Baunei con il suo Supramonte e la costiera con l'insediamento turistico Santa Maria Navarrese
In questa tappa del nostro viaggio, da Lotzorai ci recheremo a visitare l'abitato di Baunei con il suo centro ed i dintorni dove si trova il Supramonte e la sua costiera, con l'insediamento turistico di Santa Maria Navarrese. La regione storica dell'Ogliastra L'Ogliastra è una regione centrale della Sardegna orientale, sconosciuta al turismo di massa fino a pochi decenni fa, che affascina ancora oggi per la sua natura selvaggia e per le sue spiagge. I comuni che ne fanno parte appartengono tutti alla Provincia di Nuoro, e sono: Arzana, Barì Sardo, Baunei, Cardedu, Elini, Gairo, Girasole, Ilbono, Jerzu, Lanusei, Loceri, Lotzorai, Osini, Perdasdefogu, Talana, Tertenia, Tortolì, Triei, Ulassai, Urzulei e Villagrande Strisaili. Le sue spiagge sono alternate a piccole cale dalle acque di cristallo, contornate da scogliere di granito che, nella parte alta della regione, diventano di porfido rosso. Si tratta di una regione dal paesaggio aspro e selvaggio, dove rilievi e tavolati si alternano a gole profonde.
In viaggio verso BauneiDal centro di Lotzorai proseguiamo verso nord lungo la SS125 Orientale Sarda, che riprende a salire e, dopo una diecina di chilometri, ci porta all'interno dell'abitato di Baunei. Da qui, poi, la strada statale lascerà la costa e si porterà molto all'interno. Dal Municipio di Lotzorai a quello di Baunei si percorrono 10.3 chilometri. Il comune chiamato Baunei Il comune chiamato Baunei (altezza metri 480 sul livello del mare, abitanti 3.442 al 31 dicembre 2021) è il più importante centro dell'Ogliastra settentrionale. Il territorio di Baunei, punteggiato quasi ovunque da rocce calcaree, si distende nella parte centro orientale del territorio della Sardegna, nella Provincia di Nuoro, un'area di cui rappresenta storicamente e geograficamente il confine a nord, alle falde del monte Oscoine, affacciata sulla costa a ridosso della Codula Elune o Codula di luna, la strettissima e lunghissima gola con sul fondo il torrente sassoso secco d'estate, dominata da alte e imponenti pareti calcaree, che sfocia nell'omonima cala, più nota ai turisti come Cala Luna, situata in territorio di Dorgali. L'abitato si trova in una splendida posizione panoramica, dalla quale domina tutto il territorio circostante, ed è attraversato dalla SS125 Orientale Sarda. Il territorio comunale, che può essere classificato di collina, presenta un profilo geometrico irregolare con variazioni altimetriche molto accentuate, che arrivano fino a un massimo di 1.024 metri sul livello del mare. Quasi tutto l'esteso territorio comunale, si sviluppa oltre i quattrocento metri di altitudine, ed è solcato da valli profonde e strette, le codule, tracce di Torrenti che sfociano sul mare punteggiando estese e ripidissime pareti calcaree, tra falesie, calette, rupi, doline, canyon e valli carsiche.
Si tratta di uno dei paesi dove la speranza di vita è più alta rispetto alla media mondiale Il comune appartiene ad una delle zone blu dove la speranza di vita è più alta rispetto alla media mondiale. Il termine Zone blu, in inglese Blue Zones, viene usato per identificare le aree demografiche o geografiche del mondo in cui la speranza di vita è notevolmente più alta rispetto alla media mondiale. Il concetto è nato quando gli studiosi Gianni Pes e Michel Poulain hanno pubblicato su Experimental Gerontology il loro studio demografico sulla longevità umana, che identifica la Provincia di Nuoro, in Sardegna, come l'area con la maggiore concentrazione di centenari al mondo. Gli studiosi, per procedere nel lavoro, tracciavano sulla mappa delle serie di cerchi concentrici blu che indicavano le zone con la più alta longevità, da qui il termine Zona blu. I paesi appartenenti alle zone blu in Sardegna sono Arzana, Baunei, Fonni, Gavoi, Mamoiada, Oliena, Ollolai, Orgosolo, Ovodda, Perdasdefogu, Seulo, Talana, Tiana, Ulassai, Urzulei, Villagrande Strisaili.
Origine del nomeIl nome, che nella dizione locale si presenta come Baunèi, è di probabile origine preromana. Il suo etimo è poco chiaro. L'interpretazione più accettata, lo vede derivante da Bau, ossia guado o passaggio, e Neu, ossia nuovo. Una seconda ipotesi suppone che derivi da una voce affine al greco Bainos, che indica una fornace per la fusione dei metalli o per cuocere le tipiche rocce calcaree fino a ottenere calce. un'interpretazione più fantasiosa vedrebbe la denominazione derivante dal vocabolo fenicio Baun o Bahon, che indica un luogo munito, con riferimento alla sua posizione forte e sicura. La sua economiaSi tratta di un centro rivierasco, che ha un'economia basata sulle tradizionali attività agro pastorali, affiancate da un crescente sviluppo del turismo. Anche se Baunei si apre sempre di più a valorizzare turisticamente le sue coste, rimane il netto profilo montano del borgo principale, segnato dall'essere stato per secoli un paese di pastori e caprai. Nell’economia locale l’agricoltura conserva un ruolo importante, dato che si producono cereali, frumento, ortaggi, foraggi, olive, agrumi, uva e altra frutta. Ed, accanto al lavoro dei campi, si pratica anche l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. Il settore industriale, poco sviluppato, fa registrare piccole attività produttive che operano solamente nei comparti edile e alimentare. Modesta è anche la presenza del terziario. Ma Baunei rappresenta una meta turistica estiva, che attira numerosi visitatori grazie alle sue bellezze naturalistiche. Per gli amanti della montagna e del trekking molti sono i percorsi che permettono di esplorare i magnifici posti del Supramonte, circondato dalla macchia mediterranea, da cui si possono ammirare maestose falesie disposte a anfiteatro. La sua zona costiera è caratterizzata dalla spiaggia di Santa Maria Navarrese, bagnata da acque incontaminate, e dalle famose cale della sua costiera che descriveremo nella prossima tappa del nostro viaggio. L’apparato ricettivo offre possibilità di ristorazione e di soggiorno. Altro motivo di richiamo è la gastronomia locale, che vanta squisiti piatti tipici, quali i Culurgiones ogliastrini, che sono ravioli di formaggio e patate, ed anche l’arrosto di carne di capra. Brevi cenni storiciIl territorio è stato frequentato già in età preistorica, come dimostrano i graffiti ritrovati nella grotta su Meraculu a Cala Sisine, che risalgono all'epoca neolitica e rappresentano le più antiche testimonianze della presenza dell'uomo in questo territorio, ed anche le tombe di giganti ed i nuraghi. Durante il Medioevo fa parte del Giudicato di Càralis, nella curatoria dell’Ogliastra. Passata sotto il dominio dei Visconti di Gallura, entra poi nelle mire dei Pisani, che presto la conquistano. La prima volta che appare il nome Baunei in modo documentato risale al 1316, nell'elenco delle ville della curatorìa d'Ogliastra, Quirra, Sarrabus e Colostrai, appartenenti al Giudicato di Càralis, all'epoca sotto il controllo della Repubblica di Pisa, dato che nel registro delle imposte esatte da Pisa, l'archivio della corona d'Aragona scrive di Baunei de Montibus Judicatus Ullastre. Baunei riappare nel 1358, nel Ripartimento de Cerdeña, dove si elencano le imposte aragonesi spettanti ai locali feudatari, e questo documento registra un'economia debole in una realtà demograficamente modesta. Il paese cresc in seguito incorporando i territori dei villaggi di Osono ed Eltili, che poi si spopoleranno del tutto. Nel 1363 Baunei viene incorporata nella Conte di Quirra. Successivamente, la Conte passa ad essere Marchesato nel 1603, ed appartiene ai Centelles ed in seguito agli Osorio de la Cueva. Nel 1806 Baunei viene inglobato nella Provincia di Tortolì, e nel 1839 viene riscattato agli Osorio. Nel 1857, con la soppressione della Provincia di Tortolì, si crea il Circondario di Lanusei, che dura fino al 1927. Del comune di Baunei nel 1927, dopo la creazione della Provincia di Nuoro, viene cambiata la Provincia da quella di Cagliari, alla quale precedentemente apparteneva, alla neonata Provincia di Nuoro. Successivamente nel 2003, con la riorganizzazione delle province della Sardegna, viene cambiata la Provincia da quella di Nuoro a quella nuova dell'Ogliastra, ed in seguito, con la sua abolizione, nel 2016, ritorna ad appartenere alla Provincia di Nuoro. Personaggi nati a BauneiTra gli altri, a Baunei è nato l'importante fumettista, scrittore e regista Bepi Vigna coautore della serie Nathan Never per Sergio Bonelli Editore. A Baunei nel 1957 nasce Giuseppe Vigna detto Bepi fumettista, scrittore e regista. Laureato in giurisprudenza esercita inizialmente la professione di avvocato, poi nel 1982, appassionato di cinema e fumetti, fonda a Cagliari il gruppo Bande Dessinchée, del quale fanno parte anche Antonio Serra e Michele Medda, scrivono insieme sceneggiature per Sergio Bonelli Editore al quale, nel 1989, propongono la nuova serie Nathan Never. Nel 1993 fonda a Cagliari una Scuola di Fumetto. Oltre alle storie a fumetti, pubblica numerosi saggi sui Comics, sul cinema e sulle tradizioni popolari, racconti e romanzi, scrive e dirige testi teatrali. In campo cinematografico dirige diversi cortometraggi e documentari, dei quali principali sono il cortometraggio Roxy Bar del 1998, premio del pubblico nella sezione Cinema sardo, alla Rassegna del Cinema Indipendente di Nuoro del 2008; il cortometraggio Kyrie Eleison - Fillepreri del 1999; il documentario sull'immigrazione extracomunitaria Atteros del 2010; il documenatrio Alta Ogliastra tra Storia e mito del 2014; il film d'animazione Nausicaa - l'altra Odissea del 2017.

|
Le principali feste e sagre che si svolgono a Baunei A Baunei è attivo il Gruppo Folk Tradizioni Popolari di Baunei, i cui componenti si esibiscono nelle principali feste e sagre che si svolgono nel comune ed anche in altre località. Tra le pricipali principali feste e sagre che si svolgono a Baunei si segnalano, il 16 e il 17 gennaio, la Festa di Sant’Antonio Abate; il martedì dopo la Pentecoste, si tiene la Festa in onore di Santa Lucia, presso la chiesa campestre di San Giovanni e Santa Lucia di Èltili in primavera, a inizio giugno, l’appuntamento più importante è la celebre manifestazione Sa Coua Baunesa, dove tutti gli anni per due giorni Baunei torna a rivivere il suo passato, con le vie dei sapori e delle arti baunesi, il gusto della tradizione; nell'ultimo fine settimana di giugno, l’altopiano di Golgo ospita la Festa di San Pietro e la Sagra della Carne di Capra di Baunei; il 15 agosto, la Festa di Santa Maria Navarrese, e nei giorni successivi per i turisti la Sagra della Carne di Capra di Santa Maria Navarrese; la prima settimana di settembre, la Festa di San Lussorio nella chiesa campestre a lui dedicata; il 6 dicembre, si celebra la Festa di San Nicola, che è la Festa patronale di Baunei.
Visita del centro di BauneiL'abitato di Baunei, che è interessato da una forte espansione edilizia, si allunga su un costone calcareo del Supramonte esposto a sud ovest, suddiviso dalla SS125 Orientale Sarda, in una splendida posizione panoramica dalla quale domina la costa dell'Ogliastra, che lo connette al quartiere di Monte Colcau. La strada statale, che all'interno del paese assume il nome di via Orientale Sarda, lo percorre in salita sul costone calcareo. Il Cimitero di Baunei Provenendo da Lotzorai, arriviamo nel paese di Baunei da sud. Passato il cartello segnaletico che indica l'ingresso all'interno dell'abitato, troviamo subito dopo il segnale indicatore del chilometro 154 della strada statale. A circa quattrocento metri dal cartello segnaletico dell'ingresso in Baunei, si vede, alla destra della strada statale, il muro di cinta con i diversi ingressi del Cimitero di Baunei.
Lungo la via Orientale Sarda raggiungiamo il Municipio di BauneiPassato il Cimitero, la via Orientale Sarda ci porta un salita all'interno dell'abitato, e, percorsi ottocento metri dal Cimitero, tra i vecchi Palazzi ottocenteschi arriviamo a trovare sulla sinistra della strada la bella piazza Indipendenza, che è la principale piazza di Baunei, situata al centro del paese. 
Subito prima della piazza, dalla destra della via Orientale Sarda parte, quasi parallela ad essa, la via San Nicolò, lungo la quale, al civico numero 2, si trova l'ingresso dell'edificio che ospita il Municipio di Baunei, con la sua sede e gli uffici che forniscono i loro servizi ai cittadini. Proseguendo lungo la via San Nicolò in salita per una cinquantina di metri, troviamo alla sinistra della strada l'edificio che ospita la Biblioteca Comunale Italo Zucca dopo di che la strada effettua una completa curva tornante a destra, e prosegue verso sud est passando un poco più in alto, sul retro del palazzo comunale. La piazza Indipendenza Entrati dalla via Orientale Sarda sulla Piazza Indipendenza alla destra si trova la piazzetta del campanile della chiesa parrocchiale di San Nicola da Bari, con il sagrato situato sul retro della chiesa, al quale si accede attraverso un bianco portale ornato, staccato dal corpo centrale, con la funzione di una finta facciata, arricchito da lesene laterali verticali in rilievo, sovrastate da un timpano triangolare in cima al quale è collocata una statua del Cristo. A pochi metri dalla finta facciata svetta l’alto campanile a pianta quadrata, addossato ai muri perimetrali della sacrestia, con un classico orologio a numerazione romana che sormonta una delle finestre ogivali della cella campanaria. Al centro della piazza in passato spiccava il Monumento ai Caduti, ora riposizionato in un piccolo piazzale alberato che si trova di fronte alla facciata della chiesa e che descriveremo più avanti, e, fino agli anni Cinquanta, si affacciava sulla piazza anche la Chiesa del Rosario, successivamente modificata nella facciata e nel tetto e riadattata a salone parrocchiale.
La piazza, dalla quale parte il Trenino del Supramonte che porta a visitare il Supramonte di Baunei fino alla chiesa di San Pietro in Golgo, è stata recentemente ripavimentata nell’ambito di un intervento di riqualificazione del centro storico che ha portato all’unificazione, sullo stesso livello, della piazza, del sagrato e della piazzetta del campanile. L’intervento di riqualificazione ha riguardato anche altre strade del centro storico, che sono state pavimentate a selciato, sia nei rioni a monte della via Orientale Sarda, soprattutto la via San Nicolò alla destra della strada, sia nei rioni a valle, soprattutto quasi tutta la via Roma, che un tempo era la strada principale del paese, e si trova alla sinistra della strada.
Il Museo Etnografico e Storico Sa Dommu Eccia Il piccolo Museo Etnografico e Storico Sa Dommu Eccia ossia La casa Vecchia, è stato allestito nell’edificio ottocentesco che fino agli anni sessanta ha ospitato l’asilo infantile del paese, sull'altro lato della piazza Indipendenza rispetto alla via Orientale Sarda, ad angolo con la stretta via papa Giovanni, alla sinistra di questa strada. È nato grazie all'iniziativa di Virginia Corrias, scomparsa qualche anno fa all'età di 56 anni, che è stata la presidente dell’Associazione Santa Rita da Cascia, anche questa nata grazie alla sua iniziativa e la devozione alla Santa di Cascia. Ed è della parrocchia la proprietà della struttura che lo ospita sino dal 2001, quando ha aperto ufficialmente i battenti. Il Museo offre ai visitatori uno spaccato fedele della vita quotidiana del paese prima dell’avvento della modernità.

L’esposizione di attrezzi vari, suppellettili e vestiario è strutturata su due piani. Al piano terra sono aperti al pubblico tre ambienti, ossia la cucina con l’antico caminetto, la stanza del telaio, ed il suggestivo cortile interno, dove si possono ammirare un antico carro a buoi, ancora in ottime condizioni, e tanti altri strumenti da lavoro. interessanti e degne di nota sono pure le numerose foto d’epoca esposte nella cucina. Al primo piano sono presenti due ambienti, la stanza da letto, e la sala degli strumenti, nella quale sono esposti gli oggetti di uso quotidiano tipici di una società agropastorale come quella baunese. La sua visita costituisce un percorso per conoscere le viscere della storia dell’Ogliastra. La chiesa parrocchiale di San Nicola di BariLa Chiesa di San Nicola di Bari del diciassettesimo secolo, è la parrocchiale di Baunei. In piazza Indipendenza abbiamo visto il retro di questa chiesa, e, per arrivare al suo ingresso, percorriamo una sessantina di metri lungo la via Orientale Sarda costeggiando la sua fiancata sinistra, ed arriviamo a vedere, alla sinistra della strada, il suo sagrato anteriore, sul quale si trova sulla sinistra la facciata della chiesa, esposta verso nord, realizzata in blocchi di pietra. Si tratta di una chiesa il cui impianto seicentesco è stato rimaneggiato nel corso del ventesimo secolo. Il prospetto dell’edificio, realizzato in pietra, ospita il portone d’ingresso, incorniciato da un’ampia tettoia e sovrastato da un bel dipinto e da una particolare finestra vetrata. Nella parte opposta, sul retro, affacciato sulla piazza Indipendenza, si trova il bianco portale ornato, staccato dal corpo centrale, con la funzione di una finta facciata realizzata in blocchi di pietra locale, arricchita da lesene laterali e terminante con un timpano di forma triangolare con cornici aggettanti. Proprio sulla cima è collocata una statua del Cristo. La chiesa è dotata di un alto campanile a pianta quadrata, con finestre ogivali nella cella campanaria e sormontato da una raffinata cupola. L’interno è caratterizzato da una sola ed ampia navata, e la particolare e originale copertura della chiesa è contraddistinta dalla presenza di tre grandi cupole azzurre, una centrale e due sulle cappelle laterali, che dominano il paese. All’interno dell’edificio sono conservate diverse opere d’arte di un certo rilievo, due leoni in marmo del diciassettesimo secolo, ed un pregevole dipinto del 1601 del pittore ostraglino Andrea Lusso, nato nel 1575 a Ilbono, che rappresenta la Circoncisione di Gesù, tra figure di Santi tra i quali anche San Nicola di Bari, cui è dedicata la chiesa. Conserva, inoltre, un prezioso crocifisso del Seicento, un notevole turibolo in argento a forma di tempietto del sedicesimo secolo, degne di nota anche la bellissima statua della Vergine Assunta e l’originale Madonna del Rosario, che tiene il Bambino sul palmo della mano. 
All'interno dell'abitato di Baunei, ogni anno il 6 dicembre si celebra la Festa di San Nicola da Bari, che è la Festa patronale di Baunei. Le celebrazioni, che si svolgono in contemporanea con quelle che si tengono nel capoluogo pugliese, culminano la domenica mattina con la processione del simulacro del Santo per le vie del paese, accompagnato dal gruppo a cavallo e dal suono delle launeddas, e con la messa nella chiesa parrocchiale. Il Monumento ai Caduti della prima e seconda Guerra Mondiale Di fronte all'ingresso della chiesa parrocchiale di San Nicola di Bari, si trova un piccolo piazzale alberato nel quale è stato posizionato il Monumento ai Caduti della prima e seconda Guerra Mondiale che precedentemente si trovava nella piazza Indipendenza. realizzato tra il 1970 ed il 1990, rappresenta un soldato semplice armato di fucile. Il monumento propone una statua di fante in bronzo, collocata sopra un blocco cubico, rivestito da lastre in marmo. Il soldato, armato di fucile, indica lo spazio davanti a sè, preparandosi all’attacco. Davanti si trova una lapide in marmo che reca, a incisione, la dedicazione ed i nominativi dei caduti di Baunei nelle due Guerre Mondiali.
Visita dei dintorni di BauneiVediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell'abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Baunei, sono stati portati alla luce i resti delle tombe di giganti Aniddai, lattalai, Pedrusaccu, su Scusorgiu; del nuraghe semplice loppelie; dei nuraghi complessi Alvo, Co 'e Serra, Nieddu, Orgoduri, Pedrusaccu, Solluli; ed anche dei nuraghi lopella, lovettecannas, nurageddu, Punnacci, Sa punta su nuraggeddus, Tesullali, tutti di tipologia indefinita. Il patrimonio faunistico e naturalistico è al centro di sentieri per il trekking, spesso non tracciati con segnavia, che richiedono un cauto approccio, dovuto alla conformazione e l'estensione del territorio stesso. Comunque le guide specializzate accompagnano ogni anno migliaia di esploratori attratti dai paesaggi aspri e dalla presenza dei numerosi insediamenti risalenti alla civiltà nuragica, delle tombe di giganti, dei templi di adorazione, e di altre opere megalitiche antichissime. Lungo la strada che porta a Urzulei si trova il Campo Sportivo comunale PlaneddaDalla piazza Indipendenza, al centro di Baunei, prendiamo la via Orientale Sarda, che esce dall'abitato in direzione nord ovest come SS125 Orientale Sarda in direzione di Urzulei. La seguiamo per un chilometro e mezzo, poi prendiamo una deviazione in discesa verso sinistra, e, in cinquecento metri, arriviamo in località Planedda, agli Impianti Sportivi del Campo Sportivo comunale Planedda di Baunei. All'interno del complesso si trova il Campo da calcio, con fondo in terra battuta, nel quale disputare incontri di calcio di Serie D ed altri livelli, ed intorno al Campo da calcio si trova la Pista d'atletica leggera, dove disputare competizioni d'atletica leggera e corse su pista. Il Campo da calcio e la pista d'atletica leggera sono dotati di tribune in grado di ospitare 1500 spettatori. 
Vicino al Campo da calcio, in questo complesso è presente un Campo da calcetto, per competizioni di calcetto ossia di calcio a cinque. Gli impianti, dotati di parcheggi di pertinenza, sono gestiti dalla Associazione Dilettantistica Polisportiva Baunese. La chiesa campestre di San Giovanni e Santa Lucia di Èltili Proseguendo lungo la SS125 Orientale Sarda in direzione di Urzulei per altri dieci chilometri, arrivati al chilometro 166.7, all'uscita di una lunga galleria prendiamo una sterrata in discesa verso sinistra. Percorsa per quasi un chilometro e mezzo, arriviamo di fronte alla piccola Chiesa campestre di San Giovanni e Santa Lucia situata a un'altezza di 599 metri, che è la chiesa baunese più lontana dal centro abitato. A vederla oggi, circondata da un fitto bosco, a valle della SS125 Orientale Sarda, è strano pensare che fino a qualche secolo fa fosse la chiesa parrocchiale del villaggio scomparso di Èltili. Il territorio del villaggio, censito ancora nel 1504, ma scomparso dal registro delle imposte già nel 1527, secondo la tradizione si estendeva fino alla spiaggia di Cala Luna, mentre è stato accertato che arrivava fino a circa otto chilometri da questa famosa spiaggia. Forse il villaggio è stato abbandonato in seguito ad una pestilenza, come spesso è accaduto nella storia dell'Isola, forse era troppo debole demograficamente per resistere agli assalti degli abitanti dei paesi vicini, di sicuro si Sa che ad un certo punto il suo territorio viene inglobato in quello di Baunei. Presso questa chiesa campestre, anticamente intitolata a San Giovanni, ogni anno, il martedì dopo la Pentecoste, si tiene la Festa in onore di Santa Lucia, una Festa religiosa organizzata a cura dei cosiddetti Parenti della Santa.
A nord dell'abitato si trova il Supramonte di BauneiIl Supramonte è un complesso montuoso di altopiani carbonatici che occupano la parte centro orientale della Sardegna, che si estende per 3cinquemila ettari nei territori di Oliena, Orgosolo, Urzulei, Baunei e Dorgali, paesi situati ai piedi delle alte pareti calcaree che delimitano i confini dell'altopiano. In realtà, quello che noi definiamo Supramonte non esiste dal punto di vista geografico, nel senso che questo termine è una traduzione in italiano di un modo di dire sardo ad indicare I monti sopra, che in realtà sta ad indicare tutti quelli più alti rispetto a dove tu ti trovi. Costituito da rocce di dolomie e calcari e incorniciato da montagne carsiche tra le più alte della Sardegna, seconde in altezza solo a quelle del Gennargentu, è pressoche inaccessibile a chi non ne conosca i segreti. Si sconsiglia di avventurarsi da soli nel Supramonte e si raccomanda di chiedere informazioni all'Ispettorato Forestale di Nuoro. A nord rispetto all'abitato di Baunei si sviluppano le alte montagne del Supramonte di Baunei che si estende per 14.800 ettari, che comprende l'estremità sud orientale dell'altopiano, corrispondente alla parte nord della Provincia dell'Ogliastra. Ed affacciato sulla costa si stende l'ampio tavolato calcareo di Baunei, che copre un vastissimo territorio, lungo una fascia che partendo dalla frazione Santa Maria Navarrese si estende a nord fino alla codula di luna ed ospita il famoso pinnacolo calcareo chiamato Agugliastra o Perda Longa. Raggiungendo la costa, l'altopiano precipita sul mare rendendo alquanto difficoltoso l'accesso via terra ad una serie di spiagge e di cale incastonate lungo le falesie, Qui si sviluppa uno dei tratti di costa più belli di tutta la Sardegna, con le sue splendide cale e calette che visiteremo nella prossima tappa del nostro viaggio.
Verso l'altopiano di Golgo si trovano i resti del nuraghe complesso Co 'e SerraSul Supramonte di Baunei si trova l'altopiano di Golgo. Dalla piazza Indipendenza, meno di un centinaio di metri più avanti lungo la via Orientale Sarda, prendiamo a destra, seguendo le indicazioni per la piccola chiesa di San Pietro del Golgo, la via San Pietro, e, dopo trecentocinquanta metri, imbocchiamo verso destra la strada che porta, con una forte pendenza, fino sull'altopiano di Golgo. Lungo la strada che porta da Baunei all'altopiano calcareo di Golgo, percorsi sei chilometri e seicento metri in forte salita, arriviamo alla deviazione sulla destra per il nuraghe. Seguendo le indicazioni, dopo un chilometro e settecento metri parcheggiamo in uno spiazzo. A circa centocinquanta metri di distanza, su una collinetta alla destra della strada, vediamo il Nuraghe Co 'e Serra eretto in posizione dominante e con una forma irregolare per adattarsi alla roccia sulla quale è edificato. Il Coe e Serra è un nuraghe complesso edificato in basalto a 487 metri di altezza, costituito da un mastio centrale attorno al quale si vedono i resti di probabilmente tre torri laterali, collegate da un bastione. È, comunque, in gran parte crollato, ricoperto dall'abbondante vegetazione, per cui si fatica a identificarne la planimetria originale. Attorno al nuraghe si intravedono, anch'essi ricoperti dalla vegetazione, i resti delle capanne circolari che costituivano il villaggio nuragico.
Arriviamo sull'altopiano di Golgo dove si trova la voragine del Golgo Tornati indietro dalla deviazione per il nuraghe, proseguiamo diritti per un chilometro e trecento metri, ed arriviamo al punto centrale dello splendido Altopiano calcareo di Golgo. Si tratta di un vasto sprofondamento del territorio calcareo che è stato riempito durante il Quaternario con colate di lava basaltica. L'altopiano del Golgo è una vasta estensione più o meno pianeggiante, situata a circa quattrocento metri sul livello del mare. Si tratta, probabilmente, del più interessante contesto storico archeologico del territorio baunese, protetto da nuraghi a guArdia di ogni accesso naturale, e principale ambito di convogliamento e conservazione delle acque piovane dell’altopiano carsico. La sua estensione è delimitata da costoni dolomitici percorsi da Torrenti e corsi d'acqua e da angusti valichi che portano fino al mare.

Arrivati sull'altopiano di Golgo, prendiamo la deviazione sulla destra seguendo le indicazioni per la voragine e la Cala Goloritzè, che ci porta dopo quattrocentocinquanta metri nell'area di parcheggio. Qui, proseguendo dritti, si può prendere un sentiero poco individuabile, ma segnalato, che, in circa tre ore all'andata, oltre quattro per il ritorno, percorre la codula di Goloritzè e porta alla costa, Si tratta di un percorso faticoso e difficile per i non esperti di trekking, e, quindi, l'escursione a piedi è possibile solo se adeguatamente allenati ed equipaggiati. Con il termine codula si indica uno stretto vallone calcareo contornato da pareti altissime che solitamente sfocia in una piccola Cala sul mare. La codula di Goloritzè discende e fa arrivare, in circa un'ora e mezzo, fino sulla costa sottostante, alla bellissima Cala Goloritzè, che verrà descritta nella prossima pagina del nostro viaggio. Dal parcheggio, prendiamo, invece, un sentiero verso sinistra, ossia verso nord, lungo il quale proseguiamo passando accanto alle Piscine del Golgo che sono vasche basaltiche nelle quali l'acqua piovana ristagna tutto l'anno, chiamate dai baunesi As Piscinas, ossia e piscine. Secondo gli studiosi si tratta di conche naturali modificate nella forma ancora in periodo nuragico in modo da poter essere sfruttate durante le procedure di lavorazione dei metalli. Queste singolari vasche rappresentano un'apprezzabile riserva d'acqua durante la stagione estiva, dato che, in un territorio calcareo come quello baunese, praticamente privo di sorgenti a cielo aperto, anche le più piccole quantità di acqua potabile risultano sempre preziosissime. Non è da escludere, inoltre, che la località, per la presenza dell'acqua tutto l'anno, sia stata sede per lungo tempo anche di particolari manifestazioni di culto.
Percorsi circa ducento metri, prendiamo verso destra e proseguiamo per una altro centinaio di metri, fino a vedere sulla destra i margini della Voragine del Golgo detta anche Su Sterru che indica appunto la voragine. Si tratta di una voragine di origine carsica, che costituisce una delle grotte naturali più profonde della Sardegna e d'Europa, ed è tra le più profonde voragini a campata singola. Si sviluppa per una profondità di 268 metri, con sezione orizzontale ellittica che raggiunge venticinque metri di diametro nel tratto centrale e quaranta metri di diametro nell'ampia sala che si apre alla sua base. All'interno della voragine si trova una interessante fauna, che comprende tra l'altro il geotritone sardo, ossia lo Hydromantes genei, un anfibio adattatosi nel tempo alla vita nell'ambiente chiuso della caverna. La voragine è stata riconosciuta come monumento Naturale attraverso la legge regionale n. 31 del 7 giugno 1989. 
L'ultima foto è del Centro Iglesiente Studi Speleo Archeologici, un gruppo di persone appassionate di speleologia e affezionate al territorio, e solo la loro passione e la loro competenza potevano restituire un'immagine così forte, significativa di un rinnovato percorso di conoscenza, tutto da condividere. Questa foto è inedita, e rappresenta l'intero sviluppo della voragine di Golgo, dalla luce dell'imboccatura fino al fondo. La chiesa campestre di San Pietro in Golgo con il betilo antropomorfoTornati dalla deviazione per su Sterru, proseguiamo sulla strada principale ancora in direzione nord per un chilometro ed arriviamo a un bivio, dove svoltiamo a sinistra, e proseguiamo per un centinaio di metri. Qui troviamo sulla destra l'ingresso e la sterrata che, in centoventi metri, ci porta alla Chiesa campestre di San Pietro Apostolo del Golgo, distante circa una diecina di chilometri dal paese. Secondo una leggenda locale, anticamente nella zona era presente un essere chiamato Scultone, da alcuni detto anche Sa Serpente, una sorta di drago malefico che ogni tanto usciva dalla voragine di Golgo pretendendo sacrifici umani. Secondo alcuni si trattava di uno stellione, o Tarentola mauritanica, rimasto in letargo sotto terra per dieci anni, secondo altre fonti si trattava di un serpente o di un rettile di grosse dimensioni, altri ancora lo descrivono come un drago con sette teste e con una croce in cristallo sulla fronte che chi riuscirà a prendere avrà fortuna per cinque generazioni. In realtà nessuno l'ha mai visto, sia perché queste specie di mostro si nasconde alla vista, ma anche perché la sua comparsa è assai pericolosa, il suo soffio, infatti, può uccidere, così pure il suo sguardo. Racconta, infatti, una leggenda che, un tempo, l'enorme serpente terrorizzava il paese chiedendo l'offerta di sette fanciulle da divorare. Ma San Pietro si sarebbe mostrato a una giovane, disperata per la sorte che le si prospettava, e le avrebbe detto che la costruzione di una chiesa a lui intitolata avrebbe allontanato definitivamente il serpente e fatto cessare i sacrifici. Secondo un'altra versione della leggenda, il serpente era capace di uccidere chiunque incrociasse il suo sguardo, e terrorizzava le popolazioni locali. Un giorno però, a Baunei arrivò San Pietro, il quale, messo al corrente della situazione, decise di risolvere il problema una volta per tutte, e, dopo aver usato l'accorgimento di guardare il mostro solo tramite un piccolo specchio, lo prende per la coda sbattendolo ripetutamente a terra, e facendo sì che il suolo ceda sotto il suo peso, e quindi il mostro precipita nella fenditura così originatasi e che ancora oggi è visibile. In ogni caso, nello scontro con il malvagio rettile San Pietro ebbe la meglio, e da allora è il Santo più amato dai baunesi, eternamente riconoscenti per essere stati liberati dal mostro di Golgo, ed a lui è stata dedicata la chiesa sul Golgo. |
La chiesa è stata edificata presumibilmente tra la fine del Seicento e l'inizio del Settecento grazie alle offerte dei pastori della zona che non volevano perdere gli appuntamenti religiosi più importanti, secondo la leggenda per ringraziare San Pietro per averli liberati dal mostro del Golgo. Da qui l'offerta dei pastori per l'edificazione della chiesa, realizzata con pietre a vista di medie dimensioni e con la facciata intonacata di bianco, con portone d’ingresso architravato con un’asse di ginepro e oculo. La facciata è completata da un timpano e da un campanile a tre vele, con nella luce centrale una piccola campana. L’interno è a navata unica, privo di orpelli, e vi si conserva una statua del Santo. Intorno alla chiesa si trovano le strutture che servivano come ricovero per i pellegrini e i loro animali durante i giorni della Festa dedicata al Santo, che vengono qui chiamate Us Istaulus, dal latino Stabulum, ossia stalla, Che formano un recinto, entro il quale si trova la chiesa, ristrutturata internamente negli anni settanta del Novecento. 
In bilico fra sacro e profano, la Festa in onore di San Pietro è ormai da secoli uno degli eventi più caratteristici dell'estate in Ogliastra. La Festa si tiene in due giorni, nell'ultimo fine settimana di giugno.  La Festa si apre solitamente alla mattina del sabato, con la celebrazione della messa nella chiesa parrocchiale di Baunei, e poi parte la processione a piedi verso la chiesa di San Pietro a Golgo, spesso accompagnata dal suono inconfondibile delle launeddas e degli organetti tradizionali. Nel pomeriggio del sabato la messa viene celebrata nella chiesa campestre dedicata al Santo. La sera spazio ai riti laici, fra folklore e enogastronomia. L’epilogo della Festa è la domenica, con la messa mattutina nel paese, al termine della quale parte un’altra processione verso la chiesa campestre, accompagnata anche dai cavalieri e dal gruppo folk locale, e, giunti alla chiesa sull’altopiano, si celebra una nuova messa, e la processione che si svolge nei pressi della chiesa, con il simulacro del Santo, scintillante nella sua veste dorata, seguito in religioso raccoglimento dai fedeli. Nel tardo pomeriggio la processione si ripete in direzione opposta e, a Baunei, si compie il rito dell’accoglienza. Da una quindicina di anni, alle celebrazioni religiose si affianca la Sagra della Carne di Capra di Baunei, ideata da una delle compagnie locali di caccia grossa, che richiama l'antica tradizione di offrire un pezzo di carne ai pellegrini che raggiungevano la chiesa di San Pietro in occasione della festa. Nei pressi della piccola chiesa di San Pietro, viene allestito, nel primo pomeriggio, il grande arrosto, con il posizionamento di oltre cento spiedi carne, che a cura degli abili arrostitori, viene preparata per la distribuzione. Si tratta di un piatto insolito, dal gusto molto deciso, poco frequente nella cucina di altre località, che costituisce, invece, un elemento molto importante della cucina locale. 
Il betilo antropomorfo del GolgoLa chiesa di San Pietro del Golgo è stata edificata su una preesistente area sacra nuragica o prenuragica, come dimostra il betilo al di fuori della cinta muraria ed i due pozzi sacri presenti nei dintorni. Fuori dal recinto che opita la chiesa, è stato collocato negli anni settanta del Novecento il famoso Betilo antropomorfo del Golgo alto un metro e venti, in basalto. Si tratta di un reperto unico nel suo genere, in quanto nella parte bassa è ben visibile un bassorilievo che riproduce un volto umano, ed è l'unico in tutta la Sardegna sul quale è scolpito in rilievo un volto umano. Il betilo antropomorfo del Golgo si trovava in un villaggio nuragico, presente nelle vicinanze, da dove è stato portato davanti alla chiesa. Si ritiene che i betili antropomorfi non rappresentassero il simbolo della fertilità, come i menhir isolati, ma fossero statue erette in onore di divinità o in ricordo di guerrieri o eroi defunti. 
Vicino all'Ippodromo del Golgo si trovano i resti di due antichi pozzi sacriPassato l'ingresso della sterrata per la chiesa campestre di San Pietro in Golgo, proseguendo lungo la strada che ci ha portati fino a qui e che si dirige verso sud ovest. Dopo qualche centinaio di metri, si trova il maneggio dove si fa Scuola o esercizi di equitazione, con la pista dell'Ippodromo del Golgo. Vicino ad esso sono stati ritrovati anche due probabili antichissimi Pozzi sacri divenuti in seguito punti di raccolta delle acque per i pastori della zona. 
In questi pozzi venivano raccolte le acque piovane dell'altopiano, che non è mai stato molto ricco di acqua, e costituivano, per il bestiame dell'altopiano, alcuni dei pochi punti in cui si poteva trovare con certezza l'acqua. I due pozzi sono utilizzati ancora oggi, con accanto ad essi un abbeveratoio. Dal Golgo ci portiamo verso il mare ed incontriamo resti del nuraghe complesso OrgoduriDalla deviazione per su Sterru, proseguendo sulla strada principale in direzione nord per un chilometro arriviamo al bivio, dove svoltiamo a destra in una deviazione che prosegue lungo una sterrata fino al letto del torrente secco d'estate, da dove parte il sentiero non difficile, ma nell'ultimo tratto abbastanza scosceso, che porta fino alla spiaggia percorrendo la codula di Sisine. Con il termine codula si indica uno stretto vallone calcareo contornato da pareti altissime che solitamente sfocia in una piccola Cala sul mare. Percorso a piedi, dopo circa due ore e mezzo porta fino al mare nella splendida Cala di Sisine, che verrà descritta nella prossima pagina del nostro viaggio. Si consiglia di contattare una guida se non si è esperti, ma è comunque percorribile anche in fuoristrada. Presa la strada per la codula di Sisine, dopo meno di un chilometro troviamo l'indicazione per il Nuraghe Orgoduri che troviamo sulla sommità di una collina in posizione dominante a 364 metri di altezza. È un nuraghe complesso costruito in basalto, con un mastio centrale ed almeno tre torri laterali, collegate tra loro da un bastione, che i numerosi crolli rendono però impossibile visitare, e di cui si fatica persino ad intuire la planimetria originale. È ben conservato solo un tratto del bastione che collegava le torri laterali, sul quale si apre uno degli ingressi che probabilmente portava ad un cortile interno, ora completamente ostruito dai crolli. Intorno al nuraghe, e sulle pendici della collina, si vedono i resti un grande villaggio nuragico di capanne circolari, alcune delle quali ai piedi della collinetta sono ben conservate.
Dal centro di Baunei verso sud ovest raggiungiamo la chiesa campestre di San Lussorio Dalla piazza Indipendenza di Baunei prendiamo verso sud la SS125 Orientale Sarda, dopo una cinquantina di metri svoltiamo a destra e prendiamo la via Roma, che ci porta nel rione Scaleddas, nome che individua tutta l'area del versante sud ovest dell'abitato di Baunei. Percorsa per seicentocinquanta metri la via Roma, arriviamo a un bivio, dove prendiamo verso destra la strada di Usuonu, che, prima della costruzione della Statale Orientale Sarda, era la principale via di collegamento tra Baunei e i paesi della pianura, e che, fino alla metà dell'Ottocento, più che una strada, era una semplice mulattiera che solo nel 1862 viene resa percorribile dai carri a buoi. La seguiamo in direzione del piccolo borgo di Ardali, frazione del comune di Triei, e, dopo poco meno di tre chilometri e mezzo, troviamo una sterrata sulla sinistra che, in centocinquanta metri, ci porta, in località Su Pirastru Colcau, alla piccola Chiesa campestre di Santu Lussurgiu ossia di San Lussorio. Costruita nel Seicento, è la chiesa campestre più vicina al centro abitato di Baunei, trovandosi a soli tre chilometri a valle del paese.
La Festa di San Lussorio, che a Baunei veniva chiamata Sa Festa de Us Pippìus, ossia la Festa dei bambini, perché il giorno dei festeggiamenti tutti i ragazzini del paese raggiungevano la chiesa correndo a rotta di collo lungo la strada sterrata, fino agli anni sessanta del secolo scorso si teneva il 22 di agosto. La tradizione di festeggiare San Lussorio viene, però, abbandonata alla metà degli anni sessanta, dopo che il piccolo borgo di Ardali, fino ad allora frazione Baunei, passa sotto la giurisdizione di Triei, e con esso anche i terreni intorno alla chiesa campestre. Ripristinata negli anni Ottanta, seppure spostata alla prima settimana di settembre, oggi la Festa di San Lussorio viene vissuta di nuovo con grande partecipazione della popolazione di Baunei. Il sabato precedente la Festa il simulacro del Santo guerriero viene portato in processione da Baunei alla chiesa campestre, percorrendo la strada di campagna di Usuonu. La domenica mattina una suggestiva processione si tiene intorno alla chiesa di San Lussorio. I festeggiamenti si concludono la sera, con il rientro in paese del simulacro del Santo.
Verso sud dal centro di Baunei raggiungiamo la frazione OsullaiDal centro di Baunei prendiamo verso sud la SS125 Orientale Sarda, dal Cimitero di Baunei percorriamo sei chilometri e seicento metri, poi usciamo a sinistra prendendo la deviazione che ci porta all'interno della frazione Osullai (altezza metri 75, distanza in linea d'aria circa 4.70 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 93), una piccola frazione Baunei. La frazione Santa Maria Navarrese con il suo insediamento turisticoDal centro di Baunei prendiamo verso sud la SS125 Orientale Sarda, dal Cimitero di Baunei percorriamo quattro chilometri e settecento metri, poi usciamo a destra prendendo la SP63 verso Santa Maria Navarrese, e, dopo due chilometri e seicento metri, entriamo nell'abitatro della frazione Santa Maria Navarrese (altezza metri 9, distanza in linea d'aria circa 5.37 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 1.569), della quale raggiungiamo il centro in settecento metri. La frazione è raggiungibile anche da sud, dalla frazione Tancau sul Mare, del comune di Lotzorai, al quale è limitrofo. Il paese è stato costruito dalla popolazione di Baunei dopo il 1950, e conserva un nome antico, legato forse alla sua storia medioevale e forse ad una leggenda. Si tratta di un luogo di vacanze e villeggiatura di crescente prestigio, con un porticciolo turistico e numerose ville che si affacciano sul Golfo di Arbatax. A circa un miglio nella rada splendono le rocce rosse porfiriche dell'isola dell'Ogliastra. La chiesa di San Giovanni Paolo II Entrando in Santa Maria Navarrese con il viale Pedras, che è il nome che assume all'interno dell'abitato la SP63, percorriamo settecento metri e vediamo, alla destra dlla strada, la facciata della Chiesa di San Giovanni Paolo II che è stata costruita recentemente, precisamente nel 2014, all'ingresso della frazione balneare di Baunei, in un'area che era stata donata da un parrocchiano, e dedicata al papa San Giovanni Paolo II. La chiesa si presenta con un'architettura moderna di materiale granitico tendente dal bianco al grigio chiaro, ricca di vetrate e con il tetto in legno. esternamente, si trovano gli uffici del clero ed il campanile, costruito sempre in chiave moderna e con ben cinque campane di diversa grandezza.
Nella seconda domenica di maggio viene organizzata la Festa in onore di San Giovanni Paolo II, caratterizzata da un caratterstico pellegrinaggio sino alla croce situata sulla punta Pittaine, che si trova a nord dell'abitato e che, con i suoi 489 metri, domina tutto il borgo di Santa Maria Navarrese. 'e un sentiero faticoso ma si viene ricompensati da un panorama mozzafiato. Il Santuario della Beata Vergine Assunta che è diventato la chiesa parrocchiale di Santa Maria NavarreseProseguendo longo il Viale Pedras, Percorriamo quasi duecentocinquanta metri ed arriviamo sul lungomare monte Santo, che, preso verso sinistra, ci porta a vedere, alla sinistra della strada, il Santuario della Beata Vergine Assunta, è il primo Santuario mariano in Sardegna, il simbolo di Santa Maria Navarrese, ed è diventato la sua chiesa parrocchiale. Si trova al centro della piazza, circondato da Maestosi olivastri millenari, ed intorno ad esso è stato edificato il borgo. Questa chiesa, secondo la leggenda, sarebbe stata fatta edificare tra il 1036 ed il 1052 da una principessa figlia del re di Navarra, Garcia IV, proveniente dall'omonima regione spagnola, per ringraziare la Vergine Maria nell'essere riuscita a sbarcare incolume in quel punto, dopo una violenta tempesta. La tradizione racconta che la principessa si stabilì con il suo seguito per un breve periodo, prima di spostarsi nella penisola di San Marco del Sinis, ed è all'origine dell'aggettivo Navarrese. Nel dodicesimo secolo, Salusio II di Cagliari, giudice di Cagliari, dona Santa Maria di Lotzorai, con tutti i possedimenti che aveva in Barbagia, alla chiesa. Costituita in blocchetti di arenaria, la chiesa è completamente intonacata, ed ha copertura a doppia falda con tavolato sorretto da capriate. L'interno, come l'esterno, è molto sobrio, ci sono due pile per l'acqua benedetta, lavorate molto grossolanamente ed alcune pitture raffiguranti varietà di pesci con delle scritte illeggibili,su un trave della navata centrale. Sull'ampia facciata si aprono tre ingressi e su quello centrale è una piccola luce circolare, sovrastata dal campaniletto a vela. 
L'originaria pianta Basilicale a tre navate è stata modificata, però, dai restauri del 1960. I restauri hanno portato alla luce un piccolo reliquiario cruciforme con una scritta in arabo antico, databile all'undicesimo secolo, che sembrerebbe confermare la leggenda realtiva all'origine della chiesa. La chiesa di Santa Maria Navarrese, con i suoi nove secoli e mezzo di vita, nonostante la semplicità delle linee e la povertà delle strutture, esprime una bellezza prorompente ed un senso di pace e serenità che invita alla preghiera. Il segreto di tale bellezza risiede nell'armonia di forme elementari, che inserite nella meraviglia della natura circostante senza deturparla, riescono a renderla ancora più splendente e gradevole. La chiesa viene definita un Santuario, ossia un luogo ritenuto sacro dalla tradizione religiosa, per la devozione dei fedeli alla statua della Vergine Maria custodita nella chiesa parrocchiale di Baunei, che viene portata all'interno di questo Santuario in occasione delle celebrazioni in suo onore. Ogni anno, il 13 agosto, inizia la Festa di Santa Maria, quando il simulacro ligneo settecentesco, custodito nella parrocchiale di Baunei, viene portato in processione alla chiesa di Santa Maria Navarrese, ad all'arrivo in serata è officiata la messa. Il vespro è caratterizzato dalla processione serale a mare, dalla celebrazione della messa e dalla fiaccolata per le vie della borgata. Il 15 agosto, giorno dell'Assunta, si tiene la solenne celebrazione serale all'aperto, ed il rientro a Baunei della statua, scortata dai cavalieri ed accompagnata dai gruppi folk e dal suono delle launeddas. Nei giorni successivi, a Santa Maria Navarrese si svolge per i turisti la Sagra della Carne di Capra di Baunei, simile a quella che si tiene sull'altopiano del Golgo l'ultima settimana di giugno.

La pietra a coppelle di Santa Maria Navarrese Sul lungomare monte Santo a sinistra si trova la chiesa parrocchiale, ed a destra è presente una rientranza nella quale è stata collocata la Pietra a coppelle di Santa Maria Navarrese, il famoso reperto archeologico rinvenuto circa mezzo secolo fa, durante i lavori di scavo per la sistemazione dell'attuale piazzale della chiesa. Questa pietra a coppelle offre la possibilità di datazione attraverso i segni presenti sulla sua superficie. Il masso erratico presenta tre sequenze cronologiche che ci permettono di dimostrare, attraverso la sua forma e le sue undici coppelle più una in formazione, che è stata utilizzata dal Neolitico come pietra culturale dedicata al culto dell'acqua legato a quello della fecondità. La prima coppella, più grande presenta anche circa dodici striature ed un segno del Neolitico finale, che si trova per esempio sulle statue menhir di Laconi. Presenta inoltre due segni ben distinti chiaramente incisi, che corrispondono a due lettere conosciute, appartenenti a un alfabeto orientale protofenicio detto Gublitico lineare. I suoni che danno queste due lettere sono Ya e Hè o Khè, che poi danno Yavhè o Yakhè, ossia divinità. Da notare che certe chiese in Sardegna sono dedicate a Santu Iaccu o Jaccu. Questa pietra costituisce dunque uno straordinario documento, ed è stata certamente utilizzata come altare di una prima chiesa, probabilmente bizantina.
La spiaggia di Santa Maria NavarreseAlla destra del lungomare monte Santo, si sviluppa la bella Spiaggia di Santa Maria Navarrese. La Spiaggia di Santa Maria Navarrese è chiusa a nord dal promontorio sul quale si trova la Torre, che confina con un folto bosco e che la separa dalla spiaggia di San Giovanni e dal porticciolo turistico, ed a sud è chiusa da una scogliera, che la separa dalla spiaggia di Tancau. Situata di fronte all'isolotto di Ogliastra, è una bella spiaggia con un arenile di piccole dimensioni, formato da sabbia non finissima, di grammatura media, grigio dorata, con ciottolini. L'arenile, con belle scogliere, si affaccia su un mare verde, profondo. La spiaggia è molto affollata in alta stagione.

|
A sud della spiaggia si trova il Lanthia ResortSubito a sud della spiaggia di Santa Maria Navarrese, sul lungomare monte Santo, si trova l'hotel denominato lanthia Resort. Il Lanthia Resort è un hotel moderno a sviluppo orizzontale con sottopassaggio per la spiaggia attrezzata. Si caratterizza per il suo ampio giardino con piscina, arredi moderni e, su prenotazione, anche massaggi. È un gioiello sospeso tra il verde dei boschi dell'Ogliastra e l'azzurro del mare di Santa Maria Navarrese. Con 28 camere, lounge bar, ristorante e piscina, in un ampio parco a un passo dal mare, dispone di molteplici ambienti, diversi tra loro per varietà di arredi e stile, ma tutti accomunati dalla grande tradizione sarda. L'uso di materiali provenenti dall'Isola, come il granito a vista presente nelle facciate, si fonde con la modernità degli accessori e lo stile ricercato delle ceramiche personalizzate, i lini finemente ricamati, il rovere dei pavimenti. |
La Torre di Santa Maria Navarrese chiamata anche torre dei Saraceni Da dove siamo arrivati con il viale Pedras siamo arrivati sul lungomare monte Santo, preso quest'ultimo verso sinistra, ossia in direzione nord, lo percorriamo per duecento metri poi svoltiamo a destra e prendiamo la via torre dei Saraceni che, in centotrenta metri, ci porta sul promontorio a nord della spiaggia di Santa Maria navarrese, sul quale si trova la Torre di Santa Maria Navarrese chiamata anche Torre dei Saraceni. Costruita a nove metri sul livello del mare, è una vecchia postazione d'avvistamento contro le incursioni saracene realizzata in epoca spagnola, probabilmente prima del 1591. realizzata in calcare e completamente intonacata, ha la camera del primo piano coperta con volta a cupola e sorretta da un pilastro, mentre il secondo piano ha il soffitto orizzontale, anch'esso retto da un pilastro. Nel pavimento del piano inferiore è presente una cisterna, ed una scala interna alla muratura permette di accedere al piano superiore. La scala esterna per l'ingresso alla torre è stata aggiunta in seguito. La torre è stata, oggi, trasformata in un Museo.
La spiaggia di San GiovanniPassata la deviazione per la torre dei Saraceni, proseguiamo verso nord con il lungomare monte Santo, alla destra del quale si trova la Spiaggia di San Giovanni, che a nord è delimitata dal porticciolo turistico di Santa Maria Navarrese mentre a sud si trova la torre Spagnola. La Spiaggia di San Giovanni è una piccola spiaggia ciottolosa, lunga un centinaio di metri e costeggiata per tutta la sua estensione da un canneto che offre una precoce ombra pomeridiana nelle ore più calde della giornata. Presenta un arenile di sabbia dorata a grana medio grossa con la presenza di qualche scoglio affiorante. Acqua trasparente, di un colore cangiante tra l'azzurro ed il verde. Il fondale è basso, sabbioso e roccioso. Mai estremamente affollata. Nessun servizio diretto ma la spiaggia è dentro il paese di Santa Maria Navarrese quindi con tanti servizi nelle vicinanze.
|
Non si conosce il motivo dell'intitolazione della spiaggia a San Giovanni, di certo si Sa che veniva chiamata Sa Funtana de Santu Giuanni anche una sorgente d'acqua dolce che sgorgava a pochi metri dalla spiaggia, sorgente che è stata poi interrata in seguito ai lavori di realizzazione del porticciolo turistico. Gli Impianti Sportivi di Santa Maria NavarreseProseguendo verso nord lungo il lungomare monte Santo, dopo duecento metri prendiamo a sinistra la via Turru, alla sinistra della quale si trovano gli Impianti Sportivi di Santa Maria Navarrese, con un Impianto polivalente all'aperto nel quale sono praticabili come discipline il calcio, il calcetto ossia calcio a cinque, ed il tennis. L'impianto non è dotato di tribune. 
Il porticciolo turistico Proseguendo lungo il lungomare monte Santo, dopo una sessantina di metri prendiamo a destra il viale del Porto, che costeggia il moderno Porticciolo turistico di Baunei e Santa Maria Navarrese. Ci si può arrivare anche dalla Torre, passeggiando lungo il lungomare di Santa Maria Navarrese, o scendendo dalle scalette che portano al porticciolo. Il moderno Porto turistico di Baunei e Santa Maria Navarrese, inaugurato nel 1998, è un rifugio sicuro ed accogliente nella Costa orientale della Sardegna che può ospitare fino a 375 imbarcazioni con una lunghezza massima fino a 40 metri. Dal giugno 2005 il Porto è stato dotato del Pequod, un sollevatore che consente l’accesso a bordo delle imbarcazioni alle persone diversamente abili, diventando così il primo porto accessibile della Sardegna. E sempre dal 2005 ha ottenuto il prestigioso riconoscimento internazionale Bandiera Blu degli approdi turistici, che si assegna per qualità dell’approdo, servizi e misure di sicurezza, educazione ambientale ed informazioni ambientali sulle aree naturali sensibili circostanti, sia marine che terrestri.
Il pinnacolo di roccia calcarea chiamato Pedra LongaPer raggiungere il pinnacolo di roccia calcarea chiamato Pedra Longa, dal belvedere di Santa Maria Navarrese si può prendere un sentiero che si sviluppa a mezza costa. Dopo cinque minuti c'è un bivio, al quale bisogna stare sul sentiero più alto, di sinistra. In circa un'ora si raggiunge la Pedra Longa. Un modo più agevole, ma meno spettacolare, per arrivarci è, da Baunei sulla SS125 Orientale Sarda verso sud in direzione di Lotzorai. dal Cimitero di Baunei si percorre un chilometro e trecento metri, e, all'altezza del chilometro 153, si trova la deviazione a sinistra per Pedra Longa. Dal bivio la strada sale per un pò e poi scende ripidissima verso il mare, fino ad arrivare, dopo poco più di tre chilometri e mezzo, a un ampio parcheggio con un bar ristorante. È consigliabile avere i freni della macchina a posto se non si vuol rischiare di finire in mare... 
Viene chiamato Pedra Longa ossia La pietra lunga, o anche Agugliastra il pinnacolo di roccia calcarea che si trova lungo la costa dopo Santa Maria Navarrese andando verso il golfo di Orosei. Parte integrante del tavolato calcareo di Baunei, è uno spettacolare monumento naturale alto 128 metri, che il mare ha isolato dalla falesia, e che si eleva dalle acque come un faraglione. Per la sua forma slanciata, allargata alla base e via via rastremata verso l'alto, veniva indicato in passato dai naviganti con il nome di Guglia, Aguglia o Agugliastra. Alcuni ritengono che da questo nome derivi il nome Ogliastra, con il quale oggi viene indicata questa regione della Sardegna. Apparentemente costituita in un solo blocco roccioso, è invece, come tutto il tavolato, un insieme di masse calcaree e dolomitiche risalenti al mesozoico, che il fenomeno carsico ha lentamente modellato nel tempo. Dietro di essa spiccano le cime dei monti Argennas, Giradili, Ginnirco, che si affacciano ripidissimamente sul mare.
La costa prima di arrivare a capo monte Santo Due tornanti prima di arrivare al parcheggio, in corrispondenza di uno spiazzo con un albero in mezzo, c'è un altro sentiero, che parte verso nord e corre a mezza costa attraversando la macchia mediterranea di olivastro e carrubo. Da questo, ogni tanto, c'è qualche sentiero che piega verso il mare, e che porta a delle cale e spiaggette fantastiche. Tra la punta sulla quale sorge Pedra Longa, e, verso nord, la punta Calettino, si trova un tratto di costa al centro della quale di trova la Spiaggia di Forrola, raggiungibile con il sentiero che porta verso il mare, prima che rientri all'interno in direzione della punta Giradili.
A ridosso della Pedra Longa, verso nord, c'è la Spiaggia di Forrola. Si tratta di una lunga spiaggia che si presenta a tratti sabbiosi ed a tratti ricoperta di ciottoli levigati di colore grigio chiaro. Il mare cristallino ha un bellissimo colore tra il verde smeraldo e l'azzurro con un fondale mediamente basso e prevalentemente sabbioso. Un bellissimo colpo d'occhio lo offre il massiccio alle spalle della spiaggia e la punta Giradili, che svettano sulla florida macchia mediterranea. Poco frequentata anche durante il periodo estivo a causa delle difficoltà d'accesso, come per le altre cale della zona. Non sono presenti servizi su questa spiaggia.
|
Proseguendo lungo il sentiero principale, si incontrano i caratteristici ricoveri per il bestiame adattati alle cavità della roccia, per arrivare fino ai piedi delle alte falesie, in località Loppodine. Mentre lungo la costa si trovano altre calette, raggiungibili esclusivamente via mare, tra le quali significativa è la Cala Fenile con la Spiaggia di Cala Fenile. La Spiaggia di Cala Fenile è l'ultimo piccolo gioiello nato sulla Costa di Baunei, a metà strada tra la Pedra Longa ed il capo monte Santo. La sua spiaggia si è formata in seguito ad una frana dopo l'alluvione del settembre 2015, ed è costituita da moltissimi ciottoli chiari. Si tratta di una spiaggia affacciata su un'acqua dal tono turchese. I ciotttoli e l'acqua limpidissima caratterizzano questa caletta ancora poco conosciuta. Poco frequentata anche durante il periodo estivo a causa delle notevoli difficoltà d'accesso che avviene esclusivamente via mare. Non sono presenti servizi su questa spiaggia.
|
La costiera di Baunei per la protezione della Foca MonacaA nord di Santa Maria Navarrese, si sviluppa un tratto di costa classificato zona di inestimabile valore naturalistico, costituito dalle più alte falesie d'Europa, che raggiunge il suo massimo con il pinnacolo di roccia calcarea Pedra Longa. E passata questa guglia, verso nord si sviluppa la costiera di Baunei per la protezione della Foca Monaca, che parte da Capo di Monte Santu ed arriva fino alla costiera di Dorgali. La prossima tappa del nostro viaggioNella prossima tappa del nostro viaggio, descriveremo un viaggio che ci porterà a doppiare il Capo di Monte Santu ed andare a visitare la costiera del Supramonte di Baunei nella Riserva di protezione della Foca Monaca dove visiteremo Cala Goloritzè con il pinnacolo naturale detto l'Aguglia, Cala Mariolu, Cala Biriola, Cala Sisine fino a Cala Luna. località queste che si possono raggiungere da sud partendo da Santa Maria Navarrese, anche se vengono solitamente raggiunte da nord, da Cala Gonone, la frazione marittima di Dorgali, alla quale sono molto più vicine. |