Tergu con la bella Abbazia di Nostra Signora di Tergu
In questa tappa del nostro viaggio faremo una deviazione all’interno fino al paese chiamato Tergu per vedere la bella Abbazia di Nostra Signora di Tergu ed i dintorni dell’abitato. La regione storica dell’AnglonaL’Anglona è la regione storica della Sardegna che si affaccia sul golfo dell’Asinara, una ampia insenatura che si distende lungo il versante nord occidentale dell’Isola, delimitata a nord dal mare, a est dal fiume Coghinas, a sud dal monte Sassu e a ovest dal fiume Silis e dal monte Pilosu. Il suo territorio è prevalentemente collinare, composto da allipiani di natura vulcanica o calcarea, adagiatisu una base di tufo. Comprende una vasta regione costituita dall’Anglona propriamente detta, distinta fra Bassa Valle del Coghinas o Anglona marittima, ed un paese, Tergu, appartenuto nel passato più lontano alla regione di montes, ed Anglona interna. I comuni che fanno parte dell’Anglona marittima sono Castelsardo, Santa Maria Coghinas, Tergu, Valledoria; mentre quelli che fanno parte dell’Anglona interna sono Bulzi, Chiaramonti, Erula, Laerru, Martis, Nulvi, Perfugas e Sedini. Grazie alla bonifica della bassa valle del Coghinas, effettuata tra il 1920 ed il 1930, che ha consentito di sfruttare meglio la piana del Coghinas, le coltivazione più diffuse sono quelle dei carciofi, soprallutto nella ricercata varietà denominata Spinoso sardo, e dei pomodori. Negli anni settanta del secolo scorso si è sviluppata, soprattutto nei comuni costieri, anche l’industria turistica. Il viaggio verso TerguUsciti da Castelsardo sulla SS200 che costeggia il mare in direzione di Porto Torres, percorsi due chilometri e mezzo dalla spiaggia di Castelsardo Marina, troviamo il cartello segnaletico che ci indica che siamo arrivati nella sua frazione Lu Bagnu, che era nata come piccolo scalo a mare del paesino di Tergu, ma oggi, diventata appunto una frazione Castelsardo, è molto più frequentata da chi risiede o villeggia in quest'ultima città. La SS200 all’interno dell’abitato assume il nome di corso Italia, lo percorriamo per un chilometro e duecento metri, poi prendiamo a sinistra la via Sardegna, che diventa la SP15 e, in circa sei chilometri, esce dal comune di Castelsardo e ci porta a Tergu. Dal Municipio di Castelsardo, seguendo questa strada costiera, abbiamo percorso 11.1 chilometri. Il modo più veloce di raggiungere Tergu da Castelsardo è, però, di seguire la SS200 per ottocentocinquanta metri dalla spiaggia di Castelsardo Marina, ed, arrivati al ponte sul rio Fringiano, invece di prendere verso destra la continuazione della SS200, prendiamo verso sinistra la strada che ci porta in direzione di Sassari. Percorsi poco meno di due chilometri e mezzo, prendiamo lo svincolo verso Sassari che ci fa immettere sulla SP90, la seguiamo per un chilometro e settecento metri, svoltiamo leggermente a destra allo svincolo per Nulvi Tergu Lu Bagnu, e prendiamo la SP15 che proviene da Lu Bagnu, e che, in quattro chilometri e mezzo, ci porta a Tergu. Dal Municipio di Castelsardo, seguendo questa strada interna, abbiamo percorso 11.5 chilometri. Il piccolo comune chiamato TerguIl comune chiamato Tergu (nome sassarese Zelgu, altezza metri 280 sul livello del mare, abitanti 605 al 31 dicembre 2021) è un piccolo borgo agricolo dell’entroterra di Castelsardo, che sorge nella parte centro occidentale della Provincia di Sassari, nell’entroterra della costa, sull’altopiano dell’Anglona, al centro di una vasta zona collinare, dove lo sguardo si perde in ampi spazi verdi. Gli abitanti vivono per la maggior parte nel centro dell’abitato e nella frazione Pulpaggiu, mentre il resto della popolazione si divide tra la frazione Bachile Corte, ed il nucleo urbano minore di Caldeddu. Assecondando la natura dell’attività agropastorale, che è quella prevalentemente più praticata, le case di Tergu sono sorte come un piccolo numero di case sparse, o in agglomerati distanti fra loro. L’abitato è raggiungibile dalla SS200 dell’Anglona, il cui tracciato corre a 6 chilometri dall’abitato. Il territorio Comunale ha un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche accentuate. Tergu costituisce una delle località sarde più ricche di storia e di reperti archeologici, che sono visitabili ogni giorno dell’anno. Origine del nomeMancano documenti certi che attestino l’origine del nome, che la fantasia popolare ha individuato in un’antica leggenda, secondo la quale una principessa, rifugiatasi presso un capo di pastori di nome Gericon, avrebbe fatto edificare in suo onore il borgo, cui avrebbe dato il nome dell’uomo che le aveva offerto la sua ospitalità. In seguito, con il passare del tempo, il nome ha subito le trasformazioni da Gericon a Gerico, e poi a Zerigu ed a Zelgu, che, in seguito, italianizzato, è stato trasformato nella sua forma attuale. La sua economiaL’economia di Tergu si basa sulle tradizionali attività agricole e zootecniche. Il quadro economico non è dei più floridi, e risente dell’impronta rurale della zona, con un’agricoltura basata sulla coltivazione di cereali, frumento, foraggi, viti, frutteti, e con l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. L’industria è di scarso rilievo, mentre interessante è l’artigianato, in particolare quello specializzato nella lavorazione dei cesti. Modesta è anche la presenza del terziario. Sebbene non figuri tra le mete turistiche più celebrate della zona, Tergu offre a quanti vi si rechino la possibilità di godere dell’aria salubre e delle bellezze dell’ambiente naturale, nonché di effettuare interessanti escursioni nei dintorni. Vi è anche la possibilità di gustare i semplici ma genuini prodotti locali, tra i quali famoso è il pregiato e raro Salame di Tergu, di carne magra di primissima scelta esclusivamente del coscio, proveniente da suini allevati all’aperto, tagliata a mano con aggiunta di una piccola percentuale di lardo duro e mescolata molto bene con le mani, fino ad ottenere un impasto omogeneo, che viene conciata unicamente con sale e pepe. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. Brevi cenni storiciTergu è un comune il cui territorio è stato frequentato fino dalla sua origine preistorica, ed è stato poi dominato dai Romani e dai bizantini. Durante il Medioevo, diviene sede di un monastero benedettino che dà molto lustro al suo insediamento, tanto da entrare nella sfera d’interesse di numerosi pontefici. Con l’arrivo dei Pisani e dei Genovesi, però, il monastero si indebolisce, per poi decadere del tutto con il dominio aragonese. Le cose peggiorano ulteriormente nel momento in cui i monaci decidono di abbandonare la loro sede e di trasferirsi, verso la fine del quattrocento, ad Ampurias. Fino all’inizio del novecento, il territorio del comune di Tergu era diviso fra i tre comuni di Osilo, Castelsardo e Nulvi, dei quali era una frazione, con delimitazioni confinarie che a volte passavano all’interno di una stessa abitazione. Il comune di Tergu nel 1980 viene staccato, in parte, dal comune di Castelsardo, in parte, da quello di Nulvi, ed, in parte, dal comune di Osilo. È divenuto, quindi, comune autonomo nel 1980. Sagre e feste che si svolgono a TerguTergu ricco di tradizioni e festività importanti, che ogni anno richiamano molti visitatori interessati. Tra i consueti appuntamenti, da non perdere i suggestivi Riti della Settimana Santa ed in particolare del LunisSanti, che partendo il lunedì precedente la Pasqua in processione da Castelsardo, ha come destinazione la Abbazia di Nostra Signora di Tergu; il primo maggio, la Festa di Santa Maria; la Festa della Patrona, la Madonna di Tergu, si celebra l’8 settembre. Visita del centro di TerguL’abitato, interessato da espansione edilizia, si sviluppa su un pianoro, in modo non compatto. Ciò che colpisce maggiormente di Tergu è, infatti, la struttura frammentaria dell’abitato, che apparentemente è senza centro e senza periferia. Il Municipio di TerguEntrando in Tergu con la SP15 proveniente da Lu Bagnu, passato il cartello segnaletico che indica l’ingresso nell’abitato, percorsi ancora circa centocinquanta metri, arriviamo a una rotonda, dalla quale proseguendo dritti si imbocca il vaie del Bedettini, che porta alla chiesa di Nostra Signora di Tergu. alla rotonda, prendiamo, invece, verso destra il viale Italia, lo seguiamo per duecento metri, e troviamo, alla destra della strada, al civico numero 11, l’edificio che ospita il Municipio di Tergule, nel quale sono presenti la sua sede ed i suoi uffici. Il complesso sportivo di TerguProseguendo lungo il viale Italia, passato il Municipio, continuiamo per una sessantina di metri, fino a trovare, sulla destra, in piazza Italia, il Complesso Sportivo di Tergu. All’interno di questo complesso sportivo, accanto al Campo da Calcio dotato di tribune in grado di ospitare un centinaio di spettatori, è presente anche un Campo da Calcetto, ossia di calcio a cinque, e sono presenti anche altre strutture sportive, tra le quali un campo per il gioco delle bocce. La bellissima Abbazia di Nostra Signora di Tergu considerata un SantuarioQuesto piccolo comune possiede un prezioso manufatto di epoca medioevale, del quale basterebbe la sua visita per giustificare un viaggio nella regione dell’Anglona. Entrati in paese con la SP15, passiamo la rotonda, dopo la quale la strada diventa il lungo viale dei Benedettini, che ci porta alla periferia nord orientale dell’abitato, e che è arricchito nella sua parte terminale dalle sculture in trachite della Via Crucis, a grandezza naturale. Il viale dei Beneddettini ci porta, in meno di settecento metri, alla bellissima Abbazia di Nostra Signora di Tergu detta anche Abbazia della Madonna Rosa di Gerico, che si erge solitaria nell’altopiano, un pò discosta dalle poche case del paese. Una vera gemma architettonica, l’Abbazia, con pianta a croce commissa, domina e riempie un vasto altopiano trachitico. A Mariano I giudice di Torres che regna tra il 1065 e il 1082, o al suo cognato fratello di sua moglie Susanna de Zori, viene attribuita la sua costruzione dal Libellus judicum turritanorum, documento in volgare logudorese probabilmente redatto da un monaco nel tredicesimo secolo, ed anche quella di un’Abbazia benedettina alla cui realizzazione hanno partecipato maestranze lombarde e pisane. E lo Pseudocondaghe di Santa Maria di Tergu riporta il 1117 come la sua data di consacrazione, durante il regno di Costantino I di Torres, e la cita tra i possedimenti dei monaci Cassinesi fino dal 1122. Il convento ospitava oltre cento monaci e grazie alle cospicue elargizioni giudicali e di privati, diviene ben presto il più importante di tale ordine monastico in Sardegna, fortuna che dura sino alla fine del quattrocento, annullata dal dominio aragonese. Il materiale utilizzato per la costruzione dell’Abbazia è la trachite rossa e la pietra calcarea bianca. Lo stile che riporta è quello del periodo, cioè il romanico pisano, che è stato preso in considerazione per molte altre Chiese della Provincia di Sassari. La chiesa è stata poi rimaneggiata in parte in forme gotiche ed in epoca barocca, è ciò che rimane, insieme ai ruderi imponenti del monastero distrutto, dell’Abbazia dei Benedettini, testimonianza di un sicuro periodo di splendore. Dotata di una bella facciata con archi e colonnine, un piccolo rosoncino in calcare bianco e nove formelle ad intarsio. L’interno è molto sobrio come impone la tradizione romanica, ed è composto da un’unica aula coperta a capriate lignee e dal transetto, i cui bracci sono voltati a botte, così come la copertura dell’abside quadrato, realizzato nel 1664, quando viene ricostruito l’abside e la volta a botte che faceva da soffitto alla navata, ma che ora non esiste più, perchché è stata sostituita da una copertura a capriate. La sua policromia, data dalla pietra trachitica rossa e calcarea bianca con le quali è costruita, si intona mirabilmente con i colori della natura e contrasta con il colore delle case disseminate intorno. La torre a prisma quadrangolare sovrasta la mole dell’Abbazia, dandole arditezza e slancio. Per la sua potenza si impone subito alla vista come una mirabile costruzione, e, chiunque si fermi a contemplare il volto di questo complesso monumentale, avverte che le origini dell’Abbazia di Tergu si perdono in secoli lontani. Attualmente, la parte superiore della facciata è crollata, a causa delle condizioni atmosferiche e degli anni che si accumulano col passare del tempo. Ciò che rimane sono due livelli, sui quali, in quello terreno è posto il portone e su quello più in alto si trova una finta loggia a cinque arcate, con al centro il piccolo rosoncino. Accanto si vedono i pochi resti dell’antico monastero dei Benedettini, del quale rimangono solo un portale, un vano di accesso alla chiesa ed il pozzo. La chiesa viene definita un Santuario, ossia un luogo ritenuto sacro dalla tradizione religiosa, perché in essa i fedeli si recano numerosi in pellegrinaggio, dato che all’interno nell’abside è conservato un grande splendido retablo con tavole rappresentanti le scene di vita di Maria, e che in essa si venera il simulacro marmoreo raffigurante la Vergine col Bambino, entrambi con indosso una corona aurea, costodito nella nicchia centrale del retablo. La Festa della Nostra Signora di Tergu, che è la Santa patrona di Tergu, si svolge in due occasioni, il primo maggio, in occasione della Festa di Santa Maria, ma, soprattutto, l’8 settembre, in occasione della Festa della Natività della Beata Vergine Maria, con una processione religiosa nei costumi tradizionali, alla quale seguono balli, musica e spettacoli folkloristici. Il Cimitero Comunale di TerguLa via dei Benedettini termina sulla traversale, che da destra arriva con il nome di via Antonio Segni, mentre prosegue verso sinistra come via Ampurias, sulla quale si trova la facciata dell’Abbazia di Nostra Signora di Tergu. Se prendiamo verso sinistra la via Ampurias e la seguiamo fino alla fine, in quattrocentocinquanta metri si arriva a vedere, alla destra della strada, il muro di cinta del Cimitero Comunale di Tergu, al centro del quale è presente il suo portale di accesso. Visita dei dintorni di TerguVediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Tergu, sono stati portati alla luce i resti della fortezza nuragica di Monte Elias; del Protonuraghe Lu Nuracacciu; dei Nuraghi semplici Cannas, li Sesini, Lu Colbu; dei Nuraghi complessi de Fora, de Mesu, Tudderi; ed anche dei Nuraghi lecchereo, monte S’Abe, Trumbia, Tudderi II, Tula, tutti di tipologia indefinita; mentre non resta più nulla del nuraghe Tergu, completamente distrutto o demolito. La località CaldedduArrivati al termine di via dei Benedettini, prendiamo invece a destra la via Antonio Segni, che seguiamo per circa quattrocento metri, poi prendiamo verso sinistra la sua continuazione, che ha ancora il nome di via Antonio Segni, e ci porta a raggiungere il nucleo urbano minore di Caldeddu, nel quale esiste una discreta parte degli abitanti del comune di Tergu. La fortezza nuragica di Monte EliasDalla rotonda dove è iniziata la via dei Benedettini che ci ha portati alla chiesa di Nostra Signora di Tergu, procediamo per duecentottanta metri, ed arriviamo a uno svincolo, nel quale parte sulla destra la SP17, e sulla sinistra la via della repubblica. Prendiamo quest'ultima strada e la seguiamo per cinquecentocinquanta metri, dove troviamo una deviazione sulla sinistra, in salita, con l’indicazione per la Fortezza nuragica di Monte Elias. Seguita questa strada per quasi due chilometri, arriviamo al parcheggio dove inizia il sentiero tracciato per il monte Elias, che si posiziona al confine fra i territori comunali di Castelsardo e di Tergu. Il sito è ancora in fase di studio, ed ha rivelato numerose capanne e alcuni bastioni con resti di torri ciclopiche. La frazione PulpaggiuUsciamo da Tergu lungo il viale Italia, verso sud ovest, e superiamo il Municipio ed il campo sprtivo. Percorso circa un chilometro e trecento metri, troviamo un bivio. Prendiamo, seguendo le indicazioni, a sinista e, dopo circa trecento metri, raggiungiamo la frazione Pulpaggiu (altezza metri 310, distanza 1.5 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 126), una significativa frazione Tergu. La frazione Bachile CorteSe, al bivio, prendiamo, invece, verso destra, dopo circa settecento meri raggiungiamo la frazione Bachile Corte (altezza metri 316, distanza 1.5 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 34), un’altra frazione Tergu che però è più piccola rispetto alla frazione Pulpaggiu. La prossima tappa del nostro viaggioCon la visita di Tergu abbiamo concluso il nostro viaggio nella regione storica della Sardegna denominata Anglona. Nella prossima tappa del nostro viaggio, proseguendo lungo la costiera a ovest di Castelsardo, entreremo nella regione storica denominata Romangia, e raggiungeremo la costiera di Sorso con le sue spiagge, per recarci, poi, a visitare questa città con le sue frazioni ed i suoi siti archeologici. |