Villanova Monteleone che visiteremo con la necropoli ipogeica di Puttu Codinu ed il parco del Nuraghe Appiu
In questa tappa del nostro viaggio, ci recheremo a visitare Villanova Monteleone con la necropoli ipogeica di Puttu Codinu ed il parco archeologico del Nuraghe Appiu, da cui proseguiremo poi lungo la costa che porta a Bosa, l’unica città fluviale della Sardegna. La regione storica del Sassarese chiamata anche Logudoro TurritanoIl Logudoro è stato, nel periodo medioevale, uno dei quattro Giudicati che ha avuto come capoluogo prima Porto Torres, in seguito Ardara, ed infine Sassari. Oggi possiamo dividere questa regione in tre parti: Logudoro Turritano, il cosiddetto Sassarese, a nord; il Logudoro Meilogu a ovest; ed il Logudoro Montacuto a est. Più in particolare, il Sassarese (nome in lingua sarda Su Tataresu) è tutta un’area con una forte impronta agropastorale, con splendidi panorami, dominati da rilievi d’origine vulcanica, ampi tratti pianeggianti, scarse foreste che interrompono le grandi distese di pascoli. L’antico popolamento della zona, territorio ideale per i popoli preistorici dal punto di vista ambientale, è testimoniato dai cospicui resti archeologici, cui si aggiungono alcuni notevoli monumenti medioevali. I comuni che fanno parte del Sassarese sono Cargeghe, Codrongianos, Florinas, Ittiri, Monteleone Rocca Doria, Muros, Osilo, Ossi, Ploaghe, Putifigari, Romana, Sassari, Tissi, Uri, Usini, Villanova Monteleone. Oggi alcuni considerano in questa ragione anche Porto Torres, che però attribuiamo alla Nurra. Si parla il Sassarese o Turritano, una lingua romanza nata intorno al dodicesimo secolo da una base toscano corsa, evolutasi poi autonomamente con influenze liguri, iberiche e soprattutto sardo logudoresi. In viaggio verso Villanova MonteleoneDal centro di Monteleone Rocca Doria, scendiamo sulla SS292 Nord Occidentale Sarda, che prendiamo verso destra, e che, in poco meno di tredici chilometri, ci porta nell’abitato di Villanova Monteleone. Dal Municipio di Monteleone Rocca Doria a quello di Villanova Monteleone abbiamo percorso 13,4 chilometri. Il comune chiamato Villanova MonteleoneIl comune chiamato Villanova Monteleone (nome in lingua sarda Biddanòa, altezza metri 67 sul livello del mare, abitanti 2.133 al 31 dicembre 2021) è un interessante centro agricolo situato nell’entroterra sardo, attraversato dalla SS292 Nord Occidentale Sarda. Il territorio comunale, classificato di collina, è comprensivo dell’area speciale del lago sul fiume Temo, appartenente a diversi comuni, e presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate, dato che si raggiungono i 717 metri di quota. Origine del nomeIl nome del paese è composto dal sostantivo Villa, nel significato di Insediamento di modesta ampiezza del territorio della civitas, e dall’aggettivo Nova, nel significato di Nuova, ad indicare l’origine dei suoi fondatori. È stato fondato, infatti, nel 1436 dai fuggiaschi del borgo di Monteleone Rocca Doria, espugnato dopo tre anni di assedio degli Aragonesi, quando i Monteleonesi superstiti edificarono la Villa Nueva de Monteleone. La sua economiaIl comune chiamato Villanova Monteleone è nota per essere uno dei più importanti centri di tutta la Sardegna per l’allevamento di ovini e di cavalli da competizione. La sua economia si basa sulle tradizionali attività agro: il pastorali, tanto che Villanova Monteleone è noto per essere uno dei più importanti centri di tutta la Sardegna per l’allevamento di ovini e caprini, e di cavalli da competizione. Si allevano anche bovini, suini e avicoli, e si coltivano cereali, frumento, ortaggi, foraggi, ulivi uva e altra frutta. Il settore industriale fa registrare una discreta attività nei comparti lattiero caseario, alimentare, tessile ed edile. Il terziario si compone di una sufficiente rete distributiva e dell’insieme dei servizi. Importante è la produzione artigianale della produzione tessile di tappeti di lana sarda, arazzi e tendaggi, ed il paese è anche conosciuto per l’intaglio del legno e l’intreccio dei cestini. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione e di soggiorno. Brevi cenni storiciIl territorio di Villanova è stato abitato in epoca molto più antica della nascita del centro urbano, sono, infatti, presenti numerosissimi siti archeologici di notevole importanza. Non si conoscono le vicende storiche successive alla fondazione del paese da parte dei Monteleonesi provenienti dal Castello di Monteleone Rocca Doria, dal quale arrivano, dopo il 1436, i profughi fondatori del nucleo abitato, i quali si insediano sul suo territorio per sfuggire agli Aragonesi. Le principali feste e sagre che si svolgono a Villanova MonteleoneA Villanova Monteleone è attivo il Gruppo Folk Tradizioni Popolari di Villanova Monteleone, nelle cui esibizioni è possibile ammirare il costume tradizionale. Tra le principali feste e sagre che si svolgono a Villanova Monteleone vanno citati, l’ultima domenica di maggio, la Festa di San Sebastiano; l’11 giugno, la Festa di San Leonardo di limonges, che è il patrono di Villanova Monteleone; sempre a giugno, si tiene l’esposizione dell’artigianato locale; l’ultima domenica di luglio, la Festa di Sant’Antonio Abate; a giugno e luglio, si svolge la Mostra Mercato del cavallo Anglo Arabo sardo, con il Concorso Ippico nazionale; la seconda domenica di agosto, la Festa della Madonna della Strada; il 29 agosto, la Festa di San Giovanni Battista presso la Chiesa campestre della Madonna di Interrios; e l’8 settembre, sempre presso questa Chiesa campestre, la Festa di Nostra Signora di Interrios, accompagnata da una caratteristica processione a cavallo. I riti della Settimana SantaA Villanova Monteleone sono significativi i riti che si svolgono in occasione della Settimana Santa, ai quali partecipano le due Confraternite che operano nel paese, ossia la Confraternita della Santa Croce e quella della Madonna del Rosario. La Domenica delle Palme, gli ulivi e le palme, filate dalle Confraternite, vengono benedette e consegnate ai fedeli, che le portano in processione. Il Giovedì Santo si svolge la Messa in Coena Domini con la lavanda dei piedi ad alcuni fedeli, e la sera si tiene il rito de Sas Chircas, la processione che porta i fedeli nelle diverse Chiese alla ricerca di Gesù. Il Venerdì Santo inizia con Sa Chirca de s’Addolorada, la ricerca del Cristo da parte della Madonna, con il peregrinare fra le diverse Chiese. Seguono i riti de S’Incravamentu, ossia della crocefissione, alla quale segue l’adorazione della Croce. A sera si tiene invece il rito de S’Iscravamentu, ossia la deposizione del Cristo dalla croce, con la processione nelle vie del centro storico. Il giorno di Pasqua si tiene il rito de S’Incontru, che rappresenta l’incontro tra Gesù risorto e la Madonna, e si celebra con le processioni guidate dalle Confraternite, che partono dalle due Chiese del Rosario e della Santa Croce per giungere alla Chiesa parrocchiale. Il falò di San Giovanni BattistaLa sera del 23 giugno l’Obriere in carica organizza il grande Falò di San Giovanni Battista nei pressi della sua abitazione, ed è tradizione saltare il fuoco in segno di buon auspicio. In serata viene offerta ai presenti la degustazioni di prodotti locali, ossia pecora bollita, formaggi, salsicce, dolci e vino rosso, e la serata prosegue con balli e canti sino a notte. La Mostra mercato del cavallo Anglo Arabo sardoNei mesi di giugno e luglio a Villanova Monteleone si svolge un’importantissima Mostra Mercato del cavallo Anglo Arabo sardo, nella quale viene esposto anche il Cavallo da Sella Italiano. La manifestazione è organizzata con la collaborazione dell’Ente nazionale Cavallo Italiano e dell’Istituto Ippico della Sardegna. All’interno della manifestazione si svolge un prestigioso Concorso Ippico nazionale. Visita del centro di Villanova MonteleoneL’abitato, interessato da espansione edilizia, è disteso in un ampio anfiteatro. Quasi immutato è rimasto il suo impianto originario, caratterizzato da stretti vicoli lastricati e scale che si arrampicano tra le belle case in pietra. Entriamo nel centro da sud est con la SS292 Nord Occidentale Sarda che assume il nome di via Nazionale, ed attraversa tutto l’abitato da sud est a nord ovest. Il Cimitero di Villanova MonteleonePassate le prime case dell’abitato, parte sulla sinistra della via Nazionale una strada in salita, che torna indietro verso est. Si tratta della via su lacchaireddu che, in circa sessanta metri, ci porta davanti all’ingresso del Cimitero di Villanova Monteleone. La Chiesa parrocchiale di Leonardo di limongesProseguendo sulla via Nazionale per circa cinquecento metri, al civico numero 251, alla sinistra della strada incontriamo la cinquecentesca Chiesa di Leonardo di limonges che è la Chiesa parrocchiale di Villanova Monteleone, in parte modificata da una ristrutturazione avvenuta nel 1789, ma nella quale, all’interno, si possono ancora intravedere le originali linee costruttive gotico aragonesi. A navata unica, presenta, nelle cappelle laterali, due pregiati altari lignei settecenteschi. La facciata è stata rifatta nel 1960 e nel 1996. A differenza di quanto previsto dal calendario liturgico, che ne celebra la ricorrenza il 6 novembre, la Festa di San Leonardo di limonges, patrono di Villanova Monteleone, si svolge l’11 giugno, ed è una Festa solenne con riti di carattere religioso e manifestazioni civili. La Festa religiosa ha inizio con la novena e termina con una processione tra le vie del paese, con la partecipazione di tutta la popolazione. Le manifestazioni di tipo civile prevedono spettacoli di musica, canti e balli tradizionali, ed anche spettacoli pirotecnici. L’Oratorio della Santa CroceProseguendo lungo la via Nazionale, a poco più di cento metri dalla Chiesa di San Leonardo, al civico numero 211, sempre alla sinistra della strada, si trova la Chiesa ed Oratorio della Santa Croce. Si tratta di una piccola Chiesa a navata unica con piccole cappelle laterali, con numerose statue. Presenta un pregiato altare ligneo e un grande crocifisso al centro dell’altare maggiore, sormontato al centro da un quadro. La Chiesa è stat soggetta a molti rifacimenti nel tempo. Presso questo Oratorio opera ancora oggi la Confraternita della Santa Croce, i cui confratelli e le consorelle partecipano attivamente ai riti della Settimana Santa. Il Municipio di Villanova MonteleoneLungo la via principale del paese, ossia la via Nazionale, un poco più avanti, all’altro lato della strada, al civico numero 106, si trova l’edificio che ospita la sede e gli uffici del Municipio di Villanova Monteleone. Si tratta di un edificio molto bello, con una torretta, dei merli ed un orologio. L’Oratorio della Madonna del RosarioTorniamo indietro lungo la via Nazionale, dopo trecento metri, prendiamo sulla sinistra la via Giuseppe Siccardi seguendo le indicazioni per il Museo, dopo venti metri svoltiamo a destra ed imbocchiamo la via del Rosario, che dopo quaranta metri compie una curva verso sinistra. Subito dopo la curva, vediamo sulla sinistra della strada la Chiesa ed Oratorio della Madonna del Rosario al quale accediamo con una scala che sale lungo la facciata alla destra del portale di ingresso. Edificata nel cinquecento in stile gotico-aragonese, ha un’unica ampia navata, coperta da una volta a botte e con spaziose cappelle laterali. All’interno conserva un pregiato altare ligneo, al cui centro si trova la statua della Madonna, col quadro del Padre Eterno sopra di essa, al centro. Presso questo Oratorio è ospitata ancora oggi la Confraternita della Madonna del Rosario, i cui confratelli e le consorelle partecipano attivamente ai riti della Settimana Santa. In su Palatu ’e Sas Iscolas si trova il Museo Etnografico ComunaleProseguiamo lungo la via del Rosario per circa centottanta metri, svoltiamo leggermente a destra e poi a sinistra prendiamo la parallela via Roma, che dopo trenta metri termina. Qui si trova, alla sinistra della strada, un bel palazzo, che una volta era il palazzo delle scuole, ed infatti si chiama Su Palatu ’e Sas Iscolas realizzato tra il 1890 e il 1920, e situato nel centro storico del paese. Fasce rosse e grigie caratterizzano l’edificio, richiamando la bicromia dell’architettura romanica in Sardegna. La costruzione, sfruttando il dislivello del terreno, passa da due a tre piani, con il basamento sottolineato da un alto zoccolo di trachite rossa. Al piano terreno di questo palazzo è possibile visitare il Museo Etnografico Comunale dedicato a Bastià, ossia Sebastiano, Pirisi, un intellettuale, scrittore e politico sardo di rilievo, ma del tutto dimenticato e sconosciuto ai più. Il Museo è stato realizzato con l’obiettivo di mettere in evidenza le attività agropastoralei e domestiche, che hanno caratterizzato ed ancora caratterizzano la vita del paese, ossia la panificazione, la lavorazione del formaggio e la tessitura. Non mancano oggetti di carpenteria e falegnameria e arnesi per la marchiatura e tosatura dei bovini. Tra i numerosi strumenti che si riferiscono, invece, alla pastorizia, ci sono recipienti in metallo e sughero per il trasporto del latte. La statua della MadonnaRitornati sulla via Nazionale,750 metri dopo il palazzo che ospita il Municipio in direzione nord ovest, alla sinistra della strada si immette la via Guglielmo Marconi, che è il nome che assume all’interno dell’abitato la SP12 proveniente da Bosa. All’angolo tra le due strade, in una bella aiuola, si trova la Statua della Madonna. Di solito la seconda domenica di agosto, a Villanova Monteleone si svolge la Festa della Madonna della Strada, patrona degli automobilisti, con riti religiosi ed una Festa civile. Al mattino viene celebrata la messa all’aperto, di fronte alla statua della Madonna all’incrocio tra la via Nazionale e la via Guglielmo Marconi, ed al termine vengono benedette le automobili in corteo. La Festa civile, nel pomeriggio, prevede, tra le altre cose, una gimcana a livello amatoriale. Il Campo Sportivo di Villanova MonteleoneProseguendo lungo la via Nazionale per 550 metri, proprio all’uscita dall’abitato, prima che la strada riprenda in nome di SS292 Nord Occidentale Sarda, svoltiamo leggermente a destra alla piccole edicola dedicata alla Nostra Signora di Val Verde, e troviamo il cancello di ingresso del Campo Sportivo di Villanova Monteleone. Visita dei dintorni di Villanova MonteleoneVediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Villanova Monteleone, sono stati portati alla luce i resti resti dei menhir di Appiu; della domus de janas Puzone; della necropoli ipogeica di Puttu Codinu; delle Tombe di giganti Pedra Russasa, di Punta ’e su Crabile, S’Attalzolu; del Nuraghe semplice di Punta e su Crabile; dei Nuraghi complessi Appiu, e Badde Chera; ed anche dei Nuraghi Badu lughente, Badu Piliserta, Calaresu, Cancarados, Carchina, Crastos, Culzu, de Ala Tennera, de Ozzastru, de Sa Serra, Fissanu, Frades Delogu, lua, Maghine Gherchi, monte Giannas, monte Longu, monte Mura donnai, monte Sa Rughe, Partibaris, Pedra Russasa, Pissizzu, Pizzinnu, Planu Nuraghes, punta Casteddu, Sa Corcoriggia, Sa Pazzosa, Sa rena, Santa Barbara, Santa Caterina, S’Ardia, S’Attalzolu, Selvina, Semidiu, S’Ena, S’Ozzastru, su Bullone, su Pedrosu, Talu, Tentolzera, tutti di tipologia indefinita. I resti della necropoli ipogeica di Puttu CodinuDal centro di Villanova Monteleone riprendiamo all’indietro la SS292 Nord Occidentale Sarda che ci ha portato nell’abitato provenendo da Monteleone Rocca Dora, e la seguiamo per circa 5,6 chilometri. Circa trecento metri dopo aver passato il cartello indicatore del chilometro 30, troviamo le indicazioni perla Necropoli ipogeica di Puttu Códinu che è il monumento più antico presente nella zona, e negli ultimi anni, è stata oggetto di scavi archeologici tesi a metterne in evidenza l’importanza. La necropoli è composta da nove domus de janas scavate secondo una linea orizzontale su alcuni bassorilievi calcarei, con tracce di roccia lavorata un pò dappertutto nei dintorni. Le tombe sono a pianta complessa a forma di T, con la sala interna attraversata dal corridoio di ingresso. Sulle pareti di alcune tombe sono scolpite corna di toro stilizzate, ed i soffitti riprendono le strutture delle abitazioni. La necropoli è databile tra il Neolitico finale, che si sviluppa secondo la cronologia calibrata tra il 4000 ed il 3200 avanti Cristo e secondo la datazione tradizionale tra il 3200 d’il 2800 avanti Cristo, e l’Eneolitico, con tracce del suo utilizzo anche durante il periodo romano. La visita al complesso ipogeico inizia dalla tomba I, con un breve dromos e tre ambienti privi dei soffitti, che si sviluppano su un impianto quadrangolare. La tomba II ha un piccolo dromos che conduce in un padiglione quadrangolare dal quale è possibile raggiungere una serie di vani. La tomba III ha un impianto pluricellulare, che comprende quattro ambienti e un padiglione rettangolare preceduto da un dromos. La tomba IV presenta anch’essa un corridoio, con portello d’ingresso, che conduce in una cella a pianta irregolare, con un piccolo vano laterale. La tomba V è contraddistinta da un dromos ed un padiglione semicircolare, dopo i quali si trova la cella e l’anticella disposte secondo lo schema a T, di cui il primo ambiente è coperto da un soffitto a doppio spiovente. La tomba sesto è significativa, per il suo impianto pluricellulare contraddistinto da due ingressi, e comprende due ipogei unificati tra loro, di cui il primo sviluppato su uno schema a T, che presenta il dromos, un’anticella, una cella rettangolare, e due ambienti laterali mentre il secondo ipogeo comprende un unico ambiente. La tomba settimo è anch’essa pluricellulare, con corridoio, anticella e cella maggiore disposte a T.Significativa è anche la tomba ottavo, con un dromos, un vestibolo a pianta irregolare con pareti laterali decorate, l’anticella quadrangolare, la cella maggiore, seguita da una cella successiva di maggiori dimensioni con soffitto a spiovente riproducente un tetto di capanna. In questa tomba è stata rinvenuta una meravigliosa statuina in calcite raffigurante la dea madre con schema cruciforme a placca intera, alta diciotto centimetri. Lungo le pareti sono riprodotte decorazioni con motivi a lesene, fasce e zoccoli, corna sovrapposte, una falsa porta incorniciata da due stipiti con architrave sottolineato da due corna curvilinee, ed altri riquadri e protomi taurine. La tomba nono, anch’essa molto significativa, comprendente un dromos e un padiglione con portello, che conduce all’anticella quadrangolare e alla cella rettangolare disposte secondo lo schema planimetrico a T. Nel pavimento dell’anticella è stata rinvenuta una coppella emisferica, ed al centro della cella un focolare rituale, formato da un cordone circolare in rilievo con una coppella centrale. I resti della Tomba di giganti Pedra Russasa chiamata anche Tomba di giganti di laccanedduDal centro di Villanova Monteleone prendiamo verso nord est la SS292 Nord Occidentale Sarda e la seguiamo per circa quattro chilometri e mezzo. Subito dopo aver passato il cartello indicatore del chilometro 13, prendiamo a destra una strada di penetrazione agraria che seguiamo per circa quattro chilometri, poi troviamo sulla sinistra un cancello, al di là del quale si trova la Tomba di giganti Pedra Russasa chiamata anche Tomba di giganti di laccaneddu. Il monumento, edificato a 303 metri di altezza, appare perfettamente conservato, con un corridoio il cui basamento è ad ortostati, ossia è costruito a lastre di pietra verticali, mentre della stele non è rimasta alcuna traccia. La tomba è costituita da un unico filare di grossi blocchi trachitici ben squadrati, ha una lunghezza di circa sette metri e una larghezza di due metri ed ottanta. La parte rimasta dell’esedra ha una larghezza massima di sei metri e mezzo. Dietro l’abside della tomba si trova un insieme di pietre che potrebbero corrispondere a un Dolmen. Poco più a nord est rispetto a questa Tomba di giganti, si trovano anche i pochi resti del Nuraghe Pedra Russasa un Nuraghe di tipologia indefinita edificato a 313 metri di altezza, che non è stato scavato. Il Santuario di Nostra Signora di InterriosDal centro di Villanova Monteleone prendiamo verso sud ovest la SP12 in direzione di Bosa, e, dopo meno di tre chilometri, si trova alla sinistra della strada, in mezzo ad alberi secolari, un ampio sagrato sul quale si affaccia il seicentesco Santuario di Nostra Signora di Interrios. Edificata nel sedicesimo secolo, ha facciata semplice racchiusa da paraste laterali e con grande portale al centro. L’aspetto attuale si deve ad un intervento nel diciottesimo secolo, quando è stata modificata la facciata e realizzati il portale con architrave e stipiti decorati e la cupola ottagonale con lanterna. Il portico ad archi presente all’esterno dell’edificio, invece, è stato aggiunto negli anni quaranta del secolo scorso. Il portico è sormontato da un piccolo campanile. All’interno la Chiesa ha una navata unica con volta a botte, e una cupoletta poligonale copre il presbiterio. Conserva al suo interno una statua della Vergine di Interrios, molto amata e venerata dalla popolazione. Secondo la tradizione popolare, nel 1582 la Chiesa è stata risparmiata dalla distruzione grazie alla nebbia, che la ha sottratta alla vista dei pirati turchi, avventuratisi fino alle alture di Villanova, e con i quali nella vicina località chiamata Sa pigada ’e sos turcos, ossia la salita dei turchi, vi fu uno scontro con gli abitanti del paese. La Chiesa viene definita un Santuario, ossia un luogo ritenuto sacro dalla tradizione religiosa, per la devozione dei fedeli alla statua della Vergine di Interrios conservata al suo interno, e presso questo Santuario si svolgono due feste, entrambe con un enorme afflusso di fedeli. Il 29 agosto, nell’anniversario della morte del Santo patrono dei pastori, si celebra la Festa di San Giovanni Battista, nella quale nel corso dei festeggiamenti religiosi si porta in processione il simulacro del Santo dal paese alla Chiesa di Interrios, accompagnato dagli Obrieri e dai pastori, con un lungo corteo di cavalli bardati a festa, tra bandiere ed i costumi tradizionali. I giovani, desiderosi di mostrare alle ragazze la loro balentìa equestre e la loro abilità di cavalieri, cavalcano puledri a pelo. L’8 settembre, in onore della Natività della Vergine, si svolge la Festa di Nostra Signora di Interrios, chiamata anche Festa de le Marie, preceduta la sera da una veglia di preghiera fino alle prime luci dell’alba, poi al mattino si porta in processione il simulacro della Madonna di Interrios con manto #1E56A7 con stelle dorate, di datazione incerta e recentemente restaurata, dalla Chiesa parrocchiale di San Leonardo dove èe conservata nella cappellaidella Madonna di Interrios, sino al suo Santuario, dove i ragazzini sono soliti recarsi a cavallo di buffi asinelli, bardati di tutto punto. Il parco archeologico del Nuraghe complesso AppiuProseguendo sulla SP12 per quattro chilometri e duecento metri, poi prendiamo verso destra la deviazione verso la costa, che seguiamo per poco più di due chilometri, ed arriviamo al parcheggio del Centro Polifunzionale dell’area archeologica di Appiu. Il Nuraghe Appiu è un Nuraghe complesso ancora da indagare, edificato a 479 metri di altezza, in posizione dominante rispetto al territorio sottostante, in un’area boschiva di notevole suggestione, ai piedi del monte Cuccu, e rivolto verso il mare. Si tratta di un Nuraghe quadrilobato, costituito da un mastio centrale circondato da quattro torri laterali unite da un bastione con camminamenti e corridoi interni. Il mastio centrale ha un’altezza residua di quindici metri, e conserva intatte la due camere sovrapposte, ossia la camera del piano terra e qualle del primo piano. Molto interessante è il cortile del bastione, che conserva ancora integra, anche se in parte, la copertura. All’esterno del Nuraghe, si trovano i resti di un villaggio nuragico. Al momento sono stati scavati sei ambienti della Zona A, in uno dei quali è stata rinvenuta una vasca in tufo, e otto ambienti della Zona B, in uno dei quali è stato rinvenuto un focolare. Sono stati rinvenuti anche i resti di strumenti in bronzo. Possiamo quindi accedere all’area sacra, nella quale sono presenti i resti di piccoli altari o piccoli Dolmen. A breve distanza dal Nuraghe, verso sud ovest i resti della domus de janas Puzone e verso nord ovest sono presenti i resti di un gruppo di menhir, chiamati i Menhir di Appiu. All’interno di questo parco archeologico, a partire dagli anni 90 del secolo scorso sono stati eseguiti alcuni scavi archeologici. Il sito è visitabile. I resti del Nuraghe semplice di Punta ’e su CrabileA cinquecento metri di distanza verso ovest dal Nuraghe Appiu, è presente un secondo Nuraghe, detto Nuraghe di Punta ’e su Crabile per la presenza in passato di un antico recinto per le capre. Si tratta di un piccolo Nuraghe semplice, monotorre, costruito a 486 metri di altezza, con una pianta pressoche circolare. Di fronte all’ingresso del Nuraghe, sono presenti due piccoli Dolmen. La Tomba di giganti di Punta ’e su CrabileNon lontano, tra questo Nuraghe ed il Nuraghe Appiu, si trovano i resti della Tomba di giganti di Punta ’e su Crabile che è stata edificata all’interno di un boschetto di sughere. Il monumento, orientato da est ad ovest, presenta un corpo rettangolare absidato, realizzato con massi in opera subquadrata. Ha un’altezza residua di poco più di un metro. La copertura del monumento è realizzata con grandi lastroni aggettanti realizzati con ignimbrite, termine derivante dal greco ignis ossia fuoco, ed imbris ossia pioggia, coniato dal geologo Neozelandese Peter Marshall’nel 1935, che originariamente era utilizzato solo per descrivere depositi tufacei saldati. La zona antistante l’ingresso della tomba conservasolo uno dei due lunghi bracci dell’esedra, che racchiudevano un’area semicircolare adibita ai riti funerari. La costa di Villanova Monteleone a sud di Alghero verso BosaPer vedere La costa di Villanova Monteleone da Alghero prendiamo sempre verso sud la bellissima SP105, una strada costiera affacciata sul mare che percorre il vasto gradino dell’altopiano di Villanova Monteleone. La strada offre un bel paesaggio con coste alte e frastagliate tra tratti di foresta e macchia mediterranea. A circa otto chilometri da Alghero, una deviazione sulla destra, verso il mare, porta nell’Area militare dove si trova la Base Nato ed il Centro Addestramento Guastatori dell’esercito, un ente addestrativo delle forze armate italiane per operatori dell’Intelligence dipendente dall’Agenzia Informazioni e Sicurezza esterna e dallo stato maggiore della Difesa. realizzata intorno al 1954, è divenuta nota in relazione al Piano Solo, un progetto militare di emergenza, la cui attuazione prevedeva la presa del potere in Italia, nel 1964, da parte dell’Arma dei Carabinierie. Negli anni ’80 del Novecento, è tornata agli onori delle cronache per il caso dell’organizzazione Gladio, la struttura paramilitare segreta promossa, durante la guerra fredda, dalla NATO per contrastare un eventuale attacco delle forze del Patto di Varsavia ai Paesi dell’Europa occidentale, e la base di Poglina è divenuta il principale centro addestrativo della struttura clandestina di questa organizzazione. Nello spazio acqueo antistante l’area militare, durante le esercitazioni, non è possibile navigare ne ormeggiare imbarcazioni. La Torre di PoglinaLa Torre di Poglina si trova in territorio militare, è quindi quasi impossibile da visitare. Sorge a 65 metri sul mare, non distante dall’omonima spiaggia. Edificata in epoca spagnola, probabilmente nel 1572, è stata realizzata utilizzando tufi e lave, ma si trova oggi allo stato di rudere. La spiaggia la Speranza o spiaggia della Torre di PoglinaA 8,3 chilometri da Alghero, all’altezza della Torre di Poglina, una strada bianca sulla destra porta alla spiaggia della torre, immersa in una natura circostante solitaria e selvaggia. La spiaggia la Speranza della anche spiaggia della Torre di Poglina è lunga qualche centinaio di metri e larga solo una diecina, ampia e di comodo accesso, con un posteggio ben individuabile, e con servizio di ristorante e bar. La spiaggia di sabbia bianca dorata chiara, fine e con sassolini, si affaccia su un mare verde azzurro poco profondo. È chiusa da scogli ai lati, e dietro ad essa si sviluppa abbondante la macchia mediterranea. Ha un fondale sabbioso con scogli affioranti. |
La torre Badde JanaPiù avanti, avvicinandoci al panoramico capo Marargiu, si incontra la Torre Badde Jana situata a 355 metri sul mare, si trova a monte della strada, sotto la punta Badde Jana, ed è molto difficile da raggiungere a piedi. Edificata in epoca spagnola, probabilmente nel 1639, proteggeva l’abitato di Villanova Monteleone. realizzata in tufo e materiale lavico, risulta, però, quasi abbattuta. Proseguendo verso BosaAll’uscita dalla Provincia di Sassari entrando in quella di Oristano la SP105 cambia nome e diviene la SP49, che prosegue in salita fino a raggiungere la sommità di Capo Marargiu, per poi scendere verso Bosa, l’unica città fluviale della Sardegna. Lungo la strada si trovano diverse calette e spiaggette. È qui, verso la sommità di Capo Marargiu, che abbiamo incontrato, lungo la strada, un mulo e un asinello sardo, che hanno messo in evidenza le loro... qualità nascoste. La prossima tappa del nostro viaggioSiamo ai limiti meridionali della Provincia di Sassari. Nella prossima tappa entreremo in Provincia di Oristano e ci recheremo a visitare Bosa, l’unica città fluviale della Sardegna. |