Telti visita del paese e delle diversie chiesa campestri presenti nei suoi dintorni
Inizieremo ora a seguire un itinerario che ci farà visitare le località all’interno della regione storica della Gallura. in questa tappa del nostro viaggio, partendo da Olbia, ci recheremo con la SS127 Settentrionale Sarda a Telti dove visiteremo il paese con i suoi dintorni. La regione storica della GalluraLa regione storica della Gallura (nome in gallurese Gaddùra, in lingua sarda Caddùra) occupa l’estremità nord orientale dell’Isola, delimitata a sud dal massiccio granitico del Monte limbara, a sud ovest dal corso inferiore del fiume Coghinas, a sud est dal monte Nieddu nei comuni di San Teodoro e Budoni. È stata, nell’alto periodo medioevale, uno dei quattro giudicali sardi. Principale risorsa economica di questa regione è il turismo, sviluppatosi a seguito della realizzazione del famoso insediamento turistico dell’area del Consorzio Costa Smeralda, oltre all’industria del sughero e del granito, nelle quali ha raggiunto primati a livello internazionale. I comuni che ne fanno parte sono Aggius, Aglientu, Arzachena, Badesi, Bortigiadas, Calangianus, Golfo Aranci, la Maddalena, Loiri Porto San Paolo, Luogosanto, Luras, Olbia, Palau, Sant’Antonio di Gallura, Santa Teresa Gallura, San Teodoro, Telti, Tempio Pausania, Trinità d’Agultu e Vignola, Viddalba. In Gallura si parla il Gallurese, che è di ceppo toscano ed ha forti analogie con il còrso, è infatti molto simile al dialetto parlato nel distrello di Sarlene nel sud della Corsica, ma conserva alcuni influssi derivanti dal logudorese, che era parlato nel territorio antecedentemente, durante il periodo giudicale. In viaggio verso TeltiDa Olbia prendiamo la SS127 Settentrionale Sarda che ci porterà a Telti, da dove proseguirebbe per Calangianus. A 12 chilometri da Olbia, dove si trova la Cantoniera di Telti, la SS127 Settentrionale Sardadevia verso destra, mentre continua dritta la SP147. Seguiamo verso destra la SS127, ed entriamo nel paese chiamata Telti. Il comune chiamato TeltiIl comune chiamato Telti (nome in lingua sarda Teltis in gallurese Tèlti, altezza metri 332 sul livello del mare, abitanti 2.222 al 31 dicembre 2021) è situata nella parte centro orientale della Provincia di Sassari, e si trova sempre nella regione storica della Gallura. È un borgo agricolo situato nell’entroterra sardo, sulle prime propagini del Monte limbara, in un paesaggio collinare ricco di cereali, verdi pascoli, macchia mediterranea e boschi di sugheri e lecci. La zona è ricca di sorgenti e Torrenti che rendono particolarmente fitta e rigogliosa la vegetazione. I suoi abitanti vivono per la maggior parte nel capoluogo Comunale; il resto della popolazione si distribuisce in un ampio numero di case sparse. Il territorio ha un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate, che vanno da un minimo di 64 a un massimo di 742 metri sul livello del mare. Il rilievo più alto del territorio di Telti è rappresentato dal Monte Pinu, alto 742 metri, coperto da un vasto bosco di pini marittimi. Telti è facilmente raggiungibile dalla SS127 Settentrionale Sarda che ne attraversa il territorio. Origine del nomeLa sua denominazione è, probabilmente, di origine preromana, dato che il paese è situato nei luoghi in cui nacque la romana Tertium, dalla quale prende il nome, che viene attestato nei testi medievali nelle forme Certis e Tertis. La sua economiaLa sua economia è legata principalmente all’agricoltura e all’allevamento, ed il settore primario è presente con la coltivazione di cereali, frumento, foraggi, viti, ulivi e frutteti e con l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. L’industria è presente nei comparti estrattivo, alimentare, della lavorazione del legno ed edile, e sono presenti numerose imprese artigiane per la lavorazione del granito, del ferro e del legno, oltre a quelle per la produzione di pasta fresca, pane e dolci tipici. Il terziario non assume dimensioni rilevanti. Nei dintorni, tra querceti, formazioni granitiche erose dal vento tipiche della Gallura e paesaggi di rara bellezza, sono presenti diversi agriturismo per chi apprezzi una vacanza in collina con la possibilità comunque di raggiungere il mare. Brevi cenni storiciPer quanto riguarda la sua storia, alcuni tafoni utilizzati come sepolture testimoniano la frequentazione del territorio durante la preistoria, fino dall’epoca Neolitica, e nei suoi dintorni sono presenti anche diverse domus de janas. A testimonianza dell’esistenza di un primo villaggio tra il IV e il III secolo avanti Cristo c’è il ritrovamento di diverse monete del periodo punico. In epoca romana il paese sorge dove si trovava Tertium, la stazione militare romana dalla quale prende il nome, che si trovava alla biforcazione delle due strade romane per Olbia e per Gemellae, antico nome di Tempio Pausania. Nel periodo medioevale prende il nome di Villa Torcis e viene annesso al Giudicato di Gallura, nella curatoria di Fundimonte. Nel quattordicesimo secolo il paese è soggetto a una grave pestilenza ed a carestie, e, dopo essere stato fortificato, entra nelle mire espansionistiche degli Aragonesi, e rimane direttamente coinvolto in una lunga e sanguinosa guerra tra gli Aragonesi e i giudici d’Arborea. In seguito, durante la dominazione aragonese, probabilmente a causa di qualche pestilenza che decima la popolazione e le numerose incursioni dei pirati saraceni, ne comportano il completo abbandono costringendo la popolazione a rifugiarsi altrove. Durante il regno di Sardegna e Corsica, si verificano diverse discese di Corsi per sfuggire alle persecuzioni dei Genovesi, che si stabiliscono quasi tutte a Tempio Pausania e nei territori limitrofi. Facendo parte del comune di Tempio Pausania, il borgo si ricostruisce dopo la dominazione dei Savoia, nel settecento, grazie all’unificazione di diversi stazzi circostanti. Queste popolazioni si stabiliscono in un secondo momento quasi tutte a Tempio Pausania e nei territori limitrofi. La chiesa vaticana decide, allora, di costruire, nelle Cussorge della Gallura disabitata, delle Chiese campestri che avrebbero attirato le popolazioni e creato nuovi centri abitati, quali San Teodoro d’Oviddè, Santa Maria d’Arzachena, San Pasquale, San Pantaleo, Trinità, San Francesco d’Aglientu. Analogamente, nell’ottocento attorno alle due Chiese esistenti di Santa Vittoria e di Santa Anatolia, nasce la Telti moderna. Nel 1963 Telti diviene un comune autonomo, distaccandosi in parte dal comune di Calangianus, in parte da quello di Monti, ed in parte da quello di Tempio Pausania. È un paese chiamato modesta entità che vive della luce riflessa del porto di Olbia. Del comune di Telti nel 2001, con la riorganizzazione delle province della Sardegna, viene cambiata la Provincia di appartenenza da quella di Sassari a quella nuova di Olbia e Tempio Pausania, per poi tornare nel 2016, dopo l’abolizione di questa provincia, di nuovo in quella di Sassari. Tra i principali personaggi che sono nati a TeltiNell’ottocento vive a Telti uno dei più noti e sanguinari banditi sardi, Luigi Fresi, conosciuto come laìcu Roglia. Il 7 dicembre 1856, in uno stazzo nelle campagne di Telti nasce Luigi Fresi detto Laìcu Roglia il bandito degli stazzi. Diventa bandito per un’ingiustizia subita, ma, quando ritiene di aver portato a termine la propria missione, con l’eleminazione o la dispersione dei suoi principali nemici, non commetterà mai più azioni delittuose. E non solo, durante la sua latitanza dal 1881 al 1896, eccettuati i primi cinque anni, lavora onestamente e si dedica con successo alla composizione amichevole delle liti tra i pastori della sua terra. Nella sua latitanza, riesce molte volte a sfuggire alle forze dell’ordine. Il suo corpo viene trovato semi bruciato il 20 maggio 1896 presso una piccola spiaggia di Golfo Aranci, con un fucile, una cartucciera e altri oggetti appartenenti al bandito. Laìcu Roglia muore, quindi, all’età di quarant’anni, ucciso in conflitto a fuoco dai Carabinieri di Terranova secondo la versione ufficiale, ed invece assassinato a tradimento da un certo Giovanni Maria Pala Addis secondo i suoi parenti. Tuttavia le notizie sulla sua morte sono poche, ed i galluresi hanno alimentato il suo mito con molte leggende, come ad esempio che laìcu sia fuggito, invece, per ricostruirsi una vita in America. |
Le principali feste e sagre che si svolgono a TeltiA Telti sono attivi, tra gli altri, l’Associazione Turistica Pro Loco di Telti, il Gruppo folk li Frueddhi Tiltesi, il Coro Gospel di Telti, nelle cui esibizioni è possibile ammirare il costume tradizionale di Telti. Tra le principali feste e sagre che si svolgono a Telti vanno citati la prima domenica di maggio la Festa in onore delle due Patrone, Santa Vittoria e Sant’Anatolia; la seconda domenica di maggio la Festa di San Bachisio, presso l’omonima chiesa campestre, durante la quale è offerto un pranzo a tutti i fedeli, Festa che si ripeta la seconda domenica di ottobre; la prima domenica di agosto la Festa di Santa Caterina, presso la piccola chiesa del Gesù Crocifisso; il terzo fine settimana di agosto l’evento fieristico Gallura in fiera con la Sagra del Mirto; l’ultima domenica di agosto la Festa di Santa Rosa da lima, organizzata dai due gruppi di lavoro, uno a Telti e l’altro a Monti, riuniti in un unico comitato, che la organizza presso l’omonima chiesa campestre. L’evento fieristico Gallura in fiera con la Sagra del mirtoIl terzo fine settimana di agosto si svolge a Telti la Sagra del mirto. Organizzata in concomitanza con l’evento fieristico Gallura in fiera, la manifestazione propone tre giorni di convegni, dimostrazioni dei sistemi produttivi ed esposizione di prodotti tipici. Durante la Sagra si può gustare il famoso liquore, ottenuto nella versione rossa dalle bacche e nella versione bianca dalle foglie della pianta del mirto. Durante la Festa si svolgono concerti e spettacoli vari. Visita del centro di TeltiL’abitato di Telti è caratterizzato da un andamento altimetrico di tipo collinare, è interessato da una forte espansione edilizia, ed è anche circondato da vaste sugherete. Entriamo nel paese provenendo da Olbia, da sud est, con la SS127, che, all’interno del centro abitato, assume il nome di via Alessandro Manzoni, e che ci porta nel grazioso centro storico, che si sviluppa intorno alla chiesa parrocchiale di Santa Vittoria, caratterizzata da una facciata rustica, ma allo stesso tempo molto raffinata, e da un bel campanile. La chiesa parrocchiale di Santa VittoriaDalla via Alessandro Manzoni, percorsi seicentocinquanta metri, parte sulla sinistra la via del Duomo, che ci porta, dopo un centinaio di metri, in piazza del Duomo, una bella piazza al centro storico, dove si trova la chiesa di Santa Vittoria che è la chiesa parrocchiale del paese. Edificata nel 1899 in stile settecentesco nello stesso sito che aveva ospitato un precedente luogo di culto, ormai degradato e divenuto insufficiente per una popolazione che registrava un costante aumento demografico, durante lo scavo per la costruzione della nuova chiesa, è stato rinvenuto un Enkolpion in bronzo, ossia una piccola croce pettorale di origine mediorientale, probabilmente siriana, databile tra il sesto e settimo sec. Dopo Cristo, della quale si conserva solo la parte anteriore dove è inciso, con una punta sottile, il Cristo crocifisso. La chiesa è caratterizzata dall’architettura tipica delle Chiese galluresi, interamente in conci di granito a vista. Sulla facciata ha un bel rosone sempre in granito. La torre campanaria, costruita nel 1901, si trova un poco dietro la struttura principale. Nel corso degli anni si è provveduto alla dotazione di arredi sacri, ed è stata restaurata nel 1922,1961,1994,1996, sino all’ultimo del 2007 che ha visto l’inserimento di altare, ambone e sede del celebrante, tutti realizzati in un candido marmo greco. La chiesa è stata consacrata e dedicata a Santa Vittoria nel 2007, mentre nel 2009 viene aggiunto il battistero, sempre in marmo, il trittico di Santa Vittoria costituita da immagini pittoriche di stile bizantino, e con la stessa tecnica viene realizzata l’icona del Buon Pastore situata nella nicchia dietro la sede dell’officiante. È noto che nella seconda metà del 1800, nell’abitato di Telti erano presenti due Chiese campestri, situate a breve distanza una dall’altra, dedicata a Santa Vittoria ed a Santa Anatolia, il cui culto si suppone che sia avvenuto durante il periodo bizantino. Anatolia e Vittoria erano due giovani fanciulle romane educate dai genitori alla fede cristiana, che, Chieste in moglie da due giovani amici, rifiutarono il matrimonio con loro perché pagani e, donati i loro averi ai poveri, fecero voto di mantenere intatta la loro verginità, ma i due aspiranti sposi, con il consenso dell’Imperatore Decio, ottennero la potestà delle ragazze e le fecero relegare in tenute in campagna, dove sarebbero poi state martirizzate. Vicino alla chiesa di Santa Vittoria, quindi, in passato esisteva anche la chiesa di Santa Anatolia risalente alla seconda metà del diciottesimo secolo, della quale è conosciuto un restauro iniziato nel 1936 e terminato nel 1939. Durante la Seconda Guerra Mondiale, la chiesa viene interdetta al culto perché occupata da parte dei militari, per essere, in seguito, riaperta al culto. Negli anni ’80 del novecento l’edificio mostra segni di degrado, e nell’inverno del 1984, una copiosa nevicata provoca il crollo dei muri perimetrali, costituiti da cantoni in granito uniti tra loro con malta di fango. Ma rimane nel paese il culto della Santa Anatolia. Infatti, il primo fine settimana di maggio, a Telti si svolge la Festa delle Sante Anatolia e Vittoria. Si tratta di una Festa patronale allietata da cerimonie religiose, con processione e messa solenne, cui fanno seguito riti civili che includono balli, musica con gruppi folk, poesie in sardo e spettacoli vari. Il Museo dello StazzoInvece, costeggiando il fianco destro della chiesa parrocchiale, seguendo una scritta in ginepro, si trova, al lato destro della strada, il Museo dello Stazzo. Lo stazzo è un insediamento rurale tipico soprattutto della Gallura, il cui nome deriva dal latino Statio, ossia stazione, luogo di sosta. Nel Museo, riferimento culturale che documenta la realtà locale con oggetti provenienti da tutta la Gallura, con la ricostruzione di ambienti domestici che ricreano gli spazi abitativi più caratteristici della tradizione, e nel cortile si trovano gli attrezzi legati al lavoro agricolo e all’allevamento. Nel Museo sono in mostra centinaia di insetti, farfalle e pesci d’acqua dolce, ed una teca accoglie l’Argia, l’unico ragno velenoso esistente in Sardegna. Il Municipio di TeltiDalla via Alessandro Manzoni, dove parte a sinistra la via del Duomo, prendiamo verso destra la via Silvio Pellico, e, dopo circa cinquanta metri, da questa prendiamo a sinistra la via Kennedy. alla destra della strada, al civico numero 2 della via Kennedy, si trova il Palazzo del Municipio un palazzo moderno di scarso interesse artistico. Nella piazza alla sinistra del palazzo del Municipio si trova il Monumento ai Caduti Un cippo che riporta i nomi dei caduti di Telti delle due guerre mondiali. Ad essi, andrebbero aggiunti quelli di Giovanni Altana, Salvatore Cossu e Andrea Decandia, i cui nomi, non figurano nell’elenco dei caduti nella guerra del 1915-1918, e a restituire al paese gallurese i nomi di tre suoi figli, partiti giovanissimi da Telti, allora frazione tempio, è stato Giuliano Chirra che, attraverso un lungo lavoro di ricerca Mortos in terra anzena, ha scoperto con sorpresa che tra i nomi ce n ’erano tre di Telti dei quali non si era avuta notizia. Il Cimitero di TeltiArrivati con la via del Duomo nella piazza del Duomo, guardando la facciata della chiesa parrocchiale di Santa Vittoria, prendiamo a destra la strada che ci porta nella piazza Dante, dalla quale prendiamo a sinistra in via Pietro Albertino. Seguendo questa strada, dopo trecentocinquanta metri, ci porta a vedere, alla sinistra, il piccolo Cimitero di Telti che si trova alla periferia sud occidentale del paese. Visita dei dintorni di TeltiPer quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Telti, sono stati portati alla luce i resti del nuraghe complesso Sa Prexone de Siana; ed anche dei Nuraghi Lu Naracu Potzolu, e monte Fulcadu, entrambi di tipologia indefinita. Vediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. I campi sportivi di TeltiProseguendo lungo la via Alessandro Manzoni, usciamo dall’abitato in direzione ovest, dove la strada riprende il nome di SS127 Settentrionale Sarda. Percorsi settecentocinquanta metri da dove avevamo incrociato la via del Duomo e la via Silvio Pellico, troviamo alla destra della strada un ampio spiazzo, dal quale si accede ai Campi sportivi di Telti, dove si trovano campi di tennis ed un Campo da Calcio. La Cantina Sa Raja con un vino premiato dal Gambero RossoNell’ampio spiazzo dal quale si accede a Campi Sportivi, prendiamo una strada bianca che parte subito alla sinistra dello spiazzo, la seguiamo per circa trecento metri, poi svoltiamo nella prima a sinistra che, in circa duecento metri, ci porta a vedere alla sinistra l’ingresso della tenuta all’interno della quale si trova la Cantina Sa Raja. La Cantina Sa Raja, che in sardo significa il solco, indicare il segno che la Cantina si ripropone di tracciare nel Gallurese con l’obiettivo di piena valorizzazione delle vigne e dei loro frutti. È un giovane progetto che nasce all’ombra del Monte limbara, nel punto d’incontro tra le forze della natura della Sardegna, la durezza della roccia granitica, la freschezza dei venti da nord, il riverbero del mare e il calore del sole. In questo spettacolare scenario prende vita la produzione della Cantina, produzione di stampo estremamente territoriale che si ripromette di dare una fedele rappresentazione della terra da cui ha origine. I vigneti di Sa Raja si estendono a circa 500 metri di altezza nei comuni di Telti, Calangianus e Monti e sono circondati da lecci, sugherete secolari, da macchia mediterranea ed Elicriso.Per quanto giovane, la Cantina si è dimostrata capace di dare vita a bottiglie equilibrate ed estremamente caratteristiche, che senza pretese sappiano raccontare della vigna e della natura che la circonda. La Cantina Sa Raja ha ottenuto dalla guida Vini d’Italia 2023 del Gambero Rosso il riconoscimento dei Tre Bicchieri per il suo vino Vermentino di Gallura Superiore Kramori 2021. |
I resti del nuraghe Lu Naracu PotzoluDa Telti prendiamo la SS127 Settentrionale Sarda verso est, che porta a Olbia, e proseguiamo per sette chilometri, un chilometro prima di arrivare nella località Cantoniera Putzolu, che si trova in territorio di Olbia. Qui, in località Lu Naracu, troviamo, sulla destra della strada, il nuraghe Lu Naracu Potzolu. Si tratta di un nuraghe di tipologia indefinita, forse un nuraghe del tipo misto oppure un nuraghe complesso. La grande costruzione, edificata a 156 metri di altezza, è solo in parte visibile, poiché per quasi metà interrata. Di essa si riconoscono l’entrata, con la grande architrave, e un’altra stanza. Il nuraghe, che doveva avere pianta ellittica, con tre celle e corridoio, e probabilmente svolgeva una funzione sia abitativa che difensiva. Si trova in ottima posizione difensiva, dal momento che, dalla sommità della torre, si può dominare tutta la piana di Olbia. La chiesa campestre di San BachisioUsciamo del paese sulla SS127 Settentrionale Sarda verso ovest, in direzione di Calangianus, e dopo circa sei chilometri, superiamo la località Cantoniera Taroni, che si trova in territorio di Calangianus. Percorsi cinquecento metri dopo questa casa cantoniera, al chilometro 22.4, una deviazione sulla destra ci porta, dopo quasi due chilometri, all’interno del Parco di Santu Bachis, alla chiesa campestre di San Bachisio ancora in territorio di Telti, alle pendici del monte Saurru. La chiesa, chiamata anche Santu Bachis d’Ultana, era la parrocchiale di un piccolo borgo della Curatoria di Fundimonte, di cui non è noto il nome, ma i resti delle sue abitazioni vengono segnalate dallo storico Angius, e sono ancora visibili alla metà dell’ottocento. Il primo documento che riguarda questa chiesa è il testamento di Malgarida Delac, che, nel 1613, Lasia a Santu Baquis et a Santu Diegu, vintiquimbe scudos. In un altro testamento del 1634 si parla di Vinti soddos donati da Antoni Tampone. Anche se è documentato per la prima volta nel 1613, è di probabili origini medievali, realizzato nello stile delle Chiese campestri galluresi. Le pareti della chiesa sono completamente intonacate, tranne la parte absidata che indica la natura del materiale da costruzione, che è ovviamente la pietra granitica. Due sono gli ingressi che introducono alla sala e su quello laterale svetta il campaniletto a vela, lievemente allungato e dotato di piccola campanella. Due archi a vista suddividono l’aula in tre campate e sul fondo, si trova il modesto ma pregevole altare a gradoni, decorato con cromature, che contiene tre nicchie, protette da teche, che ospitano la statua del titolare, quella della Vergine Maria e quella di San Francesco d’Assisi. Al retrostante abside, adibito a sacrestia, si comunica grazie a due porticine. L’arredo è essenziale, ed è da notare l’acquasantiera, con il bacile suddiviso in tre settori, sostenuto da una possente colonna in granito. Dal 1877 la chiesa, che era di pertinenza del clero di Calangianus, passa sotto la giurisdizione della parrocchia di Telti, appena costituita. Accanto alla chiesa è possibile individuare anche un minuscolo Cimitero campestre, molto simile a quelli della campagna corsa, dove venivano sepolti i pastori della zona. Presso questa chiesa campestre, la seconda domenica di maggio si svolge la Festa di San Bachisio. È una Festa campestre nella quale si tengono riti religiosi e civili, si allestiscono stand gastronomici, con esibizioni musicali, balli e pranzo per tutti i convenuti a base di bollito di pecora e di vacca. La Festa viene ripetuta la seconda domenica di ottobre. La chiesa campestre di Santa Rosa da limaPrendiamo la SS147 verso sud ovest che collega Telti con Monti, e, dopo un chilometro e quattrocento metri dalla casa Cantoniera di Telti, seguendo le indicazioni, prendiamo a sinistra la strada, che ci porta nella antica Cussoriga chiamata di Sa Cialda in logudorese, e chimata La Cialda in Gallurese, detta anche località Santa Rosa. La seguiamo per un chilometro, poi troviamo la deviazione sulla sinistra che, in circa trecento metri, ci porta alla piccola chiesa campestre di Santa Rosa da lima una delle tante piccole Chiese erette alla fine degli anni venti del novecento in seguito ad un contributo straordinario, concesso da papa Pio XI per la costruzione di case parrocchiali e Chiese in Sardegna e nel meridione d’Italia. In questo angolo di paradiso ambientale, ai confini fra i territorio comunali di Monti e Telti, fra olivastri, sugherete e vigneti hanno sempre convissuto in simbiosi le due culture, e, anni, sono stati costituiti due gruppi di lavoro, uno per paese, per la raccolta delle offerte, riuniti in un successivo unico comitato, che, l’ultima domenica di agosto, organizza la Festa di Santa Rosa da lima. Si svolge una processione accompagnata dalla banda musicale e da gruppi folk. Dopo la messa, il comitato organizzatore offre un rinfresco a base di bibite e dolci tipici, ed i festeggiamenti proseguono fino a tarda notte con intrattenimenti musicali. Nella frazione Aratena si trova il parco di Nostra Signora di Aratena con la chiesa campestre del Gesù CrocefissoDal centro di Telti prendiamo via Alessandro Manzoni, poi svoltiamo a sinistra sulla SS127, e poco dopo a destra in una strada che ci porta, in direzione sud est. Da Telti, lungo un percorso panoramico ricco di vegetazione, arriviamo nella frazione Aratena (altezza metri 245, distanza 4.6 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti). In questa località, all’interno del Parco di Nostra Signora di Aratena, si trova la piccola chiesa campestre del Gesù Crocefisso consacrata nel 1981. Il luogo dove è stata edificata è quello in cui monsignor Salvatore Vico, più detto padre Vico, una delle figure più rilevanti del clero gallurese del novecento, nel 1923 ha avuto l’ispirazione di fondare la Congregazione delle suore missionarie Figlie di Gesù Crocifisso, compagnia religiosa che è stata, poi, fondata a Tempio nel 1925, ed attualmente opera nel campo dell’assistenza ai poveri e nell’educazione dei fanciulli. L’edificio sorgesu un terreno donato dalla signora Caterina Mureddu, ed, a ricordo di tale fatto, è stata collocata sull’altare una statua di Santa Caterina. La prima domenica di agosto presso la piccola chiesa del Gesù Crocifisso si svolge la Festa di Santa Caterina. È una Festa campestre con cerimonie religiose, alle quali seguono spettacoli vari con balli, canti e degustazione di prodotti tipici locali. In località Aratena si trova anche il nuraghe complesso Sa Prexone de SianaProseguendo lungo la strada che ci ha partati al parco di Nostra Signora di Arachena per circa un chilometro e duecento metri, troviamo un cancello sulla sinistra, che porta a una sterrata che conduce, dopo un lungo percorso, al nuraghe Sa Prexone de Siana che si trova su una vetta secondaria del monte Nibbarone di 237 metri, a 164 metri di altezza, da dove domina tutta la vallata sottostante e tutto il golfo di Olbia. Il suo nome deriva dal fatto che è stato utilizzato come prigione in epoca giudicale. Si tratta di un nuraghe complesso, probabilmente trilobato, con un mastio e bastioni, e con probabilmente altre torri poste a triangolo, che mantiene intatta la cinta muraria. Ma il monumento si trova in pietose condizioni di disfacimento. La prossima tappa del nostro viaggioInizieremo, ora, ad effettuare un itinerario lungo le coste sud orientali della provincia, da Loiri Porto San Paolo a San Teodoro, e poi nelle Baronie a Budoni. nella prossima tappa del nostro viaggio, partendo da Olbia ci recheremo a visitare gli stagni del rio Padrogianus ed il suo parco fluviale. Proseguiremo poi visitando La costiera a sud di Olbia con le sua spiagge. |