Calasetta i cui abitanti conservano ancora il dialetto degli avi liguri, con l’imbarco dei traghetti per Carloforte
In questa tappa del nostro viaggio, visiteremo Calasetta il secondo paese dell’isola di Sant’Antioco, che vedremo con il suo centro e la sua costiera con le diverse cale e le spiagge del suo territorio comunale. Il Sulcis nella regione storica del Sulcis-IglesienteL’area della regione storica del Sulcis-Iglesiente si estende a nord della valle del Cixerri. Confina a nord est con il Campidano ed ha una forma vagamente triangolare. Il Sulcis (nome in lingua sarda Sa Meurreddìa) si estende nella porzione sudoccidentale dell’isola, parte integrante della regione storica del Sulcis-Iglesiente, ed appartiene alla Provincia del Sud Sardegna ed a quella di Cagliari. I suoi comuni nella Provincia del Sud Sardegna sono Calasetta, Carbonia, Carloforte, Domus de Maria, Giba, Masainas, Narcao, Nuxis, Perdaxius, Piscinas, Portoscuso, San Giovanni Suergiu, Sant’Anna Arresi, Sant’Antioco, Santadi, Siliqua, Teulada, Tratalias, Villamassargia e Villaperuccio. Quelli nella città Metropolitana di Cagliari sono Pula, Sarroch e Villa San Pietro, che si trovano però tra il Sulcis ed il Campidano di Cagliari, per cui possono essere considerate appartenenti all’una o all’altra di queste regioni. È un territorio in cui la natura è incontaminata, nel tratto costiero caratterizzato da ampie spiagge, tra cui spicca Piscinas, con le sue metafisiche dune di sabbia, o la splendida insenatura di Masua, che guarda il faraglione calcareo di Pan di Zucchero. In viaggio verso CalasettaUsciamo da Sant’Antioco verso nord ovest con la prosecuzione della via Regina Margherita che è la via Calasetta, la quale assume il nome di SS126 Sud Occidentale Sarda Diramazione, ed è la prosecuzione della SS126 Sud Occidentale Sarda che ci ha condotti da San Giovanni Suergiu a Sant’Antioco. Questa strada attraversa la parte settentrionale dell’isola e, in una decina di chilometri, ci porta all’interno dell’abitato di Calasetta. Dal Municipio di Sant’Antioco a quello di Calasetta si percorrono 9.8 chilometri. Il comune chiamato Calasetta che costituisce il secondo paese dell’isola di Sant’AntiocoIl secondo paese dell’isola di Sant’Antioco è Calasetta (nome in lingua sarda Cala Seda, altezza metri 9 sul livello del mare, abitanti 2.773 al 31 dicembre 2021), nato come borgo di pescatori dall’aspetto quasi orientale che ne conserva tutte le caratteristiche, con il centro storico caratterizzato dalle vie regolari e da case basse, quasi tutte tinteggiate di bianco calce, tanto che è nota come La bianca, per il colore prevalente delle sue abitazioni. Situato sulla punta settentrionale dell’isola di Sant’Antioco, si estende ai confini con il comune di Sant Antioco e con il mar di Sardegna. È facilmente raggiungibile tramite la SS126 Sud Occidentale Sarda Diramazione, che ne attraversa il territorio. Il territorio comunale, classificato di collina, presenta un profilo geometrico vario, con differenze altimetriche non molto accentuate. Origine del nomeSecondo Giovanni Spano il suo nome deriverebbe da Calasèda o Calesgèdda o Calaxedda, diminutivi del termine Cala, ad indicare una piccola Cala o un piccolo porto. Secondo altri, invece, il nome deriverebbe da Cala de Sedda o Cal ’e Sedda, dove in lingua sarda Sedda indica la sella del cavallo, infatti il territorio, nel punto più alto del borgo nella zona della torre sabauda, è una specie di sella posta alla sommità di due lati discendenti, uno che occupa il versante verso la marina e il porticciolo, l’altro nella zona della spiaggia di sottotorre. Per altri, infine, l’origine del nome deriverebbe dal termine Cala de Seda o Cal’e Seda, dove nel sardo campidanese Seda indica la seta, dato che nel mare dell’arcipelago sulcitano abbondavano imolluschi da cui si ricavava la seta di mare, che veniva utilizzata per la tessitura del bisso. Quest'ultima interpretazione si ritrova in un documento del 1754, riguardante un progetto di colonizzazione dell’isola di Sant’Antioco, nel quale si alternano le denominazioni in dialetto sulcitano di Calasera e Calesera con quelle dei commercianti liguri Calasetta o anche Cala di Seta. La sua economiaSi tratta di un comune rivierasco che, alle tradizionali attività agro pastorali, ha affiancato modeste iniziative industriali e che ha, inoltre, incrementato il turismo. Il settore economico primario è presente con la coltivazione di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, olivo, agrumi, uva e altra frutta e con l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. Il settore secondario è costituito da imprese che operano nei comparti alimentare, tra cui il lattiero caseario, della pesca, della piscicoltura, cantieristico ed edile. Il terziario si compone di una buona rete distributiva. Il turismo è forse l’attività economica più rilevante, con strutture ricettive che comprendono un agriturismo, e che offrono possibilità di soggiorno e ristorazione, ma anche con la presenza di numerose seconde case lungo la costa. Le tradizionali attività marinare della pesca sono presenti con servizi marittimi, ed anche l’agricoltura come la coltura della vite, con la produzione soprattutto di vino Carignano. Brevi cenni storiciNel 1540 l’isolotto di Tabarka, nei pressi di Tunisi, viene dato in concessione, dal Bey di Tunisi, alla famiglia genovese dei Lomellini, che ad essa sono interessati per la pesca del corallo. I Lomellini sono seguaci di Andrea Doria, e la concessione dell’isolotto di Tabarka è probabilmente dovuta ad un probabile riscatto, per la liberazione del corsaro turco Dragut, catturato nel 1540 da Giannettino Doria, nipote del doge della repubblica di Genova Andrea Doria. Nel 1542 i Lomellini colonizzano Tabarka, dove hanno varie proprietà ed un grandioso palazzo di villeggiatura, insieme ad un gruppo di pescatori quasi esclusivamente di Pegli, quartiere di Genova, che si dedicano alla pesca corallo, a traffici e commercio, e vengono chiamati Tabarkini. La comunità di Pegliesi vive a Tabarka fino al 1738, quando si determina l’esaurimento dei banchi corallini, ed aumentano i dissidi con i Rais, che li rendono liberi o li fanno schiavi, a seconda di chi regna in quel momento a Tunisi o ad Algeri. Per questo motivo, nel 1738, stanchi di queste vessazioni, una parte dei Tabarkini, con a capo Agostino Tagliafico, intraprendente mercante tabarchino, chiede al re Carlo Emanuele III di Savoia, di trasferirsi in un luogo dove poter continuare in tranquillità i loro commerci, soprattutto in spezie e stoffe pregiate, con il resto del Mediterraneo. Ottengono, per questo, dal re di Sardegna le concessioni a costituire diversi insediamenti, il primo nel 1738 nell’isola di San Pietro con la costituzione della città di Carloforte, e quindi poi con la costituzione dell’abitato di Calasetta in una parte pressoché disabitata dell’isola di Sant’Antioco. Il Regno di Sardegna aveva progettato la sua realizzazione già nel 1754, ma, a causa di controversie con l’arcivescovo di Cagliari che avanzava diritti di sfruttamento sull’isola, il progetto non aveva avuto luogo. Successivamente Carlo Emanuele III di Savoia affida all’Ordine Cavalleresco dei Santi Maurizio Lazzaro, che nel 1758 aveva ottenuto in feudo la parte nord occidentale del territorio dell’isola di Sant’Antioco, il compito di guidare l’insediamento di Calasetta. L’insediamento viene deciso formalmente nel 1770, e in quegli stessi giorni i tabarchini possono mettere piede nell isola. Il progetto del paese viene delineato, secondo il tracciato a reticolo che ancor oggi la caratterizza, dal luogotenente di artiglieria Pietro Belly che era divenuto nel 1762 il direttore delle Miniere di Sardegna, il quale ne aveva progettato lo schema urbanistico caratterizzato dalle intersezioni perpendicolari di strade rettilinee, che nell’assieme compongono uno schema cittadino a scacchiera. La salvaguardia del territorio era assicurata dalla possente torre che ancora oggi domina il centro storico. Solo qualche anno più tardi, nel settembre del 1770, giungono a Sant Antioco trentotto famiglie liguri provenienti da Tabarka, che sino da due anni prima avevano chiesto a Carlo Emanuele III il permesso di colonizzare parte dell isola. A questo gruppo originario, tre anni dopo si uniscono una cinquantina di famiglie provenienti dal Piemonte. I primi anni di vita della neonata comunità non sono facili, dato che la siccità, malattie e contrasti tra i due gruppi non favoriscono la convivenza. In seguito la rivalità tra Tabarkini e Piemontesi si risolve, i primi si dedicano quasi esclusivamente alla pesca, ed i secondi all agricoltura, e in particolare alla viticoltura. Oggi gli abitanti di Calasetta, discendenti in parte dalla colonia tabarchina, hanno costumi e dialetto simili a quelli della città di Carloforte. Del comune di Calasetta nel 2001, con la riorganizzazione delle province della Sardegna, viene cambiata la Provincia da quella di Cagliari, alla quale precedentemente apparteneva, a quella nuova di Carbonia e Iglesias, ed in seguito, con la sua abolizione, nel 2016, passa alla nuova Provincia del Sud Sardegna. Nel 2006 Calasetta viene riconosciuto come Comune onorario dalla Provincia di Genova, in virtù dei legami storici, economici e culturali con il capoluogo ligure ed in particolare con Pegli con il quale è gemellato. La lingua parlata a CalasettaIl tabarkino, lingua tradizionalmente parlata nei comuni di Carloforte e Calasetta, ha origine direttamente dal ligure, e fa parte del Genoise d’Otre Mer, vale a dire della lingua parlata dalla popolazione dei possedimenti nei territori d’oltremare della repubblica di Genova. Oggi le popolazioni che parlano questa lingua sono tutelate come minoranza etnica e linguistica, si trovano in Turchia, Sardegna, Francia, Spagna, Sicilia. Comunque la lingua di Calasetta ha acquisito in misura maggiore, rispetto a quella di Carloforte, diversi termini linguistici sardi. Il dialetto tabarchino parlato a Calasetta è sostanzialmente diverso nella pronuncia e in alcuni elementi semantici rispetto a quello di Carloforte, dove si è mantenuto in una forma più aderente al pegliese di origine. La minore apertura ai traffici marittimi rispetto a Carloforte, e la caratteristica conservatrice della cultura contadina, hanno permesso un migliore mantenimento, rispetto a Carloforte, di alcune particolari notazioni del dialetto ligure nella sua forma più arcaica. Le principali principali feste e sagre che si svolgono a CalasettaA Calasetta è attivo il gruppo folkloristico Serenate Calasettane, costituito nel 2015. Tra le principli principali feste e sagre che si svolgono a Calasetta vanno citate a febbraio, le manifestazioni del Carnevale; a metà maggio, la Sagra del Pilau durante la quale viene celebrato il suo piatto simbolo, che promette di deliziare i palati degli amanti della buona cucina e della tradizione con i sapori autentici del Pilau, un piatto ricco di storia e legami culturali, ossia una delizia a base di fregula fatta a mano e sugo ai crostacei, in primis la granseola; dal 21 giugno al primo luglio, la Festa di San Giovanni, con manifestazioni sportive, musicali e religiose, rassegne gastronomiche e degustazioni; il giorno di ferragosto, da non perdere è la Sagra del Pescespada, l’appuntamento gastronomico durante la quale ai visitatori vengono offerti ottimo pesce e ottimi vini; il 26 agosto la Festa di Cristo Re, nella frazione Cussorgia; il 22 settembre, si festeggia il Patrono, nella Festa patronale di San Maurizio Martire. Visita del centro di CalasettaIl centro dell’abitato di Calasetta, lo storico Borgo, chiamato in tabarchino Borgu ed in sardo Brugu, è costituito da due Rioni, chiamati in tabarchino Riùn ed in sardo Parti, separati dalla via Roma. Si tratta del rione Marina, ossia in tabarchino Màina ed in sardo Marina, i cui abitanti sono denominati in tabarchino Marràixi; ed il rione Torre, ossia in tabarchino Ture ed in sardo Turri, i cui abitanti sono chiamati in tabarchino Turràixi. Nella parte sud occidentale del centro storico si trova il più recente rione residenziale di Sottotorre, ossia in tabarchino Sutta Ture e in sardo Sutta Turri, molto frequentato soprattutto nel periodo estivo; e nella parte meridionale vi è una recente zona di espansione abitativa denominata La costiera, ossia in tabarchino A Custea ed in sardo Sa Costera. L’abitato, interessato da una crescita edilizia, mostra l’andamento altimetrico tipico delle località collinari. Sul lungomare molto suggestive sono le facciate delle palazzine ottocentesche e settecentesche, ombreggiate da alte palme e oleandri. Da notare la presenza di casette di campagna tipicamente intonacate di bianco di semplice e gradevole architettura. La Cantina di Calasetta con un vino inserito nella guida 5StarWines di VinitalyLungo la SS126 Sud Occidentale Sarda Diramazione, al chilometro 10.5, si vede alla sinistra della strada il distributore di benzina della Q8. Percorsi trecento metri in direzione nord, si vede, alla sinistra della strada, l’insieme di edifici che ospitano la Cantina di Calasetta. Nel lontano 1932 tredici viticoltori si sono uniti ed hanno fondato una delle più antiche cantine della Sardegna, la Cantina di Calasetta, con l intento di valorizzare i vitigni autoctoni sardi e in modo particolare il Carignano del Sulcis che qui, sulla sabbia, trova il suo habitat ideale. Oggi è una cooperativa vitivinicola con circa un centinaio di soci che si prendono cura delle proprie vigne consapevoli che solo il lavoro di squadra possa portare al benessere economico, sociale e ambientale di una comunità. Si tratta di caparbi e capaci viticoltori convinti che una generosa quanto singolare natura, grazie al sole, al vento, al mare, alla sabbia, possa contribuire a dare vini fortemente identitari, eleganti e di grande piacevolezza. Oggi la Cantina produce vini rossi Doc Carignano del Sulcis, vini bianchi Doc Vermentino di Sardegna, e vini Doc Moscato di Cagliari. Il suo vino Carignano del Sulcis Doc Riserva Bricco Delle Piane 2019 è stato inserito nella 5StarWines del 2023 di Vinitaly. |
Il Municipio di CalasettaLa SS126 Sud Occidentale Sarda Diramazione, all’interno dell’abitato, assume il nome di via Roma, ed è la strada che separa i due storici rioni di Calasetta, il rione Marina ed il rione Torre. La percorriamo per quattrocentocinquanta metri dalla Cantina di Calasetta, fino a dove la strada termina nella grande piazza Pietro Belly, un tempo chiamata piazza Municipio e successivamente intitolata al sottotenente del regno sabaudo e ingegnere morto a Torino nel 1791, che è stato il progettista della pianta urbana di Calasetta negli anni della sua fondazione. Nella piazza, di fronte alla via Roma, si trova il palazzo comunale, che ospita il Municipio di Calasetta, nel quale è presente la sua sede e si trovano tutti i pricipali uffici che offrono i loro servizi agli abitanti del paese, che fanno parte dell’Area amministrativa e affari generali, dell’Area finanziaria e tributaria, dell’Area lavori pubblci e urbanistica, e della Polizia municipale. Il palazzo comunale che capeggia al centro della piazza è stato edificato nell’ottocento, ed è stato in seguito ampliato e ristrutturato nel secondo decennio del 1927, quando in esso stato inserito anche l’orologio. Nel 1931 nella piazza sono state smantellate le rocce piatte che seguivano il naturale declivio della collina, e sono stati sistemati i lastroni in granito sardo che si trovano ancora oggi. In piazza Pietro Belly si trova il Monumento ai CadutiAl centro della piazza Pietro Belly, proprio di fronte all’edificio che ospita il Municipio, si trova il Monumento ai Caduti, un monumento a cippo sormontato da una scultura in bronzo che rappresenta la figura di un soldato. La scultura è opera di Torquato Tamagnini, nato a Perugia nel 1886 che ha operato soprattutto a Roma, che ha avuto particolare fama soprattutto per i numerosi monumenti ai caduti della Grande Guerra, il quale la ha realizzata nel 1927, ed il soggetto è il soldato, ossia un fante, in vedetta. La Chiesa parrocchiale di San Maurizio MartireDalla piazza Pietro Belly, di fronte al Municipio prendiamo verso sinistra la via Solferino. Percorsa per una cinquantina di metri, prendiamo verso sinistra la via Umberto I, che, in un centinaio di metri, termina di fronte alla Chiesa di San Maurizio Martire che è la parrocchiale di Calasetta, ultimata nel 1839. La Chiesa è dedicata a San Maurizio Martire in ricordo dell’ordine Mauriziano, che nel Settecento ha guidato e sostenuto l’insediamento della nuova popolazione nell’isola di Sant’Antioco. Questa Chiesa è realizzata in stile barocco piemontese, ma con forme quasi arabeggianti, con un impianto sormontato da due campanili cupolati simili a minareti e da una cupola schiacciata rivestita a squame. La facciata classicheggiante, intonacata di bianco e celeste, ha la forma di un antico tempio, ed è scandita da sei lesene poggianti su uno zoccolo. I capitelli ionici sostengono un architrave, al di sopra del quale vi è un frontone triangolare, nel cui timpano si apre un finestrone circolare. L’impianto originario era a pianta centrale a forma quadrata, tuttavia, dopo l’ampliamento del 1956, la pianta viene modificata a croce latina. L’interno ha tre navate, e quelle laterali sono grandi cappelle comunicanti, voltate ad altezza inferiore rispetto alla navata centrale, sono ripartite da due pilastri per lato, con un terzo pilastro che si inserisce direttamente sulla struttura absidale. La volta della navata centrale termina nell’abside semicircolare decorato da una grande conchiglia. A Calasetta ogni anno il 22 settembre, giorno della sua ricorrenza, si celebra la Festa di San Maurizio Martire. Il momento culminante di questa festa patronale è la processione serale, a cui partecipano tutti gli abitanti del paese. La processione inizia con giovani a cavallo vestiti da legionari romani, a rappresentare i cavalieri della legione Tebana, compagni di Maurizio, fatti uccidere perché cristiani. Seguono, dietro il proprio stendardo, tutte le associazioni religiose parrocchiali, ultima quella intitolata a San Maurizio, con un gruppo di ragazzi che indossa la tunica bianca con fascia rossa, come usavano un tempo gli aderenti a quella Confraternita. Il Circolo Bocciofilo San MaurizioDalla piazza Pietro Belly, di fronte al Municipio prendiamo verso sinistra la via Solferino. Percorsa per una cinquantina di metri, prendiamo questa volta verso destra la via Umberto I, la seguiamo per trecentocinquanta metri poi svoltiamo a destra nella via Dante Alighieri. Qui, dopo appena una diecina di metri, vediamo alla sinistra della strada partire via Strada Vecchia, all’inizio della quale, sulla sinistra, si vede l’ingresso della Circolo Bocciofilo di Calasetta, gestito dalla Parrocchia San Maurizio, che ospita i Campi per il gioco delle bocce. Il Porto Turistico di Calasetta con l’imbarco dei traghetti per CarloforteProseguendo lungo la via Solferino oltre l’incrocio con la via Umberto I, a centottanta metri dalla piazza Pietro Belly la strada termina sul lungomare Arenzano, all’altro lato del quale si affaccia il Porto Turistico di Calasetta. Si tratta di un piccolo porto per barche da pesca e da diporto, che dispone di 400 posti barca ben protetti, di cui 55 destinati ai visitatori in transito con barche lunghe fino ai 30 metri. Dispone di pompa di carburante solo per le imbarcazioni da pesca autorizzate, ubicata all’interno del porto turistico sul versante est, che opera su una banchina lunga 40 metri. Il porto è poco profondo, e quindi è limitato a natanti di piccola stazza, ma é un ottimo punto di partenza per crociere dao che da esso si può navigare a nord fino ad Alghero e alla Corsica, a ovest verso le Baleari o a sud fino a Cagliari, alla Tunisia e alla Sicilia. L’importanza di Calasetta deriva dal fatto che dal suo porto, ove giunge pure la ferrovia da Sant’Antioco, partono motonavi della compagnia di navi Delcomar che percorrono le cinque miglia e mezzo, ed in una mezz’ora portano passeggeri ed auto alla città di Carloforte, unico centro abitato dell’isola di San Pietro. I resti della Stazione ferroviaria dismessa di CalasettaDa dove eravaamo arrivati con la via Solferino sul lungomare Arenzano, lo prendiamo verso destra e, dopo altri centottanta metri, prendiamo a destra la via Barcellona. Seguiamo questa strada, alla sinistra della quale si trova la piazza sulla quale si affacciano i restri della Stazione ferroviaria di Calasetta, capolinea della dismessa ferrovia che da Siliqua portava a San Giovanni Suergiu e da qui a Calasetta. Il progetto di costruzione di una rete ferroviaria a scartamento ridotto, risalente agli anni dieci del Novecento, per collegare i comuni dell’isola di Sant’Antioco ed i relativi porti con il sud ovest sardo e con il. Le Ferrovie Meridionali Sarde, nel 1926 inaugurano la linea da Siliqua a Calasetta e quella da Suergiu ad Iglesias. La stazione di Calasetta, che vede l’apporto del pittore Stanis Dessy per la decorazione del fabbricato viaggiatori, viene costruita costruito a pochi metri dal porto, e vengono realizzati dei brevi raccordi che dalla stazione raggiungono le banchine portuali. Nel dopoguerra la stazione, come il resto della ferrovia, vede progressivamente calare il traffico merci, che cessa quasi integralmente negli anni sessanta. La stazionr viene chiusa all’esercizio nel 1974, e parte delle strutture viene riconvertita per i servizi di autolinee delle FMS, e dal 2008, anno di inglobamento delle FMS nell’ARST, è quest'ultima società ad operare nell’area della stazione. Il Civico Museo d’Arte ContemporaneaDalla piazza Pietro Belly, di fronte al Municipio prendiamo verso destra la via Solferino. Dopo una sessantina di metri svoltiamo a destra in via Savoia, e, dopo un centinaio di metri, vediamo alla sinistra della strada, al civico numero 2, l’ingresso del Civico Museo d’Arte Contemporanea. Si tratta di un interessante Museo inaugurato nel 2000 nei locali del ristrutturato ex mattatoio, con opere d’arte di autori Animati da furore di geometrismo plastico, donate da Ermanno Leinardi, pittore nato nel 1933 a Pontedera da genitori sardi, e morto nel 2006 a Calasetta. Istituito nel 2011 come Museo MACC, documenta tutte le tendenze dell’arte astratta, dall’astrazione lirica e informale all’astrazione geometrica, dai maestri degli anni trenta (Josef Albers, Mario Radice, Carla Badiali), agli aderenti del Movimento Arte Concreta del decennio cinquanta (Atanasio Soldati, Luigi Veronesi), dal ventaglio dei gruppi e dei collettivi coinvolti nel campo dell’arte cine-visuale degli anni sessanta e settanta (Bruno Munari, Giuseppe Capogrossi, Lucio Fontana, Ermanno Leinardi e molti altri), al drappello degli sperimentatori sardi (Antonio Atza, Giovanni Campus, Rosanna Rossi, Vincenzo Satta, Italo Utzeri, Gaetano Brundo, Zaza Calzia). Il Museo presenta, a rotazione, una selezione di opere riunite su specifici temi, ed una serie di mostre tematiche coerenti con la finalità del Museo di valorizzare l’arte astratta. Le Scuole Secondarie di Calasetta con i loro impianti sportiviSe riprendiamo indietro la via Savoia e la seguiamo verso sud est per quattrocento metri, poi svoltiamo a destra in via Guglielmo Oberdan, dopo un centinaio di metri si vede alla sinistra della strada l’ingresso delle Scuole Secondarie di Calasetta. subito prima, prendiamo verso sinistra la via Vittorio Emanuele, la seguiamo per un’ottantina di metri, poi svoltiamo a dstra nella via Padre Pio, alla destra della quale si trovano gli ingressi degli Impianti Sportivi delle Scuole Secondarie. In questo complesso sportivo, è presente un Campo Sportivo Polivalente, dotato di tribune in gradi di ospitare un centinaio di spettatori, nel quale è possibile praticare come discipline Calcetto ossia calcio a cinque, Pallacanestro e Pallavolo. È inoltre presente una Palestra, senza tribune per gli spettatori, nella quale è possibile praticare Attivit ginnico motorie, Pallacanestro, Pallavolo, Lotta, Judo e Karate. La Torre Sabauda di CalasettaPassato il Civico Museo d’Arte, riprendiamo indietro la via Savoia e, percorso poco più di un centinaio di metri, incrociamo di nuovo la via Solferino che prendiamo questa volta verso destra. Dopo centoventi metri svoltiamo a destra nella via Regina Elena e, dopo una diecina di metri, arriviamo a vedere alla sinistra della strada la Torre di Calasetta, nota anche come Torre Sabauda, costruita a quota venti metri sul mare dai Piemontesi nel 1756 in conci di rocce vulcaniche, lave e tufi. Presenta forme massicce ed ha una base di oltre sedici metri di diametro, ha una volta a cupola ed una scala interna allo spessore del muro, per l’accesso alla terrazza. La sala è stata modificata, con l’aggiuntamteri di tramezzi, e la scala esterna non è originaria. Sotto la torre è adagiato un antico cannone. La spiaggia di SottotorreLa più bella spiaggia di Calasetta è quella occidentale, posta proprio sotto la torre, dalla quale si gode un bellissimo panorama, specialmente sull’isola di San Pietro, i suoi scogli e le sue colonne paragonate ai celebri faraglioni di Capri. Passata la Torre Sabauda, la via Sottotorre che è la prosecuzione della via Savoia ci conduce, in altri duecentocinquanta metri, a vedere alla destra della strada la spiaggia di Sottotorre, che è situata sotto la torre costiera sabauda del diciottesimo secolo. Presso la spiaggia è presente un parcheggio. La spiaggia di Sottotorre è una bellissima spiaggia presente all’interno dell’abitato di Calasetta, costituita da un arenile di medie dimensioni, composto da sabbia bianchissima e compatta, molto soffice al tatto, e si affaccia su un mare caratterizzato da un colore tra il turchese e l’azzurro, con un fondale sabbioso e basso. In prossimità dei margini della spiaggia sono presenti rocce e scogli. La spiaggia è molto affollata in alta stagione, e sono presenti punti di ristoro nelle immediate vicinanze. La spiaggia prende il suo nome dalla vicinissima Torre costiera sabauda del diciottesimo secolo, che è situata sul promontorio ad est della spiaggia, e, trovandosi all’interno del paese, consente di usufruire di tutti i suoi servizi. |
Visita dei dintorni e della costiera di CalasettaVediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Calasetta, sono stati portati alla luce i resti delle Tombe di giganti di Bricco Scarperino, Gundua, e Vigna Grande; dei Nuraghi semplici di Acqua di Murta, Bricchettio, Bricco dell’Aina, Bricco delle Piane, Bricco di Ciotti, Bricco Scarperino, Cussorgia Piemontese, e Sisineddu; dei Nuraghi di Gundua, Mercurieddu, Nido dei Passeri noto anche come l’Egua o Spiaggia Grande, S’Ega de Ciredu, Spiaggia Grande, Il suo Sensu, e Tupei, tutti di tipologia indefinita; e dell’insediamento abitativo di Vigna Grande. Nel 2017 Legambiente attore protagonista dell’ambientalismo italiano, con le rilevazioni effettuate dalla sua Goletta Verde, e con la collaborazione del Touring Club Italiano, ha assegnato il riconoscimento di 4 Vele al comprensorio della Costa sud ovest e delle Isole Sulcitane. I parametri considerati per l’assegnazione delle vele sono la qualità delle acque di balneazione, efficacia della raccolta differenziata dei rifiuti, la gestione delle risorse idriche, la presenza di aree pedonali, efficienza dei servizi, la valorizzazione del paesaggio e delle produzioni locali. |
La località Le Saline nella quale si trovano le Saline ovestPassata la spiaggia di Sottotorre, proseguendo lungo la via Sottotorre verso sud per circa un chilometro e mezzo, si raggiunge la località Le Saline (altezza metri 6 sul livello del mare, distanza in linea d’aria circa 2.3 chilometri dal comune di Calasetta di cui fa parte, non è disponibile il numero di abitanti). Si tratta di una località del comune di Calasetta nella quale si trovano le Saline di Calasetta. Queste saline vengono chiamate le Saline ovest per distinguerle da quelle di Sant’Antioco, che sono chiamate le Saline est, ed in esse è possibile incontrare, in alcuni periodi dell’anno, i fenicotteri rosa. Alle spalle della spiaggia, separate da pini, si vedono le acque rossastre dello stagno e delle saline, da cui la spiaggia prende il nome. Passate le saline, la via Sottotorre prosegue verso sud con il nome di strada della Salina. La spiaggia delle SalinePassate le Saline e arrivati sul mare, si incontra la spiaggia delle Saline. La parte centrale della spiaggia si raggiunge deviando a destra dalla prosecuzione della via Sottotorre che è diventata la strada della Salina, al bivio indicante il Campeggio Le Saline, dove si procede diritti lasciando alla nostra sinistra il campeggio, sino a un piccolo posteggio tra dune e ginepri. La parte meridionale della spiaggia, sul lato sud ovest dell’arenile, si raggiunge cinquecento metri più avanti lungo la via Sottotorre, dove si trova un bivio poco individuabile, subito dopo aver costeggiato lo stagno della Salina, ed al bivio si può prendere un breve sterrato, che porta alla spiaggia La piccola spiaggia delle Saline è caratterizzata da un arenile di medie dimensioni, costituito da sabbia di un colore bianco a granatura fine, affacciata su un mare cristallino, con dei colori cangianti tra l’azzurro, il turchese ed il verde smeraldino, e con un fondale basso e sabbioso. Nella parte più interna, la spiaggia è caratterizzata da dune ricoperte da un’abbondante vegetazione che la separano dalla Salina. La spiaggia è piuttosto affollata in alta stagione, ed è molto apprezzata da chi pratica lo snorkeling e dagli amanti del wind surf grazie ai venti che spirano al largo della costa. In essa sono presenti un campeggio, possibilità di affittare attrezzature da spiaggia, noleggio natanti e possibilità di escursioni in barca. |
Una deviazione per raggiungere l’Agriturismo TupeiLungo la strada della Salina, subito prima del bivio indicante il Campeggio Le Saline, prendiamo la deviazione verso sinistra seguendo le indicazioni per Sant’Antioco e Cagliari, in direzione dell’agriturismo Oasi Blu. La seguiamo per duecentocinquanta metri, poi svoltiamo a destra nella strada delle Piane, dopo quasi un chilometro vediamo alla sinistra la deviazione per l’agriturismo Oasi Blu, la superiamo e proseguiamo per circa duecento metri, poi prendiamo una strada bianca sulla destra che in circa centinquanta metri ci porta vedere alla sinistra l’ingresso dell’Agriturismo Tupei. L’Agriturismo Tupei è situato all’interno della sua azienda agricola, immersa in un esteso spettacolare anfiteatro naturale con vista sul mare e sulla macchia mediterranea. Al suo interno l’azienda ha un allevamento di cavalli anglo-arabi, alcuni di questi sono utilizzati per piacevoli passeggiate vicino al mare o all’interno dell’isola. Ospita, inoltre, una fattoria didattica, un progetto educativo che apre le porte dell’azienda agricola Tupei a gruppi scolastici, ma anche orientato alle famiglie o a gruppi di visitatori occasionali, in cui si affiancano alle normali attività anche attività didattiche. Lo scopo è formare e informare gli ospiti su cos' la vita in campagna, difatti attraverso specifici laboratori, viene offerta l’opportunità di conoscere l’attività agricola, la vita animale e vegetale, cosa si coltiva nelle campagne, la trasformazione di alcuni prodotti dal campo alla tavola, un’efficace educazione alimentare ed ambientale. |
All’interno dell’Agriturismo Tupei è presente anche un centro ippico, affiliato alla FISE, dove è possibile avvicinarsi al mondo del cavallo e perfezionarsi nelle abilità equestri, con un campo di equitazione nel quale effettuare come discipline Ippica e Turismo equestre. La Spiaggia GrandeDopo il bivio che ci ha portati al lato sud dell’arenile della spiaggia delle Saline, percorsi altri Ottocento metri lungo la strada della Salina, arriviamo al parcheggio della Spiaggia Grande, molto ampia come dice il suo nome, presente in un’ampia insenatura a forma di arco, chiusa a nord dalla Punta della Salina, ed a sud dalla Punta Maggiore. L’accesso al suo settore meridionale è raggiungibile ottocentocinquanta metri più avanti, prendendo una deviazione sulla destra dalla strada provinciale segnalata dalle indicazioni per l’Hotel Luci del Faro, dalla quale, dopo cinquecento metri, si devia a destra, in direzione nord, fino a raggiungere in quattrocento metri il parcheggio posto al limite sud occidentale della spiaggia. La Spiaggia Grande molto bella e di grandi dimensioni, ha un lungo arenile costituita da finissima e candida sabbia, molto soffice al tatto, orlata da folti ginepri, che si affaccia su un mare con acque cristalline tranquille e ben riparate dalle correnti, di un colore tra il verde chiaro e l’azzurrino con sfumature di turchese, ed ha un fondale molto basso e sabbioso. Alle sue spalle si sviluppa una fitta vegetazione selvaggia sulle piccole dune, alternata alla campagna. Sulla spiaggia, molto affollata in alta stagione, sono presenti punti ristoro sulla spiaggia, grande parcheggio a disposizione, possibilità di affittare ombrelloni, lettini, sdrai e altre attrezzature da spiaggia. Vengono organizzate escursioni in barca per ammirare le bellezze della costa. |
Affacciato sulla Spiaggia Grande si trova l’Hotel Stella del SudAffacciato sulla Spiaggia Grande si trova l’Hotel Stella del Sud. L’Hotel Stella del Sud si trova a Calasetta, nella parte nord occidentale dell’isola di Sant’Antioco, sulla baia della Spiaggia Grande, completamente immerso nella macchia mediterranea, su una spiaggia ampia e dal bianco arenile bagnata da un mare dai colori cangianti. L’Hotel, con il suo parco privato di ginepri secolari, si trova a soli tre chilometri dal centro abitato di Calasetta. Offre ai suoi ospiti il soggiorno in formula bed and breakfast e mezza pensione, che include la cena nel suo ristorante. A pranzo è attivo il servizio di pasti veloci, a base di rinfrescanti insalate e primi piatti. A disposizione degli ospiti viene offerto il servizio spiaggia ed il noleggio di attrezzature per gli sport acquatici. |
L’Hotel Stella del Sud ospita una Piscina semiolimpionica con acqua di mare, senza tribune per gli spettatori, nella quale è possibile praticare come discipline il nuoto in tutti gli stili, ed anche altre attività acquatiche. L’Hotel Stella del Sud ospita, inoltre, un Campo da tennis, anch’esso senza tribune per gli spettatori. La località Tonnara con i resti della ex Tonnara di Punta MaggioreProseguendo oltre il parcheggio posto al limite sud occidentale della Spiaggia Grande, la strada ci porta sul promontorio di Punta Maggiore nella località Tonnara (altezza metri 6, distanza in linea d’aria circa 6.5 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti), ed, alla destra della strada, si trovano gli edifici della ex Tonnara di Punta Maggiore una interessante vecchia tonnara con impianti, forni e caseggiati vicini alla Spiaggia Grande. La tonnara, che risale ai primi anni dell’ottocento, è oggi riconosciuta come monumento nazionale, ed è stata ristrutturata pochi anni fa. Gode di un fascino che riporta indietro nei tempi, le case qui presenti erano abitate rispettivamente dalla famiglia del guardiano della tonnara e da quella del capo tonnara. La piccola spiaggia della TonnaraSulla costa orientale del promontorio di Punta Maggiore, ad est degli edifici della ex Tonnara, seguendo le indicazioni per La Tonnara svoltiamo a destra quando segnalato, e raggiungiamo la piccola spiaggia della Tonnara, che è situata alla fine della Spiaggia Grande di Calasetta, nella parte occidentale dell’Isola di Sant’Antioco. La spiaggia della Tonnara è costituita da un piccolo arenile orlato da profumati ginepri e formato da sabbia bianca, che viene interrotta da scogli e rocce, e che si affaccia su un bellissimo mare che digrada dolcemente verso il largo, caratterizzato da una trasparenza invidiabile, con un colore cangiante tra l’azzurro ed il verde smeraldo per i giochi di luce creati dal sole riflesso sul fondale. Le sue acque sono trasparenti e di un azzurro cangiante per i giochi di luce creati dal sole riflesso sul fondale. Alle sue spalle, si trova l’edificio nel quale si lavorava il tonno. In prossimità della spiaggia si trova un Hotel e la zona è amata da quanti cercano un pò di privacy e praticano la pesca subacquea o semplicemente desiderano immergersi nelle sue acque. |
La scogliera di MangiabarcheProcedendo verso sud, la costa è caratterizzata per lo più da scogliere e da rocce, il mare è profondo con un fondale roccioso e con una grande presenza di scogli. Percorsi circa cinquecento metri, si raggiunge la Scogliera di Mangiabarche così chiamata per la pericolosità delle correnti marine che facevano infrangere, sui numerosi scogli che affiorano dal mare, tantissime imbarcazioni dei pescatori. Di fronte alla scogliera, al suo estremo settentrionale, nel mare a circa quattrocento metri al largo dell isola di Sant Antioco, si trova lo Scoglio di Mangiabarche, sul quale si staglia il piccolo Faro solitario, il cui compito è evitare, anche se a volte senza successo, che le imbarcazioni s’incaglino nelle rocce affioranti, che creano un fascino un pò sinistro. Costruito intorno nel 1935, il faro segnala ai naviganti, provenienti dalle coste spagnole e dall isola di San Pietro, la presenza di un tratto di mare particolarmente rischioso. Tra l isola di Sant Antioco e lo scoglio del Faro sono, infatti, presenti scogli e secche affioranti dal mare, che rappresentano ancora oggi una pericolosa insidia. A questo si aggiunge il forte vento di maestrale che d’inverno spira dall’Atlantico e che spinge le imbarcazione verso gli scogli, complici anche le correnti dello stretto tratto di mare. Il Faro era alimentato a propano fino al 1970, anno in cui si deciso di sostituire l alimentazione dell occhio con pannelli fotovoltaici. Nel 2000 inoltre è stato oggetto di un consistente restauro. In località Mangiabarche si trova l’Hotel Luci del FaroIn località Mangiabarche, di fronte al faro, alla destra della strada, si trova l’Hotel Luci del Faro. L’Hotel Luci del Faro si trova a Calasetta, nella parte nord occidentale dell’isola di Sant’Antioco, di fronte al suggestivo faro di Mangiabarche, a pochi passi da spettacolari scogliere e ricchissimi fondali, ed a poche centinaia di metri dalla più grande tra le splendide spiagge di Calasetta, ossia dalla Spiaggia Grande. Durante il soggiorno in questo hotel è possibile approfittare di alcuni dei servizi offerti, campo da tennis, ombrelloni e sdraio per la spiaggia, ed altro. Gli ospiti dell’Hotel Luci Del Faro hanno anche a disposizione una piscina e una colazione inclusa sul posto. All’interno propone ampie camere i cui mobili, tessuti, e perfino l’illuminazione, portano il segno della tradizione sarda. |
La scogliera del Nido dei PasseriProseguendo verso sud, dopo Ottocento metri si arriva in località Nido dei Passeri dove si trova una scogliera alta oltre venti metri, a picco sul mare dal quale è possibile ammirare panorami incantevoli. In alcuni punti è possibile scendere verso rocce adatte alla balneazione, mentre in altri è possibile tuffarsi in mare da grande altezza direttamente dall’alta scogliera. Molto interessante vedere la particolarità di queste rocce, alcune delle quali sono state modellate sapientemente dal vento e dal mare. Il paesaggio è unico per via della colorazione della roccia e della conformazione geologica. Non sono presenti servizi in questa località, che costituisce un luogo in cui fermarsi a meditare, da soli o in compagnia. A sud della scogliera di Nido dei Passeri, lungo la costa si trova la Scogliera Macari o Maccari, e poi altre scogliere, fino ad uscire, dopo cinque o sei chilometri, dalla costiera di Calasetta per raggiungere la costiera del comune di Sant’Antioco. I resti del Nuraghe Nido dei Passeri noto anche come Nuraghe l’Egua o Nuraghe Spiaggia GrandeSulla scogliera Nido dei Passeri sono presenti i resti del Nuraghe Nido dei Passeri, noto anche come Nuraghe l’Egua o Nuraghe Spiaggia Grande. Si tratta di un Nuraghe di tipologia indefinita, probabilmente si trattava di un Nuraghe semplice, che si trova in mediocre stato di conservazione, posizionato a quindici metri circa dal mare ed è realizzato in materiale indeterminato, probabilmente in pietra trachitica, a pochi metri di altezza. Nei pressi del Nuraghe è presente anche un Circolo tombale che probabilmente era un luogo di sepoltura per le persone del villaggio nuragico della zona. Il Nuraghe non è segnato sulla mappa dell’Istituto Geografico Militare Dal centro di Calasetta raggiungiamo il suo CimiteroDal Municipio di Calasetta, prendiamo la via Roma verso sud, percorsi circa settecentocinquanta metri vediamo alla destra della strada il distributore della Q8 dal quale abbiamo iniziato la nostra visita all’abitato del paese. Percorsi ancora una cinquantina di metri, vediamo, sempre alla destra della strada, l’ingresso posteriore del Cimitero di Calasetta, il cui ingresso principale si trova sulla via Cala Lunga, che è la continuazione verso sud della via Vittorio Emanuele. La si prende dalla via Palestro, che parte verso ovest dalla piazza Pietro Belly, dopo centoventi metri si prende a destra la via Vittorio Emanuele, che, percorsa per trecento metri, diventa la via Cala Lunga, alla sinistra della quale, dopo quattrocentocinquanta metri, si vede l’ingresso principale del Cimitero. Gli impianti del Complesso Sportivo del comune di CalasettaPercorsi ancora duecentocinquanta metri verso sud sulla prosecuzione della via Roma, che è diventata la SS126 Sud Occidentale Sarda Diramazione, arrivati in località campo Sciamain, vediamo alla destra della strada gli impianti del Complesso Sportivo del comune di Calasetta. Appena entrati, la strada porta al Campo da Calcio, con fondo in erba sintetica, dotato di tribune in grado di ospitare un centinaio di spettatori. Alla sua destra si trova il Campo da Calcetto, ossia da Calcio a cinque, realizzato in una tensostruttura al coperto, con fondo in erba sintetica, dotato anch’esso di tribune per un centinaio di spettatori. Più a destra di trovano due Campi da Tennis, con tribune per una cinquantina di spettatori. Ad ovest rispetto ai campi da Tennis, si trova il Palazzetto dello Sport, al quale è più comodo accedere dalla via Cala Lunga, duecentocinquanta metri più avanti dopo l’ingresso principale del Cimitero. Nel Palazzetto dello Sport, è presente un Campo Polivalente, dotato di tribune in grado di ospitare 736 spettatori, nel quale è possibile praticare come discipline calcetto ossia calcio a 5, pallacanestro, e pallavolo. Oltre al Campo Polivalente, nel Palazzetto dello Sport è presente una Palestra Fitness, senza tribune per gli spettatori, nella quale è possibile praticare diverse attività ginnico motorie. Lungo la costa orientale si raggiunge la frazione CussorgiaProseguiamo circa un chilometro sulla SS126 Sud Occidentale Sarda Diramazione, e, seguendo le indicazioni, prendiamo la deviazione verso sinistra sulla via Calasetta, che, in un chilometro ed Ottocento metri, ci porta all’interno della frazione Cussorgia (altezza metri 6, distanza in linea d’aria circa 4 chilometri, circa 65 abitanti), che si trova ad est dell’abitato. Cussorgia è l’unica frazione del comune di Calasetta, ed è conosciuta come centro balneare con villaggi residenziali per vacanze e ristoranti. Nell’abitato di Cussorgia si trova la chiesetta cattolica dedicata a Cristo Re e la vecchia stazione ferroviaria dismessa, e la presenza di questa stazione aveva reso la localit negli anni di attivit della ferrovia meta di molti bagnanti che si recavano in treno presso la spiaggia della frazione. Passata la frazione Cussorgia, la strada prosegue verso sud est e conduce all’interno del territorio comunale di Sant’Antioco. Origine del nome CussorgiaL’origine del nome Cuss rgia viene fatto risalire ad un antico istituto giuridico, affine all’ademprivio e molto diffuso in Sardegna nel Medioevo, per il quale un pastore o proprietario di greggi era autorizzato dall’autorit , o dalla comunit , dietro pagamento di un canone, a godere di un suolo pubblico o collettivo destinato a pascolo, avendo in concessione terre per pascolo e per allevamento. L’etimologia del nome deriva dal latino medioevale cursoria, neutro plurale dal sostantivo cursorium, che collegato al verbo latino classico currere, perchè all’interno dello spazio concesso il bestiame poteva correre liberamente. La Chiesa di Cristo Re a CussorgiaProcediamo dritti sino a trovare uno Stop, in corrispondenza di uno spiazzo con delle palme. Lì possiamo lasciare la vettura e procedere a destra verso la Chiesa di Cristo Re, edificata negli anni trenta del Novecento, che si trova dopo una quarantina di metri alla destra della strada. Presso questa Chiesa il 26 agosto si svolge la Festa di Cristo Re, dove il Santo patrono è celebrato con grande attenzione e passione da parte di tutta la popolazione e anche da quelli che da tempo vivono nel comune di riferimento o anche al di fuori dell isola. Il programma religioso prevede in mattinata la messa in onore del Santo, e a fine pomeriggio la processione, con partenza del simulacro dal porto di Calasetta ed arrivo a Cussorgia, dove, al termine della processione, si tiene un’altra messa solenne all aperto. Segue una serata gastronomica. I resti della Stazione ferroviaria dismessa di CussorgiaLasciata la vettura nella spiazzo con le palme, prendiamo, invece, a sinistra la strada che porta verso il mare. Percorsa una sessantina di metri, alla sinistra della strada si trova l’edificio che ospitava la sede della vecchia Stazione ferroviaria di Cussorgia della dismessa linea ferroviaria a scartamento ridotto, gestita dalle Ferrovie Meridionali Sarde dagli anni venti del Novecento, e che fino al 1974 collegava Siliqua con San Giovanni Suergiu e da qui procedeva fino a raggiungere Calasetta. La presenza della stazione ha reso, negli anni nei quali è stata in attività la ferrovia, questa frazione meta di molti bagnanti che da Calasetta e da Sant’Antioco si recavano in treno alla sua spiaggia. La spiaggia di CussorgiaProseguendo sulla strada verso sinistra per altri centoventi metri, si raggiunge la spiaggia di Cussorgia. Sono presenti anche un punto ristoro e una pizzeria ristorante, situati a pochi passi dalla spiaggia. La spiaggia di Cussorgia è caratterizzata da un arenile costituita da sabbia di colore ambrato a grani medi un colore tra l’azzurro e il verde, che si affaccia su un mare trasparente, con un fondale basso e sabbioso. Nel mare di Cussorgia è scarsa presenza di posidonie. La spiaggia è ampiamente attrezzata per gli ospiti, offrendo lettini, ombrelloni, docce e servizi igienici. È inoltre possibile praticare sport acquatici come lo sci d’acqua, il kayak e il windsurf. Lungo la spiaggia ci sono anche numerosi ristoranti dove è possibile godere le prelibatezze locali. Questa spiaggia è poco affollata anche nel periodo estivo, ed, alle sue spalle, si vedono le abitazioni della frazione Cussorgia, che si affacciano direttamente sulla spiaggia. |
La prossima tappa del nostro viaggioNella prossima tappa del nostro viaggio, da Calasetta sull’isola di Sant’Antioco ci recheremo in mezz’ora di traghetto sull’Isola di San Pietro. Secondo la tradizione. interessanti sono le sue belle coste, ma l’isola di San Pietro è nota soprattutto per le caratteristiche del suo capoluogo, il paese chiamato Carloforte di chiara impronta ligure. |