Nurallao ed i dintorni con la Tomba di giganti di Aiodda una delle più grandi del Mediterraneo
In questa tappa del nostro viaggio, da Isili ci recheremo a Nurallao che visiteremo con il suo centro ed i dintorni nei quali si trova anche la Tomba di giganti di Aiodda, una delle più grandi del Mediterraneo. La regione storica del SarcidanoIl Sarcidano è una regione della Sardegna che si estende tra il territorio del Campidano e quello della Barbagia. Si sviluppa tra la Provincia di Oristano e la Provincia del Sud Sardegna. Elemento morfologico dominante è l’altopiano de Laconi, il più grande tavolato calcareo della Sardegna. Al suo interno si estendono i due laghi artificiali del Mulargia e del Flumendosa. In Provincia di Oristano ne fa parte il solo comune di Laconi, mentre in Provincia del Sud Sardegna ne fanno parte Escolca, Genoni, Gergei, Isili, Nuragus, Nurallao, Nurri, Orroli, Serri, Villanova Tulo. Vi è diffusa la quercia, ma non mancano anche foreste di castagno. Il territorio del Sarcidano è costellato di numerose testimonianze archeologiche, prevalentemente nuragiche. In viaggio verso NurallaoDa Isili prendiamo verso nord la SS128 Centrale Sarda che, passato il lago artificiale di Barrocus, in poco più di sette chilometri, ci porta all’interno dell’abitato di Nurallao. Dal Municipio di Isili a quello di Nurallao si percorrono esattamente 8.0 chilometri. Il comune chiamato NurallaoIl comune Nurallao (pronuncia Nurallào, nome in lingua sarda Nuradda, altezza metri 390 sul livello del mare, abitanti 1.167 al 31 dicembre 2021) è un piccolo centro del Sarcidano ad economia prevalentemente agricola situato nella parte settentrionale della Provincia del Sud Sardegna, a sud dell’altopiano Sarcidano. L’abitato è servito dalla SS128 Centrale Sarda proveniente da Isili e dalla SS197 di San Gavino e del Flumini che ci condurrà a Nuragus, i cui tracciati ne attraversano il territorio. Il territorio comuale, ricco di giacimenti di argille refrattarie e di sorgenti, presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche accentuate, che vanno da un minimo di 329 a un massimo di 761 metri sul livello del mare. Origine del nomeIl nome corrisponde agli appellativi proto sardi Muradda, che indica un rudere di muratura, Muragadda o Mugoradda, che indica una pietraia, un mucchio di pietre, anche effetto dello spietramento dei terreni, ed è da confrontare col termine latino Murus. Il villaggio di Nurallao dunque probabilmente derivi la sua denominazione dal fatto che, in un certo periodo della sua storia, sarà entrato in crisi per spopolamento, oppure per guerre con il presidio romano di Valentia, divenendo in larga misura una pietraia. Secondo un’altra interpretazione, il nome Nurallao potrebbe derivare dai diversi Nuraghi presenti nel suo territorio. Fantasiosa è, comunque, l’interpretazione secondo la quale deriverebbe dalla voce fenicia Nor o Nur, che indica il fuoco, oppure una dimora. La sua economiaSi tratta di un comune collinare con un’economia agro pastorale poverissima e con tutta una serie di attività artigianali che non hanno mai raggiunto dimensioni produttive di rilievo. L’agricoltura si basa sulla produzione di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, uva, olive, frutta. Presente anche l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. L’industria, modestamente sviluppata, fa registrare un piccolo numero di aziende che operano nei comparti tessile, dei materiali da costruzione, metallurgico ed edile. Modesta è anche la presenza del terziario. Sebbene non figuri tra le mete turistiche più celebrate della zona, offre a quanti vi si rechino la possibilità di godere delle bellezze dell’ambiente naturale e di quelle architettoniche, quali la famosa fontana Is Arinus, e di riscoprire le antiche presenze nuragiche, sparse sul suo territorio, e quelle medievali, percorrendo le vie, i cortili e le piazze del borgo. L’apparato ricettivo offre possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. Brevi cenni storiciIl territorio è abitato fino dal periodo preistorico, come attestato dai diversi Nuraghi in esso presenti. Poi viene sottopposto alla dominazione punica e romana. Le testimonianze puniche si manifestano diffusamente su tutto il territorio, e vicinissimo a Nurallao era il presidio militare romano di Valentia. In particolare tra Nurallao ed Isili, nella località chiamata Sa Bidda Becia, il vecchio paese, si trovano anche i resti di abitazioni, strade, pozzi, di un villaggio dell’epoca romana. Il territorio continua ad essere abitato anche nei secoli successivi, come prova il recente ritrovamento, in località Sa Coronedda, di una tomba tardo medioevale e di una necropoli nelle vicinanze dell’antica chiesa di San Salvatore, ora scomparsa. Il nome Nurallao appare per la prima volta nel 1206, in un atto notarile siglato tra Guglielmo di Massa, giudice di Cagliari, e Ugo di Basso, giudice di Arborea. In esso si stabiliscono confini e limiti territoriali tra i due Giudicati, e tra i vari nomi di paesi compare quello di Nuredei. Nurallao, durante il Medioevo, entra a far parte della curatoria o parte Valenza, del regno giudicale di Arborea. Per avere dati più precisi bisogna arrivare al 1388, quando, nell’atto di pace tra Eleonora d’Arborea e Giovanni I d’Aragona, tra i vari rappresentanti dei diversi villaggi che aderiscono al trattato, compare, fra gli altri, un certo Gunnario Porcu, Majore ville de Nuradau, accompagnato da altri notabili del luogo. Con la conquista aragonese dell’Isola, vengono distribuiti i feudi a favore dei sudditi aragonesi particolarmente distintisi nelle operazioni di conquista. Non si conosce il nome del primo feudatario, ma, con la morte di Pedro Deynar, avvenuta nel 1423, il feudo passa al nobile Luigi d’Aragall’e, in seguito, alla famiglia Castelvì. Entrata a far parte dei possedimenti degli Aymerich, ne segue le vicende storiche fino al 1838, anno in cui assume piena autonomia Comunale. Del comune di Nurallao nel 1927, dopo la creazione della Provincia di Nuoro, viene cambiata la Provincia da quella di Cagliari, alla quale precedentemente apparteneva, alla neonata Provincia di Nuoro. Successivamente nel 2003, con la riorganizzazione delle province della Sardegna, viene cambiata la Provincia da quella di Nuoro nuovamente a quella di Cagliari, della quale fa parte fino alla successiva riforma del 2016, quando il paese viene aggregato alla nuova Provincia del Sud Sardegna. Le principali feste e sagre che si svolgono a NurallaoA Nurallao è attivo il Gruppo Folk San Pietro di Nullalao, i cui componenti si esibiscono nelle principali feste e sagre che si svolgono nel comune ed anche in altre località dell’Isola esibendosi nel costume tradizionale del paese. Tra le principali feste e sagre che si svolgono a Nurallao si segnalano, il 16 e il 17 gennaio, la Festa di Sant’Antonio Abate, quando si rivive la tradizione dei grandi falò rionali chiamati Foghidònisi; a Pasquetta viene poi organizzata, nel parco di Funtana ’e Is Arinus, la Sagra de Is Tallarinus nuraddesusu, un’espressione della cosidetta cucina povera dei pastori e dei contadini, originario del vicino paese di Nuragus e che viene proposto nella versione di Nurallao; a maggio, la Festa di Sant’Isidoro con la Sagra della pecora; il 29 giugno, la Festa patronale di San Pietro Apostolo, con la Sagra de Is Pizzotteddusu de Nuradda, piatto tipico locale; sempre a giugno, la Fiera del Tartufo; a luglio, il Festival Internazionale del Folklore; il 12 agosto, la Festa della Madonna della Strada, nella sua chiesa campestre; sempre ad agosto, si tengono mostre, rassegne, ed anche il torneo notturno di calcio Sarcidano. La Festa di Sant’Isidoro con la Sagra della pecoraOgni anno a maggio, a Nurallao, il parco di Funtana Is Arinus si ravviva in occasione della Sagra della pecora, che si svolge in concomitanza con la Festa di Sant’Isidoro, patrono dei contadini, per la quale si svolge una processione per le vie del paese con cavalieri, alla quale partecipano carri ed Is traccas, ossia i carri a buoi, riccamente addobbati. La fiera del tartufoOgni anno a giugno, a Nurallao si svolge la Fiera del tartufo, una importante iniziativa organizzata per promuovere lo Scorzone del Sarcidano, ossia il Tuber aestivum o tartufo nero estivo, il pregiatissimo tubero che cresce abbondantissimo, in simbiosi con lecci e roverelle, nel tacco calcareo del Sarcidano. Nel parco di Funtana ’e Is Arinus di Nurallao, aspettano i visitatori diversi piatti a base di tartufo, con anche passeggiate ecologiche e musica. Visita del centro di NurallaoL’abitato, interessato da forte espansione edilizia, ha l’andamento altimetrico tipico delle località collinari. Entriamo a Nurallao da sud con la SS128 Centrale Sarda e, al chilometro 55.4, troviamo il cartello segnaletico che indica l’ingresso all’interno dell’abitato. Il Cimitero di NurallaoArrivando con la SS128 Centrale Sarda, subito dopo il cartello segnaletico che indica l’ingresso nell’abitato, si vede, alla sinistra della strada, il muro di cinta del Cimitero di Nurallao. al centro del quale è presente il suo cancello di ingresso. Subito dopo aver passato il Cimitero, la strada prosegue verso nord in direzione dell’abitato, e su di essa si immette da sinistra la SS197 di San Gavino e del Flumini, che proviene da Nuragus ed arriva lasciando sulla destra l’area Industriale ed Artigianale di Nurallao. Proseguendo, la SS128 Centrale Sarda curva leggermente verso destra ed entra nell’abitato con il nome di via Aldo Moro. La Palestra e gli impianti sportivi comunaliEntriamo all’interno dell’abitato con la via Aldo Moro, la seguiamo per duecento metri, ed arriviamo al punto dove parte a sinistra la via San Salvatore. La seguiamo e, dopo un centinaio di metri vediamo, alla destra della strada, l’ingresso della Palestra Comunale. Passato questo ingresso, si incontra un Campo da Calcetto, dove effettuare incontri di calcio e di calcetto, ossia calcio a cinque. Si trova, poi, l’ingresso della Palestra, nella quale effettuare incontri di pallacanestro e pallavolo. Poco più di cento metri più avanti lungo la via San Salvatore, incrociamo la via Circonvallazione, che, presa verso destra, in qualche decina di metri ci porta a vedere, alla sinistra, il cancello di ingresso degli impianti sportivi comunali. All’interno di questi impianti, è presente il Campo da Calcio, con fondo erboso, dotato di tribune in grado di ospitare 200 spettatori. In questo campo gioca la squadra del Nurallao calcio, che milita nel campionato Amatori. Intorno al Campo da Calcio si trova una Pista d’atletica leggera, nella quale è possibile praticare atletica leggera, corse su pista e salto in alto. La piazza Franceschino OrrùDa dove la via Aldo Moro incrocia la via San Salvatore, alla destra di quest'ultima strada ed alla sinistra della prosecuzione della via Aldo Moro, si sviluppa l’ampia Piazza Franceschino Orrù intitolata all’uomo politico che è stato anche Consigliere regionale della Sardegna. Si tratta della principale piazza di Nurallao, nella quale si tengono manifestazioni ed eventi che coinvolgono la cittadinanza, tra cui le manifestazioni del carnevale, la Sagra de Is Pizzotteddusu de Nuradda, la Fiera del Tartufo, il Festival Internazionale del Folklore, e molte altre. Il Municipio di NurallaoDalla piazza Francesco Orrù, proseguiamo verso nord con la via Aldo Moro, dopo circa centocinquanta metri, la via Aldo Moro compie un’ampia curva verso sinistra, nel punto dove si stacca sulla destra la via Martiri della resistenza. Passata la curva la via Aldo Moro prosegue verso nord ovest per poco più di duecento metri, ed arriva nella piazza Giacomo Matteotti, dove alla sinistra, al civico numero 2, si trova l’edificio che ospita il Municipio di Nurallao, nel quale sono presenti la sua sede e gli uffici che forniscono i loro servizi agli abitanti del paese. Si tratta degli uffici del Segretario Comunale; gli uffici dell’Area Amministrativa, con la Segreteria Generale, l’Ufficio Protocollo ed Albo notifiche, l’ufficio Servizi Sociali, l’ufficio Servizi Demografici ed Elettorale, lo Sportello Unico per le Attività Produttive, l’ufficio del Commercio, la Biblioteca Comunale; gli uffici dell’Area Tecnica Manutentiva, che si occupa di Edilizia Privata, lavori Pubblici, Pianificazione Urbanistica, Polizia Municipale, reti con gli Impianti Tecnologici e Cimitero, Manutenzioni con il Patrimonio ed i Servizi Tecnologici; gli uffici dell’Area Economico Finanziaria, che si occupano di Tributi, Servizi Finanziari, e Personale. La chiesa parrocchiale di San Pietro ApostoloDalla piazza Giacomo Matteotti, prendiamo verso sinistra la via San Pietro che si dirige verso sud ovest, e, in un centinaio di metri, ci porta sul retro della chiesa di San Pietro Apostolo La parrocchiale dedicata al patrono di Nurallao, il cui frontale si affaccia in un’ampia piazza nella parte alta del centro abitato. Riedificata nel suo attuale impianto durante gli anni cinquanta del novecento. Al centro dell’alta facciata ricostruita con gli originali cantoni grigi e neri squadrati e alternati, si apre il portale ligneo sovrastato da un piccolo oculo di forma ottagonale. alla sommità del semplice tetto a doppio spiovente con copertura in tegole spicca una piccola croce. Sul lato sinistro della chiesa è posto l’alto campanile in pietra, nel quale la cella campanaria è alleggerita da eleganti bifore e sormontata da una cupoletta cuspidata con croce. All’interno presenta un’ampia pianta longitudinale, e nell’altare maggiore è presente una statua unica in Sardegna, di San Pietro Apostolo, risalente al seicento. Sopra di essa, vi è un quadro a forma ottagonale di un giovane artista nurallaese, raffigurante il martirio di San Pietro. Ogni anno il 12 giugno a Nurallao si svolge la Festa patronale di San Pietro, con riti religiosi nella chiesa parrocchiale, e con una partecipata processione accompagnata da gruppi folk, cavalieri e confraternite. Insieme ai festeggiamenti religiosi si tengono spettacoli musicali nella piazza Franceschino Orrù, ed anche la Sagra de Is Pizzotteddusu de Nuradda, un piatto tipico locale che viene distribuito ai partecipanti. Lo stabilimento per la produzione di calce di Funtana ’e susuDalla piazza Giacomo Matteotti, prendiamo, di fronte al Municipio, la via Roma, la seguiamo per una trentina di metri, poi svoltiamo a destra nella via Fontana, che dopo una cinquantina di metri, sbocca sulla via Umberto. La prendiamo a sinistra e, subito dopo, svoltiamo a destra per rimanere sulla via Fontana, che, dopo centocinquanta metri, sbocca sulla via Martiri della resistenza. Presa a sinistra, svoltiamo subito a destra e, in un centinaio di metri vediamo, alla sinistra della strada, il Parco di Funtana ’e susu, nel quale è possibile visitare quello che oggi è il reperto di archeologia industriale di Funtana ’e susu vecchio stabilimento per la produzione di calce recentemente recuperato, vicino al quale si trova l’antica fontana dalla quale diriva il suo nome. L’economia di Nurallao è stata legata per diverso tempo a quella delle cave d’argilla ed a quella della produzione della calce, e, fino agli anni cinquanta del novecento, il paese era conosciuto come Sa idda de Is marigas e de Is frascus, ossia il paese delle brocche e dei fiaschi in terracotta, prodotti che venivano esportati in tutto il Campidano di Cagliari e Oristano. Si producevano anche mattoni e tegole in laterizio, alcuni ancora visibili nelle antiche abitazioni del paese e della zona. La Stazione ferroviaria di NurallaoDalla piazza Giacomo Matteotti, prendiamo, di fronte al Municipio, la via Roma, la seguiamo per ottocento metri, poi, seguendo le indicazioni, svoltiamo a destra nella via della Stazione che, in quatrocentocinquanta di metri, ci porta a vedere, alla sinistra della strada, la Stazione ferroviaria di Nurallao La principale del comune che comprende anche lo scalo ferroviario di Cignoni. Lo scalo è tra quelli realizzati durante la fase di costruzione della linea ferroviaria tra Isili e Sorgono dalla Società italiana per le Strade Ferrate Secondarie della Sardegna, che la inaugura nel 1889, in contemporanea con l’attivazione del tronco tra Isili e Meana Sardo. Nel 1921 la concessione passa alla Ferrovie Complementari della Sardegna, a cui seguono nel 1989 le Ferrovie della Sardegna. Sotto la sua amministrazione, la linea tra Isili e Sorgono viene chiusa al traffico ordinario nel 1997, venendo destinata all’esclusivo impiego turistico. Da allora la stazione di Nurallao, che dal 2010 è gestita dall’ARST, rimane priva di traffico per buona parte dell’anno, fatto salvo il periodo estivo quando vi transita il Trenino Verde. Visita dei dintorni di NurallaoVediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Nurallao, sono stati portati alla luce i resti della Tomba di giganti Aiodda, e di due tombe dei giganti in località Cignoni in parte distrutte da scavi clandestini; del Protonuraghe Olia; dei Nuraghi semplici Crucuriga, Formiga, Is Cannonis, Nieddiu, Pardu, Pranu Fas, Tramalizzu; dei Nuraghi complessi Poiolu e Sa Cungiadura; ed anche dei Nuraghi Enna e Is Speluncas, di tipologia indefinita. Il pozzo sacro nuragico ed il nuraghe NieddiuDi fronte al Municipio di Nurallao prendiamo la via Roma, che esce dall’abitato verso est, e poi si dirige a nord est verso il parco di Funtana Is Arinus. Percorsi due chilometri e duecento metri, appena passata la linea ferroviaria, seguendo le indicazioni svoltiamo a sinistra sulla strada per la frazione Bau Sa Mela, e, dopo poco più di cinquecento metri, tra i resti della Cava di argilla di Nieddiu, si trova la freccia che ci indica come raggiungere il pozzo sacro di Nieddiu miracolosamente salvatosi dall’attività di cava circostante, che, se la presenza di rinforzi edilizi in calce ne suggeriscono fasi edilizie di epoca punica e romana, risale nella sua originaria edificazione al periodo nuragico. Un poco più a sud, sempre tra i resti della cava, si trovano i pochi resti del Nuraghe Nieddiu un nuraghe monotorre edificato a 523 metri di altezza. Lo scalo ferroviario di CignoniPercorso un chilometro e settecento metri lungo questa strada per la frazione Bau Sa Mela, vediamo, alla sinistra della strada, a una certa distanza, tra la vegetazione, lo Scalo ferroviario di Cignoni che si arrgiunge prendendo una deviazione in una strada starrata a sinistra un centinaio di metri prima. Lo scalo viene creato dalla Società italiana per le Strade Ferrate Secondarie della Sardegna nel 1897, in corrispondenza della casa cantoniera numero diciannove della linea che collega Isili con Sorgono, per l’esclusivo servizio merci. Solo negli anni trenta del novecento viene avviato il servizio viaggiatori, che vede inizialmente l’impianto utilizzato come fermata facoltativa. Nel 1921 si passa alla gestione della Ferrovie Complementari della Sardegna, che la sottopone ad interventi di potenziamento correlati all’attività estrattiva dell’argilla. L’attività legata al trasporto dell’argilla va avanti sino agli anni sessanta, in seguito nella stazione cessa progressivamente il servizio merci, mentre rimane attivo quello viaggiatori, sino al 1989, quando subentrano nella gestione le Ferrovie della Sardegna. Dal 1997 l’intera linea tra Isili e Sorgono viene chiusa al traffico regolare, venendo destinata all’esclusivo impiego turistico. Da allora lo scalo di Cignoni, che dal 2010 è gestita dall’ARST, rimane privo di traffico per buona parte dell’anno, fatto salvo il periodo estivo quando vi transita il Trenino Verde. La frazione Bau Sa MelaProseguiamo lungo la strada che ci ha portati fino allo scalo di Cignoni per circa un chilometro, poi, sguendo le indicazioni, svoltiamo leggermente a sinistra, dopo un chilometro e mezzo svoltiamo a destra, e, in un chilometro e settecento metri, si vedono, alla destra strada, le abitazioni della frazione Bau Sa Mela (altezza metri 390, distanza in linea d’aria circa 6.19 chilometri sul livello del mare, abitanti 67). Il parco di Funtana Is ArinusDi fronte al Municipio di Nurallao prendiamo la via Roma, che esce dall’abitato verso est, e poi si dirige a nord est verso il parco di Funtana Is Arinus. Percorsi due chilometri e duecento metri, appena passata la linea ferroviaria, evitiamo si svoltare a sinistra sulla strada per la frazione Bau Sa Mela, e proseguiamo dritti per altri tre chilometri, fino a raggiungere l’area attrezzata per pic-nic del Parco di Funtana Is Arinus. Il parco offre ai visitatori boschi di querce, lecci e rigogliosa macchia mediterranea. In mezzo alla fitta vegetazione risuona lo scrosciare di corsi d’acqua, e una serie di cascate costituite sul rio Sarcidano da vari salti d’acqua di varie altezze con il principale di oltre 20 metri, particolarmente suggestive soprattutto nel periodo invernale. I resti della chiesa campestre di Santa Lucia e dell’insediamento romano di CanneduGuardando il Municipio di Nurallao, prendiamo alla sua destra la via San Sebastiano, e poi, subito a destra in discesa, la stretta via Sardegna che, dopo quasi treecento metri, incrocia la via Circonvallazione. Superiamo l’incrocio, e proseguiamo sulla stada Vicinale Cubadda per un chilometro e trecento metri, fino a vedere, alla sinistra della strada, i cancelli di un insediamento agricolo. Passati i cancelli, si segue un sentiero che, sulla sinistra, porta ai pochi ruderi della chiesa campestre di Santa Lucia mentre proseguendo dritti, porta a un’altura sulla quale sono stati rinvenuti i resti dell’Insediamento romano di Cannedu dove sono state trovate alcune strutture facenti parte di Terme romane di Età imperiale, utilizzate tra il primo ed il terzo secolo dopo Cristo. Le tre tombe romane di AravorasPer quanto riguarda gli insediamenti romani, nel marzo 2000, in località Aravoras, durante dei lavori agricoli, sono state portate alla luce Tre tombe dell’epoca imperiale che sono state indagate dall’archeologo Mario Sanges. Nella prima, è stata individuata una sepoltura ad Enchytrismòs con il corredo, si tratta di una sepoltura che veniva praticato per inumare i bambini e consisteva nel deporre il corpo all’interno di un vaso in terracotta con il corpo in posizione rannicchiata. La seconda è una tomba a Poliandro, ossia un sepolcro in cui si trovano i resti di più persone, realizzata con una cista litica ricoperta da un lastrone di arenaria, ed all’interno è stato rinvenuto un inumato adagiato bocconi e con le gambe ripiegate al di sopra della schiena, con un corredo costituito da piatti, brocche, lucerne e monete, tra cui una dell’età di Marco Aurelio. Poco dopo risultano deposti nella tomba i resti di circa 15 individui, riesumati e collocati in deposizione secondaria, unitamente ai corredi, tanto da colmare lo spazio a disposizione. La terza, simile alla seconda, ha restituito un inumato in giacitura primaria su un letto di lastrine di calcare, ed è stata riutilizzata come deposizione secondaria per un gran numero di defunti. I materiali dei corredi rinvenuti, che erano stati portati in un deposito ad Orrolì, sono stati riportati a Nurallao nel 2016. I resti del nuraghe Pardu o Pard ’e PiraPrendiamo dal centro di Nurallao, verso sud, la via Aldo Moro, ed usciamo dall’abitato con la SS128 Centrale Sarda, dalla quale prendiamo verso destra, ossia verso ovest, la SS197 di San Gavino e del Flumini, che si dirige in direzione del vicino paese di Nuragus. Percorso circa un chilometro, vediamo, alla destra della Strada Statale, un cancello, passato il quale si può prendere una strada bianca che, in duecentocinquanta metri ci porta a vedere, sulla destra, all’interno di un appezzamento privato, i pochi resti del Nuraghe Pardu che viene chiamato anche Nuraghe Pard ’e Pira. Si tratta di un nuraghe semplice, un nuraghe monotorre, che è stato edificato in pietra calcarea a 359 metri di altezza. I resti della Tomba di giganti di AioddaDal centro di Nurallao prendiamo verso sud la via Aldo Moro, ed usciamo dall’abitato con la SS128 Centrale Sarda, dalla quale prendiamo verso destra, ossia verso ovest, la SS197 di San Gavino e del Flumini, che, lasciando sulla destra l’area Industriale ed Artigianale di Nurallao, si dirige in direzione del vicino paese di Nuragus. A quattrocento metri da Nurallao, seguendo le indicazioni prendiamo verso sinistra in direzione sud la Strada Vicinale Sant’Elia che, dopo un chilometro ed ottocecento metri, sbocca sulla trasversale che è la strada per la Tomba di giganti proveniente dal centro di Nuragus. Dal punto dove arriva la Strada Vicinale Sant’Elia, seguita per poco più di un centinaio di metri la strada per la Tomba di giganti proveniente dal centro di Nuragus, passati sotto la linea ferroviaria, risaliamo a sinistra la collina per circa trecento metri, e troviamo la Tomba di giganti di Aiodda il monumento più importante del territorio, una delle più grandi del Mediterraneo, edificata a 444 metri di altezza sulla parte occidentale dell’altopiano calcareo di Pranu Is Ciaexìus. Scoperta nel corso di lavori agricoli e gravemente danneggiata dalle ruspe, è stata oggetto di un successivo intervento di scavo archeologico nel 1979. Si trova nel terreno di un proprietario privato di Nurallao, nella località Aiodda, che è per l’ottanta per cento in agro del comune di Nuragus e per il venti per cento in quello di Nurallao. La tomba si trova su un piano infossato, e si presenta incassata nel declivio di una collina rivolta vrso est. La pianta del monumento è costituita da una camera a sezione trasversale ogivale, delimitata all’esterno dai resti del tumulo che la ricopriva. Il prospetto anteriore, edificato in una fase successiva, rispecchia quello classico delle Tombe di giganti, con l’esedra formata da lastroni infissi nel terreno, che, nella sua parte centrale, presenta ancora i resti di una stele centinata spezzata, della quale rimane la parte basale in cui si apre il portello di ingresso alla camera funeraria. L’esedra e l’ingresso al corridoio sepolcrale ricavato in una stele frammentata e riutilizzata. L’eccezionalità del monumento sepolcrale è dato dalla presenza, sia nel corpo murario che nell’immediato intorno, di numerose statue menhir, intere e in frammenti, chiaro segno di riuso. Per la sua realizzazione sono state, infatti, riutilizzate numerose statue menhir di epoca precedente, con stele figurate, che ripropongono i motivi simbolici delle statue del Sarcidano, nelle quali sono presenti i capovolti a candelabro, ed i pugnali a lame triangolari, doppi o semplici. Alcune di queste stele menhir sono ancora posizionate nei paramenti murari della tomba megalitica, altre si trovano per terra, nei pressi del monumento, mentre la maggior parte sono ora esposte al Museo nazionale Giovanni Antonio Sanna di Sassari. Scavi archeologici effettuati nel 1979 hanno restituito corredi funerari riferibili agli inizi dell’Età del Bronzo. All’interno della tomba sono stati rinvenuti gli scheletri di circa venti corpi, oltre a frammenti ceramici, ed una quantità rilevante di spilloni a Losanga in rame e bronzo, reperti di notevole valore, in una zona celebre per i suoi depositi di bronzo, essenziali per la comprensione della metallotecnica nuragica. La chiesa campestre della Madonna della StradaPrendiamo dal centro di Nurallao, verso sud, la via Aldo Moro, e, dove parte verso destra la SS197 di San Gavino e del Flumini, che si dirige in direzione del vicino paese di Nuragus, prendiamo verso sinistra la SS128 Centrale Sarda, che si dirige in direzione di Isili. Percorso un chilometro e seicento metri, subito dopo il cartello segnaletico che indica il chilometro 54, vediamo, alla destra della strada, la chiesa campestre della Madonna della Strada patrona degli autisti, che è stata edificata negli anni settanta del novecento in un bel boschetto a pochi chilometri da Nurallao, progettata dall’ingegnere Paolo Onnis e costruita grazie al contributo dell’intera popolazione nurallaese. La chiesa, a cui si accede tramite un’ampia scalinata, è caratterizzata da un massiccio corpo centrale di forma ottagonale a cui sono collegati il presbiterio e due cappelle laterali. La facciata in pietra accoglie un bel portone ligneo sovrastato da un atrio coperto e sostenuto da pilastri in mattoncini in cotto. Al di sopra, il prospetto è alleggerito da un’apertura vetrata a forma di croce affiancata da piccole finestrelle rettangolari. Al centro della cupola ottagonale con copertura in tegole, è stata collocata una statua della Madonna. Ogni anno, il 12 agosto, si svolge la Festa della Madonna della Strada, Festa degli autisti, iniziata nel 1972 grazie alla costante e numerosa presenza di diversi autisti ed autotrasportatori, dove la vigilia è la meta finale di un pellegrinaggio che parte dalla chiesa parrocchiale di Murallao, accompagnato da decine di camion festanti, ed in uno di questi viene caricato il simulacro della Madonna, con la messa sul sagrato della chiesa campestre. Si svolgono anche numerose manifestazioni civili che accompagnano la festa. La prossima tappa del nostro viaggioNella prossima tappa del nostro viaggio, da Nurallao ci recheremo a Nuragus che visiteremo con il suo centro ed i dintorni con i Nuraghi Santu Millanu e Valenza e con il pozzo sacro di Coni nel quale è stata rinvenuta la statuetta nota come la Matriarca in preghiera. |