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L’isola di Sant’Antioco con i suoi resti archeologici, e le coste e le spiagge del comune di Sant’Antioco


In questa tappa del nostro viaggio, racconteremo i resti archeologici presenti nell’isola di Sant’Antioco, per poi recarci a visitare le coste e spiagge presenti sull’isola di Sant’Antioco ed appartenenti al comune di Sant’Antioco.

Il Sulcis nella regione storica del Sulcis-Iglesiente

Il Sulcis IglesienteL’area della regione storica del Sulcis-Iglesiente si estende a nord della valle del Cixerri. Confina a nord est con il Campidano ed ha una forma vagamente triangolare. Il Sulcis (nome in lingua sarda Sa Meurreddìa) si estende nella porzione sudoccidentale dell’isola, parte integrante della regione storica del Sulcis-Iglesiente, ed appartiene alla Provincia del Sud Sardegna ed a quella di Cagliari. I suoi comuni nella Provincia del Sud Sardegna sono Calasetta, Carbonia, Carloforte, Domus de Maria, Giba, Masainas, Narcao, Nuxis, Perdaxius, Piscinas, Portoscuso, San Giovanni Suergiu, Sant’Anna Arresi, Sant’Antioco, Santadi, Siliqua, Teulada, Tratalias, Villamassargia e Villaperuccio. Quelli nella città Metropolitana di Cagliari sono Pula, Sarroch e Villa San Pietro, che si trovano però tra il Sulcis ed il Campidano di Cagliari, per cui possono essere considerate appartenenti all’una o all’altra di queste regioni. È un territorio in cui la natura è incontaminata, nel tratto costiero caratterizzato da ampie spiagge, tra cui spicca Piscinas, con le sue metafisiche dune di sabbia, o la splendida insenatura di Masua, che guarda il faraglione calcareo di Pan di Zucchero.

I diversi resti archeologici presenti nell’isola di Sant’Antioco

La visita dell’isola di Sant’Antioco non può ignorare qualche reperto preistorico ed i diversi resti del periodo nuragico che si trovano sparsi per tutta l’isola. Nel’isola di Sant’Antioco, sono stati portati alla luce i resti dei menhir Su Para e Sa Mongia che abbiamo descritto nella precedente tappa, e del menhir di Corongiu Murvonis; delle fonti sacre di Funtana Cannai, Corongiu Murvonis, Chirigu, Grutt'i Acqua, La Scrocca; delle tombe di giganti di Candiazzu I, Candiazzu II, Nocciola, del Poggio di Mezzaluna, di Prugna, Serra Su Parone, Su Cuccu de Bogollatti, Su Niu 'e Su Crobu; dei protonuraghi Crisi I, Dessi, Turri; del nuraghe di tipo misto di Grutt'i Acqua; dei nuraghi complessi Antioco Diana II, Corongiu Murvonis, Crisi II, Chirigu, Gianni Efisi, Sa Feminedda, Is Pruinis, Montarveddu, Nocciola, S'Ega de Funtana, S'Ega Marteddu, Sa Cipudditta o Su Portu de Su Casu, Serra Nuarxis I, Su Cuccu de Sa Pixinas, Su Fraizzu detto anche S'Uttu de Su Para, Forte Su Pisu; dei nuraghi semplici Antiochia Diana I, Briccu, Locci, Marchi su, Monte Arbus, Monte Mercuri, Monte S'Orxiu, Nuraxeddu, Peppi Orru, Perdas Stufaras, Prugna, Sa Guardia de Su Turcu, La Scrocca, Serra de Su Parone, Su Cuccu de Bogolatti o Su Cuccuru de Bogolatti, Torre Cannai; ed anche dei nuraghi Monte Arbus II, S'Ega Marteddu II, La Scrocchitta, Serra Nuarxis II, tutti di tipologia indefinita.

La frazione Cannai

Percorrendo la SS126 Sud Occidentale Sarda siamo arrivati sull’isola di Sant’Antioco. Superato il ponte, a una cinquantina di metri dal cartello segnaletico che indica l’ingresso nell’abitato, si trova il cartello che indica la svolta a sinistra per raggiungere le spiagge. Giriamo, quindi, a sinistra alla fine del ponte dopo la curva in via Carbonia e poi, dopo circa centocinquanta metri, nuovamente a sinistra in via della Rinascita. Procediamo, quindi, sempre dritti sulla SP76, superate le Saline di Sant’Antioco e la spiaggia Canisoni, e dopo circa quattro chilometri e settecento metri, arriviano dove parte la deviazione a sinistra in direzione di Maladroxia. Invece di deviare sulla sinistra lungo la costa verso Maladroxia, proseguiamo dritti con la SP76 e, dopo tre chilometri ed ottocento metri, raggiungiamo la frazione Cannai (altezza imprecisata, distanza in linea d’aria 7.70 chilometri dal comune al quale appartiene, non è disponibile il numero di abitanti) che si trova all’interno della piana di Cannai, costituita da fertili terreni argillosi bruno rossastri di origine quaternaria, che si estende nella parte centro meridionale dell’isola ed è solcata, in direzione da nord a sud, da un torrente chiamato Riu Triga che ancora oggi in inverno è precorso da un poco d’acqua, e proprio in località Cannai devia pian piano verso est, sino a disegnare un angolo retto, infilandosi nella piana di Maladroxia per sfociare nella spiaggia di sabbia nera vulcanica di Co ’e Quaddus. Si racconta che sino a cent’anni fa in località Cannai ci fosse un bosco di sughere in cui trovavano rifugio e sostentamento dei cavallini selvatici come quelli della Giara di Gesturi.

Il pozzo sacro di Funtana Cannai

Cento metri prima di arrivare alla località Cannai, sulla destra della strada troviamo una piazzetta nella quale si trova il pozzo sacro di Funtana Cannai, in un antico abbeveratoio per animali sito sull’omonima piana si trova il pozzo sacro riconosciuto dalla soprintendenza ai Beni Culturali come Fonte sacra nuragica.

Sant’Antioco-La Funtana Cannai Sant’Antioco-Il pozzo sacro di Funtana Cannai Sant’Antioco-Il pozzo sacro di Funtana Cannai Sant’Antioco-Riflessi nell’acqua del pozzo sacro di Funtana Cannai

Il pozzo sacro è praticamente illeggibile e non è indicato da alcun cartello. Realizzato con pietre al massimo solo sbozzate di materiale indeterminato, ha subito notevoli modifiche nel tempo. Il pozzo è stato sicuramente riutilizzato sino a pochi decenni fa.

Visita del circuito dei nuraghi

Sant’Antioco: circuito dei NuraghiDalla piazzetta davanti al pozzo sacro di Funtana Cannai, iniziamo la visita dell’area archeologica presente nell’isola di Sant’Antioco seguendo quello che viene definito il Circuito dei Nuraghi, e che viene illustrato da un cartello indicatore presente accanto al pozzo sacro.  Il maggior numero dei nuraghi presenti si trova nella parte centro meridionale dell’isola, in posizione dominante rispetto alla piana di Canai ed al corso d’acqua del Riu Triga. La visita inizia portandoci a vedere il nuraghe Sa Feminedda, prosegue con il nuraghe S’Uttu de Su Para, il nuraghe S’Ega Marteddu, il complesso nuragico di Corongiu Murvonis, e si conclude con la Tomba di giganti Su Niu ’e Su Crobu e con il villaggio nuragico di Grutt’i Acqua. La foto è stata scattata qualche anno fa, mentre ora il cartello che descive il circuito dei nuragi è stato quasi abbattuto.

I resti del nuraghe complesso Sa Feminedda

Da Funtana Cannai torniamo indietro lungo la SP76 direzione dell’abitato di Sant’Antioco per una cinquantina di metri e, alla destra della strada, troviamo un’area di sosta dalla quale possiamo raggiungere i resti del Nuraghe Sa Feminedda che è accessibile attraverso una bella stradina in pietra. Il nuraghe è realizzato in calcare ed è ancora intatto anche se coperto dalla vegetazione. Si tratta di un nuraghe complesso polilbato edificato in materiale indeterminato a 58 metri di altezza, di cui si conserva, interessante, la struttura perimetrale esterna, con un complesso di strutture interrate, ed una torre è chiaramente visibile. Si innalzava proprio di fronte alla fonte sacra di Funtana Canai. 

Sant’Antioco-Il nuraghe Feminedda Sant’Antioco-Il nuraghe Feminedda Sant’Antioco-Il nuraghe Feminedda

I resti del nuraghe Su Fraizzu detto anche nuraghe S’Uttu de Su Para

Da Funtana Cannai torniamo indietro lungo la SP76 direzione dell’abitato di Sant’Antioco per una seicentocinquanta metri e, alla sinistra della strada, troviamo un’area di sosta dalla quale possiamo prendere un sentiero che, seguito per quasi cinquecento metri, porta ai resti del Nuraghe Su Fraizzu detto anche Nuraghe S’Uttu de Su Para. Si tratta di un nuraghe complesso di due torri, realizzato in calcare bicolore ed edificato a 84 metri di altezza, distante seicento metri dal nuraghe Sa Feminedda, putroppo mal conservato. Di esso sopravvive solo il circuito perimetrale e alcune strutture interne, con una parte della torre, oltre a pochi resti intorno ad essa. 

Sant’Antioco: veduta del nuraghe S’Uttu de su Para Sant’Antioco: veduta del nuraghe S’Uttu de su Para

Questo nuraghe è segnato come nuraghe Su Fraizzu nel PPR, come nuraghe S'Uttu de Su Para nelle pubblicazioni di Anna Depalmas. Alcuni ritengono potesse tratti del nuraghe Candiatzu o Candiazzu, del quale ha scritto Giovanni Lilliu, che è situato però molto più a nord, vicino alle due tombe di giganti omonime.

I resti del nuraghe S’Ega Marteddu

Sul lato sinistro della strada, provenendo da Sant’Antioco, a circa quattro chilometri e settecento metri dall’inizio della SP76, incontriamo la deviazione che porta in un paio di chilometri al villaggio turistico di Maladroxia, che però è raggiungibile anche dalla frazione Cannai e seguendo la SP76 per una cinquantina di metri, dove la strada provinciale svolta a sinistra per raggiungere le località della costa orientale dell’isola e, dopo novecento metri, svoltiamo di nuovo a sinistra verso Maladroxa, che raggiungiamo dopo circa un chilometro e ottocento metri. Subito sopra l’abitato della frazione di Maladroxia, si trovano i resti del Nuraghe S’Ega Marteddu, un nuraghe bianco situato sopra una collina da dove controllava il golfo di Palmas.

Sant’Antioco-Il nuraghe S’Ega Marteddu Sant’Antioco-Il nuraghe S’Ega Marteddu Sant’Antioco-Il nuraghe S’Ega Marteddu

Si tratta di un nuraghe complesso, realizzato in calcare a 76 metri di altezza, e costituito da un mastio centrale circondato da un bastione sul quale si addossano tre torri laterali più piccole conservate solo in parte, o secondo Giovanni Lilliu due torri più piccole. La torre principale si conserva quasi del tutto integra e domina la baia di Maladroxia e la foce del Rio Triga, regalando una splendida visuale.  L’ingresso principale non è praticabile, ma si può entrare attraverso un passaggio che porta in una delle camere secondarie con la copertura a tholos ancora intatta.

Il complesso nuragico di Corongiu Murvonis

Sant’Antioco: veduta del complesso nuragico Corongiu MurvonisTornati alla Funtana Cannai, riprendiamo la SP76 e la seguiamo per una cinquantina di metri, dove la strada provinciale svolta a sinistra per raggiungere le località della costa orientale dell’isola, mentre noi proseguiamo dritti lungo la strada che conduce alle località della costa occidentale dell’isola. Percorriamo altri cento metri, poi prendiamo la deviazione verso destra seguendo le indicazioni per il bacino nuragico. Seguiamo questa strada per un chilometro e trecento metri, poi deviamo in una sterrata sulla sinistra, seguiamo questa sterrata per circa due chilometri, e troviamo sulla sinistra un sentiero seguendo il quale si arriva al Complesso nuragico di Corongiu Murvonis, con la visita del quale concludiamo la nostra visita al Circuito dei Nuraghi.

Prima di arrivare al nuraghe si trovano due tempi a pozzo. Subito allo sbocco del sentiero, una deviazione sulla sinistra porta al secondo Tempio nuragico a pozzo di Corongiu Murvonis, e, proseguendo lungo il sentiero, un’altra deviazione a sinistra fa raggiungere il primo Tempio nuragico a pozzo di Corongiu Murvonis. Continundo lungo il sentiero, dopo aver superato il Menhir di Corongiu Murvonis, si raggiungono i resti del nuraghe.

Sant’Antioco-Secondo tempio a pozzo di Corongiu Murvonis Sant’Antioco-Il primo tempio a pozzo di Corongiu Murvonis Sant’Antioco-Il menhir di Corongiu Murvonis

Il Nuraghe di Corongiu Murvonis è un nuraghe complesso, costruito in trachite a 154 metri di altezza in una posizione strategica, sopra uno sperone roccioso da cui si ha una vista ampia su tutta la zona circostante dato che esso domina sia sulla costa, sia sulla piana interna. Si ritiene che fosse formato probabilmente da un mastio centrale e da altre due torri addossate ad esso, mentre secondo alcuni si trattava di tre torri. La torre principale si conserva per diversi filari perimetrali. Il complesso era, inoltre, difeso da un ampio bastione murario, di cui si vedono i ruderi, al quale sono addossate diverse strutture, probabilmente altre torri. Non è ben conservato.

Sant’Antioco: veduta del complesso nuragico Corongiu Murvonis Sant’Antioco: veduta del complesso nuragico Corongiu Murvonis Sant’Antioco-Il mastio centrale del complesso nuragico Corongiu Murvonis

Il complesso nuragico di Corongiu Murvonis ha intorno tracce del Villaggio nuragico di Corongiu Murvonis presente nell’area circostante. Si tratta di un insediamento fornito di tre pozzi, una muraglia con due torrette e un recinto. Nella parte ovest del complesso è presente il Laghetto di Corongiu Murvonis, alimentato presumibilmente da acqua sorgiva. Le  acque, abbondanti nei mesi invernali, venivano probabilmente utilizzate in passato per specifiche celebrazioni rituali legate al culto dell’acqua.

Sant’Antioco-Tracce del villaggo preistorico di nuragico Corongiu Murvonis Sant’Antioco-Laghetto di Corongiu Murvonis

I resti della Tomba di giganti di Su Niu ’e Su Crobu

Sant’Antioco-Il massicciò montuoso prima della Tomba di giganti Sa Niu ’e su CrobuDalla deviazione per Corongiu Murvonis, riprendiamo la strada principale che da Funtana Cannai conduce verso le località della costa occidentale dell’isola. Percorso un chilometro troviamo sulla sinistra l’ingresso del villaggio Polifemo. Appena più avanti, sulla destra dell’ingresso del villaggio una strada bianca ci riporta in direzione sud, verso il bacino nuragico di Grutt’i Acqua. Dopo due chilometri e mezzo esatti, troviamo alla sinistra della strada il parcheggio dal quale parte il sentiero per l’accesso alla Tomba di giganti di Su Niu ’e Su Crobu, che è la più significativa delle tombe che si trovano su quest'isola e la meglio conservata del territorio, posizionata sulla pendenza denominata Su Niu ’e Su Crobu, il nido del corvo, nella località del Poggio di Mezzaluna. La Tomba di giganti è stata costruita sopra una piattaforma in pietra, a 69 metri di altezza, ed è priva di indicazioni per cui è difficilmente raggiungibile. Il monumento conservato prossoch integralmente nella stesura planimetrica e per met circa dell’elevato originario della camera. Si tratta di un monumento del tipo classico a camera rettangolare allungata, preceduta da un emiciclo ad ampio arco di cerchio. Il corpo tombale offre una larghezza di 4.20 metri. La tomba eretta con massi poliedrici di roccia vulcanica ossia trachite basaltica, posti di coltello alla base. Vi si sovrappongono pietre di minore grandezza, pur esse poliedriche, disposte in giacitura filarica irregolare e rese stabili dall’uso di zeppe di rincalzo.

Sant’Antioco: veduta della Tomba di giganti Sa Niu ’e su Crobu Sant’Antioco-Tomba di giganti Sa Niu ’e su Crobu il robusto architrave di sagoma parallelepipeda sormontante l’ingresso trapezoidale Sant’Antioco-Tomba di giganti Sa Niu ’e su Crobu: il vano funerario Sant’Antioco-Tomba di giganti Sa Niu ’e su Crobu: il vano funerario

Nel 1977 è venuto alla luce un frammento di stele a dentelli, nello spazio esterno dell’emiciclo, fra il materiale disperso da un intervento clandestino. La stele era ottenuta in roccia tenera ed era originariamente sovrapposta al robusto architrave di sagoma parallelepipeda sormontante l’ingresso trapezoidale. Al momento prematuro fissare i termini cronologici di riferimento della tomba, nelle possibili diversificate fasi funerarie intervenute all’interno del vano e all’esterno di esso. In linea teorica parrebbe plausibile attribuire l’utilizzo funeraio collettivo in giacitura secondaria, riferito ad una ventina di individui, alla fase antica di erezione della tomba, comunque in tenmpi verosimilmente anteriori alla collocazione della stele a dentelli. Quest'ultima, a sua volta, dovrebbe invece ricollegarsi con il rituale funeraio esterno all’area dell’emiciclo, dove sono stati rinvenuti alcuni corni litici. Com'รจ noto, i corni risultavano essere collocati sopra una deposizione individuale, in giacitura contratta, entro una fossa emisferica scavata in roccia, configurandosi in tal modo quali evidenti segni del rituale funerario. Nella tomba i corni, in numero complessivo di undici esemplari, per lo pi frammentari, risultavano essere disposti prevalentemente nell’area dell’esedra, davanti all’ingresso. Nella tomba sono stati ritrovati molti reperti risalenti alla fine del quindicesimo secolo avanti Cristo. È l’unico edificio preistorico dell’isola di Sant’Antioco che è stato sottoposto a scavi scientifici, dato che scavi archeologici sono stati realizzati nel 1977 sotto la direzione di Vincenzo Santoni.

L’insediamento fortificato ed il villaggio nuragico di Grutt’i Acqua

Proseguendo per circa duecento metri dopo aver raggiunto il parcheggio per la Tomba di giganti di Su Niu ’e Su Crobu, sulla destra, si apre uno spiazzo con il parcheggio per l’area archeologica e naturalistica di Grutt'i Acqua, con le indicazioni per il bacino nuragico, che fanno arrivare al bellissimo Insediamento fortificato e villaggio nuragico di Grutt’i Acqua, situato a occidente della piana di Cannai, ben accessibile e dotato di parcheggio. Il complesso nuragico di Grutt'i Acqua si erge su un’altura dominante una fertile zona pianeggiante, in un contesto ambientale di rara bellezza, ed è il più vasto di Sant’Antioco ed uno dei più grandi della Sardegna. Sulla cima si erge la torre del nuraghe. Alle pendici del colle sono visibili i basamenti della capanne nuragiche. Dove la vegetazione è piu rada, e possibile scorgere i perimetri murari delle capanne le cui dimensioni erano alquanto contenute. Il complesso deve il suo nome alla presenza di numerose strutture destinate alla raccolta dell’acqua piovana.

Sant’Antioco-L’insediamento di Grutt’i Acqua: arriviamo all’ingresso dell’insediamento di Grutt’i Acqua Sant’Antioco-L’insediamento di Grutt’i Acqua: vie d’accesso all’insediamento nuragico Sant’Antioco-L’insediamento di Grutt’i Acqua: vie d’accesso all’insediamento nuragico Sant’Antioco-L’insediamento di Grutt’i Acqua: vie d’accesso all’insediamento nuragico

Nella parte bassa del villaggio, la via di accesso ci porta a una costruzione destinata al culto. Poco più a valle si trova un’antica vena sorgiva, racchiusa in un tempio a pozzo dove in occasioni particolari venivano praticati i riti sacri. Si tratta del Pozzo sacro di Grutt’i Acqua, edficato in trachite, che raccoglieva e proteggeva le acque sorgive.

Sant’Antioco-L’insediamento di Grutt’i Acqua: il pozzo sacro di Grutt’i Acqua Sant’Antioco-L’insediamento di Grutt’i Acqua: il pozzo sacro di Grutt’i Acqua Sant’Antioco-L’insediamento di Grutt’i Acqua: il pozzo sacro di Grutt’i Acqua

Oltre alle linee di fortificazione difensiva lungo i lati della collina, all’ingresso del Villaggio abitativo era presente un betilo, e più avanti possiamo vedere resti di abitazioni, capanne circolari di pietra, una della quali è ancora quasi intatta. Vicino a questa capanna si trova un locale sotterraneo, forse un deposito di provviste. Dai resti rinvenuti si può ipotizzare che il villaggio fosse particolarmente esteso. Ci sono anche tracce di diverse cisterne ricavate da ampie cavità naturali poste al di sotto del livello di calpestio e verosimilmente comunicanti tra loro con un sistema di canalizzazioni, ed i resti di una cisterna scavata nella roccia, che si pensa potesse servire per abbeverare il bestiame.

Sant’Antioco-L’insediamento di Grutt’i Acqua: linee di fortificazione difensiva Sant’Antioco-L’insediamento di Grutt’i Acqua: linee di fortificazione difensiva Sant’Antioco-L’insediamento di Grutt’i Acqua: linee di fortificazione difensiva Sant’Antioco-L’insediamento di Grutt’i Acqua: linee di fortificazione difensiva Sant’Antioco-L’insediamento di Grutt’i Acqua: linee di fortificazione difensiva

Nella parte più alta della collina rimane il Lago di Grutt’i Acqua, una specie di laghetto oggi non più utilizzato e quindi ricoperto di muschio, che veniva riempito dall’acqua piovana e costituiva una importante fonte d’approvvigionamento idrico per il vicino villaggio e quindi la riserva idrica del villaggio.

Sant’Antioco-L’insediamento di Grutt’i Acqua: la riserva idrica del villaggio Sant’Antioco-L’insediamento di Grutt’i Acqua: la riserva idrica del villaggio Sant’Antioco-L’insediamento di Grutt’i Acqua: la riserva idrica del villaggio

Il nuraghe complesso di tipo misto di Grutt’i Acqua

Il villaggio è situato alla base di una collina alla sommità della quale si erge il Nuraghe di Grutt’i Acqua un robusto nuraghe complesso di tipo misto, costituito da un nuraghe a corridoio circondato da quattro torri aggiunte, edificato a 106 metri di altezza in trachite, ed accanto al quale sono presenti i resti di un insediamento abitativo.

Sant’Antioco-Nuraghe complesso di tipo misto di Grutt’i Acqua Sant’Antioco-Nuraghe complesso di tipo misto di Grutt’i Acqua Sant’Antioco-Nuraghe complesso di tipo misto di Grutt’i Acqua Sant’Antioco-Nuraghe complesso di tipo misto di Grutt’i Acqua Sant’Antioco-Nuraghe complesso di tipo misto di Grutt’i Acqua

Visita delle coste dell’isola di Sant’Antioco con le sue baie e le sue spiagge

La nostra visita dell’isola di Sant’Antioco ci porta, ora, ad effettuare il periplo dell’isola percorrendo le coste dell’isola di Sant’Antioco per visitare tutte le baie e le spiagge che si incontano lungo esse.

Quattro VeleNel 2017 Legambiente attore protagonista dell’ambientalismo italiano, con le rilevazioni effettuate dalla sua Goletta Verde, e con la collaborazione del Touring Club Italiano, ha assegnato il riconoscimento di 4 Vele al comprensorio della Costa sud ovest e delle Isole Sulcitane. I parametri considerati per l’assegnazione delle vele sono la qualità delle acque di balneazione, efficacia della raccolta differenziata dei rifiuti, la gestione delle risorse idriche, la presenza di aree pedonali, efficienza dei servizi, la valorizzazione del paesaggio e delle produzioni locali.

Passate le Saline di Sant’Antioco arriviamo alla frazione Is Prunis con la spiaggia chiamata anche spiaggia Canisoni

Percorrendo la SS126 Sud Occidentale Sarda siamo arrivati sull’isola di Sant’Antioco. Superato il ponte, si trova il cartello che indica la svolta a sinistra, per raggiungere le spiagge. Giriamo, quindi, a sinistra alla fine del ponte, dopo la curva, e poi nuovamente a sinistra. Procediamo, quindi, sempre dritti sulla SP76, che fiancheggia una costa bassa e sabbiosa, affacciata sul golfo di Palmas. Percorsi due chilometri e duecento metri, troviamo una deviazione non segnalata in una strada bianca sulla sinistra, che ci porta a raggiungere in seicentocinquanta metri la frazione Is Pruinis (altezza indefinita, distanza in linea d’aria 4.22 chilometri dal comune al quale appartiene, non è disponibile il numero di abitanti).

La spiaggia di Is Pruinis detta anche spiaggia Canisoni

Nella frazione si trova la spiaggia di Is Prunis, chiamata anche spiaggia Canisoni, con il suo splendido arenile sabbioso dai bassi fondali e dalle acque quasi sempre placide, ideale per lunghe passeggiate rilassanti. 

La spiaggia di Is Prunis, ossia de La Polvere, che viene chiamata anche spiaggia Canisoni, ossia della Canna palustre, è costituita da un lunghissimo arenile stretto, con sabbia bianca, fine e compatta, affacciato su un mare di un colore tra l’azzurro ed il verde, con un fondale basso e sabbioso. La spiaggia non è molto bella ed infatti è poco frequentata, comunque vi è il libero accesso ai cani.

Sant’Antioco: verso la spiaggia Canisoni Sant’Antioco-La spiaggia Canisoni Sant’Antioco-La spiaggia Canisoni Sant’Antioco-La spiaggia Canisoni

Sant’Antioco-Le saline di Sant’AntiocoIn alternativa, possiamo procedere sulla SP76 per altri cento metri, superiamo una rotonda e, dopo novecentocinquanta metri troviamo la deviazione successiva, che prendiamo verso sinistra per raggiungere in trecentocinquanta metri la spiaggia un poco più a sud. Alle spalle della spiaggia di Is Prinis, chiamata anche spiaggia di Canisoni, si sviluppano le cosiddette Saline est, così chiamate per distinguerle da quelle di Calasetta che sono chiamate le Saline ovest, le quali sono le saline situate sulle coste dell’isola di Sant’Antioco, separate dalle grandi saline di Stato di Sant’Antioco che abbiamo già viste quando siamo arrivati con la SS126 Sud Occidentale Sarda, in località Is Cortiois, prima del Ponte Nuovo che porta all’interno dell’abitato di Sant’Antioco.

Prendiamo la strada costiera orientale ed incontriamo per prima la spiaggetta di Su Forru ’a Macchina

Superata la spiaggia Canisoni, a circa cinque chilometri da dove abbiamo preso la SP76, invece di proseguire dritti per la località Cannai, seguendo sulla sinistra l’indicazione per la frazione Maladroxia, abbandoniamo la strada principale e prendiamo la strada costiera panoramica di Maladroxia, che segue tutta la costa orientale dell’isola. Dopo solo duecentocenti metri, imbocchiamo una stradina sterrata verso sinistra, che, in circa centocinquanta metri, conduce alla Spiaggetta di su Forru ’a Macchina, che costituisce la parte finale verso sud della costa di Is Pruinis.

La Spiaggetta di Su Forru ’a Macchina ossia della Fornace per la Calce, è di dimensioni molto ridotte, con un arenile costituita da sabbia grossa e scura, l’acqua di colore grigio chiaro, che si affaccia in un mare trasparente dalla bellissima policromia, con un fondale basso e sabbioso. Alle spalle della spiaggia si estende la macchia mediterranea. Non è molto frequentata se non dagli amanti del surf e dai pescatori, e su di essa non sono presenti servizi.

Sant’Antioco-La spiaggetta di su Forru ’a Macchina Sant’Antioco-La vecchia fornace sulla spiaggia su Forru ’a Macchina

La spiaggia deve il suo nome al veccohio forno in pietra, posizionato nei pressi della spiaggia stessa, che veniva utilizzato per la produzione di calce, retaggio di una delle attività che è stata tra le più importanti dell’economia locale, data la grande disponibilità di cave presenti nella zona. La vecchia fornace è ancora visibile, anche se in stato di abbandono e di forte degrado.

L’insenatura di Su Portixeddu con la sua spiaggia

Da dove abbiamo preso la strada panoramica che segue alla costa orientale dell’isola, percorso un chilometro, troviamo le indicazioni ed effettuiamo subito più avanti il parcheggio oltre i bordi della carreggiata. Prendiamo un sentiero sulla sinistra, che ci porta all’insenatura di Su Portixeddu, ossia del Piccolo porto, con falesie alte dieci metri, nel quale si trova la sua piccola spiaggia.

La spiaggia di Su Portixeddu ossia del Porticciolo, è caratterizzata da una piccola scogliera e da un breve tratto sabbioso, con sabbia bianca e fine, che si specchia in un favoloso mare con dei colori stupendi, che variano dal verde smeraldo, al turchese alle sfumature dell’azzurro. Il fondale è basso e prevalentemente sabbioso, ma una parte del fondale è caratterizzata dalla presenza di ciottoli e scogli. Piuttosto riparata dal maestrale, la spiaggia è mediamente frequentata in alta stagione. Su di essa non sono presenti servizi.

Sant’Antioco-La strada verso Portixeddu Sant’Antioco-La piccola spiaggia di Portixeddu Sant’Antioco-La piccola spiaggia di Portixeddu Sant’Antioco-La piccola spiaggia di Portixeddu Sant’Antioco-La piccola spiaggia di Portixeddu

L’insenatura di Portixeddu Quau o Portixeddu Accuau con la sua piccola spiaggia

Settecento metri più avanti, qualche metro prima di vedere sulla sinistra il recinto in muratura bianco di una tenuta privata, troviamo uno slargo sulla destra dove possiamo parcheggiare. Qui prendiamo uno stretto sentiero sulla sinistra, tra la vegetazione, che ci porta alla piccola insenatura di Portixeddu Quau, o Portixeddu Accuau, protetta da una piccola scogliera, che termina in acqua ed è sormontata dalla macchia mediterranea, nella quale si trova la piaggia omonima, poco visibile dalla strada.

La spiaggetta di Portixeddu Quau o Portixeddu Accuau ossia del Porticciolo nascosto, è costituita da un arenile formato per la maggior parte da piccoli ciottoli chiari, levigati dal mare, che proseguono fino a formare il fondale del mare stesso, e che si affaccia su un mare con i colori che variano tra i toni dell’azzurro e del turchese. Piuttosto riparata dal vento, è mediamente frequentata in alta stagione. In essa non sono presenti servizi.

Sant’Antioco-La costa Sant’Antioco: verso Portixeddu Quau Sant’Antioco-La piccola insenatura di Portixeddu Quau Sant’Antioco-Le vasche in muratura sommerse nel mare di Portixeddu Quau

Nel mare di fronte alla spiaggia si trovano delle vasche di muratura sommerse, di cui si ignora l’origine, ma che si pensa siano i resti di un vecchio molo.

La frazione Maladroxia con il suo grande insediamento turistico e con la sua spiaggia

Proseguiamo lungo la strada panoramica e, dopo duecento metri, troviamo il cartello segnaletico che fa entrare nel villaggio turistico di Maladroxia, subito passato il quale si trova sulla destra la via Portixeddu, che conduce al nuraghe S’Ega Marteddu. Entrati all’interno dell’abitato arriviamo all’insenatura di Cala Maladroxia, dove sgorgano sorgenti termali marine conosciute già dai Romani. Si tratta di una grande e bella baia sulla quale si affaccia la frazione Maladroxia (altezza metri 10, distanza in linea d’aria 7.48 chilometri dal comune al quale appartiene, abitanti circa 75), con il villaggio di Maladroxia, l’unico imponente insediamento turistico dell’isola, nel quale sono presenti bar, alberghi, ristoranti, pizzerie, negozi e servizi vari.

La spiagga di Maladroxia

Al termine della strada, sulla sinistra dell’abitato troviamo diverse strade che ci portano alla bella spiaggia di Maladroxia, la più frequentata, dato che è grande, bella e facile da raggiungere. In spiaggia è presente un bar, docce e servizi igienici.

L’ampia spiaggia di Maladroxia è caratterizzata da un arenile di medie dimensioni, con una forma ondulata, caratterizzato da sabbia bianco grigia chiara, calda e soffice al tatto, e in grande quantità. Si tratta di una distesa di sabbia molto bella, con la presenza anche di vegetazione a contornare la spiaggia. L’arenile si affaccia su un mare di un colore prevalentemente sul verde smeraldo, con un fondale sabbioso molto basso che degrada lentamente. Le sue acque sono quasi sempre calme. Abbastanza riparata dal vento, è molto frequentata nei mesi estivi.

Sant’Antioco: veduta dall’alto della Baia di Maladroxia Sant’Antioco-La Baia di Maladroxia Sant’Antioco-La Baia di Maladroxia Sant’Antioco-La spiaggia di Maladroxia Sant’Antioco-La spiaggia di Maladroxia Sant’Antioco: bambini sulla spiaggia di Maladroxia Sant’Antioco: bambini sulla spiaggia di Maladroxia Sant’Antioco-La spiaggia di Maladroxia

Sulla collina retrostante la spiaggia, si trova il bel nuraghe S’Ega Marteddu, che abbiamo descritto quando abbiamo parlato dell’archeologia nell’isola di Sant’Antioco. Dal villaggio di Maladroxia, prendendo verso ovest la via Coaquaddus, dopo un paio di chilometri arrivimo sulla SP76, che a destra porta in circa un chilometro nella località Cannai, della quale abbiamo già parlato.

Proseguendo lungo la costa orientale verso Capo Sperone

Passata la frazione Maladroxia, prendiamo la via Coaquaddus che si dirige all’interno verso ovest e, dopo circa un chilometro e ottocento metri, si immette sulla SP76 provenienta dalla località Cannai, dove la strada provinciale ha deviato verso sinistra in direzione sud est, sulla strada per Capo Sperone e per la altre località della costa orientale, che fiancheggia la bella e tormentata costa rocciosa. Percorso un chilometro e duecento metri verso sud lungo la SP76 arriviamo a una grande rotonda, dove la strada provinciale prosegue dritta verso ovest.

La Baia di Coaquaddus con la sua bella spiaggia

Dopo circa un chilometro e trecento metri, arriviamo a una grande rotonda, dove la strada provinciale prosegue dritta verso ovest, mentre noi dobbiamo girare a sinistra sulla strada costiera Comunale di Coaquaddus. Questa strada ci porta a raggiungere, dopo poco più di cinquecento metri, la grande Baia di Coaquaddus detta anche di Co ’e Quaddus, ed arriviamo il grande parcheggio della spiaggia dove possiamo lasciare la macchina e procedere a piedi.

La spiaggia di Coaquaddus ossia della Coda di cavallo che prende il nome dalla forma della spiaggia che si posiziona al suo interno, è costituita da un arenile di medie dimensioni, costituita da una lunga distesa di sabbia fine, di colore bianco non candido, che si affaccia su un mare trasparente dai colori varianti tra il tuchese intenso, l’azzurro e il verde smeraldo, con l’acqua limpidissima, ed un arenile con il fondale basso e sabbioso. Sul lato sinistro della spiaggia, si trova una piccola scogliera, e qualche scoglio è presente anche in alcuni punti della riva e sull’arenile. Nel lato opposto invece, la spiaggia sabbiosa lascia spazio a ciottoli levigati che vanno a terminare sull’altra scogliera. Alle spalle della spiaggia una grande pineta, rende il paesaggio suggestivo, quasi caraibico.

Sant’Antioco-L’insenatura di Coaquaddus Sant’Antioco-L’insenatura di Coaquaddus Sant’Antioco-L’insenatura di Coaquaddus Sant’Antioco-L’insenatura di Coaquaddus Sant’Antioco-La spiaggia di Coaquaddus Sant’Antioco-La spiaggia di Coaquaddus Sant’Antioco-La spiaggia di Coaquaddus

La bella spiaggia di Coaquaddus, ben attrezzata, è forse la più bella spiaggia dell’isola, ben riparata dal vento e abbastanza frequentata in alta stagione. All’ingresso della spiaggia è presente un bar con servizi igienici, ed in spiaggia si possono noleggiare ombrelloni e pattini.

Un incendio a Coequaddus

Nell’estate del 2004 eravamo in riva al mare a Coaquaddus quando abbiamo visto levarsi il fumo di un vasto incendio sulla montagna alle spalle della spiaggia. Pe lo spegnimento è arrivato un primo elicottero della Protezione Civile, poi affiancato da due elicotteri militari provenienti da Capo Teulada, ed infine è arrivato anche un Canadair, l’aereo in grado di fare rifornimento in volo passando radente la superficie del mare. Si trattava di un incendio doloso, come poi abbiamo scoperto dato che era il terzo in poche settimane.

Sant’Antioco-Incendio a Coaquaddus-fumo dell’incendio sulla montagna alle spalle della spiaggia di Coaquaddus Sant’Antioco-Incendio a Coaquaddus-fumo dell’incendio sulla montagna alle spalle della spiaggia di Coaquaddus Sant’Antioco-Incendio a Coaquaddus-fumo dell’incendio visto dalla spiaggia di Coaquaddus Sant’Antioco-Incendio a Coaquaddus: elicottero della Protezione Civile che fa rifornimento tra i bagnanti Sant’Antioco-Incendio a Coaquaddus- ’elicottero in attività di spegnimento Sant’Antioco-Incendio a Coaquaddus-fumo dell’incendio visto dalla spiaggia di Coaquaddus Sant’Antioco-Incendio a Coaquaddus: elicottero militare della base di Capo Teulada che fa rifornimento tra i bagnanti Sant’Antioco-Incendio a Coaquaddus- ’elicottero in attività di spegnimento Sant’Antioco-Incendio a Coaquaddus- ’elicottero in attività di spegnimento Sant’Antioco-Incendio a Coaquaddus: un secondo elicottero militare Sant’Antioco-Incendio a Coaquaddus: arriva il Canadair Sant’Antioco-Incendio a Coaquaddus: canadair in attività di spegnimento Sant’Antioco-Incendio a Coaquaddus: canadair ed elicottero in attività di spegnimento Sant’Antioco-Incendio a Coaquaddus: elicotteri in attività di spegnimento

Nella frazione Torre Cannai si trova la Torre Cannai più nota come Turri

La strada costiera di Coaquaddus prosegue lungo la costa, con molte curve in una bella vegetazione di macchia mediterranea, e si incomincia a vedere sullo sfondo il promontorio sormontato dalla torre. Dopo poco più di un chilometro, una indicazione sulla sinistra ci porta, dopo cinquecento metri di strada bianca, alla frazione Torre Cannai (altezza metri 14, distanza in linea d’aria 10.72 chilometri dal comune al quale appartiene, non è disponibile il numero di abitanti). La frazione prende il nome dalla Torre Cannai più nota come Turri una Torre di avvistamento presente sulla costa, costruita dai Piemontesi nel 1746 a 31 metri sul mare. realizzata con rocce vulcaniche, lave e tufi, ha una volta a cupola, con un foro centrale, ed una scala interna alla muratura per l’accesso al terrazzo, che è stato coperto. Ha subito nel tempo numerose trasformazioni, ed è molto ben conservata, perché è abitata in periodo estivo. L’ingresso sul piano di campagna non è originale.

Sant’Antioco-La costa verso Torre Cannai Sant’Antioco: veduta di Torre Cannai Sant’Antioco-Torre Cannai nota come Turri Sant’Antioco-Torre Cannai nota come Turri Sant’Antioco-Torre Cannai nota come Turri

La spiaggia di Torre Cannai

Proseguendo dopo la torre, nella costa rocciosa si apre l’insenatura di Porto Cannai, dove possiamo prendete una delle prime due stradine sulla sinistra, per raggiungere la spiaggia di Turri Cannai, Affacciata su un mare di cristallo.

Viene chiamata con il nome di spiaggia di Turri Cannai ossia della Torre del canale, un insieme di due belle spiaggette ed un’ampia spiaggia, ben riparate dai venti e mediamente affollate nei mesi estivi, sulle quali non è presente alcun tipo di servizio. Alle loro spalle si estende una fitta macchia mediterranea. La prima spiaggia chiamata anche spiaggia della Cala di Torre Cannai si trova a oriente della torre, ed è situata una piccola insenatura protetta da due alte scogliere che la riparano dai venti e dalle mareggiate, nella quale si trova un piccolo arenile misto tra sabbia a grani medi e ciottoli levigati dal mare, con acque di colori con una predominanza del turchese nella loro policromia, affacciate su un fondale sabbioso e basso. La seconda spiaggia chiamata anche spiaggia del porto di Torre Cannai, alla quale è possibile arrivare dal parcheggio che si trova in una insenatura subito sotto la torre, è la più frequentata ed ha un arenile dominato da ciottoli levigati di colore scuro, con una parte sabbiosa, affacciato su un mare trasparente di un bellissimo colore cangiante tra l’azzurro, il turchese, ed anche sfumature di verde.

Sant’Antioco-La prima spiaggia chiamata anche spiaggia della Cala di Torre Cannai Sant’Antioco-La seconda spiaggia chiamata anche spiaggia del porto di Torre Cannai Sant’Antioco-Il mare della spiaggia del porto di Torre Cannai Sant’Antioco-Dalla seconda alla terza spiaggia di Torre Cannai

La terza spiaggia, che si trova nell’ampia insenatura ad occidente della torre, è la più lunga. Ha un arenile formato principalmente da ciottoli levigati dal mare di colore scuro, affacciato su un mare cristallino con con dei colori stupendi, che variano dal verde smeraldo, al turchese, all’azzurro, e con un fondale basso e sabbioso.

Sant’Antioco-La terza spiaggia di Torre Cannai che รจ la piรน lunga Sant’Antioco-La terza spiaggia di Torre Cannai che รจ la piรน lunga

Gli isolotti a sud dell’isola di Sant’Antioco

Sant’Antioco-La Vacca, il Vitello e il ToroSant’Antioco-La Vacca e il VitelloGià da qui possiamo ammirare una bella famiglia di tre isole selvagge, chiamate isola della Vacca, isolotto del Vitello ed isola del Toro, che sono visibili da tutto questo tratto di costa. Un tempo completava la triade delle isole Vacca, Vitello e Toro, anche lo scoglio del Pastore, un faraglione raso a zero durante le esercitazioni militari a fine ottocento, del quale ora si vede solo la base, poco sotto al livello del mare. Lo scoglio del Pastore rappresenta probabilmente l’unico caso di isola italiana totalmente eliminata dall’uomo. I nomi delle isole sono di origine molto antica, ed esse compaiono con questi nomi su tutte le carte nautiche esistenti dai secoli passati.

Sant’Antioco-Isola della VaccaLa più grande è l’Isola della Vacca dell’altezza massima di 94 metri, distante cinque chilometri dalla costa di Sant’Antioco, costituita da rocce vulcaniche, che possiede una banchina di approdo sul lato esposto a nord est, collegata da una scalinata in pietra al sentiero, che percorre il crinale fino alla sommità, ove è presente un piccolo edificio che sorge sui 94 metri di altezza. La vegetazione, totalmente distrutta dal fuoco nel 1901, è limitata a pochi arbusti di lentisco, faticosamente ricresciuti nella sommità dell’isola. La fauna è caratterizzata dai numerosi uccelli marini che nidificano sull’isola, costituita dal Gabbiano reale, dal Marangone dal Ciuffo, e dalla Berta Maggiore. Vi nidifica anche qualche coppia del raro Falco della regina. L’isola della Vacca è dotata di fondali adatti alle immersioni.

Sant’Antioco-La piccola isola del VitelloVicino ad essa si trova l’Isolotto del Vitello dell’altezza massima di 8 metri, molto piccolo, poco più che uno scoglio, privo di vegetazione e traforato da grossi proiettili ancora ben visibili nella roccia, sparati dalle navi nelle esercitazioni militari. L’isolotto del Vitelli è molto adatto a chi patica i tuffi.

Sant’Antioco-Isola del ToroPiù lontana, all’orizzonte, si vede l’Isola del Toro dell’altezza massima di 111 metri, più lontano, meno interessante perché più difficile da visitare, i cui fondali non si prestano a immersioni. Dista undici chilometri dalla costa di Sant’Antioco, ed è un isolotto vulcanico arido, impervio e scosceso, con la forma conica, che presenta una vegetazione erbacea ricca di specie endemiche. Abitata prevalentemente da conigli, introdotti dall’uomo, è caratterizzata, caso quasi unico, dalla totale assenza di topi. Quale endemismo, si trova sull’isola una particolare sottospecie di lucertola tirrenica, detta Podarcis Tiliguerta Toro. L’isolotto è un importante sito di nidificazione per diverse specie di uccelli marini, quali il Falco della regina. Sull’isola si trova il vecchio fanale di avvistamento per segnalazione ai naviganti, abbandonato da diversi anni, che è raggiungibile mediante una scalinata di pietra scolpita nella roccia. L’isola del Toro rappresenta il punto geografico più a sud del territorio sardo.

La frazione Peonia Rosa con il villaggio turistico omonimo

Lungo la strada costiera di Coaquaddus, evitiamo l’indicazione sulla sinistra che porta alla frazione Turri. La strada prosegue per un chilometro e ottocento metri dopo di che, una breve deviazione sulla sinistra, ci fa raggiungere la frazione Peonia Rosa (altezza metri 41, distanza in linea d’aria 11.44 chilometri dal comune al quale appartiene, abitanti circa 3). A questa frazione si poteva arrivare anche con la SP76, proseguendo lungo questa strada provinciale, dopo la rotonda dove avevamo preso la strada Comunale per Coaquaddus, per due chilometri e mezzo, e poi prendendo la deviazione a sinistra con le indicazioni che permettono di raggiungere la frazione Peonia Rosa.

Il Residence Club Peonia Rosa Resort

Sant’Antioco-Villaggio turistico Peonia Rosa verso Capo SperoneNella frazione si trova il villaggio turistico Residence Club Peonia Rosa Resort. Il Residence è composto da piccole unità residenziali dislocati in vari punti di un’ampia pineta che arriva sino al mare, organizzato in formula club con attività sportive e di animazione e Germinal Club per bambini. È immerso in un’ampia pineta degradante sul mare in contesto di natura intatta ed a circa quindici minuti dal centro storico di San Antioco, in una località completamente attrezzata con tutti i servizi e i divertimenti. Si parcheggia l auto nel piccolo parcheggio, si attraversa la pineta e si segue il sentiero sino alla scogliera. La cala nella quale si affaccia il residence caratterizzata da piccole calette incuneate tra strutture rocciose, la spiaggia costituita da ciottoli e sassi e l acqua del mare trasparente di un colore azzurro blu, circondata da macchia mediterranea. Luogo poco frequentato, spiaggia non molto comoda e selvaggia.

Proseguendo raggiungiamo il Capo Sperone

Passata questa deviazione, la strada provinciale prosegue per appena ottocento metri, per poi terminare con un cartello indicante la fine della strada bitumata, mentre da anni avrebbe dovuto essere completata per risalire la costiera occidentale dell’isola. Oggi, per visitare Portu Sciusciau, la Baia del Poggio di Mezzalira, la costiera di Is Praneddas, bisogna scendere con una strada bianca da nord, seguendo un percorso molto accidentato, mentre da sud ci si può arrivare solamente via mare.

Il promontorio di Capo Sperone

Proseguendo con la strada costiera di Coaquaddus per quasi due chilometri di curve e tornanti, in un bell’ambiente di macchia mediterranea e cactus, dopo la frazione Peonia Rosa, arriviamo al promontorio chiamato Capo Sperone, alto 22 metri, che costituisce il punto più a sud dell’isola. La costa che circonda il promontorio è estremamente frastagliata, alternando ruvide scogliere a solitarie calette sabbiose, mentre la superficie è ricoperta da cisti, lentischi, corbezzoli, ginepri, pini marittimi e fichi d’India, oltre a essere caratterizzata in primavera dalle colorazioni della peonia.

Sant’Antioco-Rocce e mare dall’alto di Capo Sperone con le isole all’orizzzonte Sant’Antioco-Il mare dall’alto di Capo Sperone Sant’Antioco-Il mare dall’alto di Capo Sperone Sant’Antioco-Il mare dall’alto di Capo Sperone Sant’Antioco-Rocce e mare dall’alto di Capo Sperone

Sul promontorio si trovano i resti dell’ex Hotel Villaggio Capo Sperone, che si trovano oggi in condizione di completo abbandono. Il Villaggio Capo Sperone era situato direttamente sul mare, infatti gli appartamenti distavano dai trena ai centocinquanta metri dal mare, con un lieve pendio in una spiaggia di sabbia costituita da una caletta sabbiosa, circondata da rocce e macchia mediterranea.

La spiaggia di S’Acqua ’e Sa Canna

Tutta la località di Capo Sperone è caratterizzata dalla presenza di macchia mediterranea. Da lì, prendendo la stradina sterrata verso la sinistra, si raggiunge la spiaggia di Capo Sperone, chiamata anche S’Acqua ’e Sa Canna, che si trova sul lato orientale del promontorio, ad est della scogliera di Capo Sperone.

La spiaggia situata sul lato orientale del promontorio di Capo Sperone, chiamata spiaggia di Capo Sperone ed anche S’Acqua ’e Sa Canna ossia dell’Acqua della Canna, è una spiaggia a carattere prevalentemente roccioso, con poca sabbia di un colore chiaro, a grani fini. Il mare trasparente è caratterizzato dalla presenza di scogli piatti e rocce, ma ci sono grandi porzioni sabbiose, ed il fondale è basso. Date le difficoltà per raggiungerla, la spiaggia, sulla quale non sono presenti servizi, non è mai molto affollata.

Sant’Antioco-Capo Sperone: la spiaggia de S’Acqua ’e Sa Canna Sant’Antioco-Capo Sperone: la spiaggia de S’Acqua ’e Sa Canna

Il posto di osservazione denominato il Semaforo di Capo Sperone

Sant’Antioco-La postazione di osservazione del SemaforoDalla fine della strada che ci ha condotto a Capo Sperone, è possibile salire sulla montagna che sovrasta Capo Sperone, denominata Guardia de Su Turcu, sulla quale, a 175 metri di altezza in località Su Monti de su Semafuru, si trovano i resti di un importante posto di osservazione chiamato il Semaforo di Capo Sperone una ex stazione segnali della Marina Italiana realizzata nel 1886. Si tratta di un edificio a pianta longitudinale su due livelli, il cui prospetto settentrionale è di disegno vagamente classicheggiante, mentre quello meridionale ricorda la prua di un’imbarcazione. L’impianto murario è realizzato con conci di pietrame basaltico della zona. Il solaio è costituito da una volta a botte in cui si innestava la grossa antenna per le comunicazioni radio, parzialmente distrutta. L interno è diviso da un lungo corridoio che separa in due parti l edificio, ai lati del corridoio vi sono due stanze che in origine erano suddivise con tramezzi di mattoni pieni, quella sul lato orientale ospitava la cucina, mentre quella occidentale era adibita ad uffici. Il corridoio termina con scale in granito che permettono l ingresso all ufficio radio trasmittente, e poco prima vi è l ingresso alla torretta di avvistamento, a cui si accede tramite una scalinata. Durante l’ultimo conflitto, col nome in codice Toro, assume il ruolo di stazione radar, vedetta e difesa antinave e antiaerea, ed è la base di un contingente tedesco, data la sua posizione eccezionale dalla quale si possono controllare tutte le coste dell’isola, con lo sguardo che spazia fino a Capo Teulada. La stazione è rimasta inattiva dal 1958, il trasferimento alla regione risale al 2008, ed il manufatto si trova in uno stato di avanzato degrado, tanto che per suo un nuovo utilizzo sarebbe necessaria una ristrutturazione.

Sant’Antioco-La postazione di osservazione del Semaforo Sant’Antioco-La postazione di osservazione del Semaforo Sant’Antioco-Interno del Semaforo Sant’Antioco-Interno del Semaforo Sant’Antioco-Dalle finestre del Semaforo veduta della costa fino a Capo Teulada Sant’Antioco-Dalle finestre del Semaforo veduta della costa e delle isole della Vacca e del Vitello

Lo ho fotografato nel 2002, quando era purtroppo mal conservato, non vi erano indicazioni per raggiungerlo, ci sono arrivato perché mi ha accompagnato, qui come a Cala Tuffi, l’amico Makleen. Mi hanno fatto, poi, sapere che in seguito è stata effettuata una parziale ristrutturazione, è stata tolta l’antenna, ed ora è più facile da raggiungere dato che sono state disposte alcune indicazioni lungo la strada per raggiungerlo.

Visita della costa occidentale dell’isola

Per visitare la costa occidentale dell’isola, partiti da Sant’Antioco con la SP76, a circa otto chilometri ed ottocento metri dalla città raggiungiamo la frazione Cannai, che abbiamo già descritta. Subito dopo la Funtana Cannai, la SP76 devia verso sinistra in direzione sud est, sulla strada per Capo Sperone che abbiamo già descritta.

Il Poggio di Mezzaluna

Ora, invece che seguire la SP76 verso sinistra, proseguiamo dritti ed iniziamo la strada comunale di Cala Sapone che attraversa da est ad ovest tutta l’isola e porta verso la costa occidentale. La strada comunale si sviluppa all’interno, procedendo sopra un altopiano chiamato il Poggio di Mezzaluna. Qui ci siamo fermati alcuni anni fa con gli amici Makleen e Frewilly, che mi hanno fatto da guida in questa parte del nostro viaggio.

Sant’Antioco-Il poggio di Mezzaluna Sant’Antioco-Il poggio di Mezzaluna Sant’Antioco-Il poggio di Mezzaluna Sant’Antioco-Il poggio di Mezzaluna: l’amico Makleen (grazie per la collaborazione) Sant’Antioco-Il poggio di Mezzaluna: gli amici Frewilly e Makleen Sant’Antioco-Il poggio di Mezzaluna: la strada bianca è immersa nella macchia mediterranea

L’amico Makleen, nome con il quale veniva citato Massimiliano Grosso, ha in seguito fatto carriera, ed è diventato il responsabile dell’agenzia di servizi turistici TuttoSantAntioco, specializzata in servizi di accoglienza nella Sardegna del sud, in particolare sull’isola di Sant’Antioco, nella bellissima regione storica del Sulcis-Iglesiente.

La frazione Villaggio Polifemo con il villaggio turistico omonimo

Dopo circa tre chilometri e duecento metri lungo la strada comunale di Cala Sapone che attraversa da est ad ovest tutta l’isola e porta verso la costa occidentale, prendiamo seguendo le indicazioni la strada interna che si dirige verso sinistra, la quale porta alla frazione Villaggio Polifemo (altezza metri 17, distanza in linea d’aria 9.13 chilometri dal comune al quale appartiene, abitanti circa 2).

Il Villaggio turistico Polifemo

Sant’Antioco-Il Villaggio PolifemoNella frazione Villaggio Polifemo si trova il Villaggio turistico Polifemo, che raggiungiamo in qualche centinaio di metri e che si trova su di un promontorio a picco sul mare. Si tratta di un residence privato sorto su edifici la cui costruzione era stata originariamente promossa dallo Stato negli anni sessanta e settanta del secolo scorso per incrementare il turismo, ed è posizionato su un promontorio che si spinge nel mare, tra l’insenatura di Porto di Triga a sud, e quella di Cala Sapone a nord. La vista soprattutto per le villette di testa è stupenda. Le villette sono comode e confortevoli per una famiglia di quattro o cinque persone. Nelle immediate adiacenze bar, ristoranti e supermercato. Il paese di Sant’Antioco è a dieci minuti di auto. Ideale per vacanze rilassanti, attività subacquee, nautica.

La costiera sud occidentale dell’isola

Raggiunto il Poggio di Mezzaluna e poi il villaggio Polifemo, seguiremo ora la costa sud occidentale dell’isola di Sant’Antioco.

A sud del villaggio Polifemo si trova la bella insenatura di Porto di Triga o di Su Portu 'e Su Trigu

Subito a sud del villaggio Polifemo, si trova la bella insenatura di Porto di Triga o Su Portu 'e Su Trigu, ossia Porto del Grano. Il nome è incerto nella cartografia, dato che quella più antica lo indica come Portu 'e Su Casu, mentre quella moderna lo indica come Porto di Triga o di Su Portu 'e Su Trigu, comunque l’uso di Portu 'e Su Casu è ancora molto radicato nella popolazione locale.

Sant’Antioco-Veduta dall’alto dell’insenatura di Porto di Triga Sant’Antioco-Veduta dalla spiaggia di Porto di Triga Sant’Antioco-La spiaggia di Porto di Triga

La Spiaggia di Su Portu de Su Trigu è una spiaggia molto piccola, ma che vale la pena di visitare, affacciata su ottima acqua cristallina, ed è l’ideale per chi ama fare snorkeling. Vi è un chiosco a completa disposizione a picco sul mare con una visuale mozzafiato, ma il parcheggio è un pò affollato.

Resti del nuraghe Sa Cipudditta o Su Portu de Su Casu

Sant’Antioco-Il promontorio con i resti del nuraghe complesso Sa Cipudditta o Su Portu de Su CasuNell’insenatura di Porto di Triga è stata individuata una struttura dell’età nuragica, posizionata su un promontorio roccioso proteso sul mare. La struttura consiste nei resti del Nuraghe complesso Sa Cipudditta o Su Portu de Su Casu, edificato a 3 metri di altezza sul livello del mare in materiale indeterminato. Si tratta di un nuraghe complesso costituito da due piccole torri raccordate da una cortina muraria, ossia di un nuraghe a tancato, nel quale una seconda muraglia racchiude e delimita un’area scoperta, che aveva una probabile funzione di cortile. L apparato murario è molto irregolare, ed è realizzato con blocchi appena sbozzati di pietra vulcanica locale.

Lungo la costa verso sud si trova la scogliera di Is Praneddas con l’arco sul mare chiamato Arco dei Baci

Sant’Antioco-La pittoresca scogliera di Is PraneddasLungo la costa che conduce da porto di Triga verso sud fino a Capo Sperone, si trova un’abbondanza di cale e baie, che sono accessibili quasi esclusivamente via mare. Qui vediamo, comunque, come è possibile raggiungerle, sia pure percorrendo ardui sentieri, via terra partendo dal villaggio Polifemo. Sulla sinistra dell’ingresso del villaggio Polifemo, una strada bianca ci riporta in direzione sud, in direzione del bacino nuragico di Grutt’i Acqua. Percorso un chilometro e quattrocento metri, troviamo una deviazione verso destra lungo la quale si trova un’area di parcheggio, dove possiamo lasciare la macchina e proseguire lungo il sentiero che in circa cinquecento metri conduce fino alla costa. Seguendo il sentiero verso nord si può visitare la pittoresca Scogliera di Is Praneddas, immersa nella costa più selvaggia di Sant’Antioco, questa fantastica insenatura è un autentico gioiello dell’Isola, costituita da un’alta falesia trachitica, ricca alla base di rocce piatte, piscine naturali, archi e anfratti. Sant’Antioco-L’Arco dei BaciLa zona balneabile della scogliera, è caratterizzata dalla presenza di un arco sul mare chiamato l’Arco dei Baci, un monumento naturale di incredibile bellezza, romantico e dalle mille suggestioni, che si apre sul mare incantando i visitatori. Posto su di un canale che conduce a una piscina naturale profonda cinque metri, il canale e la piscina sono circondati da rocce, sopra le quale si possono disporre i bagnanti. Nuotando sotto l’Arco dei Baci nelle sue acque placide e poco profonde, si prosegue verso il blu intenso del mare aperto, un vero spettacolo per gli amanti della natura selvaggia, in grado di regalare emozioni indelebili passa in una zona con fondali suggestivi e profondi, adatti ad essere perlustrati dai sub. Tutta la zona è ricca di stupende grotte naturali, con fondali cristallini affascinanti. In questo tratto di costa non sono presenti servizi.

Ancora più a sud si trova la baia del Poggio di Mezzaluna

Sant’Antioco-La baia del Poggio di MezzalunaIl sentiero che ci ha portati sulla costa, dirigendosi verso sud ci porta alla costiera del Poggio di Mezzaluna, un luogo che abbiamo già descritto. La costiera è caratterizzata da falesie alte dai venti ai quaranta metri, che in qualche punto raggiungono fino i cinquantacinque metri. Lungo questa costiera si trova la bella insenatura chiamata Baia del Poggio di Mezzaluna con la quale si affaccia sul mare l’altopiano omonimo. Anche questa baia, raggiungibile quasi esclusivamente via mare, è caratterizzata da rocce piatte, piscine naturali, archi e anfratti. Anche in questo tratto di mare non sono presenti servizi. La Scogliera di Is Praneddas e la Baia del Poggio di Mezzaluna meritano di essere visitati, meglio se in barca, in quanto dal mare è possibile godere di una vista e di prospettive davvero interessanti.

Ancora più a sud si trovano le belle insenature di Portu Sciusciau con la bellissima Grotta delle Sirene

Sant’Antioco-La costiera di Portu SciusciauProseguendo sulla strada bianca che dall’ingresso del villaggio Polifemo ci ha portato in direzione sud, dopo ancora un chilometro e trecento metri troviamo il parcheggio per il bacino nuragico di Grutt’i Acqua. Qui possiamo parcheggiare, e, subito dopo il parcheggio, prendiamo un viottolo che scende verso la costa di circa un chilometro, scendendo a piedi lungo una collina senza una stradina vera e propria, percorso adatto a chi ama il trekking. Il sentiero ci porta alle belle insenature della costiera di Porto Sciusciau, che è più facile raggiungere da Capo Sperone risalendo via mare lungo la costa. Sant’Antioco-La grotta delle SireneLa scogliera, con falesie alte dai venti ai quaranta metri, è ricca di anfratti e grotte bellissime, e di particolare fascino sono i quattro archi di roccia sul mare, estremamente suggestivi per la loro particolarità, inseriti in un paesaggio naturale comprendente acque trasparenti, profonde, di un bellissimo turchese ed azzurro cangiante, protette dalla scogliera sormontata dalla macchia mediterranea. In questa insenatura si trova una spiaggia di materiale grossolano, in particolare ciottoli. Di particolare fascino è, anche, la bellissima Grotta delle Sirene, che è situata sulla costa e delimitata da un arco naturale, molto suggestiva per il fondale profondo, trasparente e dai toni tra il turchese e l’azzurro, che fanno venir voglia di nuotare in questa baia.

La spiaggia di Portu Sciusciau, chiamata anche S Acqua e Sa Canna ovest

All’interno di una delle insenature della costiera di Portu Sciusciau si trova la spiaggia di Portu Sciusciau, chiamata anche S’Acqua ’e Sa Canna ovest, che si trova sul lato occidentale del promontorio, ad ovest della scogliera di Capo Sperone.

Sant’Antioco-La spiaggia di Portu SciusciauLa piccola spiaggia di Portu Sciusciau ossia del Porto Distrutto, è una spiaggia a carattere prevalentemente roccioso, con poca sabbia di un colore chiaro, a grani fini. Il mare trasparente comprende acque trasparenti, profonde, di un bellissimo turchese ed azzurro cangiante, protette da una meravigliosa scogliera, sormontata da macchia mediterranea che a tratti lascia spazio a pezzi di storia millenaria. Date le difficoltà per raggiungerla, la spiaggia, sulla quale non sono presenti servizi, non è mai molto affollata. La costiera di Portu Sciusciau merita davvero di essere visitata, meglio se in barca, in quanto dal mare è possibile godere di una vista e di prospettive davvero interessanti.

La costera nord occidentale dell’isola

Riprendiamo la strada Comunale di Cala Sapone che porta alla costa occidentale dell’isola e, poco dopo la deviazione per il Villaggio turistico Polifemo, proseguiamo verso nord, finché dalla strada incominciamo sulla sinistra a vedere il mare e subito troviamo il Campeggio Tonnara.

Verso nord si trova la Cala Sapone con la sua bella spiaggia

Sant’Antioco: veduta di Cala Sapone, ossia Cala de SaboniLa strada inizia a fiancheggiare, sulla sinistra, la bella insenatura di Cala Sapone nota anche con il nome di Cala de Saboni, e, dopo novecento metri, arriviamo al suo parcheggio Comunale. La Cala è caratterizzata da una conformazione a forma di mezzaluna, protetta al largo dagli isolotti che la delimitano dal mare aperto, mentre alle sue estremità è delimitata da due promontori, quelllo destro completamente ricoperto da macchia mediterranea, mentre l’altro, quello a sinistra, è dominato dal Campeggio Tonnara e dal Villaggio turistico Polifemo, oltre che da numerose piccole calette rocciose ricche di anfratti e grotte incantevoli, facilmente raggiungibili anche a nuoto o a piedi dalla spiaggia. Dal parcheggio possiamo raggiungere, in duecentocinquanta metri verso sud, l’ampia spiaggia di Cala Sapone nota anche come Cala de Saboni, che si trova all’interno della baia, alla sinistra della strada, mentre sulla destra si trova un bar Trattoria. Il nome di Cala Sapone, che ha origini oscure e incerte, secondo alcuni studiosi potrebbe derivare da quello di Baal Safon, che era la divinità fenicia generatrice dei venti.

La spiaggia di Cala Sapone, in lingua sarda Cala de Saboni, è una spiaggia sabbiosa di medie dimensioni, situata tra bellissime rocce di tufo verdastro, sulle quali si trovano boschetti di lentischi e ginepri. L’arenile è costituito da sabbia chiara a grani medi, tra il bianco e l’ambrato, la quale si affaccia su un mare con varie tonalità dell’azzurro, con un fondale basso e sabbioso, che lungo i promontori diventa roccioso, e con la presenza di scogli piatti. Sulla spiaggia sono presenti piccoli arbusti e cespugli. La spiaggia è molto affollata in alta stagione, e presso di essa è presente un punto ristoro ed anche una trattoria, che offrono la possibilità di noleggiare attrezzature varie, quali pedalò e pattini.

Sant’Antioco-La spiaggia di Cala Sapone Sant’Antioco-La spiaggia di Cala Sapone Sant’Antioco-La spiaggia di Cala Sapone Sant’Antioco-La spiaggia di Cala Sapone Sant’Antioco-La spiaggia di Cala Sapone Sant’Antioco-La spiaggia di Cala Sapone Sant’Antioco-Il mare di Cala Sapone Sant’Antioco-Il mare di Cala Sapone Sant’Antioco-Il mare di Cala Sapone Sant’Antioco-Il mare di Cala Sapone

Dei resti della Tonnara di Cala Sapone rimangono solo i ruderi della Cappella della Vergine della Misericordia

Il Campeggio Tonnara è stato costruito dove, un tempo, si trovava la Tonnara di Cala Sapone che, fino a quando era in funzione, si trovava all’interno del territorio del comune di Calasetta. Lo stabilimento per la pesca del tonno viene realizzato nella seconda metà del settecento, ma purtroppo ha vita breve per le continue incursioni dei pirati saraceni, e viene abbandonata nel 1825. Lo storico Vittorio Angius alla metà dell’ottocento scriveva: «Nell’anno 1813 i tonnarotti di Calasapone corsero gran rischio di esser sorpresi e portati via nell’Africa. Addì 6 giugno da una squadra tripolina si mandavano in terra circa 200 uomini armati, i quali speravano cader improvvisi sopra i tre o quattrocento uomini che operavano nella pesca. Se ne avvidero però i miliziani, e non badando a quel numero decuplo della loro compagnia, andarono incontro ai barbari... vedendo i barbari l’indiscussa virtù dei difensori... Si allontanarono».

Sant’Antioco-resti della Cappella della Vergine della MisericordiaNella Cappella dello stabilimento viene posto, in segno di ringraziamento, il simulacro della Vergine della Misericordia alla quale viene intitolata la cappella. Probabilmente nel 1832, dopo la chiusura della tonnara, la Cappella viene abbandonata e la comunità chiede all’Ordine Mauriziano, che amministra il territorio, il permesso di trasferire il simulacro della Vergine nella chiesa parrocchiale di San Maurizio. Ottenuta qualche anno dopo l’autorizzazione, assieme alla statua vengono asportati anche gli arredi marmorei. Oggi il simulacro in legno, che rappresenta la Vergine incoronata, si trova in una nicchia a sinistra rispetto all’ingresso della parrocchiale, fino a poco tempo fa era piuttosto malridotto e privo della mano sinistra, ma è stato in seguito restaurato. I ruderi della Cappella si trovano all’altro lato della strada, di fronte alla spiaggia di Cala Sapone.

La Cala della Signora con la sua spiaggia

Dal parcheggio Comunale di Cala Sapone, in duecentocinquanta metri verso nord, è possibile raggiungere, alla sinistra della strada, la particolarissima baia rocciosa chiamata Cala della Signora, che costituisce un piccolo golfo caratterizzato dalla roccia tipica della zona e da un mare cristallino e pulito. In tanti amano tuffarsi dalle rocce direttamente in acqua, mentre c'’e chi preferisce l’attività dello snorkeling per ammirare le bellezze delle piccole grotte sottomarine e della fauna acquatica. Al centro della baia si trova la spiaggia di Cala della Signora.

Sant’Antioco-La spiaggia di Cala della SignoraLa spiaggia di Cala della Signora in lingua sarda Portu de Sa Signora, non è sabbiosa, ma è caratterizzata dalla presenza di rocce e scogli sui quali stendersi al sole o da quali scendere verso il mare cristallino, prevalentemente di colore verde chiaro, con sfumature d’azzurro, caratterizzato da un fondale roccioso con scogli piatti e ciottoli levigati. La baia è ricca di anfratti e grotte, e alle due estremità la roccia si alza in due promontori, che la proteggono dal vento e dalle mareggiate. È costituita da tre zone, la prima con un piccolo golfo da cui tuffarsi o percorrere a nuoto dato che tra ragazzi si usava fare la piccola traversata in apnea. Un secondo golfo con le roccie piatte in cui sostare per prendere il sole e fare il bagno. Una terza zona appartata in cui tuffarsi da piccole altezze. Da quest’ultima zona è possibile raggiungere a nuoto una piccola grotta da ammirare, in cui fare il bagno, adatta ai tuffi da diverse altezze. La spiaggia è mediamente frequentata in alta stagione.

Sant’Antioco: veduta di Cala della Signora Sant’Antioco-La spiaggia di Cala della Signora Sant’Antioco-Scogliere a Cala della Signora ImmSant’Antioco-Scogliere a Cala della Signoraagine

La frazione Mercuri con il villaggio turistico chiamato Residence I Ciclopi

Passate la Cala Sapone e la Cala della Signora, proseguiamo sulla strada costiera che risale la costa occidentale dell’isola, passando in un bellissimo paesaggio di macchia mediterranea, mentre alla destra si iniziano a vedere le alte scogliere che si affacciano sul mare cristallino.

Sant’Antioco-La strada all’interno Sant’Antioco-La strada all’interno Sant’Antioco: buca provocata da una mina di guerra

Sant’Antioco-residence I CiclopiPercorsi quattrocento metri dal parcheggio Comunale, troviamo le indicazioni per una deviazione sulla sinistra che, in duecentocinquanta metri, ci portano alla frazione Mercuri (altezza metri 44, distanza in linea d’aria 8.76 chilometri dal comune al quale appartiene, abitanti circa 5). Si tratta di una frazione di Sant’Antioco, all’intero della quale si trova il Residence I Ciclopi, l’importante struttura turistica che pare sospesa tra cielo e mare in un contesto assolutamente unico. Il residence si trova a picco sul mare con una vista mozzafiato, ed è composto da villini a schiera, con una piscina di acqua di mare ricavata all’interno di un antico cratere vulcanico. Gli ospiti possono allenarsi in un centro fitness durante il loro soggiorno.

La bellissima Cala Grotta chiamata anche Cala Tuffi

Prima di arrivare all’ingresso del Residence I Ciclopi, a centocinquanta metri dall’inizio della deviazione, prendiamo a sinistra una stradicciola bianca senza indicazioni e quindi difficile da individuare, che ci porta a una quasi sconosciuta ma bellissima insenatura, che viene chiamata in due modi. Il primo nome è Cala Grotta, dovuto alla presenza di una grande grotta proprio all’inizio dell’insenatura, mentre il secondo nome è quello di Cala Tuffi, dovuto al fatto che dalla sua altura, di quindici metri di altezza, ci si può tuffare nelle limpidissime acque celesti che, nonostante siano molto profonde, fanno intravedere il fondale roccioso. Nella Cala Grotta o Cala Tuffi non sono presenti ulteriori servizi, oltre a quelli del Residence I Ciclopi, che è situato nelle sue vicinanze.

Sant’Antioco: veduta di Cala Grotta o Cala Tuffi Sant’Antioco: Cala Tuffi Sant’Antioco: Cala Tuffi Sant’Antioco: Cala Tuffi Sant’Antioco: Cala Tuffi Sant’Antioco-Il mare di Cala Grotta o Cala Tuffi Sant’Antioco-Il mare di Cala Grotta o Cala Tuffi Sant’Antioco-Il mare di Cala Grotta o Cala Tuffi Sant’Antioco-Il mare di Cala Grotta o Cala Tuffi Sant’Antioco-Il mare di Cala Grotta o Cala Tuffi Sant’Antioco-Il mare di Cala Grotta o Cala Tuffi

La frazione Colonia

Lungo la strada costiera che risale la costa occidentale dell’isola, da dove avevamo trovato il cartello indicatore del Residence I Ciclopi, Percorriamo settecento metri e troviamo una deviazione a sinistra, che, in centocinquanta metri, porta all’interno della frazione Colonia (altezza metri 49, distanza in linea d’aria 8.32 chilometri dal comune al quale appartiene, non è disponibile il numero di abitanti), una frazione del comune di Sant’Antioco nella quale sono presenti diverse abitazioni. Anche dalla frazione Colonia è possibile raggiungere la bellissima Cala Grotta chiamata anche Cala Tuffi.

La Cala Lunga con la sua spiaggia

Sant’Antioco: veduta dall’alto di Cala lungaPercorsi ancora cinquecento metri, la strada costiera si restringe e diventa una strada bianca, dato che si trova tra i comuni di Sant’Antioco e di Calasetta, e non è chiaro di quale dei due sia la responsabilità della sua asfaltatura. Subito all’inizio della strada bianca, questa prosegue sulla destra verso Calasetta, mentre noi prendiamo la deviazione sulla sinistra che conduce in una stretta valle. La deviazione, sterrata e dissestata, in cinquecento metri ci porta al parcheggio davanti alla bella insenatura di Cala Lunga. Famosa per la sua conformazione pronunciata verso l’interno, l’insenatura è una delle più suggestive dell’isola, immersa in un territorio assolutamente incontaminato e ricco di macchia mediterranea. All’interno dell’insenatura di Cala Lunga si trova la bella spiaggia di Cala Lunga.

La spiaggia di Cala Lunga è costituita da un arenile di piccole dimensioni, costituita da sabbia bianco grigia chiara e fine, che si affaccia su un mare cristallino con una bellissima policromia variante tra il turchese, l’azzurro e il verde smeraldo, poco profondo. La spiaggia, a causa delle difficoltà per raggiungerla, è solo parzialmente affollata in alta stagione. Sulla spiaggia è presente un punto ristoro, e c'è la possibilità di affittare attrezzature da spiaggia.

Sant’Antioco-L’insenatura di Cala lunga Sant’Antioco-La spiaggia di Cala lunga Sant’Antioco-La spiaggia di Cala lunga Sant’Antioco-Il mare di Cala lunga

Con la visita della Cala lunga, abbiamo concluso la nostra descrizione della parte dell’isola di Sant’Antioco che appartiene al comune di Sant’Antioco, mentre quella appartenente al comune di Calasetta verrà descritta nella prossima tappa del nostro viaggio.

La prossima tappa del nostro viaggio

Nella prossima tappa del nostro viaggio, visiteremo Calasetta il secondo paese dell’isola di Sant’Antioco, che vedremo con il suo centro e la sua costiera con le diverse cale e le spiagge del suo territorio comunale.


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