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L'isola di Sant'Antioco con i suoi resti archeologici, le sue coste e le sue spiaggeIn questa tappa del nostro viaggio, racconteremo i resti archeologici presenti nell'isola di Sant'Antioco, per poi recarci a visitare le coste e spiagge presenti sull'isola di Sant'Antioco ed appartenenti al comune di Sant'Antioco. Il Sulcis nella regione storica del Sulcis-Iglesiente
I diversi resti archeologici presenti nell'isola di Sant'AntiocoLa visita dell'isola di Sant'Antioco non può ignorare qualche reperto preistorico ed i diversi resti del periodo nuragico che si trovano sparsi per tutta l'isola. Nel'isola di Sant'Antioco, sono stati portati alla luce i resti dei menhir su Para e Sa Mongia che abbiamo descritto nella precedente tappa; del menhir di Corongiu Murvonis; della fonte sacra di Funtana Cannai; dei templi a pozzo di Corongiu Murvonis; del pozzo sacro di Grutt'i Acqua; delle tombe di giganti Candiazzu, Corongiu Murvonis, Poggio di Mezzaluna, su Niu 'e su Crobu; ed anche dei nuraghi Antiogu Diana, Antiogu Diana II, Briccu, Cala Sapone, Calalunga, Candiazzu, Corongiu Murvonis, de Chirigu, de Gianni Efisi, de Grutt'i Acqua, de su Nonnettu, Dessa, Feminedda, Is Pruinis, locci, Marchiesu, Montarveddu, monte Arbus, monte Arbus II, monte S'Orxiu, Noccus, Nuraxeddu, Peppi Orru, Perda Stufaras, Perdas de Fogu, Pruna, Sa Guardia de su Turcu, Sa Scrocchita, S'Ega de Bomba, S'Ega de Funtana, S'Ega Marteddu, Serra de su Parone, Serra Nuarxis, Serra Nuarxis II, su Cuccu de Bogolatti, su de Is Orru, su Fraizzu detto anche S'Uttu de su Para, su Piscinas, Turri, tutti di tipologia indefinita. La frazione CannaiPercorrendo la SS126 Sud Occidentale Sarda siamo arrivati sull'isola di Sant'Antioco. Superato il ponte, si trova il cartello che indica la svolta a sinistra, per raggiungere le spiagge. Giriamo, quindi, a sinistra alla fine del ponte, dopo la curva, e poi nuovamente a sinistra. Procediamo, quindi, sempre dritti sulla SP76, superate le Saline di Sant'Antioco e la spiaggia Canisoni, a circa cinque chilometri dalla città, invece di deviare sulla sinistra lungo la costa verso Maladroxia, proseguiamo dritti con la SP76 e, dopo tre chilometri ed ottocento metri, raggiungiamo la frazione Cannai (altezza metri 38, distanza in linea d'aria circa 10.6 chilometri dal Municipio di Sant'Antioco, non è disponibile il numero di abitanti). La frazione si trova all'interno della piana di Cannai, costituita da fertili terreni argillosi bruno rossastri di origine quaternaria, che si estende nella parte centro meridionale dell'isola ed è solcata, in direzione da nord a sud, da un torrente chiamato rio Triga che ancora oggi in inverno è precorso da un poco d'acqua, e proprio in località Cannai devia pian piano verso est, sino a disegnare un angolo retto, infilandosi nella piana di Maladroxia per sfociare nella spiaggia di sabbia nera vulcanica di Co 'e Quaddus. Si racconta che sino a cent'anni fa in località Cannai ci fosse un bosco di sughere in cui trovavano rifugio e sostentamento dei cavallini selvatici come quelli della Giara di Gesturi. Il pozzo sacro di Funtana CannaiCento metri prima di arrivare alla frazione, sulla destra della strada troviamo una piazzetta con il Pozzo sacro di Funtana Cannai riconosciuto dalla soprintendenza ai Beni Culturali come Fonte sacra nuragica. realizzato con pietre al massimo solo sbozzate, ha subito notevoli modifiche nel tempo. Il pozzo è stato sicuramente riutilizzato sino a pochi decenni fa.
Iniziamo il Circuito dei nuraghi con la visita al nuraghe Sa FemineddaDa Funtana Cannai torniamo indietro lungo la SP76 per una cinquantina di metri e, sull'altro lato della strada, troviamo un'area di sosta dalla quale possiamo raggiungere il Nuraghe Sa Feminedda che è accessibile attraverso una bella stradina in pietra. Il nuraghe è realizzato in calcare ed è ancora intatto anche se coperto dalla vegetazione. È un nuraghe di tipologia indefinita, probabilmente monotorre, edificato a 58 metri di altezza, di cui si conserva, interessante, la struttura perimetrale esterna, con un complesso di strutture interrate. Si innalzava proprio di fronte alla fonte sacra di Funtana Canai. I resti del nuraghe su Fraizzu detto anche nuraghe S'Uttu de su ParaRitorniamo a dove, sulla SP76, abbiamo superato la deviazione per Maladroxia, proseguiamo lungo questa strada per poco più di tre chilometri, e, seicento metri prima di arrivare alla Funtana Cannai, troviamo sulla destra un'area di parcheggio, dalla quale si può prendere un sentiero che, seguito per quasi cinquecento metri, porta al Nuraghe su Fraizzu detto anche Nuraghe S'Uttu de su Para. Si tratta di un nuraghe di tipologia indefinita, anch'esso probabilmente monotorre, realizzato in calcare ed edificato a 84 metri di altezza, distante deicento metri dal nuraghe Sa Feminedda, putroppo mal conservato. di esso sopravvive solo una parte della torre, oltre a pochi resti intorno ad essa. I resti del nuraghe S'Ega MartedduSul lato sinistro della strada, provenendo da Sant'Antioco, a circa cinque chilometri dall'inizio della SP76, incontriamo la deviazione che porta in un paio di chilometri al villaggio turistico di Maladroxia, che però è raggiungibile anche dalla frazione Cannai dalla quale dista circa tre chilometri. Subito sopra il villaggio di Maladroxia, troviamo il Nuraghe S'Ega Marteddu situato su una collina da dove controllava il golfo di Palmas. Si tratta di un nuraghe di tipologia indefinita, probabilmente un nuraghe complesso, realizzato in calcare a 76 metri di altezza, e costituito da un mastio centrale circondato da un muraglione sul quale si addossano forse alcune torri più piccole. L'ingresso principale non è praticabile, ma si può entrare attraverso un passaggio che porta in una delle camere secondarie con la copertura a tholos ancora intatta. Il complesso nuragico di Corongiu Murvonis
Prima di arrivare al nuraghe si trovano i due Tempi a pozzo di Corongiu Murvonis. Subito allo sbocco del sentiero, una deviazione sulla sinistra porta al secondo tempio nuragico a pozzo, e, proseguendo lungo il sentiero, un'altra deviazione a sinistra fa raggiungere il primo tempio nuragico a pozzo. Continundo lungo il sentiero, dopo aver superato il Menhir di Corongiu Murvonis si raggiunge il Nuraghe di Corongiu Murvonis che è un nuraghe di tipologia indefinita, probabilmente un nuraghe complesso, posto a 154 metri di altezza in una posizione strategica, sopra uno sperone roccioso da cui si ha una vista ampia su tutta la zona circostante dato che esso domina sia sulla costa, sia sulla piana interna. Si ritiene che fosse formato probabilmente da un mastio centrale e da altre torri addossate ad esso. La torre principale si conserva per diversi filari perimetrali. Il complesso era, inoltre, difeso da un ampio bastione murario, di cui si vedono i ruderi, al quale sono addossate diverse strutture, probabilmente altre torri. Il complesso nuragico di Corongiu Murvonis ha intorno tracce di un villaggio nuragico presente nell'area circostante. Non è ben conservato. Nella parte ovest del complesso è presente un laghetto, alimentato presumibilmente da acqua sorgiva. Un accurato esame della zona ha evidenziato la presenza di numerose tombe di giganti, tra le quali anche quella qui presente. A un centinaio di metri di distanza dal nuraghe, in direzione sud ovest, si trovano i resti della Tomba di giganti di Corongiu Murvonis situata a un'altitudine di 155 metri, della quale sono state trovate però solo poche tracce. I resti della tomba di giganti di su Niu 'e su CrobuDalla deviazione per Corongiu Murvonis, riprendiamo la strada principale che da Funtana Cannai conduce verso le località della costa occidentale dell'isola, percorsa per circa tre chilometri e duecento metri, prendiamo la deviazione verso sinistra che porta al villaggio Polifemo. Sulla sinistra dell'ingresso del villaggio una strada bianca ci riporta in direzione sud, verso il bacino nuragico di Grutt'i Acqua. Dopo due chilometri e mezzo esatti, troviamo sulla destra la Tomba di giganti di su Niu 'e su Crobu la più significativa delle tombe che si trovano su quest'isola, la quale è posizionata sulla pendenza denominata Su Niu 'e su Crobu, il nido del corvo, nella località Poggio Mezzaluna. La tomba di giganti è stata costruita utilizzando massi di roccia vulcanica, sopra una piattaforma in pietra, a 69 metri di altezza. È l'unico edificio preistorico dell'isola di Sant'Antioco che è stato sottoposto a scavi scientifici. Collocata in un ambiente altamente suggestivo anche sotto il profilo naturalistico, non è ben conservata e priva di indicazioni per cui difficilmente raggiungibile. Nella tomba sono stati ritrovati molti reperti risalenti alla fine del quindicesimo secolo avanti Cristo. L'insediamento fortificato ed il villaggio nuragico di Grutt'i Acqua
Il villaggio è situato alla base di una collina alla sommità della quale si erge il Nuraghe di Grutt'i Acqua un robusto nuraghe di tipologia indefinita, edificato a 106 metri di altezza, che propabilmente era un nuraghe monotorre. Nella parte più alta della collina rimane il Lago di Grutt'i Acqua una specie di laghetto oggi non più utilizzato e quindi ricoperto di muschio, che veniva riempito dall'acqua piovana e costituiva la riserva idrica del villaggio. Visita delle coste dell'isola di Sant'Antioco con le sue baie e le sue spiaggeLa nostra visita dell'isola di Sant'Antioco ci porta, ora, ad effettuare il periplo dell'isola percorrendo le Coste dell'isola di Sant'Antioco per visitare tutte le baie e le spiagge che si incontano lungo esse. Passate le Saline di Sant'Antioco arriviamo alla frazione Is Prunis con la spiaggia chiamata anche spiaggia Canisoni
In alternativa, possiamo procedere sulla SP76 per altri cento metri, superiamo una rotonda e, dopo novecentocinquanta metri troviamo la deviazione successiva, che prendiamo verso sinistra per raggiungere in trecentocinquanta metri la spiaggia un poco più a sud. Prendiamo la strada costiera orientale ed incontriamo per prima la spiaggetta di su Forru 'a MacchinaSuperata la spiaggia Canisoni, a circa cinque chilometri da dove abbiamo preso la SP76, invece di proseguire dritti per la località Cannai, seguendo sulla sinistra l'indicazione per la frazione Maladroxia, abbandoniamo la strada principale e prendiamo la strada costiera panoramica di Maladroxia, che segue tutta la costa orientale dell'isola. Dopo solo Duecentocenti metri, imbocchiamo una stradina sterrata verso sinistra, che, in circa centocinquanta metri, conduce alla Spiaggetta di su Forru 'a Macchina, che costituisce la parte finale verso sud della costa di Is Pruinis.
La spiaggia deve il suo nome alla Vecchia fornace, Posizionato nei pressi della spiaggia stessa, che veniva utilizzato per la produzione di calce, data la grande disponibilità di cave presenti nella zona. La vecchia fornace è ancora visibile, anche se in stato di abbandono e di forte degrado. L'insenatura di su Portixeddu con la sua spiaggiaDa dove abbiamo preso la strada panoramica che segue alla costa orientale dell'isola, percorso un chilometro, troviamo le indicazioni ed effettuiamo subito più avanti il parcheggio oltre i bordi della carreggiata. Prendiamo un sentiero sulla sinistra, che ci porta all'insenatura di Su Portixeddu, ossia del Piccolo porto, con falesie alte 10 metri, nel quale si trova la sua piccola spiaggia. L'insenatura di Portixeddu Quau o Portixeddu Accuau con la sua piccola spiaggiasettecento metri più avanti, qualche metro prima di vedere sulla sinistra il recinto in muratura bianco di una tenuta privata, troviamo uno slargo sulla destra dove possiamo parcheggiare. Qui prendiamo uno stretto sentiero sulla sinistra, tra la vegetazione, che ci porta alla piccola insenatura di Portixeddu Quau, o Portixeddu Accuau, protetta da una piccola scogliera, che termina in acqua ed è sormontata dalla macchia mediterranea, nella quale si trova la piaggia omonima, poco visibile dalla strada.
Nel mare di fronte alla spiaggia si trovano delle vasche di muratura sommerse, di cui si ignora l'origine, ma che si pensa siano i resti di un vecchio molo. La frazione Maladroxia con il suo grande insediamento turistico e con la sua spiaggiaProseguiamo lungo la strada panoramica e, dopo duecento metri, troviamo il cartello segnaletico che fa entrare nel villaggio turistico di Maladroxia, subito passato il quale si trova sulla destra la via Portixeddu, che conduce al nuraghe S'Ega Marteddu. Entrati nell'abitato arriviamo all'insenatura di Cala Maladroxia, dove sgorgano sorgenti termali marine conosciute già dai Romani. Si tratta di una grande e bella baia sulla quale si affaccia la frazione Maladroxia (altezza metri 10, distanza in linea d'aria circa 9.7 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 75), con il villaggio di Maladroxia, l'unico imponente insediamento turistico dell'isola, nel quale sono presenti bar, alberghi, ristoranti, pisserie, negozi e servizi vari. Al termine della strada, sulla sinistra dell'abitato troviamo diverse strade che ci portano alla bella Spiaggia di Maladroxia, la più frequentata, dato che è grande, bella e facile da raggiungere. In spiaggia è presente un bar, docce e servizi igienici. Sulla collina retrostante la spiaggia, si trova il bel nuraghe S'Ega Marteddu, che abbiamo descritto quando abbiamo parlato dell'archeologia nell'isola di Sant'Antioco. Dal villaggio di Maladroxia, prendendo verso ovest la via Coaquaddus, dopo un paio di chilometri arrivimo sulla SP76, che a destra porta in circa un chilometro nella località Cannai, della quale abbiamo già parlato. Proseguendo lungo la costa orientale verso Capo SperonePer visitare la costa orientale dell'isola, partiti da Sant'Antioco con la SP76, a circa otto chilometri ed ottocento metri dalla città raggiungiamo la frazione Cannai, che abbiamo già descritta. Subito dopo la Funtana Cannai, la SP76 devia verso sinistra in direzione sud est, sulla strada per Capo Sperone e per la altre località della costa orientale, che fiancheggia la bella e tormentata costa rocciosa. Se, invece che seguire la SP76 verso sinistra, proseguissimo dritti, inizieremmo la strada che porta alla costa occidentale, che descriveremo più avanti. La Baia di Coaquaddus con la sua bella spiaggiaDalla frazione Cannai, proseguiamo con la SP76 verso sinistra in direzione sud est, sulla quale dopo circa un chilometro si immette da sinistra la strada proveniente da Maladroxia. Dopo circa un chilometro e trecento metri, arriviamo a una grande rotonda, dove la strada provinciale prosegue dritta, mentre noi dobbiamo girare a sinistra sulla strada costiera comunale di Coaquaddus. Questa strada ci porta a raggiungere, dopo poco più di cinquecento metri, la grande Baia di Coaquaddus detta anche di Co 'e Quaddus, ed arriviamo il grande parcheggio della spiaggia dove possiamo lasciare la macchina e procedere a piedi. Nell'estate del 2004 eravamo in riva al mare a Coaquaddus quando abbiamo visto levarsi il fumo di un vasto incendio sulla montagna alle spalle della spiaggia. Pe lo spegnimento è arrivato un primo elicottero della Protezione Civile, poi affiancato da due elicotteri militari provenienti da Capo Teulada, ed infine è arrivato anche un Canadair, l'aereo in grado di fare rifornimento in volo passando radente la superficie del mare. Si trattava di un incendio doloso, come poi abbiamo scoperto dato che era il terzo in poche settimane. La frazione torre Cannai nella quale si trova la torre Cannai più nota come TurriLa strada costiera di Coaquaddus prosegue lungo la costa, con molte curve in una bella vegetazione di macchia mediterranea, e si incomincia a vedere sullo sfondo il promontorio sormontato dalla torre. Dopo poco più di un chilometro, una indicazione sulla sinistra ci porta, dopo cinquecento metri di strada bianca, alla frazione torre Cannai (altezza metri 14, distanza in linea d'aria circa 15 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti). La frazione prende il nome dalla Torre Cannai più nota come Turri una torre di avvistamento presente sulla costa, costruita dai Piemontesi nel 1746 a 31 metri sul mare. realizzata con rocce vulcaniche, lave e tufi, ha una volta a cupola, con un foro centrale, ed una scala interna alla muratura per l'accesso al terrazzo, che è stato coperto. Ha subito nel tempo numerose trasformazioni, ed è molto ben conservata, perché è abitata in periodo estivo. L'ingresso sul piano di campagna non è originale. La spiaggia di torre CannaiProseguendo dopo la torre, nella costa rocciosa si apre l'insenatura di Porto Cannai, dove possiamo prendete una delle prime due stradine sulla sinistra, per raggiungere la Spiaggia di Turri Cannai, Affacciata su un mare di cristallo. Gli isolotti a sud dell'isola
La frazione Peonia Rosa con il villaggio turistico omonimo
Passata questa deviazione, la strada provinciale prosegue per appena ottocento metri, per poi terminare con un cartello indicante la fine della strada bitumata, mentre da anni avrebbe dovuto essere completata per risalire la costiera occidentale dell'isola. Oggi, per visitare Portu Sciusciau, la Baia del Poggio di Mezzalira, la costiera di IS Praneddas, bisogna scendere con una strada bianca da nord, seguendo un percorso molto accidentato, mentre da sud ci si può arrivare solamente via mare. Capo Sperone con la spiaggia di S'Acqua 'e Sa CannaProseguendo con la strada costiera di Coaquaddus per quasi due chilometri di curve e tornanti, in un bell'ambiente di macchia mediterranea e cactus, dopo la frazione Peonia Rosa, arriviamo a Capo Sperone alto 22 metri, che costituisce il punto più a sud dell'isola. Tutta la località di Capo Sperone è caratterizzata dalla presenza di macchia mediterranea. Da lì, prendendo la stradina sterrata verso la sinistra, si raggiunge la Spiaggia di Capo Sperone, chiamata anche S'Acqua 'e Sa Canna est, che si trova sul lato orientale del promontorio, ad est della scogliera di Capo Sperone. Il posto di osservazione denominato il Semaforo di Capo SperoneDalla fine della strada che ci ha condotto a Capo Sperone, è possibile salire sulla montagna che sovrasta Capo Sperone, denominata Guardia de su Turcu, sulla quale, a 175 metri di altezza in località Su Monti de su Semafuru, si trovano i resti di un importante posto di osservazione chiamato il Semaforo di Capo Sperone una ex stazione Segnali della Marina Italiana realizzata nel 1886. Si tratta di un edificio a pianta longitudinale su due livelli, il cui prospetto settentrionale è di disegno vagamente classicheggiante, mentre quello meridionale ricorda la prua di un'imbarcazione. L'impianto murario è realizzato con conci di pietrame basaltico della zona. Il solaio è costituito da una volta a botte in cui si innestava la grossa antenna per le comunicazioni radio, parzialmente distrutta. L’interno è diviso da un lungo corridoio che separa in due parti l’edificio, ai lati del corridoio vi sono due stanze che in origine erano suddivise con tramezzi di mattoni pieni, quella sul lato orientale ospitava la cucina, mentre quella occidentale era adibita ad uffici. Il corridoio termina con scale in granito che permettono l’ingresso all’ufficio radio trasmittente, e poco prima vi è l’ingresso alla torretta di avvistamento, a cui si accede tramite una scalinata. Durante l'ultimo conflitto, col nome in codice Toro, assume il ruolo di stazione radar, vedetta e difesa antinave e antiaerea, ed è la base di un contingente tedesco, data la sua posizione eccezionale dalla quale si possono controllare tutte le coste dell'isola, con lo sguardo che spazia fino a Capo Teulada. La stazione è rimasta inattiva dal 1958, il trasferimento alla regione risale al 2008, ed il manufatto si trova in uno stato di avanzato degrado, tanto che per suo un nuovo utilizzo sarebbe necessaria una ristrutturazione. Lo ho fotografato nel 2002, quando era purtroppo mal conservato, non vi erano indicazioni per raggiungerlo, ci sono arrivato perché mi ha accompagnato, qui come a Cala Tuffi, l'amico Makleen. Mi hanno fatto, poi, sapere che in seguito è stata effettuata una parziale ristrutturazione, è stata tolta l'antenna, ed ora è più facile da raggiungere dato che sono state disposte alcune indicazioni lungo la strada per raggiungerlo. Visita della costa occidentale dell'isolaPer visitare la costa occidentale dell'isola, partiti da Sant'Antioco con la SP76, a circa otto chilometri ed ottocento metri dalla città raggiungiamo la frazione Cannai, che abbiamo già descritta. Subito dopo la Funtana Cannai, la SP76 devia verso sinistra in direzione sud est, sulla strada per Capo Sperone che abbiamo già descritta. Ora, invece che seguire la SP76 verso sinistra, proseguiamo dritti ed iniziamo la strada che attraversa da est ad ovest tutta l'isola e porta verso la costa occidentale. La strada si sviluppa all'interno,su un altopiano chiamato il Poggio di Mezzaluna. Qui ci siamo fermati alcuni anni fa con gli amici Makleen e Frewilly, che mi hanno fatto da guida in questa parte del Viaggio. L'amico Makleen, nome con il quale veniva citato Massimiliano Grosso, ha in seguito fatto carriera, ed è diventato il responsabile dell'agenzia di servizi turistici TuttoSantAntioco, specializzata in servizi di accoglienza nella Sardegna del sud, in particolare sull'isola di Sant'Antioco, nella bellissima regionr storica del Sulcis-Iglesiente. La frazione Villaggio Polifemo con il villaggio turistico omonimo
A sud del villaggio Polifemo si trova la bella insenatura di Porto di Triga
Lungo la costa verso sud si trovano la scogliera di Is Praneddas e la baia del Poggio di MezzalunaLungo la costa che conduce da porto di Triga verso sud fino a Capo Sperone, si trova un'abbondanza di cale e baie, che sono accessibili quasi esclusivamente via mare. Qui vediamo, comunque, come è possibile raggiungerle, sia pure percorrendo ardui sentieri, via terra partendo dal villaggio Polifemo. Sulla sinistra dell'ingresso del villaggio Polifemo, una strada bianca ci riporta in direzione sud, in direzione del bacino nuragico di Grutt'i Acqua. Percorso un chilometro e quattrocento metri, troviamo una deviazione verso destra lungo la quale si trova un'area di parcheggio, dove possiamo lasciare la macchina e proseguire lungo il sentiero che in circa cinquecento metri conduce fino alla costa.
La Scogliera di Is Praneddas e la Baia del Poggio di Mezzaluna meritano di essere visitati, meglio se in barca, in quanto dal mare è possibile godere di una vista e di prospettive davvero interessanti. Ancora più a sud si trovano le belle insenature di Portu SciusciauProseguendo sulla strada bianca che dall'ingresso del villaggio polifemo ci ha portato in direzione sud, dopo ancora un chilometro e trecento metri troviamo il parcheggio per il bacino nuragico di Grutt'i Acqua. Qui possiamo parcheggiare, e, subito dopo il parcheggio, prendere un viottolo che scende verso la costa di circa un chilometro, scendendo a piedi lungo una collina senza una stradina vera e propria, percorso adatto a chi ama il trekking.
All'interno di una delle insenature della costiera di Portu Sciusciau si trova la Spiaggia di Portu Sciusciau, chiamata anche S'Acqua 'e Sa Canna ovest, che si trova sul lato occidentale del promontorio, ad ovest della scogliera di Capo Sperone. La costiera di Portu Sciusciau merita davvero di essere visitato, meglio se in barca, in quanto dal mare è possibile godere di una vista e di prospettive davvero interessanti. Verso nord si trova la Cala Sapone con la sua bella spiaggia
Dei resti della Tonnara di Cala Sapone rimangono solo i ruderi della cappella della Vergine della MisericordiaIl Campeggio Tonnara è stato costruito dove, un tempo, si trovava la Tonnara di Cala Sapone che, fino a quando era in funzione, si trovava in territorio di Calasetta. Lo stabilimento per la pesca del tonno viene realizzato nella seconda metà del settecento, ma purtroppo ha vita breve per le continue incursioni dei pirati saraceni, e viene abbandonata nel 1825. Lo storico Vittorio Angius alla metà dell'ottocento scriveva: «Nell'anno 1813 i tonnarotti di Calasapone corsero gran rischio di esser sorpresi e portati via nell'Africa. Addì 6 giugno da una squadra tripolina si mandavano in terra circa 200 uomini armati, i quali speravano cader improvvisi sopra i tre o quattrocento uomini che operavano nella pesca. Se ne avvidero però i miliziani, e non badando a quel numero decuplo della loro compagnia, andarono incontro ai barbari... vedendo i barbari l'indiscussa virtù dei difensori... Si allontanarono».
La Cala della Signora con la sua spiaggiaDal parcheggio comunale di Cala Sapone, in duecentocinquanta metri verso nord, è possibile raggiungere, alla sinistra della strada, la particolarissima baia rocciosa chiamata Cala della Signora un piccolo golfo caratterizzato dalla roccia tipica della zona e da un mare cristallino e pulito. In tanti amano tuffarsi dalle rocce direttamente in acqua, mentre c 'e chi preferisce l'attività dello snorkeling per ammirare le bellezze delle piccole grotte sottomarine e della fauna acquatica. Al centro della baia si trova la Spiaggia di Cala della Signora. La frazione Mercuri con il villaggio turistico chiamato residence I CiclopiPassate la Cala Sapone e la Cala della Signora, proseguiamo sulla strada costiera che risale la costa occidentale dell'isola, passando in un bellissimo paesaggio di macchia mediterranea, mentre alla destra si iniziano a vedere le alte scogliere che si affacciano sul mare cristallino.
La bellissima Cala Grotta chiamata anche Cala Tuffi
La frazione ColoniaLungo la strada costiera che risale la costa occidentale dell'isola, da dove avevamo trovato il cartello indicatore del Residence I Ciclopi, Percorriamo settecento metri e troviamo una deviazione a sinistra, che, in centocinquanta metri, porta all'interno della frazione Colonia (altezza metri 49, distanza in linea d'aria circa 14.4 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti), una frazione del comune di Sant'Antioco nella quale sono presenti diverse abitazioni. La Cala lunga con la sua spiaggia
Con la visita della Cala lunga, abbiamo concluso la nostra descrizione della parte dell'isola di Sant'Antioco che appartiene al comune di Sant'Antioco, mentre quella appartenente al comune di Calasetta verrà descritta nella prossima tappa. La prossima tappa del nostro viaggioNella prossima tappa del nostro viaggio, visiteremo Calasetta il secondo paese dell'isola di Sant'Antioco, che vedremo con il suo centro e con le sue costiere con le diverse cale e le diverse spiagge. | ||||||
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