Segariu con il nuraghe e la chiesa romanica di Sant’Antonio ed il Castello di Sa Moba ’e su Casteddu
In questa tappa del nostro viaggio, proseguiremo la visita della Marmilla e da Furtei proseguiremo per Segariu che vedremo visitando il suo centro con la chiesa parrocchiale di San Giorgio Martire, ed i dintorni nei quali si trova il nuraghe e la chiesa romanica di Sant’Antonio da Padova. La regione storica della MarmillaNella Sardegna centro meridionale, a cavallo del confine che separa la Provincia di Oristano da quella del Sud Sardegna, c’è una zona chiamata Marmilla della quale qui visiteremo la parte settentrionale. I comuni che fanno parte della Marmilla Settentrionale, in Provincia di Oristano, sono: Albagiara, Ales, Assolo, Asuni, Baradili, Baressa, Curcuris, Gonnoscodina, Gonnosnò, Gonnostramatza, Masullas, Mogorella, Mogoro, Morgongiori, Nureci, Pau, Pompu, Ruinas, Senis, Simala, Sini, Siris, Usellus, Villa Sant’Antonio, Villa Verde. I comuni della Marmilla Meridionale, in Provincia del Sud Sardegna, sono: Barumini, Collinas, Furtei, Genuri, Gesturi, las Plassas, lunamatrona, Pauli Arbarei, Sardara, Setzu, Siddi, Tuili, Turri, Ussaramanna, Villamar, Villanovaforru, Villanovafranca. Nella Marmilla meridionale spicca incontrastato il colle di las Plassas, famoso per la sua forma mammellare, che a quanto pare avrebbe dato il nome al territorio circostante. Questo colle aveva in antichità al suo apice un capezzolo gigante attraverso il quale Madre Natura dava nutrimento a tutti i Sardi. Il paesaggio è prevalentemente collinare e comprende la Giara di Gesturi, la Giara di Siddi, la Giara di Serri, l’altopiano di Genoni ed il bacino del rio Mannu d’Isili. Le attività principali della zona sono l’agricoltura ed il turismo. Il viaggio verso SegariuDal Municipio di Furtei proseguiamo verso nord est con la via della Circonvallazione, che, dopo settecento metri, va ad immettersi sulla SS547 di Guasila che porta a Guasila. Usciamo dall’abitato e seguiamo questa strada statale verso est per poco meno di tre chilometri, fino ad arrivare all’interno dell’abitato di Segariu. Dal Municipio di Furtei a quello di Segariu si percorrono 3.7 chilometri. Il comune chiamato SegariuIl comune di Segariu (pronuncia Segarìu, altezza metri 117 sul livello del mare, abitanti 1.099 al 31 dicembre 2021) è un grosso borgo agricolo attraversato dal rio Pardu, che si estende nella parte nord occidentale della Provincia del Sud Sardegna, a ovest dei colli Trexenta, situato in un fondovalle aperto ad ovest verso il Flumini Mannu. L’abitato è facilmente raggiungibile tramite la SS547 di Guasila, che ne attraversa il territorio. Il territorio Comunale presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche accentuate: si raggiungono i 374 metri di quota. Nel suo territorio sono presenti diversi Nuraghi, tra cui quelli di Fragu ’e Morus o Fraga Morus e quello di Sant’Antonio. Il comune fa parte dell’Associazione nazionale delle città della Terra CrudaQuesto paese fa parte dell’Associazione nazionale delle città della Terra Cruda, nata per promuovere il recupero delle tradizioni e del patrimonio edilizio, naturalistico, artistico e storico delle comunità. Questa associazione comprende, in Sardegna, i comuni di Decimoputzu, donori, Fluminimaggiore, Furtei, Gonnosfanadiga, Guspini, Musei, Nuraminis, Pabillonis, Samassi, Samatzai, San Gavino Monreale, San Sperate, Sardara, Segariu, Selargius, Serramanna, Serrenti, Settimo San Pietro, Solarussa, Soleminis, Ussana, Ussaramanna, Vallermosa, Villa San Pietro, Villacidro, Villamassargia, Villasor. Origine del nomeSecondo l’interpretazione prevalente, si ritiene che nome, attestato nell’anno 1346 come De Seguariu, derivi dal sardo campidanese S’Ega ’e Riu, vale a dire La valle acquitrinosa del fiume, in quanto l’abitato si trova sulla sponda sinistra della valle formata dal torrente rio lanessi, affluente del Flumini Mannu in territorio di Furtei. Secondo un’altra interpretazione, invece, il nome potrebbe derivare dal fatto che il paese è attraversato da sud a nord dal rio Pau, chiamato Riu Pau o Arriu, e da qui deriverebbe Segau de S’Arriu, ossia Tagliato in due dal fiume. Ma queste ipotesi non sono state confermate. La sua economiaSi tratta di un comune di pianura la cui economia è di tipo prevalentemente agricolo. Il settore primario è presente con la coltivazione di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, vite, olivo, agrumi e frutteti. Presente anche l’allevamento di bovini, suini, ovini equini e avicoli. Il settore economico secondario è costituito da imprese che operano nei comparti alimentare, dell’estrazione, dei materiali da costruzione, metallurgico, della fabbricazione di strumenti musicali ed edile. Il terziario si compone di una sufficiente rete distributiva. Dal punto di vista turistico, il paese non costituisce meta di richiamo significativo, pur offrendo a quanti vi si rechino la possibilità di godere delle bellezze dell’ambiente naturale, di gustare i semplici ma genuini prodotti locali, e di effettuare interessanti escursioni nei dintorni. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di alloggio. Brevi cenni storiciI primi insediamenti umani risalgono al periodo paleolitico. Nel Medioevo la villa appartiene al Giudicato di Càralis, facendo parte della curatoria della Trexenta. Dopo la caduta del Giudicato di Càralis, viene annessa a quello di Arborea, al quale rimane per quarant’anni, finché viene ceduta al comune di Pisa. Al periodo giudicale risalgono le rovine di un antico maniero Sa Moba ’e Casteddu posto in cima ad un colle, di forma troncoconica, che S’innalza in prossimità dell’abitato. Nel 1324 passa agli Aragonesi, ma nel 1396 questi la concedono in feudo ai Pisani, unitamente alle altre ville delle curatorie della Trexenta e di Gippi. Nel 1414 viene compresa nella Baronia di Furtei, ed infeudata a Michele Sanjust. Tra la fine del Trecento ed il quattrocento si assiste alla sua progressiva decadenza, la villa subisce un drammatico tracollo demografico, e tra la fine del quattrocento e la seconda metà del cinquecento risulta ormai quasi disabitata. Risorge nel corso del seicento, e nel 1678 venne documentata la sua appartenenza alla Baronia di Furtei, feudo dei Sanjust, dai quali venne riscattata in epoca sabauda dal fisco regio. Il comune di nel 1927 viene aggregato al comune di Furtei, dal quale nel 1946 viene nuovamente separato. Del comune di nel 2001, con la riorganizzazione delle province della Sardegna, viene cambiata la Provincia da quella di Cagliari, alla quale precedentemente apparteneva, a quella nuova del Medio Campidano, ed in seguito, con la sua abolizione, nel 2016, passa alla nuova Provincia del Sud Sardegna. Le principali feste e sagre che si svolgono a SegariuA Segariu è attiva l’Associazione Folkloristica e Culturale San Giorgio Martire di Segariu, che svolge un importante ruolo nell’ambito culturale e folcloristico locale, in quanto opera a tutela e salvaguardia del patrimonio culturale del nostro paese mantenendo vive le tradizioni e i costumi popolari. Per quanto riguarda le principali principali feste e sagre che si svolgono a Segariu, non si registrano particolari manifestazioni folcloristiche o religiose che potrebbero allietare il borgo e richiamare visitatori dai dintorni. Vanno citate, il 24 aprile, quando si svolge la Festa di San Giorgio Martire, con la quale si festeggia il Patrono; il 13 giugno, si svolge la Festa di Sant’Antonio da Padova, nella sua chiesa campestre; nel mese di ottobre si svolge la manifestazione denominata Le vie del grano … segui la spiga, che è una Sagra il cui obiettivo è di promuovere la produzione e il consumo del grano duro di Sardegna, quale volano per la ripresa socio economica del territorio. Visita del centro di SegariuL’abitato di Segariu, che non mostra segni di crescita edilizia, ha l’andamento altimetrico tipico delle località pianeggianti. L’attuale configurazione urbana deriva da una delle non poche rifondazioni effettuate in epoca spagnola, durante il seicento, e presenta il nucleo abitato collocato tra il torrente rio lanessi a nord, e la linea ideale delle sorgenti e dei fontanili situati a sud, in un’ansa dello stesso corso d’acqua. L’abitato è, inoltre, attraversato da sud a nord dal rio Pau, che va ad immettersi direttamente nel rio lanessi al’estremo nord dell’abitato. Delle sette Chiese esistite fin dall’antichità se ne conservano solo due, la chiesa parrocchiale di San Giorgio e la chiesa campestre di Sant’Antonio di Padova situata subito fuori dall’abitato. Dove il rio Pau si immette nel torrente rio lanessiProvenendo da Furtei, percorsi due chilometri da dove ci eravamo immessi dalla via Circonvallazione sulla SS547 di Guasila, incontriamo il cartello segnaletico che indica l’ingresso nell’abitato di Segariu. Dal cartello, percorsi quattrocento metri, troviamo uno svincolo alla sinistra della strada con una rotonda, e qui prendiamo la deviazione verso sinistra sulla SP43 in direzione di Villamar. Presa questa deviazione, dopo centocinquanta metri imbocchiamo un ponte che passa sopra il torrente rio lanessi, dal quale, guardando verso destra, si vede arrivare da sud il rio Pau che, dopo aver attraversato tutto l’abitato, confluisce nel rio lanessi. Gli impianti sportivi comunaliProseguendo oltre il ponte lungo la SP43, percorsi circa quattrocento metri, arrivati in località Su Pranu, svoltiamo a sinistra nella via San Michele, e, dopo poco più di un centinaio di metri, vediamo alla destra della strada l’ingresso degli impianti sportivi comunali di Segariu. All’interno del complesso sportivo, si trova un Campo da Calcio con fondo in terra battuta, dotato di tribune in grado di ospitare una novantina di spettatori. Sul retro del Campo da Calcio, sono presenti un Campo da Calcetto, ossia da Calcio a cinque, con fondo in erba, dotato di tribune per 50 spettatori; ed accanto ad esso si trova un Campo da Tennis. La chiesa parrocchiale di San Giorgio MartireLa SS547 di Guasila, passato lo svincolo con la rotonda dove parte a sinistra la SP43, prosegue verso il centro dell’abitato con il nome di via Roma. Percorsi poco più di duecento metri, prendiamo verso destra la via Monte Granatico, la seguiamo per centosettanta metri fino a che questa strada sbocca sulla via della chiesa, che prendiamo verso destra. alla sinistra della via della chiesa, si vede, sopra un rialzo del terreno, la chiesa di San Giorgio Martire che è la parrocchiale di Segariu, edificata a più riprese tra il quattordicesimo ed il diciassettesimo secolo. L’essenziale facciata presenta un terminale caratterizzato da linee curve, il portale ligneo risulta incorniciato ed è sormontato da uno strombato rosone, ed una cornice, affiancata sui due lati da archetti pensili, spartisce il prospetto in due ordini. Il campanile a base quadrata, si innalza a sinistra del prospetto. L’interno della chiesa presenta un’architettuta di tipo rinascimentale, con una unica navata voltata a botte, e conserva una volta stellare tipica dello stile gotico catalano. È arricchita da cinque cappelle tra le quali spicca quella della Vergine delle Grazie, del sedicesimo secolo, decorata da una tavola divisa in sedici quadretti in legno dipinti ad olio raffiguranti i Misteri del Rosario. Di grande interesse sono anche l’altare della Cappella di Sant’Antonio di Padova, la bussola, il pulpito marmoreo, l’altare maggiore del 1824, ed un organo a canne costruito dalla ditta napoletana Domenico Curci nel 1829. A Segariu ogni anno il 24 aprile si svolge la Festa di San Giorgio Martire, con la quale si festeggia il Patrono del paese, con riti religiosi e manifestazioni civili organizzati dal comitato, dalla parrocchia e dalle prioresse. I riti religiosi prevedono la recita del rosario, la messa solenne, seguita dalla processione che attraversa le vie del paese. Le manifestazioni civili prevedono l’esibizione di gruppi folk seguiti da momenti musicali. Il Municipio di SegariuDalla via Roma, da dove avevamo preso verso destra la via Monte Granatico, proseguiamo invece lungo la via Roma in direzione sud est per centosettanta metri, poi prendiamo a sinistra la via Municipio. La seguiamo per poco più di cento metri, e vediamo alla destra della strada la piazza sulla quale, al civico numero 11 della via Municipio, si affaccia l’edificio che ospita il Municipio di Segariu, dove si trova la sua sede e nel quale sono ospitati gli uffici che forniscono i loro servizi ai cittadini. Il Cimitero di SegariuPassata la visita al Municipio, riprendiamo la via Roma e la seguiamo ancora, in direzione sud est, per altri settecento metri. Vediamo, alla sinistra della strada, la piazza sulla quale si apre l’ingresso del Cimitero di Segariu. Visita dei dintorni di SegariuVediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Segariu, sono stati portati alla luce i resti della necropoli di Sa Tumba; del villaggio prenuragico di Costa Faccia Bidda; del nuraghe semplice Fraga Morus; ed il nuraghe complesso di Sant’Antonio. La chiesa romanica di Sant’Antonio da PadovaCi rechiamo alla periferia dell’abitato, prendendo la strada che abbiamo seguito per arrivare agli impianti sportivi comunali. Seguendo la via Roma verso ovest, presa la SS547 di Guasila in direzione di Furtei, deviamo verso destra sulla SP43 che porta verso Villamar. Presa questa deviazione, dopo circa duecento metri arriviamo a una rotonda, alla quale prendiamo la terza uscita, che ci porta sulla via Sant’Antonio. Percorso un centinaio di metri lungo la via Sant’Antonio, si vede alla sinistra della strada un cancello passato il quale si arriva alla chiesa romanica di Sant’Antonio di Padova che faceva parte di un monastero Benedettino del quale non rimane nulla, realizzato in prossimità del nuraghe di Sant’Antonio sopra un tempio nuragico a pozzo. della struttura originaria di tale chiesa, che è stata intitolata al Santo nel 1516, restano i muri laterali e l’abside. L’interno si presenta composto da un’unica navata centrale, mentre la sacrestia laterale, la tettoia anteriore ed i porticati ai lati della facciata, che servivano per ospitare i pellegrini, sono stati aggiunti nel quattordicesimo secolo. La peculiarità della chiesa consiste nella botola che si trova nella navata centrale, nei pressi della porta d’ingresso, che consente la discesa mediante una gradinata, con sviluppo longitudinale rispetto all’aula, ad un ipogeo contenente un pozzo sacro, che si trova proprio sotto l’altare. Era il pozzo dal quale si approvvigionavano i frati del convento benedettino e la sua acqua veniva definita terapeutica, anche se il pozzo non si riempie più, e qualcuno avanza l’ipotesi che si trattasse di un pozzo nuragico probabilmente coevo all’insediamento nuragico non molto distante. Vicino alla zona absidale, si trova un altare in marmo che, pur di recente fattura, ben si integra con il contesto. All’esterno, la facciata principale, nell’ordine inferiore, è costituita da un semplice portale sormontato da un arco di scarico a tutto sesto, alle cui imposte sono scolpite due teste umane, caratteristica rara nelle architetture romaniche in Sardegna. Tra l’ordine inferiore e quello superiore si ripete il tema della serie di archetti pensili a doppia ghiera, simili a quelli nella parete esterna dell’abside, che caratterizza le Chiese romaniche in Sardegna, e ciò consente, anche in assenza di notizie documentarie certe, di datare la costruzione della chiesa a cavallo tra il tredicesimo ed il quattrodicesimo secolo. La chiesa è sormontata da un campaniletto a vela ad un fornice, sul quale è posta una croce in pietra. Le pareti interne sono intonacate, mentre quelle esterne sono in parte intonacate ed in parte presentano un paramento in pietra faccia a vista. L’intera fabbrica è coperta da un tetto a capanna le cui falde sono ordite su delle capriate in legno di ginepro, rustiche per il loro contorto andamento. A Segariu, due volte ogni anno, il lunedi vicino al 13 giugno ed il primo lunedì di settembre, si svolgono i Festeggiamenti in onore di Sant’Antonio, durante i quali, dopo la messa e Sa Cabada de su Santu e la processione per le vie del paese, quando il simulacro del Santo viene condotto nella chiesa romanica a lui dedicata, con una festosa processione di devoti e di carri trainati da buoi ornati con festoni di fiori. Durante i festeggiamenti vengono proposti per la degustazione prodotti e piatti tipici della tradizione locale. Una volta terminate le giornate celebrative, il Santo torna al paese dove in sacerdote dà la benedizione eucaristica, cui segue l’ultima processione dei fedeli che si mette in fila per toccare il simulacro per il saluto finale. Nell’area archeologica si trova il nuraghe complesso di Sant’AntonioPassato il cancello che porta alla chiesa, proseguiamo per una ventina di metri e prendiamo a destra la via San Michele, la seguiamo e, poco più avanti, si vede alla sinistra della strada il recinto, all’interno del quale si trova l’Area archeologica di Sant’Antonio, al cui interno si individuano i resti degli insediamenti nuragici e delle rifrequentazioni storiche del sito, strettamente connesso al nuraghe. All’interno dell’area archeologica si trovano i resti del Nuraghe di Sant’Antonio anch’esso è stato oggetto di numerose campagne di scavo archeologico, a cui si deve la raggiunta leggibilità delle strutture e la conferma del complesso riutilizzo subìto dall’area nel corso dei secoli. Eretto in blocchi calcarei e marnacei a 112 metri di altezza, si tratta di un nuraghe complesso che presenta un impianto planimetrico quadrilobato, con una torre centrale e bastioni con quattro torri esterne aggiunte, orientate ai punti cardinali. Di esso rimangono oggi solamente la base delle strutture. Il settore orientale a ridosso del nuraghe, e parte dei suoi settori interni, hanno restituito evidenti testimonianze di un ampio e interessante insediamento di fase tardo punica. L’area è stata oggetto di scavi dal 1994 al 2000, ed attualmente è in fase di realizzo una nuova importante campagna di scavo. Il nuraghe, come tutta l’area archeologica, non sono attualmente visitabili, dato che sono recintati, con un cartello che indica il divieto di accesso. La Cave di Costa Faccia Bidda e la falesia di Costa MannaSeguendo la via Roma verso ovest, presa la SS547 di Guasila in direzione di Furtei, evitiamo la deviazione verso destra sulla SP43 che porta verso Villamar e proseguiamo dritti, dopo poche decine di metri prendiamo la deviazione a sinistra in salita, che, dopo poco più di cinquecento metri, ci porta alla Cava Settentrionale di Costa Faccia Bidda che si trova in posizione sottoelevata rispetto la cava meridionale, e nella quale sono aperti i cantieri Aprica e CE.DE.M.. Seguendo, invece, la via Roma verso est, percorsa per trecentocinquanta metri dallo svincolo dove si prende la SP43, prendiamo a destra, ossia verso sud est, la via torrente, che, dopo poco più di settecento metri, ci porta alla Cava Meridionale di Costa Faccia Bidda più ampia rispetto alla Cava Settentrionale. All’estremo occidentale delle aree delle due Cave, si trova la Punta Manna, di una altezza di 325 metri, situata ai confini tra il territorio comunela di Segariu e quello di Furtei. Subito sotto la punta Manna, le Falesie di Punta Manna alte falesie che si dirigono da nord ovest a sud est. Nella falesia di Punta Manna, a 19 metri dal terreno, si apre la Grotta di Sa punta Manna, un ampio grottone con sul fondo due ambienti di piccole dimensioni privi di concrezioni. La grotta è raggiungibile solo dall’alto. I resti del villaggio prenuragico di Costa Faccia BiddaNell’area centrale della Cava Meridionale, a nord, quasi ai limiti con la Cava Settentrionale, nel 2007, durante i lavori di estrazione e in seguito a una campagna di scavi, sono emersi i resti del Villaggio prenuragico di Costa Faccia Bidda ossia di un villaggio del Neolitico composto da cinque capanne, macine vasellame e numerosissime tracce della lavorazione dell’ossidiana, utilizzata per la fabbricazione di frecce e lance. Attualmente i resti delle capanne sono stati trasferiti e perfettamente ricostruiti all’interno dell’area archeologica di Sant’Antonio, nei pressi del nuraghe Sant’Antonio. I resti del nuraghe semplice Fraga MorusDal centro di Segariu, prendiamo verso sud est la via Roma, che passa accanto al Cimitero, ed esce dall’abitato con il nome di SS547 di Guasila. Passato il Cimitero, seguiamo la SS547 di Guasila, attraversiamo la rotonda e proseguiamo dritti, fino ad arrivare a cinquecento metri dal Cimitero, dove prendiamo la deviazione verso destra. Seguita questa deviazione per trecentocinquanta metri, vediamo un sentiero sulla destra, lo prendiamo e questo sentierao ci porta sopra un’altura, dove si trovano i resti del Nuraghe Fraga Morus un nuraghe semplice, monotorre, edificato a 201 metri di altezza, del quale non rimangono che le rovine dei muri periferici. Il Castello di Sa Moba ’e su CastedduDalla SS547 di Guasila, presa verso destra la deviazione che ci ha portati a vedere il nuraghe Fraga Morus, proseguiamo dritti. Al termine della deviazione, a poco più di due chilometri da dove la abbiamo imboccata, si vedono su un’altura le rovine del Castello di Sa Moba ’e su Casteddu. L’antico maniero giudicale di forma troncoconica, risalente all’alto medioevo, è stato edificato in cima ad un colle, una roccaforte naturale, dalla quale è possibile osservare un panorama mozza fiato, che va dal Castello di las Plassas, fino alla Sella del Diavolo di Cagliari. I resti della necropoli di Sa TumbaTra i resti archeologici che si trovano nell’area Comunale di Segariu, ai confini con quella di Furtei, si trova la Necropoli di Sa Tumba che è più facilmente raggiungebile da Furtei, mentre da Segariu è difficile da raggiungere. Dalla SS547 di Guasila, invece di prendere la deviazione verso destra che ci porta a vedere il nuraghe Fraga Morus ed il Castello, prendiamo subito alla sinistra della deviazione una sterrata che parte quasi parallela alla strada statale, la seguiamo per cinquecento metri, arriviamo a un bivio dove prendiamo a destra, dopo un chilometro e quattrocento metri al bivio successivo prendiamo di nuovo a destra, e seguiamo questa sterrata evitando le deviazioni per tre chilometri e settecento metri. Qui un sentiero sulla destra porta in più di cinquecento metri alle domus de janas che costituiscono la necropoli. La necropoli è composta da quattro domus de janas. I è la più ampia e più bella, con un pilastro all’interno, che si trova probabilmente già in territorio di Furtei. Un poco più a nord est si trova la II, situata in località Sa Gisterra, il nome della località, che tradotto significa cisterna, deriva probabilmente dal fatto che questa domus risulta in tutti i periodi dell’anno colma d’acqua. Ancora più a nord rispetto a questa, si trovano la III e la IV. La prossima tappa del nostro viaggioNella prossima tappa del nostro viaggio, proseguiremo la visita della Marmilla e da Segariu andremo a visitare Villamar che vedremo con il suo centro dove si trova la chiesa romanica di San Pietro, sotto la quale erano presenti la necropoli e l’insediamento punico di San Pietro. |