Un viaggio in barca sull’isola di Mal di Ventre, nome improprio dato all’isola di Malu Entu ossia del vento cattivo
In questa tappa del nostro viaggio, decideremo di abbandonare la terra ferma ed affrontare una escursione indimenticabile in barca a vela all’Isola di Mal di Ventre. È facilmente raggiungibile in gommone o motoscafo prestando però molta attenzione alle condizioni del mare poiché è posizionata in una zona aperta alle correnti ed è quindi facile che le acque si agitino in poco tempo. Non disponendo di un mezzo proprio, si possono utilizzare i numerosi barconi che la collegano alla terra ferma. Questo servizio turistico è disponibile in diverse località della costa, soprattutto a Putzu Idu. La regione storica del Campidano di OristanoIl Campidano è la grande pianura della Sardegna sud occidentale compresa tra il golfo di Cagliari e quello di Oristano, ha una lunghezza di circa cento chilometri e presenta la massima altitudine di settanta metri sul mare. Deve le sue origini al colmarsi di una depressione geologica terziaria da parte di sedimenti marini, fluviali e vulcanici. Sono frequenti gli stagni costieri con acque salmastre, nell’angolo nord ovest della regione sfocia il fiume Tirso, che contribuisce all’irrigazione del Campidano, la rete idrografica è inoltre formata da piccoli Torrenti. La principale risorsa è l’agricoltura e si coltivano specialmente grano, viti, olivi, frutta e agrumi. In particolare, il Campidano di Oristano è una regione della Sardegna occidentale il cui territorio apparteneva anticamente al Giudicato d’Arborea. Si sviluppa interamente nella Provincia di Oristano, e comprende i comuni di Arborea, Baratili San Pietro, Bauladu, Cabras, Marrubiu, Milis, Narbolia, Nurachi, Ollastra, Oristano, Palmas Arborea, Riola Sardo, San Nicolò d’Arcidano, San Vero Milis, Santa Giusta, Siamaggiore, Siamanna, Siapiccia, Simaxis, Solarussa, Terralba, Tramatza, Uras, Villaurbana, Zeddiani e Zerfaliu. È un territorio caratterizzato dalla presenza di zone umide di altissimo interesse naturalistico, con specie faunistiche rare. L’isola di Mal di VentreL’Isola di Mal di Ventre è uno stretto e lungo scoglio granitico piatto, di una superficie di circa 80 ettari che reggiunge un’altezza massima sul mare di circa 18 metri, situato a cinque miglia marine, ossia poco più di nove chilometri, dalla costa del Sinis. Il nome dell’Isola, in lingua sarda Malu Ventu o Malu Entu ossia vento cattivo, stava ad indicare il vento di maestrale che soffia per la maggior parte dell’anno, tanto da rendere le sue coste insicure e da caratterizzare fortemente lo stesso paesaggio dell’Isola. Poi il nome è stato cambiato, sembra a causa di una superficiale traduzione dei cartografi Piemontesi, del nome originario Malu Ventu in Mal di Ventre. Alcuni invece fanno risalire il cambio di nome al periodo in cui il regime fascista impose l’italianizzazione di tutti i termini stranieri, sempre a causa della superficialità di un cartografo piemontese ignorante. Le piccole spiagge e calette dell’isola sono veri e propri paradisi naturali, sabbiose ed isolate, incontaminate ed ove è facile avvistare tortore, gabbiani e cormorani. Tutte le pittoresche calette dell’isola sono facilmente raggiungibili in barca dalla terraferma. Breve storia dell’isolaSi ritiene che quest’isola rappresenti l’ultimo residuo di un esteso affioramento granitico, che in tempi remotissimi fiancheggiava tutta la costa occidentale della Sardegna, differenziandosi dal tratto costiero antistante, che è costituito invece da roccia calcarea, e costituisce un ambiente particolare, caratterizzato da una distesa di prati con bassi cespugli che la ricopre, e naturalmente dalla estrema solitudine che vi regna. L’isola è stata frequentata già in epoca preistorica, quando si ritiene che le popolazioni si siano spinte sino all’isola per l’abbondanza di pesci. Di quel periodo rimane un Nuraghe situato sulla spiaggia rivolta verso la Sardegna. Altri resti risalgono al periodo punico ed a quello della dominazione romana, come alcuni ruderi e resti di muraglioni, argini e pozzi per la raccolta delle acque. Nel periodo medioevale l’isola fu meta dei pirati saraceni, mentre l’unica presenza in tempi moderni è stata quella dei pastori che in inverno traghettavano sull’isola le loro greggi. Gli antichi vedevano in quest’isola la forma di una bisaccia, e per questo la soprannominavano Bertula, nome comparso in diverse mappe del passato. L’isola è ufficialmente disabitata, oggi sull’isola non sono presenti insediamenti umani, vi regna la solitudine e visitandola si provano sensazioni incredibili, al punto di aver fatto diventare l’isola di Mal di Ventre una delle principali mete di quanti vogliono trascorrere una giornata lontano del resto del mondo in una dimensione da favola. La proprietà dell’isolaL’isola di Mal di Ventre è di proprietà privata, appartiene infatti ad un cittadino inglese, rex Miller, che l’ha ereditada dal padre, che l’aveva acquistata nel 1962 da un precedente proprietario genovese. L’isola è peraltro in vendita, come ha dichiarato più volte il proprietario agli organi di stampa negli ultimi anni, ma l’alto prezzo, oscillante fra cinquecentomila ed i due milioni di euro, rende complesse le trattative, sia con gli enti pubblici, che per i soggetti privati. La sua condizione di proprietà privata, non riguarda, però, le spiagge e l’intera linea costiera, che appartengono al demanio naturale dello Stato, e sono quindi liberamente accessibili a tutti. Ed anche il faro situato al centro dell’isola è pubblico, in quanto pertinenza del demanio marittimo. L’occupazione dell’isola da parte degli indipendentisti sardiQualche anno fa, l’isola ha subito l’occupazione da parte di alcuni indipendentisti sardi, che hanno proclamato in maniera pacifica, ma infruttuosa, la repubblica di Malu Entu e risiedono sull’isola, per gran parte dell’anno. Agli inizi degli anni ’80 del Novecento, nell’isola di Malu Entu si è tenuto il processo per un presunto Complotto Separatista, che ha visto implicati diversi attivisti di movimenti indipendentisti sardi. L’isola, infatti, sarebbe stata prescelta, secondo l’accusa, quale luogo dal quale gli insorti avrebbero comunicato al mondo, mediante potenti apparati radioamatoriali, la nascita della repubblica Socialista di Sardegna. Successivamente, dall’agosto del 2008, il loro responsabile, Salvatore Meloni, mira al riconoscimento internazionale dell’isola di Mal di Ventre, quale repubblica Indipendente, rifacendosi ai principi di autodeterminazione dei popoli sanciti dalla Carta delle Nazioni Unite. Salvatore Meloni, che da più di vent’anni trascorre gran parte delle sue giornate sull’isoletta assieme ad altri indipendentisti, ha intenzione di avviare una causa civile per l’Usucapione dell’isola di Mal di Ventre. Nel gennaio del 2009, un blitz del Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale e della Capitaneria di porto ha sgomberato gli indipendentisti. Comunque, in seguito, Salvatore Meloni, con altri indipendentisti, è ritornato sull’isola. Come ci si reca sull’isolaÈ opportuno raggiungere l’isola d’estate, solo se il mare è calmo, con imbarcazione propria o con barconi o gommoni, da diverse spiagge del Sinis, principalmente da quella di Putzu Idu, ma anche da Mandriola, Su Pallosu e Marina di Torre Grande. In ogni caso, è consigliabile informarsi prima sulle caratteristiche dell’escursione, che dura tutto il giorno, con anche la possibilità di pranzo a bordo. Non esistendo ne porto ne pontile sull’isola, il trasbordo dai barconi o gommoni avviene direttamente in acqua, per cui sembra di tornare indietro nel tempo, fino a un tipo di turismo databile alla metà del ventesimo secolo. In ogni caso, quando ci si reca sull’isola, è utile portare con se l’ombrellone, dato che l’isola è priva di vegetazione alta, oltre ad ampie riserve di acqua potabile che non presente nell’isola, cibo in quantità superiore al consumo prevedibile e indumenti per coprirsi, in quanto, se si alza il maestrale, non si può escludere un inatteso prolugamento del soggiorno. Si raccomanda di non visitare l’isola in primavera, soprattutto tra marzo e maggio, nel periodo di nidificazione degli uccelli marini, e di non abbandonare, nella propria visita all’isola, alcun tipo di rifiuti, dato che in essa non è presente alcun servizio di puilizia. Solo lo sviluppo del progetto di realizzare un Parco Marino e Terrestre Naturale, del tipo di quello dell’isola Asinara, per tutta l’area comprende anche il lontano Scoglio il Catalano o Isolotto Coscia di donna, posto più a sud di Mal di Ventre, oltre a tutta la costa e all’entroterra della penisola del Sinis, potrebbe aiutare a garantirne la sopravvivenza delle sue assolutamente uniche peculiarità ambientali. Partiamo da Oristano in barca a vela per raggiungere l’isola di Mal di VentreNel mio viaggio in Sardegna nell’agosto 2004, prima di arrivare a Oristano sono passato per Zeddiani dove mi ha ospitato una famiglia di amici. E con loro, con San dro, Graziella e il figlio Claudio, sono partito da Oristano per una gita di due giorni all’isola di Mal di Ventre. La barca con la quale ho effettuato il ViaggioLa barca è molto bella, è un Hunter 35.5 del 1998, un 12 metri con un pescaggio di 1.35 metri ed una larghezza di quasi quattro metri. Di costruzione americana, è tra le migliori barche sul mercato come qualità dei materiali, robustezza, velocità, spazi interni, ecc. Con sette comodi posti letto è accogliente anche per chi come me non aveva mai provato a passare la notte barca. Ha un motore da 30 hp, in grado di spingerla a una velocità di crociera di sei nodi ed una velocità massima di otto nodi, mentre a vela Claudio garantisce di averla portata, con un vento reale di 18 nodi, con randa e fiocco a 11,3 nodi, una buona velocità per una barca da crociera e non da regata. Il suo nome Zukabamba è una derivazione scherzosa dal sardo zucca bamba, che vuole dire zucca insipida, ma ha anche altri significati, che sono testa vuota, zucca vuota, e di conseguenza scemo e tutti i relativi sinonimi... Dal porto di Oristano passiamo accanto a capo San Marco e ci dirigiamo verso l’isolaUsciti dal porto di Oristano seguiamo la costa passando accanto a Capo San Marco sul cui promontorio spiccano il faro e la Torre di San Giovanni. Da capo San Marco iniziamo ad allontanarci dalla costa e puntiamo con un angolo di 330° direttamente verso l’isola. Visita dell’isola di Mal di VentreLa costa orientale dell’Isola, che si rivolge verso la Sardegna, si presenta per lo più sabbiosa, con alcune piccole calette che facilitano l’approdo. Le spiagge sono caratterizzate da sabbia di granatura medio fine, mentre la sabbia di granulomeria più grossa, costituita da chicchi di riso come quella della spiaggia di Is Arutas, si trova nella spiaggia sommersa antistante, a una profondità intorno ai quindici metri. I fondali dell’isola di Mal di Ventre, sono spesso contornati da grandi ammassi di blocchi granitici, e alternano tratti rocciosi ad altri sabbiosi. Lo sbarco sull’isolaL’isola di Mal di Ventre ci si presenta con una lunghezza di 2 chilometri e una larghezza di un chilometro, ed a causa del forte vento è decisamente piatta, al punto che la sua altezza massima sul livello del mare è di solo 18 metri. Passata una fila di scogli, proprio all’estremo nord dell’Isola, arriviamo sull’isola. Diamo fondo all’ancora vicino a un’altra barca e, messo in acqua il Tender, sbarchiamo a Cala dei Pastori, l’insenatura sabbiosa che costituisce il principale punto di attracco sull’isola, e che descriveremo più avanti. Attraversando l’interno dell’IsolaDal punto di sbarco Attraversiamo l’interno dell’Isola fino a portarci sulla costa occidentale, che si presenta relativamente alta e rocciosa e non offre approdi sicuri essendo esposta al vento di maestrale, che in questa parte dell’isola soffia particolarmente intenso. L’isola ha un aspetto uniforme e si presenta con vegetazione, prati e la tipica macchia mediterranea costituita da bassi cespugli di cisto, lentisco, rosmarino, tamerici e palma nana, mentre nelle zone di acqua stagnante sono presenti una bassa vegetazione erbosa e tife. Fra i cespugli si aggirano in gran numero i conigli selvatici, ma purtroppo ne abbiamo visti molti malati. Non abbiamo incontrato la volpe, anche se ne abbiamo fotografato una tana. Dal punto di vista naturalistico, l’isola rappresenta un importante ricovero sia per gli uccelli migratori terrestri come la tortora ed il Falco della regina, sia per la nidificazione degli uccelli marini come il cormorano dal ciuffo, la berta maggiore e minore, il gabbiano reale, il raro gabbiano corso. Mi dicono viverci anche tartarughe, che si possono avvistare, se si è fortunati, all’alba. Scendendo lungo la costa del lato occidentale dell’IsolaUna passeggiata lungo la riva consente di scoprire angoli incantevoli, con piccole spiaggette dall’indescrivibile trasparenza e dal bellissimo colore delle acque. Il lato Occidentale dell’Isola è caratterizzato da una costa alta e scoscesa, con gli scogli di granito che ricordano quelli delle coste nord-orientali della Sardegna, con i fondali del mare che, intorno all’isola, si presentano rocciosi. La Cala MaestraLa costa nord occidentale dell’isola è incisa dall’ampia insenatura di Cala Maestra, un’ampia insenatura rocciosa che troviamo nel punto più a nord dell’Isola. Nell’area interdetta alla balneazione ed alla navigazioneDi fronte al tratto di costa, dalla Cala Maestra alla Cala di Ponente, si trova un’area interdetta alla balneazione ed alla navigazione, che si trova nella parte dell’isola esposta a maestrale, e che si estende per circa un miglio. Sempre sul lato occidentale, passata Cala Maestra, possiamo vedere il Faro dell’isola Mal di Ventre un faro ad ottica fissa, posizionato nel punto più alto dell’Isola, a sedici metri sul mare, ed alimentato ad energia solare. Proseguiamo la nostra visita della costa dell’Isola, in un paesaggio che le azioni erosive del vento e del mare hanno modellato dando loro forme che le fanno assimilare a persone o animali. Incontriamo, tra le altre, due incredibili rocce chiamate le Rocce dei Vecchietti dato che la forma ci fa immaginare due persone anziane, abbracciate tra loro ed affacciate sul mare. Più avanti, ci troviamo di fronte a un’altra roccia modellata dal vento proveniente dal mare, che viene indicata, per la sua strana forma, con il nome di Roccia del Cammello. La Cala di PonenteScendiamo lungo la costa occidentale, e raggiungiamo, quindi, la Cala di Ponente, sempre tra rocce intrusive granitichesu un mare di cristallo. I denti di libeccio ed il relitto di una nave oneraria romana carica di lingotti di piomboA sud della Cala di Ponente si trova una fila di scogli detti Denti di libeccio che spuntano dal mare, e sono noti per avere causato l’affondamento di diverse navi nell’antichità. Infatti, questi scogli sono disseminati dei resti di imbarcazioni romane e spagnole, come i cannoni della lunghezza di oltre quattro metri che si trovano ai piedi dello scoglio affiorante. Ma più significativa è la famosissima Nave romana della lunghezza di circa 36 metri, che trasportave quasi 2000 lingotti di piombo, e che è affondata tra l’80 e il 50 avanti Cristo a un miglio dalla costa, a una trentina di metri di profondità, durante una delle tante tempeste di maestrale che rendono questo tratto di mare un Cimitero di navi. Risalendo la costa orientale dell’IsolaRiattraversata l’isola torniamo sul Versante orientale più protetto e quindi con le acque più calme, si alternano tratti rocciosi e piccole cale sabbiose con acque limpide e trasparenti tutte caratterizzate da una sabbia quarzosa, simile a quella delle altre spiagge del Sinis. È infatti il lento disfacimento delle sue rocce ad alimentare le sabbie delle spiagge di quarzo del Sinis. Il fondale marino è quasi completamente roccioso, con grossi blocchi e massi arrotondati che contornano l’isola ed è ricco di numerose specie ittiche. La punta di libeccio con la sua spiaggiaIl punto più meridionale dell’isola è la Punta di libeccio e da qui, risalendo la costa orientale, raggiungiamo la spiaggia della punta di libeccio. La spiaggia della punta di libeccio è il punto più a sud dell’isola, ed è composta da un arenile formato da tre spiagge divise tra loro da scogli che si gettano nell’acqua cristallina con fondali bassi e sabbiosi con scogli. Si presenta con un fondo di sabbia chiara con tonalità tendenti al grigio, affacciato su acque trasparenti azzurre, e con un fondale sabbioso poco profondo e digradante. La sabbia è chiara e fine e l’acqua azzurra e cristallina presenta fondali bassi e sabbiosi ideali per i bambini, con la presenza di qualche scoglio. La spiaggia è circondata da rocce e scogli, ed il fondale ricco di pesci e variegato, con scogli multiformi, soprattutto nella zona nord, la presenta come il luogo ideale per le immersioni subacquee e lo Snorkeling. |
Dalla spiaggia della punta di libecciò si può vedere lo Scoglio il Catalano o Isolotto coscia di donna posto sei miglia marine più a sud di Mal di Ventre, alla quale è congiunto da una dorsale sommersa. Si tratta di un isolotto di roccia vulcanica di circa Duecentotrenta metri di diametro, alto dodici metri, e costituisce il limite sud occidentale dell’Area Marina Protetta del SInis. La sua importanza naturalistica era stata segnalata già alla fine del diciottesimo secolo dal generale Alberto Ferrero della Marmora, che ha anche testimoniato di avervi avvistato un folto gruppo di foche monache. La Cala Valdaro con la sua spiaggia che costituisce un punto di sbarco sull’isolaDalla spiaggia della punta di libeccio, risalendo la costa arriviamo alla Cala Valdaro, nella quale si trova una spiaggia sulla quale sono presenti i galleggianti che delimitano un corridoio di lanciò, che delimita lo specchio d’acqua riservato per l’atterraggio e la partenza delle unità da diporto a motore, a vela, a vela con motore ausiliario. Si tratta, infatti, della prima spiaggia, dove i gommoni o i barconi che fanno il giro dell’isola arrivano da torre Grande o da Putzu Idu e attraccano. La spiaggia della Cala Valdaro è una spiaggia ampia caratterizzata da un arenile della lunghezza di un centinaio di metri con la spiaggia ampia, con sabbia dorata fine e chiara a grana fine e media, che si arricchisce di piccoli granuli quarzosi traslucidi colore bianco, rosa e nero, i quali caratterizzano anche le spiagge della costa di Cabras.La spiaggia è racchiusa fra scogli alcuni ricoperti da poseidonie, che si affaccia su un’acqua cristallina di colore verde smeraldo chiaro e azzurro, con fondali bassi e sabbiosi fino a cinquanta metri dalla riva, adatti a chi pratica lo Snorkeling. |
Le tre insenature che costituiscono la Cala dei Pastori con le loro spiaggeProseguendo verso nord, arriviamo alla prima delle tre insenature che caratterizzano la costa della cosiddetta Cala dei Pastori. Si tratta Cala delle Tamerici, che è separata dalla Cala dei Pastori da un ampio promontorio e da scogli affioranti dal mare. La spiaggia della Cala delle Tamerici è caratterizzata da un arenile della lunghezza di una quarantina di metri, che si presenta con un fondo di sabbia chiara con tonalità grigiastre, mediamente grossa, impreziosita da piccoli granuli quarzosi traslucidi colore bianco, rosa e nero, che caratterizzano l’isola, e con sassi prevalentemente tondeggianti. La spiaggia è affacciata su un’acqua azzurra e cristallina, e con i fondali sabbiosi per un lungo tratto, e poi diventa roccioso e profondo. Il fondale, ricco di pesci, si presenta come il luogo ideale per le immersioni subacquee e lo Snorkeling. Presso la riva vegetano le selvagge tamerici, che danno il nome alla spiaggia. La tamerice è una pianta psammofila, ovvero che cresce nella sabbia, e si adatta a questo tipo di ambienti secchi e ai terreni salmastri. |
Passata la Cala delle Tamerici, arriviamo alla Cala dei Pastori vera e propria, dove eravamo sbarcati con il nostro tender. Deve il suo nome al fatto che in passato, durante la primavera, vi sbarcavano i pastori del Sinis, che portavano sull’isola le proprie greggi. Infatti, alle spalle della spiaggia si possono ancora vedere alcune delle capanne un tempo usate dai pastori. La spiaggia di Cala dei Pastori è una piccoLa Caletta caratterizzata da un arenile di una trentina di metri, di sabbia di colore dorato chiaro, a grana media, impreziosita da piccoli granuli quarzosi traslucidi colore bianco, rosa e nero. Il mare è di colore verde e azzurro, brillante, con un fondale basso e sabbioso per un breve tratto, e poi diventa roccioso e profondo. Il fondale ricco di pesci si presenta come il luogo ideale per le immersioni subacquee e lo Snorkeling. La spiaggia prende il nome dalla sua funzione, che era quella di ospitare i pastori con le loro pecore per la transumanza durante i mesi più freddi. L’isola è stata utilizzata a questo scopo fino agli anni sessanta del secolo scorso, in quanto essa offriva dell’ottima erba per gli animali. Sull’arenile, a pochi metri dalla riva, si possono osservare alcuni muretti a secco, che sono i resti delle abitazioni dei pastori. La natura della spiaggia è pregevolissima, ed essa non è mai affollata, neanche in alta stagione. |
Più a nord si trova la terza insenatura, che viene chiamata anche Cala del Pontile, dato che in essa si trova il piccolo pontile di sbarco sull’isola. La spiaggia della Cala del Pontile è costituita da un arenile che si presenta con un fondo di sabbia chiara con tonalità ocra e dorate, piuttosto grossa, alternata a sassolini. Il fondale ricco di pesci si presenta come il luogo ideale per le immersioni subacquee e lo Snorkeling. Il nome deriva dai resti di un pontile ad un lato della cala. |
Dalla Cala del Pontile parte l’unico sentiero che attraversa l’isola nel punto più largo, ed è possibile percorrerlo fino al faro e al lato nord dell’Isola. É la strada che abbiamo percorso, dopo essere sbarcati sulla spiaggia sulla Cala dei Pastori, ed esserci portati lungo l’arenile alla Cala del Pontile. Il relitto di una nave a vaporeMolto al largo, ad est delle insenature che costituiscono la Cala dei Pastori, alla profondità di diciottoi metri, si trova il relitto di una piccola Nave a vapore. Lungo circa venticinque metri e largo quatto, è probabilmente ciò che resta di un’imbarcazione adibita al trasporto tra Oristano ed Alghero, ma non si conoscono ne la data, ne la causa dell’affondamento, sicuramente prima della seconda guerra mondiale. Il relitto è sbandato sul fianco sinistro e le strutture del ponte non sono più al loro posto. Dall’apertura al centro del ponte si osserva la caldaia con la cassa fumi, ma non c’è traccia della macchina a vapore. A poppa manca anche l’elica, mentre il timone è interamente ruotato. A prua, parte delle lamiere della fiancata sono scomparse e si può osservare l’interno vuoto. In questo relitto una volta è stato fotografato un grongo, pesce osseo simile alla murena, di ragguardevoli dimensioni, che si trovava all’interno dell’asse del timone. La Cala del Nuraghe con la sua spiaggiaLungo la costa oltrepassiamo la Cala dei Pastori, e passiamo accanto ai resti del Nuraghe di fronte al quale si apre la Cala del Nuraghe. La spiaggia della Cala del Nuraghe, che prende il nome dal Nuraghe presente sull’isola, è una spiaggetta solitaria, della lunghezza di solo una sessantina di metri, caratterizzata da un arenile che si presenta con un fondo di sabbia chiara con tonalità ocra e dorate, molto grossa, che si arricchisce di piccoli granuli quarzosi traslucidi colore bianco, rosa e nero. La spiaggia si affaccia su acque cristalline di colore verde e azzurro, abbastanza brillante, con un fondale basso e sabbioso, per un breve tratto, che diviene poi roccioso e profondo, ed è assai ricco di pesci. Anche questa spiaggia si presenta come il luogo ideale per le immersioni subacquee e lo Snorkeling. La natura della spiaggia è pregevolissima, ed essa non è mai affollata, neanche in alta stagione. |
I resti del Nuraghe di Mal di VentreLa Cala del Nuraghe ospita l’interessante Nuraghe dell’isola di Mal di Ventre, un Nuraghe complesso a tancato, un mastio e una torre secondaria con le relative difese murarie, collegate tra loro. Il Nuraghe è costruito in granito a sei metri di altezza sul livello del mare, e testimonia la navigazione di questa costa da parte del popolo nuragico, attirato dall’abbondanza di pesci. La costruzione è situata a pochi metri dalla riva. Il passaggio di antiche popolazioni è inoltre testimoniato dai resti di ruderi, di argini e di pozzi, che indicano l’evidente presenza di una civiltà che si era stabilizzata, almeno per un periodo, nell’isola. Vicino ad esso si trova la postazione occupata, per gran parte dell’anno, dagli indipendentisti sardi. La Cala delle Saline con la sua spiaggia che costituisce il secondo punto di approdo sull’isolaProseguendo verso nord, sul promontorio che chiude a nord la costa orientale, incontriamo un’altra incredibile roccia modellata dalle azioni erosive del vento e del mare, e che viene indicato con il nome di Scoglio del Carciofo. Passata una bella piccola insenatura, si arriva alla Cala delle Saline. La spiaggia della Cala delle Saline, punto di arrivo dei gommoni che trasportano i turisti dalla vicina costa. È la spiaggia principale dell’isola, una lunga distesa bianca, che fa da contorno ad un mare cristallino. S tratta di una spiaggia molto simile e omonima di quella di partenza a Putzu Idu. L’arenile, di circa centosessanta metri, è composto da sabbia finissima, che, in taluni punti, dovre è mista ad alghe, presenta un lieve fenomeno di Sabbie mobili. L’arenile si affaccia su un mare con l’acqua color cristallo, dai colori splendidi, dalla quale ’emergono gli scogli di granito. Anche in questa insenatura si trovano i galleggianti che delimitano un corridoio di lancio, che delimita lo specchio d’acqua riservato per l’atterraggio e la partenza delle unità da diporto a motore, a vela, a vela con motore ausiliario. |
Le formiche di Maestrale ed il relitto del JoyceNella parte nord dell’Isola, si trovano gli scogli chiamati Formiche di Maestrale. A cinquanta metri da questi scogli, incastrato in uno dei numerosi canaloni di granito a nord dell’Isola, ad appena dieci metri di profondità, si trova il relitto del Joyce un mercantile iscritto al compartimento di Cagliari, erroneamente ritenuto olandese forse a causa del nome, affondato nel 1973, che trasportava, tra le altre cose, un carico di sanitari, ed è, per questo, soprannominato anche relitto dei cessi, che durante una tempesta andò ad urtare contro gli scogli, affondando e portando con se tutto l’equipaggio. Il relitto è lungo dodici metri. Vista dal basso, la grossa prua che arriva a soli due metri e mezzo dalla superficie, è uno spettacolo davvero notevole. Ripartiamo dall’isola verso Mandriola per poi costeggiare il Sinis e rientrare a OristanoConclusa la vista all’isola Mal di Ventre, torniamo alla Cala dei Pastori, dove ritroviamo in nostro tender che ci permette di tornare sulla barca. Dopo due giorni, compresa una notte trascorsa in barca, siamo ripartiti dall’isola di Mal di Ventre e ci siamo diretti verso la costa. Abbiamo dato fondo all’ancora al largo di Mandriola. Dopo un bel bagno nelle sue acque abbiamo ripreso il viaggio passando di fronte a Putzu Idu, per poi costeggiare le alte falesie di su Tingiosu. . Durante il viaggio di ritorno, un’altra barca ci ha ingaggiato ed abbiamo affrontato la corsa, e qui devo dare atto a Claudio di aver fatto un’ottima gara, tanto che all’altezza di Tharros ha rinunciato e siamo rientrati soli e vincitori nel porto di Oristano. La prossima tappa del nostro viaggioNella prossima tappa del nostro viaggio, da Cabras arriviamo alle porte di Oristano, La città che è stata capitale del Giudicato d’Arborea. Oristano è il capoluogo della Provincia omonima. Dopo aver visitato la città, ci recheremo a Marina di Torre Grande per vedere lo sbocco sul mare di Oristano ed infine lo stagno di Mistas con le sue pescherie. Gli altri dintorni di Oristano verranno descritti in prossime tappe del nostro viaggio. |