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La Sardegna nell’Italia repubblicana dal 1946 arrivando fino ai giorni odierni


Nel 1946 nasce la Repubblica Italiana e la specificità regionale della Sardegna viene in parte riconosciuta dalla nuova Costituzione repubblicana del 1948, che la riconosce come Regione Autonoma a statuto speciale. In questa pagina vedremo cosa avviene nella Sardegna nell’Italia repubblicana dal 1946 ad oggi.

La Sardegna, Regione a statuto speciale della Repubblica Italiana

La Repubblica ItalianaDatazioni della Sardegna nella Repubblica ItalianaConclusa la Seconda Guerra Mondiale, il 2 giugno 1946 gli Italiani, e per la prima volta anche le Italiane, vengono chiamati alle urne per un Referendum Istituzionele nel quale devono decidere se l’Italia rimanga una monarchia, oppure se essa debba essere sostituita dalla repubblica, ed in esso la repubblica ottiene il 54 per cento dei consensi. Con il referendum popolare del 1946 nasce quindi la Repubblica Italiana. In seguito il 26 febbraio 1948 verrà promulgato lo Statuto Speciale di Autonomia della Regione Sardegna, e quindi la specificità regionale della Sardegna verrà in parte riconosciuta dalla nuova Costituzione repubblicana del 1948 che la riconosce come Regione Autonoma a Statuto Speciale.

I referendum Istituzionale e l’Assemblea Costituente

Alcide De Gasperi nominato capo dello Stato ad interimIl presidente del consiglio in carica nel momento del referendum istituzionale, Alcide De Gasperi nato a Pieve Tesino in Provincia di Trento il 3 aprile 1881 e che morirà a Borgo Valsugana il 19 agosto 1954, viene nominato capo dello Stato ad interim, prima che la Corte di Cassazione faccia conoscere i risultati definitivi del referendum. L’indomani il popolo italiano viene chiamato anche a eleggere un’Assemblea Costituente con il compito di scrivere la nuova Costituzione. Il 25 giugno 1946 cominciano ufficialmente i suoi lavori, sotto la presidenza di Giuseppe Saragat. La stessa Assemblea Costituente elegge, il 28 giugno 1946, Enrico De Nicola come capo provvisorio dello Stato. Nel dicembre 1947 si termina di scrivere la costituzione italiana, che entra in vigore il primo gennaio 1948. Questa costituzione fa dell’Italia una repubblica parlamentare.

Il primo Presidente della Repubblica Enrico De Nicola

Il Presidente della Repubblica Enrico De NicolaGià capo provvisorio dello Stato tra il 1946 ed il 1947, diviene il primo Presidente della Repubblica dall’1 gennaio al 12 maggio 1948 l’avvocato liberale Enrico De Nicola nato a Napoli il 9 novembre 1877 e che morirà a Torre del Greco l’1 ottobre 1959. manifesto del Piano MarshallIn questi anni si tentano di riparare i danni provocati, prima dal fascismo e poi dalla guerra. L’Italia diventa un grande cantiere, anche grazie agli aiuti del Piano Marshall fortemente contrastato dal Partito comunista e dal Partito Socialista. All’inizio della sua presidenza, nel paese si stanno diffondendo movimenti separatisti. L’1 maggio 1947, a Portella della Ginestra, il bandito Salvatore Giuliano spara sulla folla che festeggia la Festa dei lavoratori, undici persone muoiono e ventisette rimangono ferite, determinando la prima strage in Italia, di cui non si scopriranno i mandanti. Giuliano viene ucciso, ufficialmente dai Carabinieri ma, come si saprà in seguito, dal sua braccio destro Gaspare Pisciotta che verrà a sua volta avvelenato in carcere. Il bandito salvatore Giuliano con il suo braccio destro Gaspare PisciottaSi tratta del primo dei cosiddetti misteri d’Italia. Gaspare Pisciotta ed altri banditi, in relazione ai gravissimi fatti avvenuti in Sicilia, fanno il nome del demoscristiano Mario Scelba che avrebbe contribuito alla strage e che, al fine di eliminare definitivamente ogni traccia, avrebbe poi deciso l’uccisione del capobanda. Il 18 aprile 1948 si tengono le Prime elezioni dell’Italia repubblicana, nelle quali la Democrazia Cristiana ottiene circa il 48% dei voti, e il Fronte Democratico Popolare, composta dal Partito Comunista Italiano, dal Partito Socialista Italiano e dal Partito Democratico del lavoro, ottiene circa il 31% dei voti. I Fascisti, non potendo ricostituire il loro vecchio partito, hanno costituito il Movimento Sociale Italiano, che ottiene però pochi voti.

Durante la sua presidenza vengono create le prime quattro regioni a Statuto Speciale

In Sicilia, Andrea Finocchiaro Aprile, del leader del Movimento Indipendentista Siciliano, sostiene che le tasse e il servizio di leva non ci sarebbero se l’isola divenisse indipendente, e, come conseguenza, viene creata, il 15 maggio 1946, la Regione a Statuto Speciale della Sicilia. Il sud Tirolo, nonostante vi sia una consistente parte di popolazione di lingua tedesca, viene assegnato dalle potenze vincitrici all’Italia, e, il 5 settembre 1946 viene costituita la Regione a Statuto Speciale del Trentino Alto Adige nella quale, a fianco all’italiano, viene ufficializzato anche l’uso del tedesco. In seguito, il 31 gennaio 1948 si ha la creazione della Regione a Statuto Speciale della Valle d’Aosta e il 26 febbraio 1948 la Regione a Statuto Speciale della Sardegna.

Sotto il commissariato del generale Pietro Pinna Parapaglia in Sardegna viene eliminata la malaria

La nuova costituizione repubblicana, nel 1948, accetta la specificità regionale della Sardegna, e la riconosce come Regione a Statuto Speciale della Sardegna. Il riconoscimento della specialità statutaria, garantisce alle istituzioni regionali una larga autonomia amministrativa e culturale. Infatti, l’isola è depositaria di una millenaria cultura autoctona, con singolari peculiarità etniche e linguistiche, e, nel contesto storico e culturale italiano, va giustamente considerata come un’area a sé stante. Con questo riconoscimento, viene garantito un impegno del governo per attuare, con il concorso della Regione, un piano per la rinascita economica dell’Isola. Il generale Pietro Pinna Parapaglia nominato Alto Commissario per la SardegnaIn Sardegna, sebbene ridotto dalle bonifiche effettuate nel periodo del fascismo, rimane comunque l’incubo della malaria. L’isola dal 1944 al 1949 viene amministrata da un Sardo nominato Alto Commissario Italiano per la Sardegna, il generale Pietro Pinna Parpaglia il quale viene investito tra l’altro anche della lotta al flagello della malaria. In assenza di intervanti diretti da parte del governo nazionale, prende l’iniziativa, tra il 1946 ed il 1948, l’Ente regionale per la lotta contro le zanzare. Vengono concepiti due piani con obiettivi e metodi d’intervento diversi. Il primo volto all’eradicazione della malaria mediante lo spruzzamento intra domiciliare di DDT alla concentrazione di due milligrammo per metro quadro. Uno scatto di Wolfgang Suschitzky il fotografo che ha raccontato la battaglia contro la malaria in SardegnaMentre il secondo è un progetto per l’eradicazione dei vettori malarici dalla Sardegna sostenuto dall’United Nations relief and rehabilitation Administration e dalla Rockefeller Foundation. Con il contributo della Rockefeller Foundation e grazie anche all’utilizzo del DDT, la lotta antimalarica ottiene un successo assolutamente insperato, riuscendo, dopo secoli, a debellare questa malattia divenuta ormai endemica, ed a distruggere per sempre la zanzara anofele. Vengono, quindi, aperte zone, prima insalubri o paludose, a nuovi insediamenti e valorizzazioni, creando i presupposti per la rivitalizzazione delle pianure e delle zone costiere.

Il secondo Presidente della Repubblica Luigi Einaudi

Il Presidente della Repubblica Luigi EinaudiIl 12 maggio 1948, viene eletto Presidente della Repubblica l’economista liberale Luigi Einaudi nato a Carrù in Provincia di Sondrio il 24 marzo 1874 e che morirà a Roma il 30 ottobre 1961. Nel 1949 l’Italia aderisce alla NATO, North Atlantic Treaty Organization. Mario Scelba ministro degli Interni autore delle repressoni e delle stragi di civiliNel 1950 nasce la Cassa del Mezzogiorno, con l’obiettivo di colmare il divario economico tra il nord ed il sud del Paese. Nel 1951 l’Italia aderisce al Trattato di Parigi, che istituisce la CECA, comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio. Nel 1955 l’Italia viene ammessa alle Nazioni Unite. Inoltre, nel 1958 nasce la comunità Economica Europea, il primo passo verso la realizzazione dell’Unione Europea. Gli anni della sua presidenza sono anni di Grandi agitazioni sociali e proteste popolari. Gli ultimi anni del suo mandato vedranno a capo del governo il democristiano Mario Scelba di cui si era già parlato come di mandante della strage di Portella delle Ginestre. Egli era poi stato ministro dell’interno ed aveva avviato una politica repressiva antidemocratica verso gli scioperi, causando numerose vittime e feriti negli anni 1949 e 1950. Ricordo della uccisione di Maria Margotti e della strage di MelissaaRicordo della strage delle Fonderie Riunite di ModenaIn Emilia il 16 maggio 1949 nei pressi di Marmorta di Molinella, durante uno protesta di circa seimila braccianti e mondine provenienti dalle province di Bologna, i Carabinieri uccidono la Mondina Maria Margotti vedova e madre di due bambine che viene falciata da una raffica di mitra, e altre trenta persone rimangono ferite. In Calabria il 29 ottobre 1949 a Melissa in Provincia di Crotone, durante l’occupazione di terre incolte, nella Strage di Melissa la polizia uccide tre persone, oltre a quindici feriti colpiti alle spalle. A Modena il 9 gennaio 1950, durante una manifestazione alle Fonderie Riunite, la polizia uccide sei operai, trentaquattro vengono arrestati, i numerosi feriti trasportati in Ospedale vengono messi in stato di arresto piantonati giorno e notte e denunciati alla magistratura, in quella che verrà ricordato come la Strage di Modena.

I presidentii del consiglio regionale e la commissione di studio per il Piano di Rinascita della Sardegna

Luigi Crespellani presidente del consiglio regionale della SardegnaAlfredo Corrias presidente del consiglio regionale della SardegnaDalle prime elezioni regionali dell’8 maggio 1949, il consiglio regionale ha una durata di quattro anni. Dal 1949 al 1954 viene eletto il primo presidente della giunta regionale della Sardegna che è l’avvocato democristiano Luigi Crespellani nato a Cagliari il 22 febbraio 1897 e che morirà a Sassari il 15 aprile 1967. Dopo di lui un altro democristiano, l’avvocato Alfredo Corrias nato a Oristano il 3 novembre 1895 e che morirà il 2 maggio 1985, nel 1954 viene eletto presidente della giunta regionale della Sardegna, incarico che conserverà per poco più di un anno. Il governo istituisce nel 1951 una commissione di studio per il Piano di Rinascita dell’Isola, che conclude i suoi lavori dopo ben sette anni, ma si dovrà attendere fino al 1962 perché il piano venga approvato dal Parlamento nazionale.

In Sardegna inizia la prima epoca del malavitismo barbaricino

Giovanni Battista liandru anziano con la giovane moglie davanti all’uscita della vecchia stazione dei pullman dell’ArstTra gli anni Trenta e Quaranta del novecento si assiste all’inizio della Prima epoca del banditismo sardo nella quale risulta figura di spicco della malavita barbaricina il latitante di Orgosolo Giovanni Battista liandru la cui latitanza inizia nel 1944. Si racconta della sua cattura il 26 luglio 1950 sul Supramonte, ma Giovanni Battista, non più giovane e logoro per la lunga latitanza, si era consegnato pacificamente ai Carabinieri in modo che la moglie possa ottenere la taglia che grava su di lui. Viene condannato all’ergastolo per l’uccisione di tre Carabinieri, avvenuta durante una rapina stradale in località Monte Maore, in territorio di Villagrande Strisaili. Ottiene la grazia da Giovanni Leone nel 1973 e si ritira a Orgosolo, dove viene raggiunto da una sua giovanissima ammiratrice, che sposa nell’aprile del 1976. La scandalosa storia d’amore di uno dei più temuti banditi sardi finirà, però, da lì a qualche mese, con la fuga della ragazza. Liandru morirà in solitudine, sul Supramonte, che è stato davvero il suo grande amore. Poco più di un mese prima, il 29 maggio 1950, era stato arrestato il suo cugino Giuseppe Gabriele Dettori liandru chiamato Liandreddu, anche lui latitante, sorpreso dai Carabinieri in un Nuraghe e che per sottrarsi all’arresto lancia contro di essi un bomba a mano. Il 9 settembre una banda assale a Sa Ferula lungo la strada da Nuoro a Bitti la camionetta che porta le paghe per gli operai che conducono la lotta contro la malaria, e vengono uccisi tre Carabinieri di scorta.

Pasquale Tandeddu tra gli esponenti della prima epoca del banditismo sardoIl 9 maggio 1951 viene assaltata vicino a Genna Silana la corriera che collega Tortolì con Dorgali, e vengono uccisi altri tre Carabinieri. Tra gli esponenti della prima epoca del banditismo sardo, risulta una figura di spicco anche Pasquale Tandeddu nato a Orgosolo nel 1926, che aveva esordito nella banda di Giovanni Battista liandru. Egli diventa latitante nel 1949, e dal 1950, dopo la cattura di liandru, prende il suo posto a capo della banda, della quale fa parte anche il fratello Pietro Tandeddu di tre anni maggiore. Dopo una lunga sequela di omicidi e sanguinose rapine stradali, con l’uccisione di Carabinieri e portavalori, ricatti ed estorsioni di ogni tipo, Pasquale viene condannato in contumacia dalla Corte di Assise di Cagliari per due massacri, ma continua la sua latitanza, fino a quando nel 1954 venne trovato ucciso vicino a Orgosolo in località Sas Molas sul Supramonte di Orgosolo. Il fratello Pietro era morto colpito al petto da una raffica del suo stesso mitra la notte del primo aprile 1952, ma alcuni si convincono che ad uccidere Pietro sia stato lo stesso fratello per impedirgli di andare a costituirsi.

Il terzo Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi

Il Presidente della Repubblica Giovanni GronchiL’11 maggio 1955 viene eletto Presidente della Repubblica il politico democristiano Giovanni Gronchi nato a Pontedera in Provincia di Pisa il 10 settembre 1887 e che morirà a Roma il 17 ottobre 1978. L’arrivo di Giovanni Grochi al Quirinale, votato anche dai comunisti, segna una progressiva democratizzazione del quadro politico democratico, con la liquidazione del governo di Mario Scelba, ed una conseguente distensione interna nel paese. Fernando Tambroni ministro degli Interni autore delle repressoni e delle stragi di civiliSi tratta di un personaggio molto discusso, per aver imposto il governo di Fernando Tambroni che è un monocolore democristiano sostenuto dai voti del Movimento Sociale, il quale cade a seguito di gravi disordini noti come i Fatti di Genova del 30 giugno 1960, con gli scontri dopo il discorso tenuto de Sandro Pertini e seguiti al corteo indetto dalla Camera del lavoro e appoggiato dall’opposizione di sinistra per protestare contro la convocazione a Genova del sesto congresso del Movimento Sociale Italiano; manifestazioni e scioperi di protesta contro il governo Tambroni si svolgono nello stesso giorno e nei giorni seguenti anche in altre città italiane, i costi di vite umane da parte dei manifestanti sono ingenti con undici morti compresi quelli della Strage di reggio Emilia del 7 luglio 1960, quando la polizia spara contro i manifestanti uccidendo cinque persone.

Il cosiddetto miracolo economico

Discorso di Sandro Pertini all’origine dei fatti di GenovaRicordo della strage di reggio EmiliaTra il 1958 e il 1963 l’economia italiana, ma anche la società e le famiglie, si trasformano completamente, come conseguenza del cosiddetto Miracolo economico. In questi anni, il reddito pro: capite passa da 350mila a 571mila lire, producendo un considerevole aumento dei consumi. Importanti cambiamenti avvengono anche grazie alla diffusione del frigorifero, e, come gli elettrodomestici, anche le automobili e le motociclette divengono beni accessibili per un gran numero di italiani. Ma l’aumento dell’industrializzazione porta una notevole diminuzione della produzione agricola. L’intervento del governo nell’economia avviene, soprattutto, attraverso un aumento della spesa pubblica e la creazione di Società a partecipazione statale. Infine, contribuisce alla crescita dell’Italia la creazione della comunità Economica Europea, nel 1957, con l’apertura delle frontiere ed il conseguente aumento delle esportazioni tra i paesi europei.

Il forte tentativo di rinnovamento della chiesa cattolica

In questo periodo si assiste anche a un forte tentativo di rinnovamenti della chiesa cattolica. Nel 1958 viene eletto papa Giovanni XXIII ricordato con l’appellativo di papa buono, e che, in meno di cinque anni di pontificato, riesce ad avviare il rinnovato impulso evangelizzatore della chiesa universale. Giovanni XXIIIPaolo VIEgli indice il Concilio Vaticano II, annunciato il 15 gennaio 1959, che ha inizio nel 1962 con l’intenzione di aprire la chiesa alla lettura dei segni dei tempi. Morto nel 1963 il papa Giovanni XXIII, il Concilio Vaticano II prosegue sotto il papato del suo successore, che è il papa Paolo VI il quale, subito dopo la nomina, comunica la sua intenzione di concludere il Concilio seguendo quanto tracciato dal suo predecessore. Uomo mite e riservato, dotato di vasta erudizione e, allo stesso tempo, profondamente legato a un’intensa vita spirituale, di grande rilievo è la sua scelta di rinunciare, nel 1964, all’uso della tiara papale, mettendola in vendita per aiutare, con il ricavato, i più bisognosi.

I presidenti del consiglio regionale della Sardegna

Giuseppe Brotzu presidente del consiglio regionale della SardegnaEfisio Corrias presidente del consiglio regionale della SardegnaIl boom economico provoca un forte aumento del divario economico tra il nord e il sud d’Italia, compresa anche la Sardegna. Dal 1955 al 1958 viene eletto presidente della giunta regionale della Sardegna il medico e frmacologo democristiano Giuseppe Brotzu nato a Cagliari il 24 gennaio 1895 e che morirà a Cagliari l’8 aprile 1976, famoso per i suoi importanti contributi nella scoperta degli antibiotici chiamati cefalosporine. Dopo di lui dal 1958 al 1966 viene eletto presidente della giunta regionale della Sardegna un altro democristiano che è Efisio Corrias nato a Bagno di Romagna da genitori sardi il 31 maggio 1911 e che morirà a Cagliari il 15 gennaio 2007. Benché nato in Romagna dove il padre presta servizio, vive tuttavia in Sardegna dove svolge tra l’altro la sua attività politica. Tra i fondatori delle Acli, è stato definito presidente della rinascita perché durante il suo mandato riesce a ottenere dal Parlamento nel 1962 l’approvazione del Piano di Rinascita della Sardegna.

In Sardegna nasce l’industria petrolchimica ed inizia lo sviluppo turistico

L’industria petrolchimica in SardegnaCon l’approvazione nel 1962 del Piano di Rinascita dell’Isola, che prevede cospicui finanziamenti statali per l’economia, viene perseguita un’industrializzazione che non si basa però sulle risorse dell’Isola, ma decide di impiantarvi una Industria petrolchimica del tutto estranea alle sue storiche tradizioni. A nulla valgono, quindi, gli investimenti a pioggia di capitale pubblico nell’isola, con le edificazioni di vere e proprie cattedrali nel deserto. Non si prevede alcun rilancio delle Attività estrattive e non viene dato impulso significativo all’Agricoltura. Il piano non risolve il problema della disoccupazione, ed invece contribuisce a sacrificare altri settori produttivi come l’Artigianato e la Piccola industria. Arzachena: costa Smeralda: l’Aga Khan KarimIl 14 marzo 1962 inizia, comunque, lo Sviluppo turistico della Sardegna, quando un gruppo di imprenditori ed operatori turistici, sotto la guida di Karim al-Husayni si sono riuniti in quello che è stato battezzato Consorzio Costa Smeralda per lo sfruttamento turistico di queste coste che erano allora del tutto incontaminate. Karim, nato a Ginevra nel 1936, ha assunto dal 1957 il titolo ereditario di Aga Khan IV divenendo 49° Imam dei Musulmani Shiiti Ismailiti, e si considera diretto discendente del profeta Maometto. Laureatosi in storia islamica all’Università di Harvard, ha dato vita ad un imponente programma di sviluppo economico, promosso e gestito dal Fondo Aga Khan. In Costa Smeralda vengono realizzate costruzioni che prendono spunto dall’architettura contadina locale e rispettano al massimo le caratteristiche paesaggistiche, bene inserendosi nel territorio senza deturparlo eccessivamente. Viene quindi inventato lo Stile smeraldino, che si ispira allo stile gallurese, nel quale viene realizzato un insieme di complessi tra i più famosi al mondo, in uno dei principali centri del turismo internazionale. Sull’onda del successo dell’area del Consorzio Costa Smeralda, che rappresenta però un turismo di elite, si sviluppano altre Attività turistiche in diverse zone costiere, in molti casi però responsabili di un irrimediabile degrado di ampi tratti del litorale. Deturpa irrimediabilmente l’ambiente l’insediamento di Costa Paradiso, con le abitazioni costruite tra le splendide scogliere di colore rosa acceso. Più rispettoso dell’ambiente, non ha grande successo l’insediamento della Costa Verde, nell’Iglesiente. Terribile da vedere la costa di Pula e Domus de Maria, dove i complessi turistici, recintati, si seguono l’un l’altro, rendendo impossibile a che non vi abiti raggiungere la costa.

In Sardegna inizia la seconda epoca del banditismo barbaricino

Il latitante Graziano Mesina detto Grazianeddu negli anni SessantaNel 1942 nasce a Orgosolo in una famiglia di pastori Graziano Mesina chiamato Grazianeddu dagli amici, il quale verrà in seguito definito La primula del Supramonte, ed è l’ultimo erede del retaggio di quello che è stato il Codice Barbaricino, che lava le offese e tutela l’onore personale e di gruppo vendicandolo col sangue. Il primo arresto a 14 anni per porto abusivo di pistola e oltraggio a pubblico ufficiale. Ha compiuto i 18 anni quando, nel’60, per festeggiare gli amici che partono per la leva, spara contro i lampioni e viene arrestato per porto abusivo d’armi e danneggiamenti. Riesce a evadere dalla caserma, viene ricatturato e condannato a sette mesi. Sempre nel’60 viene sequestrato il commerciante di Berchidda Pietrino Crasta. Una lettera anonima segnala dove è la prigione con l’ostaggio, ma i Carabinieri trovano solo il cadavere. Per il rapimento vengono arrestati tre suoi fratelli, Giovanni Pietro e Nicola. Graziano, scarcerato nel 1961, convinto dell’innocenza dei fratelli, entra in un bar di Orgosolo e ferisce a colpi di pistola il pastore Luigi Mereu zio di uno degli accusatori dei Mesina. Viene condannato a sedici anni per tentato omicidio, ma nel 1962 si fa ricoverare nell’infermeria del carcere di Nuoro, da dove fugge per raggiungere il Supramonte. La faida porta a regolamenti di conti, e viene ucciso suo fratello Giovanni. Il 13 novembre 1962 Graziano entra incappucciato in un bar di Orgosolo, dove si trova Andrea Muscau coinvolto nelle indagini per il rapimento Crasta, e gli spara col mitra. Alcuni avventori lo prendono alle spalle e lo stordiscono con una bottiglia. Questa volta Graziano viene condannato a ventisei anni. Foto segnaletica del bandito spagnolo Miguel AtienzaFuggito nel 1966 assieme al compagno di prigionia Miguel Atienza il cui vero nome è Miguel Alberto Asencio Prados Ponte, un giovane spagnolo disertore della legione Straniera che, fuggito dalla Corsica, era arrivato in Sardegna e arrestato a Cagliari per furto di automobile, scavalcando il muro del carcere di San Sebastiano di Sassari. Nella zona di Golfo Aranci rapiscono il proprietario terriero Paolo Mossa che verrà liberato dopo la promessa che avrebbe pagato il riscatto. L’11 maggio 1967 a Nuoro, travestiti da poliziotti, fingono un blocco stradale e rapiscono il grosso commerciante di carni Peppino Capelli che verrà rilasciato dopo il versamento di un riscatto di diciotto milioni di lire. Alla coppia vengono attribuiti molti altri sequestri. Il 17 giugno 1967 Atienza, Mesina e altri appartenenti alla banda ingaggiano ad Osposidda sulle colline nei pressi di Orgosolo, un conflitto a fuoco con le forze dell’ordine, nel quale Atienza uccide due agenti prima di cadere ferito mortalmente. Mesina viene anche coinvolto nel sequestro dei due possidenti di Ozieri Giovanni Campus e Nino Petretto dell’industriale cagliaritano Luigi Moralis del prelievo da una casa di Bortigali dei medici Domenico Canetto e Ennio papandrea che torneranno in Libertà dopo il pagamento di una somma consistente per quell’epoca ossia venticinque milioni. Fermato durante un normale controllo nel 1968, viene riconosciuto e arrestato. Nel 1973 due tentativi di fuga, prima da Volterra e poi da regina Coeli. Evaso nel 1976 dal carcere di lecce con il terrorista dei Nap Martino Zichittella, rimane latitante per un anno, ma viene venne arrestato in Trentino. resta in carcere finche nel 1992 gli si permette di tornare in Sardegna per occuparsi di intercedere nel sequestro del piccolo Farouk Kassam. Dopo quaranta anni in carcere, quasi cinque da latitante e undici agli arresti domiciliari, nel 2004 verrà graziato dal Presidente della Repubblica Carlo Azelio Ciampi e potrà tornare a Orgosolo, per fare a volte la guida turistica.. In seguito nel giugno 2013, a 71 anni, viene nuovamente arrestato, secondo gli inquirenti, stava progettando un sequestro di persona, ed, inoltre, viene ritenuto dai magistrati di Nuoro a capo di una potente organizzazione dedita a traffico di stupefacenti, furti e rapine. Ma il 2 luglio 2020 i Carabinieri recatisi presso l’abitazione dell’uomo per notificare il verdetto e ricondurlo in carcere non trovano nessuno, dato che Graziano Mesina è nuovamente latitante, e a inizio febbraio 2021 viene inserito dal Ministero dell’Interno nell’elenco dei latitanti di massima pericolosità.

Il quarto Presidente della Repubblica Antonio Segni costretto alle dimissioni

Il Presidente della Repubblica Antonio SegniLa Sardegna ha dato due Presidenti della Repubblica provenienti entrambi dalle file della Democrazia Cristiana, il primo dei quali è Antonio Segni nato a Sassari nel 1891 e morto a Roma nel 1972, eletto Presidente della Repubblica l’11 maggio 1962. Egli era stato Ministro dell’Agricoltura quando è stata varata grazie ai fondi del Piano Marshall’una riforma agraria detta legge Stralcio, da alcuni studiosi ritenuta la più importante riforma dell’intero secondo dopoguerra, che ha sancito l’esproprio coatto delle terre ai grandi latifondisti e la loro distribuzione ai braccianti agricoli di modo da renderli piccoli imprenditori non più sottomessi al grande latifondista, e facendo nascere successivamente forme di collaborazione come le cooperative agricole che hanno dato all’agricoltura quel carattere imprenditoriale che era venuto meno con la divisione delle terre. Durante la sua presidenza inizia la guerra alla mafia. Il 30 giugno 1963, un’Autobomba vicino alla casa di un boss a Ciaculli, uccide sette Carabinieri arrivati sul posto in seguito ad una telefonata anonima.

Durante la sua presidenza viene creata la quinta Regione a Statuto Speciale del Friuli Venezia Giulia

Il 10 febbraio 1947, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, l’Italia sconfitta aveva firmato a Parigi il Trattato di Pace con le potenze alleate vincitrici, perdendo gran parte della Venezia Giulia. Solo nel 1954 avviene il ricongiungimento del Territorio libero di Trieste, ed il 31 gennaio 1963 l’Italia, unendo la Regione del Friuli con la parte dell’ex Territorio libero di Trieste, costituisce la Regione a Statuto Speciale del Friuli Venezia Giulia. Durante il mandato di Antonio Segni, dal 1962 al 1964 il presidente della giunta regionale della Sardegna continua ad essere il democristiano Efisio Corrias.

Il progettato colpo di stato dell’estrema destra chiamato piano Solo

Il presunto golpista Giovanni De LorenzoNel 1964 si rischia un colpo di stato da parte dell’estrema destra, con il progettato Piano Solo. Si tratta di un progetto militare, la cui attuazione prevede la presa del potere in Italia da parte dell’Arma dei Carabinieri. Secondo le risultanze di una commissione parlamentare d’inChiesta, tale piano è stato sul punto di essere attuato nell’estate del 1964, per disposizione del generale col monocolo Giovanni De Lorenzo che tra il 1955 e il 1962 era stato ai vertici del Sifar, il servizio segreto delle Forze Armate, ed era allora comandante generale dell’Arma dei Carabinieri. Alla sua base era una pianificazione militare che doveva essere attuata Solo dai Carabinieri da qui il nome di piano Solo. Un piano che prevedeva, oltre l’occupazione di obiettivi strategici nelle principali città italiane, anche l’arresto di oltre settecento dirigenti comunisti e socialisti, sindacalisti, intellettuali di sinistra ed esponenti della sinistra della Democrazia Cristiana da deportare poi in Sardegna nella base di capo Marrangiu. Se attuato, il piano Solo avrebbe condotto ad un vero colpo di stato, ma sulla vicenda il governo pone il segreto di Stato. Il comandante generale Giovanni De Lorenzo passa in rassegna i CarabinieriTutto comincia il 26 giugno del 1964 quando, dopo sei mesi di difficile coabitazione, va in pezzi il primo governo organico di centro-sinistra formato cioè da demoCristiani, socialisti, socialdemocratici e repubblicani e presieduto da Aldo Moro. Il 3 luglio, privo di alternativa se non il ricorso alle elezioni che sarebbero state sfavorevoli alla DC, il capo dello stato, Antonio Segni, assegna un nuovo incarico allo stesso Moro, il cui compito sarebbe stato quello di annacquare il più possibile le riChieste innovative dei socialisti, la cui delegazione era guidata da Pietro Nenni.In un clima drammatico, le trattative, trasformatesi in una sorta di braccio di ferro, si protraevano. Il 13 luglio uno stringatissimo comunicato annuncia che Segni ha ricevuto al Quirinale il generale De Lorenzo.

Dopo il progettato piano Solo il presidente Antonio Segni viene costretto a dimettersi e assume la supplenza Cesare Merzagora

Il presidente del Senato Cesare Merzagora divenuto Presidente della Repubblica supplenteIn quanto Presidente della Repubblica, Antonio Segni viene sospettato di avere avuto un ruolo nelle vicende di questo progettato piano eversivo, ed, a sostegno di tale sospetto, vi è il fatto che durante le trattative per la formazione del nuovo governo, nel luglio 1964, chiede di partecipare al generale Giovanni De Lorenzo e al capo di Stato Maggiore della Difesa, Aldo Rossi. Il 7 agosto 1964, Antonio Segni viene colpito da trombosi cerebrale, assume la supplenza il presidente del senato Cesare Merzagora e la situazione viene risolta con le sue Dimissioni del 6 dicembre 1964. La sua Presidenza, che dura solo due anni e mezzo, è la più breve della storia repubblicana, dopo quella del primo presidente Enrico De Nicola.

Il quinto presidente dell’repubblica Giuseppe Saragat

Il Presidente della Repubblica Giuseppe SaragatIl 29 dicembre 1964 viene eletto Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat nato a Torino il 19 settembre 1898 e che morirà a Roma l’11 giugno 1988. Si tratta del primo appartenente al Partito Socialista Democratico a ricoprire questa carica. Il 25 giugno 1967 avviene la strage di Cima Vallona, nella quale il Comitato per la liberazione del sudtirolo, con una trappola esplosiva, uccide quattro militari che indagano su un precedente attentato in cui aveva perso la vita un alpino. Sul fronte della guerra alla mafia, a Palermo, il 10 dicembre 1969, ha luogo la strage di viale lazio, nella quale gli assassini, travestiti da finanzieri, uccidono sei persone. A partire dal 1968, l’Italia si trasforma radicalmente sul piano sociale, a seguito del sorgere di movimenti radicali. Si tratta, soprattutto, di comunisti, di giovani e di operai, che portano profonde modifiche al costume, alla mentalità generale e particolarmente alla scuola. La crescita del conflitto sociale di questi anni, porta, poi, all’autunno caldo del tardo 1969. Nel 1970, sotto questi governi, avviene la creazione delle Regioni a Statuto Ordinario. Si ha anche la nazionalizzazione dell’industria elettrica, l’istituzione della Scuola media obbligatoria con l’obbligo scolastico portato a 14 anni, viene varata la legge del divorzio, ed approvato lo Statuto dei lavoratori.

La nascita del terrorsmo rosso

Nascita del terrorismo rosso: una manifestazione studentescaTerrorismo rosso: Giuseppe Memeo punta una pistola contro la polizia in via De Amicis a MilanoNegli anni Settanta alcuni dei numerosi movimenti politici, sorti negli anni precedenti, si estremizzano ed optano per il terrorismo rosso, che viene accompagnato da un analogo terrorismo nero. I primi germi che favorirono la nascita del Terrorismo rosso possono essere rintracciati nel periodo di tensione sociale che segna il finire degli anni sessanta in Italia e che venne in qualche modo alimentato dalla protesta operaia e sindacale e dal movimento di contestazione studentesca che prende poi il nome di sessantotto. In seguito i disordini seguiti allo sciopero generale del 19 novembre 1969, che a Milano determinarono la morte dell’agente di polizia Antonio Annarumma, in servizio durante la manifestazione indetta dall’Unione Comunisti Italiani e dal Movimento Studentesco, e poi la strage di piazza Fontana, determineranno il passaggio dalla protesta alla lotta armata. All’inizio l’editore Giangiacomo Feltrinelli nel 1970 fonda i Gruppi d’Azione Partigiana, ma il suo impulso rivoluzionario non vede la luce dato che il 15 marzo 1972 il suo cadavere dilaniato da un’esplosione viene rinvenuto ai piedi un traliccio dell’alta tensione a Segrate presso Milano, una morte mai del tutto chiarita. Terrorismo rosso: il corpo senza vita di Gangiacomo Feltrinelli sotto il traliccio a SegrateNasce poi il gruppo decimododicesimo Ottobre che in una rapina di autofinanziamento il 26 marzo 1971 uccide Alessandro Floris portavalori dell’Istituto Autonomo Case Popolari. Dopo il Collettivo Politico Metropolitano, nascono e diventano famose le Brigate Rosse, che già da questi anni inizano a rapire e gambizzare numerosi esponenti del mondo culturale e politico italiano. Le prime iniziative sono perlopiù di natura dimostrativa, ossia attentati incendiari, sabotaggi e brevi sequestri di persona, a scopo dimostrativo, di quadri e dirigenti aziendali e della durata di qualche ora o di pochi giorni. La prima significativa azione del gruppo risale al 17 settembre 1970 con l’incendio dell’automobile di Giuseppe leoni dirigente della Sit-Siemens.

La nascita del terrorismo nero e della stragia della tensione

Il termine Terrorismo nero indica una tipologia di eversione armata di ispirazione neofascista e nazional-rivoluzionaria e, più in generale, collegata a ideologie politiche di destra e nella fattispecie di estrema destra. Durante le sua presidenza ha inizio la Strategia della tensione stategia eversiva basata principalmentesu una serie preordinata e ben congegnata di atti terroristici, volti a creare in Italia uno stato di tensione e una paura diffusa nella popolazione, tali da far giustificare o addirittura auspicare svolte di tipo autoritario. L’espressione è stata coniata dal settimanale inglese The Observer nel dicembre 1969, all’indomani della strage di piazza Fontana. Nel corso del 1969 vengono compiuti infatti i primi attentati neri. Si tratta della Bomba del 25 aprile 1969 che esplode nello stand della Fiat alla Fiera Campionaria di Milano provocando sei feriti. Gli attentati ai treni dell’estate 1969 con dodici feritiL’indagine affidata del commissario Luigi Calabresi si indirizza subito verso i circoli anarchici e porta all’arresto di quindici persone della sinistra extraparlamentare, che rimangono in carcere per sette mesi prima di essere scarcerate, mentre i veri colpevoli saranno individuati e condannatti qualche anno dopo Franco Freda e Giovanni Ventura, membri dell’organizzazione terroristica neofascista Ordine Nuovo. Seguono gli Attentati ai treni dell’estate 1969 quando l’8 ed il 9 agosto scoppiano otto bombe posizionate in diversi treni, provocando dodici feriti, mentre altre due bombe verranno ritrovate, inesplose, nelle stazioni di Milano centrale e di Venezia Santa Lucia. Anche in questo caso le indagini vengono indirizzate verso ambienti anarchici, e solo diversi anni dopo verranno condannati Franco Freda e Giovanni Ventura.

La strage di piazza Fontana a Milano con diciassette morti e ottantotto feritimanifestazione in difesa di Giuseppe Pinelli e Pietro ValpredaSuccessivamente, il 12 dicembre 1969, avviene l’attentato di Milano, la Strage di piazza Fontana nella quale muoiono diciassette persone e ottantotto risultano ferite. Da Milano il prefetto libero Mazza avvisa il presidente del Consiglio Mariano Rumor che L’ipotesi attendibile che deve formularsi indirizza le indagini verso gruppi anarcoidi, ipotesi che si rivela un depistaggio attuato proprio dall’Ufficio Affari Riservati. Il 12 dicembre l’anarchico Giuseppe Pinelli viene fermato e interrogato a lungo in questura dal commissario Calabresi, ed il 15 dicembre, dopo tre giorni di interrogatori, muore dopo essere precipitato dal quarto piano della questura. Il 16 dicembre viene arrestato anche un altro anarchico, Pietro Valpreda. Si svolgono ben otto processi che riconoscono l’etraneità degli anarchici all’attentato, ed alla fine negli anni novanta l’inChiesta del giudice Guido Salvini raccogle le dichiarazioni di Martino Siciliano e Carlo Digilio, ex neofascisti di Ordine Nuovo, che confessano il proprio ruolo nella preparazione dell’attentato, ribadendo le responsabilità di Franco Freda e Giovanni Ventura. Accusati ingiustamente Giuseppe Pinelli e Pietro ValpredaGli organizzatori della strage Franco Freda e Giovanni VenturaInoltre Digilio sostiene di aver ricevuto una confidenza in cui Delfo Zorzi che ormai da anni vive in Giappone dal quale è negata la sua estradizione, gli racconta di aver piazzato personalmente la bomba nella banca. Al termine il processo nel maggio 2005 la Cassazione però assolve gli imputati, affermando tuttavia che la strage di piazza Fontana è stata realizzata dalla cellula eversiva di Ordine Nuovo capitanata da Franco Freda e Giovanni Ventura non più processabili dato che erano stati assolti con sentenza definitiva nel 1987.

La strage del Treno del Sole a Gioia Tauro con sei morti e sessantasei feritiDopo la strage di piazza Fontana, il 22 luglio 1970 il direttissimo Treno del Sole che collega Siracusa con Torino porta Nuova a poche centinaia di metri dalla stazione di Gioia Tauro deraglia, sui binari sabotati precedentemente da una bomba. Nella Strage di Gioia Tauro muoiono sei persone e sessantasei risultano ferite. Le indagini, indirizzate per tutti questi attentati dai servizi segreti deviati verso gli ambienti anarchici, coprono anche questa volta invece le gravi responsabilità dell’estremismo nero. La sentenza della corte di Assise di Palmi del 27 febbraio 2001 individua come responsabili tre esponenti di AvanGuardia nazionale: Vito Silverini, Vincenzo Caracciolo e Giuseppe Scarcella.

Il progettato colpo di stato dell’estrema destra chiamato golpe Borghese

Il presunto golpista Junio Valerio BorgheseAppartenente alla principesca famiglia Borghese, Junio Valerio Borghese durante la seconda guerra mondiale fa parte della decimoŞ Flottiglia MAS, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 prosegue la guerra combattendo al fianco dei tedeschi, aderisce poi alla repubblica Sociale Italiana. Borghese è stato chiamato anche con il soprannome di Principe Nero. Dopo tre anni di detenzione, viene condannato a 12 anni di reclusione per collaborazionismo, ma liberato subito per effetto dell’amnistia Togliatti. Nel dopoguerra diviene presidente del Movimento Sociale Italiano dal 1951 al 1953. Durante la notte tra il 7 e l’8 dicembre 1970 si verifica un tentativo di colpo di stato da parte dell’estrema destra, il progettato Golpe Borghese da lui organizzato con la collaborazione di altri dirigenti del Fronte nazionale, paramilitari appartenenti a formazioni dell’estrema destra e di numerosi alti ufficiali delle forze armate e funzionari ministeriali. Al Golpe si stima che parteciparono circa 20mila uomini attivi e altrettanti pronti per essere attivati. Il golpe, però, viene annullato dallo stesso Borghese, mentre è in corso di esecuzione, per motivi mai chiariti. È infatti Borghese in persona a impartire il contrordine, ma si rifiuta di spiegarne le ragioni persino ai suoi più fidati collaboratori. Lo fa dopo aver ricevuto una misteriosa telefonata. Alcune fonti individuano in licio Gelli l’autore della telefonata. Secondo altre fonti è invece Giulio Andreotti, per il tramite del suo segretario Gilberto Bernabei, a indurre Borghese a decretare il contrordine.

Il governo della Sardegna durante la presidenza Saragat

Paolo Dettori presidente della giunta regionale della SardegnaGiovanni Del rio presidente della giunta regionale della SardegnaLucio Abis presidente della giunta regionale della SardegnaAntonio Giagu De Martini presidente della giunta regionale della SardegnaDurante la presidenza della Repubblica di Giuseppe Saragat il consiglio regionale della Sardegna viene governato da diversi amministratori, tutti demoCristiani, che durano in carica però ciscuno per poco tempo. Dal 1966 al 1967 è presidente della giunta regionale della Sardegna Paolo Dettori nato a Tempio Pausania il 20 dicembre 1926 e che morirà a Sassari il 14 giugno 1975, durante la cui presidenza la Regione abbandona il tradizionale moderatismo nei rapporti con lo Stato centrale per inaugurare una politica contestativa, coinvolgendo in una clamorosa manifestazione popolare i sindaci del territorio. Dal 1967 al 1970 è presidente della giunta regionale della Sardegna Giovanni Del Rio nato a Sindia il 12 maggio 1925 e che qui morirà l’1 gennaio 2015. Per un breve periodo, dal febbraio al novembre 1970, è presidente della giunta regionale della Sardegna Lucio Abis nato a Oristano il 24 febbraio 1926 e che qui morirà il 20 dicembre 2014, che viene considerato il padre della Provincia di Oristano della cui legge istitutiva sarà il proponente nel 1974. E ancora dalla fine del 1970 al 1972 è presidente della giunta regionale della Sardegna Antonio Giagu De Martini noto con il soprannome Nino, nato a Thiesi il 17 marzo 1925 e che morirà a Sassari il 4 novembre 2006.

Il sesto Presidente della Repubblica Giovanni Leone costretto anch’egli alle dimissioni

Il Presidente della Repubblica Giovanni LeoneIl 29 dicembre 1971 viene eletto Presidente della Repubblica il democristiano Giovanni Leone nato a Napoli il 3 novembre 1908 e che morirà a Roma il 9 novembre 2001. La sua elezione richiede ben 23 scrutini per raggiungere la maggioranza assoluta, ed è la più lunga della storia repubblicana. L’elezione di Leone è il frutto di precari equilibri politici anche interni al suo stesso partito e, comunque, espressione di una maggioranza di centro appoggiata dalla destra che, a metà degli anni settanta, era stata accantonata e considerata ormai improponibile. Per cui si scatena presto contro di lui una diffusa ostilità da parte della sinistra, e la stessa Democrazia Cristiana è assai flebile nel difenderlo dinanzi alle critiche virulente che gli vegono rivolte.

Il progettato colpo di stato di Edgardo Sogno

Il presunto golpista Edgardo SognoNegli anni settanta il diplomatico e agente segreto Edgardo Sogno si convince che l’Italia necessiti di una repubblica presidenziale e quindi una riforma costituzionale simile a quella che il generale Charles de Gaulle aveva ottenuto in Francia con l’instaurazione della Quinta repubblica. Stringe amicizia con il politico repubblicano Randolfo Pacciardi, fautore della Repubblica presidenziale, e si affilia alla massoneria del Grande Oriente d’Italia, associandosi alla loggia massonica P2. Prende contatti con diversi generali e prepara un progetto di governo. Nelle sue intenzioni, doveva svolgersi Un’operazione largamente rappresentativa sul piano politico e della massima efficienza sul piano militare, con lo scopo di effettuare un Golpe bianco per spingere il presidente Giovanni Leone a nominare un nuovo governo capace di modificare la costituzione in senso presidenzialista, con a capo Pacciardi, il quale avrebbe dovuto essere Il de Gaulle italiano. Ma il ministro della difesa Giulio Andreotti fa trasferire i vertici militari coinvolti, ostacolando il progetto golpista, che comunque non riesce ad andare oltre la fase dell’ideazione.

L’omicidio del commissario Luigi Calabresi

Luigi Calabresi commissario di polizia e addetto alla squadra politica della Questura di MilanoIl 17 maggio 1972, dinanzi alla sua abitazione, avviene l’assassinio con alcuni colpi di arma da fuoco del commissario di polizia e addetto alla squadra politica della Questura di Milano Luigi Calabresi per mano di un commando di due uomini. Dopo un iter processuale particolarmente travagliato, solo nel 1997 si giunge a una sentenza in Corte di Cassazione, che individua come esecutori materiali del delitto Ovidio Bompressi ed il collaboratore di giustizia Leonardo Marino sulle cui parole si basa l’accusa, e come mandanti Giorgio Pietrostefani e Adriano Sofri condannati perconcorso morale nell’omicidio, ma senza l’aggravante del terrorismo. I quattro appartenevano all’epoca alla formazione extraparlamentare Lotta Continua, della quale Sofri e Pietrostefani erano stati fondatori e che avevano accusato il commissario della morte dell’anarchico Giuseppe Pinelli dopo la strage di piazza Fontana.

Prosegue la strategia della tensione

Durante le sua presidenza si ha una notevole prosecuzione della Strategia della tensione che era iniziata con la strage di piazza Fontana a Milano. La strage di Peteano con tre Carabinieri morti ed altri due feritiIl 31 maggio 1972 la Strage di Peteano quando una Fiat 500 imbottita di esplosivo esplode nei pressi di Peteano che è una frazione sagrado in Provincia di Gorizia, uccidendo tre Carabinieri e ferendone altri due. I responsabili dell’attentato sono Vincenzo Vinciguerra, Carlo Cicuttini e Ivano Boccaccio, aderenti al gruppo eversivo neofascista Ordine Nuovo. Finiscono sotto inChiesta anche esponenti delle forze armate e delle forze dell’ordine per i tentativi di depistaggio dell’indagine tramite apertura di filoni d’inChiesta inconsistenti nei confronti di organizzazioni e gruppi di sinistra ed estrema sinistra. Lo stesso segretario del Movimento Sociale Giorgio Almirante viene accusato di aver favorito la fuga e la latitanza in Spagna di uno dei responsabili dell’attentato, Carlo Cicuttini, che sarà condannato all’ergastolo in contumacia.

La strage della Questura di Milano con quattro morti e quarantasei feritiIl 17 maggio 1973 a Milano in via Fatebenefratelli, davanti alla Questura di Milano, mentre si svolge la cerimonia in memoria del commissario Luigi Calabresi ucciso un anno prima, dopo che il Ministro dell’interno Mariano Rumor ha scoperto il busto dedicato al funzionario ed è andato via in auto, un grosso ordigno esplode in mezzo alla folla di persone ancora riunite per la celebrazione. La Strage della Questura di Milano in cui muoiono quattro persone e altre quarantasei rimangono ferite, è causata dal sedicente anarchico Gianfranco Bertoli, smascherato in seguito come un provocatore stipendiato dal Sifar legato al gruppo di destra Pace e Libertà e soprattutto aderente dell’organizzazione segreta Gladio.

Esplosioni che determinano la strage di Savona con un morto e venti feritiDall’aprile 1974 al maggio 1975 una serie di esplosioni provocano un morto e venti feriti per le Bombe di Savona. Il 30 aprile 1974, alla vigilia dei festeggiamenti per il primo maggio, una bomba al plastico esplode nel centro di Savona; il 9 agosto due bombe al plastico esplodono vicino alla centrale elettrica dell’Enel di Vado ligure; il 9 novembre dieci chili di esplosivo vengono fatti esplodere nel locale caldaie della sede della Provincia; nel tardo pomeriggio del 12 novembre cinque chili di tritolo scoppiano nell’atrio della Scuola Media Bartolomeo Guidobono vicino alla Camera del lavoro; il 16 novembre altre due bombe vengono fatte esplodere a poche ore una dall’altra; il 20 novembre una bomba esplode nell’atrio del portone di via Giacchero 22 provocando crolli interni e 13 feriti, tra cui la novantaduenne Fanny Dallari che morirà il giorno dopo in Ospedale; il 23 novembre a Varazze un’autobomba salta in aria a pochi metri dalla caserma dei Carabinieri e un ordigno ad alto potenziale esplode sull’autostrada Savona-Torino a poca distanza dalla sede stradale; il 24 una bomba detona in prossimità della Prefettura causando otto feriti e il pomeriggio successivo l’esplosivo abbatte un traliccio dell’alta tensione in località Madonna degli Angeli. La rivendicazione vienecaptata dalla frequenze televisive cittadine ed è Qui Ordine Nero. Vi faremo a pezzi!. Il 26 maggio l’ultimo scoppio colpisce la storica Fortezza di Monte Ciuto.

La strage di piazza della loggia a Brescia con otto morti e centodue feritiIl 28 maggio 1974 avviene la Strage di piazza della loggia a Brescia, causata da una bomba nascosta in un cestino portarifiuti che viene fatta esplodere mentre è in corso una manifestazione contro il terrorismo neofascista. In questa strage muoiono otto persone e altre centodue rimangono ferite. Dopo molti anni di indagini, depistaggi e processi, vengono riconosciuti colpevoli e condannati alcuni membri del gruppo neofascista Ordine Nuovo. Qquali esecutori materiali vengono riconosciuti Maurizio Tramonte, condannato in appello e riconosciuto la Fonte Tritone dei Servizi Segreti Italiani, assieme ai già detenuti Carlo Digilio addetto agli esplosivi e Marcello Soffiati che ha trasportato l’ordigno. Come mandante viene condannato in appello Carlo Maria Maggi, dirigente di Ordine Nuovo.

La strage del treno Italicus con dodici morti e centocinque feritiEd il successivo 4 agosto avviene la Strage del treno Italicus a San Benedetto Val di Sambro, in Provincia di Bologna, in cui muoiono dodici persone alcune per l’esplosione ed altre arse vive dall’incendio, mentre altre centocinque rimangono ferite. L’ordigno era composto da una miscela esplosiva e da una miscela incendiaria, collegato a una sveglia di una marca tedesca. La temporizzazione del timer avrebbe dovuto fare esplodere l’ordigno mentre il treno attraversava la Grande Galleria dell’Appennino, tuttavia durante la corsa tra Firenze e Bologna il treno recupera tre dei minuti di ritardo accumulati nelle tratte precedenti, quindi la bomba esplode lo stesso all’interno della galleria ma in un tratto a soli cinquanta metri dall’uscita. La strage avrebbe avuto conseguenze più gravi, si ipotizza anche nell’ordine di centinaia di morti, se l’ordigno fosse esploso all’interno della Grande Galleria dell’Appennino,

L’estremismo rosso con il rapimento di Aldo Moro

Estremismo rosso: il rinvenimento del cadavere di Aldo MoroAnche l’estremismo rosso compie le sue prime azioni eversive. L’episodio più significativo avviene nel 1978, quando le Brigate Rosse sequestrato il 16 marzo 1978 a Roma il presidente della Democrazia Cristiana, Aldo Moro proprio nel momento in cui il presidente del consiglio incaricato, Giulio Andreotti, sta tentando di far nascere un governo basato sul cosiddetto compromesso storico, ossia un governo della Democrazia Cristiana con l’appoggio del Partito Comunista. Il corpo senza vita di Aldo Moro viene ritrovato il 9 maggio successivo in via Caetani, nel centro della Capitale, al termine di 55 giorni di prigionia. A distanza di pochi giorni dall’epilogo della tragedia si ebbero i primi arresti di brigatisti coinvolti nell’agguato di via Fani e all’uccisione di Moro. Furono arrestati Enrico Triaca, un tipografo che s ’era messo a disposizione di Mario Moretti, poi Valerio Morucci e Adriana Faranda.

Il governo della Sardegna e la costituzione della Provincia di Oristano

Pietro Soddu presidente della giunta regionale della SardegnaSalvator Angelo Spano presidente della giunta regionale della SardegnaAntonio Giagu De Martini presidente della giunta regionale della SardegnaPer quanto riguarda la Sardegna nel 1972 viene approvata la legge costituzionale che porta la durata del consiglio regionale della Sardegna a cinque anni, uniformandola a quella dei Consigli delle regioni ordinarie appena istituite. Il consiglio regionale della Sardegna continua ad essere governato da diversi amministratori sempre demoCristiani, che durano in carica poco tempo. Dall’11 febbraio al 14 marzo 1972 è presidente della giunta regionale della Sardegna Pietro Soddu nato a Benetutti il 19 giugno 1929, politico da sempre attento e molto vicino al mondo dell’arte che crea pezzo dopo pezzo il Piccolo Atlante della Sardegna, ossia la cosiddetta Collezione Soddu Tanda, ultima itinerante e costituita da un centinaio di opere dei più importanti artisti sardi e non solo, donata agli inizi del Duemila al Comune di Benetutti. Giovanni Del rio presidente della giunta regionale della SardegnaPietro Soddu presidente della giunta regionale della SardegnaDal 18 marzo al 22 novembre 1972 è presidente della giunta regionale della Sardegna il giornalista e scrittore Salvator Angelo Spano nato a Villacidro il 21 agosto 1925 e che qui morirà il 30 gennaio 2004. Da fine 1972 al 1973 è presidente della giunta regionale della Sardegna di nuovo Antonio Giagu De Martini e dal 1973 al 1976 di nuovo Giovanni Del Rio. Dal 1976 al 1979 è presidente della giunta regionale della Sardegna di nuovo Pietro Soddu. Durante il governo di Giovanni Leone nel 1974 viene approvata la costituzione, accanto alle province di Sassari, Cagliari e Nuoro, anche della Provincia di Oristano.

In Sardegna inizia l’opera dell’anonima sequestri

Lucio Battisti con il figlio LucaIn Sardegna e grandi difficoltà economiche nelle quali si trova la popolazione spingono alcuni personaggi dell’anonima sequestri sarda a tentare di risolvere i problemi ricorrendo a sequestri di persone con riChieste di riscatto, non solo in Sardegna ma anche nel continente dove alcuni di loro si trovano soprattutto come pastori. Il 16 luglio 1975 a Molteno in Provincia di Lecco avviene il tentativo di sequestro di Luca figlio di lucio Battisti, all’epoca di due anni e quattro mesi, il quale sfugge per poco al rapimento, che viene imputato all’Amonima sequestri sarda ma i cui autori rimangono ignoti. Il piccolo Luca, che giocava in un parco pubblico, sfugge ai rapitori solo grazie al pronto intervento della babysitter.

Gli imputati al processo per il rapimento di Marzio OstiniMelchiorre contena prosciolto dopo trenta anni di ergastoloIl 31 gennaio 1977 viene sequestrato nella sua villa a San Casciano Bagni vicino a Siena l’imprenditore milanese Marzio Ostini che verrà in seguito ucciso ed il cui corpo non verrà mai ritrovato. Autori del sequestro sono Antonio Soru di Paulilatino, Pietrino Mongile di Ghilarza, e Lussorio Salaris di Borore che nel 1986 verrà trovato ucciso con le mani mozzate, che viene quindi punito per avere rubato. E, dopo trent’anni, nel 2008, la Corte d’Appello annulla l’accusa che aveva portato in carcere anche Melchiorre contena di Orune, sentenza finale che arriva però quando l’orologio del tempo ha scandito anche l’ultimo giorno della pena.

Il bandito Piero PirasIl bandito Pasquale Stochino chiamato il Clark Gable d’OgliastraIl 22 maggio 1971 viene sequestrato l’avvocato sassarese Alberto Mario Saba che verrà rilasciato dopo cinquantadue giorni di prigionia a monte Nieddu di Orotelli. Per questo rapimento viene incriminato tra gli altri Piero Piras di Arzana. Nel ferragosto 1972 nel giardino della villa del medico Vincenzo loddo alla periferia di Lanusei, il tentativo di sequestro si trasforma in una strage. Nel commando dei banditi per l’incapacità di governare la tensione basta la reazione istintiva della vittima designata, perchché quel giardino si trasformie in un mattatoio. Muoiono in cinque tra i quali anche un bandito stroncato da un proiettile sparato da un complice, trovato inginocchiato su un gradino immobile, come raccolto in preghiera. Per questo tentativo di rapimento viene incriminato Pasquale Stochino di Arzana chiamato il Clark Gable d’Ogliastra, che si darà alla macchia ma nel 2003 dopo trentuno anni di latitanza verrà arrestato e condannato a trenta anni di carcere. Il bandito Mario SaleE viene incriminto anche il cugino Piero Piras, che abbiamo già citato, il quale si consegnerà per Trecento milioni di lire al giudice istruttore Luigi lombardini nel 1980, dopo dieci anni di latitanza. E dal 1977 diviene latitante anche Mario Sale noto col soprannome di Bandideddu cioè Piccolo bandito o Bandito di mezza tacca, di Mamoiada, segnalato più volte in Toscana nel periodo buio dei sequestri di persona, che ha intitolato la sua banda ad Antonio Gramsci e scrive deliranti proclami politici che firma come Chaka 2°. Imputato di diciotto sequestri, secondo alcuni attualmente vivrebbe in sudamerica.

Dopo l’assassinio di Aldo Moro il presidente Giovanni Leone viene costretto a dimettersi e assume la supplenza Amintore Fanfani

Il presidente del Senato Amintore Fanfani divenuto Presidente della Repubblica supplenteIn una prima fase a Giovanni Leone vengono rimproverate cadute di stile ed egli viene tacciato d’inadeguatezza al ruolo presidenziale. In seguito, si passa al tentativo di coinvolgere Leone nel discredito e nel malgoverno della cosa pubblica, e gli si addebitano amicizie discutibili negli ambienti della finanza d’assalto. Nel 1976 incominciano a circolare indiscrezioni sul ruolo di Giovanni Leone nello scandalo lockheed, relativo ad illeciti nell’acquisto da parte dello stato italiano di velivoli dagli USA. Immediatamente dopo il rapimento e l’assassinio di Aldo Moro, le polemiche riprendono ed il Partito Comunista chiede formalmente le sue Dimissioni che Leone stesso annuncia il 15 giugno 1978 con effetto immediato. A seguito delle sue dimissioni assume la supplenza il presidente del senato Amintore Fanfani.

Il settimo Presidente della Repubblica Sandro Pertini

Il Presidente della Repubblica Sandro PertiniIl 9 luglio 1978 viene eletto Presidente della Repubblica Sandro Pertini nato a Stella in Provincia di Savona il 25 settembre 1896 e che morirà a Roma il 24 febbraio 1990. È un politico, giornalista e partigiano italiano, che nell’aprile 1945 aveva partecipato agli eventi che hanno portato alla liberazione dal nazifascismo, organizzando l’insurrezione di Milano e votando il decreto che condanna a morte Mussolini e gli altri gerarchi fascisti. Si tratta del primo socialista e l’unico esponente del Partito Socialista a ricoprire tale carica. Durante il suo mandato porta a un riavvicinamento dei cittadini alle istituzioni, promuovendo incontri e afflussi di scolaresche al Quirinale. Per il suo carisma, il suo modo di fare schietto e ironico, il suo affetto verso i bambini, Pertini sarà ricordato come il Presidente più amato dagli italiani.

La strage di Ustica

La strage di Ustica con ottantuno mortiNei primi anni Ottanta si verificano stragi assai gravi. La sera del 27 giugno 1980 si verifica la Strage di Ustica l’abbattimento del DC9 decollato da Bologna e mai arrivato a Palermo con sessantanove adulti e dodici bambini a bordo, un disastro aereo dai contorni tuttora non chiariti, quando ventuno aerei militari di diverse nazionalità fendono i cieli italiani In una guerra non dichiarata. Da uno di quegli aerei militari parte con ogni probabilità il missile che colpisce il volo civile dell’Itavia, nella cui scia si cela fuori dai radar il bersaglio mancato. Eppure la strage di Ustica rimane senza colpevoli e si conclude con l’assoluzione il processo a quattro generali dell’Aeronautica militare accusati di alto tradimento per Aver impedito tramite la comunicazione di informazione errate l’esercizio delle funzioni del governo. La distruzione di prove, la sparizione di documenti, il mancato apporto dei dieci radar dislocati nella zona del Tirreno rimangono però nella memoria pubblica. Solo trentanove corpi saranno identificati.

La strage di Bologna

La strage di Bologna con ottantacinque morti e oltre Duecento feritiEd il successivo 2 agosto avviene la Strage di Bologna un attentato commesso nella sala di aspetto della Stazione Ferroviaria di Bologna Centrale in cui muoiono ottantacinque persone e oltre Duecento rimangono ferite. Molti vedono questo episodio come parte della strategia della tensione, ma solo dopo un lungo iter giudiziario e numerosi depistaggi la sentenza finale del 1995 condanna Valerio Fioravanti e Francesca Mambro Come appartenenti alla banda armata che ha organizzato e realizzato l’attentato di Bologna, mentre nel 2007 si aggiunge anche la condanna di Luigi Ciavardini, minorenne all’epoca dei fatti e, nel 2020, quella di Gilberto Cavallini. è uno dei più gravi attentati verificatisi negli anni di piombo, assieme alla strage di piazza Fontana del 12 dicembre 1969, alla strage di piazza della loggia del 28 maggio 1974 e alla strage del treno Italicus del 4 agosto 1974, quello con il maggior numero di vittime.

La firma del nuovo Concordato

Il papa Giovanni Paolo IINel 1978 viene eletto papa Giovanni Paolo II il papa polacco la cui elezione al soglio pontificio era stata mal vista nell’est europeo, dato che è considerato uno degli artefici del crollo dei sistemi del socialismo reale. Dopo tre anni nel 1981 subisce un Attentato quasi mortale da parte di Mehmet Ali Agca, un killer professionista turco, che gli spara tre colpi di pistola in piazza San Pietro colpendolo all’addome.. Successivamente, il presidente del consiglio Bettino Craxi firmerà con il Vaticano, nel febbraio del 1984, un protocollo aggiuntivo ai Patti lateranensi, stipulati nel 1929, che verrà ratificato dalla legge 206 del 1985 portando al Nuovo Concordato. In base ad esso il clero cattolico viene finanziato da una frazione del gettito totale delle imposte, attraverso il meccanismo detto otto per mille. La nomina dei vescovi non richiede più l’approvazione del governo italiano, e si decide che un matrimonio celebrato secondo il rito cattolico possa produrre gli effetti riconosciuti dall’ordinamento giuridico italiano.

La scoperta della loggia massonica P2 e le sue responsabilità nella strategia della tesione

Licio Gelli il Gran Maestro della loggia massonica segreta P2La scoperta, il 17 marzo 1981, dei nominativi degli iscritti alla Loggia massonica segreta P2 che, nel periodo della sua conduzione da parte dell’imprenditore Licio Gelli aveva assunto forme deviate rispetto agli statuti della massoneria, e forme eversive nei confronti dell’ordinamento giuridico italiano, pone sotto una nuova luce molti dei grandi misteri italiani, come la strage dell’Italicus e la strage della stazione di Bologna. Infatti lucio Gelli viene condannato per la bancarotta fraudolenta del Banco Ambrosiano e per depistaggio delle indagini della strage di Bologna ed è ritenuto uno dei mandanti della strage stessa. La loggia P2 viene sospesa dal Grande Oriente d’Italia il 26 luglio 1976, e successivamente la Commissione parlamentare di inChiesta sotto la presidenza dell’onorevole Tina Anselmi conclude il caso denunciandola come una vera e propria Organizzazione criminale ed Eversiva. La loggia viene sciolta definitivamente nel 1982.

Ls atrage del Rapido 904 indicato come precursore della guerra alla mafia

La strage del Rapido 904 con diciassette morti e Duecentosessanta feritiIl 23 dicembre 1984, antivigilia di Natale, una bomba esplodesu una carrozza del treno Rapido 904, ancora presso la grande galleria dell’Appennino a San Benedetto Val di Sambro, determinando la Strage del Rapido 904 in cui diciassette persone persero la vita e oltre Duecentosessanta rimasero ferite. L’attentato è un’orrenda replica di quello dell’Italicus. Per le modalità organizzative e per i personaggi coinvolti, è stato indicato dalla Commissione stragi come un evento antesignano e precursore dell’epoca della Guerra di mafia dei primi anni novanta del ventesimo secolo. Il 27 aprile 2011 la Direzione distrettuale antimafia di Napoli emeterà un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti del boss mafioso Salvatore Riina per la strage, precisando di considerarlo il mandante della strage per far apparire l’attentato come un fatto politico e come risposta al maxiprocesso contro Cosa Nostra, ma Riina verrà poi assolto per mancanza di prove.

Il governo della Sardegna

Alessandro Ghinami presidente della giunta regionale della SardegnaPietro Soddu presidente della giunta regionale della SardegnaFrancesco Rais presidente della giunta regionale della SardegnaMario Melis presidente della giunta regionale della SardegnaDurante la presidenza della Repubblica di Sandro Pertini, alla presidenza della giunta regionale della Sardegna si alternano diversi personaggi politici. Dal 31 luglio al 19 settembre 1979 viene eletto alla presidenza della giunta regionale della Sardegna il democristiano Mario Puddu nato a Radicondoli in Provincia di Siena il 31 agosto 1926, del quale non abiamo trovato una foto. Dal 25 settembre 1979 al 18 settembre 1980 viene eletto alla presidenza il socialdemocratico Alessandro Ghinami nato a Oristano il 19 maggio 1923 e che morirà a Ghilarza l’8 gennaio 2016. Per un breve periodo, dal 7 ottobre al 28 ottobre 1980 torna alla presidenza di nuovo il democristiano Pietro Soddu e poi dal 12 novembre al 27 novembre 1980 torna alla presidenza di nuovo il democristiano Mario Puddu. Angelo Rojch presidente della giunta regionale della SardegnaMario Melis presidente della giunta regionale della SardegnaDal 1980 al 1982 viene eletto alla presidenza della giunta regionale della Sardegna il socialista Francesco Rais nato a Serramanna il 16 aprile 1940. Dal 18 maggio al 4 giugno 1982 viene eletto alla presidenza della giunta regionale della Sardegna Mario Melis del Partito Sardo d’Azione, nato a Tortolì il 10 giugno 1921 e che morirà a Nuoro l’1 novembre 2003. Dal 16 giugno 1982 al 23 giugno 1984 viene eletto alla presidenza della giunta regionale della Sardegna il democristiano Angelo Rojch nato a Galtellì il 25 marzo 1935. Poi dal 24 agosto 1984 al 10 giugno 1989 torna alla presidenza di nuovo Mario Melis del Partito Sardo d’Azione.

In Sardegna prosegue l’opera dell’anonima sequestri

A partire dal 1975 e per tutti gli anni successivi, da banditi sardi vengono effettuati anche numerosi altri sequestri di persona, sia nell’isola che sul continente, soprattutto in Toscana e Umbria.

Fabrizio De André e Dori Ghezzi dopo la liberazioneIl bendito Martino Mureddu tra gli autori del sequestro di Fabrizio De André e Dori GhezziIl 27 agosto 1979 vengono rapiti il cantautore ligure Fabrizio De André con la compagna e futura moglie Dori Ghezzi che in Sardegna, precisamente nella tenuta dell’Agnata in mezzo alle campagne di Tempio Pausania, ci viveva otto mesi su dodici da circa venticinque anni, e che verranno liberati dopo quattro mesi a seguito del pagamento di un riscatto di 550 milioni, in buona parte pagato dal padre Giuseppe. Autori del sequestro sono Martino Moreddu e Giovanni Mangia con il fratello Carmelo Mangia di Orune, ed altri. Successivamente, il 3 novembre 1978 viene sequestrato nel centro di Sassari il commerciante Pupo Troffa che viene portato in Barbagia, dove viene trattenuto per 243 giorni, legato e bendato, tenuto con una catena al collo.

Il bandito Luciano Gregoriani tra gli autori del sequestro di Marina e Giorgio Casana che sarà il primo pentito dell’Anonima SequestriIl 22 agosto 1979 i due fratelli torinesi Marina e Giorgio Casana vengono prelevatisu uno scoglio di capo Pecora da un commando di quindici banditi venuti dal mare, e verranno rilasciati in seguito al pagamento di un riscatto il 21 ottobre. Tra gli autori del sequestro c'è Salvatore Fais detto Speedy Gonzales di Santu Lussurgiu. Quando il padre Roberto Casana incrocia lo sguardo del bandito mascherato non può immaginare che in quegli occhi verdi sta vedendo l’inizio della fine dei sequestri di persona in Sardegna. Sì, perché quelli sono gli occhi di Luciano Gregoriani di Silanus, che diventerà il primo collaboratore nella storia del banditismo sardo, e con le sue rivelazioni consentirà all’allora giudice istruttore Luigi lombardini di sgominare la banda che aveva commesso una decina di sequestri. Figura enigmatica con molte ambiguità, Luciano Gregoriani svanirà nel nulla nel gennaio del 1986, poco prima della sentenza d’appello del processo contro l’anonima sequestri, e morirà per un infarto a Caracas in Venezuela nel maggio 2012.

Il bandito poeta Giovanni Farina uno degli autori dei sequestri di Francesco Del Tongo, dei ragazzi Susanne e Sabine Kronzucher con il cuginetto Martin Wachtler, di Dario CiaschiIl 18 marzo 1980 ad Arezzo viene sequestrato il piccolo Francesco Del Tongo di otto anni, figlio di uno dei due fondatori del mobilificio Del Tongo, da quella frangia dell’anonima sequestri che opera in Toscana. Secondo un testimone, viene caricato su una macchina mentre si reca a scuola. Il piccolo venne liberato in buone condizioni di salute dopo cento giorni, a seguito del pagamento di due miliardi e mezzo delle vecchie lire.Anche gli operai della ditta del padre contribuiscono alla raccolta dei fondi rinunciando a un mese di stipendio. Nel sequestro è coinvolto tra gli altri Giovanni Farina di Tempio Pausania, la cui carriera criminale ha come perno la Toscana dato che i suoi parenti si sono trasferiti in continente alla fine degli anni Settanta e come base scelgono Prato. Oltre che bandito è anche un poeta che scrive ...nella condanna del silenzio / sempre lo stesso muro / di ghiaccio / non passa un’ eco / ma si sentono ancora le passioni / della vita / coi suoi peccati.

Il bandito Mario SaleIl 25 luglio 1980 a Barberino Val d’Elsa nei dintorni di Firenze vengono sequestrati i tre ragazzi tedesche Susanne e Sabine Kronzucker con il cuginetto Martin Wachtler che verranno liberati dopo sessantacinque giorni di prigionia. Del rapimento viene accusato come organizzatore il già citato Giovanni Farina ed i due sorveglianti sono Bachisio Manca di Sedilo che si fa chiamare Fabio e il già citato Mario Sale di Mamoiada che si fa chiamare Gentile. Il 29 ottobre 1980 a lastra a Signa vicino a Firenze viene sequestrato Dario Ciaschi all’uscita della Palestra dove ha appena terminato gli allenamenti di pallavolo. L’ostaggio reagisce e ingaggia una colluttazione con in suo aiuto i compagni di squadra, che lanciano sgabelli contro i sequestratori e la loro auto. Uno dei malviventi spara diversi colpi di pistola e ferisce ad un braccio l’allenatore Rinaldo Rautini. Comunque Ciaschi viene fatto prigioniero, legato alla caviglia con una catena fissata ad un palo, viene custodito all’interno di una tenda. Il riscatto, per un totale di tre miliardi lire, viene consegnato in un’unica soluzione il 17 febbraio del 1981 e Dario Ciaschi viene liberato dopo tre giorni all’ingresso del paese di Castelfiorentino. Il rapito Dario Ciaschi una volta si toglie il cappuccio e vede in faccia il già citato Giovanni Farina il che equivarrebbe a una condanna a morte, ma il bandito dice di no ed ormai è lui il capo dell’anonima sarda più pericoloso, attivo non solo in Toscana ma anche in Emilia e nell’Alto lazio.

Il bandito Attilio Cubeddu tra gli autori del sequestro di Cesare PeruzziIl 18 dicembre 1981 viene sequestrato il giovane imprenditore romano Cesare Peruzzi proprietario di Tele Costa Smeralda, un’emitente televisiva che svolge la sua attività a Cannigione, il quale viene prelevato in serata nei pressi del lido del Sole ad Olbia dalla sua auto. Il sequestrato viene rilasciato nelle campagne di Villanova Strisaili il 25 marzo del 1982 alle quatttro del mattino dopo novantasette giorni di prigionia, dopo che è stato effettuato il pagamento di un riscatto di oltre un milione di lire. Al sequestro ha preso parte Attilio Cubeddu di Arzana, del quale parleremo più avanti. Il bandito Fausto Massimo Floris tra gli autori del sequestro di Pietro Sardo con il figlio PaoloTra il gennaio e il marzo del 1982 a Cagliari viene organizzato il tentativo di sequestro di Pietro Sardo all’epoca di 72 anni, e del figlio Paolo allora di 42 anniamministratore del gruppo immobiliare Sardo-Schievenin. Il tentativo di sequestro viene scoperto del tutto fortuitamente, e per quella vicenda, vengono incriminate otto persone tra le quali Fausto Massimo Floris di Desulo, del quale la notte del 17 marzo 1988 la moglie denuncia la scomparsa. Per undici anni gli investigatori credono che sia morto forse vittima di un regolamento di conti all’interno della banda. Ma per lui è fatale il dolore di padre, dato che quando il figlio muore in un incidente stradale a Cagliari fa pubblicare un necrologio su un quotidiano, con una poesia dolce e dolente in Limba dedicata al figlio perduto. Quei versi fanno rizzare le antenne agli investigatori che da tempo avevano archiviato il caso, e quindi il 27 febbraio 1995 viene emesso un mandato di cattura per una condanna a tre anni e undici mesi. Da quel momento si perdono le sue tracce.

Matteo Boe detto il bandito dagli occhi di ghiaccio tra gli autori del sequestro di Sara NiccoloIl 2 luglio 1983 a San Gimignano viene sequestrata la diciassettenne Sara Niccoli figlia di un industriale senese, che trascorre 118 giorni di prigionia in mano all’anonima sarda, e che dopo la liberazione morirà a trenta anni per le conseguenze di una rarissima malattia autoimmune. Per il suo sequestro verrà condannato a sedici anni Matteo Boe di Lula, che riuscirà a fuggire dall’Asinara il primo settembre 1986, aiutato dal compagno di cella Salvatore Duras, e dalla sua ex compagna laura Manfredi, che lo attendeva su un gommone. Per questa evasione gli verranno inflitti altri quattro anni di carcere. Sempre nel 1983 in Emilia, a Castel dè Britti nei pressi del Castello di famiglia viene sequestrata la bella contessina Ludovica Rangoni Machiavelli ma si tratta di un ostaggio sbagliato perché la famiglia non dispone della somma riChiesta per il suo riscatto. Rimarrà perciò nelle mani dei banditi per oltre tre mesi fino al pagamento di Duecento milioni. E dopo poco la sera del 2 novembre vicino a Cadriano frazione Granarolo dell’Emilia, viene sequestrata Patrizia Bauer di 28 anni, figlia di un esportatore di strumenti musicali. Per la sua per la liberazione vengono pagati due miliardi e mezzo, e viene rimessa in Libertà dopo sessantasette giorni il 6 febbraio successivo in Toscana. Ai due sequestri prende parte il già citato Attilio Cubeddu di Arzana, considerato il capo dell’anonima sequestri o perlomeno l’uomo incaricato di organizzare la custodia delle rapite. Arrestato nell’aprile del 1984 a Riccione, viene condannato a trenta anni di carcere, dove si comporta da detenuto modello, riuscendo a ottenere numerosi permessi premio. Durante uno di questi permess nel gennaio del 1997 non torna però nel carcere di Badu ’e Carros a Nuoro e si dà alla latitanza. Egli verrà inserito fra i trenta latitanti più pericolosi d’Italia.

Il bandito Giovanni Tola tra gli autori del sequestro di Giampiero VolponiNel 1985 si verifica il tentato sequestro dell’imprenditore cagliaritano Giampiero Volponi per il quale viene condannato a diciannove anni di carcere Giovanni Tola di Borore, che si da alla latitanza e del quale da allora non si hanno più notizie. Il suo nascondiglio dovrebbe essere fuori dall’Italia, nelle ultime segnalazioni lo davano tra la Francia e la Germania. Foto segnaletica del bandito spagnolo Miguel AtienzaUn altro rapimento noto è quello del 17 gennaio 1985 quando viene sequestrato il piccolo imprenditore di Oliena Tonino Caggiari. Per la sua liberazione il 17 luglio 1967 Graziano Mesina e altri appartenenti alla banda ingaggiano ad Osposidda nei pressi di Orgosolo, un conflitto a fuoco con le forze dell’ordine, nel quale Miguel Atienza uccide due agenti prima di cadere ferito mortalmente, e rimangono uccisi anche Salvatore Fais con altri due latitanti, oltre al poliziotto Vincenzo Marongiu di Mogoro. Filmato che rievoca la battaglia di OsposiddaTesti di due canzoni di Piero MarrasSi tratta di un conflitto a fuoco che verrà ricordato come la Battaglia di Osposidda. I cadaveri dei banditi vengono trasportati su camion scortati dalla polizia a sirene spiegate, il che causa polemiche perché molti interpretano il fatto come un’ostentazione dei cadaveri alla stregua di trofei di caccia dato che il trasporto per le vie del paese si usa nella caccia al cinghiale, e l’evento ispira la canzone Osposidda di Piero Marras, che canta Sonende bos passizan finas in S’istradone omines assimizan a peddes de sirbone, ossia Al suono di clacson vi esibiscono per la strada: assimilano uomini a pelli di cinghiale.

L’ottavo Presidente della Repubblica Francesco Cossiga che rassegna le dimissioni

Francesco CossigaLa Sardegna ha dato due Presidenti della Repubblica provenienti entrambi dalle file della Democrazia Cristiana, il secondo dei quali è Francesco Cossiga nato a Sassari nel 1928 e morto a Roma nel 2010, eletto Presidente della Repubblica il 3 luglio 1985, al primo scrutinio. La presidenza Cossiga può essere sostanzialmente distinta in due fasi riferite agli atteggiamenti assunti dal capo dello Stato. Nei primi cinque anni Cossiga svolge il suo ruolo in maniera tradizionale, preoccupandosi di esercitare la funzione di perno delle istituzioni repubblicane previsto dalla Costituzione, che fa del Presidente della Repubblica una sorta di arbitro nei rapporti tra i poteri dello Stato. La caduta del Muro di Berlino segna l’inizio della seconda fase, una una fase di conflitto e di polemica politica al solo scopo di dare delle Picconate a questo sistema. Per il suo mutato atteggiamento, Cossiga riceve critiche e prese di distanza da parte di quasi tutti i partiti, a eccezione del Movimento Sociale che si schiera a favore delle Picconate. Egli tra l’altro sarà ritenuto uno dei primi sdoganatori del Movimento Sociale, al quale rivolge le scuse a nome dello Stato italiano per le accuse che erano state espresse nei suoi confronti all’indomani della strage di Bologna nel 1980. É quindi un personaggio molto discusso, per le forti responsabilità nella copertura di alcuni tra i maggiori scandali ed episodi oscuri della prima repubblica, il piano Solo di Giovanni De Lorenzo, il rapimento e l’omicidio di Aldo Moro, la strage di Ustica, la loggia segreta P2 di licio Gelli, l’organizzazione segreta Gladio.

La crisi di Sigonella

La crisi di Sigonella con rischio di uno scontro armatoDurante il suo mandato, nell’ottobre 1985, durante la Crisi di Sigonella che prende il nome dalla base aerea in Sicilia presso la quale scaturisce. Si tratta di un caso diplomatico tra Italia e Stati Uniti d’America che rischia di sfociare in uno scontro armato all’indomani di una rottura politica tra il presidente del Consiglio italiano Bettino Craxi e il presidente degli Stati Uniti Ronald reagan, circa la sorte dei terroristi palestinesi che avevano sequestrato e dirottato la nave da crociera italiana Achille lauro uccidendo un passeggero statunitense. I VAM ossia la Vigilanza Aeronautica Militare e i Carabinieri della stazione della Base circondano l’aereo con i terroristi a bordo appena atterrato, e bloccano gli uomini della Delta Force, reparto speciale delle forze armate statunitensi, che vorrebbero prelevarli in barba alla giurisdizione italiana. Dopo ore e ore di tensioni e trattative politicomilitari a tutti i livelli, i terroristi vengono assicurati all’Autorità Giudiziaria Italiana. Durante il bombardamento americano di Tripoli, che vede una rappresaglia libica con lancio di missili su lampedusa, Craxi avverte preventivamente Gheddafi dell’imminente attacco statunitense su Tripoli.

La scoperta dell’organizzazione segreta Gladio coinvolta in molte vicende irrisolte

L’organizzazione segreta GladioGiulio Andreotti allora presidente del Consiglio conferma l’esistenza dell’organizzazione segreta Gladio in un discorso alla Camera il 24 ottobre del 1990, una organizzazione che è coinvolta con suoi appartenenti o personaggi da essa pagati in tutte le stragi dell’cosiddetta strategia della tensione. Infatti non è la prima volta che emerge questa storia, dato che nel 1984 il terrorista di destra Vincenzo Vinciguerra durante il processo per la strage di Peteano aveva dichiarato che Esiste in Italia una forza segreta, parallela alle forze armate, formata da civili e militari, che ha la capacità di organizzare una resistenza all’esercito russo sul suolo italiano. Si tratta di una organizzazione occulta, una super-organizzazione segreta con una rete di comunicazioni, armi ed esplosivi e uomini addestrati a usarli. Già nel corso del 1959 la Cia aveva inviato materiali di carattere operativo da interrare nei cosiddetti Depositi Nasco, e parte del materiale risulterà essere identico a quello utilizzato per alcune stragi compiute in Italia. Una relazione fra Gladio e la morte di Enrico Mattei, presidente dell’Eni, del 1962 nell’incidente del bimotore che lo portava a Milano è stata ipotizzata nel 1995 dai giudici Benedetto Roberti e Sergio Dini della Procura militare di Padova, e Felice Casson sostituto procuratore a Venezia. La Gladio entra poi indirettamente nella vicenda del piano Solo predisposto dal generale De Lorenzo. manifestazione di protesta contro l’organizzazione segreta GladioAnche Gianfranco Bertoli autore della strage alla questura di Milano risulta stipendiato dal Sifar e soprattutto aderente dell’organizzazione Gladio. Nelle liste Gladio è presente anche l’estremista di destra Gianni Nardi, ufficialmente morto in un incidente d’auto nel 1976 a Palma di Maiorca, che ha permesso di chiudere definitivamente le indagini circa il coinvolgimento dello stesso sia nell’omicidio del commissario Calabresi sia in un enorme traffico d’armi. È stato inoltre appurato che almeno quattordici giorni prima la struttura Gladio fosse già a conoscenza del rapimento di Aldo Moro, e che alcuni proiettili sparati dai brigatisti in via Fani sembrano avere le stesse caratteristiche di quelle presenti nei depositi Nasco. La struttura Gladio viene ufficialmente sciolta da Giulio Andreotti nel novembre del 1990.

La cosiddetta Tangentopoli

I magistrati milanesi Davigo, di Pietro e Colombo che hanno condotto l’inChiesta detta TangentopoliIn quegli anni il sistema politico italiano viene scosso da una crisi senza precedenti, la cosiddetta Tangentopoli che ha inizio il 17 febbraio 1992 quando il pubblico ministero Antonio di Pietro chiede e ottiene dal giudice Italo Ghitti un ordine di cattura per l’ingegner Mario chiesa, presidente del Pio Albergo Trivulzio e membro di primo piano del Partito Socialista milanese. Segue una serie di inChieste giudiziarie condotte da parte anche di Piercamillo Davigo e Gherardo Colombo, che rivelano un sistema fraudolento e corrotto che coinvolge la politica e l’imprenditoria italiana. L’impatto mediatico e il clima di sdegno dell’opinione pubblica che ne seguono sono tali da decretare il crollo della cosiddetta Prima repubblica e l’inizio della Seconda repubblica, in quanto partiti storici come la Democrazia Cristiana e il Partito Socialsta si sciolgono venendo sostituiti, nelle successive elezioni, da partiti di nuova formazione o che prima erano sempre minoritari e comunque all’opposizione.

Il governo della Sardegna

Mario Floris presidente della giunta regionale della SardegnaAntonello Cabras presidente della giunta regionale della SardegnaPer quanto riguarda la Sardegna, dal 1989 al 1991 alla presidenza della giunta regionale della Sardegna si alternano due personaggi. Dall’8 agosto 1989 al 30 ottobre 1991 diviene presidente il politico e sindacalista democristiano Mario Floris nato a Cagliari nel 1937, cugino di Emilio Floris senatore di Forza Italia che è stato sindaco di Cagliari. Dal 13 novembre 1991 al 10 giugno 1994 diviene presidente il socialista Antonello Cabras nato a Sant’Antioco il 22 ottobre 1949, che dal dal 2007 al 2008 diviene segretario regionale del Partito Democratico della Sardegna, ed in seguito nel 2013 diventerà presidente della Fondazione del Banco di Sardegna.

Durante la presidenza di Francesco Cossiga in Sardegna si intensifica l’attività dell’anonima sequestri

Il bandito Annino Mele tra gli autori del sequestro di Paola Brais e Domenico PittorraIl latitante Giovanni Cadinu tra gli autori del sequestro di Paola Brais e Domenico Pittorra ucciso nel 1991 in un conflitto a fuoco con la poliziaNel 1986 a Porto San Paolo viene sequestrata Paola Brais con il marito Domenico Pittorra che si era offerto al suo posto, e che vengono liberati dopo tre mesi. È uno dei numerosi sequestri attribuiti ai due banditi di Mamoiada, Annino Mele che verrà chiamato Il che Guevara della Barbagia e Giovanni Cadinu i quali diventeranno in seguito nemici, probabilmente a seguito di dissidi per la spartizione dei soldi ricavati dai sequestri, e da tale episodio nasce una lunga faida fra le loro famiglie, che porterà quasi allo sterminio di entrambe le fazioni. Annino Mele sarà ferito e catturato nel 1987, mentre Il latitante Giovanni Cadinu verrà freddato alle prime luci del mattino del 10 settembre 1991 in un conflitto a fuoco con una pattuglia di agenti della polizia ai confini tra Orani e Mamoiada.

Nel 1987 viene sequestrata Piera Demurtas Comida segretaria Comunale di Pattada, e per questo sequestro viene condannato Adolfo Cavia di Urzulei. Il 2 dicembre del 1987 nei dintorni di Grosseto viene sequestrata la sedicenne studentessa Esteranne Ricca che verrà tenuta prigioniera in una grotta per due mesi, poi trasferita in un’altra grotta, e verrà liberata a Roma il 26 giugno 1988 con qualche polemica e qualche mistero. Per il suo rapimento viene condannato a ventisei anni Salvatore Angelo Moni originario di Orune ed emigrato in Provincia di Grosseto, che secondo i giudici sarebbe stato il carceriere che ha tenuto sotto controllo la giovane e che quindi si è dissociato. esteranne lo ha riconosciuto come il bandito a cui aveva dato il soprannome di Bizio. Viene condannato anche a diciotto anni e sei mesi il fratello Gianfranco Moni di Orune. Il 12 giugno del 1988 viene rapito nell’area del Consorzio Costa Smeralda l’imprenditore romano Giulio De Angelis che verrà rilasciato il 31 ottobre successivo, dopo il pagamento di un riscatto di tre miliardi lire, e questo è uno dei casi nei quali si ha il taglio dell’orecchio dell’ostaggio da inviare ai parenti per sollecitare il pagamento del riscatto. Del sequestro viene accusato anche il già citato Matteo Boe di Lula.

Il bandito Francesco Porcu uno degli autori del sequestro di Mirella Silocchi moglie dell’imprenditore Carlo NicoliIl bandito Franco Bachisio Goddi tra gli autori del sequestro di Mirella Silocchi moglie dell’imprenditore Carlo NicoliLa latitante Rose Ann Scrocco uno degli autori del sequestro di Mirella SilocchiIl bandito libico di origine armena Garagin Gregorian uno degli autori del sequestro di Mirella SilocchiIl 28 luglio del 1989, nella sua villa di campagna a Stradella di Collecchio vicino a Parma viene rapita Mirella Silocchi moglie del facoltoso industriale del ferro Carlo Nicoli di Parma. I banditi, uno in divisa di finanziere, bussano alla porta, mentre lei sta parlando al telefono con una parente e la portano via. Ma a casa non ritornerà mai, perché verrà lasciata morire di fame e di sete all’interno di una fossa subendo maltrattamenti di rara ferocia e il suo cadavere non verrà mai più ritrovato. Il bandito Orazio Fancello tra gli accusati dei sequestri di esteranne Ricca e di Milena SilocchiSi scoprirà che Mirella Silocchi era finita in mano ad una strana aggregazione di pastori e latitanti sardi, e da un gruppo di anarchici composto da elementi della malavita siciliana e calabrese. Per il suo sequestro ed omicidio vengono condannati Francesco Porcu di Lula, Franco Bachisio Goddi di Orune, l’americana Rose Ann Scrocco oltre al libico di origine armena Garagin Gregorian ritenuto il telefonista della banda. Al sequestro di esteranne Ricca oltre a quello di Milena Silocchi era stato accusato anche Orazio Fancello di Talana, le cui ultime tracce lo davano nella penisola, ma che secondo gli inquirenti potrebbe essere stato ucciso e il suo corpo occultato.

Il bandito Giovanni Talanas tra gli autori del sequestro di Augusto De Megni di dieci anniIl bandito poeta Giovanni Farina uno degli autori del sequestro di Augusto De Megni di dieci anniIl 3 ottobre 1990 quattro banditi armati e con il volto coperto da passamontagna fanno irruzione nella villa di Dino De Megni a Perugia e rapiscono suo figlio Augusto De Megni di dieci anni, che viene tenuto nascosto in una grotta nella zona di Volterra. Il bambino viene liberato dai NOCS, che fanno irruzione nel luogo del sequestro dopo centodieci giorni. Il Tribunale condanna Sebastiano Murreddu considerato la mente del sequestro, Francesco Goddi con suo fratello Francesco Goddi e Giovanni Talanas tutti di Orune, Giovanni Farina di Tempio Pausania, e Antonio Staffa di Mamoiada, uno dei carcerieri che verrà indicato dal piccolo come il Bandito buono che gli teneva compagnia.

Farouk Kassam a sette anni prima del sequestroIl 15 gennaio 1992, nella villa dei genitori villa di Pantogia vicino a Porto Cervo, viene sequestrato all’età di sette anni il piccolo Farouk Kassam che durante la prigionia subisce la mutilazione della parte superiore del padiglione auricolare sinistro. Viene liberato sei mesi dopo, il 10 luglio, in circostanze mai completamente chiarite e con la intermediazione di Graziano Mesina. Matteo Boe detto il bandito dagli occhi di ghiaccio tra gli autori del sequestro del piccolo Farouk KassamIl bandito Maio Asproni tra gli autori del sequestro del piccolo Farouk KassamPer il sequestro verrà condannato il già citato Matteo Boe di Lula detto Il bandito dagli occhi di ghiaccio, famoso protagonista degli anni d’oro dell’anonima sequestri e del brigantaggio sardo. Vengono anche condannati i due suoi compaesani, l’operaio forestale Ciriaco Baldassarre Marras e Mario Asproni entrambi di Lula e ritenuti i postini, vivandieri ed anche i carcerieri del piccolo sequestrato. Durante il proceddo Ciriaco Baldassarre Marras è presente in aula, mentre Mario Asproni si dà alla macchia, ma verrà poi stato catturato nel dicembre del 1994 dagli uomini della Squadra Mobile vicino al bivio Sarule-Gavoi.

Le dimissioni di Francesco Cossiga e la supplenza di Giovanni Spadolini

Il presidente del Senato Giovanni Spadolini divenuto Presidente della Repubblica supplenteDopo le elezioni del 5 aprile 1992 che segnano la sconfitta del sistema consociativo che pure egli aveva sostenuto, al fine di Combattere il degrado economico e il terrorismo e per dare un colpo all’immobilismo e alla debolezza di governi sottoposti alle Estenuanti liturgie e alchimie partitiche, Si dimette dalla presidenza della Repubblica il 28 aprile due mesi prima della scadenza naturale del mandato, annunciando le dimissioni con un discorso televisivo tenuto simbolicamente il 25 aprile Per permettere al nuovo Parlamento di dare al Paese un presidente che, forte per la sua elezione e per l’ampiezza temporale e di contenuti del suo mandato, possa affrontare questa grave crisi politica e istituzionale e promuovere la formazione di quel governo che voi con il vostro voto avete voluto. Dopo le sue dimissioni assume la supplenza il presidente del senato Giovanni Spadolini.

Il nono Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro

Il Presidente della Repubblica Oscar Luigi ScalfaroAlla presidenza della Repubblica viene eletto il 28 maggio 1992 il democristiano Oscar Luigi Scalfaro esponente gradito a un vasto schieramento di forze politiche. Essendo vedovo, durante il suo settennato Scalfaro compariva, nelle uscite ufficiali, con al fianco la figlia Marianna. Nubile, riservata, elegante e di grande cultura, Marianna Scalfaro assolse tutte le funzioni che il protocollo riserva alla Prima donna del Quirinale. Durante il suo mandato, nel 1992 si verifica una forte crisi finanziaria, a seguito della quale a lira viene svalutata e poi è costretta a uscire dal Sistema Monetario Europeo, avendo superato i margini di fluttuazione consentiti. Il 5 marzo 1993 il governo Amato vara un decreto legge che depenalizza il finanziamento illecito ai partiti, ma che non viene firmato da Scalfaro, è la prima volta nella storia repubblicana il Presidente della Repubblica rifiuta di firmare un decreto legge, ritenendolo incostituzionale. Nel gennaio 1999 l’Italia abbandona la lira ed antra nella moneta unica europea.

Le stargi mafiose di Capaci e di via d’Amelio

Il magistrato antimafia Giovanni FalconeIl giudice antimafia Paolo BorsellinoSubito prima dell’inizio del suo mandato e poco dopo, due gravi Stragi mafiose orchestrate dal capo di Cosa Nostra latitante dal 1969 Salvatore Riina, per il quale il 30 gennaio 1992 la Corte di Cassazione aveva confermato la sentenza del Maxiprocesso che condannava lui e molti altri responsabili all’ergastolo, segnano una delle pagine più tragiche della lotta della mafia contro lo stato. Il capo di Cosa Nostra Salvatore Riina detto Totò u curtuIl 23 maggio 1992 avviene la Strage di Capaci sull’autostrada A29, nei pressi dello svincolo di Capaci e a pochi chilometri da Palermo, nella quale perdono la vita il magistrato antimafia Giovanni Falcone nato a Palermo il 18 maggio 1939, sua moglie Francesca Morvillo e i tre agenti della scorta. E il 19 luglio successivo avviene a Palermo la Strage di via d’Amelio nella quale perdono la vita il giudice antimafia Paolo Borsellino nato a Palermo il 19 gennaio 1940, e la sua scorta. In seguito comunque il capo di Cosa Nostra Salvatore Riina detto Totò u curtu verrà catturato il 15 gennaio 1993 insieme al suo autista, a Palermo al primo incrocio davanti alla sua villa in via Bernini.

La modifica delle leggi elettorali

Al referendum del 18 aprile 1993 gli elettori votano in massa a favore dell’introduzione del sistema elettorale maggioritario modificando la legge elettorale del Senato in senso maggioritario, e la successiva legge Mattarella, nota come Mattarellum, estende anche alla Camera un sistema analogo. Il capo del Governo Silvio BerlusconiIl passaggio al maggioritario porta alla cosiddetta seconda repubblica, e favorisce la formazione di alleanze tra i partiti. Le elezioni decretano al nord la vittoria di Forza Italia e lega nord, unite nel Polo delle Libertà, e al centro: sud di Forza Italia e Alleanza nazionale, unite nel Polo del Buon Governo. Vengono sconfitti gli altri due poli, cioè i Progressisti, guidati da Achille Occhetto segretario del Partito Democratico della Sinistra, e il Patto per l’Italia, guidato da Mario Segni e Mino Martinazzoli. Il vero vincitore risulta Silvio Berlusconi, nato a Milano il 29 settembre 1936, il quale forma un governo che vede per la prima volta l’ingresso nella stanza dei bottoni dei post-fascisti di Fini. Il suo governo però incontra subito numerose difficoltà che portano ad una sua rapida caduta nel dicembre del 1994. Ma nelle successive elezioni del 21 aprile 1996, la nuova coalizione di centro destra chiamata Casa delle Libertà viene battuta dalla coalizione di centro sinistra, chiamata Ulivo, guidata dall’ex presidente dell’Iri Romano Prodi, nato a Scandiano in Provincia di reggio Emilia il 9 agosto 1939. Il capo del Governo Romano ProdiSegue una notevole stabilità di governo, che consente nel gennaio 1999 con un comunicato emesso dal Consiglio dei Ministri Europeila nascita della moneta unica europea ossia dall’Euro, che però nei tre anni successivi rimane una valuta esclusivamente virtuale che viene utilizzata principalmente dalle banche e dai mercati finanziari. La stabilità di governo consente inoltre l’avvio dei processi di privatizzazione, il rilancio dell’economia e dell’occupazione. Il governo Prodi dura fino all’ottobre del 1998, quando Rifondazione Comunista gli toglie la fiducia. Seguono un governo guidato da Massimo d’Alema ed uno guidato da Giuliano Amato.

Il governo della Sardegna

Federico Palomba presidente della giunta regionale della SardegnaPer quanto riguarda il governo della Sardegna, sulla spinta dell’Ulivo di Romano Prodi il magistrato e politico Federico Palomba nato a Cagliari il 21 novembre 1937, divenuto pretore, giudice del Tribunale ordinario, giudice e poi presidente del Tribunale per i minorenni della Sardegna, ed infine nel 1989 magistrato addetto al Ministero come Direttore di vari Uffici dietro incarico del Ministro di grazia e giustizia Giuliano Vassalli, nell’agosto del 1994 viene eletto alla presidenza della giunta regionale della Sardegna a capo di una coalizione di sinistra appoggiata dal centro, carica che conserverà fino al termine della legislatura regionale nel giugno del 1999. Al termine di questa esperienza politica Federico Palomba intraprenderà la carriera di avvocato, per poi diventare deputato e Coordinatore regionale dell’Italia dei Valori.

In Sardegna proseguono i sequestri di persona

Il bandito Mario Moro implicato nel sequestro di Giuseppe Soffiantini e ferito a morte nello scontro a fuoco con i CarabinieriIl bandito Attilio Cubeddu implicato nel sequestro di Giuseppe SoffiantiniIl bandito poeta Giovanni Farina implicato nel sequestro di Giuseppe SoffiantiniNell’isola continuano, comunque, i sequestri di persona. In questi anni avviene un rapimento, divenuto poi molto noto, quello del 17 giugno 1997, quando viene rapito Giuseppe Soffiantini imprenditore tessile bresciano, che viene prelevato dalla sua casa a Manerbio, vicino a Brescia, da un gruppo di banditi chiamati gli emigrati sardi. Rinchiuso sulle montagne pratesi, viene tenuto in condizioni disumane per ben 237 giorni e gli viene tagliata la cartilagine delle due orecchie, ma il sequestro ha un buon esito dopo il pagamento di un riscatto di ben cinque miliardi lire. Nel corso del sequestro, durante due differenti conflitti a fuoco, viene colpito il bandito Mario Moro di Ovodda che morirà nel gennaio del 1998 per le ferite riportate, e muore colpito da fuoco amico l’ispettore di Polizia dei NOCS Samuele donatoni. Per il sequestro tra gli altri il citato Attilio Cubeddu di Arzana viene condannato all’ergastolo, ed il citato Giovanni Farina di Tempio Pausania, che verrà arrestato nell’agosto 1998 in Australia e condannato a ventotto anni di carcere. Pur ritenendo giusta la sua condanna, Soffiantini cerca di renderla meno dura, procurandogli una macchina per scrivere e, in seguito, pubblicando un suo libro di poesie. 

Il bandito Antonio Maria Marini implicato nel sequestro di Silvia MelisIl bandito Pasqualino Rubanu implicato nel sequestro di Silvia MelisGrazia Marine carceriera nel sequestro di Silvia MelisIl 12 febbraio 1997 avviene a Tortolì, in Ogliastra il sequestro di Silvia Melis la quale dopo 265 giorni di prigionia riesce a liberarsi, e viene trovata vicino a Nuoro, sul ciglio di una strada provinciale, da due agenti in borghese. Tale sequestro è noto anche per l’ambiguo coinvolgimento di personaggi tra i quali Nicola Grauso allora editore de L’Unione Sarda, che rivela di aver pagato nelle campagne di Esterzili il riscatto, il suo direttore Antonangelo liori, ed il giudice Luigi lombardini che l’11 agosto 1998, dopo sei ore di interrogatorio poichché sospettato di estorsione all’ingegnere Tito Melis nell’ambito del sequestro di Silvia Melis, a seguito del colloquio e della notifica di perquisizione del suo ufficio, precedendo i giudici vi si chiude e si toglie la vita, sparandosi un colpo di pistola. La Cassazione conferma le condanne per i sequestratori Antonio Maria Marini Pasqualino Rubanu e la madre Grazia Marine considerata la carceriera durante il periodo del sequestro, tutti di Orgosolo. Sospettato dell’organizzazione del sequestro è anche Attilio Cubeddu di Arzana.

La presidenza di Carlo Azeglio Ciampi

Il Presidente della Repubblica Carlo Azelio CiampiIl 18 maggio 1999 viene eletto Presidente della Repubblica al primo scrutinio l’economista e politico indipendente Carlo Azelio Ciampi, nato a Livorno il 9 dicembre 1920 e che morirà a Roma il 16 settembre 2016. Ciampi è un presidente che, come avvenuto con Sandro Pertini, ha sempre un alto indice di gradimento popolare, rimanendo sempre perciò una delle figure nelle quali gli italiani ripongono la loro fiducia e che rafforza, con la sua figura istituzionale, lo stesso ruolo del Presidente della Repubblica. In questa veste egli cerca di trasmettere agli italiani quel patriottico sentimento nazionale che deriva dalle imprese del Risorgimento e della Resistenza e che si manifesta nell’Inno di Mameli e nella bandiera tricolore. Uno degli atti da ricordare da lui effettuati è stata la reintroduzione, dopo più di un decennio, della parata delle forze armate nel cerimoniale della Festa della Repubblica Italiana nel 2000. E sempre nel 2000, a lipsia, Ciampi apre una finestra sulla prospettiva, mai concretizzata, di una Costituzione europea quale fondamento del futuro del processo di integrazione.

Una nuova modifica della legge elettorale

Il capo del Governo Silvio BerlusconiAlle elezioni politiche del 12 maggio del 2001, la coalizione di centro destra, chiamata Casa delle Libertà e guidata da Silvio Berlusconi, si prende la rivincita sulla coalizione di centro sinistra, chiamata ancora Ulivo. Il centrodestra torna al governo del Paese, grazie anche alla rinnovata alleanza con la lega nord di Umberto Bossi, che riceve in cambio alcune poltrone strategiche dell’esecutivo, ossia Giustizia, Welfare e Riforme. L’1 gennaio 2002 nell’utizzo comune la lira italiana viene affiancata dall’Euro, la moneta allora adottata da undici dei quindici stati che allora componevano l’Unione Europea, e l’euro sostituisce definitivamente la lira il 28 febbraio 2002. Il capo del Governo Romano ProdiIl 21 dicembre 2005 viene approvata una nuova legge elettorale scritta dal ministro della lega nord Roberto Calderoli, che lui stesso in seguito chiamerà Porcellum. Secondo questa nuova legge si può votare per il partito scelto ma senza scrivere preferenze, in quanto la scelta dei parlamentari è determinata dai vertici dei partiti, e a chi ottenne la maggioranza relativa dei voti viene assegnata anche la maggioranza assoluta degli eletti. Il 10 aprile 2006 si tengono nuove elezioni politiche, nelle quali la Casa delle Libertà, viene sconfitta di misura dalla coalizione di centro sinistra, chiamata Unione guidata da Romano Prodi.

L’elezione al soglio pontificio di Benedetto decimosesto

Il papa Benedetto decimosestoIl 19 aprile 2005, dopo la morte di papa Giovanni Paolo II, viene eletto al soglio pontificio Benedetto decimosesto nato in Germania, a Marktl, il 16 aprile 1927 con il nome di Joseph Aloisius Ratzinger. Egli cerca di continuare la linea del suo predecessore, del quale però non possiede il carisma. Nel corso del suo pontificato egli ha reindossato alcuni abiti pontifici risalenti al Rinascimento e in disuso da qualche decennio, come la mozzetta di velluto rosso bordata di ermellino bianco, che era stata usata fino al pontificato di Paolo VI, che li aveva aboliti, ed il cui uso è ripreso sino dai primi mesi del suo pontificato. Durante il suo papato, lo stato del Vaticano e la chiesa stessa vengono sconvolti da numerosi scandali compreso quello degli abusi sessuali compiuti da suoi esponenti.

Il governo della Sardegna e la creazione di quattro nuove province

Mauro Pili presidente della giunta regionale della SardegnaGian Mario Selis presidente della giunta regionale della SardegnaMario Floris presidente della giunta regionale della SardegnaIl 9 agosto 1999 viene eletto alla presidenza della giunta regionale della Sardegna il giornalista Mauro Pili di Forza Italia, nato a Carbonia il 16 ottobre 1966, che non ottiene la fiducia del consiglio regionale ed è costretto a dimettersi. Il 18 ottobre 1999 viene eletto alla presidenza Gian Mario Selis del Partito Popolare Italiano, nato a Sorso il 17 dicembre 1944, tuttavia il consiglio regionale non accetta le sue dichiarazioni programmatiche e per questo Selis si dimette meno di un mese dopo aver accettato l’incarico. Quindi il 16 novembre 1999 viene eletto alla presidenza il politico e sindacalista Mario Floris dell’Unione Democratica per la repubblica, formazione creata da Francesco Cossiga durante il governo Prodi. Egli è nato a Cagliari nel 1937, cugino di Emilio Floris senatore di Forza Italia che è stato sindaco di Cagliari, ed era già stato eletto alla presidenza della giunta regionale della Sardegna tra il 1989 ed il 1991.

Mauro Pili presidente della giunta regionale della SardegnaItalo Masala presidente della giunta regionale della SardegnaDopo di lui, il 25 ottobre 2001 viene eletto alla presidenza nuovamente Mauro Pili di Forza Italia. Con la legge legionale n. 9 del 12 luglio 2001, la giunta di Mauro Pili, per assegnare posti di prestigio ai propri sostenitori, decide di aggiungere alle quattro province storiche della Sardegna, ossia a quelle di Cagliari, Sassari, Oristano e Nuoro, altre Quattro nuove province, per di più con due capoluoghi. Si tratta della Provincia della Gallura con capoluoghi Olbia e Tempio Pausania, della Provincia dell’Ogliastra con capoluoghi Lanusei e Tortolì, della Provincia del Sulcis con capoluoghi Carbonia e Iglesias, e della Provincia del Medio Campidano con capoluoghi Sanluri e Villacidro. Dopo la seconda giunta di Mario Pili, il 28 agosto 2003 viene eletto alla presidenza della giunta regionale della Sardegna l’avvocato Italo Masala di Alleanza nazionale, nato a Guamaggiore il 15 aprile 1937, la cui giunta prosegue fino all’11 giugno 2004.

La mobilitazione popolare contro le direttive del governo Berlusconi

No alle scorieForte è stata in Sardegna, a partire dal 2003, la mobilitazione popolare contro le Direttive del governo Berlusconi, che è stato in seguito ad essa costretto a ritirarle, che progettavano di trasportare e concentrare nell’isola le scorie prodotte dalle vecchie centrali nucleari e dai siti di stoccaggio del Piemonte, dell’Emilia Romagna, del lazio, della Campania e della basilicata. Si sarebbe trattato di un’offesa per una terra che affida il proprio futuro a una naturale vocazione turistica, ambientale e paesaggistica. Infatti, dopo anni nei quali della Sardegna si visitavano solo le coste, nell’isola è nato un Turismo intelligente che vuole scoprire le bellezze e la cultura del territorio. Vengono restaurate le vecchie miniere abbandonate che diventano interessanti esempio di archeologia industriale. Molti siti archeologici vengono resi agibili al pubblico.

L’elezione diretta di Renato Soru che fa approvare la legge salvacoste, la tassa sul lusso e l’eliminazione delle servitù militari

Governatore della Regione Renato SoruUna legge nazionale del 2004 modifica il sistema elettorale nelle regioni a Statuto speciale e stabilisce l’elezione diretta da parte dei cittadini del presidente della giunta regionale che diviene presidente della Regione chiamato anche governatore, eletto direttamente dal corpo elettorale, tendendo ad avvicinare la figura del presidente regionale a quella del presidente di una repubblica presidenziale. Dopo anni nei quali le giunte regionali soprattutto di centro-destra hanno favorito la speculazione edilizia sulle coste, con la costruzione di complessi residenziali come la Costa Paradiso, la Costa Verde, i complessi nella costiera tra Pula e Domus de Maria, il progettato insediamento turistico della Costa Turchese, il 26 giugno 2004 viene eletto direttamente dal corpo elettorale come governatore della Sardegna, Renato Soru del Partito Democratico nella lista regionale Sardegna Insieme con Renato Soru. Renato Soru, nato a Sanluri il 6 agosto 1957, governa fino alle dimissioni il 25 dicembre 2008. La sua elezione costituisce una svolta per tutta l’isola. Dopo anni di politica succube a Roma, inizia una nuova politica di difesa degli interessi dell’Isola, anche a costo di aprire controversie con lo stato centrale, costantemente carente nel rispettare i propri impegni. Vengono intraprese iniziative di tutela paesaggistica, ossia di tutela dei beni paesistici, lotta agli incendi, salvaguardia delle coste con blocco delle attività speculative non inseriti in un piano paesaggistico, un piano per salvare la campagna, impegno per liberare da servitù militare la Maddalena e per un suo diverso futuro, analisi della salute nelle zone soggette a servitù militare, che evidenzia la prevalenza di tumori polmonari a Teulada, eccessi di linfomi a la Maddalena e di ricoveri per tumori nel Salto di Quirra, ecc. Significativo è, anche, l’impegno della giunta Soru per la salvaguardia dell’ambiente e del territorio. Il 25 novembre 2004 la giunta promulga la legge regionale 8/2004 recante Norme urgenti di provvisoria salvaguardia per la pianificazione paesaggistica e la tutela del territorio regionale, il Piano Paesaggistico regionale noto come la Legge salvacoste che pone limitazioni all’edificazione sui tratti costieri e delibera che non si potranno costruire nuovi insediamenti abitativi e turistici entro una fascia di due chilometri dalla costa. La legge viene impugnata dal consiglio dei ministri del governo Berlusconi davanti alla corte costituzionale, che però conferma la totale legittimità delle sue norme, compresa quella che pone freno alla installazione di nuove centrali eoliche, sia lungo le coste che nell’entroterra dell’Isola. Il 13 maggio 2006 la giunta promulga la legge regionale 4/2006 recante Disposizioni varie in materia di entrate, riqualificazione della spesa, politiche sociali e di sviluppo, detta per questo anche Tassa sul lusso. La Sardegna è la Regione italiana che nel 2007 ha registrato il maggior incremento percentuale sui flussi turistici, con un aumento del 18 per cento negli arrivi e del quindici per cento nelle presenze, e nel 2008,nonostante la crisi il turismo sardo ha, comunque, tenuto. Un altro grande problema della Sardegna è quello delle ampie zone del suo territorio sottoposto a Servitù militare e delle conseguenze per la salute dei cittadini e per l’economia dell’Isola. Nel 2006 il presidente della Regione Renato Soru incassa il sostegno dell’Assemblea, ed un ordine del giorno approvato con i soli voti della maggioranza impegna l’esecutivo ad un nuovo e serrato confronto con il Governo centrale per un ridimensionamento dei vincoli militari presenti nell’isola, compresa la base appoggio Usa per sommergibili a propulsione nucleare della Maddalena Ma alla fine del 2008 a Soru viene a mancare l’appoggio di parte della sua maggioranza più legata all’edilizia, nell’approvazione dei piani paesaggistici, il che porta alle sue Dimissioni ed alle elezioni regionali del 2009. Nel marzo del 2009, a conclusione dell’esperienza politica, Renato Soru rientra nel consiglio di amministrazione di Tiscali fino a diventare Presidente e Amministratore Delegato in qualità di socio di maggioranza relativa.

Le vicende giudiziarie di Renato Soru

Renato Soru è stato coinvolto, inoltre, in diverse vicende giudiziarie. L’accusa di False comunicazioni sociali nei confronti di Renato Soru ed altri per la quale la Procura di Cagliari aveva Chiesto la condanna a tre anni, si conclude con una sentenza assolutoria per la correttezza dei comportamenti degli amministratori Tiscali. Renato Soru viene rinviato a giudizio a Cagliari per Abuso d’ufficio e turbativa d’asta, per presunte irregolarità nella gara d’appalto da 56 milioni di euro per la pubblicità istituzionale della Regione Sardegna nel 2006, nella quale era accusato di aver agevolato la società inglese Saatchi & Saatchi, ma nel’aprile del 2011 viene prosciolto da ogni imputazione. Nel 2011 la Procura di Cagliari apre un’inChiesta per Evasione fiscale in seguito ad accertamenti della Guardia di Finanza su un prestito concesso nel 2004 dalla società inglese Andalas ldt all’epoca di proprietà di Soru a Tiscali, ma il 7 maggio 2017 la Corte di Appello di Cagliari annulla la sentenza di primo grado, riconoscendo che c'è stata evasione fiscale, ma che questa è stata dovuta ad errori contabili e non all’intenzione di evadere il fisco.Nel luglio del 2019 il giudice civile del tribunale di Cagliari Condanna Silvio Berlusconi per diffamazione nei confronti di Renato Soru a seguito delle affermazioni fatte da Silvio Berlusconi nel febbraio del 2009 in campagna elettorale a sostegno del candidato di Forza Italia alla presidenza della Regione Sardegna Ugo Cappellacci, rilasciando dichiarazioni diffamatorie su Renato Soru come politico e come imprenditore.

Terminata l’epoca dei sequestri il banditismo sardo inizia ad esprimersi con le rapine

Il bandito Raffaele ArzuIl bandito Pietro PalaIl banditismo sardo ha, in questo periodo, il suo principale esponente in Raffaele Arzu nato a Lanusei ma andato a vivere a Talana, latitante dal 2002 al 2009, ritenuto responsabile di un primo colpo effettuato nel 2001 a Castelraimondo, un secondo nel 2002 ad Arezzo, un terzo a Umbertide il 30 gennaio 2006 risoltosi in una sparatoria nella quale perde la vita il carabiniere donato Fezzuoglio, un quarto nel 2007 a un supermercato di Perugia e un quinto il 30 giugno 2008 nei pressi di Imola. Condannato in contumacia a quattordici anni di reclusione per le prime due rapine, Arzu riesce a sfuggire alla cattura per circa sette anni, venendo presto incluso nell’elenco dei latitanti di massima pericolosità oggetto di un programma speciale di ricerca coordinato dal Ministero dell’Interno. La sua latitanza si conclude l’8 dicembre 2009, quando viene compiuto il suo arresto da parte del ROS dei Carabinieri di Cagliari, con la collaborazione dello Squadrone Carabinieri Eliportato Cacciatori Sardegna. Viene condannato all’ergastolo, assieme a Pietro Pala di Orune, che ha esploso il colpo mortale in direzione di donato Fezzuoglio, il carabiniere ucciso nel corso della rapina di Umbertide.

La presidenza di Giorgio Napolitano

Giorgio NapolitanoIl 15 maggio 2006 viene eletto Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano dei Democratici del Sinistra, nato a Napoli il 29 giugno 1925, il quale è il primo capo dello stato che è stato membro del Partito Comunista Italiano dopo la caduta della cosiddetta Prima repubblica, il terzo napoletano dopo De Nicola e Leone. Tra i suoi primi atti, la concessione della grazia per gravi motivi di salute a Ovidio Bompressi condannato per concorso morale nell’omicidio del commissario Luigi Calabresi, in continuità con le determinazioni assunte dal predecessore Carlo Azeglio Ciampi. Il 9 luglio 2006 è presente all’Olympiastadion di Berlino durante la partita finale del campionato mondiale di calcio dove l’Italia conquista il suo quarto titolo mondiale, onore che prima di allora era spettato solo a Sandro Pertini durante la finale del 1982. Il 7 gennaio 2011, come primo atto del nuovo anno nonchché nell’ambito delle celebrazioni per il centocinquantennale dell’unità nazionale, si reca in visita prima a reggio nell’Emilia per commemorare l’adozione del Tricolore avvenuta il 7 gennaio del 1797 nella città emiliana, poi a Forlì per ricordare la figura del patriota mazziniano Aurelio Saffi. Nel gennaio 2012 anche Adriano Sofri viene scarcerato per decorrenza della pena inflittagli per concorso morale nell’omicidio del commissario Luigi Calabresi, ridotta a quindici anni per effetto dei benefici di legge. Alle elezioni politiche del 24 e 25 febbraio 2013 si presenta in tutte le circoscrizioni il Movimento 5 Stelle fondato dal comico e attivista politico Beppe Grillo, nato a Genova il 21 luglio 1948, e dall’imprenditore del web Gianroberto Casaleggio, nato a Milano il 14 agosto 1954 dove morirà il 12 aprile 2016. L’esito particolarmente positivo delle elezioni si rivela superiore alle previsioni di tutti i sondaggi, dato che alla Camera raggiunge un totale di 8,7 milioni di voti, ed elegge 109 deputati, affermandosi come la seconda lista in ordine di voti, ed al Senato ragggiunge un totale di 7,4 milioni di voti elegge invece 54 senatori.

Dall’ultimo governo Berlusconi al governo Monti

Il 16 gennaio 2008 la moglie del ministro di giustizia, Clemente Mastella, viene arrestata per concussione, seguita nello stesso giorno dallo stesso ministro. Il giorno dopo egli rassegna le dimissione come ministro di giustizia e fa cadere il governo. Il capo del Governo Silvio BerlusconiLe elezioni del 13 e 14 aprile 2008 vengono vinte dalla coalizione di centro destra di Silvio Berlusconi che aveva annunciato lo scioglimento di Forza Italia e la nascita del Popolo della Libertà, un nuovo soggetto politico contro i Parrucconi della politica. Il Popolo della Libertà ottiene la maggioranza relativa dei voti e, in base alla vigente legge elettorale del 21 dicembre 2005, anche la maggioranza assoluta degli eletti. Tuttavia durante il suo governo i partiti dell’opposizione cercano di Screditare il presidente del consiglio Silvio Berlusconi, portando alla luce alcuni rapporti sessuali o presunti in cambio di ruoli politici a diverse donne. Vengono alla luce i casi di Mara Carfagna, Noemi letizia, Patrizia d’Addario e, soprattutto, di Karima Heyek, nota come Ruby, una minorenne che viene fermata per un furto, e mentre si trova in questura, interviene una telefonata di Berlusconi che ordina: Rilasciatela, è la nipote di Mubarak. Il capo del Governo Mario MontiLa sera del 12 novembre 2011, dopo l’approvazione della legge di stabilità 2012 in entrambe le camere del Parlamento, Silvio Berlusconi, come aveva precedentemente concordato con il capo dello Stato Giorgio Napolitano, sale al Quirinale per rassegnare le dimissioni da presidente del consiglio dei ministri per la perdita della maggioranza assoluta alla Camera dei deputati e per la grave crisi finanziaria che attanaglia il paese. Il 16 novembre dopo un rapido giro di consultazioni viene costituito un governo tecnico,guidato dall’economista Mario Monti, nato a Varese il 19 marzo 1943. Il nuovo governo attua varie riforme come quella del mercato del lavoro il cui punto principale è la modifica dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, e il decreto sulle liberalizzazioni, viene potenziata la lotta all’evasione fiscale e nasce l’IMU che si aggiunge alle tasse già presenti, le quali vengono a loro volta appesantite. È un periodo difficile per l’Italia, che si trova anche in una complicata situazione economica internazionale.

L’elezione al soglio pontificio di papa Francesco

Il papa FrancescoNel concistoro dell’11 febbraio 2013, papa Benedetto decimosesto ha annunciato la sua rinuncia al pontificato: da quel momento il suo titolo diventa romano pontefice emerito o papa emerito, mentre il suo trattamento rimane quello di Sua Santità. È l’ottavo pontefice a rinunciare al ministero. Sul soglio pontificio gli succede papa Francesco eletto il 13 marzo 2013, nato a Buenos Aires il 17 dicembre 1936 con il nome di Jorge Mario Bergoglio. Di nazionalità argentina, appartiene ai chierici regolari della Compagnia di Gesù, ossia ai Gesuiti, ed è il primo pontefice di questo Ordine religioso, nonche il primo proveniente dal continente americano. Già nei primi tempi del suo pontificato, ha iniziato la riforma della curia, dello IOR, del Codice Penale vaticano ed ha iniziato anche la riforma economica della Santa Sede.

In Sardegna riprendono i sequestri di persona

In Sardegna, il 19 settembre 2006 viene sequestrato Giovanni Battista Pinna detto Titti, nei pressi dell’azienda zootecnica di famiglia alla periferia di Bonorva. Con il suo sequestro la facoltosa famiglia di allevatori rivive ancora una volta il dramma del rapimento, dato che a partire dal 1967 sono quattro i parenti finiti nell’obiettivo dell’anonima sequestri. Il primo a finire nel mirino dei sequestratori è Giuseppe Pinna, rapito il 29 aprile del 1967 mentre rientra in paese da un ovile, e dopo una breve trattativa con i banditi allora consentita dalla legge la famiglia paga il riscatto e l’uomo viene liberato dopo dieci giorni. A metà degli anni Settanta vi è il fallito tentativo di sequestro di Gino Pinna, padre di Giovanni Battista, con un altro zio soprannominato Billia. Infine nel 1980 lo zio omonimo di Giovanni Battista anch’egli detto Titti viene sequestrato anch’egli a settembre, ma durante la prigionia il 7 del mese muore misteriosamente, e non è mai stato accertato se sia stato ucciso dai banditi o e se sia morto per cause naturali. Dopo il sequestro del 19 settembre 2006 lo stesso pontefice Benedetto decimosesto parlerà a favore di Giovanni Battista durante l’Angelus del 29 ottobre. Dopo otto mesi di sequestro, il 28 maggio 2007 Giovanni Battista riesce a fuggire dalle campagne di Sedilo, luogo in cui era tenuto prigioniero, forzando le sbarre che lo imprigionavano con una forchetta. Per il suo rapimento vengono arrestati due allevatori della zona, Salvatore Atzas di Sedilo, che verrà condannato a trenta anni, e Natalino Barranca anch’egli di Sedilo, dapprima condannato a ventisette anni ma poi assolto in appello. Il bandito Salvatore Atzas condannato per il sequestro di Giovanni Battista PinnaIl bandito bandito Natalino Barranca assolto per il sequestro di Giovanni Battista PinnaIl bandito Giovanni Maria Manca condannato per il sequestro di Giovanni Battista PinnaIl bandito Antonio Faedda condannato per il sequestro di Giovanni Battista PinnaDurante il processo a carico dei due imputati sono emerse le terribili condizioni in cui Pinna ha trascorso i suoi otto mesi di prigionia, incatenato mani e piedi, gli occhi sempre tenuti bendati, condizioni igieniche disumane, durante la prigionia subisce la rottura del setto nasale e perde trenta chili di peso. In seguito nel 2015, nel processo bis, vengono condannati a ventotto anni Giovanni Maria Manca di Nuoro, accusato di essere uno degli ideatori del sequestro al quale avrebbe partecipato attivamente guidando il furgone con a bordo l’ostaggio, ed a venticinque anni Antonio Faedda di Grosseto, che avrebbe svolto la funzione di apripista guidando un’altra vettura.

La domenica prima di Natale 2010 a Sassari entra nel mirino della nuova anonima sequestri l’ottantacinquenne imprenditore Ugo Multineddu di Sedini, ma residente a Sassari dove viene considerato il re dei supermercati. I cinque componenti di un gruppo criminale della Barbagia che aveva progettato il sequestro rinunciano quando capiscono che la rete di protezione messa in campo dalla polizia renderebbe particolarmente rischioso entrare nella fase operativa. Nonostante siano tutti individuati dagli investigatori della squadra mobile e della Sezione criminalità organizzata e antisequestro della questura di Sassari, rimangono a piede libero perché la scelta concordata ai massimi livelli non è quella di lasciar fare alla banda e di intervenire poi quando il sequestro sta per entrare nella fase operativa, dato il rischio sarebbe troppo alto. 

L’elezione diretta di Ugo Cappellacci con il quale riprende la speculazione edilizia sulle coste e viene annullato il vertice G8 a la Maddalena

Governatore della Regione Ugo CappellacciIl 16 febbraio 2009 viene eletto, direttamente dal corpo elettorale, come governatore della Sardegna Ugo Cappellacci del Popolo delle Libertà, figlio di un commercialista che aveva curato gli interessi di Silvio Berlusconi agli inizi degli anni Ottanta. E Silvio Berlusconi si prodiga grandemente in suo favore, con diversi interventi nell’Isola, mentre a Renato Soru vengono a mancare i voti di parte della coalizione che lo aveva appoggiato nelle precedenti elezioni. E la nuova politica ambientale dell’amministrazione Cappellaci non tarda a farsi vedere. Con la delibera n. 24/24 del 19 maggio 2009, la Giunta regionale emana le nuove norme di indirizzo per il rilascio delle concessioni demaniali con finalità turistico ricreative, ed avvia la Privatizzazione delle spiagge della Sardegna. Basta che le spiagge siano lunghe almeno duecentocinquanta metri lineari e che non si superi il cinquanta per cento della lunghezza della spiaggia medesima. Se si tratta di alberghi o villaggi turistici situati fra gli ottocento ed i millecinquecento metri dalla battigia, possono avere cinque metri quadrati di ombra per ciascuna camera. Se sono entro la fascia degli ottocento metri dalla battigia, possono avere sette metri quadrati per ogni camera, se di categoria fino a tre stelle, o nove metri quadrati d’ombra, se di categoria superiore alle tre stelle. Va poi aggiunto lo spazio per torrette di avvistamento ed altri servizi, nonche un bonus in più per servizi ludici, se si tratta di strutture ricettive con più di millecinquecento posti letto. Insomma, le strutture di lusso e più vicine alla costa sono le più favorite. La Sardegna avrebbe dovuto ospitare, nelle aspettative della giunta Soru, il G8 alla Maddalena del luglio 2009. Il vertice viene, però, spostato, dal governo Berlusconi, a l’Aquila. Erano già a buon punto i lavori, che vengono interrotti. Un’occasione unica, per rilanciare l’economia dell’Isola, che viene persa. Dopo l’aumento del costo dei traghettti dell’estate 2011, Ugo Cappellacci contribuisce alla costituzione della compagnia regionale Sa.re.Mar., che gode di notevoli aiuti statali, rischiando quindi due Sanzioni da parte dell’Unione Europea, sia per la mancata privatizzazione, riChiesta dall’Unione per le compagnie regionali che per gli aiuti di stato concessi alla flotta sarda. Inoltre, nel gennaio 2012 la giunta regionale riduce fortemente I fondi concessi agli aeroporti che si era impegnata a concedere per il biennio dal 2012 al 2014, fino al dimezzamento dei fondi per l’Aeroporto di Alghero Fertilia, mettendo a rischio la loro sopravvivenza. Gli effetti della sua amministrazione non soddisfano i cittadini sardi, che nelle Elezioni provinciali del 2010 assegnano sei province su otto al centro sinistra, lasciando al centro destra solo la Provincia di Sassari e quella di Oristano. Persino nella città di Cagliari, da sempre roccaforte del centro destra, viene eletto sindaco il candidato di centro sinistra Massimo Zedda, del Sinistra Ecologia e Libertà, il più giovane sindaco di un capoluogo regionale. Il 17 gennaio 2014 il governo nazionale aveva impugnato davanti alla Corte Costituzionale la delibera con cui il 29 ottobre 2013, solo venti giorni prima di quando il ciclone Cleopatra portasse morte e distruzione in Sardegna, la giunta Cappellacci aveva modificato radicalmente il Piano Paesaggistico regionale varato dalla giunta Soru, trasformandolo nel ribattezzato Piano Paesaggistico dei Sardi. Con un ultimo colpo di coda, questo piano viene approvato a due giorni dalle elezioni regionali del 2014, ma la delibera manca della Valutazione Ambientale Strategica, quindi è priva di effetti validi sul piano giuridico. Si sarebbe trattato di un piano in grado di distruggere quello che resta del patrimonio turistico e culturale dell’isola.

Le vicende giudiziarie di Ugo Cappellacci

Non mancano, inoltre, le sue disavventure giudiziarie. Ugo Cappellacci, dal 2001 al 2003, era stato presidente della Sardinia Gold Mining, la società che è stata al centro di forti polemiche per il notevole disastro ambientale prodotto nella zona di Furtei. Nel gennaio 2011 la Procura di Roma, nell’ambito del filone d’inChiesta legato al business dell’eolico in Sardegna, chiede il suo rinvio a giudizio, accusandolo di Presunta corruzione e abuso d’ufficio in merito alla nomina di Ignazio Farris all’Agenzia regionale per l’Ambiente; per quanto riguarda il resto dell’inChiesta, nota con il nome di P3, viene Chiesto il processo anche per il coordinatore del Popolo delle Libertà, Denis Verdini, per il senatore dello stesso partito Marcello dell’Utri, e l’imprenditore sardo Flavio Carboni, accusati, assieme ad altre diciotto persone, di aver violato la legge Anselmi per aver partecipato a un’associazione Caratterizzata dalla segretezza degli scopi, dell’attività e della composizione del sodalizio e volta a condizionare il funzionamento di organi costituzionali e di rilevanza costituzionale. Ma mentre per gli altri imputati il 16 marzo 2018 arrivano le condanne in primo grado, per Cappellacci scatta la prescrizione. Il 15 giugno 2012 viene riChiesto il rinvio a giudizio nell’inChiesta di Bancarotta per il crac della municipalizzata di Carloforte, per la quale dovrà rispondere di bancarotta per una società fallita nel 2010 con un passivo accertato di circa due milioni di euro, ma il 13 gennaio 2014 viene assolto con formula piena dall’accusa. L’8 marzo 2013 la Procura di Cagliari sollecita il rinvio a giudizio del governatore per Bancarotta nell’inChiesta relativa al crac milionario della Sept Italia, azienda specializzata nella produzione di vernici, ed il 28 settembre 2016 viene condannato in primo grado a 2 anni e sei mesi dalla seconda sezione penale del tribunale di Cagliari. Nel marzo 2018 Ugo Cappellacci viene indagato per Corruzione perchché avrebbe ricevuto una tangente da ottantamila euro nel 2013 per aver fatto ricevere un finanziamento pubblico da settecentocinquanta mila euro alla società FM Fabbricazioni Metalliche.

Il rinnovo del mandato a Giorgio Napolitano

Giorgio NapolitanoLa scadenza naturale del primo mandato dorebbe essere il 15 maggio 2013, ma nell’aprile del 2013 il Partito Democratico, dopo una riunione molto contestata, decide a maggioranza di votare come nuoco presidente Franco Marini, sul quale ha raggiunto un accordo trasversale col centrodestra, ma Marini non ottiene la maggioranza. Il Partito Democratico e Sinistra Ecologia e Libertà lanciano, allora, la candidatura di Romano Prodi, ma egli raggiunge solo 395 voti, evidenziando così la presenza di 101 franchi tiratori nell’alleanza di centrosinistra. Sollecitato dai diversi partiti, il 20 aprile 2013 viene rieletto Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che diviene il primo presidente ad essere chiamato ad un secondo mandato, oltre che il più anziano al momento dell’elezione nella storia repubblicana. Il capo del Governo Enrico lettaIl capo del Governo Matteo renziAppena rieletto, Napolitano assegna, il 24 aprile 2013, l’incarico di presidente del consiglio a Enrico letta, nato a Pisa il 20 agosto 1966, che lo conserva per dieci mesi. Viene, quindi, sfiduciato dal Partito Democratico, ed a lui succede il 22 febbraio 2014 il segretario di questo partito che lo ha sfiduciato, ossia Matteo renzi, nato a Firenze l’11 gennaio 1975. Dopo meno di due anni dalla rielezione, il 14 gennaio 2015, il presidente Giorgio Napolitano rassegna le dimissioni, preannunciate nel suo ultimo messaggio di fine anno e dovute alle difficoltà legate all’età, dato che alla scadenza naturale del secondo mandato il 22 aprile 2020 avrebbe quasi 95 anni.

Il banditismo sardo si dedica al traffico di droga e continua ad esprimersi con le rapine

I banditi del mondo rurale sardo si rendono conto che il Sequestro non paga più e si dedicano prevalentemente al traffico di droga, alla rapina attraverso l’assalto ai bancomat, ai furgoni portavalori e alle sedi delle società di sicurezza nelle quali vengono custoditi i grandi introiti delle attività commerciali, anche con l’utilizzo di mezzi per l’edilizia come le ruspe. Si contano anche frequenti gli attentati ai primi rappresentanti dell’ordine istituzionale: i sindaci dei piccoli comuni, che solo nel 2018 subiscono 12 atti intimidatori.

In Sardegna l’elezione diretta di Francesco Pigliaru che si trova ad affrontare una situazione difficile

A fine ottobre 2013 il Sondaggio Datamedia sul gradimento dei governatori delle regioni da parte dei loro cittadini, vede Cappellaci al terz’ultimo posto su diciotto governatori regionali. Ciò nonostante, Cappellacci si ricandida nel 2014 alla carica di governatore per il centrodestra, ed a lui si contrappone per il centrosinistra Francesco Pigliaru, in sostituzione della vincitrice delle primarie del settembre 2013 Francesca Barracciu costretta a ritirarsi in seguito all’indagine che la vede coinvolta sull’utilizzo dei fondi ai gruppi consiliari. Terza canditata è stata la scrittrice Michela Murgia, alla guida di una lista che offriva una proposta e la prospettiva di una Sardegna Possibile. Non viene presentata la lista del movimento 5 Stelle, e probabilmente questo è uno dei motivi della scarsa affluenza alle urne, con la pertecipazionee di solo il 52,23 per cento degli elettori. Governatore della Regione Francesco Pigliaru

Nelle elezioni del 17 febbraio 2014 viene eletto Francesco Pigliaru, nato a Sassari nel 1954. Il padre, il filosofo e giurista Antonio Pigliaru, nato a Orune, è stato l’autore nel 1959 del famoso saggio La vendetta barbaricina come ordinamento giuridico. Francesco, laureato in Sciene politiche a Sassari, docente di Economia politica nella facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Cagliari, nel 2004 è stato tra coloro che hanno elaborato il programma del governatore Renato Soru, nella cui giunta è stato poi assessore alla Programmazione e al Bilancio, ed è stato fondamentale il suo contributo per la nascita del Master and back, uno strumento che permetteva di aumentare le competenze dei giovani laureati sardi, accrescendone il potenziale professionale e occupazionale, e sostenendone il perfezionamento presso università di eccellenza operanti al di fuori del territorio regionale. La rottura col governatore risale al 2007, quando, in una lettera, ha contestato al presidente della Regione l’eccessivo accentramento di potere. Con l’eventuale vittoria di Michela Murgia si sarebbe iniziata una politica più indipendente da Roma. I suoi cinque anni di gestione sono anni pieni, intensi, certo non facili, dato che quando viene eletto si trova ad affrontare una situazione difficile, figlia di incuria politica e amministrativa e già segnata da quella crisi economica internazionale profondissima, che continua ad accompagnare il suo governo, e contro la quale combatte una battaglia quotidiana fatta di serietà, impegno, costanza e duro, durissimo lavoro. L’obiettivo è quello di restituire alla Sardegna fiducia e futuro, migliorando concretamente la vita dei cittadini. Delle quattro nuove province istituite dalla giunta di Mario Pili nel 2001, viene sancita l’abolizione, in seguito all’esito dei referendum abrogativi regionali che si erano tenuti nel 2012 durante la giunta Cappellacci, e, di conseguenza, nel 2014 la giunta Pigliaru vota l’Abolizione delle quattro nuove province. resteranno, per il momento, le quattro province storiche, ossia quella di Cagliari, che cambierà il nome in Provincia del Sud Sardegna, alla quale farà capo tutto il Medio Campidano, il territorio di Carbonia Iglesias e i comuni della Provincia di Cagliari che non sono compresi nella città metropolitana di Cagliari, alla quale saranno associati sedici comuni limitrofi, ed altri potranno unirsi successivamente. restano le province di Oristano, di Nuoro nel cui territorio sarà compresa anche l’Ogliastra, di Sassari che ricomprenderà l’ex Provincia di Olbia Tempio. Eliminate quelle che convenzionalmente chiamiamo le quattro nuove province, verranno costituite le Unioni dei comuni. Tra le politiche messe in Campo da Francesco Pigliaru vanno citate le azioni come Iscol@, la riorganizzazione della Protezione civile e quella dei Centri per l’Impiego e la complessa Riforma della sanità. E poi gli investimenti sul Diritto allo studio con la completa copertura delle borse di studio. Secondo i dati Istat aggiornati al terzo trimestre 2018 il Tasso di disoccupazione Cala all’11,2 per cento del 2018, rispetto al 19,1 dell’anno di insediamento della sua Giunta, ed allora, al contrario di quanto accadeva in passato, il tasso dell’isola è molto più vicino a quello nazionale del 9,3 per cento, che a quello del Mezzogiorno d’Italia al 16,5.

La presidenza di Sergio Mattarella

Il Presidente della Repubblica Sergio MattarellaNel gennaio 2015, con le dimissioni di Giorgio Napolitano, si rende necessario eleggere un nuovo Presidente della Repubblica, e il nome di Sergio Mattarella viene subito considerato tra quelli spendibili. Così, il 31 gennaio, Mattarella viene eletto presidente con 665 voti su 1009 votanti, poco meno di due terzi dell’assemblea elettiva. È il primo siciliano a ricoprire la carica di Presidente della Repubblica, ed egli inizia a caratterizzare il suo mandato con gesti di sobrietà, rinunciando nel maggio 2015 al vitalizio da professore universitario. Il 6 maggio 2015 firma la nuova legge elettorale nota come Italicum, che prevede un sistema a due turni basato su una rappresentanza proporzionale di partito e lista, corretta da un bonus maggioritario e da una soglia di sbarramento del 3 per cento, la quale verrà però dichiarata incostituzionale nel 2017. Nel dicembre 2016, all’indomani del referendum costituzionale che respinge il disegno di riforma costituzionale proposto dal presidente del Consiglio Matteo renzi, questi si dimette, e Mattarella avvia le consultazioni e conferisce dell’incarico di formare un nuovo esecutivo al ministro degli esteri Paolo Gentiloni. In seguito il 3 novembre 2017 Mattarella firma una nuova legge elettorale nota con il nome di Rosatellum bis, che vedrà la sua prima applicazione alle elezioni politiche del 4 marzo 2018. Il 28 dicembre 2017 Mattarella, dopo le dimissioni di Paolo Gentiloni, scioglie anticipatamente le Camere alcune settimane prima della scadenza naturale, dando avvio alle procedure per il rinnovo del Parlamento culminate con le elezioni del 4 marzo 2018.

I governi Conte e Draghi

Il capo del Governo Giuseppe conteA seguito delle elezioni del 4 marzo 2018, Il 23 maggio, dopo un accordo tra il Movimento 5 Stelle e la lega, il Presidente della Repubblica riceve al Quirinale Giuseppe conte, nato a Volturara Appula in Provincia di Foggia l’8 agosto 1964, indicato dai leader dei due schieramenti come premier, e gli conferisce l’incarico per il Governo Conte 1, che accetta la linea sovranista ed euroscettica dei partiti della sua maggioranza, opponendosi alla Commissione europea sul suo progetto di bilancio per il 2019 e mettendo in discussione l’azione europea nella gestione dei flussi migratori. Dopo poco più di un anno di governo, il 20 agosto 2019 Conte rassegna le proprie dimissioni a seguito di una crisi di governo causata da dissidi interni alla maggioranza e dalla riChiesta da parte di Matteo Salvini, vicepresidente del Consiglio e leader della lega, di sciogliere le Camere ed andare ad elezioni anticipate. Il capo del Governo Mario DraghiIn seguito ad un accordo di governo tra Movimento 5 Stelle, Partito Democratico e liberi e Uguali, viene nuovamente indicato come presidente del Consiglio Giuseppe conte, il quale accetta ed il nuovo Governo Conte 2 si attesta su posizioni più vicine a quelle del centro-sinistra e dell’europeismo, in aperto contrasto con la linea del precedente esecutivo. Nel gennaio 2021 Italia Viva, nuovo partito staccatosi dal Partito Democratico ad opera di Matteo renzi, annuncia la sfiducia al governo in seguito a dissidi concernenti la gestione della pandemia e delle risorse finanziarie del Next Generation EU, dando inizio ad una crisi che culminerà il 26 gennaio con le dimissioni di conte, a cui succede l’economista Mario Draghi, nato a Roma il 3 settembre 1947. Il 13 febbraio Mario Draghi e i suoi ministri prestano giuramento al Quirinale, dando vita a un governo comprendente sia tecnici indipendenti sia esponenti politici inclusi nove ministri del precedente governo Conte 2, e sostenuto da una maggioranza allargata a quasi tutti i partiti presenti in Parlamento.

La pandemia del Sar: cov-2

Il 31 dicembre 2019 la Commissione Sanitaria Municipale di Wuhan in Cina ha segnalato all’Organizzazione Mondiale della Sanità un cluster di casi di polmonite a eziologia ignota nella città di Wuhan nella Provincia cinese di Hubei, polmonite dovuta a coronavirus che verrà chiamato Sar: cov-2. Pur essendo stati identificati a fine gennaio 2020 due casi di coronavirus in turisti cinesi in visita a Roma, il 21 febbraio viene identificato a Codogno quello che erroneamente sarà chiamato il paziente zero. Diversi focolai sono presenti in alcune zone del nord Italia come a Vò Euganeo e nella Provincia di Bergamo. È l’inizio della prima devastante ondata per l’Italia, alla quale si cerca di porre rimedio con il Lockdown nazionale a partire dall’8 marzo. Dopo un’estate dove in Europa i casi si riducono al minimo, a fine ottobre si sperimenta la risalita nel numero dei contagi dovuta alla cosidetta seconda ondata diffusa su tutto il territorio nazionale, una situazione differente rispetto a marzo quando la maggior parte dei casi e dei decessi si è registrata al nord. Il 27 dicembre segna una data storica per l’Unione Europea, dato che in mattinata iniziano contemporaneamente in tutti gli Stati membri le prime iniezioni del primo vaccino realizzato per contrastare la pandemia.

In Sardegna l’elezione diretta di Christian Solinas ed il progressivo degrado paesaggistico e ambientale del territorio

Alle elezioni politiche del 2018 il Partito Sardo d’Azione aveva stretto un accordo con la lega per l’inserimento dei suoi candidati nelle liste elettorali leghiste, e così Christian Solinas viene eletto senatore nella circoscrizione Sardegna. Il 23 novembre di quell’anno il leader leghista Matteo Salvini presenta il 34esimo congresso del Partito Sardo d’Azione a Cagliari insieme a Solinas in vista delle regionali di febbraio. L’alleanza viene contestata dalle correnti più progressiste del Partito Sardo d’Azione, che viene sospeso dall’Alleanza libera Europea della quale aveva fatto parte.

Governatore della Regione Christian SolinasAlle elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale della Sardegna del 2019 il Partito Sardo d’Azione presenta il proprio segretario Christian Solinas come candidato alla presidenza della Regione, in allenza con il centro destra composta, dal Partito Sardo d’Azione, Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Unione di Centro, Unione Democratica Sarda, Fortza Paris, Energie per l’Italia, Riformatori sardi e due liste civiche. Dopo la campagna elettorale condotta da Matteo Salvini, che promette agli allevatori che risolverà il problema del prezzo del latte, ed altre promesse, lo schieramento di centro destra risulta vincente con il 47,81 per cento dei voti e Solinas viene eletto presidente, sconfiggendo il candidato di centro sinistra Massimo Zedda, ex sindaco di Cagliari. Ma Cristian Solinas non fa nulla per gli allevatori ed il prezzo del latte, per la continuità territoriale, per la crisi di AerItaly, mentre il 23 dicembre 2019 presenta il nuovo Piano casa a seguito del quale sono previste nuove colate di cemento sulle coste, anche nella fascia dei trecento metri dalla battigia, sia per le strutture ricettive che per i privati, anche la possibilità di realizzare nuovi immobili ad uso residenziale nei terreni agricoli senza la necessità che il proprietario sia effettivamente un coltivatore diretto, e il recupero di seminterrati a fini abitativi, ed infine una sorta di mercato dei crediti volumetrici, per cui chi può usufruire di un incremento di cubature e non lo utilizza, può cederlo a terzi. Con questo, viene distrutto tutto quanto realizzato al tempo della amminitrazione di Renato Soru in difesa del territorio. Durissimo il giudizio di legambiente, che ritiene che, se approvato, l’unico risultato del Piano casa sarebbe il progressivo degrado paesaggistico e ambientale del territorio, l’incremento della pericolosità idrogeologica e la perdita di valore, anche turistico, del territorio costiero e interno. Il via libera al mattone nell’agro, che comprende peraltro anche zone a pochi chilometri dal mare, snatura le peculiarità identitarie, culturali e paesaggistiche della Sardegna, tanto più se gli immobili non sono legati all’uso agricolo ma residenziale, e possono essere realizzati anche da chi agricoltore non è. A cascata, questa operazione graverà inoltre sulle casse pubbliche perché i comuni dovranno accollarsi i costi per le opere di urbanizzazione, attualmente assenti. Si tratta di una norma preistorica, che lega ancora lo sviluppo turistico al mattone, minata da un ulteriore elemento nefasto, vale a dire il recupero dei seminterrati a fini abitativi, non dimenticando che negli ultimi anni, molte vittime delle frequenti alluvioni che hanno colpito la Sardegna abitavano negli scantinati e lì sono morte, intrappolate dalla piena. Per questo, già dopo il 2013, l’uso a fini abitativi era stato vietato, ed ora si torna pericolosamente indietro.

Le vicende giudiziarie di Cristian Solinas

Il 18 dicembre 2020, Christian Solinas viene indagato dalla Procura di Cagliari per Abuso d’ufficio e concussione, indagini che riguardano la nomina dei due consulenti del suo partito che il governatore ha voluto nel suo staff, i quali non avrebbero avuto i requisiti necessari, facendo percepire loro poco meno di centomila euro l’anno.

La Sardegna oggi ed il rilancio dei valori della tradizione

La Sardegna ha, ancora oggi, una Disoccupazione che la pone alla stregua dei paesi del terzo mondo, nella Regione non operano industrie rilevanti in gradi trasformare le materie prime in prodotti finiti, non esiste un’agricoltura moderna, ne un allevamento razionale. Mancano quasi del tutto strade e collegamenti, le ferrovie sono estremamente carenti e manca l’alimentazione elettrica delle linee, mancano porti efficienti. In Sardegna non è stata neppure avviata la metanizzazione, che sarebbe in grado di abbattere i costi energetici. Non esiste ancora una reale continuità territoriale, in grado di livellare i costi di esportazione e di importazione dei prodotti. La Sardegna negli ultimi anni ha visto uno sviluppo turistico a volte rispettoso dell’ambiente, ma più spesso basato sulla speculazione. Accanto a questo, nasce un turismo intelligente e negli ultimi tempi si comincia ad assistere ad una forte voglia di ripresa. In questi ultimi anni Si espande la pastorizia e nascono Numerose culture di qualità. Sorgono di conseguenza e si moltiplicano cantine sociali, caseifici, oleifici, che iniziano ed esportare i loro prodotti nel continente. Accanto ai molti ristoranti di pesce, si affermano locali che ripropongono la cucina del territorio, quella basata sui prodotti genuini che da sempre hanno utilizzato i pastori: accanto all’aragosta ed alle cozze, si comincia ad andare a cercare sempre più spesso il porcetto, o la ricotta di pecora e di capra. Si prende quindi più coscienza che è con la riscoperta dei Valori della tradizione che si può rilanciare l’economia.

La pandemia del Sar: cov-2 in Sardegna

La pandemia di Sar: cov-2 in SardegnaIn Sardegna i primi casi sono stati accertati all’inizio di marzo 2020 e, come nel resto del Paese, il numero delle nuove infezioni ha raggiunto un picco intorno ai primi di aprile, per diminuire progressivamente e riassorbirsi nei mesi estivi. Nella seconda fase della pandemia, a seguito delle numerose attività nei locali turistici dell’area del Consorzio Costa Smeralda, i nuovi casi di contagio tornano rapidamente a salire ed anche nel resto dell’Italia, per raggiungere un nuovo massimo alla fine di novembre, di intensità notevolmente superiore al primo. Ciò determina l’esigenza di un Lockdown in tutto il Paese, a seguito del quale e del procedere delle vaccinazioni di massa, torna a scendere prima dell’estate 2021. Ad oggi in Sardegna è stato vaccinato il 51 per cento della popolazione, dove il 21,7 per cento ha completato l’intero ciclo di immunizzazione.

Importanti sardi nella vita politica e culturale italiana

Citiamo ora i principali personaggi sardi che hanno avuto influenza nella vita politica e culturale italiana, la loro biografia nella forma più completa con l’elenco delle relative opere, si può leggere nella pagina relativa alla località nella quale i diveri personaggi sono nati.

Il contributo della Sardegna alla vita politica nazionale

Enrico BerlinguerTra i più significativi personaggi della vita politica nazionale ricordiamo Enrico Berlinguer nato a Sassari nel 1922 da una famiglia sarda di origine catalana, e morto a Roma nel 1984. Segretario del Partito comunista Italiano dal 1972, diviene il fautore dell’eurocomunismo, cui si deve l’accentuazione dell’autonomia del suo partito da Mosca. Ha lanciato, dal gennaio del 1977, una campagna moralizzatrice che puntava il dito contro il cattivo uso e spesso l’abuso della cosa pubblica. Suo è il tentativo di realizzare, con Aldo Moro, il cosiddetto compromesso storico (... Ci vuole un governo di unità nel quale siano presenti anche i comunisti...). La Sardegna ha dato anche due Presidenti della Repubblica provenienti entrambi dalle file della Democrazia Cristiana, ossia Antonio Segni e Francesco Cossiga dei quali abbiamo già parlato. Sono stati entrambi, però, personaggi molto discussi.

La scoperta dei misteri archeologici della Sardegna

Giovanni LilliuAltro personaggio importante è Giovanni Lilliu nato a Barumini nel 1914 e morto a Cagliari nel 2012, archeologo, fondatore e direttore della Scuola di Specializzazione di Studi sardi dell’Università di Cagliari. Presso questa Università ha ricoperto il ruolo di professore ordinario di Antichità sarde ed è stato Preside della Facoltà di lettere e Filosofia. A lui si deve la scoperta del complesso su Nuraxi di Barumini, dichiarato nel 1997 Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, ed una prima scrittura della storia dell’età nuragica. Nella sua prima interpretazione, i Nuraghi sarebbero stati realizzati nell’Età del Bronzo, ed agli ha ricavato queste datazioni dall’analogia dei manufatti in essi rinvenuti con quelli presenti in altre culture di datazione più certa. Ma oggi è comunemente accettata l’ipotesi che tali manufatti siano successivi, presenti nel Nuraghe a causa di un suo successivo riutilizzo da parte di altre culture. La datazione storica ufficiale viene oggi ritenuta decisamente superata, e ci viene riferito che lo stesso Lilliu nei suoi ultimi anni lo avrebbe ammesso.

L’archeologo Ercole ContuA Villanova Tulo nasce, nel 1924, Ercole Contu che studia lettere classiche all’Università di Cagliari, dove si laurea nel giugno 1948 con Giovanni Lilliu con una tesisu un’area archeologica attorno a Villanova Tulo. Le sue prime scoperte riguardarono il tempio nuragico di Domu de Orgìa di Esterzili e del Nuraghe Arrubiu di Orroli. Passato da Cagliari a Bologna, viene richiamato in Sardegna per indagare una strana collina artificiale con filari di pietre affioranti, e porta alla luce l’altare a terrazza di Monte d’Accoddi. A lui si deve, tra le altre, la scoperta delle tombe ipogeiche di Enas de Cannuja a Bessude, Brodu di Oniferi e Moseddu di Cheremule, il Nuraghe la Prisciona di Arzachena, i Nuraghi Aleri e Nastasi a Tertenia, la necropoli ipogeica di Filigosa e la Tomba di giganti di Tamuli a Macomer.

La vita letteraria in Sardegna

Salvatore SattaSignificativo esponente della vita letteraria è stato Salvatore Satta nato a Nuoro nel 1902 e morto nel 1975, giurista e scrittore, la cui affermazione come romanziere avviene postuma. Infatti solo dopo la sua morte la famiglia riprende le vecchie carte e scopre, nelle pagine di una vecchia agenda, un manoscritto dal titolo Il giorno del giudizio. Nel romanzo, Satta ricorda gli abitanti, ormai quasi tutti morti, che incontrava a Nuoro nella sua infanzia.

Giuseppe DessìA Villacidro nasce nel 1909 Giuseppe Dessì che lì morirà nel 1977. Si ritira dalle scuole regolari, ma scopre dietro un muro della casa del nonno la Biblioteca lasciata da un prozio giacobino. Viene inviato al liceo a Cagliari dove conosce Delio Cantimori che lo incoraggia a continuare gli studi all’Università di Pisa. Laureato, intraprende la carriera di insegnante, diviene poi ispettore del Ministero della Pubblica Istruzione. Prolifico scrittore, protagonista dei suoi racconti è la Sardegna, si diletta anche di pittura, e pubblica diveri testi teatrali.

Benvenuto lobinaVillanova Tulo ha dato i natali nel 1914 allo scrittore Benvenuto lobina poeta e scrittore che nei primi anni trenta fonda il Circolo Futurista di Cagliari: nel centro abitato è possibile ammirare gli splendidi murali di Pinuccio Sciola e una statua in bronzo di Piergiorgio Gometz realizzati in suo onore. Muore a Sassari nel 1933.

Francesco Cicito MasalaA Nughedu San Nicolò nasce nel 1916 Francesco Masala detto Cicito, uno tra i maggiori esponenti della letteratura sarda del novecento. Poeta dei vinti e forte sostenitore dell’esigenza di recuperare l’identità della Sardegna in via di dissoluzione, è tra i promotori della legge sul bilinguismo. Tra le sue ultime parole: Quando non ci sarò più voglio essere ricordato solamente per le mie poesie. Solo quelle restano.... Muore a Cagliari nel 2007 all’età di 92 anni.

Antonio PigliaruAntonio Pigliaru nato a Orune nel 1922 e morto nel 1969, forse l’intellettuale più originale e stimolante degli ultimi vent’anni nello studio della cultura sarda. Ordinario di Dottrina dello Stato nell’Università di Sassari, ha lasciato numerose opere tra le quali spicca La vendetta barbaricina come ordinamento giuridico del 1959, che resta un testo fondamentale per la conoscenza del più drammatico dei nodi storici della diversità sarda.

Michelangelo Mialinu PiraA Bitti nasce nel 1928 l’antropologo, scrittore e uomo politico Michelangelo Pira detto Mialinu che muore nel 1980. È uno dei primi e più impegnati studiosi della lingua sarda, autore tra l’altro de La rivolta dell’oggetto dove descrive i problemi in Sardegna nella fase di transizione dalla civiltà agropastorale alla civiltà dei consumi e prende una netta posizione sull’identità del popolo sardo.

Gavino ledddaGavino Ledda nato a Siligo nel 1938, descrive in forma autobiografica la sua vita, da pastore analfabeta a docente universitario, nel libro del 1975 Padre padrone- ’educazione di un pastore, del quale è stata effettuata una trasposizione cinematografica dai fratelli Taviani che ha vinto la palma d’oro al Festival di Cannes. Oggi si batte per la realizzazione di un parco letterario a Siligo, là dove si era svolta la sua vicenda di ragazzo ed ora si sta distruggendo l’ambiente con la realizzazione di cave di sabbia. Gli ultimi di dicembre 2005, la sua porta di casa è stata crivellata in segno di ammonimento da colpi di arma da fuoco.

Sergio AtzeniA Capoterra nasce nel 1962 Sergio Atzeni morto prematuramente nel 1995 nelle acque del mare di Carloforte. Giornalista e scrittore, è da considerarsi tra i più grandi talenti letterari degli ultimi anni, nei cui romanzi si ritrovano miti e personaggi della società sarda, ma con un respiro che è quello dell’umanità tutta. Il suo capolavoro viene considerato Passavamo sulla terra leggeri, romanzo postumo, rievocazione mitica della storia del popolo sardo, vista e raccontata come una memoria comune, tramandata di padre in figlio, in opposizione ed a dispetto della storia ufficiale. Sergio Atzeni viene considerato uno dei maggiori talenti letterari degli ultimi anni.

I principali esponenti della pittura

Un dipinto di Brancaleone CugusiA Romana nasce nel 1903 Brancaleone Cugusi. Eccentrico pittore autodidatta, fà dell’arte la sua ragione di vita, e si muove tra l’essenzialità formale di Piero della Francesca e la luce caravaggesca, che assume una valenza simbolica esaltando la componente drammatica. Sconosciuto fino a pochi anni fa, sono dovuti trascorrere sessantadue anni dalla sua morte, avvenuta a 39 anni a Milano nel 1942, prima che arrivassero i dovuti riconoscimenti ad uno dei più grandi artisti che la Sardegna abbia avuto e che ora è detto Brancaleone da Romana, la cui opera è stata di recente scoperta e valorizzata da Vittorio Sgarbi.

Giovanni Ciusa RomagnaNella pittura, il realismo conta su Giovanni Ciusa Romagna nato a Nuoro nel 1907 e morto nel 1958. Artista precoce, dopo gli studi all’Accademia fiorentina torna a Nuoro dove si dedica all’insegnamento e all’arte, dalla pittura all’artigianato. Le sue passioni sono la pittura e il disegno con un occhio di riguardo per la sua terra. Pittore ed architetto, a lui si deve il Santuario della Solitudine a Nuoro, dove riposano le spoglie di Grazia Deledda.

Aligi SassuSignificativa è stata l’opera del pittore Aligi Sassu nato da padre sardo nel 1912 a Milano. All’inizio del 1921 la famiglia si ritrasferisce in Sardegna, a Thiesi, dove il padre apre un negozio. In questo paese Aligi frequenta la Scuola elementare e conosce per la prima volta i cavalli, che diventeranno poi il suo marchio, ed i colori accesi della Sardegna che permeeranno la sua pittura. Dopo tre anni ritorna a Milano, dove lavora e si afferma come uno dei principali pittori del secolo. Si reca in Sardegna dove dedica diverse opere alla vita isolana, le celebri Tonnare. Pur lavorando lontano dall’isola conserva intatti la cultura ed i valori della Sardegna. Muore a Pollença, nelle Baleari, il 17 luglio del 2000, all’età di 88 anni, proprio il giorno del suo compleanno.

Ritratto di Numzio Cossu nella Biblioteca Comunale di OrotelliIl poeta e scrittore Nunzio Cossu nasce ad Orotelli nel 1915. Dopo diversi libri scritti in epoca fascista, Nunzio Cossu esordisce come poeta nel 1947 con la raccolta di liriche E rivedrò l’alba?, alla quale segue, nei primi anni ’50, la raccolta intitolata Caino. Nonostante viva a Roma, il poeta mantiene con Orotelli uno stretto legame culturale che traspare anche dalle sue opere. Lo scrittore orotellese, che è anche critico letterario, muore a Roma nel 1971 a soli 55 anni e viene sepolto nel Cimitero del Verano. A Nunzio Cossu è stata dedicata la Biblioteca Comunale di Orotelli.

Foiso FoisNel dopoguerra, si afferma Foiso Fois nato a Iglesias nel 1916 e morto nel 1984, uno fra i pittori più rappresentativi ed innovativi degli anni cinquanta in Sardegna, interprete di alta originalità creativa. Con le sue opere ha segnato il punto di rottura con la rappresentazione folcloristica nell’arte sarda, complici sicuramente gli studi compiuti nel nord dell’Italia.

Murales a Orgosolo: donneUna forma particolare di pittura è il Muralismo che nasce a Orgosolo e si diffonde poi in tutta l’isola. Un primo murale viene realizzato a Orgosolo nel’68 dal gruppo teatrale milanese Dionisio. Nel 1975 l’insegnante di educazione artistica Francesco Del Casino riprende con gli studenti della Scuola media quell’esperienza. Inizialmente si esprimono le idee politiche di quel periodo e le problematiche del recente passato della Sardegna, poi ci si adegua alle attuali tematiche di contestazione della globalizzazione dell’economia. I murales cambiano continuamente nel tempo. I più vecchi si rovinano e muoiono, mentre altri nuovi nascono accanto a loro o anche al loro posto, quasi un giornale sempre aggiornato.

La grande espressione della scultura in Sardegna

Albino MancaNella scultura, è nato a Tertenia nel 1899 e morto nel 1976 Albino Manca. Trasferitosi prima a Roma e successivamente nel 1938 a New York, dove nel Battery Park di Manhattan, di fronte alla statua della Libertà, si trova la sua opera più nota, la Diving Eagle, una enorme aquila di bronzo in picchiata realizzata in memoria dei marinai statunitensi caduti nella Seconda Guerra Mondiale. In una piazza del centro di Tertenia è possibile ammirare una copia in scala ridotta della Diving Eagle.

Eugenio TavolaraEugenio Tavolara nato a Sassari nel 1901, è stato un importante scultore, incisore e ceramista. È molto conosciuto per le sue statuine di terracotta, per i suoi giocattoli in legno e stoffa e per i suoi pupazzi. fra i suoi soggetti vi erano i clowns, figurine in costume sardo, musicisti del mondo del jazz, animali, Pinocchio e altri personaggi delle fiabe. La città di Sassari gli ha intitolato il Padiglione per l’Artigianato, costruito per l’ISOLA, Istituto sardo Organizzazione lavoro Artigiano, creato dalla Regione nel 1957, e la cui direzione era stata affidata ad Eugenio Tavolara ed a Ubaldo Badas, progettista del Padiglione.

Costantino Titinu NivolaA Costantino Nivola detto Titinu nato a Orani nel 1911 e morto a long Island nel 1988, architetto e scultore, è stato dedicato nel 1995, all’interno dell’ex lavatoio del paese situato sul fianco della collina su Cantaru che si affaccia sull’abitato, opportunamente restaurato, il Museo Nivola che contiene numerose sue sculture realizzate in materiali diversi che documentano le tappe del suo percorso artistico. Costretto dalle persecuzioni antisemite ad abbandonare l’Italia, si è rifugiato prima a Parigi e poi, dopo l’invasione nazista della Francia, a New York. Nel 1948 ha creato la tecnica della colata di cemento sulla sabbia modellata, chiamata Sand casting. Ritorna in Sardegna per realizzare per conto della rivista Fortune dei disegni sulla campagna antimalarica della Fondazione Rockefeller.

Giovanni PintoriSalvatore Fancello Costantino Nivola si è dedicato soprattutto alla plastica decorativa legata all’architettura. Con lui collaboirano lo scultore Giovanni Pintori nato a TresNuraghes nel 1912 e morto a Milano nel 1999, che diventerà il responsabile della Pubblicità della Olivetti di Ivrea, e Salvatore Fancello abile ceramista nato a Dorgali nel 1916 e morto a soli 26 anni sul fronte greco-albanese a Bregu Rapitànel 1941. Quest’ultimo, quando a causa delle leggi razziali lo scultore di Orani è costretto ad emigrare negli Stati Uniti, come dono per il matrimonio gli regala il cosiddetto Disegno ininterrotto, un lavoro a china e acquarello su carta da telescrivente alto trenta centimetri e lungo oltre sei metri e mezzo.

Pinuccio SciolaL’espressionismo di Nivola prosegue in chiave popolare nelle opere di Pinuccio Sciola nato a San Sperate nel 1942, scultore locale divenuto famoso per le sue Le Pietre Sonore, e che attualmente promuove la Scuola Internazionale di Scultura a San Sperate, dove ancora oggi vive e lavora. San Sperate è conosciuto come il paese Museo, dagli anni ’60 è venuto a riempirsi di sculture, principalmente di Pinuccio Sciola, ed i muri delle case sono stati trasformati in giganteschi murali. L’iniziativa ha trovato il sostegno di artisti italiani e stranieri, tra i quali Foiso Fois, Primo Pantoli, Giorgio Princivalle, Gaetano Brundu.

Diego AsproniA Bitti nel 1951 nasce Diego Asproni che si afferma come pittore e, soprattutto, raccoglie pietre e colori sulle montagne e li utilizza nelle pitture a fresco per dipingere murales sui muri dei paesi della Sardegna contro le esercitazioni militari navali e contro il taglio indiscriminato dei boschi. Culturalmente impegnato nella difesa e nella valorizzazione della lingua sarda, vicesindaco di Bitti per quattro anni, apre le scuole comunali di tessitura tradizionale, ceramica, canto a tenores, progetta e avvia la gestione del parco archeologico di Romanzesu, apre il Museo della civiltà Contadina e Pastorale.

Musica e canto

Per quanto riguarda il canto e la musica, a Bitti nascono i più importanti e famosi gruppi di Canto a Tenore sardo. Come abbiamo già detto, non c’è in Sardegna Sagra o manifestazione nella quale non si esibiscano gruppi di Canto a Tenore, il principale simbolo della musica tradizionale polivocale sarda ed anche la più viva testimonianza delle radici arcaiche della sua cultura. Il primo gruppo di Tenores di Bitti che ha avuto risonanza internazionale è il Remunnu ’e locu che, nato nel 1974, nei 30 anni di storia ha ottenuto riconoscimenti nazionali ed internazionali, compreso quello di Frank Zappa che definiva i canti a tenores musica bovina e quello di Peter Gabriel che ha pubblicato i lavori del gruppo per la propria etichetta discografica real World. Noto al pubblico televisivo, il gruppo di Tenores Mialinu Pira intitolato allo scrittore Michelangelo Pira detto Mialinu. Nel Dicembre 2001 ha partecipato al tradizionale Concerto di Natale in Vaticano alla presenza del papa Giovanni Paolo II con molti altri artisti di levatura internazionale, Hevia, Randy Crawford, Terence Trent d’Arby, Russel Watson, per l’Italia Elisa, Edoardo Bennato, Massimo Ranieri. Neoneli è oggi famoso per il suo coro polifonico tradizionale, chiamato il coro dei Tenores di Neoneli. Oltre al canto a tenore, il gruppo si spinge verso contaminazioni insospettabili che a qualche osservatore hanno fatto storcere il naso, ed è il caso, per esempio, dell’incontro con Elio delle Storie Tese, risalente all’estate 1992.

Tenores di Bitti gruppo <em>Remunnu ’e locu</em> Tenores di Bitti gruppo <em>Mialinu Pira</em> Tenores di Neoneli

Maria CartaIl comune chiamato Siligo ha dato i natali nel 1934 a Maria Carta importante cantante e cantautrice italiana che partecipa a film e rappresentazioni teatrali e scrive nel 1975 il libro di poesie Canto Rituale. In 25 anni di carriera propone al grande pubblico la musica tradizionale della sua terra, ninne nanne, Gosos, canti gregoriani, ecc., spesso aggiornandoli con un tocco moderno e personale. Riesce a portare con successo la musica folk sarda con esibizioni come Deus ti salvet Maria o Dillo, antico ballo sardo. Interprete sensibile e dotata di buona presenza scenica ha affascinato registi come Francis Ford Coppola e Franco Zeffirelli. È morta a Roma nel 1994.

Andrea ParodiNel 1955 nasce a Porto Torres Andrea Parodi per molto tempo voce del gruppo musicale Tazenda e successivamente solista dotato di voce particolarissima e ricca di sfumature. Appena cinquantenne Andrea ci ha lasciato nel 2006. Sul suo sito, Michele Pio ledda e Valentina casalena scrivono: L’ultimo concerto il 22 settembre 2006 resterà probabilmente uno dei momenti più alti della scena musicale sarda-tributo, la commozione e lo struggente senso d’addio di quella serata diventano uno dei più completi documentari video della storia della musica sarda.

Piero MarrasPiero Marras al secolo Piero Salis, nasce il 16 settembre 1949 a Nuoro. Esordisce sulla scena del rock progressivo italiano come tastierista e cantante, poi cantautore col nome Piersalis e successivamente con quello di Piero Marras. Ha scritto alcuni brani per i Tazenda tra i quali il famosissimo Carrasecare.

Paolo FresuRicordiamo anche Paolo Fresu nato a Berchidda nel 1961 e vivente, trombettista tra i principali protagonisti del jazz italiano e mondiale. Jazzista di fama internazionale, dalla metà degli anni ottanta è sempre presente ai vertici delle classifiche del Top Jazz della rivista Musica Jazz, sia come miglior musicista che come leader di gruppi musicali. Nonostante la dimensione internazionale rimane sempre legato al suo paese natale. Infatti Paolo Fresu organizza, ormai anni, tra Berchidda e numerose località limitrofe, il festival internazionale Time in Jazz, il più noto dei festival musicali tenuti in Sardegna e uno dei più prestigiosi in Italia e in Europa, che è arrivato ad accogliere fino a 35 mila ospiti tra pubblico ed artisti provenienti da tutto il mondo.

L’espressione del cinema originale sardo

Il regista Piero SannaVediamo alcuni dei pricipali registi del cinema sardo. A Benetutti nel 1943 nasce il regista cinematografico Piero Sanna. Per oltre quaranta anni nell’Arma dei Carabinieri, negli anni settanta stretto collaboratore del generale Carlo Alberto Dalla chiesa, ha appreso il mestiere del cinema da Ermanno Olmi. Autore di documentari, si fa conoscere al grande pubblico nel 2003 con il film La destinazione. Il film ha ottenuto nel 2006 il Premio Migliore Opera Straniera al 39° Worldfest-Houston International Film Festival. Protagonista è Emilio, ventenne romagnolo, entrato nell’Arma per sfuggire la disoccupazione, che piomba a Coloras, in Barbagia, una terra dove le donne portano il fazzoletto sul capo e gli uomini vestono velluto e gambali. Qui la sua relazione con una ragazza del luogo S’intreccia con storie di abigeato, assassini e latitanza.

Giovanni ColumbuA Nuoro nel 1949 nasce il regista cinematografico Giovanni Columbu figlio di Michele Columbu di Ollolai, che è stato sindaco di Cagliari. Dal marzo 2015 è presidente del Partito Sardo d’Azione. Tra le numerose opere, è autore di cortometraggi come Visos, Dialoghi trasversali e Villages and villages. Firma nel 2001 il suo primo film Arcipelaghi, incentrato sul processo a un ragazzo di quattordici anni accusato di omicidio, la cui sceneggiatura ha ottenuto premi e riconoscimenti. Nel 2012 firma il successivo film, Su re, ambientato in Sardegna, una storia incentrata sulla passione di Cristo tratta dai quattro Vangeli, con i dialoghi in lingua sarda.

Gianfranco CabidduA Cagliari nel 1953 nasce il regista cinematografico Gianfranco Cabiddu che ha firmato due opere ambientate nella Sardegna degli anni trenta e Cinquanta. Nel 1988 Disamistade, che in lingua sarda sta ad indicare l’inimicizia ossia la faida, e nel 1997 Il figlio di Bakunin, tratto da un libro di Sergio Atzeni Nel 2004 presenta Passaggi di tempo - viaggio di Sonos ’e Memoria con la partecipazione di Paolo Fresu, e successivamente nel 2012 Faber in Sardegna & l’ultimo concerto di Fabrizio De Andrè, un documentario che descrive un viaggio nella Sardegna raccontata da Fabrizio De Andrè. E nel 2015 La stoffa dei sogni, teatranti e criminali insieme all’Asinara, l’isola carcere in mezzo al Mediterraneo.

Il regista Antonello GrimaldiNel 1955 a Sassari nasce Antonio Luigi Grimaldi, detto Antonello Grimaldi regista, attore, sceneggiatore. Laureato in Giurisprudenza, si trasferisce a Roma e poi insegna Storia dello Spettacolo all’Accademia delle Belle Arti di Sassari. Dopo aver lavorato come attore ed aver diretto diversi film, nel 2000 dirige Un delitto impossibile, il suo primo film ambientato in Sardegna, tratto dal romanzo Procedura di Salvatore Mannuzzu, nel quale il procuratore Garau muore per aver ingerito una pillola di cianuro, per le indagini viene chiamato un altro procuratore che ben presto si trova nel mezzo di intrighi autoctoni, con le canoniche pressioni e le solite storie di letti, ricatti e passioni nascoste.

Enrico PauA Cagliari nel 1956 nasce il regista cinematografico Enrico Pau che nel 1996 presenta il suo primo cortometraggio La Volpe e l’Ape, e nel 1997 dirige l’operetta musicale Il Brutto Anatrocolo. Nel 1999 propone il documentario Storie di pugili, a seguito del quale nel 2001 presenta il suo primo film Pesi leggeri, che presenta i difetti di un’opera prima ma anche una tensione narrativa che promette bene. Nel 2006 presenta il film Jimmy dalla collina, in cui racconta l’esperienza di una comunità di recupero per giovani carcerati. Del 2015 è il suo lungometraggio L’accabadora, un film che affronta il tema dell’eutanasia, e racconta la storia di Annetta alla quale la piccola comunità e il destino hanno affidato il ruolo di accabadora, la donna che secondo certi racconti popolari dispensava la buona morte ai malati terminali. Nel 2017 dirige il cortometraggio L’ultimo miracolo, nel quale Cristo, ormai anziano, decide di aiutare un giovane fischiatore che si trova in difficoltà.

Il regista Enrico PitziantiA Cagliari nel 1961 nasce Enrico Pitzianti un regista italiano specializzato nella realizzazione di documentari. Dopo aver conseguito la laurea in giurisprudenza, si trasferisce a New York dove completa gli studi diplomandosi in regia alla New York Film Academy. Inizia la carriera di regista alla fine degli anni novanta producendo cortometraggi, tra i quali significativi ambientati in Sardegna sono L’ultima corsa del 2002, sullo smantellamento delle Ferrovie dello Stato a Golfo Aranci; e Piccola pesca del 2004, che racconta la storia dei pescatori del basso Sulcis impossibilitati ad esercitare il proprio lavoro per la presenza del Poligono Militare di Capo Teulada.

Salvatore MereuMa la maggior espressione del cinema sardo si ha con Salvatore Mereu nato a Dorgali nel 1965. Autore di numerosi cortometraggi, pubblica nel 2003 il suo primo film Ballo a Tre Passi, vincitore della Settimana della Critica alla mostra del Cinema di Venezia e del David di Donatello per la Migliore Opera Prima. Nel 2008 realizza il suo secondo film, Sonetàula, tratto dall’omonimo romanzo di Giuseppe Fiori, che costituisce un grande affresco sullo sfruttamento del popolo sardo e sull’origine del banditismo. Nel 2010 presenta il film Tajabone, mentre il suo quarto film, del 2012, tratto dall’omonimo romanzo di Sergio Atzeni, è Bellas Mariposas, la storia di due ragazze nel fiore della loro adolescenza, piena di sogni, di paure e di titubanze. Successivamente presenta tre cortometraggi: Transumanza e La vita adesso nel 2013, Futuro Prossimo nel 2017.

La prossima pagina

Una Croce rossa in campo bianco, inquartata con quattro Teste di moro è il simbolo del popolo sardo. Da tempo si cerca di ricostruire, tra leggenda e realtà storica e tra Sardegna e Spagna, l’origine ed il significato di questo stemma, che però rimane ancora oggi sostanzialmente un mistero. Nella prossima pagina descriveremo le origini e la storia della bandiera con i quattro Mori.


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