Sagama con la chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo ed i numeroso siti archeologici nei dintorni
In questa tappa del nostro viaggio, da Tinnura ci recheremo a Sagama che visiteremo con il suo centro dove si trova la chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo e con i suoi dintorni nei quali si trovano numerosi siti archeologici. La regione storica della PlanargiaLa Planargia è una piccola regione sulla costa occidentale della Sardegna. Si tratta di un vasto e fertile altopiano vulcanico che si estende dal Marghine fino al mare, fra i territori di Villanova a nord ed il Montiferru a sud, attraversato dalla valle del fiume Temo. Il nome deriva dall’andamento pianeggiante della sua conformazione geografica. La Planargia si trova interamente in Provincia di Oristano ed i comuni che ne fanno parte sono Bosa, Flussio, Magomadas, Modolo, Montresta, Sagama, Sindia, Suni, Tinnura e Tresnuraghes. regione fortunata per la sua posizione geografica e per il clima mite tutto l’anno, la Planargia occupa un posto rilevante nella produzione vitivinicola della Sardegna, grazie soprattutto alla malvasia di Bosa. La Planargia si sviluppava interamente nella Provincia di Nuoro, ma, dopo la nascita della nuove province della Sardegna, tutta la sua zona costiera è stata portata all’interno della Provincia di Oristano. In viaggio verso SagamaDalla via Nazionale di Tinnura prendiamo a destra la via della Stazione che ci porta alla Stazione ferroviaria, la quale, passata la linea ferroviria, esce dall’abitato in direzione sud est con il nome di SP34, la seguiamo per un paio di chilometri ed entriamo all’interno dell’abitato di Sagama. Dal Municipio di Tinnura a quello di Sagama si percorrono 3.2 chilometri. Una deviazione al piccolo comune chiamato SagamaQuello di Sagama (nome in lingua sarda Sàgama, altezza metri 333 sul livello del mare, abitanti 191 al 31 dicembre 2021) è un piccolo comune che sorgesu una collina calcarea nella fertile vallata denominata Badde ’e Sagama, in una felice posizione strategica, al confine tra la Planargia e la zona vulcanica del Montiferru. Si tratta di una piccola comunità collinare con un’economia basata sulle tradizionali attività agricole e zootecniche. Nei dintorni del paese sono presenti numerosi Nuraghi, mentre probabilmente nell’area dove attualmente insiste la chiesa seicentesca intitolata all’Arcangelo Gabriele vi era un preesistente Santuario pagano. Il territorio Comunale presenta un profilo geometrico ondulato, con variazioni altimetriche non molto accentuate, che vanno da un minimo di 300 a un massimo di 466 metri sul livello del mare. Origine del nomeIl suo nome, che è attestato dal 1341 nell’attuale forma, è di probabile origine protosarda. Alcuni studiosi ritengono che la denominazione derivi dal nome locale Sagana, a sua volta derivato dal termine latino Sagam che indica la strega. Secondo altri, invece, essa proviene dal fenicio Agam che indica un acquitrino o una palude, con riferimento alla locale abbondanza di acqua. La sua economiaIl quadro economico non è dei più floridi a causa dell’impronta prettamente rurale della zona. Il settore primario è presente con la coltivazione di ortaggi, foraggi, vite e ulivi e con l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini ed equini. L’industria è del tutto inesistente. Modesta è anche la presenza del terziario. Sebbene non figuri tra le mete di particolare richiamo turistico, offre possibilità a quanti vi si rechino di effettuare escursioni all’insegna della tranquillità, delle bellezze e dell’aria salubre del suo ambiente naturale. Di particolare attrazione sono i vicini rii Crabalza e Mannu e gli interessanti siti archeologici dei Nuraghi Pascialzos, Serrese, Nuracale e della tomba dei giganti su Crasti Inscrittu. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. Brevi cenni storiciIl paese di Sagama sorge in epoca preistorica nella fertile vallata denominata Badde ’e Sagama, in una felice posizione strategica, su un gradino calcareo dove viene edificato il nuraghe Muristene, mentre probabilmente nell’area dove attualmente insiste la chiesa seicentesca intitolata all’Arcangelo Gabriele vi era un preesistente Santuario pagano. In epoca fenicia, punica e romana il villaggio viene dotato di mura, ancora parzialmente visibili nei lati sud e nord. In epoca medioevale fa parte con il paese poi scomparso di Nuraki Triganu a circa due chilometri e mezzo ad est nei pressi dell’attuale chiesa campestre di Santu Micheli, che si trova nella curatoria della Planargia nel Giudicato del Logudoro. Successivamente passa sotto il governo dei feudatari Malaspina e, ancora più tardi, sotto quello dei Giudici d’Arborea. Intorno al 1420 passa sotto il dominio aragonese nel regno di Sardegna e diviene un feudo, concesso nel 1430 a Guglielmo Raimondo de Moncada, poi confiscata dalla Corona, che la cede nel 1468 alla famiglia Villamarì. Nel 1469 il feudo viene concesso al cagliaritano Antonio Brondo, a cui viene confiscato nel 1670. Nel 1698 appartiene alla famiglia Olives e infine nel 1756 da Antonio Paliacio, i cui discendenti assumono i titoli di marchese della Planargia ed i primogeniti di conti di Sindia, Marchesato che viene incorporato nel diciottesimo secolo dai Savoia, che confermano il possesso dei Paliacio. L’editto delle chiudende del 1820 non viene recepito subito a Sagama, ragion per cui gli ecclesiastici riescono ad impossessarsi della preziosa terra della Badd ’e Sagama, mentre nell’altipiano di Santu Mikeli e Triganinu dove il terreno viene pascolato l’operazione non è resa possibile dalla resistenza dei pastori sagamesi, sindiesi e sunesi. Viene riscattato agli ultimi feudatari nel 1839 con la soppressione del sistema feudale e diviene un comune autonomo. Nel 1927 il comune di Sagama viene trasferito dalla Provincia di Cagliari, alla quale precedentemente apparteneva, alla neonata Provincia di Nuoro. Il comune di Sagama nel 1928 viene soppresso e accorpato con Tinnura e Flussio nel Municipio di Suni, fino al 1946 quando Umberto di Savoia con decreto luogotenenziale nel 1946 le restituisce l’autonomia amministrativa. Successivamente nel 2003, con la riorganizzazione delle province della Sardegna, viene trasferito dalla Provincia di Nuoro in quella di Oristano.Nel 2010 con delibera di Consiglio Comunale ha deliberato il proprio toponimo in lingua sarda nella forma Sàgama. Le principali feste e sagre che si svolgono a SagamaTra le principali feste e sagre che si svolgono a Sagama vanno citate, Il 16 e 17 gennaio la Festa di Sant’Antonio Abate; il 19 e 20 gennaio la Festa di San Sebastiano; il 24 marzo la Festa patronale di San Gabriele Arcangelo; l’8 maggio la Festa della Madonna del Carmelo. Visita del centro di SagamaL’abitato, interessato da espansione edilizia, è circondato da vaste distese di vigneti, ed il suo andamento altimetrico è quello tipico delle localtà collinari. Arriviamo a Sagama provenendo con la SP34 da Tinnura che, dopo aver passato il cartello segnaletico che indica l’ingresso all’interno dell’abitato, assume il nome di corso Vittorio Emanuele III. La chiesa parrocchiale di San Gabriele ArcangeloPercorsi trecento metri lungo il corso Vittorio Emanuele III, dove a sinistra parte la salita del Carmine, alla destra si apre la piazza della Parrocchia, antistante la chiesa parrocchiale di San Gabriele Arcangelo ossia De S’Anghelu, una delle più belle Chiese di tutta la Planargia. La fabbrica della chiesa ha inizio nel 1606 con contratto stipulato fra il rettore Anjoi e tre Picapedrers sassaresi che si impegnano a costruirla secondo il modello della chiesa di San Giacomo di Sassari. La splendida facciata in pietra tufacea a vista è impostata su tre ordini scanditi da cornicioni, cui si somma un timpano curvilineo che si fonde in un’unica linea con le ali sottostanti. Il prospetto è rinserrato entro paraste laterali terminate da acroteri piramidali. Vi è affiancata sul lato sinistro una tozza torre campanaria, su tre livelli, con cornicioni marcapiano e coronamento a merli attorno a un cupolino A cipolla con nervature dentate, aggiunto in epoca successiva. L’interno si presenta con una sola navata voltata a botte, con sottarchi a tutto sesto e quattro cappelle laterali che sostengono le spinte dell’ampia volta, assieme con i poderosi contrafforti addossati alle pareti esterne, secondo esempi diffusissimi in area sassarese. Il presbiterio si presenta leggermente più stretto e ribassato rispetto all’altezza dell’aula. Custodisce la statua di San Gabriele, simulacro ligneo di preziosa fattura, quadri di Scuola settecentesca tra i quali un dipinto raffigurante la Natività di un pittore anonimo e la Pietà del greco Elias Commeno, altari lignei, un pulpito del diciassettesimo secolo e diversi arredi sacri. Intorno alla chiesa era presente un vasto recinto che delimitava l’area sacra, con un arco. Il recinto e l’arco furono demoliti intorno al novecento per far attraversare il paese dalla Strada reale che è poi diventato il corso Vittorio Emanuele III. Mèta di pellegrinaggio da tutta l’Isola, nella chiesa parrocchiale furano sepolti per diversi secoli i cittadini di Sagama. Ogni anno a Sagama, presso questa chiesa, il 24 marzo si svolge la Festa patronale di San Gabriele Arcangelo, con la processione, cerimonie religiose, e diverse manifestazioni civili. Il Municipio di SagamaPassata la piazza della Parrocchia antistante la chiesa parrocchiale di San Gabriele Arcangelo, proseguiamo verso est per centotrenta metri lungo il corso Vittorio Emanuele III e vediamo, alla destra della strada, al civico numero 83, il palazzo Civico che ospita il Municipio di Sagama, con la sua sede e gli uffici che forniscono i loro servizi agli abitanti del paese. Si tratta degli Uffici Amministrativi, con il Protocollo, gli Affari Generali, i servizi Demografici; l’Ufficio Demografico con i Servizi Ragioneria, e Tributi; l’Ufficio Tecnico, con i servizi di Urbanistica, lavori Pubblici, lo Sportello Unico per le Attività produttive; l’Ufficio Servizi Sociali con Assistenza Sociale, lo Sport, e la Cultura. Dove oggi è ubicato il Municipio, fino alla seconda metà dell’ottocento sorgeva la chiesa di San Baslio ossia di Santu ’Asile, che è andata perduta, come è andata perduta anche la chiesa di San Giorgio ossia di Santu Giorgi, la quale oggi è attestata solamente dalla toponomastica. Il piazza del Carmine si affaccia la chiesa della Nostra Signora del CarmeloDi fronte alla piazza della Parrocchia parte la salita del Carmine che, dopo una diecina di metri, si immette sulla via Umberto I. La prendiamo verso destra ossia in direzione est e, dopo una cinquantina di metri, svoltiamo a sinistra in via Eleonora d’Arborea la quale parte verso nord, poi svolta a destra e, dopo una ventina di metri, ci porta nella piazza del Carmine, sulla quale, alla sinistra, al civico numero 6A, si affaccia la medioevale chiesa della Nostra Signora del Carmelo ossia De su Carmene, edificata nel quattordicesimo secolo, con degli interessanti dettagli nella facciata. Presso questa chiesa ogni anno l’8 maggio si tiene la Festa dedicata alla Madonna del Carmelo con cerimonie religiose e manifestazioni civili, come esibizioni di cantanti e ballerini folk. Il Museo Civico Pedru SerraPassata la piazza del Carmine, la prosecuzione della via Eleonora d’Arborea è la via Regina Elena, che si dirige verso est. L’ingresso del la seguiamo per centoventi metri ed arriviamo a vedere alla sinistra della strada, al civico numero 27, l’ingresso del Museo Civico intitolato a Pedru Serra, il religioso nato a Barcellona ed elevato al rango di pseudo cardinale dall’antipapa Benedetto XIII nel concistoro del 22 settembre 1397. Il Museo è lo scrigno che custodisce la storia incredibile di quello che oggi appare essere poco più di un villaggio, e raccoglie una serie di importanti reperti legati alla cultura religiosa di quello che è stato un piccolo quanto un tempo importante centro della zona, con l’obiettivo di aumentare il flusso turistico culturale e religioso. La chiesa della Santa CrocePartiti dalla piazza del Carmine, passato il Museo Civico Pedru Serra, proseguiamo lungo la via Regina Elena per una sessantina di metri e vediamo, alla destra della strada, la facciata della chiesa della Santa Croce detta Di Santa Rughe. Questa chiesa, che è stata edificata nel sedicesimo secolo, si trova a breve distanza dalla chiesa di Nostra Signora del Carmelo, ed è posizionata proprio accanto alla torre piezometrica del deposito dell’acqua, il quale sembra quasi a fargli da campanile. Ogni anno a sagama il 16 e 17 gennaio si tiene la Festa di Sant’Antonio Abate, detta di Sant’Antonio de su Fogu, con l’accensione di un imponente falò nel piazzale che si trova davanti alla chiesa della Santa Croce. Gli impianti sportivi comunaliRitornati alla piazza della Parrocchia antistante la chiesa parrocchiale di San Gabriele Arcangelo, prendiamo il corso Vittorio Emanuele III verso il Municipio costegggiando il fianco sinistro della chiesa parrocchiale di San Gabriele Arcangelo, poi svoltiamo a destra in via Giuseppe Garibaldi che passa sul retro della chiesa parrocchiale, dopo una cinquantina di metri svoltiamo a destra prendendo la Circonvallazione sud. Seguita per centotrenta metri, si vede alla sinistra il cancello che porta all’interno degli impianti sportivi comunali di Sagama. Un altro ingresso è presente sulla parallela alla Circonvallazione sud che si prende lungo la via Giuseppe Garibaldi una cinquantina di metri più avanti. Allinterno di questo complesso sportivo è presnte un Campo da Calcio, con fondo in terra battuta, che non è dotato di tribume per il pubblico; ed un Campo polivalente, con fondo in erba sintetica, anch’esso non dotato di tribune, nel quale praticare come discipline calcio, calcetto ossia calcio a cinque, e tennis. Il Cimitero Comunale di SagamaRitornati alla piazza della Parrocchia antistante la chiesa parrocchiale di San Gabriele Arcangelo, prendiamo il corso Vittorio Emanuele III verso est, dopo centotrenta metri vediamo alla destra della strada il Municipio, lo passiamo e proseguiamo per altri trecentocinquanta metri fino a che questa strada esce dall’abitato. Continuiamo a seguirla per altri duecento metri fuori dall’abitato ed arriviamo al Cimitero Comunale di Sagama, per entrare nel quale si svolta a sinistra e, dopo una cinquantina di metri, si vede alla destra della strada in cancello di ingresso al Cimitero. Visita dei dintorni di SagamaA breve distanza e posti a corona del primo nucleo di Sagama, vengono edificati in posizione strategica difensiva numerosi Nuraghi. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Sagama, sono stati portati alla luce i resti della Tomba di giganti su Crastu Covaccada da non confondere con quella omonima che sorge in territorio di Flussio, e della Tomba di giganti Triganino; dei Protonuraghi Funtanedda che si trova vicino all’abitato ad ovest, Mulineddu II, Pascialzos a sud est rispetto all’abitato; dei Nuraghi semplici Mulineddu I vicino all’abitato a nord ovest, Muristene quasi all’interno dell’abitato, e Nuratolu a sud ovest rispetto all’abitato poco più a nord rispetto al nuraghe Giannas di Flussio; ed inoltre di tombe romane e ritrovamenti vari in località Murenda.Vediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. I resti del Protonuraghe FuntaneddaArrivando a Sagama provenendo con la SP34 da Tinnura, circa trecento metri prima del cartello segnaletico che indica l’ingresso all’interno dell’abitato, si vedono sopra l’altura alla sinistra della strada i resti del Protonuraghe Funtanedda, edificato in materiale indeterminato a 321 metri di altezza su uno sperone basaltico accessibile solo da un lato, ad ovest dell’abitato di Sagama. Si tratta di un nuraghe a corridoio di forma ellittica troncata sui lati corti, o poligonale con prospetto rettilineo e leggermente convesso a nord ovest dove si apre l’ingresso. Al centro della parete maggiore si apre l’ingresso principale con luce rettangolare e architrave. Entrando si trova un corridoio rettilineo che divide il nuraghe in due parti. Nella parte destra del primo tratto si aprono due nicchie affiancate, la prima interamente crollata, la seconda accessibile da una porta rettangolare sormontata da un architrave. Dopo sei metri di percorso, il corridoio mostra un’apertura nella parte sinistra non agibile a causa del crollo, e piega verso destra ad arco sino all’ingresso secondario. I resti del nuraghe semplice MuristeneDi fronte alla piazza della Parrocchia parte la salita del Carmine che, dopo una diecina di metri, si immette sulla via Umberto I. La prendiamo questa volta verso sinistra ossia in direzione ovest e la seguiamo fino al termine, dove si vedono su un’altrura a breve distanza i resti del Nuraghe Muristene, che è situato quasi all’interno dell’abitato di Sagama. Il monumento, posto in prossimità della parrocchiale, è un monotorre costruito in basalto a 324 metri di altezza, con scala, nicchia d’andito e camera centrale marginata da tre nicchie disposte a croce. La torre è a pianta circolare. L’ingresso volto a sud est, di luce trapezoidale, è sormontato da un architrave. Il corridoio tende ad allargarsi verso il centro in corrispondenza dell’apertura della scala e della nicchia, per poi restringersi ancora verso l’ingresso alla camera. Nella spalliera destra dell’andito si apre una nicchia a pianta trapezoidale alla quale si accede per una porta a luce trapezia con architrave; nella parete sinistra, invece, la porta del vano scala, ora interamente ostruita dal crollo. L’accesso alla camera centrale avviene attraverso una porta trapezoidale con architrave. La camera presenta forma lievemente ellittica e sezione ogivale. Il profilo della camera è segnato da tre nicchie disposte a croce. I resti del nuraghe semplice Mulineddu IRitornati al Municipio, lo passiamo e proseguiamo lungo il corso Vittorio Emanuele III per centosettanta metri, poi svoltiamo a sinistra in via Antonio Gramsci che dopo trecento metri diventa la Circonvallazione nord, lungo la quale si vedono, alla sinistra della strada, sopra un’altura i resti del Nuraghe semplice Mulineddu I. Si tratta di un nuraghe monotorre con nicchia d’andito e camera marginata da una nicchia, edificato in materiale indeterminato a 348 metri di altezza. Il monumento è situato a meno di quattrocento metri a nord est dall’abitato di Sagama, in prossimità della sponda meridionale del rio Ralzu. La torre a pianta circolare è costruita con blocchi di grandi dimensioni, appena sbozzati e disposti a filari orizzontali non sempre regolari. L’ingresso volto a sud est ha luce rettangolare ed è delimitato in alto da un architrave. Il corridoio retrostante tende ad allargarsi nel tratto mediano per poi restringersi verso l’ingresso alla camera. Nella parete destra dell’andito si apre una nicchia a pianta poligonale. Attraverso una porta trapezoidale si entra nella camera del nuraghe di pianta circolare. alla sinistra di chi entra si apre l’unica nicchia che articola il vano. I resti del Protonuraghe Mulineddu IIA nord est di Sagama, in prossimità della sponda settentrionale del rio Ralzu, oltre il corso d’acqua, a circa centosessanta metri di distanza a nord ovest dl nuraghe Mulineddu I, sorge il Protonuraghe Mulineddu II, a un centinaio di metri dalla Tomba di giganti di su Crastu Covaccadu. Si tratta di un nuraghe a corridoio di forma ellitica con un lato rettilineo, edificato in materiale indeterminato a 351 metri di altezza. Dall’entrata si può percorrere il corridoio per circa quattro metri, il resto è bloccato dai crolli. La costruzione presenta due ingressi raccordati da un corridoio che si sviluppa ortogonalmente all’asse maggiore della struttura. Gli ingressi presentano luce quadrangolare sormontati da un architrave. Il corridoio che tagliava la costruzione si individua con difficoltà ed è agibile soltanto per circa quattro all’estremità orientale, ove conserva un lastrone della copertura piattabandata. La chiesa campestre di San Michele ArcangeloRitornati al Municipio, lo passiamo e proseguiamo lungo il corso Vittorio Emanuele III per centosettanta metri, poi svoltiamo a sinistra in via Antonio Gramsci che dopo trecento metri diventa la Circonvallazione nord, dopo duecentocinquanta metri arriviamo a un bivio dove prendiamo a destra la strada che, in due chilometri, porta al parco di San Michele Arcangelo, all’interno del quale è presente la chiesa campestre di San Michele, che era caduta in rovina e ridotta allo stato di rudere, ed è stata invece ricostruita negli anni ottanta del novecento. Probabilmente era la chiesa del villaggio abbandonato di nuraghe Triganu e per questi viene solitamente indicata come Sam Michele di Triganu. La prossima tappa del nostro viaggioNella prossima tappa del nostro viaggio, da Tinnura ci recheremo a Suni che visiteremo con il suo centro ed i dintorni dove si trovano la necropoli di Chirisconis, il Protonuraghe Seneghe ed il nuraghe Nuraddeo. |