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Villaputzu con la sua costiera dove si trova la parte a mare del Poligono Interforze del Salto di Quirra


In questa tappa del nostro viaggio, da Muravera ci recheremo a Villaputzu che visiteremo con il suo centro ed i dintorni con i suoi siti archeologici e le sue spiagge, fino ad entrare nella Regione storica della Quirra ed a raggiungere il Salto di Quirra.

Il Sarrabus nella Regione storica del Sarrabus-Gerrei

Il Sarrabus-GerreiIl Sarrabus-Gerrei è la Regione storica della Sardegna sud orientale che anticamente, come territorio, apparteneva al Giudicato di Càralis, alle Curatorie di Sarrabus, Colostrai e Gerrei. Il Sarrabus-Gerrei viene distinto nei due territori del Gerrei all’interno, caratterizzato dalla pastorizia, e del Sarrabus, verso la costa e verso sud, agricolo e turistico. Il territorio del Sarrabus confina a nord con il Salto di Quirra e il massiccio del Cardiga, a ovest con il Gerrei, a est con il mar Tirreno a sud con il massiccio di Sette Fratelli, il monte Arbu, il monte Minniminni e Capo Carbonara. I comuni del territorio del Sarrabus sono Burcei, Castiadas, Muravera, San Vito, Villaputzu e Villasimius. Burcei si trova ai confini del Campidano di Cagliari con il Sarrabus, per cui da alcuni viene indicato come appartenente alla prima Regione ma noi preferiamo attribuirlo alla seconda. Il territorio è occupato da punte come il massiccio dei Sette Fratelli, dalle quali si arriva rapidamente, attraverso valli boschive, a quote al livello del mare o con scarpate scoscese o con spiagge, stagni, piccole pianure alluvionali nelle quali si incontrano anche numerosi stagni di varia grandezza tra i quali il più importante è quello di Colostrai.

In viaggia verso Villaputzu

Da Muravera prendiamo la SS125 Orientale Sarda verso nord, la seguiamo per poco più di due chilometri e mezzo, ed entriamo nell’abitato di Villaputzu. Dal Municipio di Muravera a quello di Villaputzu si percorrono 3.7 chilometri.

Il comune chiamato Villaputzu

Villaputzu: veduta dell’abitatoVillaputzu-Stemma del comuneIl comune chiamato Villaputzu (nome in lingua sarda Bidda Putzu, altezza metri 8 sul livello del mare, abitanti 4.473 al 31 dicembre 2021) è un importante centro agricolo che si estende nella parte nord orientale della Provincia del Sud Sardegna, al confine con quella di Nuoro, sulla costa, nell’alta piana del Flumendosa. Situato in un tratto pianeggiante, creato da depositi alluvionali della foce del Flumendosa, a ridosso delle colline del Sarrabus. La tradizione dice che Villaputzu un tempo si trovasse nella località che oggi è chiamata Santa Maria con la sua piccola chiesa, ma, a seguito delle incursioni arabe, il paese sarebbe stato spostato più all’interno, nella posizione attuale, e sarebbe stata costruita una nuova chiesa che, essendo più piccola di quella antica, sarebbe stata chiamata Santa Mariedda. L’abitato è facilmente raggiungibile tramite la SS125 Orientale Sarda, che ne attraversa il territorio. Il territorio Comunale, classificato di collina, comprendente le aree speciali Baccu Perdosu, Isole di Quirra e monte Perdosu, presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate.

Origine del nome

Il suo nome, attestato fino dall’anno 1523 come Villa Puzzu, è composto dal termine Villa e del sardo campidanese Puzzu, cioè Pozzo. Si tratta dunque di un villaggio che deriva il suo nome da un pozzo, evidentemente di acqua abbondante e perenne. In ogni caso il suo nome non risulta molto corretto, per il fatto che è stato tradotto in lingua italiana il primo componente ma non il secondo, ed inoltre i due componenti risultano graficamente uniti. Si sarebbe dovuto tradurre Villa pozzo o, molto meglio, lasciare la forma sarda Bidda Putzu O Biddaputzu.

La sua economia

Villaputzu: artigianato: cestini di viminiIl settore primario della sua economia è presente con la coltivazione di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, vite, olivo, agrumi e frutta e con l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. Il settore economico secondario è costituito da imprese che operano nei comparti alimentare, della pesca, della piscicoltura, della fabbricazione di calzature, della carta, dei materiali da costruzione, dei laterizi, cantieristico, elettrico ed edile. Attivo è l’artigianato tradizionale che produce tessuti, coperte, tappeti e tovaglie, servizi da tavola ricamati all’uncinetto, cesti di vimini e stuoie. Il paese, immerso in uno scenografico paesaggio naturalistico, offre a quanti vi si rechino la possibilità di effettuare piacevoli escursioni tra boschi di lecceti e ginepri, tra corbezzoli e filiere, nonchché di raccogliere asparagi selvatici e funghi di specie prelibata. La fauna è abbondante, dato che si trovano pernici, uccelli acquatici, lepri, conigli e due specie di cinghiali, quello tipico sardo e quello chiamato Fromigazu, più piccolo, tondo e con criniera ispida. Sono assai interessanti anche i depositi fossiliferi di calcare del periodo siluriano e le discariche delle miniere di Gibas e S’Acqua Arrubia, attive nei primi anni di questo secolo per la coltivazione di argento e galena argentifera. Il versante del mare offre splendide spiagge. Altro motivo di richiamo è la gastronomia che offre la possibilità di gustare Is culingionis, importati dall’Ogliastra, Is malloreddus, gli arrosti di carne e di pesce, i dolci tipici, come Is pardulas, Is pabassinas, gli amaretti. Da citare, inoltre, gli agrumi di produzione locale. Un altro cibo tipico del paese è il Ca su marzu, un tipo di pecorino colonizzato da larve di mosche casearie. Le strutture ricettive, che comprendono vari agriturismi, offrono possibilità di ristorazione e, in minor misura, di soggiorno.

Brevi cenni storici

Testimonianza del fatto che il territorio sia abitato già in età nuragica, sono i numerosi Nuraghi e gli oggetti rinvenuti nei pressi dell’odierno rione di Santa Maria. La storia di Villaputzu si identifica fino al medioevo con quella di Sarcapos, città commerciale e portuale, situata probabilmente sulla foce del Flumendosa o nelle sue vicinanze, in località Eringiana, unico porto fluviale della costa orientale sarda. A causa delle frequenti incursioni barbariche, dall’ottavo secolo, il villaggio si trasferisce nel sito in cui è ubicata l’odierna Villaputzu, che risulta facilmente difendibile in caso di attacco. Nel medioevo ci sono molte denominazioni dello stesso villaggio, Villa Pupus nei registri del Giudicato di Càralis, Villa Pubussi de Sarrabus in un registro delle imposte pisano, e ancora Pututhi, Pupusti e Pupucci in un arco di tempo che va dal 1316 al 1346. Fino al 1258, fu parte dal Giudicato di Càralis, nella curatoria del Sarrabus, ed i giudici possiedono nel territorio un Castello, detto di Quirra. Nel 1258, alla caduta del Giudicato, il territorio passa per breve tempo al Giudicato di Gallura e quindi al comune di Pisa. Nel 1324 la conquista aragonese causa il frazionamento del paese in due insediamenti, Tarruti e Villa Pupusi. Dieci anni più tardi il Castello viene inutilmente assediato dai Doria, e nel corso della guerra sardo: catalana anche dai giudici di Arborea. Nel 1363 viene ceduto dal re d’Aragona Pietro IV il Cerimonioso a Berengario Carroz, al quale viene dato in feudo anche il paese di Villaputzu, che è quindi compreso nella Conte di Quirra. Nel 1603 la Conte di Quirra venne trasformata in Marchesato, feudo dei Centelles, ed il paese ne segue le sorti. Nel 1646 una nave da guerra francese naufraga nel vicino litorale, quattrocento uomini dell’equipaggio si salvano e riparano nel Castello, costretti poi ad arrendersi vengono fatti prigionieri. Durante l’annessione della Sardegna ai possedimenti sabaudi e nel corso del processo di Unità dell’Italia, Villaputzu non gode di particolare nota, passando a Muravera la funzione di centro nevralgico e politico della zona. Nnel 1839, con la soppressione del sistema feudale, il paese viene riscattato agli ultimi feudatari, gli Osorio de la Cueva Marchesi di Quirra, succeduti ai Centelles. Il paese dal 1956 ospita in parte del proprio territorio il poligono sperimentale e di addestramento interforze di Salto di Quirra. Nel 2016 viene cambiata la Provincia alla quale appartiene, passando dalla Provincia di Cagliari alla nuova Provincia del Sud Sardegna.

Le principali feste e sagre che si svolgono a Villaputzu

Villaputzu-Sfilata della 'Associazione launeddas di Villaputzu'A Villaputzu è attiva l’Associazione launeddas di Villaputzu, nelle cui esibizioni nel paese ed in altre località dell’isola è possibile ammirare il costume tradizionale del paese. Tra le principali principali feste e sagre che si svolgono a Villaputzu, vanno citate, il 17 gennaio, la Festa di Sant’Antonio Abate, con un grande falò chiamati Su fogu fogoni che si accende in piazza per auspicio di buon raccolto; la domenica precedente il mercoledì delle ceneri, il Carnevale Sarrabese; il 15 maggio, la Processione e Festa di San Giorgio Martire, patrono di Villaputzu; nei mesi estivi, ogni anno si tiene la Mostra dell’artigianato sarrabese, con oggetti d’antiquariato messi a disposizione dai collezionisti; il 7 agosto, il Festival delle launeddas, lo strumento musicale policalamo ad ancia battente, originario della Sardegna; il 16 agosto, la Festa della Madonna del mare nella località Porto Corallo; ad agosto, si svolgono le manifestazioni dell’Estate villaputzese e si tiene anche la Sagra del ballo sardo con le launeddas; la prima domenica di settembre, la Festa di San Giovanni Battista, presso la chiesa campestre a lui dedicata; la seconda domenica di ottobre, la Sagra di Santa Vittoria; la quarta domenica di ottobre, la Sagra di San Narciso. In occasione di queste sagre, si svolgono anche gare poetiche di improvvisatori, balli in piazza e spettacoli pirotecnici.

Villaputzu: locandina della Festa di Sant’Antonio Abate con 'su fogu fogoni' Villaputzu: locandina del Carnevale Sarrabese Villaputzu: locandina del Festival delle launeddas Villaputzu: locandina dell&39;Estate villaputzese Villaputzu: locandina delle sagre di Santa Vittoria e di San Narciso

La tradizione villaputzese del suono delle launeddas

Villaputzu: le launeddas di VillaputzuLe launeddas sono uno strumento di origini antichissime in grado di produrre polifonia, suonato con la tecnica della respirazione circolare e costruito utilizzando diversi tipi di canne. Villaputzu vantava, e vanta ancora, una Scuola che ha stilisticamente influenzato la musica per launeddas di tutta l’isola. Questa Scuola disponeva dei più raffinati maestri, custodi del ricco repertorio delle varie suonate, delle tecniche costruttive e del vasto patrimonio letterario orale concernente lo strumento. Il semi professionismo sopravvissuto nel paese, retaggio di periodi storici precedenti, quando i suonatori erano ancora al centro della vita sociale, ha reso possibile la conservazione e la trasmissione, da maestro ad allievo, di buona parte di questo prezioso patrimonio, tant’è che ancora oggi Villaputzu può vantare valenti esecutori, eredi della sua secolare tradizione.

Visita del centro di Villaputzu

L’abitato, interessato da un fenomeno di forte crescita edilizia, è situato in un breve tratto pianeggiante creato da depositi alluvionali della foce del Flumendosa, a ridosso delle colline del Sarrabus. Entriamo in Villaputzu provenendo da Muravera da sud ovest con la SS125 Orientale Sarda che, all’interno dell’abitato, assume il nome di via Nazionale.

Il Cimitero Comunale ed i pochi resti del Castello di Malvicino o Castello del Sarrabus

Villaputzu: ingresso del Cimitero Comunale di VillaputzuPercorsi appena centocinquanta metri dal cartello che indica l’ingresso nell’abitato, all’altezza del cartello segnaletico del chilometro 67 della Strada Statale, vediamo, alla destra della strada che è diventata la via Nazionale, il muro di cinta e l’ingresso del Cimitero Comunale di Villaputzu. All’altro lato della strada, ossia alla sinistra, di fronte al Cimitero Comunale, nella località ancora oggi chiamata Su Casteddu, si trova la collina alta 63 metri chiamata Perd ’e Pau, sulla sommità della quale, nella località attualmente chiamata Monti Cruxi, è posta una croce. Vicino a questa croce, sono stati individuati conci murari, fondazioni perimetrali e altri reperti che portano all’ipotesi della presenza di una costruzione di notevole importanza, che si ritiene potesse essere stato il Castello di Malvicino chiamato anche Castello del Sarrabus fatto erigere dai giudici di Cagliari intorno all’anno Mille. Era un Castello ubicato nel territorio della medievale villa Pupussi, a sud ovest dell’attuale paese, che, in periodo medioevale, doveva controllare le pianure del Sarrabus e la strada lungo la costa orientale, ma che nel 1316 viene citato, nel registro pisano delle Rentas de Cerdegna, come già abbandonato e distrutto. I resti meriterebbero senza dubbio un’attenta indagine archeologica.

Il nuovo Municipio di Villaputzu

Villaputzu: il nuovo Municipio di VillaputzuEntrati in Villaputzu con la SS125 Orientale Sarda e passato l’ingresso del Cimitero, proseguiamo lungo la via Nazionale, dopo cinquecento metri prendiamo a destra la via Leonardo da Vinci, e la seguiamo per duecento metri. Qui vediamo, alla sinistra della strada l’ampia piazza Leonardo da Vinci, utilizzata soprattutto come parcheggio, ed alla destra della via Leonardo da Vinci il moderno edificio dove si trova il Nuovo Municipio di Villaputzu, che ospita la sua sede e gli uffici in grado di fornire i loro servizi ai cittadini.

In piazza Marconi l’edificio che ospitava il vecchio Municipio ed il Monumento ai Caduti

Villaputzu: la bella piazza Guglielmo MarconiVillaputzu: il vecchio Municipio di VillaputzuVillaputzu: il vecchio Municipio di VillaputzuSeguendo la via Nazionale ed evitando la deviazione nella via Leonardo da Vinci, proseguiamo dritti e, dopo circa duecentocinquanta metri, svoltiamo a sinistra. Qui, in un centinaio di metri, raggiungiamo l’ampia Piazza Guglielmo Marconi. Sul lato sinistra di questa bella piazza si trova l’edificio nel quale era ospitato il Vecchio Municipio di Villaputzu, dismesso quando è stato inaugurato il nuovo Municipio in via Leonardo da Vinci. Davanti al palazzo che ospitava il Municipio si trova il Monumento ai Caduti Di Villaputzu, un monumento a lapide in marmo e bronzo, costituito da un recinto con prospetto composto da lapidi e motivi decorativ, e con l’elenco dei nomi dei caduti.

La chiesa parrocchiale di San Giorgio Martire già dedicata a Santa Caterina d’Alessandria

Villaputzu: veduta della chiesa parrocchiale di San Giorgio Martire con alla sinistra l’oratorio del RosarioDalla piazza Guglielmo Marconi prendiamo la strada sulla destra, di fronte all’edificio che ospitava il vecchio Municipio, che è la via della parrocchia, e che, in un centinaio di metri, ci porta al centro dell’abitato in piazza chiesa, nella quale, al civico numero 1, si trova la seicentesca chiesa di San Giorgio Martire che è la principale parrocchiale di Villaputzu. Già prima della sua costruzione, esisteva una chiesa intitolata a Santa Caterina d’Alessandria nella quale era conservato un retablo rappresentante la Santa, costruita intorno al dodicesimo secolo dai Genovesi insieme a quella intitolata a San Giorgio Martire in via San Giorgio. Della struttura di questa antica chiesa, rimangono solo alcuni segmenti murari corrispondenti all’odierno oratorio, accorpati alla più recente costruzione spagnola in stile tardo gotico. Quando iniziano i lavori per la costruzione della nuova chiesa, il retablo di Santa Caterina viene trasferito nella piccola chiesa di San Giovanni in Murerau, poco distante dal centro abitato di Villaputzu, per non essere danneggiato, ma viene perduto. I lavori per la costruzione della nuova chiesa vengono interrotti varie volte a causa della mancanza di denaro, ma anche per un’epidemia di peste che provoca numerose vittime fra il 1652 e il 1656. I lavori ricominciano nel 1731, nel 1742 viene costruita la sacrestia e dal 1747 al 1753 il campanile. Nata intitolata a Santa Caterina d’Alessandria, della quale il simulacro è ancora presente sull’altare maggiore, la nuova parrocchiale nel 1904 viene dedicata a San Giorgio Martire dal Vescovo d’Ogliastra monsignor Giuseppe Paderi Concas, originario del paese, fatto probabilmente dovuto al trasferimento del simulacro del Santo a cavallo, che oggi è presente alla sommità dell’altare, dopo il crollo dell’antica chiesa a lui dedicata, della quale sono comunque ancora visibili i pochi resti nell’omonima via San Giorgio, e che visiteremo più avanti. Nella chiesa, la semplice facciata rettangolare di colore bianco ospita al centro il portone ligneo con cornice modanata, sovrastato da due originali oculi. Il terminale piano è ornato da una semplice cornice. Nella parte posteriore spicca la bella cupola decorata. Sul lato sinistro della chiesa si eleva l’alto campanile a canna quadrata con due piani rastremati verso l’alto e alleggerito a diversi livelli da eleganti monofore ad arco acuto con campane, dotato di un orologio sulla parte superiore.

Villaputzu: chiesa parrocchiale di San Giorgio Martire: facciata Villaputzu: chiesa parrocchiale di San Giorgio Martire: interno Villaputzu: chiesa parrocchiale di San Giorgio Martire: statua di San Giorgio Villaputzu: chiesa parrocchiale di San Giorgio Martire: statua di Santa Caterina Villaputzu: chiesa parrocchiale di San Giorgio Martire: altare della Madonna del Rosario Villaputzu: chiesa parrocchiale di San Giorgio Martire: altare del Crocifisso Villaputzu: chiesa parrocchiale di San Giorgio Martire: fonte battesimale

L’interno presenta una pianta longitudinale articolata in una sola navata con volta a botte, sulla quale si affacciano le cappelle laterali. Nell’area presbiterale, delimitata da un particolare arco trionfale e sovrastata da una grande cupola ottagonale, è posto il pregevole altare maggiore in marmo policromo risalente al 1766. Nella chiesa è possibile ammirare l’altare della Madonna del Rosario con la sua bellissima statua e i simulacri lignei di Santa Lucia e di Santa Vittoria, e l’altare del Crocifisso. Particolarmente bella anche una pregiata lampada in argento di fine settecento e la fonte battesimale.

Villaputzu: locandina della Festa di San GiorgioOgni anno, il 15 maggio si celebra la Festa di San Giorgio Martire, patrono di Villaputzu, per la quale i festeggiamenti si tengono il sabato e la domenica successivi. Il sabato a fine pomeriggio è in programma una solenne processione per le vie del paese con il simulacro del Santo che viene trasportato su un carro a buoi accompagnato dal suono delle launeddas dei suonatori di Villaputzu e dai gruppi folk del Sarrabus. Successivamente, la domenica nel pomeriggio viene celebrata la messa solenne nella parrocchia ed, a seguire, la processione per le vie del paese con launeddas e gruppi in costume tradizionale. Alla sera l’ultimo appuntamento con un momento conviviale in cui sono protagonisti, ancora una volta, launeddas e gruppi folk.

L’oratorio del Santissimo Rosario

Nella piazza chiesa, sul lato sinistro della chiesa parrocchiale di San Giorgio Martire, si trova l’oratorio del Santissimo Rosario che in passato è stato sede della Confraternita del Santissimo Rosario, da cui deriva il suo nome. L’edificio è preceduto da un’ampia scalinata. La graziosa facciata bianca, ospita nella parte centrale un portone in legno con cornice, sormontato da una finestra. Sul terminale del prospetto cuspidato e arricchito da motivi ornamentali ricurvi, si erge un bel campanile a vela con timpano triangolare e luce ad arco acuto, dotato di campana.

Villaputzu-oratorio del Rosario Villaputzu-oratorio del Rosario: interno Villaputzu-oratorio del Rosario: acquasantiera

L’interno ha una semplice pianta rettangolare articolata in una sola navata. Di fronte alla chiesa parrocchiale, alla sinistra dell’oratorio, sono presenti i locali che un tempo ospitavano il Monte Granatico.

La chiesa di Santa Brigida

Dalla piazza Guglielmo Marconi prendiamo verso nord, alla sinistra della via della parrocchia, la via Azuni, la seguiamo per cento metri, poi svoltiamo a destra in via Amsicora, la seguiamo e, dopo una cinquantina di metri, prima che la strada sbocchi sulla via Congiu, si vede alla sinistra la facciata della chiesa di Santa Brigida edificata probabilmente nel sedicesimo secolo in stile gotico aragonese. La facciata, presenta sulla linea superiore un cornicione sormontato dal basamento di quello che doveva forse essere un campaniletto a vela. Il portone d’ingresso, posto al centro della facciata, ha architrave piatta ed è sormontato da una piccola apertura di forma rettangolare.

Villaputzu: chiesa di Santa Brigida Villaputzu: chiesa di Santa Brigida: interno

Ha pianta rettangolare, navata unica e vani laterali per le cappelle. L’interno dell’edificio è caratterizzato da due arcate a sesto acuto che dividono la pianta in tre campate. Ai lati delle due campate centrali si trovano tre cappelle voltate a botte, così come il presbiterio. L’altare è in muratura, ed è per questo che è l’unico elemento degli arredi interni che ha resistito allo stato di degrado nel quale versa attualmente l’edificio.

I resti dell’antica chiesa di San Giorgio Martire

Nel centro abitato esisteva una chiesa medievale, ormai in rovina, dedicata proprio al Santo patrono, un edificio che in passato è stato sede della parrocchia. A causa dell’incremento demografico avvenuto in età moderna la sede parrocchiale è stata trasferita dalla vecchia chiesa di San Giorgio Martire, oggi conosciuta col nome di San Giorgio Vecchio ossia Santu Groxu Becciu, alla seicentesca chiesa di Santa Caterina d’Alessandria, poi diventata la chiesa di San Giorgio Martire. La raggiungiamo dalla piazza chiesa procedendo in direzione est con la via Roma, dopo circa duecento metri svoltiamo a sinistra e prendiamo la via San Giorgio, lungo la quale, dopo un centinaio di metri, si vedono sulla destra, all’altezza del civico numero 12/A, i resti dell’antica chiesa di San Giorgio.

Villaputzu-Resti della chiesa di San Giorgio Vecchio ossia Santu Groxu Becciu Villaputzu-Resti della chiesa di San Giorgio Vecchio ossia Santu Groxu Becciu

L’impianto più antico della chiesa di San Giorgio, patrono del paese, è stato realizzato dai Genovesi presumibilmente nel dodicesimo secolo, ed è stato modificato poi nel sedicesimo secolo dagli Aragonesi in stile tardo gotico. La costruzione, dotata di campanile a vela, era composta da tre navate divise da arcate poggianti ciascuna su quattro capitelli, oggi parzialmente visibili. A causa dell’abbandono, la chiesa, situata ai piedi dell’omonima via nella parte più antica del paese, ove sorgeva anche l’antico Cimitero, ha subito un importante crollo nel ventesimo secolo. Oggi si trova in condizioni pessime, ed è stato costituito a Villaputzu il comitato Salviamo Santu Groxu Becciu che ne chiede il restauro, che ha anche aperto una pagina Facebook il cui obiettivo è Un impegno per Villaputzu e il Sarrabus, per riscoprire una perla della nostra storia. Assieme si può!.

Il Campo Sportivo Comunale

Entrati in Villaputzu con la SS125 Orientale Sarda e passato l’ingresso del Cimitero, proseguiamo lungo la via Nazionale, evitando le deviazioni nella via Leonardo da Vinci, ed in piazza Guglielmo Marconi, proseguiamo dritti. Percorso un chilometro e quattrocento metri, usciti dall’abitato verso est, in località Is Tallaias, all’altezza del cartello indicatore del chilometro 69 della SS125 Orientale Sarda, vediamo, alla sinistra della strada, il Campo Sportivo Comunale di Villaputzu. All’interno di questi Impianti Sportivi, sono presenti un Campo da Calcio dotato di tribune in grado di ospitare 200 spettatori, intorno al quale si trova una Pista d’atletica leggera anulare nella quale praticare come discipline l’atletica leggera e corse su pista.

Villaputzu: Campo Sportivo Comunale: ingresso Villaputzu: Campo Sportivo Comunale: Campo da Calcio Villaputzu: Campo Sportivo Comunale: la pista d’atletica leggera anulare Villaputzu: Campo Sportivo Comunale: Campo da Tennis Villaputzu: Campo Sportivo Comunale: campo polivalente all’aperto

Nel Campo da Calcio gioca le sue partite casalinghe la squadra Villaputzu Federazione calcio, che milita nel campionato di Terza Categoria Cagliari, Girone A. Vicino al Campo Sportivo, sono presenti, inoltre, un Campo da Tennis, ed anche un Campo polivalente all’aperto nel quale praticare come disciplina la pallacanestro.

La frazione Santa Maria

Villaputzu: veduta del rione Santa MariaPassato il Campo Sportivo Comunale, proseguiamo lungo la SS125 Orientale Sarda e, dopo quasi cinquecento metri, troviamo la prima deviazione sulla sinistra che ci porta all’interno della frazione Santa Maria (altezza metri 35, distanza in linea d’aria circa 1.78 chilometri sul livello del mare, abitanti 642), che è un grande rione periferico del comune di Villaputzu. Nei pressi di questo rione sono stati rinvenuti alcuni oggetti testimoni del fatto che il territorio doveva essere stato abitato già in età nuragica.

La chiesa parrocchiale di Santa Maria

Villaputzu: chiesa parrocchiale di Santa MariaLa deviazione che abbiamo preso per entrare nel rione, ci porta nella via dei Glicini, lungo la quale, dopo quattrocento metri, vediamo, alla sinistra della strada, la chiesa di Santa Maria che è la seconda parrocchiale di Villaputzu. Questa chiesa è stata edificata nel 2001 per gli abitanti della borgata di Santa Maria, dopo l’istituzione dell’omonima parrocchia nel 1998. Si tratta di un’imponente edificio costruito in stile moderno. La facciata in pietra con tetto a doppio spiovente, è caratterizzata da un grande arco a tutto sesto in cui è inserito il portone sovrastato da due finestre semicircolari. Sul lato sinistro della chiesa è posto l’originale campanile a base rettangolare e terminale semicircolare, alleggerito da un’apertura quadrata sotto cui si trova una grande croce. La torre campanaria è cinta da una scala a chiocciola esterna. Da questa chiesa, il 16 agosto, per la Festa della Madonna del mare, parte la processione in auto che porta il Simulacro della Madonna fino a Porto Corallo.

Visita dei dintorni di Villaputzu

Vediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Villaputzu, sono stati portati alla luce i resti della necropoli S’Oru; del pozzo sacro Is Pirois; dei Protonuraghi Baccu Biancu, Cuileddu, Cuili Agus, Cuili Gureu, Curreli, Marcialis, Perda su Crobu, Perdas Squaddus, Santa Maria su Claru; dei Nuraghi semplici casa de Muru, Costa Funtanas, Crobecadas, monte del Castello di Quirra, Perda su luaxiu, San Lorenzo, Serbiola; dei Nuraghi complessi Guardia Manna, Monte Arrubiu, monte del Castello di Quirra II, Sa Pudda; ed anche dei Nuraghi Bracconi, Bruncu Perda Bianca, Crabili su Campu, Cresia, Mannu, Molas, Moros, Murvia, Nurresu, Perdu Seguru, Simoneddu, su Franzesu, Uluedu, tutti di tipologia indefinita. Diversi di questi resti archeologici si trovano nella frazione Quirra, ed i principali di essi verranno descritti più avanti quando si illustrerà quello che si trova in questa frazione.

La chiesa campestre di San Giovanni Battista o Santu Juanni

Usciti da Villaputzu sulla SS125 Orientale Sarda, dopo circa due chilometri, proseguendo verso nord arriviamo alla frazione Santa Maria, da dove, dopo neanche cento metri, svoltiamo a destra sulla SP99. Presa la SP99, la seguiamo per trecento metri, poi svoltiamo a sinistra in una strada secondaria seguendo le indicazioni per la chiesa di San Giovanni. Percorso circa un chilometro, si vede, alla destra della strada, la Pista di Motocross Murerau che prende il nome dalla località nella quale è stata realizzata.

Villaputzu: chiesa campestre di San Giovanni BattistaProseguiamo per un altro chilometro, e troviamo sulla sinistra una deviazione che, in una settantina di metri, ci porta di fronte al cancello, dopo il quale si trova la chiesa campestre di San Giovanni Battista ossia di Santu Juanni. Questa chiesa, oltre a essere cara ai villaputzesi per motivi religiosi, è un ricordo tangibile di don Francesco Usai, per tantissimi anni storico parroco di Villaputzu, che ne volle fortemente la realizzazione in località Murerau. La chiesa venne costruita negli anni sessanta del secolo scorso, sopra le rovine di un tempio antico, come recita una targa in granito situata nella parete esterna della chiesa stessa.

Villaputzu-Festa di San Giovanni BattistaAnche la Festa di San Giovanni Battista attira da anni, la prima domenica di settembre, la curiosità di quei turisti che preferiscono fare le vacanze nel periodo finale dell’estate. Si tratta di una tradizione che si ripete ogni anno nella piccola chiesa campestre a Murerau. Il giorno prima i fedeli portano il simulacro del Santo in una lunga processione a piedi circa cinque chilometri dalla chiesa di Santa Brigida in Villaputzu fino a Murerau, dove viene celebrata la messa, seguita, come da tradizione, dal rinfresco offerto dai componenti del comitato in onore di San Giovanni. La domenica il Santo viene riaccompagnato a Villaputzu in solenne processione verso la chiesa parrocchiale di San Giorgio, dove si celebra la messa conclusiva, al termine della quale la statua viene riportata nella chiesa di Santa Brigida, dov’è custodita tutto l’anno.

Lo stagno di Sa Praia e le rovine della miniera d’argento di Gibbas

Villaputzu: veduta dello stagno Sa PraiaEvitando la deviazione per la chiesa campestre di San Giovanni Battista, riprendiamo la SP99 che, dirigendosi verso Porto Corallo, lascia sulla sinistra lo stagno di Sa Praia, Un ampio specchio d’acqua della superficie di 407 ettari, di grande interesse naturalistico e ambientale. La laguna, situata a breve distanza dalla foce del Flumendosa e dal porticciolo di Porto Corallo, è immersa in una rigogliosa vegetazione, ed è popolata da una ricca avifauna, con specie come le folaghe, i germani reali e gli aironi cenerini. Lo stagno deve la sua origine alle modificazioni dell’alveo del Flumendosa, ed infatti la sua nascita è da mettere in relazione con l’antica foce del Flumendosa, che si trovava in prossimità di Porto Corallo. Lo stagno viene oggi alimentato dal rio Gironi, ed è totalmente isolato dal mare. L’area umida costituita dallo stagno di Sa Praia è ricca di vegetazione palustre, in espansione lungo il tratto finale del fiume, è frequentato da una discreta avifauna ed è un’importante area per la sosta e per la riproduzione di avifauna acquatica di interesse comunitario.

Villaputzu-Strage di pesci nello stagno Sa PraiaL’area è stata data in concessione alla società consortile del Compendio Ittico di Villaputzu, che svolge l’attività di pesca all’interno della laguna attraverso il metodo vagantivo e il prelievo nei lavorieri situati all’imbocco del canale. Nel luglio del 2018 si è verificata una strage di pesci nello stagno Sa Praia, una grave mazzata per i pescatori. Non si conoscono ancora le cause che hanno provocato la morte di tutti i pesci dello stagno, sia degli esemplari adulti che del novellame, e dei molluschi bivalvi. Un danno economico ed ambientale immane, senza precedenti, come dimostrano le carcasse di migliaia di cefali, branzini, orate, sogliole, saraghi, mormore, anguille, arselle e vongole, affiorati in superficie. Secondo le prime attendibili stime circa diecimila chili. Si è ritenuto che ci sarebbero voluti tre anni prima che lo specchio d’acqua tornasse ad essere produttivo.

Le rovine della miniera d’argento di Gibbas

Villaputzu-Resti della miniera di Gibbas utilizzati oggi come ricoveri per gli animaliAl est dello stagno si trovano le rovine della ex Miniera d’argento di Gibbas. Oltre ad essere una delle più antiche concessioni minerarie del Sarrabus, tale miniera è famosa anche per i bei cristalli di fosgenite che sono stati trovati nel sottosuolo. La concessione fu attiva tra il 1851 e il 1890, e l’area della concessione si estendeva su 400 ettari da Porto Corallo fino ad occupare, tra l’altro, l’area su cui oggi sorge lo stagno di Sa Praia. Di questa antica miniera rimangono poche testimonianze, anche perché gli antichi scavi minerari sono stati cancellati da lavori di bonifica, lavori agrari e in parte sommersi dallo stagno Sa Praia. Della miniera oggi restano visibili solo pochi ruderi, per lo più riutilizzati come ricoveri per gli animali.

Le rovine del Castello di Gibas

Villaputzu-Resti del Castello di GibasPoco più avanti,su un alto colle visibile percorrendo la strada che conduce a Porto Corallo, alla sinistra della SP99, si vedono le rovine del Castello di Gibas ubicate tra lo stagno di Sa Praia e la Torre di Porto Corallo. Era una piccola fortezza edificata nel corso del cinquecento dagli Spagnoli, insieme alla Torre di Porto Corallo, che serviva probabilmente come protezione alle navi ormeggiate a Porto Corallo, ed aveva funzioni di avvistamento e controllo dalle incursioni dei pirati Saraceni. Si trattava di un edificio a due piani, di forma quadrangolare, dotato di feritoie e probabilmente anche dei sotterranei. Attualmente della fortezza si conservano solamente pochi ruderi.

La costiera di Villaputzu

Tre VeleNel 2017 Legambiente attore protagonista dell’ambientalismo italiano, con le rilevazioni effettuate dalla sua Goletta Verde, e con la collaborazione del Touring Club Italiano, ha assegnato il riconoscimento di 3 Vele al comprensorio della costa sud orientale dell’isola con la costiera di Villaputzu. I parametri considerati per l’assegnazione delle vele sono la qualità delle acque di balneazione, efficacia della raccolta differenziata dei rifiuti, la gestione delle risorse idriche, la presenza di aree pedonali, efficienza dei servizi, la valorizzazione del paesaggio e delle produzioni locali.

Usciti da Villaputzu sulla SS125 Orientale Sarda, dopo circa due chilometri, proseguendo verso nord arriviamo alla frazione Santa Maria, mentre, svoltando a destra sulla SP99, in quattro chilometri, arriveremo sulla costa a Porto Corallo.

La Torre di Porto Corallo

Villaputzu: la Torre di Porto CoralloA quasi quattro chilometri da dove avevamo imboccato la SP99 vdiamo, a 16 metri sul mare, proprio sulla collina che chiude a sud il porto dal quale partiva il materiale argentifero di Monte Narba, sorge la Torre di Porto Corallo o Torre di Puerto Coral, come la chiamavano gli Spagnoli. Costruita probabilmente nel 1639, oggi, ristrutturata e intonacata, è resa accessibile ed offre al visitatore un panorama indimenticabile di tutta la costa. Ha 14 metri d’altezza e oltre 30 di circonferenza, una volta a cupola ed una cisterna. Si dispone su due piani, ed una scala esterna di recente costruzione, permette l’accesso al primo piano e questo comunica con il successivo, grazie ad una scala interna alla muratura. Il secondo piano, che in origine era il terrazzo, è spartito in due ambienti. La torre permetteva di controllare il delta del Flumendosa e il porto commerciale, che veniva utilizzato per il traffico dei minerali provenienti dalle miniere all’interno e del corallo riccamente presente nella zona.

La località Porto Corallo con la sua spiaggia

Villaputzu: il porticciolo dell’insediamento turistico di Porto CoralloProseguendo lungo la SP99, a trecento metri da dove avevamo visto la torre, arriviamo al porto della località Porto Corallo, che è chiamata anche Marina di Villaputzu. Si tratta di un insediamento turistico sulla costa, dotato di un porticciolo e di diverse attrezzature ricettive. Il porticcolo è in grado di ospitare 400 imbarcazioni delle dimensioni massime di 30 metri, ed in esso sono al momento disponibili tutti i principali servizi. Subito a sud del porticciolo turistico, percorso un breve tratto sterrato, si accede al grande arenile della spiaggia di Porto Corallo. L’arenile, di grandi dimensioni, viene interrotto solo dalla foce del Flumendosa e da numerose insenature tra scogli, dove, un tempo, si potevano trovare frammenti di corallo.

Villaputzu-spiaggia di Porto CoralloLa spiaggia di Porto Corallo è costituita da un lungo arenile costituito da sabbia grigia, fine, con ciottolini, che si affaccia su un mare verde, profondo, ed è decorata da una vegetazione che arriva fino all’arenile. Dall’acqua affiorano numerosi tratti di scogliera . Il nome richiama la presenza di colonie di coralli, la cui raccolta avviene fin da epoche remote e che vengono usati per la preparazione di oggetti decorativi, soprattutto abbinato all’oro. Intorno alla spiaggia, mai affollata, neanche in alta stagione, salvo che presso i posteggi ed i punti di accessio, si trovano bar, ristoranti, negozi e servizi vari.

A Porto Corallo nei giorni intorno al 16 agosto si svolge la Festa della Madonna del mare, con tre o quattro giorni di festa, che animano il lungomare con la mostra mercato, spettacoli musicali e pirotecnici e con la suggestione delle celebrazioni religiose dedicate alla Madonna del Mare. Villaputzu: la Festa della Madonna del Mare a Porto CoralloIl culmine della manifestazione si svolge il 16, quando il pomeriggio dalla chiesa di Santa Maria, nel borgo omonimo, parte la processione in auto che porta il Simulacro della Madonna fino a Porto Corallo, dove si svolge la processione a piedi per raggiungere il porto, nel quale viene celebrata la messa. Ed in serata grande occasione per tutti per gustare il fritto misto di mare, cui seguono spettacoli musicali. La serata si conclude con un grande spettacolo di fuochi artificiali. La Sagra del mare è tra le manifestazioni più attese dell’estate a Villaputzu.

La frazione Porto Tramatzu con la sua spiaggia

Villaputzu: la lottizzazione turistica di Porto Tramatzu con il residence Il Borgo di Porto CoralloArrivati a Porto Corallo, invece di fermarci a visitare il suo grande arenile, proseguiamo oltre, verso nord, fino ad incontrare, a meno di due chilometri di ditanza, la frazione Porto Tramatzu (altezza metri 19, distanza in linea d’aria circa 7,9 chilometri sul livello del mare, abitanti 190). In località Porto Tramatzu,su un promontorio immerso nel verde, affacciato direttamente sul mare, sorge la lottizzazione turistica immersa nel verde, ed anche il Residence Il Borgo di Porto Corallo, un’incantevole ampia struttura di recente costruzione. Qui si trova la spiaggia di Porto Tramatzu, sul retro della quale si vede il Residence Il Borgo di Porto Corallo.

Villaputzu-spiaggia di Porto TramatzuPrima di arrivare al residence, si incontra la spiaggia di Porto Tramatzu. Si tratta di un arenile ad arco di medie dimensioni, ben riparato dai venti, costituito da sabbia bianco grigia scura e fine. Si affaccia su un mare dai colori affascinanti cangianti tra il verde e le sfumature del turchese, con un fondale basso e sabbioso. Qualche scoglio rende il paesaggio davvero suggestivo. Intorno alla spiaggia, affollata in alta stagione, sono presenti bar, ristoranti, negozi e servizi vari.

La torre Motta o Torre del monte Rosso

Villaputzu: la torre Motta detta anche Torre di Porto CoralloA nord della spiaggia di Porto Tramatzu, passato il Residence Il Borgo di Porto Corallo, si trova la vasta area di rimboschimento di Porto Tramatzu, ai cui limiti orientali, a due chilometri e mezzo di distanza, vista del litorale, sulla sommità del monte Rosso, a punta Pranedda a 132 metri di altezza, si trova la Torre Motta chiamata anche Torre del monte Rosso che è raggiungibile in parte in auto ed in parte a piedi. Si tratta di una torre costiera difensiva, edificata in epoca spagnola nel 1578 secondo Michele de Moncada, a 132 metri sul livello del mare, che domina un vasto tratto di costa. La torre ha una volta a cupola ed è composta da graniti e scisti. Il punto strategico sul quale sorge, permette la comunicazione visiva con la Torre di Porto Corallo, che abbiamo appena descritta, e con la Torre di San Lorenzo, che descriveremo più avanti.

L’area umida costituita dalla foce del Flumendosa

Villaputzu: la foce del FlumendosaDal grande arenile di Porto Corallo, proseguendo a piedi verso sud, si raggiunge la Foce del fiume Flumendosa ridotto però a poco più di un rigagnolo a causa della forte siccità, e, soprattutto, dell’eccessivo prelievo di acqua per le necessità potabili del sud della Sardegna. L’intera zona umida ha subìto, nel corso degli ultimi anni, notevoli riduzioni di superficie a causa delle importanti opere di ingegneria idraulica, che hanno interrotto il normale flusso del Flumendosa verso il mare, e costretto il tratto finale del fiume in alveo canalizzato. Prima della costruzione di questi sbarramenti, la portata massima aveva raggiunto, nel 1940, ben 5.500 metri cubi al secondo, contro l’attuale media di meno di 25 metri cubi al secondo. Ed in particolare, l’area compresa tra l’attuale foce del Flumendosa e, verso sud, la Torre delle Saline o Torre Salinas, in territorio di Muravera, presenta un ben conservato sistema di canali che corrispondono ad antichi tracciati fluviali. Anche l’area umida costituita dalla foce del Flumendosa è caratterizzata da una fitta vegetazione riparia, in espansione lungo il tratto finale del fiume, ed è un’importante area per la sosta e per la riproduzione di avifauna acquatica di interesse comunitario. Per quanto riguarda la pesca in quest’area umida, nella foce del Flumendosa si effettua soprattutto la pesca vagantiva, con tremagli e bertovelli, per la cattura prevalentemente di muggini.

La spiaggia della foce del Flumendosa

La parte settentrionale della costa di Villaputzu, condivisa con il comune di Muravera, comprende anche la splendida spiaggia della foce del Flumendosa.

Villaputzu: la spiaggia della foce del FlumendosaProseguiamo a piedi verso sud fino alla foce dell’importante fiume, dove ha inizio la spiaggia della foce del Flumendosa che prosegue verso sud, dove prende il nome di spiaggia di Foxi de Sa Carina e si porta fino in territorio di Muravera, alla spiaggia di San Giovanni. È un’ampia distesa di sabbia grigia, finissima, che degrada dolcemente in un mare verde, profondo, limpido e trasparente. La spiaggia, difficile da raggiungere, non è dotata di servizi e non è mai affollata, neanche in alta stagione.

Entriamo nella Regione denominata Quirra

La QuirraNel centro orientale della Sardegna si trova la Regione storica denominata Quirra che si trova a cavallo tra la Provincia dell’Ogliastra e la Provincia del Sud Sardegna. La Regione deriva da quando, nel 1327, don Alfonso d’Aragona ha creato la Conte di Quirra che diventerà in seguito Marchesato. La contea, che è legata alle sorti delle famiglie Carroz e Centelles, comprendeva i seguenti feudi: encontrada de Sarrubus, Baronia de San Miguel, Baronia de Monreal, Encontrada de Marmila e Judicate de Ollastre. Quest’ultimo comprendeva il Castello di lotzorai e i villaggi di Arbatax, Arzana, Elini, Gairo, Girasole, Ilbono, Jerzu, Lanusei, lotzorai, Osini, Perdasdefogu, Tertenia, Tortolì ed Ulassai. Oggi limitiamo la Regione alla sola frazione Quirra del comune di Villaputzu, mentre i singoli comuni che facevano parte della Conte e del Marchesato appartengono alla Regione dell’Ogliastra.

Da Villaputzu alla frazione Quirra con la chiesa di San Nicola

Partendo da Villaputzu, prendiamo la vecchia SS125 Orientale Sarda verso nord, ossia in direzione di Tertenia, e, in una diecina di chilometri, entriamo nella Regione storica della Quirra.

La frazione Quirra del comune di Villaputzu

Lungo la vecchia SS125 Orientale Sarda, a poco più di undici chilometri da Villaputzu, passato il cartello indicatore del chilometro 79, troviamo le abitazioni del minuscolo e caratteristico villaggio agricolo di Quirra, ossia della frazione Quirra (altezza imprecisata, distanza in linea d’aria circa 8.96 chilometri sul livello del mare, abitanti 89) del comune di Villaputzu.

La chiesa romanica di San Nicola Vescovo conosciuta come San Nicolò di Quirra

Villaputzu: chiesa di San Nicola di QuirraPercorsi altri tre chilometri e mezzo sulla vecchia SS125 Orientale Sarda, al chilometro 82.5, vediamo, alla destra della strada statale, la chiesa di San Nicola Vescovo conosciuta come San Nicolò di Quirra situata in località campestre, sulla riva sinistra del rio Quirra. Questa chiesa, di probabili origini bizantine, faceva parte del villaggio medievale di Kirra ora scomparso, sede dell’omonima Curatoria, situato ai piedi del monte sul quale si trovano i resti dell’omonimo Castello. Nel 1104 il giudice Torbeno concede in Ogliastra, all’Opera di Santa Maria di Pisa, quattro donnicallie, termine che disegna un’insieme economico dipendente direttamente dal signore, passato a indicare una villa rurale. L’Opara di Santa Maria invia i propri monaci per evangelizzare le popolazioni e migliorare la resa agricola dei terreni, i quali prendono possesso anche di questo luogo di culto e probabilmente lo ricostruiscono, tra la fine del dodicesimo e gli inizi del tredicesimo secolo, utilizzando esclusivamente mattoni in cotto, prodotti in loco. Tale soluzione edilizia è rarissima in Sardegna, riscontrabile solo nella chiesa campestre di San Gavino, in territorio di Bono, antica parrocchiale del borgo giudicale di lorthia. Il centro di Kirra viene abbandonato durante la prima metà del quindicesimo secolo e così la chiesa, che si ritrova isolata ma non dimenticata, ed una volta l’anno, la terza domenica di maggio, come riporta lo storico Vittorio Angius alla metà dell’ottocento, vi si svolgevano i festeggiamenti molto partecipati. La chiesa, restaurata recentemente, è composta da un’aula con pianta a navata unica, coperta a capriate e provvista di abside. Sulla facciata piana si apre l’unico ingresso e sopra questo, il notevole campanile a vela. Nell’ordine superiore, lungo tutto l’edificio, una linea di semplici archetti a tutto sesto, donano una modesta decorazione al paramento murario. Due monofore per ciascun fianco, ed una che si apre sull’abside, assicurano l’illuminazione naturale della sala, nella quale non rimane traccia dell’antico altare.

La tomba ipogeica paleocristiana su Presoni

Entrati nel borgo di Quirra, percorsi circa seicento metri, seguendo le indicazioni, prendiamo verso destra la strada che porta alla spiaggia di Murtas ed al Castello di Quirra. La seguiamo per un’ottantina di metri, poi prendiamo una strada bianca sulla sinistra, dopo settecentocinquanta metri, prendiamo a sinistra e, in meno di trecento metri, in località Cirreddis, è possibile visitare alla destra della strada bianca un notevole esempio di sepoltura ipogeica paleocristiana. Viene denominata Su Presoni in quanto, in epoca successiva, è stata adibita a prigione. La sepoltura si trova alla base di un dirupo roccioso, poco distante dal rio Quirra e dal villaggio medievale di Cirra. L’ingresso, di forma quadrangolare, conduce direttamente all’ipogeo funerario, nelle cui pareti sono stati ricavati delle sedi base rettangolare e ad arcosolio. Le pareti presentano inoltre tracce di intonaco, è dunque ipotizzabile che l’ipogeo sia stato adibito in età successiva a luogo di culto.

Villaputzu: la tomba ipogeica paleocristiana su Presoni Villaputzu: la tomba ipogeica paleocristiana su Presoni Villaputzu: la tomba ipogeica paleocristiana su Presoni

I resti del Castello di Quirra

Presa verso destra la strada che porta alla spiaggia di Murtas ed al Castello di Quirra, la seguiamo per quasi cinquecento metri, e troviamo la deviazione a destra per la spiaggia, mentre noi proseguiamo verso sinistra sulla strada militare asfaltata che si dirige verso nord. Dopo circa un chilometro, appena passato il ponte sul Flumini Durci, arriviamo a un bivio dove prendiamo la strada bianca a sinistra, e poi subito a destra, e dopo poco più di un chilometro raggiungiamo i Resti del Castello di Quirra. Si tratta di un edificio fortificato posto ad un’altezza di 296 metri, in posizione strategica, edificato dai giudici di Cagliari sulla cima del monte Cudias nel dodicesimo o tredicesimo secolo, a difesa dei confini del Giudicato di Càralis da quello di Gallura. Viene occupato dagli aragonesi nel 1324, successivamente è Teatro degli scontri tra il Regno di Sardegna e il Giudicato di Arborea, poi dal 1475 il Castello diviene parte del patrimonio della corona d’Aragona. Del Castello restano oggi solo tre muraglioni a picco sul precipizio. edificato dai giudici di Cagliari.

Villaputzu-Resti del Castello di Quirra Villaputzu-Resti del Castello di Quirra Villaputzu-Resti del Castello di Quirra

I resti della Domus de janas S’Oru

Presa verso destra la strada che porta alla spiaggia di Murtas ed al Castello di Quirra, la seguiamo per quasi cinquecento metri, e troviamo la deviazione a destra per la spiaggia, mentre noi proseguiamo verso sinistra sulla strada militare asfaltata che si dirige verso nord. Dopo circa un chilometro, appena passato il ponte sul Flumini Durci, arriviamo a un bivio, dove passiamo la deviazione a sinistra per il Castello, giriamo invece a destra e continuiamo per poco più di due chilometri, sino a raggiungere un altro cartello che indica la Domus de janas, quindi svoltiamo nuovamente a destra e percorriamo per un centinaio di metri la strada bianca che conduce al sito. La Domus de janas S’Oru è attribuibile alla Cultura di San Michele di Ozieri, ha una struttura bicellulare, ed è interamente scavata nella roccia granitica. I portelli di ingresso delle due celle sono ben lavorati e rifiniti con lo scalpello. La prima cella di pianta trapezoidale è collegata, tramite un portello di accesso, alla seconda cella di pianta subquadrangolare, che presenta sulle pareti tracce di lavorazione a costalatura della roccia. Questo elemento rilevabile in altre sepolture coeve, lascia supporre che si trattasse di un tentativo di richiamare le strutture lignee delle capanne dell’epoca, al fine di creare una continuità tra la vita terrena del defunto e quella ultraterrena.

Villaputzu: la tomba ipogeica S’Oru Villaputzu: la tomba ipogeica S’Oru

Dalla frazione Quirra alla spiaggia di Murtas

Villaputzu-Un asinello lungo la strada per la Cala di MurtasPresa verso destra la strada che porta alla spiaggia di Murtas ed al Castello di Quirra, la seguiamo per quasi cinquecento metri, e troviamo la deviazione a destra per la spiaggia, che si dirige verso la costa, dove la frazione Quirra si affaccia sul mare nella Cala di Murtas. Dopo circa un chilometro e mezzo, raggiungiamo il posteggio della spiaggia. Nel percorrere questa strada, se si è in estate conviene ignorare i diversi cartelli militari di divieto, che non hanno valore dato che le esercitazioni si svolgono dall’autunno alla primavera, ma poi i cartelli stessi non vengono rimossi. Sul retro della spiaggia si trova, infatti, l’area militare di Salto di Quirra, che, come suggerisce il nome, è la discesa a mare dagli altopiani di Perdasdefogu, ed è anche una linea di volo in avvicinamento allo Scoglio di Quirra, per esercitazioni di bombardamento.

Villaputzu: la spiaggia di MurtasNella Cala di Murtas si trova la grande spiaggia di Murtas lunga quasi sei chilometri, che si sviluppa dalla Torre di Murtas a nord, fino al Capo di San Lorenzo a sud. Viene, solitamente, distinta in spiaggia nord di Quirra, spiaggia de S’Acqua Durci, e spiaggia sud di Quirra. Si tratta di uno splendido arenile di sabbia chiara, bianco grigia, fine e in parte grossolana, con ciottolini bianca che li rendono simili al riso, in un tratto di costa ancora dominato dal tipico paesaggio aspro e selvaggio, odoroso di macchia e colorato del rosa del granito. L’arenile si affaccia su un mare verde azzurro, profondo. La spiaggia è quasi deserta anche in alta stagione, ed è estremamente pulita. Al centro dell’arenile si immette nel mare il Flumini Durci, Ed, un poco più a sud, il Flumini Pisale. Per i vincoli militari, è vietato l’accesso al settore meridionale della spiaggia, e ad una parte del vicino capo San Lorenzo.

Villaputzu-Mare di Murtas Villaputzu-Mare di Murtas Villaputzu-Mare di Murtas

Sott’acqua, a pochi metri di profondità, si trovano i resti del naufragio di un veliero del settecento, che possono essere osservati anche con l’uso della sola maschera sub.

La Torre di Murtas

Villaputzu: la Torre di MurtasLa Cala di Murtas è chiusa a nord dal promontorio chiamato Monte Arrubiu di 64 metri, che si trova al confine dei territori comunali di Villaputzu e l’isola amministrativa di Arzana sulla costa, dove si trova la Postazione prova motori a razzo del Salto di Quirra. Sul promontorio si trova la Torre di Murtas raggiungibile in auto, dalla quale si apre una vista a dir poco emozionante sull’arenile e su tutta la solitaria costa. La torre costituisce una fortificazione edificata probabilmente nel 1798, secondo la relazione del Vivalda, durante il Regno di Sardegna. La torre, realizzata in rocce di granito, di forma tronco conica, presenta diverse aperture laterali, ha una volta a cupola ed architravi in ginepro. Una scala interna allo spessore murario, comunica con il terrazzo. Si presenta in buono stato perché è stata ristrutturata da poco. Oggi, purtroppo, in certi periodi dell’anno, la torre non è visitabile e non è aperta ai visitatori e turisti per via della base militare ubicata sempre nella costa del territorio, per questioni di esercitazione militare nel poligono interforze che preclude anche la Torre di Murtas.

I diversi stagni retrodunali nella zona dalla Torre di Murtas fino al capo di San Lorenzo

Gli stagni retrodunali nella zona del litorale compreso dal Capo di San Lorenzo fino alla Torre di Murtas, costituiscono un sistema determinato dallo svilupparsi dei corsi d’acqua nella depressione del retrospiaggia. La genesi di queste zone umide è legata alla presenza di due importanti corsi d’acqua, ed alla loro difficoltà ad aprirsi uno sbocco nel mare lungo il cordone di spiaggia durante i periodi magra.

Villaputzu: la zona umida degli stagni di MurtasIl sito d’importanza comunitaria Stagni di Murtas e S’Acqua Durci ha un’estensione di 745 ettari, e nel complesso la zona stagnale può essere distinta in tre settori principali. Nella parte più a nord, retrostante la spiaggia nord di Quirra, l’area include la zona umida degli Stagni di Murtas mentre verso sud il limite si restringe fin solo al cordone litorale, in corrispondenza dei modesti rilievi granitici di Sa Iba Manna e Sa Perda de su Crobu.

Villaputzu: la zona umida della foce del Flumini DurciIl settore centrale, retrostante la spiaggia de S’Acqua Durci, che è caratterizzato dalla vasta piana alluvionale e dal sistema di canali di magra della Foce del Flumini Durci che rappresenta il tratto terminale del rio Quirra, il quale sbocca al centro dell’arenile, ed è caratterizzato da un bacino idrografico di circa 310 chilometri quadrati prossimo alla sua foce, nel quale si trova lo stagno del Flumini Durci.

Villaputzu: la zona umida della foce del Flumini PisaleIl settore meridionale, retrostante la spiaggia sud di Quirra, che è costituito dal sistema stagnale di retrodunale determinato dalla Foce del Flumini Pisale un fiume più modesto che è caratterizzato da un bacino idrografico di meno di 28 chilometri quadrati, ed origina la vasta Area umida di Pranu Gialea, modesta piana alluvionale che termina a mare con gli Stagni retrodunali di Beccarinu e di Pardu Mareus, che si trovano all’interno del Distaccamento di capo San Lorenzo del Poligono Sperimentale e di Addestramento Interforze del Salto di Quirra.

Nel suo complesso, la zona stagnale è costituita da una zona umida caratterizzata da elevata naturalità e scarsa interferenza umana, e presenta i caratteri propri di un ambiente litorale in condizioni di buona stabilità. L’area ricade in un territorio soggetto a servitù militare, è rimasta quindi estremamente naturale, e comprende fitti canneti lungo le anse terminali dei corsi d’acqua, oltre a tamericeti a ridosso del sistema dunare. Questi stagni retrodunali costituiscono una zona umida importante anche per la sua ricchezza di avifauna, di grande interesse naturalistico, e con un ricco patrimonio di biodiversità, e sono un’importante area di sosta e nidificazione di avifauna acquatica di interesse comunitario, che è stata dichiarata Riserva Naturale della Sardegna. La pesca nei diversi bacini stagnali viene effettuata sia mediante impianti fissi, che tramite tremagli, bertovelli e nasse, e vengono catturati in prevalenza mugelli, spigole e soprattutto anguille.

Il Poligono Militare di capo San Lorenzo

Villaputzu: il poligono Militare di capo San LorenzoLa spiaggia è chiusa a sud dal promontorio boscoso di Capo di San Lorenzo. Alla base del promontorio, si trova l’inaccessibile base militare, rappresentata dal Poligono a mare di capo San Lorenzo, che è un poligono delle forze armate italiane costituito nel 1956, che si sviluppa verso sud ovest occupando tutta la zona da Perdasdefogu fino al mare a capo San Lorenzo. Quando  l’Aeronautica decise di creare un poligono per esperienze missilistiche, la zona da scegliere doveva rispondere a ben precisi requisiti di sicurezza. La scelta cadde inevitabilmente sulla Regione di Salto di Quirra proprio per la quasi assoluta mancanza di centri abitati, con una fascia interna di piana leggermente ondulata, destinata alle traiettorie delle armi in esperimento, e con una fascia esterna, detta di sicurezza, dominata da montagne selvagge ed impraticabili. Il Poligono Sperimentale e di Addestramento Interforze del Salto di Quirra sorge in quella parte di territorio compreso tra Cagliari e Nuoro, nella parte sud orientale dell’isola, dove si estende un vasto altopiano chiamato Su Pranu, geograficamente conosciuto come Salto di Quirra. Si tratta di un poligono Interforze, quindi a disposizione di tutte le forze Nato, non solo all’Esercito Italiano, la gestione è in carico all’Areonautica, ma il personale proviene per il 50% dall’Aeronautica Militare, il 35% dall’Esercito Italiano e il 15% dalla Marina Militare, e provvede, oltre che alla sperimentazione di missili e razzi, all’addestramento del personale delle tre Forze Armate, ed alle esigenze di molti Enti Scientifici nazionali e stranieri. La base è divisa in due grandi sottosistemi, ossia un Poligono a terra, con sede a Perdasdefogu, dove si trova il Comando, e un Poligono a mare, con sede a capo San Lorenzo.

Villaputzu: il poligono Militare di capo San Lorenzo Villaputzu: il poligono Militare di capo San Lorenzo

Tutta la zona intorno al Poligono Militare è, purtroppo, nota per la frequente nascita di bambini malformati a Escalaplano, e per le molte morti sospette a Perdasdefogu. Nell’area marina di Murtas e di capo San Lorenzo, dove veniva esercitata attività antropica militare, sono stati rinvenuti moltissimi detriti e oggetti vari sparsi sul fondale in una area vasta indefinita, detriti che secondo quanto hanno riferito i sommozzatori della Polizia di Stato, erano pezzi di missili e armi militari provenienti dal poligono. Inoltre dall’analisi delle foglie secche di posidonia, è stata rilevata un’alta concentrazione di sostanze inquinanti, come alluminio, cromo e piombo.

Villaputzu: il poligono Militare di capo San Lorenzo Villaputzu: il poligono Militare di capo San Lorenzo Villaputzu: il poligono Militare di capo San Lorenzo

In data 11 luglio 2014 è stato comunicato il rinvio a giudizio di tutti i generali che hanno comandato dal 2004 al 2010 il Poligono Sperimentale e di Addestramento Interforze del Salto di Quirra con l’accusa di omissione dolosa e aggravata di cautele contro infortuni e disastri. Nel marzo 2012 il procuratore Domenico Fiordalisi, in seguito alle risultanze delle analisi svolte dal professor Evandro lodi Rizzini, fisico di Brescia e del Cern di Ginevra, che avevano portato alla luce dati allarmanti sul poligono, indaga 20 persone con l’ipotesi di omicidio plurimo e di omissione di atti d’ufficio per mancati controlli sanitari. Su diciotto salme riesumate, erano stati ritrovati dati superiori alla norma in dodici casi, in particolare era stata riscontrata la presenza di torio radioattivo nei reperti analizzati. Il processo è proseguito ancora nel 2019 a Lanusei, ma c'è il rischio di prescrizione dei reati commessi.

La Torre di San Lorenzo

Villaputzu: la Torre di San LorenzoPresso lo sbocco sul mare del Poligono Militare di capo di San Lorenzo, sull’omonimo promontorio che domina la splendida Cala de S’Acqua Durci, caratteristica spiaggia ciottolata con fondale sabbioso e acque cristalline, a un’altezza di 185 metri sul mare, si trova la Torre di San Lorenzo ed occorre una apposita autorizzazione per raggiungerla. Lasciata l’auto si cammina a piedi per circa venti minuti. Edificata in epoca spagnola, secondo Francesco Vico nel 1639, di forma cilindrica, ha una struttura composta da graniti e scisti, e presenta una volta a cupola. Con i suoi 12 metri di altezza e quasi 10 metri di larghezza, non era soltanto un efficace sistema d’avvistamento ma rappresentava anche la prima linea di difesa armata delle truppe aragonesi presenti a Villaputzu. Al suo interno erano infatti installati dei cannoni a lunga gittata che servivano a colpire ed abbattere le navi nemiche prima dello sbarco, mentre la sua posizione strategica era funzionale alla creazione di un efficiente sistema d’allarme per le altre torri ed il vicino centro abitato di Villaputzu.

Lo scoglio di Quirra

Villaputzu: l’isolotto di QuirraNel mare, alla foce del Flumini Durci, di fronte alla spiaggia, si può ammirare lo Scoglio di Quirra noto anche come Scoglio di Murtas, un affioramento di granito, che si eleva a 12 metri sul livello del mare e si trova a circa due chilometri dalla riva. Si tratta di un punto di immersione interessante, sia per gli esperti che per i principianti, grazie alla varietà dei fondali tra sabbia, roccia e distese di posidonia. È circondato da numerosi piccoli scogli e, con l’isolotto d’Ogliastra, è l’unico che S’incontra, nel vastissimo tratto di mare compreso tra l’isola di Serpentara a sud, e l’isola Molara a nord. È significativa la presenza, nelle sue acque, di grandi quantità di reperti balistici, dovute alle esercitazioni militari che si tengono in questo tratto di litorale, nonostante la sua straordinaria importanza naturalistica.

Il pozzo sacro Is Pirois

Lungo la vecchia SS125 Orientale Sarda, a poco più di undici chilometri da Villaputzu, passato il cartello indicatore del chilometro 79, abbiamo trovato la frazione Quirra. Proseguendo verso nord sulla SS125 Orientale Sarda in direzione Tertenia, superato il rio San Giorgio, al chilometro 88.4 troviamo un cancello sulla destra. Passato il cancello, prendiamo la strada sterrata, dopo 750 metri troviamo un cartello, continuiamo per altri trecento metri e raggiungiamo il pozzo sacro Is Pirois. L’atrio è delimitato da due muri formati da blocchi di granito non squadrati, disposti secondo filari irregolari, i quali si allargano, costituendo una struttura a pianta trapezoidale. Dall’ingresso trapezoidale architravato, si accede a una ripida e stretta scaletta di otto gradini, attraverso la quale si scende nella camera del pozzo, chiusa sulla sommità da una bella pseudocupola. La scalinata conduce direttamente all’imboccatura della fonte, che è ancora attiva. In certi periodi dell’anno è possibile discendere solo pochi gradini della corta scala, perché il livello dell’acqua è molto alto.

Villaputzu: il pozzo sacro Is Pirois Villaputzu: il pozzo sacro Is Pirois Villaputzu: il pozzo sacro Is Pirois Villaputzu: il pozzo sacro Is Pirois Villaputzu: il pozzo sacro Is Pirois

Questo pozzo sacro si presenta all’esterno con un Nuraghe monotorre, che è stato edificato con il centro della torre sull’asse della pseudocupola la quale chiude la camera del pozzo.

La prossima tappa del nostro viaggio

Con questa tappa abbiamo concluso la visita della Provincia del Sud Sardegna. Nella prossima tappa del nostro viaggio, inizieremo la visita della Provincia Nuoro.


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