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Tula paese affacciato sulla costa occidentale del lago del fiume Coghinas con i siti archeologici nei dintorniIn questa tappa del nostro viaggio, lasceremo l'Anglona interna, e, da Erula, ci porteremo nel Monteacuto occidentale, a Tula paese affacciato sulla costa occidentale del lago del fiume Coghinas. La regione storica del Monteacuto, chiamata anche Logudoro Monteacuto
In viaggio verso TulaNell'Anglona interna, da Erula usciamo verso est lungo la via Nazionale, che ritorna ad essere la SP2 e muove in direzione di Tula. Dopo aver passato il Cimitero di Erula, percorsi quasi tre chilometri, raggiungiamo la località Sa Mela, al cui interno arriviamo a un bivio, che a sinidtra porta alla chiesa di San Giovanni Battista di Sa Mela, mentre a destra porta alla località Sa Turrina Manna con il suo grande parco eolico. Invece proseguendo dritti sulla SP2, la strada provinciale ci porta verso la località Sa Sia. La frazione Sa Sia con la chiesa di San Pietro Apostolo ossia di San Pietro di Sa SiaAl bivio nella località Sa Mela, proseguiamo sulla SP2 che, dopo due chilometri e quattrocento metri, ci porta alla frazione Sa Sia (altezza metri 415, distanza 12.9 chilometri, della quale non è attualmente disponibile il numero di abitanti) chiamata anche frazione San Pietro situata a metà strada tra Erula e Tula, che, ubicata in posizione panoramica, sotto il Monte Limbara, sovrasta il lago artificiale del Coghinas. Fa parte del Logudoro, ma confina con l'Anglona e la Gallura, e i suoi abitanti parlano il gallurese e non il sardo logudorese, particolarità per la quale Sa Sia costituisce uno dei pochissimi casi in cui una frazione utilizza una lingua diversa rispetto a quella parlata nel comune di appartenenza.
Verso ovest raggiungiamo la località Sos SaliceddosLa località Sa Sia si trova a un incorcio, dove, proseguendo dritti, si continua sulla SP2 in direzione di Tula, mentre verso sinistra ci si reca alla località Sos Saliceddos, e verso destra alla località su Montiju. Quindi, se all'incrocio prendiamo a sinistra, ossia verso est, dopo poco meno di tre chilometri e mezzo arriviamo alla piccola frazione Sos Saliceddos (altezza metri 60, distanza 11.7 chilometri, della quale non è attualmente disponibile il numero di abitanti). Più ad est raggiungiamo la località su Montiju e poi il grande parco eolico dell'ENEL in localita Sa Turrina MannaAll'incrocio presente nella località Sa Sia, prendiamo una sterrata sulla destra, verso ovest, e, dopo un chilometro, troviamo la deviazione sulla sinistra che ci porta alla frazione su Montiju (altezza metri 357, distanza 10.6 chilometri, della quale non è attualmente disponibile il numero di abitanti). Proseguendo lungo la sterrata, dopo circa quattro chilometri arriviamo alla area attrezzata Sa Turrina Manna, un'area attrezzata con tavoli e sedili in cemento rivestito con piastrelle. e più avantu, dopo poco, si raggiunge il lato orientale del grande Parco eolico Sa Turrina Manna dell'Enel Green Power, che sorge ad un altezza di quasi settecento metri sul Monte la Sarra, e ricade a cavallo tra il territorio comunale di Erula e quello di Tula. Arriviamo al paese chiamata Tula nel Monteacuto, affacciata sul lago del CoghinasRitornati alla frazione Sa Sia, riprendiamo verso sud la SP2, una bella strada che, dopo più di nove chilometri e mezzo, ci porta all'interno dell'abitato di Tula, che si trova nella regione del Monteacuto, di cui costituisce il centro situato più ad ovest. Dal Municipio di Erula a quello di Tula abbiamo percorso 15.6 chilometri. Il comune chiamato Tula
Origine del nomeIl nome del paese è attestato nei documenti medievale nella stessa forma che presenta oggi, e si presume sia di origine paleosarda, ma potrebbe anche derivare dal latino Tabula, ad indicare un appezzamento di terreno o di vigneto. La sua economiaLe attività economiche principali sono l'agricoltura, l'allevamento, una discreta attività industriale e l'artigianato. L’agricoltura è caratterizzata dalla coltivazione di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, ulivi, agrumi, uva e altra frutta. Parte della popolazione si dedica all’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. La realtà industriale si fonda sui comparti dell’abbigliamento, della lavorazione del legno, della fabbricazione di macchine per l’agricoltura, dei mobili ed edile. A livello artigianale si producono articoli in legno, soprattutto mangiatoie e altri accessori per ovili, ed in ferro. Il paese, grazie alle sue particolarità ambientali, culturali e gastronomiche, sta puntando sullo sviluppo del turismo, ed in territorio di Tula sono presenti diversi alberghi e strutture ricettive per il turismo estivo. Sebbene non figuri tra le mete più frequentate della zona, offre a chiunque vi si rechi la possibilità di effettuare piacevoli escursioni, all’insegna della tranquillità e delle bellezze dell’ambiente naturale circostante. Poco distante è il lago del Coghinas, particolarmente frequentato dagli amanti della pesca d’acqua dolce. forte richiamo è esercitato anche dalle antiche tradizioni gastronomiche, ma non solo, di cui sono un esempio il tipico miele amaro del Monte Acuto, fortemente profumato dai pollini della macchia mediterranea di cui le api si cibano. Brevi cenni storiciIl territorio dove sorge Tula è stato abitato fin dal periodo preistorico, come dimostrano i numerosi nuraghi ed i reperti archeologici rinvenuti in esso. Del periodo punico non si hanno notizie certe, ma rimangono alcuni resti architettonici, ed è stata rinvenuta anche una grande quantità di monete, che fanno presumere l'esistenza di scambi commerciali tra gli abitanti del luogo e i mercanti Cartaginesi. Il ritrovamento di alcune monete conferma la presenza dei Romani nel suo territorio, che si stanziarono sicuramente sul lato orientale del lago del Coghinas, dove sarebbe stato poi edificato il Santuario della Madonna di Castro vcino ad Oschiri, probabilmente attratti dalla fertilità delle terre, ed utilizzando i nuraghi della zona come punto di osservazione. Probabilmente i primi abitanti provenivano dal vicino villaggio di lesanis, che si è spopolato tra la seconda metà del quattordicesimo secolo e gli inizi del quindicesimo. Nel periodo medioevale ha fatto parte del Giudicato di Torres, nella Curatoria di Monte Acuto. Dopo la morte di Adelasia di Torres, avvenuta nel 1255, entra a far parte dei possedimenti dei Doria, ed, a seguito del matrimonio tra Eleonora d'Arborea e Brancaleone Doria, nel 1376 il paese entra a far parte del Giudicato d'Arborea. Con l'arrivo degli Aragonesi il paese viene inglobato nel Ducato di Monteacuto, passando sotto la signoria della famiglia degli Oliva, fino al 1843, quando avviene l'abolizione del sistema feudale, e viene riscattato al demanio dello Stato. Tra le vicende che hanno hanno maggiormente segnato la storia del paese, vanno ricordate, nel 1956, le rivolte dei contadini, quando i suoi abitanti, reduci dalla guerra e stanchi degli scarsi raccolti, per la fame e la disperazione, vengono costretti ad occupare le terre incolte dei ricchi proprietari terrieri. Quando, trascorsi alcuni anni, la fertilità di queste terre viene meno, ha inizio la grande emigrazione, che, iniziata nel primo novecento, porta negli anni '60 del Novecento alla partenza di circa un terzo della sua popolazione. Alcuni dei principali personaggi che sono nati a TulaA Tula sono nati, tra gli altri, il bandito ottocentesco Francesco Capesi, ed anche il professor Salvatore Canalis, detto Rino, Martire delle Fosse Ardeatine. Le principali feste e sagre che si svolgono a Tula
Visita del centro di Tula
Il Cimitero di Tula e dietro di esso si trova la chiesa di Nostra Signora di Coros
Il Municipio di Tula e di fronte il parco comunale
All'inizio della visita del paese incontriamo la chiesa parrocchiale di Sant'Elena Imperatrice
La lapide commemorativa di Salvatore Canalis detto Rino e poi la cappella della chiesa ed oratorio della Santa Croce
Seguiamo la via principe di Piemonte per una cinquantina di metri, poi prendiamo verso sinistra la via Alfonso Lamarmora, dopo un'altra cinquantina di metri a destra la via Azuni, che sbocca sulla via Santa Croce, Dalla piazza IV Novembre seguiamo la via Rino Canalis
La collina di Sa Cuccura detta anche monte San Giuseppe
Il Campo da calcio polivalente di Tula
Nei dintorni di TulaVediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell'abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Tula, sono stati portati alla luce i resti della tomba di giganti di Sa Mandra Manna; della muraglia megalitica di Sa Mandra Manna; dei protonuraghi Pigalva, Sa Mandra Manna, Sorighina; ed anche dei nuraghi Mazzone, Paule, Ruju, Santu Roccu, su nuraghe, tutti di tipologia indefinita. Ci si trova, inoltre, il lago del Coghinas. Verso est passa il fiume Coghinas che porta al lago sul fiume CoghinasIl fiume Coghinas, il Thermos dei Romani, il terzo come lunghezza dell'Isola, nasce ai piedi della Punta Palai, nel comune di Bolotana in Provincia di Nuoro, e scorre da sud verso nord per circa 123 chilometri fino a sfociare in mare nel golfo dell'Asinara, nel comune di Velledoria. Nel suo primo tratto, dove scorre parallelo alla catena montuosa del Marghine Goceano, viene chiamato rio Mannu di Ozieri, per essere poi denominato Coghinas nel suo percorso dalla piana di Chilivani, dove riceve le acque dai fiumi rio Mannu di Oschiri e rio Mannu di Berchidda, provenienti il primo dall'altopiano di campo Giavesu, il secondo dal massiccio del Monte Limbara. Il Lago artificiale sul fiume Coghinas realizzato durante la politica di autarchia energetica del fascismo, grazie alla costruzione di una diga lunga 185 metri e alta 58, sul percorso fluviale presso la stretta del Muzzone, formata dalle gole del Limbara. L'impianto idroelettrico, entrato in funzione nel 1937, è stato il primo impianto in caverna realizzato in Italia, formato inizialmente da quattro turbine sotterranee situate a valle della diga a quaranta metri sotto il letto del fiume, in una caverna lunga 82 metri, larga 9, ed alta 12. Il bacino del lago artificiale ha una capacità di 254 milioni di metri cubi d'acqua, che permettono il funzionamento della centrale idroelettrica di proprietà dell'Enel. Questo bacino consente l'irrigazione delle colture intensive delle zone circostanti, oltre ad essere una importante fonte di energia. Nelle vicinanze del bacino artificiale è possibile incontrare numerose specie acquatiche e avifaune, fra le quali anche i fenicotteri rosa, e costituisce un vero polo d'attrazione per quanti amano praticare il bird watching. Il lago consente, inoltre, di praticare il canottaggio, la pesca sportiva e diversi sport acquatici, grazie anche alla presenza sulle sue rive di un centro velico. Alcuni resti archeologici presenti nelle vicinanze di Tula
Il Centro Velico Sa Pramma
Altri conquecento metri lungo la strada litoranea, e sulla destra si vede l'area nella quale si trovava il Centro Velico Sa Pramma costruito in contemporanea con il sovrastante Ostello. Si trattava di un Centro per svolgere attività veliche, e di una struttura di ristoro, costruiti sul finire degli anni '80 del Novecento, ma che è ormai in disuso. Attualmente è anch'esso in stato di abbandonato, in attesa di un piano di recupero. Altri duecentocinquanta metri, e termina la strada litoranea percorribile in auto. Si prosegue un percorso pedonale e ciclabile che, in tre chilometri, conduce fino alla Diga del Coghinas, che si trova in territorio di Oschiri. In località Sa Jaga si trovano i resti della chiesa di San Pietro
E dal parcheggio verso sud si raggiungono i resti del nuraghe chiamato su nuragheDal parcheggio in località Sa Jaga, prendendo il sentiero che costeggia il lago verso sud, percorso quasi un chilometro si raggiunge il nuraghe Su nuraghe posizionato all'estremo di un promontorio che si affaccia sul lago. Si tratta di un nuraghe di tipolgia indefinita, edificato a 157 metri, del quale non rimane, però, che solo una parte del tronco centrale. I resti del protonuraghe SorighinaDal Municipio di Tula, prendiamo il corso repubblica, che esce dall'abitato verso nord est come SP2. Seguiamo questa strada fino a che, passato l'ingresso dell'Agriturismo Pedru Caddu, dopo un chilometro e trecento metri da quando la abbiamo imboccata, prendiamo la deviazione sulla destra lungo la Strada per il nuraghe Ruiu. Percorriamo questa deviazione, dopo un chilometro e settecento metri la strada svolta verso destra e, dopo altri duecento metri, troviamo un cancello a destra, passato il quale si trova una deviazione che porta a uno stazzo, passato il quale si trovano i resti del Nuraghe Sorighina. Si tratta di un protonuraghe di forma ellittica edificato a 235 metri di altezza, con corridoio, nel quale, a due metri dall'ingresso, si apre sulla destra una nicchia e sulla sinistra il vano scala, ed, alla fine del corridoio, si trova una camera allungata, ossia naviforme. Intorno al nuraghe si trovano le tracce di un vasto insediamento preistorico. I resti del nuraghe RujuPercorso ancora quasi un chilometro lungo questa strada, prendiamo la deviazione in una strada sterrata sulla destra che, passato un cancello sempre aperto, dopo quasi trecento metri termina in uno stazzo in località Su Raighinalzu. Nella campagna a sud di dove la strada è terminata, si trova un altro nuraghe degno di nota, ossia il Nuraghe Ruju. Si tratta di un nuraghe di tipologia indefinita edificato a 240 metri di altezza. Più a nord est si trovano i resti del nuraghe PaulePercorsi altri novecento metri lungo questa strada, di vedono sulla sinistra i resti del Nuraghe Paule un altro nuraghe di tipologia indefinita, edificato a 226 metri di altezza. Verso est si trovano i resti del nuraghe Santu RoccuDal Municipio di Tula affacciato sul corso repubblica, prendiamo la via Roma, che esce dall'abitato verso sud est come SP159 di Castro, che collega Tula con Oschiri. Seguiamo questa strada fino fuori dall'abitato, ed arriviamo nella zona di Santa Maria, poco distante dalla chiesa di Nostra Signora di Coros, dopo settecento metri prendiamo a sinistra seguendo le indicazioni per Sa Mandra Manna. Dopo seicento metri arriviamo a un incrocio dove svoltiamo a sinistra, e, dopo altri cinquecento metri, si trovano sulla sinistra i resti del Nuraghe Santu Roccu un nuraghe di tipologia non definita, edificato a 209 metri di altezza, nelle cui vicinanze è stata segnalata anche la presenza di una muraglia. Nell'area archeologica di Sa Mandra Manna sono stati individuati i resti del protonuraghe omonimoAll'incrocio seguendo le indicazioni prendiamo a destra, poi subito a sinistra quella che sarebbe la prosecuzione che ci ha condotti fino a questo incrocio. Dopo seicento metri svoltiamo a sinistra, e, dopo altri cinquecento metri, ancora a sinistra, dove ambocchiamo la sterrata che, in circa ottocento metri, ci porta in una zona archeologicamente interessante, l'Area archeologica di Sa Mandra Manna, posta più ad est rispetto al nuraghe Santu Roccu. Nel corso dei lavori di ricognizione e nelle campagne di scavo archeologico sull'altopiano di Sa Mandra Manna, sono stati individuati, in un'area ristretta, monumenti tipologicamente e cronologicamente diversificati. In posizione leggermente elevata si trova una Muraglia megalitica risalente all’ultimo periodo del neolitico, con tracce di successivi adattamenti, costituita da un doppio paramento di blocchi poliedrici, con tre varchi. Alla muraglia si appoggia un piccolo Dolmen. Uno dei varchi che introducono all'interno della muraglia, comunica con il Protonuraghe racchiuso al suo interno, un monumento a corridoio che sviluppa nell'interno con una pianta a T, il quale presenta, su alcuni conci parallelepipedi, incisioni lineari e piccole coppelle. Ciò che resta fa pensare a una struttura di grandi dimensioni. Gli scavi, non ancora ultimati, hanno interessato l'assetto esterno e interno del monumento a corridoio. Nell’area sono presenti anche due Menhir rovesciati. Tutt’intorno sono sparsi massi di varia grandezza, testimonianza certa dell’esistenza nella zona di un vero e proprio Villaggio nuragico. Non lontano dalla muraglia si trova anche la Tomba di giganti lunga poco più di diciotto metri e larga sei metri, che contiene un’ampia camera rettangolare. Accanto alla costruzione funeraria si svolgevano, probabilmente, riti propiziatori per la salute e per la fertilità. Verso sud est si trovano i resti del protonuraghe PigalvaAlcuni siti ben conservati, sono visibili in prossimità del fiume Coghinas, che sono stati posti probabilmente come vedetta lungo il corso del fiume. Si possono vedere il protonuraghe Pigalva, più a sud il nuraghe Mannu che si trova, però, nel territorio comunale di Oschiri, ed ancora più a sud del nuraghe Mazzone. Dal Municipio di Tula affacciato sul corso repubblica, prendiamo la via Roma, che esce dall'abitato verso sud est come SP159 di Castro, che collega Tula con Oschiri. Seguiamo questa strada fino fuori dall'abitato, ed arriviamo nella zona di Santa Maria, poco distante dalla chiesa di Nostra Signora di Coros. Dopo tre chilometri, passato l'Agriturismo Sa Pigalva, si trovano, alla sinistra della strada, i resti del Protonuraghe Pigalva edificato a 202 metri di altezza. Si tratta di un monumento dalla forma irregolare, con probabile corridoio interno, concepito probabilmente come piattaforma. Il nuraghe stato costruito interamente in trachite. I resti del nuraghe MazzoneDal Municipio di Tula affacciato sul corso repubblica, prendiamo la via Roma, che esce dall'abitato verso sud est come SP159 di Castro, che collega Tula con Oschiri. Seguiamo questa strada fino fuori dall'abitato, dopo un chilometro e seicento metri arriviamo a un incrocio dove arriva da sinistra una strada che proviene dall'incrocio che ci ha portati al nuraghe Santu Roccu e all'area archeologica di Sa Mandra Manna. Qui prendiamo verso destra la strada che seguiamo per un chilometro e quattrocento metri, poi svoltiamo a sinistra e seguiamo la strada per due chilometri e trecento metri. Qui si prende a destra un sentiero che conduce fino al Nuraghe Mazzone il quale è posto all'altezza dell'insediamento romano di Castro, in territorio di Oschiri, ma sull'altro lato, quello occidentale, del lago. Si tratta di un nuraghe di tipolgia indefinita, edificato a 176 metri di altezza. La frazione Cantoniera Bulvaris
La prossima tappa del nostro viaggioNella prossima tappa del nostro viaggio, riprenderemo il nostro viaggio ritornando nell'Anglona interna, e ci recheremo a Laerru una paese noto per la lavorazione della radica. | ||||
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