, e sottoposte a ricognizione, finché dopo alcuni decenni la Chiesa viene a lui dedicata. |
Ogni anno, presso questa Chiesa campestre l’8 agosto si svolge la Festa di San Ciriaco, preceduta dalla novena che si svolge in questa Chiesa. Poi la sera della vigilia si svolgono i primi vespri solenni nella Chiesa parrocchiale seguiti dalla messa e dalla processione sino alla Chiesa campestre. Il giorno 8 agosto si celebra la messa nella Chiesa campestre di San Ciriaco, alla quale segue la partenza col simulacro dalla Chiesa campestre ed il suo ritorno nel paese, seguita dalla processione per le vie del paese e dalla messa solenne con Panegirico celebrata nella Chiesa parrocchiale. A queste cerimonie religiose si accompagnano anche numerose manifestazioni civili sia il giorno della viglia che il giorno della festa. Il Campo Sportivo ComunaleDal Municipio di Siamaggiore, proseguiamo verso est lungo la via San Costantino, dopo poco più di duecento metri svoltiamo a destra nella via Gioivanni XXIII, che si dirige verso sud uscendo dall’abitato come SP18. La seguiamo per circa trecento metri e ediamo, alla sinistra della strada, il Campo Sportivo Comunale. All’interno di questo impianto sportivo, è presente il Campo da Calcio, da qualche tempo in cattive condizioni di mantenimento, con fondo in erba naturale, dotato di tribune che sarebbero in grado di ospitare 300 spettatori. La frazione Pardo Nou realizzata a partire dal 1952Passato il Campo Sportivo, proseguiamo lungo la SP18 verso sud per circa seicentocinquanta metri, fino ad entrare nella frazione Pardu Nou (altezza metri 9 sul livello del mare, distanza in linea d’aria circa 1.23 chilometri, abitanti 68), una borgata agricola appartenente, nella sua parte orientale, al comune di Solarussa, e nella sua parte occidentale, a quello di Siamaggiore. Nel 1952 l’Ente di Trasformazione Fondiaria dell’Agricoltura Sarda ha dato impulso alla costruzione della borgata agricola di Pardu Nou, costruendo le case, le infrastrutture, le scuole, e gli asili per i coloni che vi si sarebbero insediati. La Chiesa della Beata Vergine Maria di Pardu NouEntrati nella frazione Pardo Nou con la SP18 che assume il nome di via Oristano, prendiamo subito a destra la via Santa Maria e la seguiamo passando accanto sulla destra agli Uffici regionali della Agenzia regionale per lo sviluppo in agricoltura, e sulla sinistra l’asilo di Pardu Nou. Dopo circa duecento metri, svoltiamo a destra nella via Sant’Antonio che, in una cinquantina di metri, ci porta in una piazza sulla quale si affaccia la Chiesa della Beata Vergine Maria, che è la Chiesa della frazione Pardu Nou, sorta nel 1955 poco dopo la prima realizzazione della borgata agricola. La Chiesa sorge in un ampio piazzale al centro della borgata, è un’architettura contemporanea in cemento armato improntata ad una certa semplicità. L’interno è caratterizzata da un’aula unica sulla quale si aprono due cappelle, una delle quali contenente il presbiterio. All’esterno è corredata da un portico e dal campanile, anch’esso in cemento armato. Il Campo Sportivo di Pardo NouSempre al centro della borgata, un poco più a sud rispetto alla Chiesa, si trova il Campo Sportivo di Pardu Nou. Si tratta di un Campo da Calcetto con fondo in erba sintetica, senza tribune per gli spettatori, nel quale è possibile praticare come discipline il calcio, il calcetto ossia calcio a cinque, ed anche la pallavolo, ed il tennis. La altre frazioni di Siamaggiore che si trovano nella borgata agricola estesa di Pardu NouOltre alla frazione principale di Pardu Nou, nella quale sono presenti le abitazioni e gli edifici ad esse correlati, sono state realizzate anche altre frazioni che la hanno resa una borgata agricola estremamente estesa. Un poco più a nord est rispetto alla frazione principale, alla distanza di circa cinquecento metri si trova la frazione Pardu Nou II (altezza metri 9 sul livello del mare, distanza in linea d’aria circa 1.27 chilometri, abitanti 51). A sud della frazione principale alla distanza di circa trecentocinquanta metri si trova la frazione Pardu Nou I (altezza metri 9 sul livello del mare, distanza in linea d’aria circa 1.52 chilometri, abitanti 20). Ancora più a sud alla distanza di altri seicento metri si trova la frazione Pardu Nou III (altezza metri 9 sul livello del mare, distanza in linea d’aria circa 1.89 chilometri, abitanti 71). Sono tutte frazioni che fanno parte della borgata agricola estesa, realizzata in territorio di Siamaggiore a partire dal 1952. La prossima tappa del nostro viaggioNella prossima tappa del nostro viaggio, da Siamaggiore ci recheremo a Simaxis che visiteremo con il suo centro ed i suoi dintorni nei quali si trova la frazione San Vero Congius con i resti delle Chiese bizantine presenti nei suoi dintorni. |