Tramatza con la Chiesa parrocchiale dedicata alla Santa Maria Maddalena e con il ponte romano sul rio Cispiri
In questa tappa del nostro viaggio da Milis ci recheremo a Tramatza che visiteremo con il suo centro dove si trova la Chiesa parrocchiale dedicata ai Santi Maria Maddalena, Salvatore e Geminiano, e con i dintorni nei quali si trovano i resti del ponte romano sul rio Cispiri. La regione storica del Campidano di OristanoIl Campidano è la grande pianura della Sardegna sud occidentale compresa tra il golfo di Cagliari e quello di Oristano, ha una lunghezza di circa cento chilometri e presenta la massima altitudine di settanta metri sul mare. Deve le sue origini al colmarsi di una depressione geologica terziaria da parte di sedimenti marini, fluviali e vulcanici. Sono frequenti gli stagni costieri con acque salmastre, nell’angolo nord ovest della regione sfocia il fiume Tirso, che contribuisce all’irrigazione del Campidano, la rete idrografica è inoltre formata da piccoli Torrenti. La principale risorsa è l’agricoltura e si coltivano specialmente grano, viti, olivi, frutta e agrumi. In particolare, il Campidano di Oristano è una regione della Sardegna occidentale il cui territorio apparteneva anticamente al Giudicato d’Arborea. Si sviluppa interamente nella Provincia di Oristano, e comprende i comuni di Arborea, Baratili San Pietro, Bauladu, Cabras, Marrubiu, Milis, Narbolia, Nurachi, Ollastra, Oristano, Palmas Arborea, Riola Sardo, San Nicolò d’Arcidano, San Vero Milis, Santa Giusta, Siamaggiore, Siamanna, Siapiccia, Simaxis, Solarussa, Terralba, Tramatza, Uras, Villaurbana, Zeddiani e Zerfaliu. È un territorio caratterizzato dalla presenza di zone umide di altissimo interesse naturalistico, con specie faunistiche rare. In viaggio verso TramatzaDal centro di Milis la via Sant’Agostino, percorsa veso sud ovest, porta allo svincolo, dove prendiamo la SP15 verso sud est in direzione di Solarussa, ed in circa cinque chilometri arriviamo all’interno dell’abitato di Tramatza. Dal Municipio di Milis a quello di Tramatza si percorrono 5.7 chilometri. Il comune chiamato TramatzaIl comune di Tramatza (altezza metri 22 sul livello del mare, abitanti 936 al 31 dicembre 2021) è ubicato nella fertile piana del Campidano. Il terreno è di origine alluvionale, ma affiorano, a tratti, formazioni basaltiche, testimonianza dell’antica attività vulcanica del vicino Montiferru. Il territorio comunale presenta un profilo geometrico regolare, con variazioni altimetriche lievi, che vanno da un minimo di 7 a un massimo di 44 metri sul livello del mare. Il territorio è, inoltre, attraversato dal rio Cispiri affluente del rio di Mare Foghe, che ha avuto un ruolo importante nella storia e nell’economia del paese, in particolare per la produzione di canne, conosciute in tutta l’isola per la loro resistenza. Le si vedono lungo il corso d’acqua, insieme a salici, giunchi e tamerici, habitat di aironi, gallinelle d’acqua e garzette. Vicino al rio Cispirisono stati rinvenuti i resti di un ponte romano, di età compresa fra tarda repubblica e primo Impero. Origine del nomeIl nome del paese trae origine dal fitonimo sardo Tramattsu, che indica la tamerice, l’arbusto che cresce spontaneo nei terreni acquitrinosi e si trova molto abbondante nella zona. La sua economiaSi tratta di un comune di pianura la cui economia si basa soprattutto sull’agricoltura e sull’allevamento. Il settore primario dell’economia locale è l’agricoltura, che rappresenta una fonte di sostentamento importante per la popolazione, e le coltivazioni più diffuse sono quelle di cereali, foraggi, frumento, ortaggi, vite, frutteti e olivo. Si pratica anche l’allevamento, in particolare di bovini, ovini, suini, ovini, equini e avicoli. Il settore secondario, ossia industriale, risulta di dimensioni molto modeste, tuttavia si registrano aziende che operano nei comparti dei materiali da costruzione e dell’edilizia. Il terziario non assume dimensioni rilevanti. Tramatza non costituisce meta di significativo richiamo turistico, pur offrendo a quanti vi si rechino la possibilità di godere delle bellezze dell’ambiente naturale, di effettuare interessanti escursioni nei dintorni, e di gustare i semplici ma genuini prodotti locali. Tanti i piatti tipici a base di legumi, specie fave, cipolle, patate, salsiccia arrosto, pollo e coniglio alla vernaccia, spezzatino con verdure, anguille con il formaggio. E soprattutto i dolci, preparati per feste e cerimonie: amaretti, bianchini, Gueffus, pabassinus de saba, pardulas, pirichitus, pistoccus e sospiri. L’apparato ricettivo offre possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. Brevi cenni storiciNel territorio di Tramatza numerosi reperti indicano la presenza di popolazioni prenuragiche che abitavano sin dal Neolitico due villaggi, a Su Sarrigheddu e a Is launeddas, e seppellivano i defunti nelle domus de janas. Diverse anche le testimonianze nuragiche, in particolare sette Nuraghi, tra cui soprattutto il Mannu. Il nome della villa compare per la prima volta nel 1130 nell’atto di fondazione del monastero di Santa Maria di Bonarcado, ed appartiene alla curatoria di Parte Milis, del Giudicato di Arborea. Nel 1420 alla caduta del Giudicato viene incorporata nel Marchesato di Oristano. Nel 1478, alla definitiva sconfitta degli Arborensi, passòa sotto il dominio aragonese e divenne un feudo. Intorno al 1767, in epoca sabauda, viene incorporato nel Marchesato d’Arcais, feudo dei Flores Nurra, ai quali viene riscattato nel 1839 con la soppressione del sistema feudale, e diviene un comune amministrato da un sindaco e da un consiglio Comunale. Il comune di Tramatza nel 1928 viene aggregato al comune di Milis, dal quale nel 1950 viene nuovamente separato. Il comune di Tramatza nel 1974, dopo la creazione della Provincia di Oristano, viene trasferito dalla Provincia di Cagliari, alla quale precedentemente apparteneva, a quella di Oristano. Le principali feste e sagre che si svolgono a TramatzaA Tramatza non sono attvi gruppi folk. Tra le principali feste e sagre che si svolgono a Tramatza in grado di allietare il borgo e richiamare visitatori dai dintorni, meritano di essere citate, il 15 gennaio la Festa di Sant’Efisio, una Festa popolare della durata tre giorni per la quale la sera della vigilia a lui viene dedicato un grande falò che raccoglie attorno tutta la popolazione e anche numerose persone dei paesi vicini; A maggio si tiene la Festa del pane; il 24 giugno, la Festa di San Giovanni Battista, alla quale è associata la Sagra della pecora; il 22 luglio si celebra la Festa di Santa Maria Maddalena, che è la Festa patronale del paese, molto sentita che viene da sempre organizzata da un comitato di donne; la prima domenica di agosto la Sagra della cipolla, per la quale presso il Campo Sportivo Comunale si può partecipare alla degustazione della cipolla tramatzese cucinata in vari modi e alla serata musicale. Verso la seconda domenica di agosto si svolge il Memorial Isidoro Caria, un grande appuntamento per gli appassionati di cavalli dove i cavalieri si esibiscono in spettacolari pariglie; sempre ad agosto, la Festa dell’emigrante; il primo o secondo sabato di settembre, la Festa di Sant’ Isidoro, per la quale la messa è preceduta dalla processione con i trattori e nei costumi tradizionali, e con tre giorni di festeggiamenti civili che si concludono la domenica sera con uno spettacolo pirotecnico; i primi giorni di novembre, infine, si tiene la Rassegna del vino novello. Visita del centro di TramatzaL’abitato, interessato da una forte crescita edilizia, ha l’andamento altimetrico tipico delle località pianeggianti. Nel centro storico, case tipicamente rurali, in mattoni di terra e paglia essiccati e con caratteristici portali e loggiati, fanno da contorno alla parrocchiale dei Santi Maria Maddalena, Salvatore e Geminiano. Il Cimitero Comunale e la Chiesa di San SaturnoArrivando a Tramatza da Milis con la SP15, passato il cartello segnaletico che indica l’ingresso nell’abitato, la strada provinciale assume il nome di via Vittorio Veneto. Dopo il cartello segnaletico, percorso un centinaio di metri lungo la via Vittorio Veneto, si vede alla sinistra della strada il cancello di ingresso del Cimitero Comunale di Tramatza. Dove oggi sorge il Cimitero, era presente la Chiesa di San Saturno, Santu Sadurru che era il Santo patrono del paese. La Chiesa di San Saturno era la Chiesa parrocchiale della villa di Tramatza, fino al 1388, anno della consacrazione di quella attuale. I numerosi ruderi testimoniano la presenza romana nella zona, e successivamente in epoca bizantina, si presume che Tramatza esistesse già, grazie al ritrovamento di monete e utensili intorno alla Chiesa di San Saturno. Il Campo Sportivo ComunaleProseguendo lungo la via Vittorio Veneto, a centoquaranta metri dal cartello segnatico, svoltiamo a sinistra nella via Valentino Mazzola, la seguiamo per duecento metri e vediamo, alla destra della strada, il cancello si ingresso del Campo Sportivo Comunale. All’interno di questo complesso sportivo, è presente un Campo da Calcio, con fondo in erba naturale, dotato di tribune in grado di ospitare 350 spettatori. Sono presenti, inoltre, un Campo da Calcetto ossia da Calcio a cinque, con fondo in erba sintetica, che non è dotato di tribune; ed un Campo da bocce, nench’esso non dotato di tribune per gli spettatori. La Chiesa San Giovanni BattistaDi fronte a dove parte la via Valentino Mazzola, alla destra della via Vittorio venetro, si trova un ingresso che porta a un prato sul quale si affaccia la Chiesa San Giovanni Battista, edificata nel punto più alto del paese, in prossimità del Cimitero, ed è circondata da ulivi secolari. La Chiesa, risale quasi certamente al 1100, è stata completamente restaurata nel 1988, ed è tornata di recente al culto. La sacrestia è stata invece costruita in epoca più recente, forse nel diciannovesimo secolo. Presenta due porte d’accesso laterali, una sulla fiancata sinistra e l’altra su quella destra, ma solo quella di destra è utilizzabile. L’accesso conserva il portale architravato in conci di tufo e pietrame, mentre gli architravi e gli stipiti della finestra sono in arenaria e tufo. Sopra il portale di ingresso trovava posto un rosone in ferro che è andato distrutto. All’interno la Chiesa di San Giovanni Battista presenta una sola navata, ed al termine di essa si trova l’altare che ha due nicchie laterali, i cui catini hanno decorazioni a conchiglia e riecheggiano lo schema dell’edicola dell’archivietto del Duomo di Oristano. A Tramatza ogni anno il 24 giugno, presso questa Chiesa, si svolge la Festa di San Giovanni Battista, che è il Santo più venerato del paese, nella quale si tiene la processione con il simulacro del Santo, seguita dalle cerimonie religiose e da diverse manifestazioni civili. Tra queste la manifestazione principale è la Sagra della pecora, durante la quale la pecora arrosto viene offerta a tutti i presenti, e con questa Sagra si chiudono i festeggiamenti in onore di San Giovanni Battista. Il Monumento ai CadutiProseguendo verso sud lungo la via Vittorio Veneto, una cinquantina di metri più avanti alla destra della strada si apre uno slargo subito prima dell’incrocio con la via Jenne, all’interno del quale è presente il Monumento ai Caduti di Tramatza in tutte le guerre. Si tratta di un monumento inauguato nel 1963, costituito da tre gradini in marmo, sui quali è appoggiato un basamento in marmo sul quale posa un obelisco anch’esso in marmo, sormontato da un rilievo in bronzo raffigurante un’aquila con le ali spiegate, simbolo della Vittoria. Sulla fronte del basamento è presente un lapida in ricordo dei caduti. La Chiesa parrocchiale dedicata ai Santi Maria Maddalena, Salvatore e GeminianoProsgeundo verso sud lungo la via Vittorio Veneto, passata la via Salvatore Manca lupati si vede, alla sinistra della strada, la Chiesa parrocchiale di Santa Maria Maddalena, dedicata anche a San Salvatore ed a San Geminiano. Secondo una pergamena ritrovata durante la rimozione dell’altare maggiore nel 1885, la consacrazione è avvenuta il 15 settembre del 1388 da parte di Fra Cristoforo de Conventuali di Oristano, su mandato dell’ArciVescovo di Oristano Leonardo. Nel corso dei secoli diciassettesino, diciannovesimo e ventesimo sono stati eseguiti vari restauri. I continui rifacimenti non hanno lasciato nulla dell’antica facciata in pietre rosse e nere, ed un timpano aggiunto ai primi del Novecento nasconde il tetto a doppio spiovente. L’interno austero presenta tre navate, la centrale coperta con capriate lignee le due laterali ornate da antichi fregi raffiguranti angeli e maschere umane. All’interno, della struttura originale, è rimasto solo qualche fregio su pietra adesso isolato nei muri laterali e all’imposta degli archi. Nel restauro del 1956 è andato perso il prezioso altare maggiore ligneo, ritenuto marcio e tarlato, e sostituito da uno in marmo, eliminato dopo l’ultimo restauro. Scomparso anche il retablo della Madonna del Rosario, risalente al quindicesimo secolo circa, in legno dorato e intarsiato a policromia, con decorazioni in rilievo e tre nicchie delimitate da colonne a spirale. Oggi dell’opera rimangono il tabernacolo, nella Cappella dello Spirito Santo, ed una base di colonna usata come fioriera. Nella sagrestia della Chiesa è custodito un sarcofago di epoca giudicale caratterizzato da decorazioni a bassorilievo raffiguranti un putto in procinto di spiccare il volo, ed ai suoi lati due angeli con le ali spiegate, con una croce bizantina ed un turibolo. Due colonnine decorative sugli spigoli reggono un cornicione epigrafico la cui iscrizione doveva iniziare sulla pietra tombale andata perduta. Sui lati sono visibli due scudi, simbolo della casata De Basso, imparentata con gli Aragona. Si ritiene che il sarcofago possa rappresentare presumibilmente la tomba di donnikella Giovanna, figlia di Giovanni de Serra visconte di Bas e nipote di Mariano II, morta ancora bambina, subito dopo la morte del padre. Presso questa Chiesa ogni anno il 22 luglio si celebra la Festa di Santa Maria Maddalena, che è la Festa patronale del paese, molto sentita che viene da sempre organizzata da un comitato di donne. Maria Maddalena, nota come Maria di Magdala, è un personaggio del Vangelo che dopo aver vissuto una vita sregolata da peccatrice, viene liberata da Gesù dai demoni che la possiedono, si converte, la ritroviamo ai piedi della croce con la Madonna ed insieme seppelliscono Gesù, il quale appare a lei la prima volta dopo la resurrezione. I festeggiamenti sono preceduti dalla novena dal 13 al 21 luglio, poi il 22 si svolge la processione e si effettuano le celebrazioni religiose. Dal 20 al 23 si tengono anche le manifestazioni civili che si svolgono principalmente nell’Anfiteatro in piazza Sant’Efisio. L’antico Cimitero e le brocche trovate nel cortile della ChiesaUn tempo la Chiesa era circondata dall’Antico Cimitero, nel quale i fedeli potevano entrare liberamente ad ogni ora. Esso è chiuso da un cancello, che vi era stato posto anche per non farvi entrare gli animali. Solitamente un tempo le Chiese, che erano circondate dal Cimitero, venivano sempre costruite nella periferia dell’abitato, in modo da non far arrivare i loro odori ai cittadini. Nel cortile della Chiesa parrocchiale, durante la pulizia di un vecchio pozzo nell’estate 1997 sono stati ritrovate circa cinquecento brocche, alcune intere e numerosi pezzi di brocche, corna di muflone, corna di cervo, ciotole e oggetti vari. Si tratta in massima parte di materiali riconducibili ad ambito locale, in associazione a qualche raro reperto di provenienza extrainsulare, che permettono di datare il riempimento del pozzo entro l’ultimo quarto del sedicesimo secolo. Tra le produzioni d’importazione si segnalano lustri metallici di area barcellonese, maioliche liguri a smalto berettino, e policrome di montelupo Fiorentino. Le ceramiche di produzione locale sono inquadrabili all’interno di tre classi fondamentali, ossia ceramica depurata priva di rivestimento, ceramica invetriata, ceramica ingobbiata e invetriata. Il MunicipioPassata la Chiesa parrocchiale dedicata ai Santi Maria Maddalena, Salvatore e Geminiano, proseguiamo verso sud con la via Vittorio Veneto e, dopo centoventi metri, incriciamo a sinistra la via Tieste ed a destra la via Tripoli. Svoltiamo a destra nella via Tripoli e vediamo subito, alla destra della strada, al civico numero 2, l’edificio che ospita il Municipio di Tramatza, nel quale si trovano la sua sede e gli uffici che forniscono i loro servizi agli abitanti del paese, ossia la Biblioteca Comunale, Mediateca Comunale ed Archivio Storico Comunale; l’Ufficio Elettorale, A.I.R.E. ed Ufficio Statistica; l’Ufficio responsabile amministrazione Cultura, Spettacolo, Sport e Pubblica istruzione; l’Ufficio del responsabile Finanziario; l’Ufficio del responsabile Tecnico; l’Ufficio Segreteria e Ufficio Protocollo; l’Ufficio Servizi Sociali; lo Sportello Unico per le attività produttive e Commercio; l’Ufficio Tributi ed Economato; l’Ufficio Vigilanza. Il Campo da Tennis della Scuola elementareArrivati con la via Vittorio Veneto all’incrocio con la via Tripoli, prendiamo verso sinistra la via Trieste e la seguiamo per trecentocinquanta metri, fino a vedere alla sinistra della strada l’ingresso dell’Istituto Comprensivo che ospita la Scuola elementare. All’interno di questo complesso scolastico è presente un Campo Sportivo polivalento, che consiste in un Campo da Tennis, il quale non è dotato di tribune per gli spettatori. La Palestra polivalenteSubito dove termina la via Trieste che diventerà la via Enrico Fermi, parte alla destra la via Marconi, all’inizio della quale, alla sinistra, si trova il cancello di ingresso che porta all’edificio che ospita la Palestra polivalente, anch’essa non dotata di tribune, nella quale praticare come discipline la pallavolo, la pallacanestro, ed altre Attività ginnico motorie. Visita dei dintorni di TramatzaPer quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Tramatza, sono stati portati alla luce i resti del Nuraghe semplice Bena Frissa; dei Nuraghi Aurras, Maniei, Mannu, Piccibi, tutti di tipologia indefinita; del Nuraghe Tramatza ormai scomparso. Vediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. A sud dell’abitato scorre il rio CispiriA sud dell’abitato scorre il rio Cispiri, che confluisce nel tratto terminale del rio Mare Foghe, il quale sbocca direttamente nello stagno di Cabras. Per rggiungerlo, dal Municipio di Tramatza prendiamo verso sud la via Vittorio veneto, che uscirà dall’abitato come SP15 in direzione di Solarussa, e, a cinquecento metri dal Municipio, di trova il viadotto che passa sopra il rio Cispiri. Il fiume ha avuto un ruolo importante nella storia e nell’economia del paese, basata sull’agricoltura e pastorizia. Fino a una quarantina di anni fa le acque del rio Cispiri, oltre ad essere utilizzate per l’irrigazione dei campi e per la pesca, venivano sfruttate per mettere in movimento le mole dei mulini per macinare grano, granturco, orzo. I più di venti mulini presenti nel comune venivano utilizzati non solo dagli abitanti di Tramatza, ma anche da quelli dei paesi vicini. Nei mulini lavoravano anche le donne, che svolgevano le stesse attività degli uomini, soprattutto quando questi erano impegnati in altro. Molto diffusa, inoltre, era la lavorazione delle canne, conosciute in tutta l’isola per la loro resistenza, che vengono oggi utilizzate come elemento divisorio tra le proprietà agricole, in agricoltura e nelle vigne come materiale di sostegno nelle rispettive colture, per la costruzione di oggetti per la casa e giocattoli, e per realizzare il cannicciato dei tetti lignei e coppi sardi. Per tale uso, la canna veniva aperta e tagliata in sottili strisce verticali, messe nell’acqua per diventare più flessibili e quindi intrecciate da artigiani specialisti per realizzare S'orriu, il canniciato. Nell’immediata periferia del paese, lungo il corso del fiume Cispiri, nell’oasi naturalistica tra l’omonimo rio e la sua affluenza nel rio Mare Foghe, si possono osservare aironi cenerini, gallinelle d’acqua, garzette e un’interessante flora costituita da salici, alloro, giunco, iris e dalle famose canne. I resti del ponte romano sul rio CispiriIl rio Cispiri é attraversato da un antico Ponte romano che dell’età tardo repubblicana o del primo impero. La via sopra il ponte era lastricata in bossoli di basalto; in seguito, durante il medioevo e l’età spagnola, al lastricato si è sostituito un battuto di pietrame e terra, che si è mantenuto fino ai nostri giorni. Nel 1826, al tempo della costruzione della SS131 di Carlo Felice, gli ingegneri piemontesi hanno proceduto ad un suo ampio restauro. È l’unico ponte romano sostanzialmente integro della Provincia di Oristano, lungo circa duecento metri, e per secoli ha sopportato il traffico della viabilità secondaria di collegamento da Cornus a Macomer, per Forum Traiani e Simaxis. Dall’inizio del secolo ha sopportato il traffico di automobili e di autobus carichi di passeggeri e di autocarri carichi di pietra e ghiaia ricavata dalle vicine cave di basalto. Una trentina di anni fà sono state restaurate l’arcata centrale e le due laterali, in seguito, qualche anno più tardi, il ponte è stato chiuso al traffico e la circolazione dirottata sul nuovo largo viadotto parallelo lungo la SP15. Il ponte romano si è dimostrato molto solido, ha resistito ad innumerevoli inondazioni che ripetutamente lo hanno sommerso completamente, e rappresenta un pezzo di indiscusso valore storico ed architettonico. La Piscina di TramatzaPercorsi circa milleDuecento metri dal Municipio di Tramatza sulla SP15, passati sotto i diversi viadotti della SS131 di Carlo Felice, troviamo una deviazione sulla sinistra con le indicazioni per Caria Mobili e per l’Hotel ristorante l’Anfora, imbocchiamo questa deviazione e dopo un centinaio di metri svoltiamo a sinistra imboccando la Complanare est che scorre a lato della SS131 di Carlo Felice. Dopo circa un chilometro troviamo un’uscita che porta ai parcheggi del complesso industriale in località rio de Santu Pedru, all’interno del quale si trova l’edificio che ospita la Piscina di Tramatza, non dotata di tribune per gli spettatori, gestita dalla associazione sportiva Waterland Nuoto. Ad essa si poteva arrivare percorrendo la SS131 di Carlo Felice in direzione verso est, da Oristano verso Bauladu, ed uscendo al distributore di benzina che si trova in corrispondenza del chilometro 102.8, dove si può parcheggiare e spostandosi a piedi all’interno del complesso industriale. L’Autodromo di TramatzaPercorsi circa milleDuecento metri dal Municipio di Tramatza sulla SP15, passati sotto i diversi viadotti della SS131 di Carlo Felice, troviamo una deviazione sulla sinistra con le indicazioni per Caria Mobili e per l’Hotel ristorante l’Anfora, imbocchiamo questa deviazione e dopo un centinaio di metri svoltiamo a sinistra imboccando la Complanare est che scorre a lato della SS131 di Carlo Felice. Dopo circa un chilometro e duecento metri svoltiamo a sinistra e, in trecento metri, raggiungiamo l’ingresso dell’Autodromo di Tramatza, gestito dalla Sardinia CircuitàRacing. La Pista automobilistica non è dotata di tribune, e viene utilizzata per diverse forme di automobilismo sportivo su piste asfaltate. All’interno di questo autodromo, la società di gestione organizza prove libere moto, prove libere auto, prove libere ohvale, pitàbike, noleggio kart, organizzazione eventi motoristici, Scuola motociclismo sportivo, Scuola kart, ed altro. Riportiamo le locandine di alcume manifestazioni svolte all’interno dell’Autodromo di Tramatza. La prossima tappa del nostro viaggioNella prossima tappa del nostro viaggio da Milis ci recheremo a San Vero Milis famoso per la lavorazione del giunco che visiteremo con il suo centro ed i dintorni nei quali si trova l’importante Nuraghe S’Uraki al cui interno sono stati rinvenuti numerosi reperti archeologici, e vedremo anche la sua costiera nella parte settentrionale della penisola del Sinis. |