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Masullas con le sue Chiese ed i suoi musei e nei dintorni il grande giacimento di ossidiana di Conca ’e Cannas

In questa tappa del nostro viaggio, da Mogoro ci recheremo a Masullas che visiteremo con il suo centro dove vedremo le sue Chiese ed i suoi musei, ed i dintorni con il grande giacimento di ossidiana di Conca ’e Cannas.

La regione storica della Marmilla

La MarmillaNella Sardegna centro meridionale, a cavallo del confine che separa la Provincia di Oristano da quella del Sud Sardegna, c’è una zona chiamata Marmilla della quale qui visiteremo la parte settentrionale. I comuni che fanno parte della Marmilla settentrionale, in Provincia di Oristano, sono: Albagiara, Ales, Assolo, Asuni, Baressa, Baradili, Curcuris, Gonnoscodina, Gonnosnò, Gonnostramatza, Masullas, Mogorella, Mogoro, Morgongiori, Nureci, Pau, Pompu, Ruinas, Senis, Simala, Sini, Siris, Usellus, Villa Sant’Antonio, Villa Verde. I comuni della Marmilla meridionale, in Provincia del Sud Sardegna, sono: Barumini, Collinas, Furtei, Genuri, Gesturi, las Plassas, lunamatrona, Pauli Arbarei, Sardara, Segariu, Setzu, Siddi, Tuili, Turri, Ussaramanna, Villamar, Villanovaforru, Villanovafranca. Nella Marmilla meridionale spicca incontrastato il colle di las Plassas, famoso per la sua forma mammellare, che a quanto pare avrebbe dato il nome al territorio circostante. Questo colle aveva in antichità al suo apice un capezzolo gigante attraverso il quale Madre Natura dava nutrimento a tutti i Sardi. Il paesaggio è prevalentemente collinare e comprende la Giara di Gesturi, la Giara di Siddi, la Giara di Serri, l’altopiano di Genoni ed il bacino del rio Mannu d’Isili. Le attività principali della zona sono l’agricoltura ed il turismo.

In viaggio verso Masullas

A Mogoro eravamo arrivati con la SS131 di Carlo Felice, dalla quale seguendo le indicazioni avevamo preso la SP44 verso est che ci aveva portati nell’abitato. E dal cento di Mogoro riprendiamo la SP44 verso nord, che in un paio di chilometri ci porta all’interno dell’abitato di Masullas. Dal Municipio di Mogoro a quello di Masullas si percorrono 2.8 chilometri.

Il comune chiamato Masullas

Masullas-Veduta dell’abitatoMasullas-Stemma del comuneIl comune di Masullas (nome in lingua sarda Masuddas, altezza metri 129 sul livello del mare, abitanti 1.011 al 31 dicembre 2021) è un piccolo centro agricolo situato a sud del Monte Arci. Il paesaggio è quello tipico della Marmilla, verde e collinare e per lo più incolto. Il territorio Comunale è situato nel cuore della Marmilla, cui appartiene una delle parti più belle del Monte Arci, rappresentato dalle zone di su Colombariu e Conca Cannas, dove tra roccia e fitta vegetazione si apre il più grande giacimento di ossidiana della zona. Presenta inoltre un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche accentuate. All’interno dell’abitato scorre il rio Mannu, il fiume a carattere torrentizio che va a sfociare nel serbatoio idrico realizzato in territorio di Mogoro nel 1934 con la diga Flumina Vinco eretta contro le inondazioni della vicina pianura.

Origine del nome

Il toponimo è di origine incerta e probabilmente latina. Secondo il linguista Massimo Pittau sarebbe probabilmente da riportare agli appellativi Mássula ossia massa, mucchio o ammasso, oppure Mas(s)udda ossia grassotello o pacioccone, tutti derivati dal latino Massula, diminutivo di Massa ossia massa. E se questo accostamento fosse esatto, Masuddas o Masullas in origine avrà significato mucchi o ammassi di terra, oppure di frumento portato là per la trebbiatura.

La sua economia

L’agricoltura conserva un ruolo importante nell’economia locale, dato che si coltivano cereali, frumento, ortaggi, foraggi, vite, frutteti e olivo. Si pratica anche l’allevamento di bovini, ovini, suini e equini. L’industria è costituita da piccole aziende che operano nel comparto della produzione alimentare e dell’edilizia. Una sufficiente rete commerciale riesce a soddisfare le esigenze primarie della popolazione. Le bellezze del Monte Arci, con le zone di Conca Cannas e di Colombario, insieme al ricco patrimonio storico e archeologico, rappresentano una ragione sufficiente per attirare un discreto flusso turistico sul posto. Le strutture ricettive offrono la sola possibilità di ristorazione.

Brevi cenni storici

La fondazione di Masullas risale presumibilmente al periodo romano. Durante il periodo giudicale Masullas faceva parte del Giudicato di Arborea, nella curatoria di Parte Montis. Anticamente faceva parte delle parrocchie che formavano la Mensa Vescovile e pagava le decime al vescovo di Terralba e poi di Ales. Fu per qualche tempo sede vescovile, nel periodo in cui si ebbe la fusione della diocesi di Ales con Terralba. Storia-Stemma della famiglia CarrozPer la storia di questo paese, si parte da quando Francesco Carroz, proveniente dalla Valenza con i figli, aveva fornito a Giacomo II il Giusto denari e cavalli armati per partecipare alla conquista catalano aragonese dell’Isola. Nel 1313 Francesco ottiene il titolo di ammiraglio, nel 1323 arma venti galee per conquistare la Sardegna per conto dell’infante Alfonso d’Aragona, e nel 1330 ottiene la giurisdizione di diversi feudi tra i quali quello di Quirra. Il figlio di Francesco, Berengario I, per un breve periodo occupa la Mamilla con le sue truppe e vorrebbe annetterlo al suo feudo di Quirra, ma il re Martino I d’Aragona, poco prima della morte, ne aveva incluso buona parte nel feudo concesso a Garcia lupo de Ferrero. Comunque anche dopo la morte del re e la successiva morte di Garcia lupo de Ferrero senza eredi, Berengario I continua ad occupare la Marmilla. Berengario I sposa in seconde nozze Gerardona de Ribelles, dalla quale nasce il figlio Berengario II. Il feudo di Quirra viene convertito nel 1363 in contea, e il sovrano Pietro IV il Cerimonioso nomina Berengario II conte di Quirra. Berengario II lascia un’unica figlia legittima, Violante I, che trasferisce i diritti sui feudi al figlio Berengario III, il quale si sposa con Eleonora Manrique de lara, parente del re di Castiglia, che porta in dote altri feudi. Nel 1412, il nuovo re Ferdinando I d’Aragona costringe Berengario III a rendere i territori della Marmilla occupati, che vengono amministrati direttamente della Corona d’Aragona, e dal 1421 entrano a far parte del feudo concesso a Raimondo Guglielmo Moncada, al quale viene però confiscato dopo pochi decenni. A seguito di alterne vicende, la Marmilla viene acquistata all’asta da Pietro de Besalù, uno dei generi di Nicolò Carroz, conte di Quirra e viceré di Sardegna, appartenente al ramo dei Carroz di Arborea. Pietro de Besalù però, non disponendo dell’intera somma riChiesta, la chiede in prestito al cagliaritano Simone Rubei, ed inizia a ripagarlo grazie alle rendite feudali. Nel 1459 però le rendite gli vengono sequestrate dal fisco in quanto moroso, e Pietro de Besalù si trova impossibilitato a rendere il prestito a Simone Rubei. Quest'ultimo nel 1464 minaccia di mettere all’asta i feudi per recuperare il suo credito, ma Pietro de Besalù viene salvato dall’intervento del suocero Nicolò Carroz, che, interessato ai territori confinanti con il suo feudo di Quirra, salda il debito con Simone Rubei. alla morte nel 1469, Berengario III lascia un’unica figlia legittima minorenne, Violante II, che viene posta sotto la tutela di Nicolò, il quale la fa sposare con suo figlio Dalmazio Carroz, e Violante porta in dote il titolo comitale e tutti i territori infeudati. alla morte di Nicolò Carroz, Pietro de Besalù si trova nuovamente nei guai, dato che Dalmazio, il nuovo conte di Quirra, approfittando dello stato di tensione conseguente alla ribellione di Leonardo de Alagon, nel 1474 occupa militarmente tutta la Marmilla e gli ingiunge di saldare le somme dovute. Impossibilitato a pagare, nel 1477 Pietro de Besalù giunge ad un compromesso con Dalmazio Carroz, e la gran parte del territorio della Marmilla entra a far parte del grande feudo di Quirra. Violante II, nel frattempo rimasta vedova, raggiunge la maggiore età ed avanza le sue pretese per tornare in possesso dei suoi feudi. Nel 1504, con successiva conferma nel 1506, la conte di Quirra viene elevata al rango di stato, con la concessione dell’Allòdio, che permette il trasferimento dei diritti sui feudi ai discendenti, anche per via femminile, senza la preventiva autorizzazione regia. Storia-Lettura di 'Il marchesato di Quirra. Secoli XIV-XIX'Nel 1604 i feudi di Quirra sono elevati da contea a Marchesato, che sarà successivamente aggregato al Nules, un piccolo Marchesato nel regno di Valenza. Nel 1511, alla morte di Violante II, il feudo passa a suo nipote Guglielmo Raimondo Centelles. Nel lungo periodo in cui il paese viene amministrato dai Centelles le condizioni di vita non sono delle migliori. I nuovi feudatari fanno amministrare la Marmilla da un regidor e, pur non esasperando il carico fiscale, limitano notevolmente l’autonomia della comunità, modificando il sistema di individuazione del Majore che cessa di essere elettivo. L’ultimo dei Centelles muore nel 1676, quando il Marchesato viene concesso a Francesco Pasquale Borgia, ed i Borgia lo conservano per circa cinquant’anni, poi perdono il controllo del feudo in seguito ad a lunga lite con i Català, i quali, dopo numerose vicissitudini, entrano in possesso del feudo nel 1726, quando ormai il regno di Sardegna è sotto la dinastia sabauda. Subito dopo i Català nel 1798 il territorio passa agli Osorio de la Cueva, famiglia di origine castigliana, ai quali il Marchesato viene riscattato nel 1839, con la soppressione del sistema feudale, per cui diviene un comune amministrato da un sindaco e da un consiglio Comunale. Del comune di Mogoro nel 1974, dopo la creazione della Provincia di Oristano, viene cambiata la Provincia da quella di Cagliari, alla quale precedentemente apparteneva, a quella di Oristano. Nel 1821 Masullas viene inserito nella Provincia di Oristano, da cui poi si distacca nel 1848, quando vengono abolite le province, entrando a far parte della divisione amministrativa di Cagliari. Nel 1927 il comune di Masullas viene accorpato, per regio decreto, ai comuni di Siris e Pompu, recuperando la propria autonomia amministrativa nel 1961. Del comune di Masullas nel 1974, dopo la nuova creazione della Provincia di Oristano, viene cambiata la Provincia da quella di Cagliari, alla quale precedentemente apparteneva, a quella di Oristano.

Le principali feste e sagre che si svolgono a Masullas

Masullas: il Gruppo Folk della Pro Loco di MasullasA Masullas svolge le sue attività il Gruppo Folk della Pro Loco di Masullas, nella cui esibizioni nel paese ed in altre localtà dell’Isola è possibile ammirare il costume tradizionale del posto. Tra le principali feste e sagre che si svolgono a Masullas vanno ricordate il 17 gennaio, la Festa di Sant’Antonio Abate; il 20 gennaio, la Festa patronale di San Sebastiano; a inizio giugno, la Sagra de su caboiscu ammuttau, binu nieddu e pani indorau, manifestazione che unisce alla tradizione enogastronomica locale il folcklore popolare; il 13 giugno, la Festa di Sant’Antonio da Padova; il 2 luglio, la Festa patronale della Beata Vergine delle Grazie che è la parrocchiale di Masullas, con i festeggimenti che si svolgono tra il 29 giugno ed il 3 luglio, ed in occasione della quale il 29 giugno si tiene la Sagra della pecora bollita; verso metà agosto, la Sagra del maiale arrosto, una magnifica serata all’insegna del divertimento e alla degustazione del buon cibo; il 4 ottobre, la Festa di San Francesco d’Assisi; il 6 novembre, la Festa di San Leonardo, e in questa occasione si svolge anche la Sagra del melograno, con anche la  degustazione di melagrana e dei suoi derivati come il distillato e la marmellata, e con spettacoli e balli sardi; il 13 dicembre, la Festa di Santa Lucia, caratterizzata dal canto de S'Arrosarieddu, il rosario in lingua sarda, e la successiva accensione del falò, detto Su Fogadoni.

Masullas-Sagra de su caboiscu: locandina Masullas-Sagra del maiale arrosto: locandina Masullas-Sagra del melograno: locandina

Sa scomuniga de predi Antiogu arrettori de Masuddas

Masullas-Testo di 'Sa scomuniga de predi Antiogu arrettori de Masuddas'A Masullas è legato un famoso testo di poesia popolare campidanese, Sa scomuniga de predi Antiogu arrettori de Masuddas, databile intorno a metà dell’ottocento, che è un componimento satirico in versi scritto da anonimo e databile intorno alla metà dell’ottocento. Il componimento è una lunga predica fatta da Padri Antiogu, parroco di Masullas, dedicata agli ignoti ladri che avevano rubato il suo bestiame. In questi versi il parroco, espressione della cultura paesana, scomunica ufficialmente usando le formule latine, unici versi non in sardo, i malfattori e condanna i vizi e i peccati della sua comunità, dai giovani agli anziani. La prima edizione stampata del poema risale al 1879, ad opera dalla tipografia del Corriere di Sardegna in Cagliari,su un foglio destinato al pubblico popolare. La composizione della poesia risale però a molti anni prima, ed è probabilmente databile intorno al 1850, periodo di grande polemica nell’Isola da parte del clero per l’abolizione delle decime a cui il testo fa riferimento.

Visita del centro di Masullas

L’abitato, interessato da una forte crescita edilizia, ha l’andamento altimetrico tipico delle località di collina. Arrivando nel paese da sud con la SP44 che proviene da Mogoro, subito dopo che questa strada passa sotto il viadotto della SP99, si trova il cartello segnaletico che indica l’ingresso all’interno dell’abitato, passato il quale la strada provinciale assume il nome di via Nazionale.

La chiesa parrocchiale della Beata Vergine delle Grazie

Masullas-La chiesa parrocchiale di Nostra Signora delle GrazieEntriamo nell’abitato con la via Nazionale che procede verso nord e poi compie un’ampia curva verso destra e, a settecento metri dal cartello segnaletico, svoltiamo a sinistra nella via Vittorio Emanuele II, che si dirige verso il Municipio. Percorsa una novantina di metri lungo la via Vittorio Emanuele II, prendiamo a sinistra la via Giuseppe Garibaldi che, in una cinquantina di metri, ci porta nella piazza sulla quale si affaccia alla destra la chiesa della Beata Vergine delle Grazie, che è la parrocchiale di Masullas meglio conosciuta come Sa Gloriosa. La chiesa aveva per patrono San Sebastiano Martire, cui si era fatto pubblico voto nell’ultima pestilenza. La chiesa era sorta ai margini dei due centri abitati di San Leonardo e Santa Lucia. Il primo impianto, risalente ai primi del sedicesimo secolo in stile gotico aragonese, è voluto da donna Violante II Carroz contessa di Quirra, comprende una sola navata priva di cappelle, ed al lato della sagrestia viene eretto un piccolo campanile a vela. Nel corso del seicento l’intera struttura subisce varie trasformazioni, con l’aggiunta delle cappelle laterali e la realizzazione di una volta a botte. L’anno del termine dei lavori, il 1694, è una data ancora ben visibile in un fregio presente nella monumentale facciata. Tra il 1718 e il 1722 Salvatore Pilloni realizza l’imponente facciata principale in stile barocco, con blocchi di arenaria. La facciata della chiesa, in stile barocco con influenze spagnole, può essere divisa in tre parti. La prima comprende il portone di accesso in legno, affiancata da due coppie di finte colonne e un timpano sovrastato da un’iscrizione, la seconda comprende due coppie di capitelli che sono in realtà la parte conclusiva delle sottostanti colonne, su cui sono presenti delle anfore. La parte superiore è la più ricca, comprende un rosone sovrastato da un ricco fastigio decorato con motivi floreali in cui è posta una piccola nicchia in cui dentro si trova una piccola statua della Vergine Maria. Al 1781 risale la costruzione della nuova sagrestia mentre nel 1814 il piccolo campanile a vela viene sostituito da un’imponente torre campanaria, che attualmente è seconda in tutta la Sardegna. Nell’antico campanile a vela era stata posta nel 1666 una campana realizzata per volere di Giovanni Brunengo vescovo di Ales-Terralba, campana che porta lo stemma del suo benefattore ed oggi si trova all’interno dell’attuale campanile. Più recentemente, nel 2014, sono stati realizzati importanti interventi di restauro in quanto l’interno della torre era in cattive condizioni, è stato installato un sistema di illuminazione e sostituito la scalinata in legno per accedere al vano superiore che ospita l’orologio.

Masullas: chiesa di Nostra Signora delle Grazie: veduta frontale Masullas: chiesa di Nostra Signora delle Grazie: il campanile Masullas: chiesa di Nostra Signora delle Grazie: facciata Masullas: chiesa di Nostra Signora delle Grazie: particolare della facciata Masullas: chiesa di Nostra Signora delle Grazie: particolare della facciata Masullas: chiesa di Nostra Signora delle Grazie: particolare della facciata

L’interno presenta una navata unica con volta a botte affiancata da sei cappelle laterali, tre per lato. Le principali in stile gotico si trovano vicino all’altare maggiore, fanno parte del primitivo impianto e sono dedicate alla titolare della chiesa, la Vergine Maria, e a San Francesco. All’entrata è posta una bussola lignea ottocentesca, mentre sempre di grande importanza è il pulpito realizzato nel novecento, posto su un pilastro in pietra precedente al resto della struttura, invece realizzata in legno. Di forma poligonale, dei pannelli rettangolari di vari colori fanno da parapetto, mentre nel pannello centrale è raffigurato San Sebastiano Martire, che era in passato patrono di Masullas. Nella prima Cappella a sinistra si trova un bel fonte battesimale marmoreo e un crocifisso gotico seicentesco, di Scuola sarda. L’ultima Cappella a sinistra, in stile gotico, conserva una seicentesca scultura lignea di San Sebastiano Martire, di Scuola napoletana. Da citare la tela ottocentesca di Giovanni Battista Sitzia raffigurante la Madonna del Suffragio, posta nella prima Cappella a destra, seguita dalla Cappella del Rosario, che ospita una preziosa scultura della Vergine del Rosario decorata con la tecnica dell’estofado de oro.

Masullas: chiesa di Nostra Signora delle Grazie: interno verso il presbiterio Masullas: chiesa di Nostra Signora delle Grazie: il presbiterio Masullas: chiesa di Nostra Signora delle Grazie: chiave di volta con stemma vescovile Masullas: chiesa di Nostra Signora delle Grazie: il fonte battesimale Masullas: chiesa di Nostra Signora delle Grazie: interno verso il portale di ingresso

Masullas: chiesa di Nostra Signora delle Grazie: il retablo ligneo di Mattia CanopiaNella terza Cappella a destra, è conservato un bel retablo ligneo realizzato nel 1676 da Mattia Canopia di Aidomaggiore, che riprende come argomento la Vergine Maria e la sua famiglia. Il retablo si sviluppa in due ordini sovrapposti divisi in tre pannelli. Nella parte inferiore si trova al centro una nicchia che racchiude il simulacro settecentesco della Vergine delle Grazie mentre ai lati vengono raffigurati Sant’Anna e una figura maschile, probabilmente Gesù. Nella parte superiore, a partire da sinistra vengono raffigurati San Giuseppe sposo di Maria, Elisabetta con il piccolo Giovanni Battista, e infine San Zaccaria, e sono sovrastati dalla figura di Dio Padre. Nella predella sono presenti quattro figure di Santi, in ordine da sinistra verso destra un Santo vescovo ignoto, due Santi Gesuiti uno dei quali è San Francesco Saverio, ed infine un Santo in armatura, probabilmente si tratta di San Vito Martire.

Ogni anno a Masullas il 2 luglio è ka data in cui si svolge la Festa patronale della Beata Vergine delle Grazie, per la quale il 23 giugno ha inizio il solenne novenario. I festeggiamenti hanno inizio il 29 giugno con la cerimonia de Sa cabada de Sa Santa, ovvero la discesa del simulacro dal polittico in cui viene conservato. Il 2 luglio, dopo le cerimonie religiose, si svolge la solenne processione per le vie del paese con gli abiti tradizionali sardi. La Festa prosegue, nei giorni successivi, con processioni e celebrazioni religiose. In occasione della festa, il 29 giugno si tiene la Sagra della pecora bollita, e nella sera i festeggiamenti proseguono in piazza con spettacoli e concerti.

Masullas-Festa di Nostra Signora delle Grazie: manifesto Masullas-Festa di Nostra Signora delle Grazie: statua della Madonna Masullas-Festa di Nostra Signora delle Grazie: processione

Durante i lavori di rifacimento dell’ex Cimitero retrostante la chiesa della Beata Vergine delle Grazie, nel 2013 sono stati effettuati due importanti rinvenimenti relativi all’area archeologica paleocristiana. Il primo in ordine di tempo è stato una tomba a camera, al cui interno i resti ossei di un individuo maschile di età compresa tra i 30 e i 40 anni risalenti al 1089 dopo Cristo. Il secondo è un fonte battesimale di epoca paleocristiana delsesto o settimo secolo, a pianta cruciform,e e ricoperta di uno strato di intonaco.

L’area archeologica della Beata Vergine delle Grazie

Durante lavori di riqualificazione della chiesa della Beata Vergine delle Grazie, è stata messa in luce una tomba di epoca bizantina lunga un paio di metri e larga circa un metro. La struttura, scavata nel banco roccioso, è costruita con blocchi di arenaria e presenta una copertura piana, Sopra la copertura sono stati ritrovati due inumati in posizione primaria, posti a diretto contatto delle lastre. Il portello di ingresso della tomba, trovato ancora sigillato, è decorato nella parte esterna con un quadrato all’interno del quale è stata incisa una X. All’interno della struttura è stato rinvenuto un defunto in posizione primaria, deposto su di un bancone laterale e sovrastato, a!l’altezza del cranio, da una croce in ferro con i bracci a terminazione biforcuta arrotondata. La sepoltura, per analogia con altre presenti in Sardegna, si può ipotizzare dj periodo bizantino, ma non si può escludere una sua datazione in epoca medievale successiva. Nei pressi di questa sepoltura è stata scavata una piccola vasca rettangolare, con un gradino su ciascun lato, e rivestimento in malta. Anche questa struttura è precedente alla data di costruzione dell’attuale chiesa, e sebbene per forma possa essere avvicinata ai fonti battesimali, ma è reso dubbio il suo reale utilizzo.

Masullas-Area archeologica della Beata Vergine delle Grazie Masullas-Area archeologica della Beata Vergine delle Grazie Masullas-Area archeologica della Beata Vergine delle Grazie

Il Municipio di Masullas

Percorsa la via Nazionale che procede verso nord e poi compie un’ampia curva verso destra, a settecento metri dal cartello segnaletico, avevamo svoltato a sinistra nella via Vittorio Emanuele II lungo la quale, dopo una novantina di metri, ci fa vedere alla sinistra la via Giuseppa Garibaldi che porta alla chiesa parrocchiale, mentre alla destra della strada si vede il portale di accesso all’ampio cortile interno, nel quale si trova l’edificio che ospita il Municipio di Masullas. Un accesso diretto all’edficio è possibile da una scaletta che parte una cinquantina di metri più avanti, alla destra della strada, e che fa arrivare al civico numero 51 della via Vittorio Emanuele II, dove si trova appunto l’ingresso del Municipio.

Masullas: il Municipio visto dalla strada Masullas-Facciata del Municipio

Nel Municipio sono presenti la sua sede, e gli uffici che forniscono i loro servizi agli abitanti del paese. Si tratta degli uffici del Segretario Comunale; dell’Area Amministrativa e Finanziaria, ossia la Ragioneria e il Personale, l’ufficio Finanziario, l’ufficio Tributi, l’ufficio Amministrativo, l’ufficio Protocollo, gli uffici Demografici; e gli uffici dell’Area Tecnica, Vigilanza e Sociale, ossia la Polizia Municipale, e l’Ufficio Socio Assistenziale.

La piccola chiesa romanica di Santa Lucia

Masullas-La piccola chiesa romanica di Santa LuciaDi fronte alla scaletta di accesso al Municipio, la strada svolta leggermente a destra e prosegue con il nome di via Vittorio Emanuele II, mentra a sinistra parte la via Roma. Proseguendo lungo la via Vittorio Emanuele II, dopo poco meno di un centinaio di metri, parte alla destra della strada la via Giuseppe Mazzini, alla destra della quale si vede subito la facciata della piccola chiesa di Santa Lucia, che rappresentava un tempo il punto di riferimento spirituale di un piccolo sobborgo attiguo ad un altro che sorgeva intorno alla chiesa romanica di San Leonardo, quando l’attuale configurazione urbanistica con la chiesa parrocchiale ancora non esisteva. La chiesa risale al periodo medievale, ed il paramento murario laterale rivela le due fasi planimetriche della chiesa. Al primitivo nucleo, di età imprecisata ma di caratteri ispirati all’architettura romanica, è seguito in eguito l’ampliamento, con l’eliminazione dell’abside. Oggi, l’area presbiteriale si trova all’interno del corpo principale del monumento.

Masullas: chiesa romanica di Santa Lucia: la fiancata destra Masullas: chiesa romanica di Santa Lucia: la fiancata sinistra Masullas: chiesa romanica di Santa Lucia: gli archi nella fiancata sinistra Masullas: chiesa romanica di Santa Lucia: la facciata

Masullas: chiesa romanica di Santa Lucia: il presbiterioIl prospetto principale è caratterizzato dalla curiosa mole del campanile a vela, sproporzionato rispetto alle dimensioni del registro sottostante, e dal portale semicircolare. La tessitura muraria inferiore è costituita da blocchi squadrati, mentre per le porzioni superiori è stata adottata la tecnica mista dei muri laterali, che sono realizzati in opera mista di ciottoli d’arenaria. Le murature laterali sono rinforzate, verso settentrione, da contrafforti edificati negli anni ottanta del ventesimo secolo. Sullo stesso fianco settentrionale si aprono due porte, e sul lato opposto se ne apre una. L’interno è costituito da una sola navata priva di abside. Al suo interno è conservato un bel simulacro seicentesco che rappresenta Santa Lucia. La chiesa è stata per molto tempo la sede della Confraternita dei Disciplinanti, detta anche Del Gonfalone, i cui membri praticavano e diffondevano le penitenze corporali mediante l’autoflagellazione, e che in seguito ha modificato il suo nome in Confraternita del Santo Cristo.

Ogni anno il 13 dicembre, presso questa chiesa e nell’abitato di Masullas, si tiene la Festa di Santa Lucia, caratterizzata dal canto de S'Arrosarieddu, il rosario in lingua sarda, e la successiva accensione del falò in onore di Santa Lucia, detto Su Fogadoi di Santa Lucia.

Masullas-Festa di Santa Lucia: partenza della processione Masullas-Festa di Santa Lucia: su Fogadoi di Santa Lucia

Il Museo dei Cavalieri delle colline

Masullas: il Museo intitolato a 'I Cavalieri delle colline'Masullas-Museo intitolato a 'I Cavalieri delle colline': esternoDi fronte al Municipio di Masullas parte la via Roma, seguendo la quale in centosessanta metri di raggiunge la piazza San Leonardo. Arrivati nella piazza, alla destra si vede l’edificio che ospita il Museo intitolato a I Cavalieri delle colline che, allestito presso l’ex Tappa di Insinuazione ed inaugurato il 10 maggio 2013, racconta la storia dell’aristocrazia rurale di Masullas e del Parte Montis, inserita nel contesto più ampio della nobiltà in Sardegna. La missione del Museo ambisce anche a favorire la conoscenza e il confronto tra le giovani generazioni sull’evoluzione storica riguardante il tema Giustizia e legalità. Gli uffici di Insinuazione, detti Tappe, sono stati istituiti dal sovrano sabaudo Carlo Emanuele III nel 1738, con lo scopo di mettere ordine nella conservazione degli atti notarili. In questi uffici, situati nelle maggiori città del regno e nelle ville geograficamente più centrali, i titolari hanno l’obbligo di registrare e conservare una copia degli atti rogati dai notai dell’area di pertinenza.

Masullas-Museo intitolato a 'I Cavalieri delle colline': interno Masullas-Museo intitolato a 'I Cavalieri delle colline': interno Masullas-Museo intitolato a 'I Cavalieri delle colline': interno

In tutto vengono istituite sedici Tappe, una delle quali ha sede a Masullas, in questo edificio. La gestione di queste Tappe viene data in appalto, e la Tappa di Masullas viene appaltata, a partire dal 1743, a Don Nicola Cony. Successivamente il possesso va al figlio Don Pepi, e quindi al nipote, un secondo Don Nicola. Con l’estinzione del ramo principale dei Cony, l’appalto della Tappa passa nelle mani di Don Giuseppe Sepulveda, che lo eredita per parte materna, e che sposa Donna Narcisa Senis, figlia di Don Giovanni Maria, signore utile della Tappa di Mandas. Nel 1839, con un editto regio, le tappe di insinuazione tornano nell’ambito del demanio.

L’antica chiesa romanica di San Leonardo

Masullas-L’antica chiesa di San LeonardoSempre alla destra nella piazza, poco più avanti rispetto al mueso, si trova la chiesa romanica di San Leonardo, che è la più antica in assoluto di Masullas, che rappresentava un tempo il punto di riferimento spirituale di un piccolo sobborgo attiguo ad un altro che sorgeva intorno alla chiesa di Santa Lucia. Edificata nel periodo medievale probabilmente dai monaci Vittorini di Mersiglia nella prima metà del duecento, rappresenta un interessante esempio dell’architettura romanica in Sardegna. I progettisti hanno adottato il consueto modello a navata singola, con abside semicircolare, coperta con capriate lignee. Il programma decorativo e il cromatismo della pietra arenaria, un tempo parzialmente mascherato dagli strati di intonaco, sono gli elementi qualificanti all’occhio dell’osservatore. Il fronte principale, a doppio spiovente, è sormontato da un campanile a vela.

Masullas: chiesa di San Leonardo: la fiancata sinistra Masullas: chiesa di San Leonardo: la fiancata destra Masullas: chiesa di San Leonardo: particolare della facciata Masullas: chiesa di San Leonardo: retro della chiesa

Masullas: chiesa di San Leonardo: il presbiterioNonostante l’altezza contenuta, la faciata della chiesa è, idealmente, suddivisa in registri decorativi sovrapposti, dei quali il primo livello ospita il portale con lunetta semicircolare, al secondo ordine corrisponde una successione di archetti pensili a doppia ghiera sostenuti da peducci, ed il terzo livello è segnato da una bifora centrale. L’armonia compositiva della facciata è dovuta a sottili algoritmi proporzionali, ben evidenziati dalla scelta di non celare il paramento murario dietro spessi strati di intonaco, un tempo stesi sul corpo della chiesa. Attualmente si presenta su un’unica navata absidata coperta a capriate, realizzata in pietre squadrate dai colori caldi dorati. Scavi archeologici hanno evidenziato un precedente e più antico impianto bizantino, forse del tipo binavato. Secondo una tradizione assai diffusa nel paese, si ritiene che in questa chiesa sarebbero stati deposti i corpi dei martiri Calisto e Calica.

Ogni anno il 6 novembre, presso questa chiesa e nell’abitato di Masullas, si tiene la Festa di San Leonardo, e in questa occasione si svolge anche la Sagra del melograno, con anche la  degustazione di melagrana e dei suoi derivati come il distillato e la marmellata, e con spettacoli e balli sardi.

Masullas-Festa di San Leonardo: statua del Santo Masullas-Festa di San Leonardo: la processione Masullas-Festa di San Leonardo: la Sagra del melograno

Il Giardino botanico delle essenze del Monte Arci ed il Campo da Calcetto

Masullas: ingresso del Giardino botanico delle essenze del Monte ArciNella piazza San Leonardo, di fronte alla chiesa romanica di San Leonardo parte la via 24 Maggio. La prendiamo e la seguiamo per circa centocinquanta metri, poi svoltiamo leggermente a destra nella via dei Cappuccini e, dopo centocinquanta metri, vediamo l’accesso la Giardino Botanico delle essenze del Monte Arci, che è un importante punto di riferimento ed attrattore primario per quel che concerne la conservazione, la tutela e la divulgazione di alcuni tra i più importanti e significativi aspetti di una zona naturalistica di particolare pregio qual’è il territorio del Monte Arci. Il Giardino Botanico si propone un altro fondamentale obiettivo, che è quello di riqualificare e valorizzare un’area a valenza storica ed artistica in un Polo Ambientale di assoluta eccellenza in campo regionale. Il Polo Ambientale, infatti, coniuga perfettamente l’esposizione di minerali, rocce e fossili contenuta nel GeoMuseo MonteArci, ubicato nell’adiacente ex convento dei Cappuccini, con la flora e le essenze vegetali esistenti nel medesimo complesso territoriale.

Accanto al Giardino Botanico si trova il Campo Comunale da Calcetto di via dei Cappuccini, con fondo in erba sintetica, dotato di tribune in grado di ospitare 160 spettatori, nel quale è possibile praticare come disciplina il calcetto, ossia il calcio a cinque.

Masullas-Campo Comunale da Calcetto: ingresso Masullas-Campo Comunale da Calcetto: il Campo da gioco

La chiesa di San Francesco d’Assisi con l’ex convento dei Cappuccini

Masullas-La chiesa di San Francesco d’AssisiNella piazza San Leonardo, di fronte alla chiesa romanica di San Leonardo parte la via 24 Maggio. La prendiamo e la seguiamo per circa centocinquanta metri, poi svoltiamo leggermente a destra nella via dei Cappuccini e, dopo centottanta metri, arriviamo di fronte alla chiesa di San Francesco d’Assisi, alla quale è annesso l’ex grande convento di San Francesco. La chiesa ha adottato la forma ricorrente nei monasteri cappuccini della Sardegna secentesca, con all’interno una singola navata, culminante in un’abside quadrata, coperta con volta a crociera, affiancata da una singola sequenza di cappelle, sul lato destro per chi entra, mentre sul fronte opposto, si innesta il chiostro comunicante con i locali legati alla vita conventuale. I muri laterali della chiesa sono rinforzati da contrafforti, tra i quali sono incastrate le campate del chiostro. Il prospetto principale, a spioventi, reca, in posizione mediana, le uniche aperture: il portale architravato e l’oculo circolare destinato ad illuminare la navata.

Masullas: il convento di San Francesco d’Assisi che era stato affidato all’ordine dei CappucciniLa chiesa faceva parte del convento di San Francesco, costruito a partire dal 1648 per iniziativa del cavaliere Francesco Simoni e affidato all’ordine dei Cappuccini.  All’interno del chiostro è presente una cisterna di forma cilindrica, che misura sette metri di diametro per sette metri di altezza, della capacità di quasi 300mila litri di acqua, che è stata, in tempi passati, una vitale risorsa per il paese nei periodi di grande siccità. Con la legge di Soppressione degli Enti Ecclesiastici del 1866 l’edificio è stato confiscato dallo Stato e definitivamente abbandonato nel 1885. Nel secondo dopoguerra il convento, ceduto al comune durante il ventennio fascista, risulta ormai interamente in rovina. Nel 1994, in seguito ai lavori di ristrutturazione, la chiesa annessa al convento viene riaperta al culto.

Il GeoMuseo del Monte Arci

Masullas: il GeoMuseo del Monte ArciMasullas-GeoMuseo del Monte Arci: ingressoNel 2004 l’intera struttura è riaperta al pubblico e, a partire dal 2010, alcuni locali dell’ex convento ospitano il GeoMuseo del Monte Arci, dedicato alla memoria di Stefano Incani di Masullas, e realizzato in collaborazione con il Parco Geominerario, Storico e Ambientale della Sardegna, funge da collante per la trasmissione al pubblico della ricca geodiversità del territorio della Marmilla e dell’intero Monte Arci. All’interno della chiesa conventuale è presente una collezione di sculture lignee databili dal quindidicesimo al sedicesimo secolo, mentre il GeoMuseo racconta, attraverso una collezione di minerali e fossili locali, l’evoluzione geologica del massiccio vulcanico del Monte Arci, con ricostruzioni paleoambientali e numerosi reperti. Questo Museo Mineralogico e Paleontologico è stato allestito nel secentesco convento dei frati Cappuccini di Masullas, in omaggio a quanto l’opera dei religiosi nei monasteri e nei conventi, a partire dal Medioevo Europeo, è stata determinante per lo sviluppo culturale e scientifico dell’Occidente.

Masullas-GeoMuseo del Monte Arci: interno Masullas-GeoMuseo del Monte Arci: interno Masullas-GeoMuseo del Monte Arci: interno

L’edificio che ospitava l’antico Municipo di Masullas

Masullas-L’edificio che ospitava l’antico Municipio di MasullasNella piazza San Leonardo, di fronte alla chiesa romanica di San Leonardo parte la via 24 Maggio. La avevamo presa e la avevamo seguita per circa centocinquanta metri, poi avevamo svoltato leggermente a destra nella via dei Cappuccini. Se seguiamo la via dei Cappuccini per circa duecento metri, arriviamo nel punto dove svoltiamo a destra nella via San Francesco, la seguiamo e, dopo una sessantina di metri, vediamo alla destra della strada, al Civico nmero 4 di questa strada, l’edificio che ospitava l’antico Municipio di Masullas, in seguito sostituito dal nuovo Municipio che si trova e al civico numero 51 della via Vittorio Emanuele II, e che abbiamo già visto nella nostra visita al centro di Masullas.

Il Museo di Storia Naturale Aquilegia

Masullas: il Museo di Storia Naturale AquilegiaMasullas-Museo di Storia Naturale Aquilegia: ingressoL’edificio che aveva ospitato l’antico Municipo di Masullas, oggi ospita il Museo di Storia Naturale Aquilegia. Le esposizioni si svolgono su 600 metri quadrati circa, lungo un percorso basato sulla cronologia degli eventi geologici e biologici che hanno portato il nostro pianeta, attraverso lenti ma continui cambiamenti, all’evoluzione degli organismi viventi e dei loro ambienti, preparando l’attuale meravigliosa biodiversità. Il visitatore può scoprire i più significativi reperti provenienti dalle antiche miniere della Sardegna, oggi comprese entro il Parco Geominerario, Storico e Ambientale della Sardegna, riconosciuto dall’Unesco come Patrimonio dell’Umanità. Partendo da due miliardi e mezzo di anni fa vengono scandite, entro precise epoche geologiche ed in particolare attraverso i meravigliosi tesori sotterranei della Sardegna, i minerali ed i fossili, le diverse fasi della formazione dell’Isola e del lungo viaggio che l’ha portata fino al centro del Mediterraneo. Oltre a numerosi minerali che si sono formati nel sottosuolo dell’Isola a partire da oltre cinquecento milioni di anni fa, il visitatore può osservare fra i numerosi fossili esposti, quello del più antico anfibio d’Italia, il rarissimo Apateon, che duecentocinquanta milioni di anni fa abitava le rive di un lago all’interno dell’isola.

Masullas-Museo di Storia Naturale Aquilegia: interno Masullas-Museo di Storia Naturale Aquilegia: interno Masullas-Museo di Storia Naturale Aquilegia: interno

Il Campo Sportivo Comunale del Coni

Da dove, dalla via 24 Maggio, avevamo preso a destra la via dei Cappuccini, proseguiamo invece verso sud con la via 24 Maggio che, dopo un centianio di metri, va ad immettersi sulla via Nazionale, a circa quattrocentocinquanta metri da dove la avevamo imboccata dopo aver visto il cartello segnaletico che aveva indicato l’ingresso nel paese. Prendiamo la via Nazionale verso sud e, dopo una sessantina di metri, svoltiamo a destra nella via Brigata Sassari, la seguiamo fino a che esce dall’abitato e percorsi circa cinquecento metri, arrivati in località Planu Bassu, svoltiamo a destra e dopo una cinquantina di metri vediamo alla destra della strada il cancello di ingresso che consente l’accesso al Campo Sportivo Comunale del Coni.

Masullas-Campo Sportivo Comunale del Coni: cancello di ingresso Masullas-Campo Sportivo Comunale del Coni: il Campo da Calcio Masullas-Campo Sportivo Comunale del Coni: la pista di atletica

All’interno di questo complesso sportivo si trova un Campo da Calcio, con fondo in erba naturale, dotato di tribune in grado di ospitare 1400 spettatori; ed intorno al Campo da Calcio, si trova una Pista di atletica, nella quale è possibile praticare come discipline l’atletica leggera, ed in particolare le corse su pista.

La Palestra delle Scuole Elementari

Da dove avevamo trovato la deviazione a destra nella via Brigata Sassari, proseguiamo verso sud lungo la via Nazionale e, dopo appena una trentina di metri, vediamo alla destra della strada, al civico numero 60 della via Nazionale, il cancello di ingresso delle Scuole Elementari di Masullas.

Masullas-Scuole Elementari di Masullas: cancello di ingresso Masullas-Palestra delle Scuole Elementari: esterno Masullas-Palestra delle Scuole Elementari: interno

All’interno di questo complesso scolastico si trova la Palestra della Scuole Elementari, dotata di tribune in grado di ospitare una settantina di spettatori, nella quale si possono praticare come discipline la ginnastica, la pallacanestro, e la pallavolo.

Il Campo da Tennis delle Scuole Medie

Procedendo in direzione sud lungo la via Nazionale, dopo una cinquantina di metri svoltiamo a destra e prendiamo la via Alfonso Salis, lungo la quale, in poco più di un centinaio di metri, arriviamo a vedere alla sinistra della strada, all’interno dei giardini, il cancello che porta all’ingresso delle Scuole Medie di Masullas.

Masullas-Scuole Medie di Masullas: cancello di ingresso Masullas-Campo da Tennis delle Scuole Elementari: il Campo da gioco

All’interno di questo complesso scolastico, alla destra dell’edificio che ospita le scuole, si trova il Campo da Tennis delle Scuole Medie, che non è dotato di tribune per gli spettatori, e nel quale è possibile praticare come discipline il tennis e la pallavolo.

Visita dei dintorni di Masullas

Il territorio presenta un patrimonio archeologico di rilievo. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Masullas, sono stati portati alla luce i resti delle Tombe di giganti di Corongiu Arrubiu vicino al nuraghe omonimo, e di Murranca anch’essa vicina al nuraghe omonimo; dei Nuraghi semplici Cruccu di Masullas, Cuccuru Pestuari, nuraghe de Preidis, Forada Manna, Sa Matta Croccada, Su Para con le sue torri, Tamis; del Protonuraghe Stevi; del nuraghe complesso di tipo misto di Corongiu Arrubiu; dei Nuraghi complessi di Monti Miana, Murranca, Mustazzori, Onigu accanto al quale sorgeva la miniera abbandonata di fluorite, Spardiedu; e del nuraghe Piazza San Leonardo di tipologia indefinita. Numerose anche le testimonianze di epoca romana, come a Arruinas, Santu Stevini, Santa Maria e Fraus. Altre notevoli rovine si hanno nella zona di Tamis, dove sorgeva un’altra città, distrutta all’inizio del quindicesimo secolo, della quale restano le enigmatiche e solitarie strutture dell’abbazia vallambrosiana. Vediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto.

Il Cimitero Comunale

Masullas: il Cimitero Comunale di MasullasDal Municipio di Masullas, prendiamo verso sud la via Vittorio Emanuele II che, in centoquaranta metri si immette sulla via Nazionale. Prendiamo la via Nazionale verso sinistra e seguiamo questa strada che uscirà dal paese verso sud est con il nome di SP44, e si dirigerà verso Gonnostramatza. Usciti dall’abitato, a quattrocentocinquanta metri da dove la avevamo imboccata, vediamo alla destra della strada il muro di cinta, con al centro il portale di ingresso del Cimitero Comunale di Masullas. Questo è il nuovo Cimitero che è stato edificato fuori dal paese, a seguito della legge che nponeva la loro costruzione al di fuori dei centri abitati, ed aveva sostituito l’antico Cimitero che sorgeva retrostante la chiesa parrocchiale della Beata Vergine delle Grazie.

I resti della miniera di Santa Maria sul Monte Miana

Masullas: il Monte MianaDal Municipio di Masullas, prendiamo verso sud la via Vittorio Emanuele II che, in centoquaranta metri si immette sulla via Nazionale. Masullas-resti della miniera di Santa Maria sul Monte MianaPrendiamo la via Nazionale verso sinistra e la seguiamo per trecentocinquanta metri, poi svoltiamo a destra e prendiamo la via Brigata Sassari la quale, passato il Campo Sportivo Comunale del Coni, uscirà dall’abitato dirigendosi verso nord ovest. Percorsi poco meno di tre chilometri, la strada si immette sulla SS442 di Laconi e di Uras, la seguiamo per un chilometro e duecento metri e vediamo, alla destra, partire una strada bianca in salita che porta alla Miniera di Santa Maria, una miniera di bentonite a cielo aperto, coltivata dagli anni sessanta del novecento da diverse società. I siti minerari, ornai dismessi, sono in attesa di essere riqualificati. La miniera si trova sul Monti Miana, una collinetta piana caratterizzata da massi di grande dimensione talvolta allineati,priva di costruzioni e segni di recente presenza dell’uomo, sulla quale sono presenti reperti fitili e schegge di ossidiana.

Il nuraghe di Monti Miana

Circa seicento metri più avanti lungo la SS442 di Laconi e di Uras, alla destra della strada statale si trova sopra l’altura del Monti Miana il Nuraghe complesso di Monti Miana. Si tratta di un possibile nuraghe complesso, edificato a 157 metri di altezza in materiale indeterminato, che però nella letteratura viene anche indicato come nuraghe semplice ossia monotorre. Dagli studi, sembra possedere più torri, forse almeno tre, in quella centrale è visibile la parte apicale di una nicchia. Le torri sono riempite dai loro stessi componenti e dalla terra. Nel piano attiguo sono presenti schegge di ossidiana e qualche reperto ceramico.

Il giacimento di ossidiana di Conca ’e Cannas

Masullas-Testo di 'Il parco dell’ossidiana di Conca ’e Cannas'Seguita la SS442 di Laconi e di Uras per due chilometri e quattrocento metri e, al chilometro 43.4, subito dopo un piccolo viadotto, svoltiamo nella prima traversa a destra. Questa strada, in poco più di tre chilometri, ci porta in località Conca ’e Cannas. Situato nelle basse pendici del Monte Arci si trova il Giacimento di Conca ’e Cannas, che è considerato il più grande e importante giacimento di ossidiana di tutto il Mediterraneo. Questo giacimento viene scoperto nel 1953 dallo studioso Cornelio Puxeddu, che ha dedicato gran parte dei  suoi studi al territorio del Monte Arci. Nel 1956 egli h fatto un sopralluogo in compagnia dell’archeologo Giovanni Lilliu, ed anche questi ha avuto modo di constatare che si trattava di un vero e proprio giacimento del prezioso vetro vulcanico. Per diversi millenni, l’ossidiana di Conca ’e Cannas, è stata esportata fuori dall’Isola, sia in noduli che lavorata, verso la Corsica, il nord della penisola italiana, sud della Francia e fino alla Catalogna.

Masullas: il giacimento di ossidiana di Conca ’e Cannas Masullas: il giacimento di ossidiana di Conca ’e Cannas Masullas: il giacimento di ossidiana di Conca ’e Cannas

Masullas-L’ssidiana di Conca ’e CannasL’ossidiana è un vetro vulcanico la cui formazione è dovuta al rapidissimo raffreddamento della lava, ed è quindi un vetro naturale del tutto simile a quello di produzione umana. Si tratta di una materia prima molto ricercata nell’antichità per la fabbricazione di strumenti taglienti, ed è stata una delle merci che ha animato il commercio del Mediterraneo e sostenuto nel periodo preistorico la vita economica dei luoghi di estrazione come la Sardegna. Il giacimento di ossidiana di Conca ’e Cannas è stato inserito nella zona 1 del Parco geominerario storico ambientale della Sardegna, compreso nella rete dei Geoparchi dell’Unesco, nonchché nel parco naturale del Monte Arci. Nel 2016 è stato inaugurato il Parco dell’ossidiana di Conca ’e Cannas.

La prossima tappa del nostro viaggio

Nella prossima tappa proseguiremo il nostro viaggio, da Masullas faremo una deviazione verso est e ci recheremo a Pompu che visiteremo con il suo centro dove si trova il Sole di pietra di Pinuccio Sciola ed i dintorni nei quali si trovano i resti del nuraghe complesso Santu Miali.


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