Bauladu con la Chiesa parrocchiale di San Gregorio, il sito archeologico di Santa Barbara ed il Nuraghe Crabia
In questa tappa del nostro viaggio da Milis ci recheremo a Bauladu che visiteremo con il suo centro nel quale si trova la Chiesa parrocchiale di San Gregorio Magno, ed i dintorni dove si trovano il sito archeologico di Santa Barbara de Turre ed il Nuraghe Crabia. La regione storica del Campidano di OristanoIl Campidano è la grande pianura della Sardegna sud occidentale compresa tra il golfo di Cagliari e quello di Oristano, ha una lunghezza di circa cento chilometri e presenta la massima altitudine di settanta metri sul mare. Deve le sue origini al colmarsi di una depressione geologica terziaria da parte di sedimenti marini, fluviali e vulcanici. Sono frequenti gli stagni costieri con acque salmastre, nell’angolo nord ovest della regione sfocia il fiume Tirso, che contribuisce all’irrigazione del Campidano, la rete idrografica è inoltre formata da piccoli Torrenti. La principale risorsa è l’agricoltura e si coltivano specialmente grano, viti, olivi, frutta e agrumi. In particolare, il Campidano di Oristano è una regione della Sardegna occidentale il cui territorio apparteneva anticamente al Giudicato d’Arborea. Si sviluppa interamente nella Provincia di Oristano, e comprende i comuni di Arborea, Baratili San Pietro, Bauladu, Cabras, Marrubiu, Milis, Narbolia, Nurachi, Ollastra, Oristano, Palmas Arborea, Riola Sardo, San Nicolò d’Arcidano, San Vero Milis, Santa Giusta, Siamaggiore, Siamanna, Siapiccia, Simaxis, Solarussa, Terralba, Tramatza, Uras, Villaurbana, Zeddiani e Zerfaliu. È un territorio caratterizzato dalla presenza di zone umide di altissimo interesse naturalistico, con specie faunistiche rare In viaggio verso BauladuDal centro di Milis, prendiamo verso ovest la via Sant’Agostino ed, arrivati allo svincolo, usciamo verso sud con la SP15 che si dirige verso Tramatza, percorsi settecento metri svoltiamo a sinistra sulla SP9 che dopo quasi quattro chilometri ci porta all’interno dell’abitato di Bauladu. Dal Municipio di Milis a quello di Bauladu si percorrono 5.3 chilometri. Il comune chiamato BauladuIl comune di Bauladu (nome in lingua sarda Baulau, altezza metri 38 sul livello del mare, abitanti 649 al 31 dicembre 2021) è un piccolo centro della Provincia di Oristano che si estende sulle pendici collinari dell’altopiano basaltico di Abbasanta, delimitato a nord dai contrafforti del Montiferru e a sud dalla pianure dell’alto Campidano, una zona ricca di sorgenti e molto fertile. Si tratta di un comune di pianura, di origine nuragica che in periodo medioevale era ubicato nella curatoria del Campidano di Milis, con un’economia basata soprattutto su allevamento e agricoltura. Il territorio comunale presenta un profilo geometrico ondulato, con variazioni altimetriche non molto accentuate, che vanno da un minimo di 17 a un massimo di 206 metri sul livello del mare. Origine del nomeIl nome Bauladu è un composto del sardo Bau che indica un guado, e di Lau ossia Ladu con il significato di largo, e significa letteralmente Guado largo, con riferimento al passaggio o guado del rio Cispiri che ne attraversa il territorio e scorre a poco più di mille metri dall’abitato. La sua economiaIl settore primario dell’economia locale è basato sull’agricoltura, che rappresenta una fonte di sostentamento importante per la popolazione, con le coltivazioni più diffuse quelle di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, vite, frutteti e olivo; e si pratica anche l’allevamento, in particolare di bovini, suini, ovini, caprini e equini. Per quanto rigurda il settore secondario non vi è stato praticamente alcuno sviluppo industriale, fatta eccezione per una piccola impresa edile. Neanche il terziario assume dimensioni rilevanti. La stupenda vista che si gode dall’abitato insieme al prezioso patrimonio archeologico, rappresentano una ragione sufficiente per attirare un discreto flusso turistico. L’apparato ricettivo, comprendente vari agriturismi, offre possibilità di ristorazione e, in minor misura, di soggiorno. Brevi cenni storiciIl terrritorio è stato abitato già in epoca nuragica e la prima testimoninza è rappresentata dal Nuraghe San Lorenzo. Al periodo romano, identificato in quest’area, risalirebbe il toponimo Ad Vadum latum, primitivo stanziamento di Bauladu. Il borgo nel Medioevo appartiene al Giudicato di Arborea e fa parte della curatoria di Parte Milis. I monaci Camaldolesi giungono nel Giudicato di Arborea nel 1130 circa, quando Costantino I d’Arborea dona loro i territori di Bonarcado, ed anche il territorio di Bauladu faceva parte della donazione. La villa il maggior impulso sociale, economico e culturale lo ottiene all’inizio del tredicesimo secolo ad opera dei monaci, i quali reggono un monastero con annesso ospizio e lazzaretto. Alcuni tra i maggiori storici dell’Isola, fraintendendo i riferimenti cronologici contenuti nelle fonti documentarie, sostengono che un giudice d’Arborea Costantino II de Serra, in realtà mai esistito, che sarebbe stato figlio di Ugone I, nel 1224 sarebbe stato ricoverato insieme alla consorte Anna presso il lazzaretto, dopo di che Bauladu avrebbe seguito le sorti del Giudicato di Arborea, anche sotto l’aspetto giuridico e militare. In ogni caso, dopo varie vicende belliche che vedono come protagoniste le case regnanti di Arborea e di Aragona insieme a un contingente di armati di Bauladu, nel 1388 viene firmata la pace tra Eleonora d’Arborea e Giovanni I di Aragona, sottoscritta anche da dieci giurati, con a capo il loro Maiore de villa Pietro Scalas. Secondo la maggior parte degli storici, nel 1410 alla caduta del Giudicato Bauladu sarebbe stato incluso nel marchesato di Oristano e già dal 1420 sarebbe passato sotto il dominio aragonese. Nel 1767 viene incorporato nel Marchesato d’Arcais, feudo dei Flores Nurra, ai quali viene riscattato nel 1839 con la soppressione del sistema feudale, per divenire un comune autonomo amministrato da un sindaco e da un consiglio Comunale. Nel 1927 il comune perde la sua autonomia e viene aggregato, come frazione, al comune di Milis, dal quale nel 1946 viene nuovamente separato. Il comune di Buladu nel 1974, dopo la creazione della Provincia di Oristano, viene trasferito dalla Provincia di Cagliari, alla quale precedentemente apparteneva, a quella di Oristano. Le principali feste e sagre che si svolgono a BauladuA Bauladu sono attivi il gruppo folk dell’Associazione Turistica Pro Loco di Bauladu, il Gruppo Folk Tradizioni Popolari di Bauladu e l’Associazione Balletto Folkloristico di Bauladu, che si esibiscono nelle feste che si tengono nel comune ed anche il altre località, e nelle cui esibizioni è possibile ammirare il costume tradizionale di Bauladu. Tra le principali feste e sagre che si svolgono a Bauladu meritano di essere menzionate a febbraio, il Carnevale; a metà aprile, il festival letterario Ananti de Sa Ziminera, ossia avanti al caminetto, un festival letterario che si propone di rievocare il tempo del racconto attorno al focolare, che propone un ricco cartellone con incontri letterari, musica d’autore e degustazioni nelle case campidanesi; il 15 maggio la Festa di Santa Vittoria, la più sentita da bauladesi, che oltre ai riti sacri, prevede anche l’accensione di un grande falò; il 24 giugno, la Festa di San Giovanni Battista, protettore dei pastori, che prevede una processione religiosa in costume con partecipazione di numerosi cavalieri, che si sfidano in gare e prove d’abilità; in concomitanza con la Festa di San Giovanni Battita si svolge la Sagra della pecora e del formaggio, che propone una cena a base di carne di pecora, amici e musica tradizionale sarda; i primi di agosto il Bauladu Music Festival; il 10 agosto, la Festa di San Lorenzo, alla quale segue l’11 agosto la Festa dell’Emigrato; il 3 settembre, la Festa di San Gregorio Magno che è la Festa patronale di Bauladu. Visita del centro di BauladuL’abitato, caratterizzato da case con architravi lavorati, è interessato da una forte crescita edilizia. A breve distanza dall’abitato di Bauladu, la SP9 proveniente da Milis arriva a uno svincolo, dove evitiamo la prima deviazione nella Complanare ovest sulla destra, ed imbocchiamo invece la rotonda nella quale, seguendo le indicazioni, prendiamo verso destra la sopraelevata all’inizio della quale si trova il cartello segnaletico che indica l’ingresso in Bauladu. Percorsa tutta la sopravelevata, dopo circa trecento metri la SP9 va ad immettersi nella strada che nell’abitato assume il nome di via Leonardo de Alagon. La Chiesa parrocchiale di San Gregorio MagnoArrivati sulla via leonaro Alagon, la seguiamo e dopo circa centottanta metri la strada si immette sulla piazza Giovanni Maria Angioy, che si sviluppa sulla destra. In questa piazza, sulla sinistra, si affaccia la Chiesa di San Gregorio Magno che è la parrocchiale di Bauladu e rappresenta l’apice artistico dell’architettura bauladese. Al suo interno sono identificabili i diversi stili che hanno caratterizzato il monumento dalla sua fondazione in età giudicale. I primi documenti in cui viene nominata questa Chiesa sono sicuramente vicini, per datazione, alla costruzione della Chiesa stessa. Si tratta di alcune schede del Condaghe di Santa Maria di Bonarcado e, più precisamente, della scheda numero 37 del 1205, che registra la donazione ai Camaldolesi delle proprietà di Thomas de Madrona, alcune delle quali in territorio Bauladese, nella quale non viene nominata né la villa, né il priorato di San Gregorio, e della scheda numero 173 del 1228, nella quale invece viene nominato un priore di Bauladu. La costruzione si può dunque collocare con sicurezza tra queste due date. Edificata in stile romanico, presenta una bella facciata con pietre a vista, e l’originaria struttura duecentesca può ricostruirsi in una semplice aula a navata unica. Gli unici abitanti del territorio Bauladese negli anni a cavallo tra il Duecento e il Trecento sono i monaci del convento Camaldolese di San Lorenzo, e un discreto numero di dipendenti del monastero e di uomini liberi esterni ad esso. Una popolazione piuttosto numerosa era inoltre stanziata agli inizi del tredicesimo secolo a Santa Barbara de Turre, ma a causa di una forte epidemia di peste, nei primi decenni dello stesso secolo, gli abitanti di Santa Barbara de Turre devono rifugiarsi nel vicino convento camaldolese di San Lorenzo, contribuendo ad accrescere la popolazione e l’importanza di Bauladu nel periodo medioevale. La Chiesa è stata in seguito ristrutturata, ed il portale è sormontato da un rilievo in calcare rappresentante la Vergine col Bambino tra due angeli, opera di rilevante interesse artistico in stile gotico catalano del tardo cinquecento, che ha ispirato nel tempo l’immaginario collettivo il quale ha attribuito la decorazione alle leggendarie tre Damas cugurras, donne medievali provenienti da Santa Barbara de Turre. La Chiesa parrocchiale conserva al suo interno, in una cappella, una scultura lignea di particolare importanza che rappresenta la Madonna della Neve col Bambino, dorata e policroma, attribuita ad un intagliatore seicentesco appartenente alla Scuola napoletana o di Scuola spagnola. Presso questa Chiesa, a Bauladu ogni anno si svolge il 3 settembre la Festa patronale di San Gregorio Magno che attira visitatori anche dai dintorni, con cerimonie religiose e manifestazioni civili. Il nuovo Municipio e l’ex Municipio di BauladuLa via Leonardo de Alagon ci ha portati nella piazza Giovanni Maria Angioy, sulla quale, passata la Chiesa parrocchiale di San Gregorio Magno, proseguiamo con la via Giorgio Asproni. Ad angolo subito prima dell’inizio della via Giorgio Asproni, parte sulla destra la via Antonio Gramsci lungo la quale, dopo una trentina di metri, si vede alla sinistra al civico numero 3 l’edificio che ha ospitato fino al 2013 il Vecchio Municipio di Bauladu, e dopo un’altra trentina di metri, sempre alla sinistra al civico numero 7, si vede l’edificio che ospita il Nuovo Municipio, con la sua sede e con gli uffici che forniscono i loro servizi agli abitanti del paese. L’Anfiteatro di BauladuDalla piazza Giovanni Maria Angioy dove si trova la Chiesa parrocchiale di San Gregorio Magno prendiamo la via Giorgio Asproni, la seguiamo per una settantina di metri, poi svoltiamo a destra nella via San Lorenzo, alla sinistra della quale si vedono i giardini del parco di San Lorenzo, che costeggia la Chiesa di San Lorenzo Martire. Seguiamo la via San Lorenzo per centosessanta metri, poi svoltiamo a sinistra nella via dei Martiri di Buggerru, e appena una ventina di metri più avanti si vede, alla sinistra della strada, l’Anfiteatro di Bauladu, il quale ospita diversi tra gli eventi che si svolgono ogni estate a Bauladu. Tra questi eventi il più significativo è, a fine luglio o ai primi di agosto, il Bauladu Music Festival, nato nel 2008 dalla volontà della Consulta Giovani Bauladu, affermandosi ben presto come uno degli eventi più attesi nel panorama dell’estate musicale in Sardegna. La Chiesa di San Lorenzo MartirePassato l’Auditorium, lungo la via dei Martiri di Buggerru poco più avanti si vedono, alla sinistra della strada, le diverse vie di accesso che permettono di salire sul colle, sopra il quale si trova la Chiesa di San Lorenzo Martire, che è la più antica Chiesa bauladese ancora esistente, costruita dietro un bel giardino e seminascosta da un muraglione situato dietro il Cimitero vecchio. La sua costruzione avviene ad opera di monaci Camaldolesi del monastero di Santa Maria di Bonarcado, dal quale dipendevano il convento e l’ospizio prima esistenti nella stessa struttura. In origine la Chiesa doveva essere dedicata a San Nicola, ma il suo nome e quello della zona vennero cambiati in San Lorenzo. Non esistono documenti che consentano una datazione precisa della Chiesa, per questo è necessario ricorrere alle testimonianze archeologiche e alle notizie della tradizione orale. Tali fonti collocano la costruzione della stessa tra gli ultimi decenni del dodcesimo e i primi del tredicesimo secolo, l’edificio presenta infatti affinità con altre Chiese del periodo giudicale e, inoltre, la Chiesa di San Lorenzo appare certamente più antica di quella di San Gregorio Magno, costruita tra il 1205 ed il 1228. Allo stile dell’epoca risale il lembo inferiore del prospetto in conci squadrati di basalto, arenaria e trachite verde. Di grande interesse artistico è l’altare ligneo del presbiterio, probabilmente di arte barocca. Ogni anno a Bauladu, presso la Chiesa di San Lorenzo Martire, il 10 agosto si svolge la Festa di San Lorenzo. Per quanto riguarda i festeggiamenti religiosi, dall’1 al 9 agosto si tengono le messe serali, seguite dall’esecuzione della novena. Quindi la mattina del giorno 10, che è il giorno della festa, si svolge la processione dalla Chiesa di San Lorenzo nella Chiesa parrocchiale, e a seguire la messa nella parrocchia. Poi la mattina successiva c'è il rientro del Santo dalla Chiesa parrocchiale alla Chiesa di San Lorenzo. I festeggiamenti civili, nell’Anfiteatro Comunale, prevedono la sera dei due giorni festivi diverse manifestazioni, compresi spettacoli musicale ed i balli in piazza. E subito dopo, iil giorno successivo, a Bauladu si tiene anche la Festa dell’emigrato, con la sfilata per le vie del paese di adulti e bambini in abito tradizionale, e la sera presso l’Anfiteatro Comunale spettacoli musicali. Il vecchio Cimitero di Bauladu ed il Nuraghe San LorenzoIntorno alla Chiesa di San Lorenzo si trova il Vecchio Cimitero di Bauladu, che è stato utilizzato fino agli anni quaranta del Novecento. Confinante con il muro di cinta del vecchio Cimitero, ad est, si vedono i resti del Nuraghe San Lorenzo, un Nuraghe monotorre edificato con materiale non determinato a 49 metri di altezza. Il Cimitero nuovo di BauladuDalla piazza Giovanni Maria Angioy dove si trova la Chiesa parrocchiale di San Gregorio Magno prendiamo la via Giorgio Asproni, la seguiamo per circa duecento metri e prediamo a sinistra la via Putzigheddu, poi subito a destra, seguendo le indicazioni per la Chiesa di Santa Vittoria e per il Nuraghe Santa Barbara, il vico Putzigheddu che esce dall’abitato come la strada Comunale che porta a Villanova Truschedu. Seguita questa strada per trecento metri, si vede alla destra il muro di cinta con il cancello di ingresso del nuovo Cimitero Comunale di Bauladu. La Palestra ComunaleDa dove siamo entrati a Bauladu con la la SP9 proveniente da Milis, percorsa tutta la sopravelevata, dopo circa trecento metri la SP9 va ad immettersi nella strada che nell’abitato assume il nome di via Leonardo de Alagon. Qui, invece di procedere dritti, svoltiamo tutto a sinistra e prendiamo la via Leonardo de Alagon in direzione inversa, e dopo poche decine di metri, alla destra della strada al civico numero 9, si trova l’ingresso della Scuola elementare. All’interno di questo complesso scolastico, si trova la Palestra Comunale di Bauladu, non dotata di tribune per il pubblico, nella quale è possibile praticare come discipline la pallacanestro, la pallavolo, ed attività ginnico motorie. Il Campo Sportivo ComunaleDa dove siamo entrati a Bauladu con la la SP9 proveniente da Milis, percorsa tutta la sopravelevata, dopo circa trecento metri la SP9 va ad immettersi nella strada che nell’abitato assume il nome di via Leonardo de Alagon. Qui, proseguendo dritti, dopo una cinquantina di metri svoltiamo a sinistra e prendiamo il viale della Libertà, percorsi centosettanta metri svoltiamo a sinistra in via Enrico Berlinguer, dopo una settantina di metri prendiamo a destra la via Arruga su Murazzolu e, percorso un centinaio di metri, vediamo alla sinistra della strada il cancello di ingresso del Campo Sportivo Comunale. Al’interno di questo complesso sportivo, si trova un Campo da Calcio, con fondo in erba naturale, non dotato di tribune per gli spettatori. Accanto al Campo da Calcio, è presente anche un Campo da Tennis, anch’esso non dotatto di tribune. Visita dei dintorni di BauladuVediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Bauladu, sono stati portati alla luce i resti delle Tombe di giganti Senadrozzu, Zrighidanu, Zrighidanu II; del Protonuraghe Santa Vittoria; dei Nuraghi complessi Attus, Martinzanu, Mura Crabas, Mura Figus, Mura Prochilis, Ois, Santa Barbara, Zinnuri; dei Nuraghi semplici Ainzu, Mura Cresia, San Lorenzo; dei Nuraghi Crabia, Mascherza, Monti, Oliedu, Santu Martenas, Zeurras, Zrighidanu di tipologia indefinita. La Chiesa campestre di Santa VittoriaDal centro di Bauladu prendiamo la via Giorgio Asproni, poi deviamo sulla strada Comunale per Villanova Truschedu, la seguiamo passando dopo trecento metri davanti al Cimitero nuovo e proseguiamo. Percorsi appena centotrenta metri, vediamo alla sinistra della strada partire tra la vegetazione un sentiero che in circa quattrocento metri porta sulla sommità di una collinetta sulla quale sorge la piccola Chiesa campestre di Santa Vittoria. La Chiesa è stata ricostruita nel 1973, ma è comunque presente un altare in muratura residuo della Chiesa preesistente. La facciata è molto scarna, è intonacata e non presenta alcun elemento decorativo a parte due piccoli pinnacoli ed una croce in trachite. Ha un portone e una finestra a mezzaluna e la copertura è a capanna. Le murature sono intonacate e chiare e la copertura è in laterocemento a due falde. Una cornice corre a circa metà dell’altezza delle murature laterali. All’interno è ad aula unica, ed è completamente spoglia. Il presbiterio è sollevato di un gradino ed occupa la parte di fondo della navata. In esso è presente un altare in muratura con tre nicchie sulla parte soprastante. il pavimento è in ceramica ed è piuttosto degradato. Presso questa Chiesa campestre, ogni anno il 15 maggio si celebra la Festa di Santa Vittoria, la più sentita da bauladesi. In occasione della sua festa, la statua della Santa viene portata in processione dalla Chiesa parrocchiale di San Gregorio Magno alla piccola Chiesa campestre, ed in occasione della Festa vengono portati anche gli arredi necessari per la celebrazione canonica. La festa, oltre ai riti sacri, prevede anche l’accensione di un grande falò in prossimità della Chiesa. In concomitanza con la Festa di Santa Vittoria, a Nauladu si svolge il concorso Case fiorite per Santa Vittoria, iniziativa che ha l’obiettivo di contribuire al miglioramento della qualità dell’ambiente urbano, promuovere la cultura del verde, abbellire il paese, coinvolgere la cittadinanza e valorizzare il patrimonio del paese. Il parco archeologico di Santa Barbara con la domus de janas ed il Nuraghe omonimoLa tradizione indica che a Santa Barbara de Turre, dove sopravvivono resti archeologici, sorgesse il più antico insediamento di Bauladu abbandonato in seguito a un’epidemia. Gli abitanti scampati alla peste, passarono sotto la protezione dei camaldolesi, fondatori delle Chiese di San Lorenzo Martire e di San Gregorio Magno. Per raggiungere i resti archeologici presenti in questa località dal centro di Bauladu prendiamo la via Giorgio Asproni, poi deviamo sulla strada Comunale per Villanova Truschedu, la seguiamo passando dopo trecento metri davanti al Cimitero nuovo e proseguiamo. Percorso quasi un chilometro lungo questa strada Comunale, troviamo una deviazione in una strada bianca sulla sinistra con le indicazioni per l’importante sito archeologico Santa Barbara de Turre. Percorsi circa duecento metri, svoltiamo destra e, dopo altri circa trecento metri, raggiungiamo immerso nella cornice di un oliveto centenario il parco archeologico di Santa Barbara de Turre, sito di inestimabile valore che mostra molteplici testimonianze della millenaria storia della Sardegna. La prima attestazione della presenza dell’uomo nel territorio di Bauladu appartiene alla piccola domus de janas scolpita nel sito di Santa Barbara, che è un monumento funerario risalente alla Cultura di Ozieri sviluppatasi nel Neolitico Finale, il periodo che si sviluppa secondo la cronologia calibrata tra il 4000 ed il 3200 avanti Cristo e secondo la datazione tradizionale tra il 3200 ed il 2800 avanti Cristo. Sulla sommità della collina basaltica, che domina verso ovest il Campidano di Oristano, si trovano i resti del Nuraghe complesso di Santa Barbara, edificato in materiale non determinato a 56 metri di altezza, che l’archeologo Torquato Taramelli ha riferito ai suoi tempi essere già completamente demolito, ma che invece è tuttora presente sul posto. È un esempio di Nuraghe complesso con struttura a tancato, costituito da due torri circolari, una maggiore originaria e una minore aggiunta successivamente, raccordate da una cortina muraria che racchiude un cortile, delimitato da pietre conficcate. Si accede alla torre maggiore attraverso un ingresso architravato e un corridoio che presenta a sinistra una scala elicoidale e a destra una nicchia. La camera interna, di ben sette metri di diametro, è chiusa da una volta a tholos quasi intatta, in cui sono ricavate due nicchie contrapposte. Al centro del pavimento si vede un focolare, in cima alla parete un’altra scala che conduce a una celletta secondaria. Nell’area sottostante la struttura polilobata, è possibile vedere i resti del Villaggio prestorico. Tra gli elementi più significativi del villaggio si può vedere una capanna cultuale detta la rotonda, con vasca a due settori e con sedile isodomo, e degna di nota è inoltre anche un’ampia capanna delle riunioni. Sono state evidenziate non solo strutture abitative e importanti elementi relativi alla vita quotidiana, ma anche strutture di tipo cerimoniale e spazi comunitari. Consentirono anche di ottenere informazioni di grandissima importanza in relazione all’economia agropastorale e alle attività artigianali che caratterizzavano l’insediamento. l’area archeologica con il Nuraghe ed il villaggio preistorico vanta un’occupazione ininterrotta fino al Basso Medioevo. Scavi archeologici in quest'area sono stati condotti dal 1986 al 1989 affidati all’Università di los Angeles con la direzione di lenore J. Gallin, ed in seguito sono ripresi dal 2018 al 2020 sotto la direzione dell’archeologo Giuseppe Maisola. I resti della Stazione ferroviaria dismessa di Bauladu e MilisUsciamo verso est con il viale delle Libertà che diventa la via Mannu e, fuori dall’abitato, diventa la SP9. La seguiamo per circa due chilometri, fino a che alla sinistra della strada troviamo la Ex Stazione ferroviaria di Bauladu-Milis una stazione posta sulla Dorsale Sarda, dopo la stazione di Solarussa e prima di quella di Paulilatino. Le origini dell’impianto si riconducono alla fase di costruzione della Dorsale Sarda nella seconda metà dell’ottocento, a cura della Compagnia reale delle Ferrovie Sarde, che apre la stazione di Bauladu nel 1880, in contemporanea con l’inaugurazione del tronco tra Oristano e Giave. Nel 1920 la stazione passa alla gestione delle Ferrovie dello Stato, e si registra un primo cambio di denominazione, che prende il nome di stazione di Milis, di cui Bauladu era diventata frazione nel 1928, nome che viene mantenuto sino all’immediato dopoguerra, quando la stazione viene ribattezzata con la doppia denominazione di Bauladu Milis, conseguenza della ritrovata autonomia amministrativa di Bauladu dal 1946. Dal 2001 le competenze passano dalle Ferrovie dello Stato alla controllata RFI, nella prima metà degli anni duemila lo scalo viene disabilitato al servizio viaggiatori, rimanendo attivo come semplice località di servizio. I resti del Nuraghe Crabia di tipologia indefinitaDal centro di Bauladu prendiamo verso nord ovest la via laonardo Alagon che ci porta allo svincolo, dove prendiamo la seconda uscita che ci porta sulla Complanare ovest, la seguiamo per un chilometro e seicento metri, e la Complanare ovest svolta leggermente a sinistra e diventa la vecchia SS131 di Carlo Felice. Proseguendo per un altro chilometro e seicento metri, vediamo sulla sinistra su una collina boscosa il Nuraghe Crabia, un’imponente edificio molto ben conservato, che è uno del Nuraghe più importanti della regione storica dell’Oristanense. Si tratta di un Nuraghe di tipologia indefinita, probabilmente un monotorre, edificato in materiale indeterminato a 77 metri di altezza, che conserva ancora oggi i due piani sovrapposti e la volta a ogiva intatta. Il Nuraghe Crabia è quasi unico nel suo genere, in quanto nella camera centrale vi sono ben due rampe di scale che permettono l’accesso al piano superiore. La prima è molto ben visibile dall’ingresso, dalla volta a ogiva, e sale in senso orario fino al secondo piano, senza interruzioni. La seconda è invece più nascosta e porta dapprima al piano mezzanino, utilizzato come deposito o ripostiglio. Dal Nuraghe Crabia, costruito sopra un leggero colle, si può godere di un panorama mozzafiato che abbraccia la vallata sottostante, oggi adibita al pascolo e ad uliveto, e che nelle giornate serene permette di intravedere anche la costa. La prossima tappa del nostro viaggioNella prossima tappa del nostro viaggio da Milis ci recheremo a Tramatza che visiteremo con il suo centro dove si trova la Chiesa parrocchiale dedicata ai Santi Maria Maddalena, Salvatore e Geminiano, e con i dintorni nei quali si trovano i resti del ponte romano sul rio Cispiri. |