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Elini il più piccolo comune dell’Ogliastra con il Santuario della Beata Vergine del Carmine


In questa tappa del nostro viaggio, da Ilbono raggiungeremo Elini il più piccolo comune dell’Ogliastra che visiteremo con il suo centro ed i dintorni dove si trova la chiesa campestre della Beata Vergine del Carmine.

La Regione storica dell’Ogliastra

L’OgliastraL’Ogliastra è una Regione centrale della Sardegna orientale, sconosciuta al turismo di massa fino a pochi decenni fa, che affascina ancora oggi per la sua natura selvaggia e per le sue spiagge. I comuni che ne fanno parte appartengono tutti alla Provincia di Nuoro, e sono: Arzana, Barì Sardo, Baunei, Cardedu, Elini, Gairo, Girasole, Ilbono, Jerzu, Lanusei, Loceri, lotzorai, Osini, Perdasdefogu, Talana, Tertenia, Tortolì, Triei, Ulassai, Urzulei e Villagrande Strisaili. Le sue spiagge sono alternate a piccole cale dalle acque di cristallo, contornate da scogliere di granito che, nella parte alta della Regione, diventano di porfido rosso. Si tratta di una Regione dal paesaggio aspro e selvaggio, dove rilievi e tavolati si alternano a gole profonde.

In viaggio verso Elini

Dal centro di Ilbono, la via Roma prosegue verso ovest con la via Elini. Passato il Municipio, esce dall’abitato accanto al Cimitero, e ci fa imboccare la SP23 che, dopo circa un chilometro, ci fa raggiungere il borgo di Elini, che si trova lungo la strada provinciale che collega Ilbono ad Arzana. Dal Municipio di Ilbono a quello di Elini si percorrono 1.5 chilometri.

Il comune chiamato Elini

Elini: veduta dell’abitatoElini-Stemma del comuneIl borgo di Elini (altezza metri 472 sul livello del mare, abitanti 559 al 31 dicembre 2021) è il più piccolo comune dell’Ogliastra, situato nella parte sud orientale della Provincia di Nuoro, sull’altopiano dell’Ogliastra, nell’entroterra sardo, ed è anche meta di passaggio del Trenino Verde. L’abitato è raggiungibile dalla SS198 di Seui e Lanusei, il cui tracciato si snoda a soli due chilometri dall’abitato. Elini è immerso in una folta vegetazione di lecci, e dal paese si può ammirare uno splendido panorama sul mare dell’Ogliastra. Il territorio Comunale, che comprende l’isola amministrativa di Monte Borghi, è caratterizzato da zone montuose, collinari e pianeggianti, ed ha un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate, che vanno da un minimo di 51 a un massimo di 931 metri sul livello del mare.

Origine del nome

Il nome risulta del tutto isolato rispetto al patrimonio lessicale, e anche a quello toponimico, della Sardegna. Si può, quindi, ritenere che esso possa derivare dal personale latino Elinus, E precisamente da una locuzione latina come Villa vel praedium Elini, ossia tenuta oppure fondo di Elino, che sarebbe il nome di un proprietario romano che nella zona avrebbe avuto dei possedimenti.

La sua economia

Si tratta di un comune collinare con un’economia fondata sul settore agro pastorale. Il settore primario, che conserva un ruolo di rilievo nell’economia locale, è presente con la coltivazione di ortaggi, foraggi, ulivi, agrumeti, viti e altra frutta; ed anche con l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini e avicoli. Per quanto riguarda il settore secondario, l’industria è scarsamente sviluppata, si registra solo un piccolo numero di aziende che operano solamente nel comparto edile. Modesta è anche la presenza del terziario. Sebbene non figuri tra le mete turistiche più celebrate della zona, offre a quanti vi si rechino la possibilità di effettuare delle piacevoli escursioni all’insegna delle incontaminate bellezze naturali e dall’aria salubre che ne deriva. Molto interessante è il parco Carmine, al cui interno si possono ammirare numerose specie botaniche tipiche della macchia mediterranea, e la bellissima chiesa della Beata Vergine del monte Carmelo. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno.

Brevi cenni storici

Il suo territorio è stato abitato fino dall’epoca neolitica e nuragica, come dimostrato da resti del periodo nuragico in quello che oggi viene indicato come il parco del Carmine. Secondo il canonico Flavio Cocco l’origine di questo piccolo borgo sarebbe legata anch’esso all’odierno parco del Carmine, dove nell’antichità si sarebbe insediato un presidio militare romano, e la stessa venerazione da parte degli Elinesi ad un Santo guerriero, San Gavino, sarebbe indice di questa origine militare del luogo; sono, comunque, tutte congetture di cui si deve ancora provare la storicità. Quello stesso territorio, però, con il passare del tempo diventa poco sicuro per le incursioni saracene. Nel medioevo appartiene al Giudicato di Càralis, facendo parte della curatoria dell’Ogliastra. Alla caduta del Giudicato, nel 1258, passa sotto il dominio dei Visconti, giudici di Gallura. Successivamente, nel 1324, passa sotto il dominio degli Aragonesi, che lo incorporano nella Conte di Quirra, formatasi nel 1363 e data in feudo dal re d’Aragona Pietro IV il cerimonioso a Berengario Carroz, e viene accorpata alla vicina Ilbono, per il pagamento delle imposte aragonesi. Nel 1603 la Conte viene trasformata in Marchesato e data in feudo ai Centelles e successivamente agli Osorio de la Cueva, ai quali viene riscattato nel 1839 con la soppressione del sistema feudale e diviene un comune autonomo. Il comune di Elini nel 1878 viene aggregato al comune di Ilbono, del quale, nel 1927, dopo la creazione della Provincia di Nuoro, viene cambiata la Provincia da quella di Cagliari, alla quale precedentemente apparteneva, alla neonata Provincia di Nuoro. Nel 1958 viene separato dal comune di Ilbone, ottenendo completa autonomia amministrativa. Del comune di Elini nel 2001, con la riorganizzazione delle province della Sardegna, viene cambiata la Provincia da quella di Nuoro a quella nuova dell’Ogliastra, ed in seguito, con la sua abolizione, nel 2016, ritorna ad appartenere alla Provincia di Nuoro.

Le principali feste e sagre che si svolgono ad Elini

Elini: il Gruppo Folk su MataciliAd Elini è attivo il Gruppo Folk su Matacili, nelle cui esibizioni nel paese e in altri paesi vicini si può apprezzare l’abito tradizionale elinese. Tra le principali principali feste e sagre che si svolgono ad Elini, il 18 maggio si celebra la Festa di San Gavino Martire, che è la Festa patronale del paese; Elini: locandina della Sagra della Castagna ossia Castagnata di San GavinoMerita poi di essere citata la tradizionale Festa della Beata Vergine del Carmine, che inizia all’alba del 16 luglio con il raduno di fedeli provenienti da tutta l’Ogliastra, quando il sole nascente illumina il monte Idolo i fedeli si avviano verso il Santuario della Madonna, al suono delle launeddas, recando a spalla il simulacro della Vergine; in data variabile, soltamente la prima domenica di agosto, si svolge la Sagra de S’Anguli de Cibudda, che è la manifestazione più importante di Elini; la seconda domenica di ottobre, si svolge la Sagra della Castagna, ossia la Castagnata di San Gavino, una Sagra che viene preceduta dalla processione e dalla messa nella chiesa parrocchiale di Elini.

La Sagra de S’Anguli de Cibudda

Elini: locandina della Sagra de S’Anguli de CibuddaIn data variabile, soltamente la prima domenica di agosto, a Elini si svolge la Sagra de S’Anguli de Cibudda, dedicata alla tipica focaccia elinese, chiamata S’Anguli, a base di zucchine, cipolle, pomodori, lardo, olio d’oliva e formaggio fresco salato. Particolarmente interessante è il metodo di cottura, con l’impasto che, diviso in piccole porzioni, viene steso su foglie di cavolo e cotto nel forno a legna. Si tratta di un piatto povero preparato dalle massaie per sfruttare quello che producevano negli orti e sfamare la famiglia. Questa focaccia viene riproposta durante la Sagra che coinvolge tutti gli abitanti del paese nella preparazione di questo e di altri piatti tipici quali gli insaccati, gli arrosti, i formaggi e i dolci rigorosamente locali. Le donne di Elini preparano anche i culurgiones che, una volta cotti, vengono distribuiti la sera anche nelle vecchie cantine, che vengono aperte per l’occasione. Sfilate di gruppi folkloristici e esibizioni di gruppi etnomusicali completano la sagra, che fa della tradizione e dei sapori semplici la sua unicità.

Visita del centro di Elini

Elini: il murale della processione in via la MarmoraL’abitato, che si estende ai piedi delle montagne che lo circondano, offre una splendida vista su uno scorcio del mar Tirreno, ed alle sue spalle cresce una folta foresta di lecci. Il suo andamento altimetrico è quello tipico delle località collinari. Arriviamo ad Elini con la SP23 provenendo da sud e, a circa cinquecento metri dal Cimitero di Ilbono, troviamo alla destra della strada il cartello segnaletico che indica l’ingresso nel paese, dopo il quale la strada provinciale assume all’interno dell’abitato il nome di via Pompei.

Il complesso sportivo Comunale

Dal cartello segnaletico che indica l’ingresso nel paese, percorsi duecento metri lungo la via Pompei si entra nell’abitato, e dopo altri centocinquanta metri, prendiamo a destra la via Giuseppe Garibaldi. La seguiamo per trecento metri, poi svoltiamo a sinistra per rimanere sulla via Giuseppe Garibaldi e, in un centinaio di metri, ci porta, in località Bingia De Is Cavalleris, all’ingresso del Complesso Sportivo Comunale.

Elini: complesso sportivo Comunale: ingresso Elini: complesso sportivo Comunale: Campo da Calcio Elini: complesso sportivo Comunale: la palestra

Nel complesso soprtivo è presente un Campo da Calcio, con fondo in terra battuta, dotato di tribune in grado di ospitare un centinaio di spettatori. È presente, inoltre, una Palestra, nella quale può essere ospitato un altro centinaio di spettatori.

La chiesa parrocchiale di San Gavino Martire

Evitando la deviazione in via Giuseppe Garibaldi, proseguiamo lungo la via Pompei e, dopo appena una ventina di metri, si vede, alla destra della strada, la piazza della chiesa, sulla quale si vede la facciata della chiesa di San Gavino Martire che è la parrocchiale di Elini eretta in stile sardo, dedicata al patrono del paese. Si ritiene che il suo primo impianto risalga al sedicesimo secolo, ma ad oggi, della struttura originaria, ampiamente rimaneggiata con la ricostruzione del 1952 ed in successivi restauri, rimangono poche testimonianze. Il complesso si compone del corpo principale, ossia della chiesa, del campanile con corpo di fabbrica distinto, e dei saloni parrocchiali. Si affaccia sulla piazza principale del paese, in un’area nella quale sono concentrati gli edifici pubblici e servizi. L’edificio a navata unica con cappelle laterali, mostra una facciata che richiama esempi romanici, con pronao timpanato e rosone circolare. Lateralmente è presente il campanile a pianta quadrata con monofore, cella campanaria e cuspide. All’interno della chiesa, un tempo si poteva ammirare un trittico timpanato del pittore ilbonese Andrea lusso, considerato tra i maggiori pittori del Manierismo in Sardegna, del 1602, con scomparto centrale raffigurante la Beata Vergine del Carmine, ancora esistente nel 1949, dopo di che se ne sono perse le tracce.

Elini: chiesa parrocchiale di San Gavino Martire: esterno Elini: chiesa parrocchiale di San Gavino Martire: interno Elini: chiesa parrocchiale di San Gavino Martire: altare maggiore

Secondo un’antica leggenda popolare, San Gavino avrebbe salvato Elini dalla piena del Flumendosa deviando il corso delle acque altrove. In realtà San Gavino era un soldato romano, la cui storia è legata a quella dei Santi Proto e Gianuario, il primo un presbitero e il secondo un diacono, entrambi turritani. Furono fatti arrestare dal governatore della Sardegna Barbaro perché, non rispettando gli editti antiCristiani di Diocleziano e Massimiano, continuavano a predicare la fede cristiana. Nel carcere conobbero Gavino che, colpito dalla loro fede, decide di convertirsi e liberarli. Accusato di tradimento dal governatore romano, viene condannato a morte insieme ai due prigionieri. L’esecuzione avviene il 25 ottobre a Porto Torres, dove Gavino viene decapitato. Gli anziani di Elini ricordano molto bene una statua di San Gavino a cavallo, che però è andata dispersa.

Ogni anno, il 18 maggio presso questa chiesa si tiene la Festa di San Gavino Martire, che è la Festa patronale del paese. I festeggiamenti in onore del Santo da qualche anno si limitano alle cerimonie religiose, durante le quali la statua del Santo viene portata in processione per le vie del paese accompagnata dal melodioso suono delle launeddas

Il Cimitero

Elini: veduta del Cimitero di Elini dalla stradaDi fronte alla chiesa parrocchiale di San Gavino Martire, parte la via Giordano Bruno, che si dirige prima verso ovest e poi in direzione nord. Percorsi trecentocinquanta metri, si trova uno slargo a destra, subito prima del quale è presente una deviazione in discesa, sulla destra della strada, che, in una ventina di metri, porta di fronte al muro di cinta ed all’ingresso del piccolo Cimitero di Elini, che si trova in basso, sotto la strada. La deviazione passa davanti all’ingresso del Cimitero, e poi sale e ritorna sulla via Giordano Bruno.

La stazione Ferriviaria di Elini

Elini: la stazione Ferriviaria di EliniLa via Pompei ci aveva condotti alla piazza della chiesa, passata la quale svolta verso ovest, per poi svoltare a sinistra e dirigersi verso sud. Dalla piazza, percorsa una quarantina di metri dalla piazza, prima che la strada svolti a sinistra, prendiamo verso destra una deviazione che, in una trentina di metri, ci porta a vedere, alla sinistra della deviazione, la Stazione Ferriviaria di Elini. La stazione viene costruita a fine ottocento, insieme alla linea che collegava Mandas con Arbatax, dalla Società italiana per le Strade Ferrate Secondarie della Sardegna ed è inaugurata col nome di Stazione di Elini: ilbono nel 1893. Alla gestione SFSS, nel 1921 subentra quella della Ferrovie Complementari della Sardegna, a cui segue, nel 1989, la Ferrovie della Sardegna. Sotto l’amministrazione delle FdS, a partire dal 1997 la linea viene destinata all’esclusivo impiego per il traffico turistico legato al progetto Trenino Verde, fatto che comporta la cessazione di ogni servizio di trasporto pubblico nella stazione. Da allora l’impianto, identificato nel frattempo col nome di stazione della sola Elini e dal 2010 gestito dall’ARST, viene utilizzato quasi esclusivamente nel periodo estivo, restando per il resto dell’anno pressoché privo di traffico.

Il Municipio

Elini: veduta del Municipio di Elini dalla stradaLa via Pompei ci aveva condotti alla piazza della chiesa, passata la quale svolta verso ovest, per poi svoltare a sinistra e dirigersi verso sud. Dalla piazza, percorsa una sessantina di metri, subito dopo aver passato le deviazione per la Stazione Ferroviaria, dopo che la strada ha svoltato verso sud, si affaccia, alla sinistra della strada, al civico numero 27 della via Pompei, l’edificio che ospita il Municipio di Elini, nel quale sono presenti la sua sede e gli uffici in grado di fornire i loro servizi agli abitanti del paese.

La Casa Museo

Passato il Municipio, proseguiamo lungo la via Pompei per centocinquanta metri, poi, prima che questa strada esca dall’abitato verso nord ovest come SP23 in direzione di Arzana, svoltiamo tutto a sinistra e prendiamo la via la Marmora. Una ventina di metri prima dell’incrocio con la via la Marmora, lungo il lato sinistro della via Pompei si può ammirare il bel murale della processione, che abbiamo già visto.

Elini: la Casa Museo di EliniPercorsi circa centocinquanta metri lungo la via la Marmora, alla destra della strada, al civico numero 22/24 della via lamarmora, si trova la Casa Museo del piccolo comune di Elini. Si tratta di una tipica casa rurale adibita, dopo il recente restauro, a Museo delle Tradizioni Contadine. L’edificio, articolato su tre piani, si affaccia su un ampio cortile interno, accessibile tramite una scalinata in granito, mentre nel cortile esterno trovano collocazione il portico e il tradizionale forno per il pane. Si accede da un bell’ingresso, e subito si è accolti in spazi che conservano ancora le travi a vista originarie e i pavimenti in tavolato. In ogni ambiente della casa è stato ricostruito l’originario aspetto domestico grazie al recupero dei mobili e degli oggetti ivi ritrovati, ossia i letti in ferro battuto, la cucina con camino e i suppellettili in terracotta, il corredo tessile delle donne, e la Cantina con i vani per la produzione del pane e la conservazione degli alimenti. Il Museo è completato da una collezione di strumenti contadini e da una serie di ricami che omaggiano la tradizione tessile elinese. La visita consente di apprezzare le caratteristiche di un’antica casa ogliastrina e di Calarsi nella realtà di vita tradizionale.

Elini: la Casa Museo di Elini Elini: la Casa Museo di Elini Elini: la Casa Museo di Elini

Sono disponibili anche visite guidate, durante le quali si può assistere alla produzione dei culurgiones, il prodotto tipico della cucina dell’Ogliastra. Ovviamente nulla di quello che si produce deve andare sprecato, e alla fine della visita ci si può deliziare con una ghiotta degustazione.

Visita dei dintorni di Elini

Vediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Elini non sono stati portati alla luce resti archeologici particolarmente significativi.

Il parco del Carmine

Elini: il parco del CarmineDal Municipio di Elini, proseguiamo lungo la via Pompei per centocinquanta metri, poi, prima che questa strada esca dall’abitato verso nord ovest come SP23 in direzione di Arzana, svoltiamo tutto a sinistra e prendiamo la via la Marmora. Dopo centottanta metri arriviamo a un bivio, dove pendiamo a destra la via del Carmine, la seguiamo per centosessanta metri ed arriviamo a un incrocio, dove evitiamo la svolta tutta a destra e prendiamo la strada a destra in salita. Dopo poco più di un chilometro incrociamo la via Lanusei, passiamo l’incrocio e proseguiamo dritti, dopo un chilometro e quattrocento metri svoltiamo a destra e prendiamo la SS198 di Seui e Lanusei, che, dopo duecentocinquanta metri, prosegue sulla SS389 di Buddusò e del Correboi di Buddusò e Correboi che congiunge Lanusei a Villagrande Strisaili, e, in quattrocento metri, troviamo, alla sinistra della strada, l’ingresso del Parco del Carmine Si tratta di un parco naturalistico che prende il nome dalla chiesa costruita in onore della Beata Vergine del Carmine che si trova al suo interno. Il parco è ricco di sorgenti d’acqua e ricoperto da una fitta vegetazione di lecci secolari, e numerose sono al suo interno le zone per picnic. Nell’area del parco sono stati rinvenuti resti del periodo nuragico, e, secondo il canonico Flavio Cocco, nell’antichità vi si sarebbe insediato un presidio militare romano.

Il Santuario dedicata alla Beata Vergine del Carmine

Elini-Santuario dedicata alla Madonna del CarmineAll’interno del parco del Carmine si trova il Santuario dedicata alla Beata Vergine del Carmine. La facciata di questo Santuario si presenta con una semplice pittura bianca, una grande finestra di forma rotonda con adorni intorno, ed il portone dell’entrata della chiesa preceduto da una scalinata. Il tetto è stato costruito seguendo l’architettura tipica sarda, formato da una copertura in canne e travetti in legno, tegole sarde ed ha una forma a capanna. Sulla sommità di questa è presente una croce latina in ferro. L’interno si presenta con una pianta a croce latina, e conserva diverse opere e arredamenti ecclesiastici di epoca antica, oltre alla statua della Madonna del Carmine che viene onorata e portata in processione durante le festività. La chiesa viene definita un Santuario, ossia un luogo ritenuto sacro dalla tradizione religiosa, per la devozione dei fedeli alla statua della Madonna presente al suo interno.

Presso questa chiesa, la domenica più vicina al 16 luglio si tiene la Festa della Beata Vergine del Carmine. Prendono il via il sabato i cinque giorni di festeggiamenti, la mattina la processione parte dal paese per arrivare al Carmine intorno alle otto, durante il tragitto la Madonna, portata in spalla dai giovani e scortata dalla statua di San Mauro, viene accompagnata dal tradizionale rosario in sardo e dal suono delle launeddas. Dopo la messa viene offerto il tipico dolce della festa, ed in seguito canti e balli intrattergono i fedeli davanti al sagrato. Nel pomeriggio il simulacro della Vergine viene riportato a Elini, e la sera si esibiscono davanti alla parrocchia gruppi musicali. Il lunedì i devoti portano la Madonna in processione per le vie del paese, e la sera è tutta dedicata ai balli sardi. La Festa prosegue anche la settimana successiva.

Elini: locandina della Festa della Madonna del Carmine Elini: il processione per la Festa della Madonna del Carmine Elini: il processione per la Festa della Madonna del Carmine

La prossima tappa del nostro viaggio

Nella prossima tappa del nostro viaggio, da Elini ci recheremo a visitare Arzana patria del pittore, incisore e scultore Stanis Dessy, nel cui territorio si trova la vetta più alta della Sardegna ossia la Punta la Marmora.


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