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San Teodoro visita della città, delle spiagge della sua costiera, del suo stagno e dei suoi dintorni


In questa tappa del nostro viaggio, andremo a visitare San Teodoro con il suo stagno, la sua costiera e le sue spiagge, che apparteneva storicamente alla Provincia di Nuoro, ma è stata successivamente inserita nella Provincia di Sassari, rappresentando con i suoi insediamenti turistici una logica prosecuzione delle località descritte nella tappa che descrive la costiera di Loiri Porto San Paolo.

La Regione storica della Gallura

La Regione storica della GalluraLa Regione storica della Gallura (nome in gallurese Gaddùra, in lingua sarda Caddùra) occupa l’estremità nord orientale dell’Isola, delimitata a sud dal massiccio granitico del Monte limbara, a sud ovest dal corso inferiore del fiume Coghinas, a sud est dal monte Nieddu nei comuni di San Teodoro e Budoni. È stata, nell’alto periodo medioevale, uno dei quattro giudicali sardi. Principale risorsa economica di questa Regione è il turismo, sviluppatosi a seguito della realizzazione del famoso insediamento turistico dell’area del Consorzio Costa Smeralda, oltre all’industria del sughero e del granito, nelle quali ha raggiunto primati a livello internazionale. I comuni che ne fanno parte sono Aggius, Aglientu, Arzachena, Badesi, Bortigiadas, Calangianus, Golfo Aranci, la Maddalena, Loiri Porto San Paolo, Luogosanto, Luras, Olbia, Palau, Sant’Antonio di Gallura, Santa Teresa Gallura, San Teodoro, Telti, Tempio Pausania, Trinità d’Agultu e Vignola, Viddalba. In Gallura si parla il Gallurese, che è di ceppo toscano ed ha forti analogie con il còrso, è infatti molto simile al dialetto parlato nel distrello di Sarlene nel sud della Corsica, ma conserva alcuni influssi derivanti dal logudorese, che era parlato nel territorio antecedentemente, durante il periodo giudicale.

Località e spiagge a nord di San Teodoro fino a capo di Coda Cavallo

Proseguendo lungo la costa dall’area Comunale di Loiri Porto San Paolo verso sud, lungo la SS125 Orientale Sarda, entriamo nel comune di San Teodoro.

Tre VeleNel 2017 Legambiente attore protagonista dell’ambientalismo italiano, con le rilevazioni effettuate dalla sua Goletta Verde, e con la collaborazione del Touring Club Italiano, ha assegnato il riconoscimento di 3 Vele al comprensorio del Golfo di Olbia, della costa nord orientale dell’isola e dell’area Marina Protetta dell’isola Tavolara. I parametri considerati per l’assegnazione delle vele sono la qualità delle acque di balneazione, efficacia della raccolta differenziata dei rifiuti, la gestione delle risorse idriche, la presenza di aree pedonali, efficienza dei servizi, la valorizzazione del paesaggio e delle produzioni locali.

Al confine con il comune di Loiri Porto San Paolo da Vaccileddi raggiungiamo la frazione Aldia Bianca

Nella tappa che descrive Loiri Porto San Paolo, visitando la sua costiera, dal chilometro 299 della SS125 Orientale Sarda, dove avevamo incontrato la frazione Loiri denominata Vaccileddi, avevamo preso sulla sinistra la strada verso il mare, e, dopo un chilometro e settecento metri, eravamo arrivati alla località Punta pietra Bianca. Proseguendo sulla strada che costeggia il promontorio, superata la punta ed iniziata la discesa lungo la costa orientale del promontorio, arriviamo alla frazione San Teodoro chiamata villaggio della frazione Aldia Bianca ossia la Guardia Bianca (altezza metri 75, distanza 11.9 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti), che si posiziona al confine con il vicino comune di Loiri Porto San Paolo.

La frazione denominata monte Petrosu

San Teodoro-Monte Petrosu: alba sulla frazione monte PetrosuDalla frazione Loiri Porto San Paolo denominata Vaccileddi, proseguiamo per un chilometro e quattrocento metri sulla SS125 Orientale Sarda, poi deviamo a sinistra prendendo la via Cala Girgolu ed entriamo nella frazione Monte Petrosu (nome in lingua sarda Montipitrosu, altezza metri 50, distanza 9.4 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 184), della quale alcune abitazioni si trovano in territorio di Loiri Porto San Paolo, ma che per la massima parte appartiene al territorio di San Teodoro, dal quale dista circa poco più di nove chilometri.

San Teodoro-Monte Petrosu: chiesa di Sant’Andrea ApostoloDalla frazione si diramano panoramiche strade per la zona del monte Petrosu, un aspro promontorio dall’aspetto selvaggio alto 108 metri, con alcuni villaggi turistici. Presa la via Cala Girgolu, la seguiamo per trecentocinquanta metri all’interno della frazione, e troviamo alla destra della strada una piazza sulla quale si affaccia la chiesa di Sant’Andrea Apostolo. La prima o la seconda domenica di giugno, in località Montipitrosu, si svolge la Festa in onore di Sant’Andrea Apostolo e della Madonna del Rosario, ossia la Festa in onore dei patroni della frazione, che inizia la sera del sabato con i vespri, per proseguire la domenica con la processione, la messa, il pranzo collettivo ed uno spettacolo musicale.

Da monte Petro su ci portiamo alla frazione Lu Nibareddu

Dalla SS125 Orientale Sarda, presa a sinistra la via Cala Girgolu che ci ha fatto entrare nella frazione San Teodoro denominata Monte Petrosu, percorsi appena centosettanta metri, prendiamo sulla sinistra la via Lu Nibareddu, che, in circa settecento metri, ci porta alla frazione Lu Nibbareddu (altezza metri 60, distanza 10 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 10).

Da qui alla frazione Cala Girgolu con la sua spiaggia e con lo scoglio della Tartaruga

Dalla SS125 Orientale Sarda, presa a sinistra la via Cala Girgolu che ci ha fatto entrare nella frazione San Teodoro denominata Monte Petrosu, seguiamo questa strada in direzione nord est per due chilometri e quattrocento metri, ed arriviamo alla frazione Cala Girgolu (nome in lingua sarda Cala Ghjlgolu, altezza metri 4, distanza 11.4 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 3), che si trova alla base del lato occidentale del promontorio di Monte Petrosu, che termina a nord con la punta di Monte Petrosu, di fronte alla quale si trova la piccola Isola Cana.

San Teodoro: Cala Girgolu: l’insenatura San Teodoro: Cala Girgolu: scogliere San Teodoro: Cala Girgolu: scogliere San Teodoro: Cala Girgolu: scogliere verso Cala Girgolu

L’insenatura di Cala Girgolu, con le sue calette, tutte circondate da ginepri e dal rosa dei graniti, costituisce uno degli angoli più affascinanti della costa di San Teodoro. All’interno dell’insenatura si trova la spiaggia di Cala Girgolu, e, sul retro della spiaggia, a ridosso della cala, si estende il piccolo stagno di Ghilgolu, che è frequentato da aironi cinerini, cormorani, anatre e da altri uccelli.

San Teodoro: Cala Girgolu: la spiaggia di Cala GirgoluAll’interno dell’insenature di Cala Girgolu si trova la spiaggia di Cala Girgolu il cui arenile è costituito da un arco protetto da promontori, e nei dintorni del quale si trovano diverse belle scogliere ed anche pittoreschi graniti erosi dal mare. La spiaggia ha un fondale basso, ed è l’ideale per famiglie con bambini e giovani. Prendendo la sterrata sulla destra, poco prima del bivio per la spiaggia di Cala Girgolu, si possono raggiungere diverse splendide baie e piccole calette.

San Teodoro: Cala Girgolu: la spiaggia di Cala Girgolu San Teodoro: Cala Girgolu-mare di Cala Girgolu San Teodoro: Cala Girgolu-mare di Cala Girgolu San Teodoro: Cala Girgolu-mare di Cala Girgolu San Teodoro: Cala Girgolu-mare di Cala Girgolu San Teodoro: Cala Girgolu: veduta dell’isola Tavolara da Cala Girgolu San Teodoro: Cala Girgolu: veduta dell’isola Tavolara da Cala Girgolu

San Teodoro: Cala Girgolu: una cartolina che ci ricorda lo scoglio della Tartaruga In questo tratto di costa ricco di cale ed anfratti si affacciano sul mare numerose rocce di granito rosa, frutto dell’erosione del vento e della pioggia, che hanno regalato al territorio forme zoomorfe. Tra le piccole baie la più famosa è quella con lo Scoglio della Tartaruga decapitato nel 1993 da un gruppo di stupidi turisti milanesi che sono poi stati individuati. La testa della tartaruga è stata recuperata e lo scoglio è stato restaurato nel 1996, per essere poi decapitato di nuovo, questa volta irrimediabilmente, nel 1997. Non siamo neppure andati a vederla perché ci hanno assicurato essere ormai irriconoscibile, preferiamo ricordare la sua immagine riprodotta sulle cartoline. Oltre alla celebre TartarugA, in queste calette si trovano il Gallo di Gallura, detto anche l’Inquisitore, ed anche la Malinconia.

La frazione Punta Molara con la sua spiaggia

Dalla SS125 Orientale Sarda, presa a sinistra la via Cala Girgolu che ci ha fatto entrare nella frazione San Teodoro denominata Monte Petrosu, seguiamo questa strada in direzione nord est per seicento metri, poi prendiamo a destra la via di Lu Pitrali, e, dopo cendocinquanta metri, a sinistra la via Molara. La seguiamo per settecentocinquanta metri, poi la strada continua prendendo il nome di via Cala Ginepro, ed, in un chilometro, ci porta alla frazione San Teodoro denominata frazione Punta Molara (altezza metri 36, distanza 12 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti).

Seguendo la via Cala Ginepro verso est fino al mare, lasciamo la macchina e, proseguendo a piedi per centocinquanta metri sulla sinistra lungo la costa, arriviamo alla piccola spiaggia di Punta Molara. È una Cala sabbiosa, con l’arenile costituito da piccoli tratti di sabbia che si alternano a scogliere. La spiaggia è circondata da rocce e macchia mediterranea. Questa piccoLa Caletta sabbiosa è situata proprio di fronte all’isola Molara, e si apre su un panorama molto bello.

San Teodoro: il punta Molara: la spiaggia di Punta Molara San Teodoro: il punta Molara: la spiaggia di Punta Molara San Teodoro: il punta Molara: la spiaggia di Punta Molara

Proseguiamo verso capo di Coda Cavallo ed incontriamo la frazione lutturai

Riprendiamo la SS125 Orientale Sarda da dove avevamo preso a sinistra la via Cala Girgolu, che ci aveva fatti entrare nella frazione San Teodoro denominata Monte Petrosu, e la seguiamo verso sud est per circa un chilometro, passato il cartello indicatore del chilometro 297 svoltiamo leggermente a destra e prendiamo la deviazione che, prima, costeggia per un centinaio di metri la strada statale, poi svolta a destra, e, in circa un altro centinaio di metri, ci porta alla frazione lutturai (altezza metri 23, distanza 8 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 43).

La località denominata la Pipara e l’insenatura di Cala Ginepro con la sua spiaggia

Superata la deviazione per questa frazione, percorsi circa trecento metri, prendiamo sulla sinistra la strada per capo di Coda Cavallo. Percorsi circa due chilometri e duecento metri in direzione nord est, arriviamo a un bivio, dove svoltiamo leggermente a sinistra seguendo le indicazioni, e, in circa cinquecento metri, arriviamo nella frazione la Pipara (altezza metri 2, distanza 10.2 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 2), nella quale si trova il villaggio camping Calacavallo.

Dalla località La Pipara, proseguendo lungo la strada che ci ha portati ad essa e dirigendoci verso la costa, arriviamo a una bella insenatura indicata come Cala Ginepro che non è però la famosa Cala Ginepro nel comune di Orosei che visiteremo in una delle ultime tappe del nostro viaggio. All’interno dell’insenatura si trova la spiaggia di Cala Ginepro, e, sul retro della spiaggia, a ridosso della cala, si estende il piccolo stagno di Cala Ginepro, che è frequentato da numerosi uccelli.

San Teodoro: Cala Ginepro: veduta di Cala GineproQui troviamo la cosiddetta spiaggia di Cala Ginepro caratterizzata da sabbia grossa mischiata a sassolini granitici, dalle tonalità tendenti al giallo ocra e al dorato, con la presenza di scogli. È presente un piccolo molo di attracco per gommoni, e con diverse scogliere e baiette, sulle quali ci si può fermare per un bagno ristoratore. I fondali bassi ne fanno una meta ideale per le famiglie con bambini, che potranno giocare tranquilli sulla riva. Inoltre gli appassionati di immersioni subacquee e di snorkeling possono scoprire le incredibili bellezze di questo tratto di costa.

San Teodoro: Cala Ginepro: veduta di Cala Ginepro San Teodoro: Cala Ginepro: la spiaggia di Cala Ginepro San Teodoro: Cala Ginepro: la spiaggia di Cala Ginepro San Teodoro: Cala Ginepro: sulle rocce di Cala Ginepro

Proseguendo raggiungiamo la frazione Salina Bamba e la frazione denominata Cala Paradiso

Al bivio, circa cinquecento metri prima della frazione La Pipara, proseguiamo dritti verso destra, in direzione del capo di Coda Cavallo e, dopo un chilometro, arriviamo a un bivio nel quale è presente l’indicazione di Porto Coda Cavallo, dove, prendendo a destra la strada senza sbocco, arriveremo allo stagno di Salina Bamba, che vedremo più avanti. Proseguendo, invece, verso sinistra in direzione di Capo Coda Cavallo, dopo trecento metri troviamo, alla destra della strada, la frazione Salina Bamba ossia la Salina Sciapa (altezza metri 13, distanza 11 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 8), a sud della quale si trova appunto lo stagno con la salina omonima, che vedremo più avanti. Tra la frazione e la salina, alla destra della strada, si sviluppano diverse strutture turistiche, tra le quali il villaggio Porta Coda Cavallo con al suo interno l’Hotel Baja Bianca.

Nei pressi della frazione Salina Bamba, raggiungiamo, sulla sinistra della strada, la frazione Cala Paradiso (altezza metri 9, distanza 11.7 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti), nella quale si trovano strutture turistiche tra le quali il villaggio Cala Paradiso con il Residence omonimo.

Proseguendo arriviamo alla frazione Cala Suaraccia con la sua spiaggia

Proseguendo lungo la strada, a circa un chilometro e cento metri da Salina Bamba, prendiamo le indicazioni verso sinistra per il villaggio Le Farfalle, che si raggiounge dopo qualche centinaio di metri, e si trova nella frazione Cala Suaraccia (altezza metri 8, distanza 12.3 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 10), il cui nome sta ad indicare la Cala della Sugheraccia.

Seguendo la strada che ci ha portato alla frazione, a settecentocinquanta metri da Salina Bamba, si trova una deviazione, alla sinistra della strada, che ci porta alla spiaggia della Cala Suaraccia, che si trova in una baia deliziosa nella quale si trova anche un piccolo pontile di approdo dal quale salpano barconi che portano a visitare l’Area Marina di capo di Coda Cavallo.

San Teodoro: Cala Suaraccia: la spiaggia di Cala SuaracciaQui si trova la spiaggia di Cala Suaraccia un breve tratto di spiaggia dalla sabbia chiara molto fine, con sfumature tendenti al grigio. La caletta è immersa in una fitta vegetazione mediterranea di ginepri e lentischi, che offre zone d’ombra, e contrasta con il candore della sabbia e l’azzurro turchese delle limpidissime acque. Nel lato sinistro è presente un approdo per le barche e, nel vicino villaggio turistico, si ha la possibilità di frequentare una Scuola di sub.

Raggiungiamo infine la frazione capo di Coda Cavallo con la sua spiaggia

Infine, proseguendo sulla strada verso est, percorsi circa duecentocinquanta metri arriviamo a un bivio, dove, prendendo verso destra, arriviamo alla frazione Capo Coda Cavallo (altezza metri 43, distanza 14.1 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 8), una frazione San Teodoro nella quale si trova il Villaggio est di Capo Coda Cavallo.

Se al bivio prendiamo, invece, verso sinistra, seguendo le indicazioni per il parcheggio di capo di Coda Cavallo, incontriamo due spiaggette, in piccole baie tra le scogliere rosa, ai due lati della punta di lastra Ruia, la punta del promontorio che si trova ad est del Villaggio le Farfalle, e a nord del Villaggio est di Capo Coda Cavallo. Alla sinistra della punta si trova la spiaggia di lastra Ruia, e ad est la Spiaggetta di Punta lastra Ruia.

San Teodoro: Capo Coda Cavallo: la spiaggia di lastra RuiaLa spiaggia di lastra Ruia è una piccola spiaggia caratterizzata da sabbia di colore ambrato, con un arenile compatto e privo di posidonie spiaggiate. Il bellissimo mare trasparente ha dei colori cangianti tra il verde e l’azzurro, con un fondale a prevalenza sabbioso con la presenza di qualche scoglio alle due estremità della spiaggia. È letteralmente circondata dal verde degli arbusti, dei ginepri e della macchia mediterranea. Mai molto affollata, non sono presenti servizi direttamente sulla spiaggia, ma nelle vicinanze è presente un villaggio turistico.

La Spiaggetta di Punta lastra Ruia è una spiaggia caratterizzata da sabbia ambrata a grani medi, priva di posidonie spiaggiate e con un arenile piuttosto compatto. Il mare meraviglioso è caratterizzato da una policromia che abbraccia le sfumature del verde e dell’azzurro, con fondali bassi e sabbiosi. Si presenta letteralmente circondata dal verde della macchia mediterranea. Mai affollata nemmeno nel periodo di alta stagione, non sono presenti servizi direttamente sulla spiaggia.

San Teodoro: Capo Coda Cavallo: la spiaggetta di Punta lastra Ruia San Teodoro: Capo Coda Cavallo: la spiaggetta di Punta lastra Ruia San Teodoro: Capo Coda Cavallo: la spiaggetta di Punta lastra Ruia San Teodoro: Capo Coda Cavallo: la spiaggetta di Punta lastra Ruia

Alla fine della strada arriviamo alla sommità di Capo Coda Cavallo, e troviamo, sulla sinistra della strada, l’ampia Insenatura di Capo Coda Cavallo. Di fronte si trova l’Isola Proratora un grosso scoglio situato nei pressi di Capo Coda Cavallo dal quale dista circa duecento metri, che si estende per una lunghezza massima di trecentocinquanta metri ed i suoi roccioni granitici si elevano fino a un’altezza di ventisette metri.

San Teodoro: Capo Coda Cavallo: l’insenatura di capo di Coda Cavallo San Teodoro: Capo Coda Cavallo: l’insenatura di capo di Coda Cavallo San Teodoro: Capo Coda Cavallo: l’insenatura di capo di Coda Cavallo San Teodoro: Capo Coda Cavallo: l’insenatura di capo di Coda Cavallo San Teodoro: Capo Coda Cavallo: l’insenatura di capo di Coda Cavallo San Teodoro: Capo Coda Cavallo: l’insenatura di capo di Coda Cavallo San Teodoro: Capo Coda Cavallo: l’insenatura di capo di Coda Cavallo San Teodoro: Capo Coda Cavallo: l’insenatura di capo di Coda Cavallo

Nella insenatura si trovano le spiagge di Capo Coda Cavallo, dopo la Spiaggetta di Capo Coda Cavallo, la spiaggia di capo di Coda Cavallo, una lunga spiaggia attrezzata.

Qui si trovano le Spiagge di Coda Cavallo costituite da una spiaggetta, alla quale segue una lunghissima striscia di sabbia candida, con il litorale che si affaccia su un mare cristallino e molto trasparente. Sono presenti punti ristoro sulla spiaggia ed è possibile noleggiare attrezzature come ombrelloni, lettini, pedalò e canoe.

San Teodoro: Capo Coda Cavallo: la spiaggetta di capo di Coda Cavallo San Teodoro: Capo Coda Cavallo: la spiaggia di capo di Coda Cavallo San Teodoro: Capo Coda Cavallo: la spiaggia di capo di Coda Cavallo San Teodoro: Capo Coda Cavallo: la spiaggia di capo di Coda Cavallo San Teodoro: Capo Coda Cavallo: scogli a capo di Coda Cavallo San Teodoro: Capo Coda Cavallo-mare di capo di Coda Cavallo San Teodoro: Capo Coda Cavallo-mare di capo di Coda Cavallo

Sul lato sud del promontorio di Capo Coda Cavallo raggiungiamo la frazione Salinedda con le sue spiagge

Torniamo indietro, fino al bivio circa cinquecento metri prima di arrivare alla frazione La Pipara, dove proseguiamo dritti verso destra, in direzione del capo di Coda Cavallo e, dopo un chilometro, arriviamo a un bivio nel quale è presente l’indicazione di Porto Coda Cavallo. Questa volta prendiamo verso destra la strada senza sbocco, che ci porta a costeggiare il lato orientale del grande stagno di Salina Bamba, frequentato da interessanti specie avifaunistiche. Percorsi circa novecento metri, seguendo a tutti i bivi sempre le indicazioni per Porto Coda Cavallo, arriviamo alla spiaggia di Salina Manna.

San Teodoro-Salinedda: la spiaggia di Salina Manna davanti allo stagno di Salina BambaLa spiaggia di Salina Manna o di Salina Bamba chiamata anche spiaggia ovest di Baia Salinedda, si distende in uno dei tratti costieri più belli della Sardegna nord orientale, ed alle sue spalle si trova lo stagno di Salina Bamba, uno specchio d’acqua salata a cui si deve il nome della spiaggia. L’arenile è costituito da granelli di sabbia sottilissima lambita da un mare trasparente, le cui sfumature turchesi sono speculari alla distesa delle saline. La spiaggia guarda inoltre verso le isole di Tavolara e Molara. Nelle vicinanze della spiaggia sorgono diverse strutture ricettive.

Al bivio, presa invece la prosecuzione verso sinistra in direzione di Capo Coda Cavallo, dopo trecento metri arriviamo alla frazione Salina Bamba. Proseguiamo lungo questa strada che va verso est, dopo quattrocentocinquanta metri arriviamo a un bivio dove, invece di procedere dritti, troviamo la deviazione sulla destra, che, in circa trecentocinquanta metri, ci porta alla frazione Salinedda (altezza metri 22, distanza 11.8 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 4), nel quale si trovano diverse strutture turistiche tra le quali il Residence omonimo, e, davanti alla quale, si sviluppa un promontorio, ai due lati del quale si sviluppano le due spiagge di Baia Salinedda, sul lato occidentale la già descritta spiaggia di Salina Manna, e sul lato orientale la spiaggia della Baia Salinedda. Dalla frazione Salinedda, passato il residence, prendiamo la strada che porta verso sud e che, in settecentocinquanta metri, ci porta sul lato orientale del promontorio.

San Teodoro-Salinedda: la spiaggia della Baia SalineddaSul lato orienatale del promontorio si affaccia la spiaggia della Baia Salinedda chiamata anche spiaggia est di Baia Salinedda, dotata di un ampio parcheggio. L’arenile ha un fondo di sabbia chiara molto fine, con sfumature tendenti al grigio, e spesso ospita posidonie spiaggiate. Di fronte alla spiaggia si apre un bellissimo panorama, arricchito dalla presenza della Isola Ruia. Dietro la spiaggia si trova lo Stagnetto di Baia Salinedda, una zona paludosa di notevole interesse faunistico, per la presenza dei cavalieri d’Italia e di altri uccelli.

A sud del capo di Coda Cavallo si trova uno scoglio circondato dal mare e noto con il nome di Isola Ruia. L’isoletta con le sue rocce di granito rossastro, da cui il nome, è caratterizzata verso l’entroterra da basse colline ricoperte da macchia mediterranea e da boschetti di pini, eucalipti ed acacie.

Località e spiagge proseguendo lungo la costa verso San Teodoro

Riprendiamo il nostro viaggio dalla frazione San Teodoro chiamata Lutturai, dalla quale scendiamo lungo la costa verso sud fino ad arrivare al paese chiamata San Teodoro.

Da lutturai ci recheremo a visitare la Cala Brandinchi e le spiagge di Brandinchi e di Lu Impostu

Passata la frazione Monte Petrosu, superata sulla SS125 Orientale Sarda la deviazione per la frazione Lutturai, percorsi circa trecento metri, prendiamo sulla sinistra la strada per capo di Coda Cavallo. Percorsi circa novecento metri, svoltiamo a sinistra in una strada bianca parzialmente a traffico limitato in direzione della Cala Brandinchi, dove si trovamo le Spiagge di Brandinchi e di Lu Impostu, due stupende spiagge separate dal piccolo, panoramico, promontorio del colle di Capicciuolo. Bellissimo è il panorama che si gode dal colle di Capicciuolo, che in origine era un’isoletta, saldatasi in lontane ere geologiche alla terraferma per l’accumulo dei materiali detritici che sono andati a costituire le due spiagge.

In questa strada bianca, percorsi settecento metri, svoltiamo a sinistra, e, dopo quattrocento metri, a destra, per raggiungere in circa trecentocinquanta metri la spiaggia di Brandinchi, il cui nome forse deriva probabilmente da quello della famiglia Brandano di Olbia. La spiaggia è stato il luogo in cui, il 17 ottobre 1867, Giuseppe Garibaldi, fuggito da Caprera, si è imbarcato per raggiungere Piombino e tentare di liberare Roma nella cosiddetta Campagna dell’Agro Romano per la liberazione di Roma. Dietro la spiaggia si trova lo stagno di Cala Brandinchi, che costituisce un’area umida di grande interesse naturalistico e paesaggistico.

San Teodoro: Cala Brandinchi: la spiaggia di Cala BrandinchiParcheggiamo e procedendo a piedi a sinistra, nella pineta, si arriva alla spiaggia più a nord della cala, la spiaggia di Brandinchi detta anche per la sua bellezza Tahiti, che vanta uno dei bassofondali più tipici e straordinari della Sardegna. Ciò è dovuto alla colorazione delle acque, che vanno dal verde turchese all’azzurro chiaro ed al blu intenso, che conferisce all’acqua straordinarie colorazioni, e con un litorale di sabbia finissima e bianca, con dune su cui nascono gigli selvatici. All’orizzonte lo sguardo spazia dall’isola Ruia, ad est, al Capo Coda Cavallo e all’isola Tavolara, a nord. La spiaggia proprio per la sua bellezza è purtroppo molto frequentata, per cui si consiglia di visitarla esclusivamente da ottobre a maggio.

San Teodoro: Cala Brandinchi: la pineta di Cala Brandinchi San Teodoro: Cala Brandinchi: la spiaggia di Cala Brandinchi San Teodoro: Cala Brandinchi: la spiaggia di Cala Brandinchi San Teodoro: Cala Brandinchi: sabbia impalpabile sulla spiaggia di Cala Brandinchi San Teodoro: Cala Brandinchi: la spiaggia di Cala Brandinchi San Teodoro: Cala Brandinchi: la spiaggia di Cala Brandinchi San Teodoro: Cala Brandinchi: scogli a Cala Brandinchi San Teodoro: Cala Brandinchi: scogli a Cala Brandinchi

Imboccata la strada bianca a traffico limitato, la seguiamo evitando la deviazione sulla sinistra per la spiaggia di Brandinchi, e, dopo poco più di un chilometro, arriviamo alla bellissima spiaggia di Lu Impostu, detta anche spiaggia di Porto Brandinchi, che si sviluppa a sud della spiaggia di Brandinchi. Alle spalle della spiaggia di Lu Impostu, si sviluppa l’ampia Peschiera di Porto Brandinchi, che viene separata dal mare da apposite chiuse.

San Teodoro: Lu Impostu: la spiaggia di Lu Impostu nordCome dicevamo, mentre a nord si trova la spiaggia di Brandinchi, a sud si sviluppa la ampia spiaggia di Lu Impostu detta anche spiaggia di Porto Brandinchi, raggiungibile anche a piedi dalla spiaggia di Brandinchi. Altrettanto bella, è caratterizzata da un arenile con sabbia finissima e bianca, affacciato su un mare dai bassi fondali meravigliosamente colorati dal celeste all’azzurro intenso, simili a quelli della Cala Brandinchi. Affollatissima in alta stagione, forse un poco meno affollata perché meno riparata rispetto alla spiaggia di Cala Brandinchi, anche questa spiaggia si consiglia di visitarla esclusivamente da ottobre a maggio.

San Teodoro: Lu Impostu: verso la spiaggia di Lu Impostu nord San Teodoro: Lu Impostu: verso la spiaggia di Lu Impostu nord San Teodoro: Lu Impostu: la spiaggia di Lu Impostu nord San Teodoro: Lu Impostu: la spiaggia di Lu Impostu nord

San Teodoro: Lu Impostu: la spiaggia di Lu Impostu sudSi tratta di un cordone di sabbia bianca, nel quale sono presenti dune su cui crescono gigli selvatici, cardo marino e ginepro fenicio. La spiaggia di Lu Impostu si può considerare costituita da due tratti di spiaggia. Il suo tratto settentrionale è costituito da una lunga distesa di sabbia bianca, mentre il tratto meridionale è quello nel quale si getta in mare lo sbocco della Peschiera di Porto Brandinchi.

San Teodoro: Lu Impostu: la spiaggia di Lu Impostu sud San Teodoro: Lu Impostu: la spiaggia di Lu Impostu sud San Teodoro: Lu Impostu: la spiaggia di Lu Impostu sud San Teodoro: Lu Impostu: la spiaggia di Lu Impostu sud San Teodoro: Lu Impostu: la spiaggia di Lu Impostu sud San Teodoro: Lu Impostu: la spiaggia di Lu Impostu sud San Teodoro: Lu Impostu: la spiaggia di Lu Impostu sud

La spiaggia di Brandinchi e quella di Lu Impostu erano, un tempo, due spiagge diverse a cui si accedeva da strade separate, ed ora sono unite a formare un unico bellissimo tratto di litorale. La spiaggia di Lu Impostu si può raggiungere anche direttamente dalla SS125 Orientale Sarda, come faremo tra breve.

Le frazioni Lu Fraili e Lu Fraili di Sopra

Passata la frazione Lutturai, invece di svoltare a sinistra sulla strada che porta verso Capo Coda Cavallo, proseguiamo sulla continuazione della SS125 Orientale Sarda, che, in un chilometro e duecento metri, ci porta al cartello indicatore della frazione Lu Fraili (altezza metri 5 sul livello del mare, distanza 6.7 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti), che si sviluppa trecento metri più a sud, lungo la strada statale.

A trecentocinquanta metri dal centro della frazione Lu Fraili, troviamo sulla destra la via Ischia, che, in circa ottocento metri, ci porta alla frazione Lu Fraili di Sopra (altezza metri 33, distanza 7.2 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 19).

La frazione Lu Fraili di Sotto con l’importante ristorante Gusto by Sadler

Circa cento metri più avanti, a circa il chilometro 295 della SS125 Orientale Sarda, parte verso la sinistra la via Lu Impostu, che, dopo poco più di un chilometro, ci fa attraversare la frazione Lu Fraili di Sotto (altezza metri 28, distanza 7.3 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 6). In questa frazione, in via Tavolara, all’interno dell’esclusivo Baglioni Resort, si trova l’importante ristorante Gusto by Sadler, uno dei sei ristoranti sardi premiati dalla Guida Michelin con una stella.

Premiato con una stella MichelinArzachena: il ristorante Gusto by SadlerA nord di San Teodoro, all’interno dell’esclusivo Baglioni Resort, si trova l’importante ristorante Gusto by Sadler, un locale che viene premiato dalla Guida Michelin con una stella, ad indicare una cucina di grande qualità, che merita la tappa! Questo ristorante porta la firma di Claudio Sadler, uno degli chef più rinomati al mondo, che insieme al resident chef Park Kisung dà vita ad una cucina leggera, mediterranea, non scevra da influenze regionali, soprattutto nella scelta di alcuni ingredienti tipicamente locali, che partecipano alla creazione di piccole opere d’arte commestibili, contemporanee ed innovative. La guida Michelin consiglia il fantastico crudo di mare, per la notevole varietà di pesci e crostacei. Ultimo, ma non ultimo, si mangia contemplando un bel giardino con piscina, e quindi l’atmosfera vacanziera è assicurata!

La frazione Case Peschiera

Prosecuzione della frazione Lu Fraili, e da molti ritenuta una parte della stessa, si trova la frazione Case Peschiera (altezza metri 5, distanza 6 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti), che si raggiunge sempre lungo la SS125 Orientale Sarda, settecento metri dopo la via Lu Impostu, prendendo sulla sinistra la via punta Zappatino, che ci porta all’interno della frazione. Si ritiene che le due frazioni, Lu Fraili e Case Peschiera, insieme contino circa 141 abitanti.

La località Marina de Lu Impostu e la frazione San Teodoro denominata Lu Impostu

La via Lu Impostu, percorsa fino alla fine, a circa un chilometro da Lu Fraili di Sotto, ci porta al promontorio roccioso di Punta Sabbatino. Al termine di via Lu Impostu troviamo il centro turistico situato nella frazione Marina de Lu Impostu (altezza indefinita, distanza 9.1 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti), dalla quale, verso nord, si arriva alla spiaggia di Lu Impostu, che abbiamo già  descritta, dalla quale si può risalire a piedi verso nord per raggiungere la spiaggia di Brandinchi.

Prima di arrivare a Marina de Lu Impostu, una deviazione sulla destra ci porta, in circa trecento metri, alla frazione Lu Impostu (altezza metri 8, distanza 8.5 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 5), nome che indica Il luogo della spedizione, forse perché un tempo veniva utilizzato come luogo di imbarco delle merci.

Proseguendo arriviamo alla frazione Punta Aldia

San Teodoro: il Punta Aldia: centro di villeggiatura di Punta Aldia con il suo porticciolo turisticoLa frazione San Teodoro denominata di Lu Impostu di trova sul Promontorio di Punta Aldia, ossia la Punta della Guardia, che era nota in passato anche con il nome di Punta Zappatino. Qui si trova la frazione San Teodoro denominata frazione Punta Aldia o Puntaldia (altezza metri 17, distanza 9.6 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti), un esclusivo centro di villeggiatura interamente costruito in pietra locale, che è dotato di un Campo da golf a nove buche, di vari campi da Tennis, di piscine, e nel quale è presente anche il Porticciolo turistico di Punta Aldia, realizzato di recente, nel 1996, che è in grado di ospitare sino a 400 imbarcazioni, con tutti i principali servizi in banchina.

San Teodoro: il Punta Aldia: la spiaggia di Punta AldiaIl centro turistico di Punta Aldia si affaccia sul mare nella spiaggia di Punta Aldia che si trova nel lato verso sud del promontorio, anch’essa sabbiosa e con rocce affioranti. La spiaggia di puntaldìa è caratterizzata da un basso fondale che rende agevole la balneazione e il gioco dei bambini. Ricca di servizi, è dotata di ampio parcheggio, Hotel, campeggio, bar, punti di ristoro, ed in spiaggia è possibile noleggiare ombrelloni, sedie a sdraio, patini e natanti. È particolarmente frequentata da coloro che praticano il windsurf.

San Teodoro: il Punta Aldia: la spiaggia di Punta Aldia San Teodoro: il Punta Aldia: la spiaggia di Punta Aldia San Teodoro: il Punta Aldia: la spiaggia di Punta Aldia San Teodoro: il Punta Aldia: la spiaggia di Punta Aldia San Teodoro: il Punta Aldia-mare di Punta Aldia San Teodoro: il Punta Aldia-mare di Punta Aldia San Teodoro: il Punta Aldia-mare di Punta Aldia San Teodoro: il Punta Aldia-mare di Punta Aldia

Il grande stagno di San Teodoro con la pescaia di Punta Aldia

Proseguendo, la SS125 Orientale Sarda fiancheggia il grande stagno di San Teodoro uno stagno retrodunare legato all’emersione di una barra sabbiosa, che forma un sistema delimitato da basse dune sabbiose e contornato da caratteristiche alterazione dei graniti. Lo stagno ha una forma allungata, con il suo asse maggiore disposto in direzione da nord a sud, lungo circa quattro chilometri, che si sviluppa parallelamente alla costa ed alla SS125 Orientale Sarda, che lo costeggia verso ovest. Lo stagno, che ha una superficie di 240 ettari, e una profondità media di 70 e massima di 230 centimetri, è alimentato soprattutto dal corso d’acqua omonimo, che si immette nel suo versante meridionale, e dal rio di Filicaiu, che si innesta nel suo versante occidentale. La vegetazione dello stagno di San Teodoro è in ottimo stato, e per le sue caratteristiche è stata inserita, nel 1971, dal Gruppo Conservazione della Natura, tra i Biotopi di rilevante interesse vegetazionale meritevoli di conservazione in Italia. É, tra l’altro, una importante area di sosta e nidificazione di avifauna acquatica di interesse comunitario, nel periodo invernale ospita molte specie di uccelli, ed è stato dichiarato Riserva Naturale della Sardegna.

In una strozzatura dello stagno è stato costruito un argine artificiale, che divide il bacino in due parti, di cui quella più settentrionale è adibita a peschiera con il nome di Pescaia di Punta Aldia, dove fino a qualche tempo fa si trovavano e venivano usati gli impianti di una peschiera di anguille, muggini e spigole, oggi sommersi, che comunica con il mare tramite una bocca che viene periodicamente liberata dalle sabbie di spiaggia mediante mezzi meccanici. La pesca viene effettuata utilizzando Lavorieri, che sono quei particolari sbarramenti nei canali di comunicazione tra lagune e mare, che permettono di catturare i pesci adulti nel momento delle loro migrazioni, non ostacolando al tempo stesso la loro entrata in laguna, ed utilizzando mezzi vagantivi, quali i bertovelli e le reti da posta. Attualmente, nella peschiera, la pesca è ridotta al minimo. Qui, allo sbocco sul mare della peschiera, si trova la spiaggia di la Foce.

San Teodoro: il Punta Aldia: la spiaggia di la FoceLa spiaggia di la Foce che si trova tra la spiaggia di Punta Aldia a nord, e la spiaggia de la Cinta a sud, in corrispondenza della foce dello sbocco a mare della Pescaia di Punta Aldia, nel punto in cui il mare incontra lo stagno di San Teodoro. La spiaggia è piccola, con sabbia fine e bianca, l’acqua cristallina con fondali bassi e sabbiosi con qualche scoglio. Alle spalle si sviluppa la macchia mediterranea e ginepri.

Le frazioni villaggio Nuragheddu e Nuragheddu ad ovest dello stagno di San Teodoro

Da dove avevamo preso la deviazione verso sinistra in direzione di Lu Fraili di Sotto e Lu Impostu, a circa il chilometro 295 della SS125 Orientale Sarda, dopo circa un chilometro e quattrocento metri verso sud sulla SS125 Orientale Sarda, troviamo una deviazione sulla destra, che ci porta, dopo seicento metri, a una traversa verso destra che, in duecentocinquanta metri, ci fa entrare nella frazione Villaggio Nuragheddu (altezza metri 12, distanza 5.3 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti), una piccola frazione San Teodoro.

Percorso ancora un chilometro e seicento metri sulla SS125 Orientale Sarda, poco prima del cartello indicatore del chilometro 292, una deviazione sulla destra ci porta, dopo cinquecento metri, a un bivio, dove, preso verso destra, dopo quasi un chilometro arriviamo alla frazione Nuragheddu (nome in lingua sarda Lu Naraceddu, altezza metri 19, distanza 4.4 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 68), dove sono presenti i resti di un Nuraghe, chiamato appunto Nuraghe Nuragheddu, del quale non rimangono, però, che pochi filari di pietre. A Nuragheddu saremmo potuti arrivare anche direttamente dalla frazione Villaggio Nuragheddu, prendendo la via di Lu Nuragheddu verso sud per poco più di un chilometro.

Verso l’interno incontriamo le frazioni Lu lioni, l’Alzoni, Sitagliacciu e la frazione li Mori

Proseguendo sulla SS125 Orientale Sarda, circa trecento metri più avanti troviamo sulla destra la SP5 che si muove verso ovest, dalla quale, dopo quasi due chilometri, una deviazione sulla sinistra ci porta, dopo cinquecento metri, alla frazione Lu lioni (altezza metri 64, distanza 5.2 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 101).

Proseguendo sulla SP5, cinquecento metri più avanti prendiamo, invece, verso destra la via Veneto, la seguiamo per novecento metri, poi prendiamo a sinistra la via Carlo Marx, che ci porta all’interno della frazione l’Alzoni (altezza metri 23, distanza 5.3 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 80).

Proseguendo sulla SP5, passato l’incrocio con la SS131 di Carlo Felice Diramazione centrale Nuorese, dopo circa tre chilometri raggiungiamo la frazione Sitagliacciu (altezza metri 125, distanza 7.9 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 37).

Tornati sulla SS125 Orientale Sarda, cinquecento metri più avanti prendiamo, sulla destra, la via li Mori, che in poco meno di un chilometro ci porta alla frazione li Mori (altezza metri 50, distanza 2.9 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 126).

La frazione la Cinta con la sua bella ampia spiaggia

Tornati sulla SS125 Orientale Sarda, cento metri più avanti arriviamo a una rotonda, alla quale prendiamo sulla sinistra la via Antonio Gramsci che seguiamo per quasi un chilometro, dove la via Antonio Gramsci svolta verso destra, mentre noi prendiamo verso sinistra la via la Cinta, che in meno di duecento metri ci porta alla frazione la Cinta dove si trova la bella spiaggia de la Cinta.

San Teodoro: la Cinta: la spiaggia de la CintaLa spiaggia de la Cinta è una spiaggia molto ampia, lunga circa quattro chilometri, con un arenile costituito da sabbia candida finissima, affacciato su un mare verde azzurro, con il fondale blu intenso, e con la presenza di dune con ginepri secolari. È la spiaggia più bella e la più frequentata di tutta la costiera di San Teodoro. Nella spiaggia sono disponibili bar, alberghi, ristoranti, negozi e servizi vari, ed è affollatissima in alta stagione, ma solo nel settore meridionale e settentrionale, mentre è piuttosto tranquilla nell’ampia area centrale. Dietro la spiaggia si sviluppa il grande stagno di San Teodoro, del quale abbiamo già parlato.

San Teodoro: la Cinta: la spiaggia de la Cinta San Teodoro: la Cinta: la spiaggia de la Cinta San Teodoro: la Cinta: la spiaggia de la Cinta San Teodoro: la Cinta: la spiaggia de la Cinta San Teodoro: la Cinta: la spiaggia de la Cinta San Teodoro: la Cinta: la spiaggia de la Cinta San Teodoro: la Cinta: la spiaggia de la Cinta San Teodoro: la Cinta-mare de la Cinta San Teodoro: la Cinta-mare de la Cinta San Teodoro: la Cinta-mare de la Cinta San Teodoro: la Cinta-mare de la Cinta San Teodoro: la Cinta-mare de la Cinta con sullo sfondo l’isola Tavolara

La frazione Suaredda-Traversa che si trova proprio alle porte dell’abitato di San Teodoro

Ripresa la SS125 Orientale Sarda verso sud, dopo circa cinquecento metri, in corrispondenza del chilometro 290.5, entriamo nella frazione San Teodoro denominata frazione Suaredda-Traversa (altezza metri 14, distanza 2.6 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 414), che si trova proprio alle porte dell’abitato di San Teodoro.

Arriviamo a San Teodoro

Proseguendo verso sud con la SS125 Orientale Sarda, dopo quattrocento metri, troviamo sulla sinistra la via Sardegna, che, in poco più di un chilometro, ci porta all’interno dell’abitato di San Teodoro.

Il comune chiamato San Teodoro

San Teodoro-Stemma del comuneIl comune chiamato San Teodoro (nome in lingua sarda Santu Tiadòru nome sassarese Santu Teudoru nome gallurese Santu Diadòru, altezza metri 15 sul livello del mare, abitanti 4.941 al 31 dicembre 2021) è un comune collinare di origine antica, situato nella parte nord orientale della Provincia di Sassari, ai confini con quella di Sassari, che si sviluppa nell’immediato entroterra, alle pendici di Monte Nieddu, con poche case realizzate tutte con buon rispetto per l’ambiente. È raggiungibile dalla SS125 Orientale Sarda, distante soli due chilometri dall’abitato. Il suo territorio Comunale, comprensivo delle isole marittime di isola Cana, Isola Rossa ed isola Proratoria, delle aree speciali degli stagni di Cala Brandinchi e di San Teodoro, ha un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate. Trasformatosi da borgo di contadini, pastori e pescatori in rinomata località turistica estiva, quella di San Teodoro è una zona di grande interesse naturalistico e le splendide spiagge molto frequentate sono inserite in un bel paesaggio costiero.

Origine del nome

La sua denominazione riflette chiaramente il culto locale nei confronti del suo Santo protettore, ossia di San Teodoro d’Amasea, un soldato dell’esercito romano nel Ponto, che ha subito il martirio per la fede in Cristo.

La sue economia

San Teodoro-Trasmissione Rai2 Sereno Variabile del 22/8/2015La sua economia si basa sulle tradizionali attività agro pastorali, affiancata da un crescente sviluppo del secondario e terziario, con particolare attenzione all’industria turistica e balneare. Il settore primario è presente con la coltivazione di cereali, ortaggi, foraggi, vite, ulivi, agrumeti, frutteti, oltre che con l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. Discretamente sviluppata si presenta l’industria, che si sviluppa particolarmente nei comparti della pesca e della piscicoltura, della lavorazione del legno e del vetro, della fabbricazione degli strumenti ottici, della gioielleria e oreficeria, edile, e l’industria di trasformazione alimentare. Altrettanto rilevante è il terziario che si compone di un’ottima rete commerciale e dell’insieme dei servizi. L’apparato ricettivo, che comprende anche strutture agrituristiche, offre ampia possibilità di ristorazione e di soggiorno. Le villette, gli alberghi, i campeggi ed i villaggi turistici sorgono tutti all’esterno del paese, negli immediati dintorni. Famosa località di turismo balneare, riceve migliaia di turisti che decidono ogni anno di visitare il suo splendido territorio, il cui immenso fascino non deriva solo dal mare turchese e smeraldo, dalle sue vaste spiagge di sabbia candida e dalle sue cale, ma anche dallo spettacolare mosaico di stagni costieri che circondano la laguna, dal misterioso monte Nieddu. Di particolare attrazione sono anche le sculture del vento, ossia le rocce modellate dal vento e dalle mareggiate, come quelle raffiguranti la tartaruga e un volto arcigno e inquietante, che formano una specie di galleria all’aperto.

Brevi cenni storici

Il territorio di San Teodoro risulta abitato da tempi molto antichi come dimostrano ritrovamenti di resti preistorici, tra i quali quello del Nuraghe presente nella frazione Nuragheddu. Un documento del terzo secolo, l’Itinerarium Antoninianum, dimostra l’esistenza di un centro abitato sorto grazie all’insediamento del popolo romano chiamato Coclearia. Nel corso del sesto secolo, però, a causa delle continue e irruenti scorrerie saracene, inizia a decadere. Nel tardo periodo giudicale, a partire dal tredicesimo secolo, il territorio è noto come Offolle, che fa  parte del Giudicato di Gallura, sotto la cui giurisdizione riprende il suo antico splendore, ed è collegato con Civita, l’attuale Olbia. Le ultime notizie certe su Offolle risalgono al 1348, dopo di che, probabilmente a causa della pestilenza e delle aggressioni dei pirati saraceni, se ne perdono le tracce. Alla fine del seicento, da alcune carte conservate nell’archivio della diocesi di tempio Ampurias, si testimonia l’esistenza di insediamenti di coloni tempiesi nell’area allora nota con il nome di Oviddè, evidentemente derivata dal medievale Offolle. Con la conquista aragonese e l’introduzione del feudalesimo, il territorio appartiene a un feudo che comprendeva grosso modo gli attuali comuni di Posada, Siniscola, Torpè, Lodè, Budoni e San Teodoro. Nella prima metà dell’ottocento, eliminato dal governo sabaudo il regime feudale, il territorio di San Teodoro d’Oviddè continua a rimanere accorpato al comune di Posada, che mantiene per molto tempo diversi territori dell’ex feudo. Ma la zona di San Teodoro, così come parte dell’attuale Budoni, è popolata da coloni di origine tempiese che, avvertendo la necessità  di una maggiore autonomia soprattutto perché consapevoli delle notevoli differenze culturali e linguistiche che li distinguono dalla popolazione delle Baronie, richiedono il distacco dal comune di Posada. I legami tra la Gallura e la vicina Corsica, caratterizzati dalla somiglianza del linguaggio, sono riconosciuti anche dagli abitanti delle Baronie, che, fino a pochi decenni fa, chiamavano i teodorini e i budonesi di cultura gallurese, con il termine Sos corsesos, ossia i Corsi. Nel 1927, in epoca fascista, il comune di Posada e con esso San Teodoro, vengono inclusi, dalla Provincia di Sassari, nella nuova Provincia di Nuoro, rendendo così più forte il distacco amministrativo di San Teodoro dal resto della Gallura, che invece fa  parte della Provincia di Sassari. Nel 1959, infine, San Teodoro e Budoni vengono separati dal comune di Posada, e si costituiscono come comuni autonomi, acquisendo piena autonomia amministrativa e territoriale. Del comune di San Teodoro nel 2001, con la riorganizzazione delle province della Sardegna, viene cambiata la Provincia da quella di Nuoro, alla quale precedentemente apparteneva, a quella nuova di Olbia e Tempio Pausania, per poi tornare nel 2016, dopo l’abolizione di questa provincia, di nuovo in quella di Sassari. La differenza tra i confini amministrativi ed i confini culturali, fa sì che, ancora oggi, il comune di San Teodoro venga da alcuni ritenuto parte dell’Alta Baronia e da altri parte della Bassa Gallura.

Le principali feste e sagre che si svolgono a San Teodoro

San Teodoro-Gruppo Folk San TeoodoroA San Teodoro operano, tra gli altri, il Gruppo Folk San Teoodoro, il Coro l’Aldia, ed il Coro Polifonico amatoriale San Teodoro, fondato di recente e specializzato in canti tradizionali, nelle cui esibizioni è possibile ammirare i bei costumi locali. Tra le principali feste e sagre che si svolgono a San Teodoro e nelle sue frazioni, in grado di allietare la comunità e di richiamare visitatori dai dintorni, si segnalano il 17 gennaio la Festa in onore di Sant’Antoni de Lu Foccolu; da metà maggio e fino a metà giugno a San Teodoro si svolge l’Agliòla; il sabato e la seconda domenica di giugno, nella frazione monte Petrosu, la Festa in onore di Sant’Andrea Apostolo e della Madonna del Rosario; alla fine della seconda settimana di giugno, nella frazione Straulas, si svolge la Festa di Sant’Antonio da Padova; alla fine della terza settimana di giugno si svolge la Festa di San Teodoro; il 9 novembre si svolge la Festa patronale di San Teodoro.

L’Agliòla

A partire da metà maggio e fino a metà giugno a San Teodoro si svolge l’Agliòla Rassegna enogastronomica gallurese creata per valorizzare le peculiarità della cultura e della cucina della Gallura e di San Teodoro. Uno dei momenti più importanti della manifestazione è la Festa in piazza, che si svolge solitamente la terza domenica di maggio in piazza Emilio Lussu, la piazza dove si trova il vecchio palazzo Municipale, attorno alla quale si svolge la vita del paese.

Visita del centro di San Teodoro

San Teodoro: il panoramica dell’abitatoL’abitato, interessato da forte espansione edilizia, conserva ancora le caratteristiche case di antica fattura, costruite su quello che era il nucleo urbano di età romana. Il centro storico non è, infatti, molto diverso da quello che era alle sue origini. I palazzi e le altre costruzioni sono realizzati, infatti, con le caratteristiche architettoniche tipiche della Gallura. Durante le serate estive il centro è chiuso al traffico divenendo interamente zona pedonale, ed il famoso e rinomato mercatino estivo serale dell’artigianato riempie le serate dei turisti.

La vecchia e la nuova chiesa di San Teodoro d’Amasea

Entrando in San Teodoro da via Sardegna, la seguiamo per in chilometro e duecento metri, fino a deviare sulla sinistra per un breve tratto in via Rockfeller, poi a destra in via del Tirreno, che ci fa raggiungere la piazza Gallura. La piazza, caratterizzata da alcuni variopinti murali, era nota fino ai primi anni settanta del novecento con il curioso nomignolo di piazza montecitorio, dato che, come una moderna Agorà, ha da sempre ospitato una forma spontanea di assemblea di cittadini interessati a discutere e commentare la vita ed i problemi quotidiani, ed è ancora oggi luogo di ritrovo estivo per molti turisti.

Sulla piazza, intorno alla quale si è sviluppato tutto il paese, si affaccia la bella chiesa di San Teodoro che è la chiesa parrocchiale dedicata al Santo Martire, dalla quale prende appunto il nome il paese. La chiesa, costruita tra il 1774 ed il 1776 ad opera di un sensibile ministro per gli affari della Sardegna del regno sabaudo, il Conte Giambattista Bogino, e del monsignor Francesco Ignazio Guiso, Vescovo della diocesi di Ampurias e Civita, ossia di Tempio Pausania ed Olbia. È stata ristrutturata nel 1950, quando viene spostato anche il Cimitero, allora attiguo, dopodiche un ampliamento e nuove modifiche durante la metà degli anni settanta trasformano la Cappella teodorina così come appare oggi. Al suo interno conserva la statua lignea di San Francesco di Paola, la statua di San Francesco d’Assisi e diversi oggetti in argento.

San Teodoro: la vecchia chiesa di San Teodoro San Teodoro: la vecchia chiesa di San Teodoro San Teodoro: la vecchia chiesa di San Teodoro: interno

San Teodoro: la nuova chiesa di San TeodoroIl sempre maggiore afflusso di turisti e visitatori, hanno spinto alla realizzazione della Nuova chiesa di San Teodoro di forma rotonda, alla quale si arriva proseguendo su via del Tirreno e proseguendo su via dei Platani, e la si raggiunge a meno di cento metri dalla vecchia chiesa parrocchiale. La nuova chiesa è in grado di accogliere molti più fedeli, e, già da ora, è in grado di ospitare la celebrazione delle funzioni liturgiche. In futuro affiancherà la vecchia chiesa, la quale troverà una sua nuova funzione come Cappella feriale.

La Festa di San Teodoro è la Festa più antica del paese e dura tre giorni, alla fine della terza settimana di giugno. Alle celebrazioni religiose e tradizionali si accostano numerosi avvenimenti mondani che attirano numerosi turisti.

San Teodoro di AmaseaSan Teodoro di Amasea era un soldato nato secondo alcuni in Cilicia, secondo altri in Armenia. Convertitosi al cristianesino, è divenuto Martire durante le persecuzioni dell’Imperatore Diocleziano, reiterate da Galerio con un editto che, nel 305, prescriveva a tutti di fare sacrifici e libagioni agli dei. Rifiutatosi di abiurare la fede, Teodoro è stato torturato con uncini di ferro fino a mettere a nudo le costole, e condannato ad essere bruciato vivo. Subisce il martirio il 17 febbraio tra il 306 e il 311. I carnefici lo conducono nel luogo stabilito e prendono la legna. Teodoro depone i suoi vestiti e dice ai numerosi fedeli accorsi: Lasciatemi così (vivo n.d.r.) Perché chi mi diede sopportazione nei supplizi mi aiuterà  affinche sostenga illeso l’impeto del fuoco. I carnefici lo legano, accendono il rogo e si allontanano, e la leggenda racconta che Teodoro non subisce l’offesa delle fiamme, ma muore senza dolore glorificando Dio. San Teodoro viene considerato anche il patrono di Brindisi e delle reclute.

Il vecchio ed il nuovo Municipio di San Teodoro

San Teodoro-Vecchio Municipio di San TeodoroAlla fine di via del Tirreno, prima della sua prosecuzione sulla via dei Platani, si trova il largo Emilio lussi, dal quale prendiamo verso sinistra il largo Emilio lussi, che, percorsi cento metri, ci porta, alla destra della strada, nella piazza Emilio Lussu, nella quale, al civico numero 1, è situato il Vecchio palazzo Municipale di San Teodoro. Si tratta di un edificio che ospitava la sede e gli uffici del Municipio di San Teodoro, che è stato costruito intorno ai primi anni settanta del novecento, che, dopo una quarantina di anni, è stato sostituito dal nuovo edificio, che sorge a poche decine di metri di distanza.

San Teodoro-nuovo Municipio di San TeodoroProseguendo per una cinquantina di metri lungo la via Emilio Lussu, questa sbocca sulla via San Francesco, che prendiamo verso sinistra, e la seguiamo per un centinaio di metri, poi svoltiamo a sinistra il via Grazia Deledda, e, in una cinquantina di metri, troviamo alla sinistra della strada, il Nuovo palazzo Municipale che ospita oggi la sede e gli uffici del Municipio di San Teodoro. Si tratta di una struttura più moderna, realizzata in tempi record, ed inaugurato alla fine dell’anno 2009, in occasione del cinquantenario dell’autonomia del comune di San Teodoro. Il vecchio edificio viene attualmente adibito ad altri usi pubblici.

Il Cimitero di San Teodoro

San Teodoro: Cimitero di San TeodoroNella visita di San Teodoro si possono vedere anche altri luoghi. Proseguendo lungo la via Grazia Deledda in direzione ovest, dopo centocinquanta metri questa sbocca sulla via del Tirreno, che prendiamo verso destra, ossia verso nord. La seguiamo per centotrenta metri, fino a una biforcazione dove svoltiamo leggermente a sinistra nella via della Pietà, che, in circa duecento metri, ci fa raggiungere il Cimitero di San Teodoro, che si trova alla destra della strada.

Il Museo delle Civiltà del Mare

Proseguendo lungo la via del Tirreno, alla biforcazione dove avevamo presa verso sinistra la via della Pietà, prendiamo invece verso destra rimanendo sulla via del Tirreno, e, dopo trecentocinquanta metri arriviamo a una rotonda. Qui prendiamo verso destra la via Niuloni, che ci porta nella località chiamata appunto Niuloni, che si affaccia sul porticciolo turistico di San Teodoro.

San Teodoro: l’edificio che ospita il Museo della Civiltà del marePercorsa la via Niuloni per trecentocinquanta metri, alla sinistra della strada, al civico numero 1, si trova in un bell’edificio moderno il Museo delle Civiltà del Mare che presenta reperti rinvenuti a San Teodoro, nelle sue acque e in quelle vicine, interessate nell’antichità da intensi movimenti di traffico commerciale. Una visita al Museo consente di ripercorrere la storia del piccolo centro costiero attraverso la sua ricostruzione a partire dal 350 avanti Cristo sino al Medioevo. Il più antico reperto esposto è un’anfora di fattura greco italica, ed è anche presente un tesoretto di monete di epoca punica, di ignota provenienza.

Il porticciolo turistico di Niuloni

Se, invece, alla rotonda proseguiamo dritti sulla continuazione della via del Tirreno, che diventa via Olbia, e poi, dopo trecento metri, giriamo a sinistra sulla strada che riprende il nome di via del Tirreno, e ci porta, in quattrocento metri, di nuovo in località Niuloni, al moderno Porticciolo turistico di Niuloni subito a sud della spiaggia de la Cinta. I lavori per la realizzazione dei due moli sono iniziati nel 1997, per poi fermarsi due anni dopo, e, da allora, il Porto Turistico non ha più fatto passi avanti. A fine 2008, uno degli ultimi atti della giunta Soru, è stato il via libera al completamento della struttura portuale di Niuloni, sembrava cosa fatta, il Porto Turistico stava per diventare realtà, ma nel comune gallurese non avevano fatto i conti con i costi elevati e con i cavilli burocratici. Dal 1999 l’opera è divenuta la regina delle incompiute. Ora, finalmente, gli ostacoli sembrano superati, con una firma che ha dato il via libera all’inizio del primo lotto dei lavori del Porto Turistico. Le opere prevedono la realizzazione del banchinamento per un totale di 135 posti barca, la realizzazione dei pontili, degli impianti tecnologici e delle strutture di servizio, opere che costituiscono la prima parte del più articolato progetto generale che prevede un intervento per 500 posti barca. Attualmente sono visibili i due grandi bracci frangiflutti, e, quando verrà reso disponibile, il porto di Niuloni permetterà di aprire le porte ad un nuovo turismo diportista, che darà la possibilità di prendere terra dalla barca direttamente al centro di San Teodoro.

A sud ovest troviamo lo stadio di San Teodoro

San Teodoro: lo stadio di San TeodoroDa dove avevamo visitato la nuova chiesa di San Teodoro, la via dei Platani sbocca sulla piazza antistante la chiesa, dove prendiamo verso destra la via degli Asfodeli, che procede verso sud ovest e ci porta nella parte sud dell’abitato. La seguiamo per quasi cinquecento metri, poi prendiamo vesro destra la via donat Cattin, che, in cento metri, ci porta allo Stadio di San Teodoro, che ospita un Campo da Calcio con tribune in grado di ospitare 700 spettatori, ed un Campo da Calcetto con tribune che ne ospitano 60. Lo stadio ospita le partite della Unione Sportiva San Teodoro Dilettantistica.

A sud est troviamo la spiaggia di Cala Finocchio e la spiaggia di Cala d’Ambra

Da dove avevamo visitato la nuova chiesa di San Teodoro, la via dei Platani sbocca sulla piazza antistante la chiesa, dove prendiamo verso sinistra la via Cala d’Ambra. Percorsi cinquecentocinquanta metri lungo la via Cala d’Ambra, prendiamo verso sinistra la via Ogliastra, e, dopo Duecentosettanta metri, prendiamo la traversa a sinistra. La strada a traffico limitato, conduce a sud dell’insenatura di Cala Finocchio, nella quale si trova a spiaggia di Cala Finocchio.

San Teodoro: la spiaggia di Cala FinocchioLa spiaggia di Cala Finocchio si trova a nord del Bungalow Club village con il suo Hotel, che si sviluppa alla sinistra della strada che porta ad essa, poco distante dal Campeggio Cala d’Ambra, che si trova alla destra della stessa strada, e che si affaccia tra la spiaggia di Cala Finocchio e la successiva spiaggia di Cala d’Ambra. Sulla spiaggia è presente un punto ristoro, con la possibilità di noleggiare ombrelloni e lettini. Campeggi, alberghi ed altre strutture sono facilmente raggiungibili nelle immediate vicinanze.

Presa, dalla piazza antistante la nuova chiesa di San Teodoro, la via Cala d’Ambra, seguiamo questa strada che è un viale lungo circa un chilometro, con panchine ed aiuole, che ci porta fino sulla costa, dove raggiungiamo l’insenatura di Cala d’Ambra, all’interno della quale è presente la spiaggia di Cala d’Ambra.

San Teodoro: la spiaggia di Cala d’AmbraLa spiaggia di Cala d’Ambra nota in passato anche come Cala Lu Calboni, ossia Cala del Carbone, perché ai primi del novecento era il luogo d’imbarco di bastimenti carichi del carbone ricavato dalle foreste locali e proveniente dalle carbonaie di Monte Nieddu. La spiaggia è formata da ciottoli, ed è molto affollata perché vicina al centro cittadino. In prossimità  della spiaggia sorgono strutture alberghiere, punti di ristoro e di divertimento.

La spiagge e le frazioni a sud dell’abitato di San Teodoro

Vediamo ora le spiagge, le frazioni del comune di San Teodoro, e le località che si incontrano a sud dell’abitato.

Le frazioni Lu Finocciu e Lu Miriacheddu dalle quali si raggiunge la spiaggia de l’Isuledda

A sud del tratto di costa prospiciente l’abitato di San Teodoro e la spiaggia di Cala d’Ambra, presa la via Cala d’Ambra, dopo quattrocento metri prendamo sulla sinistra via l’Isuledda, che, in circa un chilometro, ci porta alla frazione Lu Finocciu (altezza metri 3, distanza 1.8 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti), che si affaccia alla sinistra della strada. Da qui si può raggiungere la penisola di Punta Isuledda.

Procediamo a destra, in direzione sud, per quasi duecento metri in direzione della piccola frazione San Teodoro denominata frazione Lu Miriacheddu (altezza metri 29, distanza 2.2 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti).

Da questa frazione, prendiamo la prosecuzione della strada verso destra e, dopo trecento metri, seguendo le indicazioni per il parcheggio, prendiamo la strada sterrata sulla sinistra che ci porta in direzione della spiaggia de l’Isuledda.

A sud della penisola di Punta Isuledda si trova la bella, candida, spiaggia de l’Isuledda una delle più belle dell’Isola, soprattutto per il panorama verso nord, dominato dalla mole dell’isola di Tavolara. Si tratta di una spiaggia di medie dimensioni, con un arenile costituito da sabbia bianca e fine, che si affaccia su un mare di colore che va dal verde azzurro al color verde intenso, poco profondo, delimitata da una fitta siepe di cisto, ginestre e ginepri secolari. Nella spiaggia sono disponibili bar, alberghi, ristoranti, negozi e servizi vari, ma la spiaggia è assai affollata in alta stagione.

San Teodoro: l’Isuledda: la spiaggia de l’Isuledda San Teodoro: l’Isuledda: la spiaggia de l’Isuledda San Teodoro: l’Isuledda: la spiaggia de l’Isuledda San Teodoro: l’Isuledda: la spiaggia de l’Isuledda

Alle spalle della spiaggia de l’Isuledda si trova lo stagno dell’Isuledda, un’area umida molto interessante, che si trova, però, in secca durante il periodo estivo.

Oltre la spiaggia dell’Isuledda, la costa non rientra più nell’Area Naturale Marina Protetta Tavolara e punta Coda Cavallo e per questo sono di nuovo consentite tutte le attività in mare previste e regolate dalla normativa nazionale.

La frazione la Padula Sicca con le spiagge di Costa Caddu e di li Marini o di Cala Saghefusti

Proseguendo verso sud, dopo poco più di due chilometri arriviamo alla frazione la Padula Sicca (altezza metri 12, distanza 4 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 8), una piccola frazione San Teodoro.

Circa settecentocinquanta metri dopo la deviazione che ci ha portati alla spiaggia de l’Isuledda, prima di arrivare alla frazione de La Padula Sicca, troviamo la deviazione sulla sinistra su una sterrata che ci porta alla spiaggia di Costa Caddu.

San Teodoro: la spiaggia di Portu CadduUscendo dalla frazione de La Padula Sicca verso nord, lungo la strada che ci ha portati qui dalla spiaggia de l’Isuledda, troviamo la deviazione in una sterrata che ci porta alla spiaggia di Costa Caddu termine gallurese che indica la costa del cavallo. Si tratta di una piccola spiaggia prevalentemente rocciosa, ma con alcuni tratti sabbiosi. È poco frequentate per via del lungo tratto di strada sterrata da percorrere per l’accesso alla spiaggia.

Se invece usciamo dal paese, predniamo una sterrata che ci porta verso est, ed arriviamo alla spiaggia di li Marini che prende il nome da uno stazzo situato all’interno, che è detta anche spiaggia di Cala Saghefusti, ed è collegata alla strada proveniente dalla spiaggia di Costa Caddu da una stradicciola sterrata.

San Teodoro: la spiaggia nord di Cala SaghefustiAd est della frazione de La Padula Sicca, si trova a spiaggia di li Marini detta anche spiaggia di Cala Saghefusti è costituita da due piccole calette anch’esse prevalentemente rocciose, ma con tratti sabbiosi. Si tratta della Caletta a nord e della Caletta a sud della spiaggia di Cala Saghefusti. Sono anch’esse due calette poco frequentate, per via del lungo tratto di strada sterrata da percorrere per l’accesso.

Le frazioni la Runcina e Badualga, e la località Terrapadedda

Per visitare le altre frazioni che si trovano a sud di San teodoro, riprendiamo la SS125 Orientale Sarda dalla frazione Suaredda Traversa, che avevamo incontrato prima di arrivare nell’abitato, e, dopo un chilometro e trecento metri, prendiamo la deviazione sulla destra che, in meno di trecento metri, ci porta a raggiungere la frazione la Runcina (altezza metri 34, distanza 2.3 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti).

Circa quattrocento metri più avanti lungo la SS125 Orientale Sarda, attraversiamo la frazione Badualga (altezza metri 29, distanza 2.6 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 128). All’interno dell’abitato di Badualga, la strada passa sul ponte sul rio San Teodoro, il fiume che procede in direzione nord est, attraversa tutta San Teodoro e si immette nel suo stagno.

Da Badualga, prendiamo verso destra la via Monte Bianco che, in un chilometro e mezzo, ci porta nella frazione Terrapadedda o Terra Padedda (altezza metri 94, distanza 4.1 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 34), nella quale si trovano diverse abitazioni.

Le frazioni Lu Muntiggiu di la Petra, Buddittogliu Straulas

Tornati sulla SS125 Orientale Sarda, procediamo e troviamo sulla destra della strada la frazione San Teodoro denominata frazione Lu Muntiggiu di la Petra (altezza metri 47, distanza 2.9 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti), costituita da due agglomerati di abitazioni. Il primo è detto Lu Muntiggiu di la Petra II, che si trova a ottocento metri dalla frazione Badualga, ed il decondo come Lu Muntiggiu di la Petra I, al quale si arriva cinquecento metri più avanti, prendendo una deviazione sulla destra che, in meno di duecento metri, ci porta nell’abitato.

San Teodoro: buddittogliu Straulas: chiesa di Sant’Antonio da PadovaDopo altri novecento metri sulla SS125 Orientale Sarda, raggiungiamo la frazione Buddittogliu Straulas (altezza metri 76, distanza 3.9 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 401), costituita da due agglomerati urbani, a nord quello chiamato Buddittogliu, e, verso sud, quello chiamato Straulas. Ai limiti dei due agglomerati, verso la fine del Buddittogliu, si affaccia, alla destra della strada, la chiesa di Sant’Antonio da Padova presso la quale si celebra la Festa di Sant’Antonio da Padova, della durata di tre giorni, che si conclude alla fine della seconda settimana di giugno.

Le frazioni Stazzu Bruciatu, Franculacciu, e Schifoni

Da Buddittogliu Straulas proseguiamo sulla SS125 Orientale Sarda, che seguiamo per due chilometri, poi svoltiamo in una deviazionesu una traversa sulla destra, che costeggia un corso d’acqua denominato fiume Berruiles, che scorre alla sinistra della strada. La seguiamo per ottocento metri, e prendiamo la deviazione verso destra nella via di Lu Stazzu Brusgiatu, che, in seicento metri, ci porta alla frazione Stazzu Bruciatu o Stazzu Brujatu (altezza metri 116, distanza 6.9 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 43).

Evitata la deviazione per la frazione Stazzu Bruciatu, percorsi circa trecentocinquanta metri sulla traversa, troviamo sulla sinistra della strada la deviazione che, in circa trecento metri, ci porta alla frazione Franculacciu (altezza metri 102, distanza 7.3 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 56), che sorge in una località denominata Borgata Franculacciu.

Poi proseguiamo sulla traversa, che assume il nome di via di Lu Moni Ruiu, ed arriviamo, percorsi altri circa quattrocentocinquanta metri, alla frazione Schifoni (altezza metri 107, distanza 7.6 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 38), che è l’ultima frazione San Teodoro.

La prossima tappa del nostro viaggio

Nella prossima tappa del nostro viaggio, entreremo nella Regione storica delle Baronie ed andremo a visitare Budoni con la sua costiera e le sue spiagge. Anche Budoni apparteneva storicamente alla Provincia di Nuoro, ma è stata successivamente inserita nella Provincia di Sassari, rappresentando con i suoi insediamenti turistici una logica prosecuzione delle località descritte nelle tappe precedenti.


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