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Contemporanee alla Civiltà di Ozieri e all’epopea shardana nascono le grandi civiltà in Mesopotamia, Egitto e Grecia


Nella prossima pagina apriremo una parentesi di ambientazione storica e vedremo come nel periodo di Ozieri si sviluppano in Mesopotamia, in Egitto e nelle isole dell’Egeo Tre grandi civiltà con le quali la Sardegna avrà a che fare. Avendo attinto a fonti diverse, le datazioni sono relativamente approssimative.

Lo sviluppo delle grandi civiltà in Mesopotamia

L’antica MesopotamiaLa Lavorazione del rame affonda le sue radici fino dalla preistoria, dato che il più antico oggetto di rame a noi noto è un piccolo pendaglio ottenuto col minerale non lavorato, scoperto nella grotta di Shanidar, nel Kurdistan, e risalente al 10mila avanti Cristo, mentre all’8mila avanti Cristo risalgono i primi utensili prodotti col rame lavorato, ossia dei punteruoli scoperti in Anatolia e Mesopotamia. La Mesopotamia antica, come l’antico Egitto, deve la propria fortuna economica alle terre fertili e basse nei bacini dei fiumi Eufrate e Tigri che la percorrono, i quali durante le piene, ricoprono il terreno con un limo molto fertile che rende prospera l’agricoltura.

I primi abitanti della Regione sono i Sumeri

Non sappiamo l’origine dei primi abitanti della Regione, ma sappiamo che - mentre in Sardegna si sviluppa la Cultura di Ozieri, tra il 4000 ed il 3200 - verso il 3500 avanti Cristo, a seguito di grandi migrazioni, in Mesopotamia meridionale si insediano i Sumeri da shumer, che vuol dire terra coltivata, quindi portatori di coltura. Non se ne conosce l’origine: si ritiene provengano dalla Regione montuosa tra Iran ed India, contemporaneamente ad un flusso migratorio proveniente dal mar Caspio. Nelle loro tombe, infatti, sono stati rinvenuti teschi di tipo mediterraneo, armenoide e mongoloide. I Sumeri si organizzano in città-stato che si alternano nel ruolo egemonico ed inventano la Ruota il Carro la vela l’Aratro la Ruota del vasaio. A loro si deve anche l’invenzione della Scrittura cuneiforme nella quale ogni simbolo rappresenta un suono, che si va a sostituire alla scrittura pittografica, nella quale ogni simbolo rappresentava un oggetto o concetto. Le principali città-stato sono da nord a sud Sippar, Kish, Marad, Shuruppak, Nippur, lagash, Uruk, Ur che la Bibbia indica patria di Abramo, Eridu. Pur indipendenti, hanno lingua e religione comune. Alcuni ritengono che le città sumeriche abbiano inizialmente una rudimentale democrazia nella quale tutti i cittadini possono votare. Si ritiene che il re inizialmente venga scelto da un consiglio di cittadini soltanto in tempo di guerra.

Verso il 3000 ha termine l’ultimo grande disgelo, con un Innalzamento del livello del mare quasi un secondo diluvio universale, che rende alcune zone costiere non più abitabili, e porta intere popolazioni a migrare verso altre terre. Il segreto della lavorazione del rame si ritiene sia arrivato in Sardegna portato verso il 2700 da popolazioni provenienti dal Mediterraneo orientale. Subito entrate in contrasto con la popolazione locale, avrebbero determinato La fine della Civiltà di Ozieri che si era sviluppata tra il 3200 ed il 2700. Sono molte le prove che l’accoglienza di queste popolazioni non sia stata amichevole. Erano popolazioni guerriere dotate di armi in metallo, che arrivavano per colonizzare le popolazioni neolitiche.

I primi sovrani dei Sumeri fino alla leggenda di Gilgamesh

Il primo sovrano la cui esistenza storica è stata provata tramite ritrovamenti archeologici è Enmebaragesi di Kish, ventiduesimo re di quella dinastia, che conquista l’Elam, la parte sud occidentale dell’attuale Iran il cui limite occidentale è il corso inferiore del fiume Tigri, e costruisce il tempio di Enlil a Nippur. Si dice che il suo successore, Agga combatta con Gilgamesh di Uruk, il quinto re di quella città.

Gilgamesh re di UrukDa questo momento la principale città-stato dei Sumeri diviene Uruk, nota soprattutto per la leggenda di Gilgamesh di Uruk, vissuto circa nel 2700 avanti Cristo. Nel ventesimo secolo alcuni archeologi hanno fatto riemergere dalla sabbia del deserto i resti di Ninive, capitale dell’impero Assiro, con il palazzo reale e la Biblioteca di Assurbanipal, una delle maggiori biblioteche dell’antichità. Tra le 10.000 tavolette di argilla incise con scrittura cuneiforme, è stata rinvenuta la versione più completa del poema che narra l’epopea di Gilgamesh, ed anche il suo viaggio agli inferi alla ricerca dell’immortalità, nel cui racconto epico si parla per la prima volta del diluvio universale.

La Saga di Gilgamesh è uno dei più antichi poemi conosciuti, certo anteriore ai Veda indiani risalenti al 1500 avanti Cristo, ed ai poemi omerici dell’ottavo secolo avanti Cristo che narrano la guerra di Troia avvenuta nel dodicesimo secolo avanti Cristo. L’opera è scritta su dodici tavolette di argilla.

Una delle tavolette di argilla che narrano l’epopea di Gilgamesh1) Gilgamesh per due terzi divino e un terzo umano, regna ad Uruk in modo crudele. Per difendere dalla sua crudeltà i cittadini, gli dei creano Enkidu un uomo selvaggio che vive con gli animali, e lo fanno educare dalla prostituta sacra Shamkhat che gli insegna le basi della vita cittadina prima di condurlo a Uruk.

2) Enkidu arriva a Uruk in tempo per evitare che Gilgamesh usi lo Jus primae noctissu una sposa. È questo infatti uno dei motivi di protesta dei cittadini verso gli dei. I due contendenti si affrontano, ma nessuno dei due prevale. Gilgamesh, colpito dal valore dell’avversario, stringe un patto d’amicizia con lui e lo convince a recarsi insieme in una foresta di cedri pregiati per tagliare e portare a Uruk i tronchi più belli.

3) Gilgamesh convince gli anziani ad appoggiare la sua missione ed a forgiare le armi necessarie. E la madre Ninsun, sacerdotessa del tempio, angosciata della partenza del figlio, leva una preghiera a Shamash dio del sole, affinche lo protegga.

4) Durante il viaggio verso la foresta, ogni sera gli eroi eseguono un sacrificio al dio Shamash. Un demone della sabbia, inviato dal dio, fa avere a Gilgamesh sogni premonitori, ed infonde a Enkidu il potere di interpretarli. I cinque sogni di Gilgamesh sono tutti a tinte fosche, ma Enkidu li interpreta come segnali di buon auspicio.

5) Raggiunta la foresta, vengono scoperti dal mostro Hubaba posto a sua protezione dal signore degli dei Enlil. Con l’aiuto di Shamash riescono a sopraffare il mostro, che chiede pietà. Ma Enkidu avverte Gilgamesh che le sua parole sono menzognere e lo spinge a ucciderlo. I due tornano a Uruk con il bottino di tronchi di cedro.

6) Colpita dalla bellezza e dal valore di Gilgamesh, la dea Ishtar gli propone di sposarla, ma viene rifiutata per l’abitudine di liberarsi crudelmente, ad ogni nuovo innamoramento, del precedente amante. La dea, per vendetta, fa liberare dal padre Anu il Toro celeste, che imperversa per le strade della città. Enkidu affronta il Toro con Gilgamesh, e mentre Enkidu lo afferra per la coda, Gilgamesh lo colpisce con la spada tra le corna, uccidendolo. La gloria di Gilgamesh è all’apoteosi e, mentre il popolo lo acclama, Ishtar piange il Toro con le sue ancelle.

7) Enkidu sogna gli dei offesi dai loro ripetuti sacrilegi. Il signore degli dei, Enlil, decide che uno dei due eroi debba morire e, poiché Gilgamesh ha sangue divino, la condanna cade su Enkidu, che si ammala. Gilgamesh maledice la porta costruita col cedro della foresta e la prostituta che lo ha introdotto alla civiltà. Il dio Shamash però rincuora Enkidu, e in un ultimo sogno gli fa vedere il regno dei morti al quale è destinato.

8) Enkidu muore e Gilgamesh lo piange intonando un lamento funebre al quale si unisce tutto il popolo in lutto. Viene preparato un regale corredo funebre che accompagnerà il defunto nell’aldilà.

9) Gilgamesh si domanda perché gli uomini debbano morire e parte per la steppa alla ricerca di una risposta. Alla porta di una montagna trova creature per metà uomo e per metà scorpione, che riconoscono la sua origine divina e lo lasciano passare. Attraversata la montagna, arriva nel giardino di Shamash, dove diamanti e lapislazzuli crescono sugli alberi.

10) Il giardino di Shamash è sorvegliato dalla vivandiera Siduri, che gli spiega come raggiungere l’antenato Utnapishtim reso immortale dagli dei per aver superato il diluvio universale. Il traghettatore Urshanabi porta Gilgamesh, attraverso le acque della morte, da Utnapishtim che gli dice di non avere alcun segreto dell’eternità.

11) Gilgamesh non gli crede, allora Utnapishtim gli racconta come si salvò dal diluvio. Gli dice che, al termine di questa calamità, gli dei lo elessero a loro pari, destinandolo a vivere lontano dal mondo e donandogli l’immortalità. Gilgamesh tenta di ottenere l’immortalità con la prova del sonno ma fallisce. È sconfitto, ma Utnapishtim gli dona la pianta dell’irrequietezza, che restituisce vigore al fisico. Durante il ritorno Gilgamesh fa una sosta lasciando incustodita la pianta, che viene divorata da un serpente che perde la pelle e ritorna giovane. Gilgamesh accetta il suo destino mortale e torna a Uruk. Qui riprende l’esercizio del potere con i suoi strumenti, due oggetti simbolici di grande valore, il pukku ossia il tamburo, e il mekku ossia la bacchetta della guerra.

12) I lamenti delle vedove fanno cadere il pukku e il mekku agli inferi. Enkidu, di nuovo vivo, parte per recuperarli, e Gilgamesh gli raccomanda di rispettare tutti i tabù degli inferi per garantirsi il ritorno. Enkidu però infrange alcuni tabù e viene intrappolato. Gilgamesh chiede aiuto a Shamash che intercede presso Nergal signore dell’oltretomba, per liberare Enkidu, che però è già morto, come apprende Gilgamesh quando al suo cospetto si presenta solo un’ombra.

Questo è un breve riassunto della Saga di Gilgamesh uno dei più antichi poemi conosciuti, che ha certamente molto influenzato l’autore della Genesi, il primo libro della Bibbia.

Lo sviluppo della civiltà Sumera

Marduk, della terza generazione divinaIl tempio a Ziggurath di UrIl Dio Marduk della terza generazione divina, in breve si afferma come principale divinità sumera. Ciascuna città-stato ha un tempio, lo Ziggurat realizzato all’interno di un recinto chiamato Sachn. È costituito da una sorta di grande piramide a gradoni, solitamente realizzata con mattoni di fango o di argilla, con i lati orientati secondo i punti cardinali e formata da piani sovrapposti a cui si accede per lo più mediante rampe laterali. L’altezza della costruzione rappresenta la volontà dell’uomo di avvicinarsi sempre di più al cielo. Sulla sommità i sacerdoti offrono i sacrifici agli dèi e di lassù scrutano il cielo stellato per trarne auspici. I templi a Ziggurat continueranno ad essere costruiti anche in seguito dagli Assiri e Babilonesi. Il maggiore sviluppo della civiltà Sumera si ha tra il 2500 ed 2350. Verso il 2500 nel sud est dell’Asia inizia la Lavorazione del bronzo che arriva in Mesopotamia attraverso l’Anatolia o l’attuale Iran, essendo quelle popolazioni legate ai Sumeri da rapporti commerciali.

Infiltrazioni delle popolazioni Akkadiche di lingua semitica

Ma sempre verso il 2500, attraverso il deserto siriano, iniziano le infiltrazioni di tribù e popolazioni di lingua semitica, tra le quali gli Akkadici o Accadi che edificano le prime città semite. In quegli anni a lagash regna una serie di deboli e corrotti sacerdoti-re, l’ultimo dei quali, Urukagina, è noto per le sue riforme giudiziarie, sociali ed economiche, e ciò potrebbe a buon diritto costituire il primo codice legale conosciuto nella storia dell’uomo. Urukagina viene rovesciato e la sua città di lagash presa da Lugalzaggisi il sommo sacerdote di Umma. Lugalzaggisi prende anche Uruk e Ur, e fa di Uruk la capitale. In una lunga iscrizione incisa su centinaia di vasi di pietra dedicati al dio Enlil egli vanta che il proprio regno si estende dal Mare Inferiore, lungo i fiumi Tigri ed Eufrate, al Mare Superiore, ossia dal golfo Persico al Mediterraneo. Quindi egli inizia a dare l’assalto alle città semite confinanti.

L’impero di Sargon di Akkad e la grande carestia che porta all’emigrazione di parte della popolazione verso occidente

Sargon di AkkadIl semita Sargon che regna dal 2334 al 2279, nasce ad Akkad, città situata sulla riva sinistra del basso Eufrate tra Sippar e Kish. Secondo una leggenda, egli nasce da una Vergine del tempio e viene abbandonato in acqua in un cesto, raccolto poi da un portatore d’acqua che lo alleva fino alla maggiore età. È un salvato dalle acque, come la leggenda vuole lo siano stati Osiride, Viracocha, Mosè, Perseo, Romolo ecc. Sargon diventa ministro di Ur-Zababa, re semitico della città di Kish. All’arrivo dei Sumeri di lugalzaggisi, Sargon fugge da Kish e ritorna nella città di Akkad. Qui riunisce un esercito mobile ed una cavalleria più manovrabile dei carri e delle falangi sumere, operando quindi una sorta di guerriglia, e nel 2450 sconfigge lugalzaggisi, che porta in catene a Nippur. Questo scontro rappresenta una lotta tra due mondi: quello nomade semita, più giovane e più equipaggiato militarmente, e quello sumero, più civile e meno dedito alla guerra, più stanziale. Noto come Sargon il Grande, egli riunisce l’Assiria del nord e fonda un impero che va dal Mediterraneo al golfo Persico, porta la capitale ad Akkad e istituisce un governo centralizzato, che limita gradualmente l’autonomia delle città stato. È il fondatore, quindi, del Primo impero al mondo e da inizio alla dinastia Agade, detta anche Sargonide. La cronaca narra di un sacrilegio che il re Sargon avrebbe commesso contro Babilonia, dopo il quale una grave carestia distrugge il suo popolo e la sua tomba viene profanata. L’impero Sargonide dura circa Trecentoanni, e si ritiene che la sua fine abbia avuto cause interne, tra le quali la ribellione delle città assoggettate e probabilmente la Grande carestia della quale si hanno prove concrete, che avrebbe colpito la Mesopotamia verso il 2300 e si sarebbe protratta per Trecentoanni. A seguito della carestia gran parte dei popoli dell’asia Minore sarebbero emigrati verso occidente creando i primi insediamenti in libano, Palestina e nelle maggiori isole del Mediterraneo Occidentale. Da qui deriveranno i Popoli del Mare che porteranno all’arrivo in Sardegna degli Shardana che tanta influenza avranno sulla storia dell’Isola.

L’aggressione dei Gutei abbatte l’impero Akkadico

Gudea di lagasNel 2150 si verifica l’Aggressione dei Gutei una popolazione barbara di origine armena, cha abbatte l’impero Akkadico e distrugge la stessa Akkad. Ai Gutei si ribellano i Sumeri, con il re Gudea di lagash, che regna dal 2144 al 2124. Egli li respinge verso l’Armenia e da inizio al periodo neo: sumerico. Il re Gudea è un sovrano religioso che appartiene alla seconda generazione di lagash, dove regna per venti anni in pace un paese già dilaniato dalle numerose guerre controllando gran parte del sud della Mesopotamia. È sotto il suo regno che la città-stato di lagash raggiunge la maggior prosperità economica grazie all’agricoltura ed al commercio coi paesi vicini. Gudea realizza grandi costruzioni e durante il suo regno si sviluppa una notevole attività letteraria. Sono state rinvenute molteiscrizioni votive a lui dedicate e venti sculture di diorite, una sorta di granito verde scuro, lo mostrano il più delle volte in preghiera. Gudea considera se stesso il rappresentante del dio Ningirsu e dopo la sua morte viene deificato.

Scnfitti i Gutei si insediano gli Amorrei e gli Elamiti

Nel 2050, dopo 100 anni di lotta, i Gutei governati dal re Tirigan vengono respinti in Armenia dal re Utu-Hegal di Uruk. Rinasce il sistema sumero delle citta: stato, ma proseguono le infiltrazioni semitiche. Sebbene la lingua sumera torni ad essere quella ufficiale, l’identità sumera è ormai già in declino, dal momento che la popolazione diventa sempre più semitizzata. Tanto che il re Shulgi fa erigere una muraglia di 63 chilometri a difesa dagli Amorrei dall’akkadico amurru ossia ovest, una popolazione seminomade di origine semitica, citata da molte fonti tra cui la Bibbia, proveniente dalle impervie regioni del Sinai, che tentano una prima invasione ma per ora vengono respinti. Verso il 2000, però, l’impero Sumero crolla definitivamente. Gli Amorrei si insediano nella Mesopotamia occidentale, a sud della Siria. Più ad est c’è il territorio dell’Elam occupato dagli Elamiti una popolazione forse di lingua dravidica, parlata nell’India e nel paesi circostanti, stanziata nel territorio compreso tra l’altopiano iraniano sud occidentale e le terre a est del basso Tigri, con capitale Susa. Sempre verso il 2000, gli Elamiti depongono l’ultimo re sumero, occupano la capitale Ur e si insediano stabilmente nei territori della Mesopotamia meridionale. Si sviluppa però una forte rivalità fra le città-stato di larsa, che subisce l’influenza elamita, e di Isin, che è più che altro amorrea. I semiti finiranno col prevalere con Hammurabi di Babilonia.

Hammurabi, l’importante sesto re di Babilonia

Hammurabi di BabiloniaNella Mesopotamia meridionale si trova la città di Babilonia dal babilonese babil ossia porta di Dio, citata per la prima volta in una tavoletta scritta nel ventiquattresimo secolo avanti Cristo durante il regno di Sargon di Akkad. Col passare degli anni era diventata solo una città di provincia, ma in questo periodo Babilonia risorge. È una città posta sulle rive dell’Eufrate, che la attraversa entrando e uscendo attraverso due sue porte. Sesto re di Babilonia è Hammurabi di origine Amorrea, che regna tra il 1792 ed il 1750 avanti Cristo. Egli sottomette gli Elamiti e fonda il primo impero Babilonese, che estende dal golfo Persico, attraverso la valle del Tigri e dell’Eufrate, fino alla Siria e all’Assiria, che vengono sottomesse, ed alle coste del mar Mediterraneo. Abile amministratore e valoroso guerriero, è anche un grande legislatore. Verso la fine del suo regno Babilonia assume la predominanza nell’intera Regione ed il dio Marduk diventa protettore di Babilonia. Nel 1902 un gruppo di archeologi Francesi ha scoperto a Sa, in Iraq, una stele di basalto alta 225 centimetri, datata circa 1780, contenente la più antica raccolta di leggi conosciuta nella storia dell’umanità, che è anche la più lunga iscrizione in lingua sarda babilonese che tratti di un unico argomento. Viene chiamato codice di Hammurabi e contiene le disposizioni di diritto pubblico e privato che regolavano la vita del regno babilonese.

Il Codice di HammurabiIl Codice di Hammurabi comprende 282 leggi ed è redatto in scrittura cuneiforme su 3600 colonne orizzontali e 49 verticali. Tra le principali leggi del codice di Hammurab troviamoi: non commettere rapina; non spostare una pietra confinaria; non frodare; non concupire; non desiderare la roba d’altri non rapire; non dare falsa testimonianza; non avere rapporti sessuali con tua madre, con la sorella di tua madre, con un altro uomo, con la moglie di un altro uomo; ne l’uomo ne la donna devono accoppiarsi con le bestie; non avere comportamenti provocanti che possano condurre a un’unione proibita; non sia castrato alcun maschio, ne uomo ne animale; non pensare che esista altra divinità al di fuori del Signore; non intagliare alcuna immagine, non fare idoli per uso altrui, non inchinarti davanti a un idolo e non fare libagioni o sacrifici, ne bruciare incenso davanti a un idolo; non far passare i figli attraverso il fuoco del culto del Moloch; non profanare il nome di Dio.

È innegabile la somiglianza con le Tavole della legge che secondo la Bibbia il signore diede a Mosè sul monte Sinai.

L’impero Babilonese prosegue per duecentoanni, viene quindi messo in crisi dall’arrivo di alcune popolazioni indoeuropee, chiamate Popoli dei Monti perché provenienti dalle zone montagnose dell’Asia Minore e nord Iraniane.

L’arrivo dei Popoli del Mare e l’insediamento degli Ittiti, del Cassiti, degli Hurriti e degli Assiri

Gli Ittiti probabilmente seminomadi originari del Caucaso, si insediano in Anatolia intorno al 1900, fino a che Tabarnas vissuto tra il 1680 ed il 1650, riunisce i vari insediamenti in un unico regno di cui diventa la capitale Hattusa. Hattusil I che regna dal 1650 al 1620, inizia l’espansione e da inizio all’impero Ittita. Verso il 1595 Mursil I invade la Regione causando il crollo dell’impero Babilonese che passa sotto la dominazione ittita, che viene a comprendere i territori del nord, ossia Turchia, Siria e parte della Mesopotamia. Frattanto più ad est, nell’area che corrisponde all’Assiria e al nord di Babilonia, si sono stabiliti i Cassiti popolazione asiatica proveniente dalle montagne nord Iraniane, che si alleano con gli Ittiti ed insieme dominano dal 1530 al 1080. Sebbene siano gli Ittiti a conquistare Babilonia, questa città diviene la capitale dell’impero Cassita. I Cassiti costituiscono la dinastia che regna più a lungo in Babilonia, ma lasciano poche tracce, tanto che di questo periodo non si sa molto. Nella Mesopotamia settentrionale nel 1600 si insediano anche gli Hurriti che creano un impero di media grandezza chiamato Mitanni. Gli Hurriti iniziano ad occupare territori ad occidente ed a costituire una minaccia per i Faraoni in Egitto. In questo periodo, quindi, vengono combattute molte guerre tra l’Egitto, l’impero Ittita e gli Hurriti. Nel 1300, però, gli Hurriti vengono assoggettati dagli Ittiti e quindi le guerre proseguono tra Egitto ed impero Ittita. Frattanto nel nord della Mesopotamia gli Assiri divengono potenti e cominciano a indebolire l’impero Cassita. Questo avviene mentre i Cassiti sono impegnati a combattere contro gli Elamiti a est, che alla fine li sconfiggono. Gli Elamiti causano il crollo dell’impero Cassita, conquistano Babilonia, ed, in segno di vittoria, portano come bottino la statua di Marduk da Babilonia a Susa.

Abu Simbel: guerrieri Shardana (elmo con le corna e uno strano vessillo) e Phelets (elmo con le piume)Del periodo dal dodicesimo al decimo secolo non si sa molto a causa delle poche iscrizioni rinvenute. Di questo periodo si sa, comunque, che l’impero Ittita entra in crisi a seguito della invasione dei Popoli del Mare che già nel 1250, dopo aver distrutto Tirinto e devastato i dintorni di Micene, si spostano fino in Anatolia. Nel 1210 alcuni Popoli del Mare si insediano stabilmente sulle coste dell’attuale libano, dove fondano Tiro e Sidone che verranno indicate come principali città fenicie. Ma l’invasione più grande e definitiva dei Popoli del Mare avviene tra il 1200 ed il 1180, quando cancellano l’impero Miceneo, invadono la Laconia, proseguono verso est distruggendo l’impero Ittita insieme alla sua capitale Hattusa, ed arrivano fino in Asia Minore, risparmiando però le città di Tiro e Sidone ed i territori circostanti.

L’impero Assiro

In questo periodo nel nord del paese, nella Regione dell’alto Tigri corrispondente all’estremo settentrione dell’odierno Iraq, iniziano ad imporsi gli Assiri nome che deriva dalla sua originaria capitale Assur. Essi erano stati sottomessi agli Hurriti ch avevano conquistato Assur, ma durante la loro crisi si erano costituiti in regno indipendente. I loro eserciti sono fra i primi a usare la cavalleria che prende il posto dei carri da combattimento e si guadagna grande fama di valore e brutalità. Il feroce re AsurballitàI che regna tra il 1365 ed il 1330, usa guerrieri sanguinari, autori di stragi e deportazioni di massa. Quando l’impero Ittita collassa sotto l’attacco dei Frigi una popolazione indo-europea storicamente stanziata in Anatolia occidentale, Babilonia e l’Assiria iniziano a rivaleggiare per le regioni Amorree, precedentemente sotto il controllo Ittita. Gli Assiri si spingono a sud verso Babilobia con i vittoriosi re Adad-Ninari I che regna dal 1307 al 1275, e Salmanassar che regna dal 1274 al 1245. Dopo la fine dell’impero Ittita, con Tukulti-Ninurta regnante tra il 1244 ed il 1208, iniziano la conquista di Babilonia. Il re assiro Assur-resh: ishi che regna dal 1208 al 1115, sconfigge Nabucodonosor I di Babilonia in una battaglia in questa Regione. La conquista di Babilonia prosegue con Tiglat: il pileser I regnante tra il 1115 ed il 1074, che attraversa l’Eufrate catturando Carchemish, sconfigge i Frigi e i resti degli Ittiti, e avanza verso il Mediterraneo, assoggettando la fenicia. Inoltre marcia due volte su Babilonia, assumendo il vecchio titolo di re del Sumer e Accad, sebbene non riesca a deporre il re babilonese Nabucodonosor I. Può essere considerato il fondatore del primo impero assiro, che occupa tutta la Mesopotamia e va dal golfo Persico alle coste del Mediterraneo, all’Asia minore e al Mar Nero. Il paradosso degli Assiri è che, oltre a sviluppare un’incredibile strategia militare, curano la matematica, l’astronomia, la scienza, la letteratura e i testi sacri. Alla morte di Tiglat: il pileser I, l’impero incomincia però una lenta decadenza di quasi due secoli, fino a quando gli Assiri torneranno ad affermarsi con Assurbanipal nel periodo che viene chiamato neo Assiro.

Il re babilonese Nabucodonosor

Nel pariodo di decadenza dell’impero Assiro, il sovrano babilonese Nabucodonosor I re dal 1127 al 1105 circa, attacca direttamente l’Elam, arrivando alla capitale Susa. Con questo recupera anche la statua del dio Marduk, che era stata deportata da Babilonia, come simbolo della sua vittoria. Il sovrano segna dunque la definitiva cacciata degli Elamiti e ristabilisce la capitale a Babilonia, restaurando i confini classici del territorio babilonese.

Il periodo Neo Assiro

Il periodo Neo Assiro inizia con Adad-Nirari II che regna fino all’891 e riporta sotto il suo controllo le aree ancora nominalmente appartenenti agli Assiri, deportando le popolazioni al nord. Il suo successore Tukulti-Ninurta II regnante tra l’890 e l’884, fa alcune conquiste al nord, durante il suo pur breve regno. Il successivo re Assurbanipal II re dall’883 all’858, intraprende un programma di spietata espansione incutendo terrore ai popoli del nord. La sua durezza scatena una rivolta che viene ferocemente repressa con una battaglia di due giorni. Avanza, quindi, senza ostacoli fino al Mediterraneo ed impone pesanti tributi ai Fenici. Trasferisce quindi la capitale alla città di Kalhu ossia Nimrud. Gli succede Salmanassar III che regna dall’859 all’824, e soffoca le rivolte in Palestina e in fenicia. A lui succede Adad-Nirari III re tra l’810 ed il 782, che conquista Damasco e continua l’assedio delle città fenicie. Gli succede Tiglat: il pileser III re dal 744 al 727, che riconquista parte dei territori perduti, riprendendo tutta la Siria e la Palestina. Questi sovrani devono domare rivolte dei popoli sottomessi, sconfiggono il regno d’Israele e ne deportano la popolazione in Assiria. Sargon II regnante dal 721 al 705, inaugura una nuova fortunata dinastia detta Sargonide. Viene ucciso durante una battaglia con i Cimmeri e gli succede il figlio Sennacherib che regna tra il 680 ed il 669, e che si dedica a spegnere le continue rivolte in Palestina e nell’Elam, sposta a Ninive la capitale dell’impero e costringe i deportati a lavorare al sistema dei canali d’irrigazione della città. Con Assa Rhaddon regnante tra il 681 ed il 668, la potenza assira raggiunge il culmine conquistando l’Egitto e la stessa capitale Menfi.

L’ultimo grande re assiro Assurbanipal III che è il Sardanapalo di cui parlano i Greci

Assurbanipal III di Assiria, il Sardanapalo dei greciL’ultimo grande re assiro è Assurbanipal re dal 668 al 631, che completa l’opera concludendo l’ascesa dell’impero. Non riuscendo a frenare l’Egitto, vi colloca Psammetico come suo vassallo nel 663, ma nel 652 questi è diventato talmente potente da dichiarare l’indipendenza dall’Assiria, aiutato dal fatto che il fratello di Assurbanipal, Shamash-Shum-ukin, governatore di Babilonia, ha iniziato una guerra civile che perdurerà fino a quando Babilonia verrà saccheggiata e il fratello brucerà il palazzo, uccidendosi. Morte di Assurbanipal III di Assiria, il Sardanapalo dei greciAssurbanipal è il Sardanapalo di cui ci parlano i Greci. Già le leggende persiane narrano che sarebbe vissuto circondato da concubine, dedito a una vita di Lussuria e lascivia. Per tutto il Medio Evo sarà considerato simbolo di corruzione e Lussuria e così ne parlerà anche Dante nella Divina Commedia. Durante il suo regno iniziano rivolte in tutta l’Assiria. Secondo la leggenda, assediato dai rivoltosi che cercano di rovesciare il suo potere e resosi conto della imminente sconfitta, decide di morire con tutte le sue concubine, i suoi schiavi, i suoi cani e i suoi cavalli preferiti. Quindi, dopo che gli uomini hanno sgozzate le donne, il coppiere del re appicca il fuoco alla pira che brucerà tutto. Assurbanipal, comunque, oltre ad avere una grande Biblioteca piena di tavolette cuneiformi a Ninive, aveva incoraggiato l’arte e la cultura.

Il secondo impero Babilonese, con Nabucodonosor II ed i giardini pensili di Babilonia

Nabucodonosor IINabopolassar re di Babilonia, chiama in aiuto Ciassarre re dei Medi, ed insieme abbattono per sempre l’impero Assiro, distruggendo la sua capitale Ninive. Dal 612, raggiunta un’intesa con i Medi, Nabopolassar fonda il secondo impero Babilonese, che durerà però meno di un secolo. Il figlio di Nabopolassar, Nabucodonosor II regnante tra il 605 ed il 562, è l’ispiratore tra l’altro del Nabucco di Giuseppe Verdi e rappresenta un’importante figura culturale e politica. Egli porta a termine l’opera del padre, sconfigge nel 605 il faraone Neco a Karkemish ed assume il controllo della Regione siro: il palestinese. Nel 600 trenta senza successo di attaccare l’Egitto. Nel 597 occupa Gerusalemme ed esilia il re Ioachin. Quindi tra il 587 ed il 586, una ribellione di Sedecia, da lui proclamato re di Giudea, provoca la sua seconda occupazione di Gerusalemme con la distruzione del tempio. Successivamente sottomette la Cilicia. Assedia Tiro, che gli resiste 13 anni prima di soccombere nel 573, e con una potentissima flotta attacca gli egiziani per terra e per mare. I famosi giardini pensili di BabiloniaCon lui il secondo impero Babilonese raggiunge la maggior potenza e grandezza, estendendosi dall’Egitto all’Elam, e viene ricostruita Babilonia che diviene la città più splendida d’oriente. A lui si attribuiscono i famosi Giardini pensili di Babilonia una delle sette meraviglie del mondo, il rifacimento del tempio dedicato a Marduk, il dio più importante della città, contenente all’interno una vasta sala interamente rivestita d’oro. Al di là del tempio si innalzava la colossale Ziqqurat di otto o nove piani, per un’altezza di un centinaio di metri, da lui rifatta, che si ritiene abbia dato origine alla leggenda della Torre di Babele. Erodoto riferisce che alla sommità della torre vi era un tempio completamente vuoto ad eccezione di un grande divano con a fianco solo un grande tavolo d’oro. Dopo Nabucodonosor II incomincia, però, la decadenza dell’impero Babilonese, che si conclude nel 539 quando re Ciro di Persia che regna dal 590 al 529, sottomesse la Media e la lidia, espugna Babilonia.

L’antico Egitto

L’antico EgittoCon civiltà dell’Antico Egitto si intendono le civiltà sviluppataesi in quella sottile striscia di terra fertile che si distende lungo le rive del Nilo, a partire dalle sue cataratte al confine con il sudan, fino al suo sbocco nel mare Mediterraneo. Nel delta del Nilo nascono i primi insediamenti di agricoltori, che si scontrano e si alleano tra loro, fino a venire a formare due diversi regni. Nelle zone a sud dell’Antico Egitto nasce il regno dell’Alto Egitto che si sviluppa nella parte meridionale della valle del Nilo, mentre a nord nasce il regno del Basso Egitto che si sviluppa nella parte settentrionale della valle del Nilo, ed è costituito principalmente dai territori intorno al delta di questo fiume.

Il Periodo Arcaico con la I e la II dinastia

Il cosiddetto Periodo Arcaico o Periodo Tinita, da Thinis città di origine dei sovrani, nome greco della città egizia Tjeni, una delle più antiche città dell’Alto Egitto, comprende le prime due dinastie che regnano in Egitto e si sviluppa tra il 3150 ed il 2700 avanti Cristo É antecedente a questo periodo, l’epoca nella quale in Sardegna si sviluppa, tra il 4000 ed il 3200 avanti Cristo, la Cultura di San Michele di Ozieri. Se, come siamo portati a ritenere e come abbiamo cercato di dimostrare, è durante questa cultura che si edificano le grandi costruzioni megalitiche e che sono stati edificati i grandi Nuraghi, la costruzione di questi sarebbe di gran lunga antecedente alla costruzione delle grandi piramidi in Egitto.

La paletta di Narmer: fronte e retroSecondo la tradizione sarebbe stato il mitico faraone Menes ad unificare le due terre dando inizio alla I dinastia tra il 3150 ed il 3000 avanti Cristo. Il primo regnante storicamente certo è Narmer che viene ritratto nella cosiddetta paletta di Narmer con la Corona dell’Alto Egitto da una parte e quella del Basso Egitto dall’altra. Viene identificato da molti con lo stesso Menes. Ptah, il dio creatoreEgli avrebbe fondato la città di Men-Nefer, ossia Menfi, nel Basso Egitto, a sud del Cairo, presso l’odierna MitàRibeina, su un terreno ottenuto deviando con una grande diga il corso del Nilo. La capitale è, invece, Thinis, che si trova presso Abido, nell’Alto Egitto. A Menes seguono altri sette sovrani. La principale divinità è Ptah un dio creatore, demiurgo della città di Menfi, patrono degli artigiani e degli architetti. Durante la I dinastia la cultura egizia fiorisce. È già utilizzato il Papiro coltivato per produrre oggetti di uso comune come copricapi, San dali, scatole, barche e funi, mentre il midollo del fusto viene soprattutto impiegato per produrre l’omonimo materiale cartaceo. La scrittura fa uso dei Geroglifici. Per la prima volta viene utilizzata la Pietra per costruire edifici e realizzare sculture. La nobiltà viene sepolta nelle Mastabe parola araba che significa panca e sta ad indicare tombe costituite da un gradone di forma tronco: il piramidale oblunga. Le mastabe sono finemente decorate.

Seth, divinità venerata nel Basso EgittoHorus, il dio falco venerato nell’Alto EgittoSegue la II dinastia tra il 3000 ed il 2700 avanti Cristo, che mantiene unificati l’Alto e il Basso Egitto. regnano sei sovrani, ma al termine della II dinastia si scontrano due pretendenti al trono. Si tratta di Persiben che assume il nome di Seth invece del tradizionale nome di Horus, e di Khasekhem che invece mantiene il nome di Horus. Va notato che Seth è una divinità del Basso Egitto, nemico di Horus, il dio falco venerato nell’Alto Egitto. Lo scontro vede Khasekhem ritirarsi verso sud, a Nekhen, ossia Hierakopolis. Ma alla fine egli riesce a sconfiggere Persiben ed a riunificare nuovamente l’Egitto. Assume il nome di Khasekhemwy che vuol dire che due poteri sono apparsi, ed è l’ultimo sovrano della II dinastia.

Con la III dinastia inizia l’Antico regno e la costruzione delle prime piramidi

Alla II dinastia segue l’Antico regno. Comincia con la III dinastia tra il 2700 ed il 2630 avanti Cristo, che porta la capitale a Menfi, nel Basso Egitto. È un periodo di grande prosperità, con un governo fortemente centralizzato ed impegnato nell’espansione in terre straniere combattendo contro Beduini, Nubiani, Siriani, Caananiti, Palestinesi. Nasce il Culto del dio Sole come testimoniano le costruzioni dei templi dedicati al sole in molte città. Il faraone DjoserLa piramide di DjoserIl secondo sovrano della III dinastia è Djoser che regna dal 2680 al 2650. Egli fa costruire la grande Piramide a gradoni di Saqqara che sovrasta la città di Menfi, nel Basso Egitto. Il complesso degli edifici, restaurato di recente, è suggestivo. Si tratta di una costruzione imponente, realizzata in 41 anni di lavoro, che si eleva fino a 71 metri, con sei gradini di diversa altezza. La piramide a gradoni è nata come una mastaba a pianta quadrata anziche oblunga, ma successive modifiche del progetto iniziale hanno portato a realizzare sopra la prima altre cinque mastaba, ciascuna leggermente più piccola della precedente, e le hanno dato l’aspetto che oggi possiamo ammirare. Vengono successivamente costruite altre piramidi a gradoni. Si ritiene che la piramide volesse rappresentare una sorta di scalinata verso il cielo. A Djoser seguono altri tre sovrani.

La sesto dinastia e la costruzione delle piramidi Snofru

Il faraone SnofruSi arriva al primo sovrano della IV dinastia che è Snofru regnante tra il 2630 ed il 2606, ricordato per due campagne militari, l’una in territorio nubiano dove si afferma abbia catturato settemila prigionieri e Duecentomila capi di bestiame, l’altra contro i Tjehnyu libici. Snofru lascia di se un’immagine di monarca generoso e buono, ma le sue imprese sono nulla di fronte ai monumenti innalzati a proprio ricordo. Egli decide di completare la Piramide di suo padre Huni a Meidum iniziata a gradoni, alla quale però fa lisciare i fianchi realizzando una piramide a torrione. realizza quindi altre piramidi tra le quali una Piramide romboidale di Dashur circa quattro miglia a sud di Saqqara, ed infine, poco distante, la grande Piramide rossa di Dashur entrambe alte più di 94 metri, con una imponente camera sepolcrale dal soffitto molto alto e sostenuto da modiglioni. Sono tutte caratterizzate dai lati lisciati e la copertura di pietra levigata, che avranno tutte le piramidi successive.

La piramide di Huni a Meidum La piramide romboidale a Dashur La piramide rossa a Dashur

Le grandi piramidi Giza

Il faraone CheopeLa piramide di CheopeLa costruzione delle piramidi raggiunge l’apice a Giza, a sud del Cairo, con le grandi piramidi Giza. La principale è quella del faraone Cheope il secondo sovrano della IV dinastia, regnante tra il 2606 ed il 2583. Le piramidi GizaPoco sappiamo della sua vita eccetto la narrazione dei funerali della madre Hetephras, moglie di Snofru, la cui tomba è stata scoperta nei pressi della piramide nel 1925. Erodoto lo descrive empio e crudele, a causa forse delle immani fatiche da lui imposte ai suoi sudditi. La sua piramide è la più imponente delle piramidi costruite a Giza, detta anche la Grande piramide ed è l’unica delle sette meraviglie del mondo antico che sia giunta sino a noi. Costruita intorno al 2570 avanti Cristo, in origine era alta 157 metri, con lati lunghi 247 metri, ed è stata realizzata con 2.300.000 blocchi di calcare. È rimasta l’edificio più alto del mondo per circa 3800 anni.

Il faraone ChefrenLa piramide di ChefrenIl faraone Chefren che regna dal 2575 al 2535, è il quarto sovrano della IV dinastia e di lui non abbiamo notizie più abbondanti di quelle su Cheope. Anche di lui Erodoto parla come di un sovrano empio e crudele. La Sfinge di ChefrenLa Piramide di Chefren è come grandezza la seconda dopo la famosa piramide di Cheope, edificata con grandi blocchi grezzi ed irregolari disposti con scarsa precisione nella parte bassa mentre verso la sommità sono più regolari. La piramide appare più alta di quella di Cheope perché è costruita su uno zoccolo di roccia alto circa 10 metri. È l’unica piramide che conserva sulla sommità una parziale copertura in calcare bianco di Tura, che originariamente ricopriva l’intera struttura, mentre la base è rivestita di pietra etiopica variegata, così come la definisce Erodoto, ovvero di granito rosso e grigio di Assuan. Nelle immediate vicinanze, verso nord est, si può ammirare la Sfinge quasi sicuramente fatta scolpire da Chefren in un unico enorme blocco di roccia che sorgeva lì di fianco, e fatta modellare a immagine del faraone che viene rappresentato nel doppio aspetto di Leone e di uomo. È la più grande statua monolitica del mondo.

Il faraone MicerinoLa piramide di MicerinoLa terza è la piramide di Micerino regnante dal 2535 al 2517, fratello o figlio e successore di Chefren, il quinto faraone della IV dinastia, che regna su un Egitto sempre più fiorente e in espansione. La Piramide di Micerino è più piccola delle precedenti e dimostra la fretta del costruttore che la edifica in più riprese, con materiali vari e varie tecniche. Il suo volume è un decimo di quella di Cheope e purtroppo le facce della piramide hanno superfici imperfette e le pietre sembrano sistemate senza l’armonia delle altre due. In origine la piramide avrebbe dovuto essere tutta ricorperta dello spettacolare granito rosso di Assuan, ma la prematura morte di Micerino la fa terminare frettolosamente. Presenta anche un’orrenda breccia dovuta al figlio di Saladino, Malek Ab: aziz Otmanben Yussuf, che l’ha aperta nel 1196 dopo Cristo per cercare il corredo funerario di Micerino.

Gli ultimi sovrani dell’Antico regno nella V e sesto dinastia

Il faraone UserkafA Micerino succede un altro faraone, si passa poi alla V dinastia che inizia con Userkaf che regna dal 2510 al 2500. Egli fa costruire a sud di Giza, a Djedu, oggi Abu Sir, il Tempio del dio Sole che si identifica con la divinità Ra ed ha a Eliopoli il suo principale centro di culto. Il tempio si trova circa 1500 metri a sud della piramide del medesimo faraone, un pò isolato dagli altri edifici. È il più antico edificio di questo tipo. Costruito in mattoni crudi. Anche se ridotto a pochi resti, questi sono sufficienti per capire che era simile a quello limitrofo di Niuserre, anche se molto più semplice.

Il faraone NiuserreA lui succedono quattro faraoni, per arrivare a Niuserre regnante dal 2460 al 2430, sesto faraone della V dinastia, che fa edificare un Tempio del dio Sole ad Abu Gurab, un importante sito archeologico posto a circa un chilometro a nord di Abu Sir. Si tratta di un complesso eccezionale realizzato interamente in pietra e giunto a noi quasi intatto. resti del tempio solare del faraone NiuserreIl tempio era costituito da numerose strutture ma il Santuario era il grande cortile di 80x110 metri, posto nella parte superiore del tempio, al quale si accedeva attraverso una rampa coperta lunga 90 metri e con un dislivello di 16 metri. Il cortile era dominato da un tozzo obelisco fatto in mattoni, visibile da tutta la valle, alto circa 36 metri, rivestito di calcare bianco e con il pyramidion in granito coperto da lamine di rame dorato, che riflettevano con bagliori accecanti i raggi del sole. A Niuserre succedono tre altri faraoni, ma con la V dinastia ha termine la costruzione delle grandi piramidi. Il faraone Teti che regna dal 2350 al 2320, inizia la Sesto dinastia durante la quale prosegue la costruzione di templi del Sole, nei quali l’elemento principale è un obelisco edificato su una piattaforma. A lui succedono sei altri faraoni.

Dalla settimo alla undicesimo dinastia il Primo Periodo Intermedio

Viene chiamato Primo Periodo Intermedio quello che va dal 2195-2050 circa. Questo periodo inizia con la Settimo e la Ottavo dinastia dette Menfite dalla citttà di origine dei faraoni, che vedono regnare diciassette faraoni. È un periodo di carestia e di grandi lotte contro libici ed asiatici che entrano nella Regione del delta. Alto e Basso Egitto divengono di nuovo due stati distinti. La Nono e decimo dinastia dette Eracleopolitane del Delta, vedono verso il 2160 i Governanti di Henen-Nesw ossia Herakleopolis, noti per la loro crudeltà, riunificare il Basso Egitto, espellere libici ed asiatici e fortificare i confini. I Governanti di Waset ossia Tebe, invece, unificano l’Alto Egitto. Con loro inizia la Undicesimo dinastia. Il primo regnante di questa dinastia è Inyotef nato nel 2137, che conquista le terre a sud e assume il titolo di Gran capo dell’Alto Egitto. I quattro successori di Inyotef, con il crescere del potere, riprendono il titolo di faraoni, si rivolgono verso il nord. Gli scontri sul confine tra l’alto e Basso Egitto sfociano in guerra civile.

Il Medio regno con la prosecuzione della undicesimo e con la dodicesimo dinastia

Amon, dio patrono di WasetBes, il dio nanoQuello che segue viene indicato con il nome di Medio regno e va dal 2050 al 1786 circa avanti Cristo. Durante il Medio regno prosegue la undicesima dinastia, con Mentuhotep II regnante dal 2013 al 2001. Egli sconfigge l’Alto Egitto, riunifica le due terre, prende il nome di Sam-Towe, ossia unificatore delle due terre, e porta la capitale nell’Alto Egitto a Waset, ossia Tebe. Il dio patrono di Waset, Amon sostituisce Racome divinità principale d’Egitto. Il culto del sole però sopravvive tanto che Amon, alla fine, verrà associato a Ra. Nasce anche il culto di Osiride e si va ad affermare il culto di Bes come divinità nana, protettrice dal malocchio e dio della casa, protettore del sonno, della fertilità e del matrimonio.

Il suo successore Mentuhotep III che regna dal 2001 al 1991, riprende la costruzione di templi, decorati con bassorilievi e disegni, in tutto l’Egitto meridionale, ad Abu, ossia Elefantina, Abedju, ossia Abydos, e Waset, ossia Tebe. Alla morte dell’ultimo re della undicesima dinastia, sale pacificamente al trono il suo visir Amenemhat I regnante dal 1991 al 1962, che inizia la Dodicesimo dinastia. Amenemhet fonda la nuova capitale Itjawy, al centro del paese, circa 45 chilometri a sud di Menfi. Inizia una campagna di espansione verso sud entrando in Nubia e realizza il Muro del principe, una serie di fortezze lungo le principali strade egizie. A lui succedono cinque faraoni. La dodicesima dinastia vede un periodo molto florido, nel quale i sovrani si dimostrano ottimi re. Si ritorna dalle tombe scavate nelle rocce alla costruzione delle tradizionali piramidi, che vengono edificate in tutto l’Egitto. Ma in seguito con Ammenemes IV che regna tra il 1799 ed il 1790, inizia un lento declino, che prosegue con sua sorella Sebeknofru regnante tra il 1790 ed il 1786, l’ultimo faraone della dodicesima dinastia.

Nel Secondo Periodo Intermedio dalla tredicesimo alla diciassettesimo dinastia con anche i sovrani Hyksos

L’impero dei faraoni HyksosAlla morte di Sebeknofru si apre il Secondo Periodo Intermedio che va dal 1786 al 1567 avanti Cristo circa. Iniziano la Tredicesimo e la UndicesimoV dinastia ma già durante gli anni finali del Medio regno era iniziata una lenta infiltrazione nel nord dell’Egitto di gruppi e popolazioni asiatiche, principalmente semiti, indicati nel loro insieme con il nome di Hyksos dall’egizio Heqa-Kasut, ossia sovrani dei paesi stranieri. Queste comunità di origine straniera si vanno ad installare nella Regione del delta e, quando il potere centrale della quattordicesima dinastia si indebolisce, occupano Menfi, conquistano il potere ed impongono la propria supremazia su tutto il Basso Egitto. La DecimoV dinastia è costituita ancora da Faraoni Hyksos. regnano Khyan e successivamente Apopi che spostano la capitale a Rowarty, ossia Avaris, proprio alla foce del Nilo, dove nel 1720 edificano il tempio del dio Seth. Spilla per i capelli realizzata dagli HyksosGli Hyksos, infatti, adottano come principale divinità proprio il rivale di Osiride, e adorano anche due dee guerriere di origine siro: il palestinese, ossia Anat e Astarte. La prima è rappresentata armata di scudo e ascia, mentre la seconda appare completamente nuda a cavallo, con in testa la corona Atef, una corona bianca tagliata in cima con un piccolo simbolo solare e affiancata da due piume di struzzo, dono del dio Ra. Sotto il governo degli Hyksos il Basso Egitto continua a prosperare con il commercio. Gli Hyksos verranno definiti dagli egiziani come fossero barbari, ma sappiamo che avevano invece conoscenze superiori. Introducono infatti l’uso del Bronzo più robusto e versatile del rame, il Cavallo ed i Carri da guerra trainati da cavalli, l’Arco composto il Telaio verticale strumenti musicali come la Lira l’Oboe e il Tamburino e nuovi cibi come il Melograno e le Olive.

Nello stesso periodo nell’Alto Egitto regnano la Decimosesto e la diciassettesimo dinastia con capitale a Haset, ossia Tebe, costretti però a pagare tributi agli Hyksos. I due regni si scontrano e, prima Kamose regnante dal 1556 al 1548, ultimo faraone della diciassettesima dinastia di Tebe, poi Ahmose che regna dal 1548 al 1526, primo faraone della diciottesima dinastia di Tebe, sconfiggono gli Hyksos, li ricacciano in Asia e riunificano tutto l’Egitto sotto un unico sovrano.

Con la diciottesimo dinastia inizia il Nuovo regno

Durante il Nuovo regno che va dal 1567 al 1080, le piramidi vengono continuamente prese d’assalto dai ladri, ed i faraoni preferiscono quindi tornare alle tombe scavate nelle rocce, nei fianchi della Valle dei re.

Il Nuovo regno inizia con la Decimoottavo dinastia alla quale appartengono alcuni tra i faraoni più noti. Il già citato Ahmose si rivolge a sud per reclamare parte della Nubia. Gli succedono Amenofi I regnante dal 1526 al 1505; e poi Tuthmosi I dal 1505 al 1501, che sconfigge i Mitanni e la Siria, per la quale combattono anche Contingenti Shardana. Segue Tuthmosi II dal 1501 al 1479; e successivamente la regina Hatshepsut dal 1479 al 1457, madre di Tuthmosi III, che usurpa al figlio ancora giovane il trono e governa con il titolo di faraone, compresa una falsa barba cerimoniale, edifica molti templi e monumenti tra i quali il tempio funebre a Deir El: bahri. Poi Tuthmosi III dal 1479 al 1425; Amenofi II dal 1425 al 1402; Tuthmosi IV dal 1402 al 1394; ed Amenofi III dal 1394 al 1356, che fa edificare i Colossi di Memnon, statue alte più di venti metri.

Amenofi IV, che cambia il suo nome in Akhenaton ed introduce in Egitto il monoteismo, con la regina Nefertiti

Akhenaten e NefertitiA lui succede Amenofi IV che viene incoronato a Tebe e regna tra il 1356 ed il 1339, sposo della bellissima regina Nefertiti. Egli cambia il proprio nome in Akhenaton a seguito dell’abbandono del tradizionale politeismo egizio a favore di una nuova religione di stampo enoteistico, ossia che, pur mantenendo la credenza in più divinità, ne adora una sola. Il dio per eccellenza è Aton che corrisponde al disco solare e, grande novità per l’Egitto, non ha bisogno nè di statue nè di templi. Il suo culto si svolge all’aria aperta, rivolgendosi direttamente al dio che splende nel cielo. Si tende oggi a collegare questo profondo cambiamento a quando, nel 1351 o 1355, ambasciatori dei Popoli del Mare si recano in Egitto portando i loro doni al faraone ed alla regina Nefertiti per invitarli a tornare all’originario culto dell’unica Grande Madre. RiChiesta da loro accolta, anche se invece della dea Madre istituiscono il culto del dio Padre Aton. Akhenaton fonda nel Medio Egitto, come capitale delle Due Terre, una città che chiama Akhetaton che è Tell’el: amarna, oggi Amarna, abbandonando così sia la capitale amministrativa, Menfi, che quella religiosa, Waset ossia Tebe, ed interrompe tutte le spedizioni militari.

Il faraone Akhenaten La regina Nefertiti Akhenaten e Nefertiti

Ma, con la morte di Akhenaton, il culto da lui fondato decade quasi subitaneamente, e, quando verrà restaurato il culto di Amon, Akhenaton verrà chiamato il Faraone eretico per le sue scelte religiose, o anche il Faraone iconoclasta per aver fatto eliminare tutte le statue.

Tutankhamon, il faraone bambino che regna solo otto anni

Alcuni egittologi ritengono che Nefertiti abbia regnato un paio di anni come Neferneferuaton dopo la morte di suo marito e prima della ascesa al trono di Smenkhara che era stato associato al trono da Akhenaton, il cui regno non deve aver superato la durata di un anno.

Maschera funeraria in oro massiccio del faraone TutankhamonRicostruzione del viso del faraone TutankhamonNel 1336, alla morte di Smenkhara, il potere va a Tutankhaton ossia Immagine vivente di Aton, figlio di Amenofi IV e di una sua moglie minore di nome Kyia. Tutankhaton sale al trono a dieci anni, ma è già sposato con Ankhesepaaton, ovvero Che lei possa vivere per Aton, che di anni doveva averne dodici o tredici, una sorellastra figlia anch’essa di Amenofi IV. Al giovanissimo re viene affiancato un Consiglio di reggenza costituito dal visir Ay, cognato di Amenofi III, primo degli scribi di sua maestà, da Maya, il sovrintendente al tesoro reale, e da Horemheb, comandante dell’esercito, il cui ascendente su Tutankhamon è documentato da un’iscrizione sul pilastro posteriore di una sua statua in veste di faraone, conservata al Museo egizio di Torino, che ricorda come spettasse a lui calmare il faraone quando andava in collera. Poco dopo la salita al trono del nuovo sovrano, il Consiglio restaura il vecchio sistema teologico con il culto del dio Amon, mentre la regina Nefertiti, rimasta a Akhetaton, resterà per sempre fedele al culto di Aton. Quindi l’intera corte abbandona la capitale Akhetaton per spostarsi prima a Menfi nel Basso Egitto, e poi a Waset, ossia Tebe nell’Alto Egitto, e per questo la cerimonia di incoronazione del sovrano, già svoltasi ad Akhetaton sotto il patrocinio del dio Aton, viene ripetuta a Tebe, questa volta sotto l’egida di Amon. Tutankhaton modifica il proprio nome in Tutankhamon ossia Immagine vivente di Amon, e la regina in quello di Ankhesenamon, ovvero Che lei possa vivere per Amon. Tutankhamon, detto il faraone bambino, regna solo otto anni, dal 1336 al 1325, e muore a diciotto anni, troppo poco per dare prova di doti guerriere o amministrative. Nonostante la fama che gli deriva dalla scoperta della sua tomba, la più piccola della Valle dei re ma anche la più ricca di corredo funebre, rimane un faraone misterioso. Nel corso degli anni si erano accavallate molte ipotesi sulle cause della sua morte, compresa quella che la attribuiva all’omicidio violento o per avvelenamento ad opera del visir Ay. Ma si è recentemente scoperto che la sua morte fu l’effetto congiunto della malaria e di diverse anormalità nella struttura ossea. È questa la conclusione a cui è giunto, nel 2010, l’ultimo studio sulle ragioni della scomparsa del grande faraone, condotto da Zahi Hawass, del Consiglio superiore per le Antichità del Cairo, ed ai suoi collaboratori.

Gli ultimi sovrani della diciottesimo dinastia

Il faraone AyAnche se Tutankhamon, senza figli, ha designato come suo erede il generale Horemheb, dopo la sua morte prende il potere il visir Ay che sposa la sua vedova. Salito al trono in età già molto avanzata,69 anni, regna per soli quattro anni, dal 1325 al 1320. Con Ay è già iniziata nel periodo del Consiglio di reggenza l’opera di moderata restaurazione del potere del clero tebano di Amon, dopo il periodo dell’eresia dovuta ad Akhenaton, e si suppone che, per allestire in soli sessanta giorni la tomba di Tutankhamon, e quindi legittimare il suo diritto di salire al trono, egli abbia saccheggiato le tombe di Nefertiti ed Akhenaton. Il figlio, il generale Nakhtmin, è l’erede designato al trono, che però non raggiungerà mai, forse morendo prima di Ay.

Il faraone HoremhebAlla sua morte, infatti, sale al trono il generale dell’esercito egizio Horemheb che regna dal 1320 al 1292 e che riporta l’ordine nel paese, cercando di riconquistare tutti i territori perduti. Con Horemheb si completa la totale restaurazione del potere del clero tebano di Amon iniziata con il faraone Ay, dopo il periodo dell’eresia dovuta ad Akhenaton. Durante il suo regno vengono cancellati a colpi di scalpello i nomi e le effigi dei sovrani precedenti, e vengono smantellati gli edifici di culto eretti in onore di Aton, specialmente nella città di Akhetaton. Senza eredi diretti, prima della morte, Horemheb designa Paramesse come suo successore, che salirà al trono con il nome di Ramses I.

I primi sovrani della diciannovesimo dinastia

Testa raffigurante il visir Paramesse futuro Ramses ICon Ramses I regnante solo dal 1292 al 1291, inizia la Decimonono dinastia. Originariamente chiamato Paramesse, nasce in una famiglia della aristocrazia guerriera oriunda del delta del Nilo, probabilmente della città di Avaris, l’antica capitale degli invasori Hyksos e centro del culto di Seth. Figlio del comandante di nome Seti, capo degli arcieri di corte, incontra il favore di Horemheb, il quale, senza figli e in età ormai avanzata, al termine del suo regno lo designa ufficialmente quale proprio erede e successore. Nato probabilmente pochi anni prima di Tutankhamon, è già anziano quando diviene faraone. Egli sposta la capitale da Tebe alla città Avaris che chiama Per-Ramses, ma muore dopo appena 22 mesi di regno.

Il faraone Seti IPrima della morte, Ramses I designa il proprio figlio Seti, Uomo di Seth, stando a indicare che si poneva sotto la protezione di tale dio. Nato dalla grande sposa reale, la regina Sitra, come principe ereditario e suo successore. Salito al trono come Seti I il Grande egli regna tra il 1292 ed il 1279. Sale al trono non giovanissimo, intorno ai trentasette anni, dopo aver ricoperto la carica di grande sacerdote di Seth, e conduce una serie di campagne militari che culminano con la sconfitta di un esercito degli Ittiti sul fiume Oronte ed al successivo effimero trattato di pace stilato con il loro re Muwatalli. Nella guerra contro gli Ittiti, Seti I il Grande sicuramente utilizza Mercenari Shardana che combattono con lui nella guerra contro gli invasori.

Ramses II il Grande che affronta le minacce dei pirati Shardana e dei Popoli del Mare

Il faraone Ramses IIIl faraone Ramses II il Grande regnante dal 1279 al 1212, figlio di Seti I, è il terzo e il più importante faraone della diciannovesima dinastia. Come il padre cerca di ridurre il potere del clero tebano di Amon. Abu Simbel: guerrieri Shardana (elmo con le corna e uno strano vessillo) e Phelets (elmo con le piume)Per questo sposta da Tebe la sua residenza nella Regione del delta, dove fa edificare, nei pressi di Avaris che era stata capitale dei sovrani Hyksos, la sua nuova residenza che chiama Per-Ramses, ossia casa di Ramses. Già durante il secondo anno di regno deve affrontare la minaccia dei Pirati Shardana e le loro incursioni nella delta del Nilo. Riesce a sconfiggerli, quindi inserisce i prigionieri nel suo esercito utilizzandoli come Guardia del corpo personale. Nel 1274 affronta gli invasori Ittiti nella Battaglia di Qadesh roccaforte del loro impero. È una delle più importanti battaglie dell’antichità. Ramses dispone di 200.000 fanti e 400 guerrieri su Duecento carri, ma gli Ittiti arrivano a schierare più di 3000 carri da guerra. Li sconfigge con l’aiuto della Guardia personale costituita da 520 Mercenari Shardana mentre altri Shardana che lui chiamerà Shardana del mare dal cuore ribelle combattono al fianco degli Ittiti stessi.

Statue del faraone Ramses II all’ingresso del tempio di Abu SimbelStatua del faraone Ramses II nel tempio di Amon Ra a KarnakRamses II fa edificare il Tempio rupestre di Abu Simbel con all’ingresso quattro colossali statue alte venti metri e interamente scolpite nella roccia che raffigurano il faraone seduto. Lo fa decorare con la rievocazione delle sue vittorie, e vi fa rappresentare i guerrieri Shardana. Anche nell’immenso Tempio di Amon Ra a Karnak, villaggio sul Nilo situato sull’estremità settentrionale di Luxor nella periferia di Tebe, dove sorge una imponente statua del faraone di fronte all’ingresso della sala ipostila, edificata già molto prima ma da lui completata con 134 gigantesche colonne e un grande lago sacro, fa decorare sui muri la rappresentazione dei guerrieri Shardana.

Merenptah difende il Basso Egitto dal tentativo di invasione dei Popoli del Mare

Il faraone MerenptahIl quarto faraone della diciannovesima dinastia è Merenptah detto anche Amenofi che regna dal 1212 al 1202. L’evento militare di maggior importanza del regno di Merenptah è la difesa del Basso Egitto di fronte al tentativo di invasione di una forte coalizione di tribù libiche e dei Popoli del Mare. La coalizione è composta da tre tribù libiche, i libu con le tribù berbere dei Kehek e dei Mashuash, e da cinque stirpi appartenenti ai Popoli del Mare, che sono gli Akawasha ossia gli Achei, i lukka ossia i licii, i Tursha forse i Tirreni, gli Sheklesh ossia i Siculi, i Danuna che sono forse i Danai omerici, e gli Shardana, incaricati del vettovagliamento e del trasporto delle truppe via mare. Gli invasori superano la linea difensiva di Ramses II e pongono sotto assedio la stessa Menfi. La battaglia decisiva vede la vittoria dell’esercito egizio, ma è probabile che Merenptah, per l’età già avanzata, non abbia partecipato direttamente alla battaglia.

Nella ventesimo dinastia Ramses III sconfigge gli Shardana, i più terribili guerrieri dell’epoca, ed i Popoli del Mare

Il faraone Ramses IIILa Decimodecimo dinastia è formata da dieci sovrani di Tebe. Il secondo è Ramses III regnante dal 1182 al 1151, che, memore della grandezza dei famosi sovrani che lo hanno preceduto, modella il proprio nome e prenome su quelli di Ramses II. Durante il suo regno una parte della flotta con a capo gli stessi Shardana e Akawasa attacca di nuovo l’Egitto. Nel quinto anno del suo regno alcune popolazioni provenienti dal deserto libico (Libu, Mashuash, Seped) arrivano a minacciare Menfi, ma riesce a sconfiggerle e le ricacciate nel deserto. Nel 1183 Una parte della flotta dei Popoli del Mare con a capo gli Shardana dopo aver dopo aver abbattuto le civiltà Micenea e Ittita, devastato la Palestina ed occupato Cipro, giunge alle porte dell’Egitto. Ramses sconfigge gli invasori provenienti dall’asia Minore e dall’Egeo, e dirà di aver sconfitto I più terribili guerrieri dell’epoca. Non sappiamo se si sia trattato di una vera sconfitta, dato che più probabilmente ha raggiunto con loro un accordo, grazie alla mediazione dei mercenari Shardana che militano nelle sue fila.

Ramses III fa edificare il grande Tempio di Medinet Habu situato nella parte occidentale di Luxor, l’antica Tebe. Oltre alla sua importanza instrinseca per le dimensioni, l’aspetto artistico e quello architetturale, il tempio è probabilmente meglio conosciuto per contenere iscrizioni raffiguranti l’arrivo e la sconfitta dei Popoli del Mare.

tempio di Medinet Habu a Luxor tempio di Medinet Habu a Luxor Medinet Habu: guerrieri Egizi e mercenari Shardana col caratteristico elmo munito di corna e col disco solare Medinet Habu: battaglia contro i Popoli del Mare

A Ramses III succedono otto faraoni. Con gli ultimi sovrani della ventesimo dinastia inizia un nuovo periodo di lenta ma irreversibile decadenza.

Il Terzo Periodo Intermedio con dalla ventesimo I alla ventesimo sesto dinastia

Questa decadenza porta al Terzo Periodo Intermedio cha va dal 1080 al 665, durante il quale l’Egitto è dominato da invasori stranieri. Abbiamo la Decimoundicesimo dinastia che è detta Tanita perché i sovrani sono della città di Tanis, nel nord dell’Egitto. Segue la Decimododicesimo dinastia detta libica, fondata dal generale dei mercenari libici Sheshonq regnante dal 945 al 926, con il quale i libu, falliti i precedenti tentativi di occupazione militare, si impadroniscono del trono di Egitto. La Decimotredicesimo dinastia detta Bubastita-ibica, regna in parallelo con la precedente, con la quale i sovrani, originari di Bubastis, sono imparentati. Segue la DecimoundicesimoV dinastia detta Saita dato che i sovrani sono originari di Sais, nel delta del Nilo. La DecimodecimoV dinastia è detta Nubiana a dinastia dei faraoni neri. La Decimodecimosesto dinastia è detta nuovamente Saita.

Il Periodo Tardo

Nel cosiddetto Periodo Tardo che va dal 664 al 332, gli Assiri invadono l’Egitto ma non assumono il titolo di faraoni considerando l’Egitto una loro provincia. Sconfitti gli Assiri, l’Imperatore persiano Cambise che regna probabilmente tra il 600 ed il 599, si proclama nuovo faraone annettendo l’Egitto e riducendolo a semplice Provincia controllata attraverso il satrapo, ossia il governatore locale, da lui nominato. Dopo due secoli di dominazione persiana, Alessandro il Macedone che regna tra il 332 ed il 323, sconfigge definitivamente i Persiani di Dario III, regnante dal 335 al 332, facendo del suo impero il più vasto regno dell’antichità. Egli assume il titolo di faraone e fonda la città di Alessandria, che diviene una delle capitali artistiche e culturali dell’epoca.

La civiltà Greca

L’antica GreciaCon il termine di civiltà dell’Antica Grecia si identificano lae civiltà che si sono sviluppate nella Grecia continentale, in Albania, nelle isole del Mar Egeo, e da qui arrivando fino sulle coste del Mar Nero e della Turchia occidentale, in Sicilia, sulle zone costiere dell’Italia Meridionale, in nordafrica, in Corsica, in Sardegna, sulle coste orientali della Spagna e quelle meridionali della Francia. La cultura greca, nonostante la conformazione geografica del continente abbia favorito l’insorgere di molteplici unità politiche a sè stanti, è stato un fenomeno omogeneo, che ha interessato tutte le popolazioni elleniche, che erano accomunate dalla stessa lingua e dalla stessa religione.

Le prime civiltà nel periodo Elladico Antico

Fino al 3000 avanti Cristo, mentre fiorivano le grandi civiltà della Mesopotasmia e dell’antico Egitto, si ritiene che la Grecia e le sue isole fossero ancora abitati da popolazioni della civiltà neolitica, delle quali, però, sappiamo ancora oggi poco o nulla. Dopo che in Sardegna si è sviluppata la Civiltà di Ozieri, tra il 4000 ed il 3200, in Grecia nel 2800 inizia il periodo Elladico Antico che si protrae fino al 2100, e, durante il quale, si sviluppano le prime civiltà greche.

In questo periodo, a Creta ha inizio la civiltà Proto-Minoica costituita da cacciatori e raccoglitori e conducono una vita seminomade. Nella zona egea si sviluppa la civiltà Cicladica basata essenzialmente sull’agricoltura e sull’allevamento, ma il ritrovamento di prodotti artigianali cicladici in molte zone della Grecia testimonia anche una notevole abilità nella costruzione di imbarcazioni e una predisposizione della popolazione ai commerci marittimi. Ed in Grecia e nelle isole vicine si sviluppa la civiltà Elladica in cui popolazioni di origine anatolica danno vita ai primi centri abitati con l’introduzione di un tipo di ceramica lucida e nera.

Nel periodo Elladico Medio si sviluppa la civiltà Minoica

Ricostruzione del palazzo di Minosse a CnossoIl periodo Elladico Medio tra il 2100 ed il 1550, inizia quando movimenti migratori provenienti dall’Asia Minore, in concomitanza con la grande carestia che colpisce tra il 2300 ed il 2000 la Mesopotamia, arrivano sulle isole e sulle coste del mare Egeo. Uno di questi movimenti migratori si insedia a Creta, quinta isola del Mediterraneo, dove da origine a una civiltà che si imporrà come potenza mercantile. Affresco rappresentante Teseo che combatte con il MinotauroSi tratta della Civiltà minoica una civiltà cretese che realizza grandi città: il palazzo senza cinta muraria difensiva, che ospitano centinaia di persone al servizio di una regina e di un re. I cretesi producono attrezzi e armi prima in rame e poi in bronzo, le ceramiche cretesi ed altri manufatti si diffondono nelle diverse parti del Mediterraneo. La letteratura greca ci ha lasciato di quell’epoca solo racconti mitologici, ci parla tra l’altro del leggendario Re Minosse e del Minotauro. Ricordiamo che nello stesso periodo, i movimenti migratori dall’Asia Minore provocano l’arrivo in Sardegna degli Shardana, e la presenza di reperti minoici anche in Sardegna testimonia i frequenti scambi commerciali.

Nel periodo Elladico Tardo la civiltà Minoica viene soppiantata dalla civiltà Micenea

Nel periodo Ellenico Tardo tra il 1550 ed il 1060, la civiltà Minoica viene soppiantata dalla Civiltà Micenea. Verso il 1600 nasce in Argolide la città di Micene, fondata presumibilmente dagli Akwasha o Achei, che si sono staccati dagli Ari che si erano stanziati in Europa centrale durante la migrazione del 2000 dalla Mesopotamia. Intorno al 1450 la civiltà Micenea soppianta quella Minoica, la cui fine sembra sia causata proprio dagli Achei che invadono Creta, mentre i loro alleati Shardana conquistano lemno e Imbro, passano in Laconia, rapiscono le donne ateniesi. Nel 1449 esplode il vulcano dell’isola di Thera, oggi Santorini provocando un grande maremoto che distrugge Creta e tutto ciò che avevano lasciato intatto gli invasori. La civiltà Micenea, che vede la realizzazione di ceramiche assai meno curate, si diffonde dal 1450 all’intera Grecia assumendo un ruolo di primo piano. Vengono fondate le città di Argo, Tirinto, Epidauro. Ma già nel 1250 nuove invasioni dei Popoli del Mare distruggono Tirinto e devastano i dintorni di Micene, per poi spostarsi in Anatolia. Verso il 1210 in Grecia nord occidentale avvengono le prime migrazioni dei Dori, discendenti anch’essi dagli Ari, da cui sei secoli prima si erano staccati gli Achei.

La più grande e definitiva invasione dei Popoli del Mare

Abu Simbel: guerrieri Shardana (elmo con le corna e uno strano vessillo) e Phelets (elmo con le piume)A causa del grande sisma del 1200, tra il 1200 ed il 1180 si verifica la più grande e definitiva invasione dei Popoli del Mare che sconvolgerà tutto il Mediterraneo Orientale ed il territorio asiatico. La coalizione è più ampia e comprende anche i Tjeker o Teucri che Omero poi identificherà con i Troiani, i Pheleset o Filistei, ed inoltre popoli che vengono dal nord Europa: Denen o Danuna ossia i Danesi che sono i Danai omerici, e Sakssar ossia i Sassoni. Nel 1184 una lega di Achei e loro alleati invade e distrugge Troia, è questa la guerra che Omero racconterà in Iliade e Odissea. I Popoli del Mare distruggono Ugaritàe Micene, Biblos e Corinto, cancellano l’impero Miceneo risparmiando stranamente solo Atene, passando gli abitanti a fil di spada e tutto distruggendo al loro passaggio, invadono la Laconia, proseguono verso est distruggendo l’impero Ittita ed arrivano fino in Asia Minore.

Il periodo Medioevale Ellenico

Deve essere stato un evento di straordinaria gravità perché dopo di esso si perdono tutte le precedenti tradizioni e si dovrà arrivare alle scritture di Omero tra il 750 e il 650 avanti Cristo per avere qualche ricordo di quanto è avvenuto in questi cinquecento anni di black-out. Con il crollo dell’impero Miceneo si apre un periodo indicato come Medioevo Ellenico che si sviluppa tra il dodicesimo ed il nonno secolo, scarsamente documentato, caratterizzato da una profonda crisi culturale ed economica. Diminuiscono i commerci e sopravvivono solo l’agricoltura e la pastorizia quali risorse economiche. Scompaiono l’architettura micenea, e viene meno anche la scrittura. In questo periodo, che coincide con Età del Ferro, si assiste alla nascita della produzione di manufatti in ferro, anche per la difficile reperibilità di altri metalli più facilmente lavorabili come stagno e rame, molto scarsi in Grecia. La ceramica di questo periodo è caratterizzata da decorazioni protogeometriche e geometriche.

L’Età Arcaica e l’inizio della stagione culturale greca

Poi, tra l’ottavo ed il sesto secolo, si verifica un risveglio della civiltà greca dovuto all’incremento demografico, al contatto con le popolazioni ricche e progredite delle isole orientali dell’Egeo e delle coste dell’Asia Minore, e a una ripresa degli scambi commerciali. È la cosiddetta Età Arcaica che si presenta caratterizzata dalle Poleis, città nelle quali vivono comunità indipendenti e sovrane di liberi cittadini, rette da governi autonomi e indipendenti. Coloni greci si spingono a occidente, fondando città sulle coste dell’Italia meridionale, della Gallia, della Spagna e dell’africa settentrionale, e ad Oriente, nella zona degli Stretti e del mar Nero. Questo movimento colonizzatore è causato dai contrasti di classe, dalle guerre tra città e dall’aumento della popolazione, che fanno crescere il bisogno di nuove terre e di materie prime. L’introduzione della moneta favorisce la formazione di una nuova classe di commercianti ed industriali, che progressivamente mettono in crisi il predominio dell’aristocrazia. Come conseguenza dei continui contrasti sociali e del malcontento delle classi meno abbienti, si verifica da un lato, con la reintroduzione della scrittura, la Codificazione scritta delle leggi dall’altro Sorge la tirannide.

OmeroDurante l’età Arcaica, con il risveglio della civiltà greca che fa seguito al Medioevo Ellenico, e con la reintroduzione della scrittura, che si sviluppa mediante l’alfabeto fenicio, viene favorito l’inizio della grande stagione culturale greca. Risale a quest ’epoca la composizione scritta da parte di Omero dell’Iliade e dell’Odissea, nascono le opere di Esiodo, ed anche la poesia lirica di Alcentimetriane, Callino, Stesicoro e Tirteo. Ha inizio anche lo sviluppo della filosofia, al quale contribuiscono pensatori come Talete, Anassimandro, Anassimene, Parmenide ed Eraclito. Alla fine dell’età arcaica, il quadro politico del mondo greco appare già dominato dai due modelli contrapposti di Atene e Sparta.

Alla fine dell’Età Arcaica si affermano i modelli contrapposti di Atene e Sparta

SoloneClisteneNella città di Atene si sviluppa, inizialmente, una monarchia, dalla quale si passa a una oligarchia nella quale governano nove arconti. Nel settimo secolo Dracone detta le norme, famose per la loro severità, che costituiscono il primo codice scritto di Atene. Tra il 636 ed il 632 si verifica un colpo di stato e cominciano i primi conflitti tra aristocrazia e popolo, quindi nel 594 Solone nato nel 638 e morto nel 558, viene designato arconte con pieni poteri per arrivare ad una conciliazione. Pisistrato discendente di Solone, stabilisce un governo tirannico che regge la città con fasi alterne per circa trent’anni, dal 561 al 528 circa, trasmettendo il potere al figlio Ippia. Dopo il rovesciamento nel 510 della tirannide di Ippia, Clistene nato nel 565 e morto nel 492, realizza una profonda riforma della costituzione ateniese che segna, nel 507, la nascita della democrazia ad Atene e nel mondo.

LicurgoLa città di Sparta o Lacedemone si sviluppa nel decimo secolo dalla fusione di quattro villaggi creati dai Dori. Alla città Licurgo nell’820, da una costituzione marcatamente militarista con la società divisa in tre classi. Gli Spartiati sono i proprietari delle terre e detengono il potere; i Perieci sono discendenti di popolazioni assoggettate e sono commercianti ed artigiani, gli Iloti sono veri servi della gleba. Tra l’ottavo ed il quinto secolo Sparta sottomette la Messenia ed impone la propria egemonia sull’intero Peloponneso. Sparta è una Polis estremamente conservatrice, che rimane per lungo tempo legata alla costituzione di licurgo e non conosce, se non in minima parte, rivolgimenti sociali e fenomeni di emigrazione.

L’Età Classica e le guerre persiane

Nel quinto secolo ha inizio l’Età Classica Che si sviluppa fino al quarto secolo. All’inizio di questa età, le città greche della Ionia, la moderna costa egea della Turchia, si ribellano al Dominio persiano dando vita alla rivolta del 499, e chiedono aiuto alla Grecia. Solo Atene interviene ma le forze greche vengono sconfitte ed i Persiani cingono d’assedio Mileto e la radono al suolo nel 494. Il re persiano Dario I che regna dal 522 al 486, invia emissari alle poleis che avevano contribuito alla rivolta con la riChiesta di acqua e terra: ossia chiede la sottomissione totale. Atene, intuito il pericolo, chiede aiuto a Sparta, che lo nega sostenendo che nella città si stanno celebrando le feste in onore di Apollo durante le quali è vietato combattere, ma in realtà Sparta non intende aiutare gli Ateniesi, essendo gli Spartani molto restii ad abbandonare il proprio territorio ed essendo preoccupati che Atene diventi troppo potente. MilziadeAllora Dario invia una spedizione militare e da inizio alla Prima guerra persiana. Nel 490 le truppe persiane, con le quali c’è Ippia, il figlio di Pisistrato cacciato da Atene che spera nella vittoria persiana per ristabilire la propria egemonia sulla città, conquistano Eretria. Quindi i Persiani sbarcano in Attica e lo stesso Ippia consiglia di schierare l’esercito nella piana di Maratona a 42 chilometri da Atene, dove la cavalleria persiana può manovrare con facilità. I greci sono 11.000 guidati da Milziade e si stringoro in falange portando l’attacco contro 30.000 Persiani. Alla fine prevale l’esercito greco del quale muoiono solamente Duecento combattenti, contro ben 6000 persiani.

LeonidaDieci anni dopo il successore di Dario, Serse I che regna dal 486 al 465, inizia la Seconda guerra persiana. È alla guida di un esercito che scritti greci dissero di un milione di uomini, ma è più probabile che si aggirasse intorno ai 100.000 soldati. I greci stabiliscono un primo sbarramento alle Termopili un passo facile da difendere in caso di inferiorità numerica. Dopo tre giorni di battaglia i Persiani aggirano lo schieramento nemico e prendono alle spalle i Greci, ma per coprire la ritirata dell’esercito il re spartano Leonida tiene impegnati i Persiani sacrificando se stesso e 300 Spartani, TemistocleChe preferiscono morire piuttosto che fuggire. Superate le Termopili, Serse avanza verso l’Attica. Ma Temistocle vista l’impossibilità di sconfiggere via terra l’avanzata persiana, fa evacuare Atene ed organizza una flotta che si oppone a quella persiana. L’esercito di Serse da alle fiamme Atene, ma la flotta ateniese impegna quella persiana più numerosa e la sconfigge duramente a Salamina. Siamo nel 480, Serse ritorna in Persia lasciando al comando delle truppe Mardonio con il compito di riprendere l’offensiva in primavera, quando l’esercito greco, comandato dallo spartano Pausania sconfigge i Persiani a Platea costringendoli a ritirarsi. contemporaneamente la flotta greca, comandata dall’ateniese Santippo sconfigge la flotta persiana a Micale.

Atene promuove la lega di Delo

Dopo la vittoria sui Persiani, nel 477 inizia l’Egemonia di Atene che si fa promotrice dell’istituzione della Lega di Delo chiamata anche la Prima lega Navale una confederazione di città greche con lo scopo di mantenere una marina in grado di continuare la guerra. Sparta accetta che Atene assuma il comando della lega, mentre i contrari all’alleanza vengono giustiziati o esiliati. Lo spartano Pausania viene murato vivo dentro il tempio di Atena Calcieca, mentre Temistocle fugge da Atene. Nel 466 la lega di Delo coglie una importante vittoria quando la flotta, al comando di Cimone sconfigge quella persiana presso il fiume Eurimedonte, in licia. Nel 463 Sparta chiede aiuto ad Atene contro i Messeni che si sono ribellati alla sua autorità, ma poi, temendo che gli ateniesi possano favorire i ribelli, rimanda a casa il contingente ateniese. Atene, molto irritata, ostracizza Cimone che era stato il principale promotore della missione, e cambia la sua politica estera. Si allea con Argo e con i Tessali, che erano stati alleati dei Persiani. Questa alleanza porta a un Contrasto tra Atene e Sparta di cui Argo è rivale per l’egemonia nel Peloponneso. PericleIntorno al 460 Pericle che nasce nel 495 e muore nel 429, capo del partito popolare, inizia il rafforzamento delle istituzioni democratiche ed in politica estera accentua l’egemonia ateniese all’interno della lega di Delo. Nell’età di Pericle la cultura e le arti hanno un grande sviluppo: vivono in questo periodo i drammaturghi Eschilo, Aristofane, Euripide e Sofocle, i filosofi Aristotele, Platone e Socrate, gli storici Erodoto, Tucidide e Senofonte, il poeta Simonide e lo scultore Fidia. Nel 454 Atene impegna la lega in una spedizione in Egitto in soccorso di una rivolta contro i Persiani, ma l’esito è disastroso. Per paura di una nuova invasione persiana, Atene trasferisce il tesoro federale dall’isola di Delo al Partenone, rafforzando così la propria egemonia all’interno della lega.

Il contrasto della lega di Delo con la lega Peloponnesiaca, guidata da Sparta

La potenza ateniese entra presto in conflitto con la Lega Peloponnesiaca guidata da Sparta. Un primo scontro tra le due città si conclude nel 445 con un pace trentennale, ma nel 431 inizia la guerra vera e propria, fino alla pace di Nicia del 421 che pone fine alla prima fase della Guerra del Peloponneso. Nel 418, Atene si allea con le città di Argo, Elea e Mantinea per indebolire il controllo spartano sul Peloponneso, ma Sparta le sconfigge nella battaglia di Mantinea. AlcibiadeNel 415 il generale Alcibiade nato nel 450 e morto nel 404, convince gli Ateniesi a compiere una spedizione in Sicilia con l’obiettivo di rendere tributaria l’isola, ma appena sbarcato in Sicilia viene richiamato ad Atene per difendersi dall’accusa di aver profanato i sacri Misteri Eleusini. Il generale, allora, cerca asilo presso a Sparta per vendicarsi dei suoi oppositori interni. Privata del suo comandante, la spedizione ateniese si conclude nel 413 con un totale fallimento. Dopo questa sconfitta, molti alleati di Atene passano dalla parte di Sparta, che si allea con il re di Persia grazie al quale arma una flotta con la quale mette in difficoltà Atene sul mare. Nel 407 il generale spartano lisandro sconfigge la flotta ateniese. Nel 406 Atene vince la flotta spartana presso le isole Arginuse, ma nel 405 lisandro sorprende la flotta ateniese sui Dardanelli e la distrugge completamente. Atene viene assediata e nel 404 fu occupata dagli Spartani, che vi instaurarono un governo oligarchico, il cosiddetto regime dei trenta tiranni. Sparta impone inoltre la distruzione delle lunghe Mura che congiungono Atene al Pireo, lo scioglimento della lega di Delio e l’ingresso di Atene nella lega Peloponnesiaca.

Gli ultimi contrasti tra Atene e Sparta

La fine della Guerra del Peloponneso lascia Sparta padrona della Grecia, ma la sua supremazia spartana è di breve durata, a causa del malcontento delle altre città per la politica filopersiana e per i contrasti socio: il politici interni. Nel 401 Sparta invia in Asia un corpo di 13.000 mercenari per sostenere Ciro il Giovane nel suo tentativo di rovesciare il fratello Artaserse II e salire così sul trono dell’impero persiano. Ma, nella battaglia di Cunassa, Ciro viene sconfitto ed ucciso. L’aiuto concesso da Sparta al ribelle Ciro fornisce il pretesto al re Artaserse II per rivendicare la sovranità sulle città greche dell’Asia Minore. Nell’estate del 395 inizia la guerra e Tebe, aiutata da Atene, sconfigge ad Aliarto lo spartano lisandro. In seguito a questa vittoria si costituisce un’alleanza tra Tebe, Atene, Argo e Corinto in funzione antispartana. La guerra detta Corinzia si conclude nella primavera del 387, con il trattato di Antalcida, che sancisce il dominio persiano sulle città dell’Asia minore e l’autonomia delle città greche. Nel 378 lo spartano Sfodria tenta senza successo di occupare Atene. L’incidente spinge Atene e Tebe a dichiarare guerra a Sparta. Nella primavera del 377 Atene fonda la Seconda lega Navale in funzione antispartana e torna ad essere una potenza navale. Nel 376 il generale Cabria sconfigge la flotta spartana a Nasso, liberando Atene dal blocco navale nemico. L’anno dopo il generale Timoteo sconfigge nuovamente la flotta spartana ad Alizia, dopodiche la marina spartana scompare dai mari.

L’ascesa di Tebe

Nel frattempo l’ascesa di Tebe preoccupa Atene, al punto da spingerla a riavvicinarsi a Sparta ormai indebolita. Ne segue un nuovo conflitto tra Sparta e Tebe, che si conclude con la sconfitta spartana nella battaglia di leuttra del luglio 371. È la fine della supremazia di Sparta, costretta a sciogliere la lega Peloponnesiaca, e l’affermazione di Tebe come potenza egemone in Grecia. Negli anni seguenti, sotto la guida del generale Epaminonda i Tebani invadono più volte il Peloponneso, e contemporaneamente il generale Pelopida rafforza l’egemonia di Tebe in Tessaglia. L’egemonia tebana dura fino a quando sono vivi i suoi due generali.

Il regno di Macedonia con Filippo II e Alessandro Magno

Filippo II il MacedoneAssistiamo quindi all’ascesa della Macedonia. il regno di Macedonia si estende a nord della penisola greca, su un territorio prevalentemente montuoso. Durante l’egemonia tebana, il regno di Macedonia entra nell’area di influenza di Tebe e nel 368 deve consegnarlealcuni ostaggi, tra i quali il giovane Filippo, erede al trono. Nel 360 il re macedone Perdicca III viene sconfitto ed ucciso in battaglia dagli Illiri. Salito al trono, Filippo II nato nel 382 e morto nel 336, detto Filippo il Macedone, dopo aver dato un nuovo ordinamento allo stato macedone, si dedica all’addestramento dell’esercito e organizza la falange, una schiera di fanti armati di lunghe lance, ispirandosi alla tattica di guerra dei tebani che aveva studiato quando era loro ostaggio.Entrato in urto con Atene nel 357, Filippo interviene nella guerra scoppiata nel 356 tra Tebe e i Focesi, sconfigge l’esercito tebano nel 352, ed è pronto ad entrare nella Grecia vera e propria, ma trova il passo sbarrato dagli Ateniesi e preferisce ritirarsi. DemosteneIl potere esercitato da Filippo sulla parte settentrionale dell’Ellade preoccupa Atene, dove Demostene, Nato nel 384 e morto nel 322, con le sue famose orazioni tra cui le quattro famose Filippiche, che sono diventate l’invettiva per antonomasia, mette in Guardia contro la supremazia macedone. Nel 343 Filippo sottomette la Tracia mentre nel 340, durante l’assedio a Perinto e Bisanzio, cattura alcune navi che trasportano grano ad Atene, incidente che determina la dichiarazione di guerra. Nell’estate del 338 Filippo avanza in Beozia e sconfigge l’armata greca nella battaglia di Cheronea. L’anno seguente, nel congresso di Corinto, costituisce la Lega di Corinto un’alleanza tra la Macedonia e le poleis greche, eccetto Sparta, con lo scopo di allestire una spedizione contro la Persia, il tradizionale nemico della Grecia. Tuttavia, l’anno dopo, prima che la spedizione parta, Filippo viene ucciso in un attentato ed il trono passa al figlio Alessandro, di solo vent’anni. Alessandro MagnoAlessandro Magno nasce nel 356 e muore nel 323. Egli prosegue il progetto del padre di conquista dell’impero persiano, prima contrasta la rivolta di Tebe, che rade al suolo nel 335, poi parte per l’Asia. Occupa l’Egitto fondando la città di Alessandria. Nell’autunno del 331 sconfigge Dario III ed occupa Babilonia, Susa e Persepoli, decretando la fine dell’impero persiano. L’espansione dell’impero di Alessandro MagnoTenta anche la conquista dell’India, ma, dopo aver attraversato l’Indo e vinto il rajah Poro nella battaglia dell’Idaspe, fa ritorno a Babilonia, dove muore per una febbre malarica. Alla morte prematura di Alessandro il suo impero viene suddiviso fra i suoi generali che creano numerosi stati indipendenti. Tramonta così il suo sogno di realizzare un unico impero universale. La spedizione di Alessandro può essere considerata uno degli eventi epocali nella storia del mondo antico. Grazie alle sue conquiste, infatti, la civiltà greca si diffonde nel mondo mediterraneo e orientale, producendo mutamenti culturali che determinano la fine dell’era classica e l’inizio dell’era cosiddetta età ellenistica.

La prossima pagina

Nella prossima pagina racconteremo la storia degli Shardana dal cuore ribelle che nessuno può contrastare prendendo spunto dagli studi condotti da Leonardo Melis e dal volume Shardana: i popoli del mare da lui pubblicato, oltre a numerosi altri volumi sulla storia della Sardegna preistorica.


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